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Autore: alewen    05/11/2003    5 recensioni
Certe volte ciò che si ha alle spalle è troppo duro da sopportare.......meglio dimenticare, partire, andarsene, e ricominciare altrove una nuova vita.......questa è l'intenzione di Jody, vivace sedicenne per metà Giapponese che si trasferisce all'improvviso a Fujisawa. Ma la fuga non è mai la soluzione giusta, e il passato torna sempre a tormentarti......molto meglio affrontarlo, per quanto duro possa essere.....ma per sua fortuna Jody non è sola. ha dalla sua una ben nota squadra di calcio, una manager troppo entusiasta, una squadra di pallavolo e, soprattutto, uno scorbutico portiere........e sarà forse quest'ultimo a darle la forza necessaria per affrontare finalmente la sua più grande paura?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 30: Così lontani, così vicini

Capitolo 30: Così lontani, così vicini

 

Karl entrò in silenzio nella grande sala al terzo piano che Hiroshi Tachikawa gli aveva indicato; nell'aprire la porta, sentì una musica triste e dolcissima provenire dall'interno "Elisa" pensò, riconoscendo la voce dell'artista. La canzone stava finendo, e il lettore cd era programmato per farne partire subito un'altra, anch'essa dal ritmo lento e triste. Il ragazzo chiuse la porta dietro di sè, volgendo lo sguardo lungo la sala. Lei era lì. Ora era immobile, ma si capiva che stava aspettando il suono della musica. E questa partì, portando nelle sala dolcissime note di pianoforte dall'aria melanconia; poi, ad esse si unì la voce, e la ragazza iniziò a muoversi; le braccia, le gambe, il corpo, tutto si muoveva in perfetta armonia con la musica, interpretantola, rendendola propria, rendendola viva; i passi non avevano importanza, lei stava danzando ciò che sentiva dentro, stava mettendo se stessa in quella canzone. Karl rimase immobile a guardarla, incredulo che la danza potesse apparire così bella, o che qualcuno potesse apparire così etereo mentre danzava; era come....se lei non avesse peso, se una divinità sconosciuta le avesse fatto dono di volare, di incantare gli animi; e intanto lei danzava, danzava e danzava, aumentando il ritmo, rallentando, saltando, vorticando su se stessa, cadendo a terra e rialzandosi, sempre in perfetta armonia; non l'aveva visto, nè lo vedeva ora. Era talmente persa in se stessa da aver cancellato tutto ciò che la circondava. Piegamento, rotazione, salto, atterraggio, di nuovo rotazione.....la musica si sussegguiva, lenta e quasi straziante, carica di rabbia e dolore; improvvisamente, lui seppe perchè aveva scelto quel pezzo; era perfetto per lei, esprimeva tutto ciò sentiva dentro....era perfetto per loro, perchè anche lui si stava perdendo in quella melodia; la seguì estasiato con gli occhi, mentre lei danzava dolcemente sulle ultime note. Poi, la musica cessò, e loro tornarono ad essere due semplici ragazzi pieni di problemi. Lei si fermò, alzando il capo e asciugandosi il sudore, sfinita; prese un asciugamano appoggiato alla sedia vicina, e finalmente lo vide; si fermò a metà del gesto, fissandolo senza espressione "Che ci fai qui?" chiese, quasi in un sussurro. Lui sorrise leggermente "Mi hanno detto che ti avrei trovato qui, e sono venuto a vedere". Lei si voltò, asciugandosi energicamente il volto "Mi pareva di aver chiuso a chiave" si limitò a rispondere. Lui si frugò per un attimo in tasca e ne estrasse una pesante chiave d'ottone, mostrandogliela soddisfatto "Mica ce n'è solo una, di chiave. Zio Hiroshi mel'ha consegnata, dicendomi di venire a dare un'occhiata, perchè avrei capito molte cose. Devo dire che aveva ragione". Lei fermò le mani che tenevano il panno bianco, ma non si voltò "Da quando è diventato 'zio Hiroshi' per te? E, sentiamo, cosa avresti capito?" domandò con voce atona, ma in cui  lui riuscì lo stesso a cogliere una traccia di paura. Sorridendo, si appoggiò alla porta e incrociò le braccia "Che tu hai qualcosa da raccontarmi. E sono portato a credere che sia anche qualcosa di grosso. E che non vuoi essere la principessina di Baviera". Lei si voltò di scatto e gli rivolse un'occhiata fulminante "A parte che mi pareva che il titolo si limitasse a Granduchessa.....certo che non voglio esserlo,vorrei ben vedere !!!! Se fosse capitato a te, avresti accettato di abbandonare il calcio, la scuola, tutti i tuoi amici e il mondo che conosci per andare in un castello freddo e immenso e languirvi per il resto della tua vita? Beh, io non lo farò, puoi starne certo !!!!". Riprese a strofinarsi sul volto l'asciugamano, senza badare al fatto che ormai non ne aveva più bisogno e ci stava mettendo troppa energia, col risolutato di far divenire la sua pelle di un bel rosso irritato. Ed evitò accuratamente di raccogliere l'allusione a quel qualcosa che lei avrebbe dovuto raccontargli. Ma Karl continuava a sorridere "Beh, non posso esserne sicuro non essendoci mai stato, ma credo che, pur essendo un castello enorme, abbia il riscaldamento, sai, l'uomo si è evoluto nel tempo.....e chissà perchè, ma non ti ci vedo a languire in qualsiasi posto tu ti trovi...." "PIANTALA !!!!" esclamò lei arrabbiata, lanciandogli in faccia l'asciugamano. Il ragazzo se lo tolse e ammiccò, divertito "E per quanto riguarda gli amici, più che quelle pazze scatenate che ti trascini sempre dietro credo che ci sia qualcun'altro che rimpiangeresti ben di più, non è vero? Qualcuno con un cappellino rosso e due occhi neri impenetrabili...". Jody strinse i pugni fissandolo con occhi roventi, ma le sue guance si colorarono di un rosso intenso "Non mi pare siano affari tuoi, questi !!!!!". Lui finse di essere molto interessato alle sue unghie "Beh, non so come la vedi tu, ma tecnicamente sarei tuo fratello, e sai, il fatto che tu stia insieme a Wakabayashi...." "NON - SONO - FATTI - TUOI !!!!!!!!! NO PERMETTERO' PIU' CHE QUALCUNO SI INTROMETTA NEI MIEI SENTIMENTI E MI ROVINI LA VITA !!!!!!!!!". Si fissarono, attoniti, per un secondo, lui non più sorridente e incredulo, lei con una mano sulla bocca e l'aria di chi sa di essersi appena tradito. I secondi trascorsero, lentissimi, inesorabili, mentre due paia di occhi azzurri estremamente simili si fissavano. Poi Karl spezzò il silenzio abbassando lo sguardo e dicendo, in tono leggermente triste e quasi dispiaciuto "Beh.....credo che ora mi dovresti raccontare che è successo. Oppure me ne vado e non ne parliamo più". Lei abbassò a sua volta gli occhi e non rispose, e il giovane si voltò e mise la mano sulla maniglia "Va bene, ho capito, me ne vado...." disse semplicemente, abbassandola, ma in quell'istante Jody uscì dal suo stato catatonico "Aspetta !!!!!". Il ragazzo si fermò, in attesa, e lei si fece forza per continuare "Va...va bene. Ti racconterò....tutto. Credo tua abbia il....diritto....di saperlo. Credo di dovertelo....e di doverlo a lei.....". Karl si voltò a fissarla, senza chiedere chi fosse lei. Aveva un vago sospetto al riguardo: quel tipo aveva parlato di una sorella di Jody......che poi era sparita chissà come.....e ora più che mai aveva la certezza che quel chissà come fosse più complicato e doloroso di quanto avesse potuto pensare prima, quando era andato a cercarla. E fu quello a spingerlo a dire "Senti, lascia perdere, credevo che tu volessi semplicemente mettermi in difficoltà lasciandomi all'oscuro del tuo passato, ma ora capisco che ti pesa davvero parlarne.....non serve che ti sforzi per me....." "Ma zio Hiroshi ti ha mandato da me a parlarne, vero? Quindi non credi che tutti pensino che tu abbia il diritto di sapere?" rispose coraggiosamente lei. Karl rimase in silenzio, ammettendo che era vero "Ma devi essere proprio tu a raccontarmi tutto?" chiese piano, tentando in ogni modo di aiutarla. E lei annuì solennemente "Solo io posso dirti come si sono svolte realmente le cose....e perchè ora hai una sola sorella invece di due". Karl spalancò gli occhi, e Jody sorrise lievemente "Sembri lei" sussurrò con voce nostalgica "Anche lei mi guardava sempre a quel modo quando la stupivo.....anche se i suoi occhi tendevano al verde....." un piccolo singhiozzo le ruppe la voce, e mentre lei si copriva il volto con le mani, il grande Kaiser tedesco, l'uomo di ghiaccio, colui che non si faceva mai governare dalle emozioni fece l'ultima cosa che avrebbe mai ritenuto possibile: corse da lei e l'abbracciò, stringendosi la testolina bruna al petto e sussurrando in tonodi conforto "Avanti piccola, avanti, non piangere, oppure non dormirò pensando di averti fatto soffrire....e Wakabayashi come minimo mi staccherà il collo, da quel che ho potuto capire dal modo in cui ti guarda". Lei annuì contrò la sua maglia, sorridendo nonostante tutto "E va bene" sussurrò lui, lasciandola andare "Raccontami tutto, se te la senti. Ma non sentirti costretta a farlo, ok? Interrompiti quando vuoi" "Non qui" sussurrò lei a vice così bassa che lui non capì "Come?" "Non qui" stavolta era sicura; alzò gli occhi che risplendevano di una nuova determinazione, poi allungò la mano e afferrò quella di lui, trascinandolo fuori dalla stanza "Fuori. Devo parlartene fuori. Dove nessuno ci può interrompere". Karl si fece trascinare, stupito e confuso "Ma....non vuoi avere gli altri intorno???? Ti fidi davvero a stare con me da sola????? Non vuoi che ci sia anche Wakab...." "Soprattutto lui non deve vederci, altrimenti si metterà in mezzo pieno di gelosia, e cercherà di impedirmi di parlare, perchè sa quanto questo mi faccia soffrire. Sai, è stato il primo cui abbia detto tutto, da quando sono qui in Giappone....oh, avanti !!!!" lo strattonò, visto che il giovane si era fermato nel sentirla parlare di sofferenza "Posso sopportarla benissimo. Ormai l'ho già affrontata e tu qui sei l'unico che non sappia cosa mi è successo, salvo Meimi". Lui, sorridendo sollevato, non le fece notare che, in mezzo a quel folto gruppo di ragazze scatenate e calciatori incalliti, nemmeno aveva idea di chi fosse quasta Meimi. Jody gli fece scendere le scale, controllò che nessuno li vedesse mentre passavano davanti al salone e sgattaiolò fuori, correndo poi nel parco, finchè la villa non fu nascosta dagli alberi e lui ebbe perso il senso dell'orientamento. Lì, in una piccola radura dall'aspetto misterioso e accogliente, la fanciulla si lasciò cadere  e alzò gli occhi su di lui "Siediti" ordinò in tono che non ammetteva repliche "Sarà una cosa lunga....e benchè io abbia fede nei tuoi nervi di ghiaccio, qualche punto della storia potrebbe metterli a dura prova". Lui, senza ribadire per la prima volta da quando si conoscevano, obbedì e si lasciò scivolare accanto a lei, fissandola. Lei ricambiò l'occhiata per qualche secondo, poi abbassò gli occhi e parve raccogliere le idee e il coraggio per iniziare. Alla fine trasse un grosso sospirò e, decisa, alzò gli occhi, iniziando a parlare velocemente, quasi avesse paura di fermarsi "All'epoca avevo solo tredici anni, quando giunsi in Germania per andare a vivere nella famiglia di quello che avrei scoperto poi essere mio padre......."

 

"...e questo è tutto" concluse un'ora più tardi la ragazza, stringendosi spasmodicamente l'una all'altra le mani e con tracce di lacrime ben visibili sulle guance; ma gli occhi erano chiari e abbastanza sereni quando si alzarono per sondare le emozioni di Karl. Il ragazzo se ne stava in silenzio, con una gamba distesa a terra e l'altra piegata, in modo da poterci appoggiare sopra il braccio. Gli occhi azzurri erano abbassati, e tutto nel suo attegiamento faceva pensare a una profonda confusione mista a incredulità. Jody rimase ad osservarlo pazientemente per alcuni secondi, poi allungò una mano e lo scosse gentilmente ma con fare deciso "Karl?" lo chiamò, per risvegliarlo da quel torpore. Lui si riscosse e alzò gli occhi, posandoli su di lei e notando il suo tremulo sorriso e i segni delle lacrime sulle guance. Rimase ad osservarli per un po' "Hai pianto" disse con una strana voce incolore "Lo sapevo che non avresti dovuto parlarne". Lei scosse il capo "Ho sofferto molto di più quando è successo....o quando ho dovuto raccontarlo per la prima volta. Ed era giusto che tu lo sapessi da me". Lui annuì lentamente. Sembrava in trance "E così....." iniziò a dire, come cercando di afferrare i pensieri che gli saettavano veloci nel cervello ".....avevo una sorella di nome Angel e l'ho perduta prima ancora di conoscerla". Lei sorrise "Non so se a questo punto conti il fatto che avevi un'altra sorella...." "DANNAZIONE !!!!!!!" esclamò lui all'improvviso, calando la mano chiusa a pugno sulla gamba e mostrando due occhi talmente fiammeggianti di rabbia che Jody si ritrasse senza volerlo, spaventata "Come, COME ha potuto fare una cosa simile alle sue FIGLIE??? Come hanno potuto PERMETTERE che lo facesse???? E tu !!!!!" la guardò con una tale serietà che la ragazza sussultò "Come hai potuto SOPPORTARLO ????? Come hai fatto a non spezzarti sotto il peso dei suoi delitti ?????". Jody lo fissò, come in sogno. Nello sguardo di Karl c'erano non solo grande sgomento e indignazione, ma anche....una viva simpatia nei suoi confronti, forse un po' troppo vicina alla pietà, ma che indicava comunque che per la prima volta egli la vedeva veramente come una sorella, una cugina o qualcuno che aveva subito tali ingiustizie da risultare simpatico ai suoi occhi, che di ingiustizie simili ne aveva appena subite parecchie. Meditò per un po' sulla risposta da dargli, a capo chino e mordendosi il labbro, poi scosse le spalle in un gesto che indicava ignoranza "All'inizio ho sopportato per Angel. Perchè glielo dovevo......lei....si era uccisa per lasciarmi vivere felice con Richard; anche se avessi voluto lasciar perdere tutto e.....seguirla...." deglutì "Il pensiero che lei voleva che io continuassi a vivere era abbastanza per fermarmi e farmi andare avanti. Lei aveva dato la sua vita per me, certo non c'era nulla di così terribile al mondo che io non potessi sopportarlo; certo, lei non immaginava che a quel punto quella vita, intendo una vita felice insieme a Richard, per me a quel punto era insopportabile....e così, quando tentarono di impormela, cioè quando mio padre disse che ora ero io la sua erede e come tale il fidanzamento toccava a me.....". Karl sbarrò gli occhi, incredulo che qualcuno potesse osare tanto. Jody scosse leggermnte il capo in un gesto assente "Sono scappata; mi odiavo, sapevo di tradire la memoria di Angel ma....non ce la facevo più. Tutti credevano che io dovessi far finta che non fosse successo nulla, e io dovevo farlo....dovevo fingere che la perdita di una delle poche persone che mi aveva amato per ciò che ero veramente non mi aveva toccato. Assurdo" commentò, quasi stesse parlando con qualcuno che non era della stessa opinione, ma Karl non intervenne. Era troppo sconvolto, e ansioso di sapere che era successo poi "Giunsi qui. E qui...qui gli zii mi hanno accolto come se fossero realmente felici di avermi con loro. Zia Hiromi è come una mamma, la madre che non ho quasi mai avuto....e zio Hiroshi è un padre vero, il padre che ho sempre desiderato, e che invocavo nelle notti silenziose dopo la morte di Angel, quando piangevo chiusa in camera......invocando che qualcuno mi portasse via da lì......qui ho trovato un cugino che non vedevo da anni, e un fratello che non sapevo d'avere, e anche un nuovo, dolcissimo fratellino" gli occhi le si addolciroso mentre pensava ad Hideaki "Ho trovato dei veri amici, prima Sanae, poi i ragazzi della squadra; Mamoru, così gentile e servizievole; Taro, così dolce e pronto ad ascoltare; Tsubasa...." una breve risata le uscì dalle labbra "Che con la sua ingenuità rendeva allegre le mie giornate. Poi Yayoi, Yoshiko, Hikaru, Jun....e poi le ragazze"; gli occhi azzurri divennero lucidi, ma lei li puntò comunque sul voltò di Karl e disse, in tono leggermente accusatorio "So che tu non le consideri granchè, soprattutto Alex e Allenby, ma ti avverto: quelle sono le mie migliori amiche, mettersi contro di loro vuol dire mettersi contro di me. Sono state loro a starmi accanto in quei momenti terribili, a osservarmi in silenzio, a capire che avevo bisogno di sfogarmi ma a rispettare la mia decisione di non parlarne. E sono stata io a tradirle". Le lacrime scesero, mentre confessava quello che per lei era un enorme delitto che pesava sulla sua coscienza "Io ero il capitano, la loro guida, e la loro amica....avevamo giurato di essere sempre insieme.....e invece io sono scappata, impedendo loro di aiutarmi, senza rendermi conto che anche loro soffrivano quasi quanto me, ma non lo dimostravano per aiutarmi....le ho abbandonate così, senza una parola di spiegazione, maledicendomi per ciò che stavo facendo ma senza voltarmi indietro per chiedere scusa o tornare da loro". La voce le si spezzò, e la ragazza rimase in silenzio a fissare l'erba verdissima del prato, mentre lui la scrutava con occhi guardinghi. Che stava cercando di dirgli? "Ma loro....loro non mi hanno abbandonato" riprese dopo un po' lei con voce debolissima "Benchè lo meritassi....benchè non fosse degna di loro.....vennero qui. Arrivarono di corsa, lasciandosi alle spalle le loro famiglie, le loro case e tutta la loro vita fino a quel momento, solo per me. Mi cercarono ovunque, poi giunsero qui. La prima fu Allenby" gli occhi lucidi tornarono a posarsi su di lui "L'Allenby che tu disprezzi tanto. Arrivò qui e mi costrinse ad affrontare la realtà. E poi, sapendo che avevo bisogno d'aiuto, chiamò le altre. Loro....sono la cosa più bella che il cielo potesse darmi, e io non permetterò a nessuno di fare loro del male. Quindi ti avverto...." puntò un dito accusatore contro di lui, ma inaspettatamente Karl allungò il braccio e afferrò quella mano levata verso di lui, in un gesto dolce e comprensivo. E quando lei alzò due occhi meravigliati dalle loro mani unite al volto di lui, le rivolse un sorriso carico d'affetto "Lascia perdere.....non ho intenzione di fare loro del male. Ciò che mi interessa ora è sapere se tu stai ancora male. Continua". Jody ci mise qualche secondo a realizzare il significato di quelle parole, e quando questo le arrivò al cervello lanciò al ragazzo una lunga occhiata indagatrice. Poi abbassò lo sguardo e riprese a parlare "Beh.....così le ragazze vennero qui e io affrontai il mio passato, raccontandolo anche a Sanae e agli altri. E ricominciai a vivere qui, insieme a loro......io e le ragazze fummo selezionate da una squadra di pallavolo, e nel tempo libero facevamo le manager....e....beh, a parte un episodio quest'estate, la mia vita andò avanti tranquilla fino....fino....ad ora" concluse frettolosamente, cercando di non far notare il rossore sulle guance e l'aria colpevole per aver saltato grossi pezzi del racconto nell'ultima parte. Ma Karl non si fece fregare "Vuoi dire fino a quando non sono arrivato io. Beh, devo ammettere che il nostro primo incontro non è stato dei migliori...certo che in fatto di pugni sei messa mica male....." disse massaggiandosi la mascella, e lei sorrise con aria di scusa "Dove diavolo hai imparato? E si può sapere che ti avevo fatto per ricevere una simile accoglienza???". Il rossore sulle guance di lei era evidentissimo "Ecco..." biascicò incerta "Intanto ho studiato arti marziali....e per quanto riguarda....quel giorno..... alzò due occhi così carichi di rimorso che lui per poco non scoppiò a ridere "Ero al limite....avevo appena finito di sentirmi dire da mio padre che il mio nuovo fratello era stato mandato a riprendermi....poi ho sentito le urla di Allen e ti ho trovato lì....credo che tutto questo fosse semplicemente....troppo.....da sopportare....e ho reagito di conseguenza. Scusami.....": Il ragazzo le rivolse un'occhiata a dispetto di tutto ammirata "Beh, devo dire che hai un metodo efficace per scaricare i nervi.....spero solo di non doverlo sperimentare spesso....senti, mi pare che tu abbia leggermente glissato su alcuni aspetti della questione. Ad esempio" sorrise mentre lei sgranava gli occhi e alzò l'indice a numerare gli episodi che elencava "Come hai conosciuto così bene la squadra di calcio giapponese. O come tu e la loro manager siete diventate così amiche. O quell'imprevisto durante l'estate....e l'arrivo delle tue amiche". Tre dita erano ormai alzate e Jody arrossiva sempre di più, mentre lui metteva a nudo tutti i punti che aveva voluto evitare "Oppure come hai reagito quando hai saputo che tuo padre si era risposato, visto che credo tu non sia stata buona e zitta in quell'occasione. O ancora" il quinto dito si alzò, e il sorriso del ragazzo si fece malizioso ed enorme "Come hai fatto a passare la crisi che ti ha colpito in pieno quando è arrivata Allenby. O meglio, chi  ti ha aiutato a passarla". Il voltò di Jody era ormai in fiamme, co una sfumatura violacea molto interessante, e Karl la fissò divertito mentre pazientemente aspettava una risposta. Lei sospirò forte, una, due, tre volte, poi alzò due occhi ardenti, quasi a raccogliere la sfida "E va bene !!!!" sbottò indignata "Non sapevo che il grande Kaiser tedesco fosse un tale curiosone....allora: le ragazze non sono arrivate tutte insieme; prima è arrivata Allenby, poi Alex e infine Kay e Aly. E ad ogni nuovo arrivo io dovevo affrontare qualcosa. Però...." si interruppe, mentre il rossore sulle sue guance tornava vivo "Non trovo giusto doverti rivelare tutto io. Queste cose sono troppo imbarazzanti....forse farei meglio a spedirti Franz e Taro per sapere il resto...." fece per alzarsi, ma la mano di lui, che ancora teneva la sua, glielo impedì "Eh, no, cara sorellina. Ora stai qui e mi racconti tutto. Iniziamo da quando sei arrivata qui". Lei lo fissò, furente, e con un gesto secco ritrasse la mano e si alzò decisa in piedi, facendo per allontanarsi. Ma al secondo passo la sua gamba, che aveva sforzato notevolmente mentre ballava e si era intorpidita mentre era seduta sull'erba, cedette. E la ragazza incespicò e cadde, con un gemito di dolore, mentre Karl spalancava gli occhi e si lanciava, senza nemmeno alzarsi del tutto in piedi, sul tappeto erboso della radura, cercando di fermare la sua caduta. Ci riuscì, e per qualche secondo i due rimasero immobili in una posizione ridicola, lui mezzo sdraiato per terra con le braccia levate a tenerla e lei, con una mano di lui sulla pancia e l'altra sulla gamba, sospesa a metà tra terra e aria. La situazione sarebbe stata quasi ridicola, se loro due fossero stati altre due persone, e se la loro vita fosse stata diversa...la vita di due ragazzi normali, come tanti ve n'erano al mondo, fatta di divertimenti, amori, amicizie, gioia....non dolore, non perdite e lacrime.....i ragazzi di solito non imparano a sedici anni quanto dura può essere la vita...ma quelle due paia di occhi azzurri, che ancora una volta si incontrarono in quel momento in preda alla confusione, dimostravano che invece loro l'avevano ben capito, cosa voleva dire stare al mondo. Quanto dolore, quanta sofferenza questo comportava. "Karl...." sussurrò Jody, mentre una lacrima scendeva a rigarle la guancia e cadeva poi su di lui; stranamente, anche il ragazzo sentì una traccia umida sul proprio volto "A....assurdo...." sussurrò, chinando il capo "Perchè anch'io sto piangendo????" chiese, quasi con rabbia. Lei scosse il capo "Non lo so, Karl" disse semplicemente "Forse perchè hai capito che siamo più simili di quanto credevamo...o volevamo...essere, e questo ti fa paura" "Paura ???? Io non ho affatto paura !!!!!!!!" esclamò irato il ragazzo fissandola con aria rovente, ma lei mantenne la sua calma snervante e, fissandolo drietto negli occhi, replicò "Io si". Era la cosa più disarmante che potesse dire, e il ragazzo rimase fermo a fissarla, incredulo. Il volto della ragazza era così sereno e deciso....perciò, vederlo contrarsi in una smorfia di dolore improvvisa fu ancor più inquietante "Jody ????" esclamò preoccupato, mentre lei respirava bruscamente. La ragazza cercò di dire qualcosa, ma il dolore sembrava sopraffarla, e le ci vollero almeno cinque secondi prima di poter annuire e rilassare il volto "Sto bene...solo che...credo sia meglio se mi alzo...." sussurrò, allungando le braccia e posandole sulle spalle del ragazzo per far leva e tirarsi su, ma la gamba, che evidentemente era seriamente affaticata, cedette definitivamente, e la ragazza cadde dolorosamente a terra, sbattendo il capo, la gamba e il busto con violenza. Un gemito le uscì dalle labbra, mentre gli occhi si chiudevano in un'espressione preoccupante di dolore. Karl sgranò i suoi "JODY !!!!" urlò, affrettandosi a chinarsi su di lei "MA COSA TI SUCCEDE ?????". La ragazza stavolta sembrava non essere proprio in grado di rispondergli; era già un miracolo se restava cosciente, a giudicare dall'espressione sofferente; lui la sollevò da terra, prendendola tra le braccia "Cosa...cosa devo fare ??? Jody ????". Lei strinse i denti e le labbra, cercando evidentemente di parlare, e finalmente riuscì a riaprire li occhie fissare il ragazzo "Devi...portarmi da...Eriko...a...casa..." sussurrò, cercando di mettersi a sedere "No, aspetta, sta ferma !!! Ti porto io....Cristo, Jody, ma che ti succede ?????". La ragazza guardò altrove coi suoi grandi occhi color cielo, quasi volesse evitare di rivelare la verità con lo sguardo. Lui, impaziente, fece per afferrarla per le spalle e scuoterla per farsi dire la verità, ma in quel momento lei singultò e si piegò in avanti, le mani compresse al petto e il respiro affannoso "Dannazione !!!!" riuscì a distinguere lui tra quei rantoli, poi la ragazza gli ricadde tra le braccia, le forze ormai chiaramente venutele meno, lo sguardo che si chiudeva senza poter però celare del tutto quel dolore indicibile. La sua voce, strozzata e irriconoscibile, fece appena in tempo a sussurrare "Ka..r....l...", e poi la ragazza chiuse del tutto gli occhi e gli si abbandonò tra le braccia, immobile e appparentemente senza vita. Karl la strinse a sè, inconsciamente, e nel vedere che non si muoveva rimase agghiacciato, trattenendosi a stento dall'urlare e guardandosi attorno disperato. Senza ben capire che stava facendo, la sollevò tra le braccia e si guardò ancor più freneticamente attorno. Da che parte doveva andare ??? Dov'era la villa ??? "Accidenti a te, pure pesi in mezzo alla giungla....e ora da che parte vado ????" sussurrò con voce mezza arrabbiara mezza angosciata, scoccando un'occhiata alla ragazza tra le sue braccia. Era ancora immobile, ma almeno, a giudicare dall'alzarsi e abbassarsi del suo petto, respirava. Sì, ma il problema rimaneva. Dove doveva andare, ora? Lei aveva bisogno di cure.....la risposta giunse inaspettata, improvvisa: la voce di Allenby, da un punto imprecisato alla sua sinistra, risuonò nell'aria "Si può sapere dove diavolo si è cacciato il capitano ?????". Karl alzò di scatto gli occhi. Era da quella parte allora !!! I suoi piedi si mossero d'istinto, spiccando una corsa disperata, mentre la voce di Aly rispondeva "Non lo so...credo sia da qalche parte col tuo cugino tedesco...." "Non chiamarlo mio cugino, te l'ho già detto cento volte !!!!!! Non ci tengo affatto a pubblicizzare la mia parentela con lui !!!!!" Il ragazzo piegò le labbra in una smorfia irritata "Grazie mille, piccola Allen !!!! Se non avessi promesso a questa sciagurata che ha avuto la bella idea di svenirmi tra le braccia di non farti nulla, io..." "Che faresti, sentiamo ????". Beh, adesso ne aveva davvero abbastanza !!! Cominciava a sospettare che quella buffa ragazzina dai capelli castani si divertisse a prenderlo in giro; almeno,a giudicare dall'aria ilare che ora le aleggiava negli occhi, di nuovo aperti e lucidi, doveva essere proprio così "COOOOSAAAA ????? MA TU...TU....TU...." "Piantala di fare il telefono occupato. Allora, che faresti??? Sto aspettando". Karl rimase per qualche secondo abbacchiato, sconvolto dalla sua faccia tosta. Poi le sue mani, che la stanavo sostenendo, una lungo la schiena e l'altra sotto le gambe, si chiusero a pugno in un gesto d'ira pura, e le sue braccia si aprirono facendola precipitare a terra....ma stavolta era stata una cosa puramente voluta. La ragazza precipitò con un urlo offeso, e a giudicare dal tonfo che seguì si prese anche una bella botta, cosa che risultò ancora più chiara quando, posandosi una mano alla base della schiena e alzando su di lui due occhi adirati, urlò con voce stentorea "MA SEI IMPAZZITO ??? COSA VOLEVI FARE, AMMAZZARMI ?????". Ma ormai Karl ne aveva avuto abbastanza delle stranezze di quella sua presunta sorella, ed era sufficientemente arrabbiato a sua volta per rispondere, con volume di voce che nulla aveva da invidiare a quello di lei "NO, QUELLA CHE VUOLE FARMI MORIRE SEI TU, MA D'INFARTO !!!!! NON SO SE HAI PRESENTE, MA NEMMENO DUE MINUTI FA TI SEI ACCASCIATA  TRA LE MIE BRACCIA CON UN'ARIA MORIBONDA SUL VOLTO E GEMITI DI DOLORE, RICORDI ??? DOPODICHE', HAI CHIUSO GLI OCCHI E SEI RIMASTA TALMENTE IMMOBILE CHE PER ESSERE SICURO CHE ERI VIVA HO DOVUTO ACCERTARMI CHE STESSI RESPIRANDO !!!!! MA PER TE E' NORMALE RESUSCITARE A STO MODO E METTERTI PURE A  PROVOCARMI ????? NO, DICO, HAI VOGLIA DI SCHERZARE ???? TI SEI DIVERTITA A VEDERE SE MI PREOCCUPAVO PER TE ??? BEH, SPERO DI ESSERE STATO ALL'ALTEZZA DELLE ASPETTATIVE !!!!! DI CERTO HO FATTO LA FIGURA DELL'IDIOTA, COSI' AGITATO E FRENETICO, MENTRE CERCAVO DI TROVARE LA STRADA PER QUELLA MALEDETTA VILLA !!! SCOMMETTO CHE MI HAI PORTATO NEL PARCO COSI' LONTANO DA CASA PROPRIO PER METTERMI IN DIFFICOLTA'...." "Non è vero, non l'ho fatto apposta, io sono svenuta davvero" rispose lei, ora tranquilla, con quell'aria sorpresa negli occhi spalancati che cominciava a dargli veramente sui nervi "COSA STA DICEND---" "La verità. Io non ho finto, stavo davvero male....sono svenuta per il dolore troppo intenso" spiegò la ragazza, abbassando lo sguardo con fare imbarazzato. Karl sembrava non capire "Dolore ??? Intendi.....che parlare di quelle cose ti ha fatto star male a tal punto che..." "No. Parlo di dolore fisico" ammise lei, gli occhi fissi a terra. A questo punto, lui non ci capiva veramente più nulla "Dolore....fisico ??? Non capisco cosa...." "La gamba" disse lei, lapidaria. "La gamb....cosa intendi ???" "Oh, piantala !!! Ti ho detto che ho problemi alla gamba, non basta ??? E ora ho bisogno che mi aiuti, perchè da sola non riesco ad alzarmi, e visto che mi hai così gentilmente scaricato per terra.... potresti tirarmi su ????" tese le braccia con aria di aspettativa, mentre una scintilla di esasperazione le brillava negli occhi al vedere l'aria vacua di lui. "Allora ???? " "Oh...si, certo !!!!". Karl si chinò e la sollevò tra le braccia, come poco prima "Non è meglio se salgo sulle tue spalle, scusa????" domandò la ragazza inarcando un sopracciglio "Perchè ???". Evidentemente non ci arrivava proprio..."Niente, lascia stare" risspose la ragazza, sucotendo il capo e circondandogli il collo con le braccia per darsi stabilità. Come spiegargli che Genzo l'avrebbe come minimo ucciso se li avesse visti ??? Meglio soprassedere, almeno per il momento "Ok, adesso vai sempre dritto. Non siamo molto distanti da casa" "Bene, perchè non so quanto reggerò...sei pesante...." SBONK !!!! "AHIAAAAAA....ma io scherzavo !!!!!" "Evita di farlo" "Non so perchè, ma cominciò a nutrire un profondo sentimento di commiserazione per Wakabayashi...." "Vuoi un altro pugno???" "No, come non detto...." "E poi, anche se lo compatisci, non credi di essere tu quello nei guai in questo momento ???" "Cosa ??? E perchè ???" "Intendo che...." cominciò a spiegare lei, ma in quel preciso istante sbucarono fuori dal parco, e si trovarono davanti all'ingresso di casa.....dove sfortunatamente per loro (Meglio dire: per Karl. NdA) si era radunata tutta l'allegra combriccola "EHI !!!!! CHE CI FAI TU CON LA MIA RAGAZZA IN BRACCIO ???????????" risuonò una voce che definire arrabbiata nera voleva dire essere degli inguaribili ottimisti. Karl si pietrificò sul posto, riconoscendo nella voce, e nella furia umana che stava avanzando verso di loro, Genzo Wakabayashi al massimo della sua ira, e Jody scosse il capo "Ecco, era questo che intendevo......" "ESIGO UNA SPIEGAZIONE, SCHNEIDER !!!!!!! COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO ???????".  "Io...lei....la gamba....stava male...." cercò di spiegare il ragazzo, che evidentemente non aveva le idee chiare nemmeno lui, e di fronte a quel portiere arrabbiato riusciva a ragionare ancor meno. Jody, sempre scuotendo il capo, scese con cautela dalle braccia del tedesco "Ha ragione lui, Genzo. Ho sforzato troppo la gamba, e il risultato è stato che mi sono venute delle fitte così forti che gli sono svenuta tra le braccia dal dolore....ehi, ma.... GENZO, CHE CAVOLO STAI FACENDO ??????". Stavolta toccava a  lei urlare adirata poichè il ragazzo, senza nemmeno risponderle, l'aveva sollevata di peso e, cacciatasela sulla spalla a mo' di sacco di patate, stava camminando spedito in direzione della villa, con un'aria sul volto che avrebbe dissuaso chiunque dal fermarlo, o anche solo dal parlargli....chiunque ma non Jody, che anche se quell'aria non la poteva vedere, ma probabilmente se la immaginava, era abbastanza arrabbiata di suo per iniziare a picchiargli pugni sulla schiena e continuare a urlare "SPIEGAMI COSA VORRESTI FARE, GENZO WAKABAYASHI, PERCHE' A MENO DI UN MOTIVO PIU' CHE VALIDO NON HO ALCUNA INTENZIONE DI PERDONARTI !!!! METTIMI IMMEDIATAMENTE GIU' !!!!!" "Scordatelo, adesso tu te ne stai buona finchè non troviamo Eriko" "CI VADO DA SOLA DA ERIKO, NON SERVE CHE TU MI TRASPORTI COME....." "Oh, avevo avuto l'impressione che tu fossi tornata, Jody-chan. Sai, come vi urlate contro voi due ci riescono pochi, quindi ho subito immaginato che foste voi i disturbatori della quiete pubblica.....adesso, sbaglio o tra le urla è venuto fuori anche il mio nome ??? Cosa hai combinato stavolta ???? esclamò in tono gioviale Eriko, quasi stesse parlando del tempo, sbucando fuori dal corridoio laterale al pianoterra. La ragazza, fissando la dottoressa per quanto le era possibile dalla posizione scomoda in cui si trovava, disse "La gamba....credo di averla sforzata troppo, Eriko-san" "Come al solito....con te non si parla mai abbastanza....anche se qualcuno invece di parlare preferisce usare metodi diretti, vero Genzo-kun ????". Jody lanciò un'occhiata rovente al ragazzo, o meglio al retro della sua nuca poichè era l'unica parte che vedeva, e lui arrossì "Allora ??? Mi vuoi mettere giù oppure no ????" chiese Jody in tono seccato, e Genzo la fece scivolare lentamente a terra "Oh, finalmente. Ora posso...oh, ancora !!!!" stavolta l'aveva presa in braccio come Karl, poco prima, e si stava dirigendo al piano superiore. Quando arrivò alla camera di lei, aprì la porta con un calcio e a depose sul letto "E adesso stattene buona per un po', finchè lei non ti ha curato !!!!!! Fammi almeno questo favore !!!!!" urlò lui, arrabbiato. Jody stava per ribattere, ma vide all'improvviso nei suoi occhi quanto fosse sinceramente preoccupato per lei, e la sua espressione si addolcì, facendosi addirittura pentita "Scusa...hai ragione, non me ne sto mai buona...però..." "Sì, immagino che tu abbia i tuoi pensieri...ma visto che il mio pensiero sei tu, e sei già abbastanza impegnativa così, vedi di non farmi venire un infarto a diciassette anni, per favore !!!!!". Jody sorrise di nascosto. Erano le stesse parole di Karl, più o meno....quei due si assomigliavano, soprattutto per il modo in cui la trattavano....beh, non proprio.....Genzo la rimproverava di continuo perchè non voleva che corresse dei rischi...perchè era innamorato di lei, pensò arrossendo. Karl invece....senza volerlo, lo faceva perchè vedeva in lei una sorella. O forse era proprio il comportarsi a quel modo che li avvicinava così tanto da farle pensare che erano come due fratelli. Eriko interruppe le sue riflessioni posandole una mano sulla gamba e premendo forte per saggiare il danno. Involontariamente, Jody sobbalzò per il dolore "AHIA !!!!!!" le sfuggì; un lampo preoccupato passò sul volto di Genzo, mentre Eriko continuava la sua analisi, che provocò altri sussulti e altri lamenti, per poi concludere, in tono rassegnato "Jody, non puoi continuare così !!!! La tua gamba non guarirà mai, se non le dai mai un attimo di riposo. Ti ho permesso a malapena di allenarti, e solo a uno sport per giorno, e tu vai a danzare con tutta la furia che hai in corpo, per ore, senza considerazione alcuna" ignorò volutamente l'espressione sorpresa della ragazza e quella confusa di Genzo "Capisco che sia un buon metodo per scaricare la tensione, ma se i risultati sono questi....senti, adesso devo fare un massaggio di riabilitazione, e sarà piuttosto doloroso....e i muscoli devono essere rilassati, quindi io suggerirei di fare un'iniezione che ti faccia dormire per qualche ora; hai bisogno di riposare....il fatto che tu sia svenuta per il dolore è indice di troppo stress" a quelle parole l'espressione di Jody si fece buia "Chissà di chi è la colpa...." borbottò, evitando lo sguardo di Genzo "Comunque io non voglio acuna iniezione che mi faccia...." "NON FARE LA STUPIDA !!!!!" "Oh, finalmente anche il nostro bel cavaliere ha ritrovato la voce !!!" fece Eriko in finto tono sollevato, ma Genzo non le badò "Hai bisogno di riposare, Jody, Eriko ha ragione !!!!!!! Sei sempre in tensione....io....io non so cosa ti abbiano detto adesso, cosa ci stia a fare qui quell'uomo, quell'Hermann, ma so che a te tutto questo non va giù, qualunque cosa sia !!!!! Perciò ti prego.....datti una tregua....fallo per me, che altrimenti non smetterò più di preoccuparmi.....". C'era modo di resistere a quello sguardo implorante da cucciolo ? Se esisteva, Jody di certo non ne era a conoscenza, visto che lei ci si liquefava davanti....."E va bene !!!! Va bene, fai pure quel che devi fare, Eriko-san....tu torni al campo da calcio ????" chiese poi, guardando Genzo con aria che sperava fosse serena. Lui annuì "Sì, fra poco...se permetti, aspetterò che ti addormenti". Il sollievo le affluì al volto, illuminandole gli occhi e sfociando in uno splendido sorriso. Non l'avrebbe lasciata sola, mai.....quello che contava era questo. Lui non se ne sarebbe andato. Gli tese una mano, e lui si avvicinò per stringerla con calore; Eriko represse un sorriso, e si avvicinò con aria professionale "Allora, pronta ??? Ti avverto che dormirai almeno quattro ore, con questo. E dormirai sodo, nel senso che non ti sveglierai per rumori o malesseri. Dormirai e basta". La ragazza annuì, tendendo l'altro braccio e stringendo le dita di Genzo mentre l'ago acuminato le penetrava la pelle rosata, senza distogliere lo sguardo da esso. Fu questione di un attimo, poi lei si voltò verso il ragazzo e disse "Fa effetto...sento già un sonno tremendo....". Lui, sollecito, si avvicinò ancor di più e le passò un braccio dietro alla schiena, facendo forza per farla stendere "Avanti, stenditi, meglio se stai comoda....dai, mettiti sotto le coperte o prenderai freddo...." "Già....ormai siamo a fine novembre...." sussurrò lei, gli occhi ormai chiusi, anche se sapeva benissimo chge, alle loro orecchie non aveva alcun senso quella frase. Poi gli occhi si serrarono, il respiro si fece regolare e la stretta alle dita di Genzo si allentò. Il ragazzo però non ritirò la mano, ma rimase immobile qualche secondo a fissarla. Era così bella con quell'aria indifesa che le persone assumono quando sono addormentate.....così dolce.....così....Jody....."Ehi, Genzo.....ehi....amico, ci sei????" Eriko lo stava già chiamando da un po', ma lui evidentemente non dava segni di vita. Arrossendo si tirò indietro, lasciando con rimpianto la mano della ragazza "Oh, finalmente !!! Ora devo farle il massaggio, quindi forse è meglio se tu esci dalla stanza" "No, resto con lei" rispose, senza staccare gli occhi da Jody e ben deciso a non abbandonarla. Eriko, che se l'era aspettato, lo fissò con aria divertita "Ma non dovevi allenarti ??? E va bene, signor eroe...ma ti avverto che sto per toglierle i pantaloni". Il volto del ragazzo divenne immediatamente color peperone "Cos...." "Mica penserai che possa farle il massaggio ai muscoli con quelli addosso ??? Devo ben vedere quali zone sono infiammate, no ??? Beh, io ti ho avvertito...fai tu" Genzo si voltò istantaneamente, mentre il rosso tendeva al viola "Credo che uscirò...." "Bravo, fai bene. E allenati a dovere, eh ????" lo canzonò la dottoressa, mentre il giovane batteva in ritirata con rapidità "Ora capisco perchè Jody si diverte tanto a prenderlo in giro...ci casca come un allocco !!! Beh, vediamo di iniziare....".

 

Se aveva pensato di rintanarsi da qualche parte nascosta della villa per sfogare la sua frustrazione, beh, si era sbagliato di grosso !!!! Genzo infatti non aveva fatto in tempo ad uscire dalla porta d'ingresso che una moltitudine di figure dall'aria preoccupata gli erano piombate addosso, urlando domande riguardo alla salute di Jody e su dove si trovasse in quel momento. Gli ci vollero dieci buoni minuti per zittire tutti quanti e spiegare come stavano le cose "Jody è in camera sua; Eriko ha detto che avrebbe dovuto fare un massagio alla gamba, e siccome era doloroso le ha fatto un'iniezione che la farà dormire per alcune ore....quindi  per ora non potete parlarle, dovete aspettare" "Ma sta bene ??? Voglio dire, si riprenderà anche stavolta oppure....no???" domandò Kay, con gli occhi castani così dilatati che parevano occupare da soli tutta la metà superiore del suo volto. Gnzo annuì, senza sorridere "A detta di Eriko-san sì....anche se non deve sforzarsi così tanto...e a questo proposito...." i suoi occhi scuri si posarono su Schneider, mandando scintille di rabbai repressa "Cosa ti è saltato in mente ??? Non fare finta di nulla, abbiamo visto tutti che era insieme a te quando è stata male !!!!". Gli occhi azzurri del tedesco mandarono un lampo "Aspetta un secondo, io non ho fatto niente....cosa stai pensando ????" chiese, in tono difensivo. Genzo avanzò, parandoglisi davanti con aria così arrabbiata che gli altri non ebbero coraggio di intromettersi, nemmeno quando il portiere lo afferrò per il bavero del maglione e lo sollevò leggermente "Sto pensando che la ragazza che amo è stata male in tua compagnia...e che da quando tu sei qui, lei sta male. Cosa vuol dire questo, secondo te ????". Karl digrignò i denti; già la situazione era spiacevole per lui, visto che sentiva uno strano moto di preoccupazione per la ragazzina dai capelli castani che ora dormiva al piano di sopra e non capiva perchè, e ora quello stupido lo accusava pure di essere il responsabile.....la sua mano si chiuse sul polso di Wakabayashi, quello che gli stringeva la maglia "Smettila di fare l'idiota !!! Cosa credi che possa averle fatto ???? Quella sa lottare meglio di un maestro di arti marziali...." la stretta di Genzo non si allentò "Questo perchè lei lo è, un maestro di arti marziali....e non mi importa cosa dici, io so solo che lei era con te, ed è uscita dal parco tra le tue braccia, sofferente. Non so cosa sia successo...non ho avuto coraggio di chiederlo a lei, ma sto aspettando che me lo dica tu !!! ALLORA ????!!!!!" i suoi occhi neri come la pece parevano sul punto di prendere fuoco, tanta era la rabbia che ribolliva in essi. E quelli di Karl non erano da meno; anche se il loro colore ricordava il mare, ora era decisamente un mare in tempesta. Le sue labbra si mossero in una smorfia dispregiativa "Stai facendo la figura del deficiente, Wakabayashi !!!!! Ti comporti da eroe tragico che interviene per punire colui che ha fatto del male alla povera e indifesa donzella.....beh, lascia che ti dica come stanno in realtà le cose, idiota !!!La cosiddeta povera e indifesa donzella non è affatto povera e indifesa, ma anzi ha una forza di volontà tale che nulla riuscirà mai a piegarla !!!! E tu non sembri affatto un eroe....ma solo uno stupido pieno di gelosia !!!!!!!!!!!!". Il braccio destro di Wakabayashi si serrò al suo fianco, preparandosi a colpire; gli occhi di Karl lo sfidarono, bruciando di rabbia, e il portiere fece partire il pugno.....che però non arrivò mai a destinazione: sorpreso, il ragazzo si voltò a guardare Kay, che si era lanciata sul suo braccio e lo aveva afferrato con tutta la forza che aveva in corpo, tirandolo all'indietro. Quando i loro occhi si incrociarono, la ragazzina scosse decisa e preoccupata il capo "Wakabayashi, no !!!! Non è questa la soluzione, non otterrai nulla....dobbiamo aspettare di sapere come stanno veramente le cose, prima di decidere se lui ha veramente qualche colpa o meno.....questo è ciò che Jody farebbe !!!!!". Il ragazzo distolse ostentatamente gli occhi da quelli della ragazza, deciso ad ignorarla, e li riportò sul suo avversario.....e di nuovo vide qualcosa che lo costrinse a sgranarli: Alex, i capelli sciolti svolazzanti attorno a lei, a formare un'aura sacra e invincibile, e le braccia tese, spalancate, si era parata davanti a Karl per difenderlo. Se avesse cercato di colpirlo, avrebbe di certo preso lei.....ma nessuna traccia di paura riempiva gli occhi rossi della ragazza, che lo sfidavano esattamente come quelli dei tedesco poco prima; ma a quegli occhi così limpidi, puri e carichi di verità lui dovette arrendersi, poichè erano troppo simili a quelli di Jody. Così pieni di forza, che non era possibile sopportarne lo sguardo, nemmeno se si aveva l'animo sereno...e l'animo di Genzo era tutto tranne che sereno; soprattutto se il suo pensiero tornava al volto dolorante della ragazzina che giaceva al piano di sopra...."Lascialo andare, Genzo". Stavolta era stata Sanae a parlare "Siamo tutti contro questa cosa, ormai dovresti averlo capito. Il passato non ti ha insegnato ad aspettare di sapere come stanno le cose, prima di agire???? Jody non ha ancora avuto modo di parlare, e Karl nemmeno. E io credo che ne abbiano di cose da raccontare....." i suoi occhi scuri si volsero sul tedesco, ancora leggermente sollevato da terra "E anche noi dobbiamo raccontare molto....credo sia giusto......Jody ti avrà raccontato ciò che le è successo, immagino, però..." "In effetti ha glissato su alcuni aspetti della vicenda....tipo come fa a conoscervi.....e come cavolo è finita insieme a questo deficiente.....". La mano di Genzo si strinse ancor di più sul suo colletto, e il pugno diede segno di voler ripartire "Genzo, FERMO !!!" urlò Kay accorgendosene. Alex tese ancor più le braccia per proteggere Karl, e la cosa cominciò a scavare un tarlo di dubbio nel cervello di Genzo. Alex lo odiava, quasi, quel tedesco, per la storia del fidanzamento, eppure era li a difenderlo....non è che stava veramente sbagliando tutto???? Sanae lo salvò da ulteriori dubbi e riflessioni gravose, mettendosi in mezzo tra lui e Alex e allontanandoli a forza, spingendo con le braccia  per farli indietreggiare. Nel sentire quella gentile e decisa forza che si contrastava alla sua, inespressa ma non per questo inesistente, il ragazzo parve tornare alla ragione, e abbassò il pugno, con un sospiro di sollievo di Kay. Alex abbassò con una lieve incertezza le braccia, e infine anche la presa sulla maglia di Karl svanì, lasciandolo scendere a terra. Genzo fece un passo indietro, mentre Sanae lo fissava compiaciuta "Bene. E ora vi pregherei di evitare litigi finchè Jody non ci avrà raccontato cosa è successo. No" alzò la mano a interrompere Karl, che aveva effettivamente appena aperto la bocca e si bloccò incredulo.....èerchè anche se lei l'aveva fermato, i suoi occhi non avevano abbandonato Genzo. Pareva così sicura di sè......come qualcun'altra di sua conoscenza....forse fu quello a costringerlo a sospirare rassegnato e annuire. Sorprendentemente, Schneider lo imitò; ma non tolse dal volto quel suo sorrisetto sprezzante "Sempre che lei decida di dirvi tutto....." disse, in tono che lasciava intendere che lui non l'avrebbe fatto, e che secondo lui Jody se ne sarebbe fregata di tutti loro. La rabbia di Genzo esplose di nuovo, e fu una fortuna che Kay fosse ancora ancorata al suo braccio; e, sorprendentemente, stavolta fu Sanae, che era ancor aferma in mezzo ai due, messa in laterale, ad intervenire; voltandosi totalmente verso il tedesco, scostò bruscamente Alex con una manata sulla spalla, piazzandoglisi davanti e guardandolo fisso negli occhi....per poi tirargli uno schiaffo spaventoso "Io so che lei lo farà. E non ti permetto di parlarne come se fosse una persona....come le altre". Capiva benissimo che quelle parole erano totalmente inadatte a spiegare ciò che sentiva, ma sapeva anche che lui avrebbe capito....non si poteva passare del tempo con Jody senza rendersi conto di chi lei fosse, di che persona straordinaria fosse, e Karl era stato solo con lei.....e a quanto pareva erano in una situazione difficile, una situazione che avrebbe spinto Jody a tirare fuori tutto il suo carisma.....non poteva non essersene accorto, stava di certo bluffando....si stava prendendo gioco di Jody mentre lei era distesa, dolorante, nel suo letto.....i suoi occhi scuri sfavillarono di ira "Beh, l'ho detto e lo ripeto, sei ben diversa dall'ultima volta che ti ho visto, manager del Giappone....e a quanto pare non ti sono ancora molto simpatico...." bofonchiò lui, la mano poggiata sulla guancia compita e gli occhi che saettavano da Sanae, fiera e furente, a Tsubasa, che le stava alle spalle e aveva un'espressione decisamente preoccupata. La ragazza non vi badò, o forse non lo notò, e scrollò le spalle noncurante "Semplicemente non permetto a nessuno di parlare a quel modo della mia migliore amica....devi scegliere, Schneider: o con lei o contro di lei...e di tutti noi....". Il tedesco spostò lo sguardo sulla piccola folla che li aveva circondati; nei loro occhi si leggeva la stessa sicurezza che in quelli di Sanae...erano tutti con lei, senza riserve...e Karl si trovò a chiedersi che cosa avesse di così straordinario quella ragazzina per ottenere tanta leatà incondizionata da chi le stava attorno. Ma in fondo lo sapeva; anche lui, dopo aver passato con lei poco più di mezzora, sentiva di volerle quasi bene, di provare simpatia per lei...così indifesa di fronte ai torti che le erano stati perpetrati....eppure così forte, così decisa a non mollare, a non lasciare che avessero la meglio su di lei....scosse il capo, confuso "Non posso prendere una decisione prima di aver sentito come stanno le cose....tutte le cose, intendo. A partire da quando è arrivata qui". Sanae sospirò, abbassando la mano che era ancora sollevata dopo lo schiaffo e annuì "Credo sia...giusto. Voi che ne dite ?" i suoi occhi sondarono tutta la compagnia, soffermandosi a lungo su Tsubasa e Misaki. A turno, dopo averci evidentemente riflettuto seriamente, i due ragazzi annuirono, prima l'uno, poi l'altro "Sì, credo che sia giusto anch'io. E credo che dobbiate pensarci voi ragazze....almeno alcune di voi, comunque. Tu, ad esempio, Sanae. Sei stata la prima con cui ha fatto amicizia...." gli occhi scuri della ragazza si fissarono su Wakabayashi "Non è proprio così..." disse in tono quasi ironico, mentre il portiere arrossiva, condividendo certamente il ricordo che le si era affacciato alla mente, e cioè di Jody che glui precipitava addosso il primo giorno che aveva visto Fujisawa "Comunque hai ragione. Jody ti ha raccontato cosa è successo in Germania, vero?" Karl assentì, non capendo perchè fossero tanto preoccupati nello scegliere chi dovesse raccontargli la storia "Scusate ma..." "Quindi noi possiamo anche fare a meno di venire...andremo in palestra ad allenarci" disse Kay in tono sicuro, senza badare all'interruzione di Karl mentre Alex, Allenby e Aly annuivano, seguite poi da Yoshiko e Yayoi. Anche Sanae diede il suo assenso, e i suoi occhi tornarono su Tsubasa "Anche noi ci alleneremo...." "Io no. Io verrò con voi" annunciò Taro, raccogliendo l'occhiata dell'amico e interpretandola correttamente "Posso aiutarvi, alcune parti del racconto le conosco meglio io. E poi meglio se...." non finì la frase, ma lanciò occhiate eloquenti a Genzo e Tsubasa, che sospirarono sollevati (Tsubasa cercò di non farsi vedere, ma siccome Sanae lo stava guardando divenne color peperone. NdA). Sanae, decisa, tornò a voltarsi verso Karl "Bene, allora è deciso. Tu vieni su con me, Taro e Meimi" la ragazza bionda sussultò, sorpresa per essere stata coinvolta a quel modo, e Karl spostò lo sguardo su di lei. E così quella era....Meimi.... Sanae non la guardò, ma parve percepire quella reazione "Anche tu non sai quasi nulla della nostra storia....è la volta buona per raccontartela". Gli occhi di Karl ebbero un bagliore; ragionamento ineccepibile, ma c'era un motivo molto più valido per cui la ragazzina avrebbe dovuto ascoltare.....solo che Sanae non lo sapeva...poi la voce di Genzo interruppe le sue riflessioni "Scusa un attimo, e dove avreste intenzione di portarlo per fargli il riassunto della nostra vita???". Il tono era ancora scontroso; evidentemente, nonostante le suppliche delle ragazze, non lo aveva ancora perdonato. Taro esitò un secondo "Beh....credo andremo al piano di sopra, in camera di Sanae....è il posto più comodo perparlare senza essere inter-----" "NON SE NE PARLA NEMMENO !!!!!!!!!!! VOLETE PORTARLO IN CAMERA DI JODY ?????? !!!!!!!!!!" "Genzo, è per questo che ho detto che sarei andato anch'---" "NON ESISTE PROPRIO, IO NON VE LO PERMETTO !!!!!!!!!!!!" "Tu non hai voce in capitolo, Wakabayashi" stavolta era stato Yusuke....e il suo tono era pieno di sconforto....."Lui deve sapere tutto, quindi non metterti a rompere le scatole e vatti ad allenare con gli altri !!!! E voi andate" esclamò, rivoltò a Sanae e Taro "E vedete di chiarirgli i dubbi.....non lo sapete ancora, ma è molto, molto importante...." ignorò le occhiate confuse dei due ragazzi e si allontanò, camminando rabbioso. Alex, dopo un attimo di confusione, gli corse dietro. Genzo, masticando rabbia ma impotente, si avviò a sua volta verso il campo da calcio. Tsubasa, lanciando uno sguardo preoccupato alla sua ragazza, si affrettò a seguirlo, e così fecero gli altri, tranne Taro (ndA: Franz non c'era ad assistere a questa bella scenetta, è in giro per la casa; quindi Schneider non l'ha visto); poi Kay annuì con fare deciso, e volse le spalle al gruppo, andando verso la palestra. Aly, Allen e le altre la seguirono, senza voltarsi indietro. Sanae rimase ferma, ormai sola con Taro, Karl e Meimi, ed esitò; che fare ora??? Jody sarebbe stata d'accordo, oppure avrebbe preferito che il ragazzo rimanesse all'oscuro di tutto....tutto ciò che lei non gli aveva raccontato...però, Yu aveva detto che...che lui...insomma, doveva sapere.....sospirando, decise per la prima volta di rischiare di scatenare l'ira della sua migliore amica (Il che non è affatto una cosa da poco per chi conosce Jody, ve lo assicuro NdA Ehi, tu....NdJody che tamburella le dita sul braccio con fare inquietante) e disse, in tono risoluto "Forza, andiamo!!!!", avviandosi con fare deciso dentro casa e su per le scale.

 

 

UUUHHHHH....che capitolo confuso...ho fatto una fatica a scriverlo....si vede eh? Comunque, rispondo in breve ai commenti, e vi prego di dirmi cosa ne pensate,, perchè qui nella mia testa si agita la confusione più totale....aiuto !!!! (Aiuto NdAssistente virtuale )

 

Moki-chan: L'albero genealogico l'hanno buttato nella carta da riciclare perchè occupava troppo spazio ed era veramente uno spreco....l'idea è stata di Jody, ma comunque suoi zii erano ben contenti di farlo....grazie per i complimenti, che ne dici di quest cap ?

 

Sakura chan: No, quest'uomo non la smette mai...ma a volte le sue armi possono anche ritorcerglisi contro....capirete, capirete.....già, ormai qui nessuno sa come abbia il coraggio di dir ancora 'sono tuo padre' a Jody....ma in realtà è da quando  morta Angel che non dovrebbe più osare dirlo....sai, il lupo perde il pelo ma non il vizio....e questo lupo di pelo ne ha perso parecchio....purtroppo, non è l'unico che può mettere i bastoni tra le ruote a Jody.....

 

Bene, e con questo è tutto per ora....a presto (spero...università tiranna !!!!) con nuove e sconvolgenti novità....Genzo, preparati.....ih ih ih....(Poveretto....NdJun mentre guarda Genzo che trema)

  
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