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Autore: OneNightButterfly    12/04/2010    4 recensioni
Questa è la mia prima storia. Tutti i personaggi presenti sono d'invenzione mia e di mia sorella... xD fanno parte di un gdr, ma, visto che nel forum non hanno una "storia precedente", ho deciso di scriverla qui, come fanfiction. *.* Che altro dire? Spero vi piaccia e che continuiate a seguirla. *-*
Genere: Commedia, Malinconico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Past.

I nostri giorni passarono, così, senza problemi. Pranzavamo insieme, andavamo al centro commerciale, ma, soprattutto, eravamo tornati amici come prima, se non di più. Occupavamo, perfino, la stessa stanza, al dormitorio della scuola! Insomma, era tutto perfetto. C'era solo un piccolo, insignificante, problema: l'età.
Ora, infatti, eravamo decisamente diversi. O, almeno, io lo ero... Avevo scoperto la mia sessualità, sapevo che mi piacevano i ragazzi e, guarda caso, ne avevo proprio uno accanto a me, in quel periodo, ch'era stato mio amico d'infanzia. E qui sorgeva il problema: lui pensava che fossimo ancora amici, mentre io, dentro di me, capivo che qualcosa non andava... Io non gli volevo semplicemente bene, io mi stavo innamorando di lui. Passavo notti intere, spesso, a guardarlo dormire, a studiare i movimenti del suo petto, i suoi lineamenti, ad ascoltare il frusciare delle coperte, che si muovevano, allo spostarsi delle sue gambe...
Forse stavo diventando un maniaco, ma non potevo farne a meno, così come non potevo dirgli quello che provavo veramente, per lui. Conoscendolo, non mi avrebbe risposto, oppure, avrebbe trovato un modo per evitare il discorso, passando, subito, ad un altro. In quello, era rimasto decisamente un bambino.
Lasciai passare, quindi, ancora qualche settimana, durante la quale, molte ragazze, gli si erano dichiarate. Quella, era una cosa che non sopportavo. Non tanto perchè quelle fossero delle ochette piagnucolone, dal mio punto di vista, quanto perchè lo facevano solo per un tornaconto personale.
Avevo scoperto, infatti, che Subaru era trattato come un Re, in quella scuola. Piaceva a tutti, preside compreso, era ambito ed ammirato sia dai ragazzi che dalle ragazze e, più o meno, ogni settimana, riceveva circa sei o sette dischiarazioni d'amore, in media.
Io, ovviamente, ero geloso. Maledettamente geloso.
Avevo provato anche a dirglielo o, per lo meno, a farglielo capire, ma niente. Lui era troppo gentile per chiedere a quella marmaglia di smetterla, quindi avrei dovuto prendere io l'iniziativa e trovare un modo per togliergli di torno tutte quelle persone.

Un pomeriggio, finite le lezioni, eravamo in camera. Lui aveva appena fatto la doccia ed indossava solo una maglietta bianca, a maniche corte, ed un paio di pantaloncini. Io, invece, ero troppo nervoso perfino per lavarmi. Parlammo un po', ma, qualche minuto dopo, crollò il silenzio. Ero strano e, sicuramente, se n'era accorto anche lui.
Lentamente, quindi, mi alzai e, successivamente, m'inginocchiai davanti a lui, prendendogli, delicatamente, le mani, stringendole con le mie.

«Subaru,» cominciai. «io...» Era difficile essere costantemente osservato da quei grandi occhi verdi, che sembravano scrutarmi dentro, ogni volta, e capire le mie parole, prima che le pronunciassi.

«Io ti amo.» riuscii, finalmente, qualche lunghissimo secondo dopo, a confessargli.

Lui, all'inizio, mi guardò come un cucciolo smarrito, allargando ancora di più gl'occhi, mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Succssivamente, cominciò a cambiare colore, diventando sempre più rosso, fino a rasentare, quasi, il bordeaux e, infine, mi sorrise. Quando lo fece, capii che aveva accettato il mio sentimento e che, probabilmente, aveva già avuto qualche sospetto. Insomma, anche se, spesso, sembrava avere la testa fra le nuvole, in realtà era molto più sveglio di me.

«Anch'io.» mi rispose, in un sussurro.

Per poco non mi venne da piangere... Ero talmente felice, che non resistetti e lo abbracciai, intrecciando le dita ai suoi capelli umidi, riportando, poi, il volto di fronte al suo. Ci guardammo negl'occhi per un attimo e, insieme, abbassammo le palpebre, mentre le nostre labbra si accarezzavano.
Subito, sentii un brivido caldo percorrermi la schiena. Con lui era così diverso, anche solo un bacio...
Lentamente, lasciai scendere le mani sulla sua schiena, che massaggiarono piano, spostandole, poi, sul suo petto. A quel punto, Subaru, evidentemente inesperto, trattenne a stento un gemito, soffocandolo nella mia bocca.
Con le dita, quindi, salii, fino ad intercettare i suoi capezzoli, che presi a stuzzicare, delicatamente. In quel momento, si allontanò dalle mie labbra. Aprii gl'occhi e vidi i suoi, languidi, che mi osservavano. Vi leggevo, chiaramente, un po' di paura, ma, del resto, era normale.
Sorridendogli, lo costrinsi a distendersi. Le mie iridi passarono in rassegna il suo esile corpo, soffermandosi, poi, su qualcosa che, prima, non era così visibile.

«S-Scusa..!»

Scossi il capo, sorridente, avvicinandomi al suo volto.

«Non preoccuparti.» gli risposi, soltanto, scendendo, con una mano, ad accarezzare la sua flebile eccitazione.

A quel punto, gemette, evidentemente imbarazzato. Ora, sapevo che nessuno l'aveva mai nemmeno sfiorato ed ero felicissimo di essere io, il primo. Lentamente, quindi, lasciai che la mia mano varcasse il limite dei suoi pantaloncini e dei suoi boxer. Cominciai, quindi, a stimolare dolcemente la sua eccitazione, sentendola crescere fra le mie dita.
Non passarono nemmeno cinque minuti, che venne, con un gemito decisamente sensuale. Aveva apprezzato, lo si capiva dal suo sguardo, dal colorito che avevano assunto le sue guance e dalla sua voce, bassa e roca, probabilmente per il piacere appena provato.
Ora, però, c'era un problema. Anch'io mi ero leggermente eccitato... Il mio bacino si spinse, automaticamente, contro il suo, e Subaru mi guardò, sconvolto.

«S-Shosuke..!» mi chiamò, implorandomi, con gl'occhi, di non continuare. Non mi sembrava giusto, però avrei rispettato la sua volontà. Non volevo obbligarlo a fare l'amore con me, se ancora non se la sentiva. Annuii, quindi, col capo, spostandomi, alzandomi in piedi.

«Beh, allora io vado in bagno...» gli dissi, imbarazzato, correndo, in pratica, nella stanza accanto, chiudendomi la porta alle spalle.

Cavolo, ma cosa gli saltava in mente?! Insomma, capivo che fosse agitato, ma rifiutarmi così..! Forse avrei dovuto insistere io...oppure...oppure...oh, cavolo, che situazione!
Accesi la musica e, dopo una decina di minuti, uscii, guardando Subaru che, nel frattempo, si era sistemato.

«Scusami, Shosuke...è che io non so...insomma, come fanno due ragazzi, a fare...certe cose?»

Oddio, andavamo bene! Mi aspettava un lungo travaglio, prima di ottenere anche il suo affetto, dal punto di vista fisico...


Note dell'autore:
E con quasi un mese di ritardo, ecco un nuovo capitolo! xD

@NemuChan: ti ringrazio per i complimenti e spero che questo capitolo ti soddisfi di più! *-* Poi, per quanto riguarda il senso della storia, beh, non è che ne abbia uno... xD è solo un modo per raccontare la storia di questi due personaggi, inventati, da me e mia sorella, per un gdr. =)

@S_jlms: che dire? :D grazie della recensionee! *A*  sono proprio contenta, che ti piaccia la mia storia! *////*  E sì, per le parole fra virgolette, hai proprio ragione, infatti ero indecisa se metterle o no e, alla fine, ho sbagliato... xDxD Spero che anche a te, questo capitolo, piaccia di più! *w*


To be continued...
  
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