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Autore: MrEvilside    15/04/2010    3 recensioni
[Dark Woods Circus]
Erano loro ad accogliere gli ospiti all’interno del tendone.
Stringevano la mano agli adulti che osservavano il loro corpo con un misto di beffardo disprezzo e disgusto, sorridevano e tendevano le braccia ai bambini che, esitanti, in principio avevano timore di avvicinarli.

[Kagamine brothers centric]
Genere: Triste, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, It’s Such Fun!

Erano loro ad accogliere gli ospiti all’interno del tendone.
Stringevano la mano agli adulti che osservavano il loro corpo con un misto di beffardo disprezzo e disgusto, sorridevano e tendevano le braccia ai bambini che, esitanti, in principio avevano timore di avvicinarli.
Infine, tuttavia, accordavano loro fiducia, toccavano con curiosità le gambe storte sotto il peso di quel busto, innaturalmente largo affinché entrambe le teste trovassero spazio sulle spalle, e ridevano dei loro scherzi e della loro deformità.
« Come ti chiami? » volevano sapere, innocentemente indiscreti.
« Len » si presentava uno dei due. « No, non è vero, mi chiamo Rin! » protestava la gemella.
Ed i bambini ridevano nuovamente di quel teatrino di pietosa tragedia.
« Quanti anni avete? » chiedevano ancora.
« Ventotto » rispondevano, suscitando il loro scetticismo. « Quattordici per ciascuno » sogghignavano poi, mostrando i denti bianchi in un sorriso quasi spettrale.
Poco prima che cominciasse lo spettacolo, fingevano il ruolo dei mostri affamati ed i giovani spettatori scappavano ridendo fra le gambe dei genitori – in parte, però, erano realmente spaventati: dopotutto, si trattava pur sempre di animali.
Quando l’esibizione dei circensi terminava, i bambini si riunivano nuovamente attorno ai gemelli.
Seppur esausti – le gambe li tenevano in piedi a stento –, essi ghignavano teatralmente: « Avete il coraggio necessario per conoscere le creature che compongono il Dark Woods Circus? Credeteci, sarà divertente ».
Dopotutto, lo spettacolo doveva continuare.
I giovani ospiti esultavano, impazienti di sfidarsi l’un l’altro per vedere chi sarebbe stato il più impavido fra loro, e seguivano i gemelli che strascicavano i piedi sino al corridoio di tendoni nei quali abitavano i membri del Circo.
Dapprima trepidanti, mentre Len e Rin portavano le mani ai lembi d’un’enorme tenda con calcolata lentezza, i bambini arretravano istintivamente d’un passo quando la stoffa veniva improvvisamente tirata via, esponendo la gabbia che conteneva Hatsune.
L’avevano guardata con il timore reverenziale che alla loro età si riserva a quel che, dopotutto, è semplice irrealtà, presentarsi al pubblico con quelle sue gambe, che ricordavano quelle d’un animale, e gli occhi bendati e cantare loro le sue melodie dalla dolcezza straziante. Adesso, tuttavia, che si trovava a poca distanza da loro, accovacciata in un angolo con le gambe deformi distese lungo l’intero pavimento della cella, sul quale si adagiava l’elegante abito da sera che sembrava schernire ulteriormente il suo corpo sbagliato, appariva così vera che ne erano intimoriti.
« Non abbiate paura » li incoraggiavano i gemelli, accostandosi alla gabbia. Hatsune si trascinava sino a loro, allungava una mano e sfiorava timidamente le loro dita, permettendo che le sfilassero la benda dal volto.
« Voglio morire » sussurrava perché i bambini non udissero, come in una sorta di preghiera che rivolgeva loro ad ogni nuovo spettacolo, facendoli affogare in quei suoi occhi azzurri liquidi delle lacrime che oramai aveva consumato.
I gemelli potevano solo scuotere le teste e lasciare spazio ai giovani ospiti, ai quali la cantante deforme regalava la sua splendida voce ed i suoi amorevoli sorrisi, intrisi d’una malinconia che loro non riconoscevano, quietando le loro paure.
Ma quel che più esaltava i bambini era quando Rin e Len li conducevano al tendone di Kaito, ammonendoli con una solennità sottilmente canzonatoria di fare silenzio, perché altrimenti la bestia si sarebbe saziata delle loro carni.
Dopo la sua esibizione, la creatura veniva nutrita di ossa ed arti umani che un tempo avevano fatto parte di cadaveri oramai freddi. I giovani ospiti si raccoglievano all’ingresso della tenda, attorno ai gemelli, e contemplavano Kaito che, costretto su una sedia da robuste cinghie di cuoio, chinava il capo sul piatto e divorava voracemente il suo pasto.
Infine Rin e Len li scortavano all’ultimo tendone e scostavano un lembo di tessuto dall’entrata, facendo loro cenno di varcare la soglia. « Suvvia, non temete, » li incalzavano « sarà davvero divertente! »
I giovani spettatori indugiavano un istante sull’uscio, tentando d’intravvedere qualcosa nell’oscurità, e poi entravano nelle tenebre, che inghiottivano i loro volti intimiditi ed al tempo stesso ridenti – non fosse mai che venissero chiamati fifoni dai coetanei.
Infine i gemelli lasciavano che la stoffa scendesse a celare nuovamente l’ingresso e lo spettacolo terminava.
« Ben fatto » ghignava il principale dall’alto dei suoi dieci metri di statura. « Adesso potete andare a riposare ». E si allontanava, danzando insieme alla sua compagna dai lunghi capelli biondi a ritmo della vivace melodia che accompagnava il Circo.
Le tende calavano sul palco e la maschera d’allegria andava in frantumi.
« Mi dispiace tanto » sospirava Rin.
« Lo so ». Non avendo menzogne con le quali confortarla, suo fratello si limitava a quelle parole e ad un bacio su una guancia.
Si sentivano un grido di bambino e la nota stonata che chiudeva il motivo musicale del Circo.
Non tutti tornavano a casa in seguito all’esibizione. Alcuni entravano a far parte di essa, perché il Dark Woods Circus era così divertente.



Una breve fanfiction a proposito di Dark Woods Circus.
Con "tema musicale del Circo" intendo quel tipo di musichetta emessa dagli altoparlanti dei tendoni che solitamente si sente ripetere all'infinito nei circhi e qui si identifica come il vocal off dell'omonima canzone.
Ringrazio Luna95 per la sua recensione a Yonbanme Arisu Wa Futago No Ko: se la leggerai, spero ti possa piacere anche questa.
E poi nient'altro da dire, se non che ho un'altra Len/Rin in cantiere.
Chu.
  
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