Seashell Eyes, Windy Smile
[Prompt: “So
I
sing this song of love, Julia”; 348 parole]
Si nasconde tra un filo d’erba, le urla di
sua madre, la chioma di un faggio.
E sparisce tra le radici, dietro la parete d’edera, passa
attraverso un muro
distrutto.
Stringe tra le braccia l’ultima traccia di
profumo – di Julia – e quella scompare come un
fantasma al tocco.
Rintocca la mezzanotte, compaiono gli occhi
scuri di Julia nel cielo, a far da stelle a una luna sola e dolorante,
piena e
rossa.
Tenta di impossessarsene, ma quelli fuggono
e rimirano altrove, quasi si dovessero occupare dell’intero
pianeta: qualcun
altro può vederli, sa sentirli?
“Julia, sono qui”.
Ma Julia è persa altrove, tra il suo
sorriso come tempesta.
Nel vento, sanno ascoltare la sua risata burrascosa; le onde che
s’infrangono
sugli scogli le sue lacrime – pioggia, rabbia –
salate.
Le mani di Julia erano calde e fredde, le
toccava e si riempivano di tremori e spifferi, assomigliavano
così tanto a
quelle pareti di un castello diroccato, in cui si rifugia Julia. Con le
pietre
incrostate di muschio e rampicanti verdi e folti.
I capelli di Julia erano folti e marroni… e
la sua pelle bronzea era lucente e liscia.
Questo pallore argenteo non le si addice.
Si accarezzava di continuo le spalle e
piegava la testa di lato quando aveva voglia di accogliere il mondo tra
le
braccia e consolarlo, pulirlo della sua sporcizia, salvarlo dal suo
male.
Di fronte l’espressione corrucciata e
interessata di Julia ogni argomento e parola pareva essere senza
significato e
troppo inutile.
Accarezzava i volti e prometteva felicità.
In così tanti scrissero per lei, perché
puntasse la sua attenzione sul battito di un cuore.
Ma Julia pregava soltanto al sole che il
suo prendesse a muoversi ancora, come un tempo, come quando non
c’era bisogno
di confondersi – anche se non c’è mai
riuscita.
L’ultima notte passeggiò a piedi scalzi
sull’erba e la rugiada. E raccontarono che sembrasse
così felice che la sua
faccia era tornata rilassata.
Scrisse un biglietto, ci lasciò la promessa
che un giorno avremmo potuto di nuovo udire la sua voce risuonare nel
vento.
Tutto ciò che rimane di Julia è soltanto
una canzone… se si torna al castello diroccato
c’è una chitarra classica che
intona la melodia, ma sbiadita e lontana, come la luna tornata pallida
e
frigida.