Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Yoney    11/04/2010    2 recensioni
I sogni, come sappiamo tutti, non sempre sono belli. O, in questo caso, non sono nemmeno sogni... I nomi in giapponese sono solo per estetica. Non richiamano nessun anime o manga, mi piacciono solo moltissimo, ecco tutto. Un bacio.
Genere: Romantico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nero.
Oh, che brutto colore il nero.
Non mi è mai piaciuto, non sono nemmeno sicura che sia un colore.
Bah, qualcosa dovrà pur essere… O no? O forse è come me, che non mi sento essere niente. Ma io sono qualcosa! Non posso non essere niente.
Ma forse è normale non essere niente, e,forse, è normale anche galleggiare.
Beh, direi che, in confronto ad altri, questo è un ottimo sogno!
Almeno non sono una banana, con il mio amico arancia, che lavoro in un supermercato, pagata in orsetti di gomma!
Bah. A volte mi chiedo cosa si veda la gente…
Uh! Non è completamente nero, vedo una cosa rossa… Ahi! Sognare il rosso non è proprio bello… Ok, credo che in futuro eviterò di vedermi l’esorcista la sera!
Futuro.
Quella parola rimane lì sospesa come se l’avessi scritta con un pennarello indelebile. Perché questo shock? Io ho un futuro! …No?! Bah, tanto è solo un sogno.
Ah, meno male, il rosso non è sangue, è fuoco. Un fuoco acceso per terra, riesco a vedere i contorni di una stanza…
Perché un fuoco è acceso per terra, in una stanza?
Intorno al fuoco ci sono varie persone, sedute per terra, tutte guardano una donna che fa degli strani gesti con le mani, come se volesse catturare il fuoco, l’aria e la stanza e mandarli dentro qualcosa.
Ma cosa? Ah, una foto di una ragazza.
Trattengo il respiro… Perché? Tanto è solo un sogno…
Approposito, quand’è che sono andata a dormire? Uffa, non ricordo! Ricordo di essermi divertita alla festa e di essere tornata in macchina insieme ad Ayaka-chan, era ubriaca fradicia, ma diceva di essere sobria e voleva guidare a tutti i costi.
“è solo qualche chilometro” Ho pensato “Non ci succederà niente”
E siamo tornate a casa… Poi? Uff, non mi ricordo.
La donna si immobilizza e sussurra:
-Eiko! Sei tu…?-
Eh? Chi è Eiko? Ah… Io sono Eiko! Eiko, Eiko-chan, Eiko Kanumi. Sono davvero io?
-Si…- Sussurro, ma dov’è la bocca?
Tutti trasaliscono.
-Mia! È lei?-
-Sisi! Ha risposto!-
-Hai sentito? È Eiko-chan!-
Un suono triste:
-Si, è la sua voce, è lei…-
Quella voce, mi sembra di conoscerla, e anche bene! Viene da un ragazzo, seduto vicino alla donna, Mia. Ma chi è? Lui è…
-Hiroto…- Mi avvicino e gli sussurro all’orecchio:
-Hiroto, cosa fai qui?-
Lui si immobilizza, il suo volto è impassibile, come sempre.
Ma è sempre bellissimo.
Gli scosto i capelli con una mano, quei capelli biondo polvere, che conosco così bene… E gli do un bacio sulla guancia, sorrido, sono contenta che lui sia nel mio sogno.
Rido. Ho sempre avuto una risata così argentina?
-Quindi? Che fai nel mio sogno? È uno strano sogno, ma sono contenta che tu ci sia…-
Lui trema, trema come una foglia, mi guarda disperato… Perché è disperato?
E qualcosa inizia a scendere dai suoi occhi, lacrime? No, non è possibile! Non ha mai pianto, non può farlo in un mio sogno!
Però sono lacrime, e scendono, lente, una dietro l’altra.
-Hiroto… Hiroto che cos’hai?- Bisbiglio.
-è un mio sogno! Nei miei sogni tu non puoi piangere, tu non devi piangere!-
L’ultima frase la urlo, tutti trasaliscono.
Mi volto verso Mia
-Mamma…-
Si, era mia madre. Perché non l’avevo riconosciuta? Questo sogno stava diventando sempre più strano…
-Eiko, Eiko-chan.- Lei allunga una mano per toccarmi, ma mi passa attraverso.
Che cos’ero? Cosa faceva di me quel sogno?
-Mamma che significa? Perché siete nel mio sogno? Perché Hiroto piange? Cosa fate qui? Stai facendo una delle tue sedute? Che spirito devi evocare oggi?-
Ah…
Qualcosa nel mio cuore scatta e rabbrividisce, lo scaccio via. Questo è il MIO sogno!
-Eiko-chan, figlia mia, questo… questo non è un sogno-
Scoppio a ridere, come poteva non essere un sogno? Volavo, galleggiavo, la mano di mia madre mi passava attraverso. Come poteva non essere un sogno?!
E in quel momento li riconosco, li vedo tutti, lì, nel mio sogno, o in quello che era…
C’erano Yuko, Maron, Myako ed Aya, ma anche Yuko, Tomo, Masato e Ayaka.
Ayaka, sulla sedia a rotelle, piena di ingessature.
Mi avvicino ad Ayaka
-Ayaka-chan, come hai fatto a farti male? Ieri alla festa stavi bene… Mi hai riportato a casa sana e salva!-
E Ayaka, la mia Ayaka, lei che è sempre così forte e sicura e felice.
Ayaka piange.
-Eiko scusami! Ti p-prego perdonami!-
Ayaka piange, piange disperata.
-Quell’incidente, io non volevo! T-ti giuro che non volevo! Io non avrei mai voluto che tu… Avrei preferito essere io a…-
Ma si interrompe, non riesce a finire le frasi, le lacrime le bloccano la gola.
-Incidente? Di che incidente parli Ayaka? Ieri non c’è stato nessun incidente! Vedi, io sono qui!- Rido.
-I-ieri? Eiko non è stato ieri che tu…- Scoppia a piangere disperata, si aggrappa alla maglietta di Yuko, che mi guarda anch’ella, con le lacrime agli occhi.
-Eiko…-
Hiroto mi guarda, non piange più, ma è disperato, glie lo leggo negli occhi. In quegli occhi verdi-marroni che mi hanno guardato così tante volte…
-Eiko, la festa non è stata ieri, è stata un mese fa! La sera tu ed Ayaka avete avuto un incidente…-
Lo guardo.
-Cosa? Un mese fa? Com’è possibile? No, non ci credo! E quindi… io cosa sarei?-
Hiroto mi prende per le spalle, come ha fatto tante volte quando era arrabbiato… o disperato. Questa volta lo sento, sento il contatto, sento tutta la sua disperazione…
-Eiko tu sei morta! Sei morta un mese fa! Perché l’hai fatto?! Perché mi hai abbandonato? Perché non mi hai portato con te? Sarebbe stato molto meglio…
Il mio cuore fa un balzo, tutto inizia ad avere un senso…
-Cosa? Morta? Io? Ma quindi cosa…? Come…?-
-Eiko tu sei morta!-
Non ce la faccio, troppo tutto insieme. Il mio cuore esplode, mi butto a terra, mi sento infima, minuscola, inferiore a tutto e a tutti.
-Per favore!- Urlo -Basta! Basta! Lasciatemi in pace, uscite dal mio sogno! Vi prego…-
Li sentivo piangere, li sentivo disperarsi.
Hiroto si inginocchia.
-Eiko, questa volta verrò con te.-
Lo guardo, con le lacrime che mi solcano il viso. Cosa vorrà mai dire?
-Hiroto…-
Sento dei passi al piano superiore. Chi sarà? La polizia? Altri ragazzi?
Tutto inizia a girare, a muoversi vorticosamente intorno a me.
Vedo Hiroto che ora ha in mano un coltello, preso chissà dove. -Hiroto…-
Yuya, il suo migliore amico, si alza e si fionda verso di lui.
-Hiroto no! Aspetta!-
Hiroto lo guarda -Yuya, sii felice.-
Un braccio si alza. Poi… Rosso.
Un grido, un cuore straziato per colpa mia. In testa mi risuona il pessimo gusto della disperazione. In bocca sento l’orribile gusto del sangue.
Poi una mano. Una mano così calda e familiare… E un sorriso, il suo sorriso.
E la sento, la sua voce: -Vieni, vieni con me.-
Sento urla, pianti e delle persone che entrano e sbattono la porta.
Solo Mia, la mamma, sorride. Perché sa che siamo felici.
E io mi sento trascinare da lui, da lui a cui voglio così bene.
E, lentamente, saliamo verso l’alto. Insieme.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Yoney