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Autore: sasukinathebest    12/04/2010    4 recensioni
Rin e Sesshomaru: lei una dolce ragazzina spensierata e piena di allegria. Lui un bambino solo che ha ricevuto un'educazione fredda e distaccata ed è diventato lui stesso un essere freddo. Due mondi completamente diversi entreranno in contatto per poi fondersi e dare vita ad una storia piena di sentimento e passione.... per quanto possano essere sentimentali due bambini di sette anni!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ECCOVI IL SECONDO CAPITOLO.

CELINA: Ho diminuito un po' il carattere di scrittura come mi avevi chiesto, mi ero resa conto che avrebbe potuto dare fastidio un carattere troppo grande.

DIONI: Grazie, ho cercato di farlo non troppo banale e di mettere in evidenza i due mondi diversi in cui vivono Rin e Sesshomaru

 

PRIMO GIORNO DI SCUOLA - RIN

Eccomi qua, a scuola. Il mio primo giorno di scuola. Mamma mia come sono emozionata, spero di non agitarmi troppo. La mamma mi ha detto di fare la brava ma non so se ci riuscirò.

Ecco sono arrivata davanti alla porta della scuola. Adesso sto entrando!! Wow che bello!

Tutto quanto è colorato: giallo, verde, rosso, blu! Quanti colori! E quanti bambini come me che ridono e già fanno amicizia! Chissà se io troverò qualche amico o amica nella mia nuova classe..

Oh, ecco che mi chiamano. Sono nella sezione C. Che bella classe! La maestra è una donna giovane e molto carina e gentile e, dopo aver fatto l'appello, ci ha detto che in questo primo giorno possiamo fare ciò che vogliamo. Io mi aggiro silenziosa tra i banchi camminando e osservando.

I banchi sono grandi e verdi, le pareti sono bianche e la stanza è illuminata. Che bello mi piacciono tanto le stanze illuminate.. non sopporto i posti bui e silenziosi, non fanno per me..

Oh, sono entrati altri ragazzi!

Accidenti quanti bambini ci sono qui.. non ho ancora fatto amicizia con nessuno ma penso che la farò molto presto.

-Ahia! - qualcuno mi ha pestato un piede e... accidenti che male!

-Scusa - dice una voce. Mi volto e vedo un bambino molto piccolo, con i capelli neri, gli occhiali e un'aria imbarazzata in volto.

-Scusa non l'ho fatto apposta - continua lui.

Gli dico che non mi sono fatta male, poi mi dice il nome... dopo due minuti me lo sono già dimenticato.

Ci sediamo nei due banchi in prima fila e iniziamo a parlare, mentre altri bambini giocano con aeroplani di carta, disegnano e altro ancora.

-Che strano ragazzino quello laggiù - dice a un certo punto il mio nuovo amico. Seguo il suo sguardo e vedo in fondo all'aula seduto su un banco un ragazzino tutto serio seduto impeccabilmente. Era ben vestito e aveva una cartella pulita e ordinata. Non gli posso vedere il volto perché teneva la testa abbassata e lo sguardo su un libro.

Non alzò lo sguardo per tutta la giornata, ignorò tutti i bambini che andavano da lui e gli parlavano e gli chiedevano di fare amicizia con lui.

Rimase in quella posizione per tutta la giornata e quando finalmente la campanella finì non si alzò in fretta come tutti i bambini, impazienti di andare a casa a pranzare e poi a giocare: rimise con calma il suo libro dentro la cartellina e, sempre lentamente si alzò e si mise in fila, senza dire una parola e senza guardare nessuno.

...Strano bambino....

 

 

 

PRIMO GIORNO DI SCUOLA - SESSHOMARU

Prendo la cartella e me la metto sulle spalle. Saluto mio padre con un 'ciao' appena accennato e scendo in strada, diretto a scuola.

Non capisco proprio perché con tutti i soldi che ha mio padre debbo andare per forza in una scuola pubblica. Dovrò stare per tutto l'anno in compagnia di mocciosi che ancora non sanno soffiarsi il naso. Dovrò studiare cose che ho già imparato dai documentari o per conto mio..

Dovrò stare in compagnia di miseri esseri umani.

Che schifo.

Vado più lentamente possibile per cercare di arrivare a scuola il più tardi possibile... niente da fare, sono arrivato con dieci minuti di anticipo.

Mi metto in un angolo e non rivolgo la parola a nessuno, sperando che nessuno rivolga la parola a me.

-Ehi, ciao -

Come non detto. Alzo lo sguardo verso il seccatore, un moccioso dai capelli rossi e lentiggini e con il moccolo che gli scende dal naso.

Lo fulmino con lo sguardo e se ne va intimidito.

I maestri e il preside stanno chiamando nome per nome tutti i bambini e tutte le classi. Io sono nella prima C, la stanno chiamando adesso.

Sento che mi chiamano: Sesshomaru Taisho. Sbuffando entro dentro la scuola e vado direttamente nella mia classe senza nemmeno guardare il preside che mi sta rassicurando e mi sta dicendo di non aver paura.

Pfui! Come se io avessi paura di entrare in una stupida scuola.

Entro in classe e vedo che ci sono già una decina di ragazzini.

Mi metto nell'ultimo banco, il più isolato possibile. Arriva la maestra. Fa l'appello.

-Per oggi fate quello che volete -

Cosa? E' uno scherzo? Fare quello che vogliamo? Non iniziare subito il programma? Che perdita di tempo, potevo anche fare a meno di venire, allora.

Adesso però devo trovare qualcosa da fare, non posso stare a girarmi i pollici per tutto il giorno.

Prendo dalla mia cartella un libro e mi metto a leggere. Impresa assai difficile visto che milioni di ragazzini petulanti continuano a venire da me e a farmi milioni di domande: ma tu sai già leggere, perché non vieni a giocare con noi, che bella cartella che hai, vuoi diventare mio amico...

Questa scuola è peggio di un asilo. Molti bambini piangono perché vogliono la mamma o perché si sono fatti male e stanno tutti vicino alla maestra che li prende in braccio e li consola.

-Ahi - sento dire da una ragazzina. Un ragazzino con i capelli neri e gli occhiali e un'aria da imbranato in faccia le ha pestato un piede. Adesso sicuramente lei si metterà a piangere.

E invece no. Si mette a ridere. Dice che non si è fatta niente e chiede al ragazzino di diventare amici.

Dopo un po' sento degli sguardi su di me. Sempre senza alzare lo sguardo dal viso, con la coda dell'occhio, vedo che quella ragazzina mi guarda. Che avrà mai da guardare?

La ignoro e continuo a leggere il libro, ma per tutta la giornata sento in continuazione il suo sguardo su di me a intervalli regolari.

Suona la campanella e tutti quei mocciosi saltano su e si mettono a correre per arrivare primi. Manco stessero facendo una gara.

Io tranquillamente ripongo il mio libro nella cartella, me la metto sulle spalle e mi incammino verso casa.

Mentre sto a metà strada il mio pensiero rivà a quella ragazzina che mi ha guardato per tutta la giornata... che strana tipa.

 

RAGAZZIIIIIIIIIIIIIIIIII ALLORA CHE VE NE PARE DEL TERZO CAPITOLO? OVVIAMENTE VOGLIO TANTISSIME RECENSIONI E MI RACCOMANDO NON VI FATE SCRUPOLO DI DIRE CIO' CHE PENSATE, FOSSE ANCHE UNA CRITICA, IO NON MI OFFENDO.

 

  
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