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Autore: loveless_fairy    15/08/2005    1 recensioni
Complici gli esami di riparazione, Hisashi trova il coraggio di dichiararsi a Kiminobu in un modo alquanto particolare, lasciando Kiminobu letteralmente senza parole.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hisashi Mitsui, Kiminobu Kogure
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Mitsui.

 

Se ci ripenso mi viene un gran mal di testa. Ma come ho potuto essere così scemo? Ma che cosa mi è saltato in testa? E bravo Mitsui! In un colpo solo hai mandato all’aria gli esami di riparazione e la tua amicizia con Kogure, soprattutto quella.

Come ho potuto farlo?

 

Giorni prima.

 

L’inverno è giunto quasi al termine. Fuori splende il sole e già si vedono le prime rondini fare capolino fra la coltre di grigio che ormai è diventato il nostro cielo.

Fa caldo al sole.

È il momento dell’anno che preferisco in assoluto.

Mi piace quel tepore che provo quando cammino per le strade e il vento fresco che mi scompiglia i capelli e mi dà sollievo dalla calura primaverile.

Tutto sembra brillare. I fiori, gli alberi… persino le case e gli uomini.

Ma la primavera, ahimé, per me significa anche resoconto scolastico. Non sono mai stato un genio, ma da quando sono entrato a far parte della banda di Tetsuo i miei voti si sono visibilmente abbassati. Adesso non frequento più le vecchie compagnie, è vero, ma le lacune restano e l’unico modo che ho di non ripetere l’anno è studiare con profitto. Ma è difficile, tremendamente difficile! Ho vissuto due anni nel vuoto assoluto e, credo, l’unica cosa che ha convinto i miei professori a promuovermi è stata la mia appartenenza ad una delle più pericolose bande di Kanagawa e la paura che scatenavo in chi m’incontrava.

Ma le cose adesso sono diverse. Ora sono cambiato, posso dirlo con orgoglio. Io sono diverso! E questo significa che la promozione devo sudarmela.

Per questo motivo ho chiesto a Kogure di aiutarmi. Chi meglio di lui avrebbe potuto? Certo c’erano pure Akagi e Ayako, ma col primo avremmo finito sicuramente con il litigare e la seconda mi avrebbe ripreso sempre con quel suo fastidiosissimo ventaglio. Così ho chiesto a Kogure di aiutarmi. Lui è bravo, uno dei migliori a scuola, e, soprattutto, è paziente. Quando non capisco qualcosa me la spiega, senza mai arrabbiarsi e sta cercando di inculcarmi il “metodo di studio”.

Studiamo un po’ ovunque, per non perdere tempo prezioso. Casa mia… casa sua… a scuola durante la pausa pranzo… dopo gli allenamenti.

Kimi è davvero una bella persona. È sempre allegro e sorridente, un ottimista per natura e mi trasmette serenità. Con lui sto bene. Parliamo di tutto, anche di argomenti di cui lui ha poca dimestichezza e quando succede entro in estasi. Mi piace vederlo dipendere da me, almeno una volta. Abbiamo fatto un patto: lui mi aiuta a studiare e io gli insegno “l’arte” della moto e dell’auto. Certo, lo so, a lui interessa ben poco sapere come si pulisce un carburatore, per esempio, ma non mi andava di ricevere senza dare nulla in cambio. Lui ha capito il mio imbarazzo e ha proposto questo scambio. Così dopo aver finito di imparare le normali lezioni, i ruoli si invertono e io divento il maestro mentre lui l’allievo. Lui sta sempre attento, non si perde una parola, come davvero gli interessasse quello che dico. E fa pure delle domande, esprime dubbi e ride quando sbaglia qualche nome o non ricorda qualcosa.

Mi piace vederlo ridere. Mi riempie di buon umore.

“Mitsui…”

Adesso siamo in un bar in cui andiamo spesso il sabato mattina, visto che non abbiamo lezione. Studio meglio se sono ben disposto.

“Mitsui.”

“Cosa?”

“Non dirmi cosa. Mi stavi ascoltando?”

Oggi indossa un maglione a collo alto. Sembra un po’ arrabbiato. Sarà che non ho sentito neppure una parola di quello che stava dicendo? È che mi sono accorto, da qualche tempo, che c’è qualcosa che attira la mia attenzione con più prepotenza, qualcosa che non avevo mai considerato e che, in un primo momento, mi ha gettato nel panico. Qualcosa al quale non posso porre rimedio.

“Mitsui! Andiamo!”

“Ho sentito. Sono solo stanco.”

“Bugiardo! Gli esami di riparazione stanno finendo. Non dovresti scherzarci su.”

“Ah… questo. Non l’ho capito. Insegnamelo.”

C’è qualcosa che intrappola i miei pensieri. Sembra strano ma, nonostante al principio l’idea stessa mi terrorizzasse, adesso mi dà calore, mi fa stare bene. È un sogno irrealizzabile – e come potrebbe d’altronde?- ma sognare non è un crimine, giusto?

“Questo? Questo…”

Mi dispiace Kogure, so che ti sto facendo perdere tempo, ma non riesco a concentrarmi. C’è quel pensiero fisso che monopolizza la mia attenzione.

Ti sento parlare, spiegare con pazienza, ma la mia mente è catturata da tutt’altro pensiero.

Ti vedo spostare una ciocca di capelli. La sistemi dietro l’orecchio e appoggi la tua testa alla mano, chiusa a sostegno. Il ciuffo scivola lentamente davanti ai capelli, nuovamente. La frangia accarezza delicata il bordo degli occhiali.

Come faccio a concentrarmi sulla lezione se ogni tuo gesto mi distrae, se il tuo pensiero occupa tutta la mia mente, la mia esistenza, senza darmi tregua? Non capisci che sei proprio tu la causa del mio smarrimento? Se non ascolto le tue parole è perché sono troppo preso da te e ciò che sento vorrei che fosse qualcos’altro.

“Questo è tutto.”

Le tue labbra piegate verso il basso… la tua pelle chiara… i tuoi occhi socchiusi… non avevo mai notato prima tutti questi tuoi particolari. Se anche chiudessi gli occhi riuscirei a tracciare un profilo di te perfetto. Ogni neo, ogni espressione facciale… ho memorizzato tutto di te.

“Ahhhhhhhh! Mitsui! Stavi attento?”

“Che ne dici se mangiamo qualcosa? Sono affamato.”

Mi piace quando si arrabbia, perché lo fa solo con me. È sempre gentile con tutti, sorride sempre a tutti ma si arrabbia solo con me. So che non è una cosa di cui andare fieri, in fin dei conti, ma mi fa sentire speciale.

Aggrotta le ciglia, mi guarda dritto negli occhi, come a scrutarmi l’animo, e rimane in silenzio. Anche adesso.

Conosco ogni tuo particolare.

“Eddai….”

“Uhm… credo di non avere altra scelta…”

Sì Kimi. Non hai altra scelta.

Oggi il cielo è azzurro. Assomiglia al mare.

 

Abbiamo ordinato qualcosa e poi siamo andati al parco.

Stranamente è vuoto. C’è qualche impiegato, all’ombra di qualche albero, che consuma il suo pranzo serenamente, alcuni bambini giocano con il pallone. Per il resto ci siamo solo io e lui.

“E’ davvero una bella giornata…”

“Lo è…”

“Quello sembra un canestro…”

Mi appoggio sulla sua spalla, con la scusa di vedere meglio.

Lui non dice nulla, ma lo vedo sorridermi. Sento il suo respiro calmo e il battito del suo cuore.

“Vuoi fallire gli esami di ammissione, eh?”

Sorride, ma mi arrabbio un pochino. Perché non lo capisci? Non vuoi capire che sono perso di te più che di chiunque altro in passato? Kimi è un ragazzo perspicace, ma, delle volte, fatica a comprendere. Uhm… magari potrei essere più diretto… ma se mi respingesse?

Eppure… sembra proprio l’occasione giusta.

Il sole… il calore del suo corpo… la mia testa sulla sua spalla… lui rilassato al mio fianco… se voltassi il capo potrei…

È solo un pensiero e mi accorco di averlo assecondato solo quando sento le sue labbra fresche sulle mie. Da quanto tempo lo desideravo? Quante congetture ho fatto in tutti questi tempi? Ogni volta che guardavo le sue labbra mi chiedevo che sapore avessero e ora che le ho assaporate posso dire di non aver mai assaggiato nulla di più buono e gustoso. Ne vorrei ancora… e ancora… e ancora… sempre di più. Ma lui? Come reagirà lui?

Mi allontano ancora con gli occhi chiusi. Voglio mantenere il più a lungo possibile la magia di questo momento.

Riapro gli occhi e lo guardo. Lui, per un attimo, non reagisce. Resta solo a guardarmi, shockato, con ogni probabilità. Poi si fa prendere dal panico (comprensibile, no?), si porta le mani alle labbra e si volta dall’altro lato.

Che idiota che sono stato! Mi viene da ridere…

 

Fine ricordi.

 

Sono passati dieci giorni da quella volta al parco.

Com’è finita?

Quando si è ripreso si è alzato imbarazzato. Mi ha salutato e, dandoci appuntamento a scuola, se n’è andato, quasi di corsa. È stato veloce, così veloce che quasi non sono riuscito a seguirlo nei movimenti. Cosa pensava era facilmente intuibile. È stato baciato da un ragazzo, da me, il suo migliore amico, insieme ad Akagi. Avrebbe dovuto prendermi a pugni, insultarmi, anche se non è da lui, invece, il giorno dopo, si è comportato come se nulla fosse mai accaduto. Mi ha salutato, con il solito sorriso, ma ha voltato subito lo sguardo.

Adesso c’incontriamo solo a scuola. Questo sì, questo è cambiato.

Il primo giorno ha inventato una scusa, quasi patetica. Doveva portare il suo cane dal veterinario.

Ho capito che aveva scelto la strada del “facciamo finta di nulla”, mantenendo un po’ le distanze e io l’ho assecondato, per quanto l’idea stessa mi facesse ribollire il sangue. È questo che vuole Kimi? Mi sono detto, allora questo avrà! In fondo sono io quello che ha sbagliato ed è giusto che solo io ne paghi le conseguenze. Non posso imporre la mia presenza, né posso costringerlo a vedere qualcosa che esiste solo nella mia mente. Però lo vorrei. E vorrei poter tornare indietro, a quello stupidissimo giorno e… rifare tutto daccapo. Perché quell’assaggio improvviso me lo sogno ormai anche la notte e non mi basta più, ne voglio ancora.

A volte ne sento così tanta la necessità da quasi impazzire. E altre volte benedico il destino che non ci ha voluti nella stessa classe, perché, in quei momenti, so che potrei perdere il senno, alzarmi e prenderlo fra le braccia, stringerlo forte e riappropriarmi di quel gusto che ormai mi appartiene!…. Maledetto Akagi! Tutte le fortune a lui! Perché quei due capitano sempre in classe assieme? Perché devono incontrarsi anche fuori dalla scuola? Uhm… e se anche Akagi avesse…

Patetico, vero? Già. Me l’ha detto anche Hiroaki (non ce la faccio proprio a non inserirli ;_;. NdA.), l’altro giorno, a casa sua, mentre cercava di fare studiare un recalcitrante Akira e uno svogliato me stesso. Forse dovrei seguire il consiglio di Akira… dovrei prendere l’occasione io e chiedergli spiegazioni. Sì! Dovrei farlo, ma quando? C’è sempre qualcuno che gli gironzola attorno: Akagi… Ayako… i kohai della squadra… i compagni di classe…. Ma quanta gente conosce >.< ? Trovarlo da solo è come fare una grossa vincita alla lotteria nazionale: quasi del tutto impossibile.

La fa facile Akira: “Prendilo per un braccio e trascinatelo… e se qualcuno vi disturba prendilo a pugni. Sei un teppista, no?”

Già… così mi gioco pure il posto in squadra.

Come se non bastasse quella di oggi è stata una lunga e stressante giornata di studio.

“Avete sentito? Pare che la televisione scolastica manderà in onda, oggi, uno speciale su un giocatore di una squadra della nostra scuola.”

“Davvero? E chi sarà?”

“Non lo so, ma non vedo l’ora.”

La televisione scolastica è gestita dal club giornalistico, ma ultimamente pare che si sia incentrata sul gossip e sulla vita di alcuni giocatori più o meno talentuosi della nostra scuola. L’altro giorno c’è stato uno speciale su Rukawa ed è stato quasi impossibile pranzare in pace. I continui gridolini e le esclamazioni di stupore mi hanno rovinato il pranzo e sono stato costretto a rifugiarmi sul terrazzo. Pare proprio che sia stata una scelta costretta dalla scarsità dei telespettatori. Mentre prima non guardava quasi nessuno la striscia giornaliera, adesso quei dieci minuti sono molto seguiti.

Sta cominciando. Se non fosse per il fatto che fuori piove, passerei, questi dieci minuti, nascosto, sul terrazzo, ma non si può.

“Buona giornata a tutti! So che seguite con passione ogni nostro speciale e le richieste giungono sempre più numerose. Questo non può che farci piacere…. ”

E bla bla bla. Ma quanto parla Kurawachi? Il suo sorriso, ultimamente, si è allargato a tutta la faccia. È una carie quella?

“Ma passiamo al personaggio di oggi, un giocatore della nostra mirabile e vittoriosa squadra di basket! Abbiamo ricevuto moltissime segnalazioni…”

E chi potrebbe essere? Di nuovo Rukawa? Ditemi di no, vi prego!

“E devo dire che, vista la riservatezza di questo personaggio non è stato un lavoro semplice…”

Beh allora non si parla di Sakuragi o Ryota. Che sia Akagi? Chi potrebbe essere interessato? Restiamo io, Ayako e…

“Ma non potevamo non accontentare le decine e decine di lettere e richieste! Siete pronte? Si accendano i riflettori su…. Kiminobu Kogure!”

Kogure? Proprio quello che mi ci voleva adesso!

Aspettate un attimo: decine e decine di richieste?

“Mitsui smettila di borbottare che non capisco nulla!”

E il coro di “shhh” accompagna le parole di Ayumi, la capoclasse.

“Kiminobu Kogure, nato a Tokyo il 12 luglio. Calmo, riflessivo, determinato, riservato. Vice capitano della squadra di basket. Di lui sappiamo ben poco, ahimé, ma proviamo a conoscerlo insieme.”

E parte una sequela di immagini registrate di nascosto: allenamenti… lezioni scolastiche…. Sbaglio o quella è casa sua? E quello è Akagi… c’è sempre lui in mezzo. Sarà meglio fare un po’ di attenzione….

“Eh già! Proprio un buon partito, come lo ha già definito qualcuno. Ottimo studente, futuro glorioso, carattere mite e socievole, sempre sorridente. Ottimo amico e compagno di classe, secondo indiscrezioni raccolte, gentile ed educato. Ma questo ragazzo “perfetto” ha già qualcuno nel suo cuore? Chiediamolo a chi lo conosce bene.”

E partono le interviste. Ma guarda tu! Hanno intervistato quasi tutta la squadra, quell’impicciona di Ayako compresa. Com’è che io non ne sapevo nulla? Anche Akagi… è proprio ovunque! Inizio ad innervosirmi! Se lo sento nominare un’altra volta appena lo vedo gli salto alla gola! Ma perché non hanno intervistato me? Già e poi che avrei potuto dirgli?

 

***- Eccoci qui con Hisashi Mitsui, ala della squadra di basket. Secondo lei, signor Mitsui, Kiminobu Kogure ha già trovato la sua persona importante?-

-Ma certo! Non l’ha ancora capito, ma ci arriverà presto. Sono io naturalmente!-***

 

“Ma proviamo a chiederlo al diretto interessato.”

Ecco! Visto che alla fine ci sei arrivato? Ma ci voleva tanto?

“Mitsui la vuoi smettere? Sembri una pentola a pressione! Non riusciamo a capire nulla!”

E adesso che cos’è tutta quest’attenzione morbosa? Ehi! È il megane, non Rukawa!

“Signor Kogure possiamo farle qualche domanda?”

“A me?”

Eh eh! Ed ecco il caro e timido Kogure. Lo vedo come cerchi di sviare lo sguardo indagatore della telecamera. Vedo il tuo viso chiaro tingersi di rosa. Non ti piace stare al centro dell’attenzione, vero? Sei più il tipo della serata a casa tra amici, che da discoteca fino all’alba, a ballare ed ubriacarsi.

“… ma la domanda che le nostre e i nostri fedelissimi si pongono è: esiste già la persona importante per Kiminobu Kogure?”

Ed eccoti spalancare gli occhi, guardare un attimo la telecamera e sussurrare un no imbarazzato.

“Davvero?”

Se dice no è no!

“Ma non c’è neppure qualcuno all’orizzonte?”

Ma allora sei scemo? Lo capisci il giapponese? Ha detto no e voleva dire…

“Beh… preferirei non parlarne.”

No, appunto!

Coooooooosssssssaaaaaaaaaa? Che cos’è quello sguardo basso, quell’aria indifesa che hai assunto?

“Ma ragazza o ragazzo?”

Ma che cavolo di domanda è?

Uhm… ascoltiamo la risposta… potrebbe essermi utile…

“Come scusa?”

“Beh ci sono state molte richieste maschili…”

Credo che mi verrà un infarto, prima della fine dell’intervista. Specie perché Akagi è spuntato da chissà dove e se l’è trascinato dietro… proprio prima di rispondere!

“Lasciateci in pace. Qui ci stiamo allenando seriamente. Vieni Kimi!”

Il servizio continua con le ultime battute dell’intervistatrice:

“Purtroppo per noi questo è tutto ciò che siamo riuscite a scoprire, ma abbiate fiducia. Questa porta socchiusa prima o poi la spalancheremo!”

E continuano con altre idiozie simili, elogi vari e saluti finali.

Quando la trasmissione termina mi ritrovo più confuso di prima. Cosa dovrei fare? È giusto sconvolgere la vita di Kiminobu solo per una mia fantasia?

“Ah che peccato! E io che speravo di scoprire qualcosa di più su Kogure senpai… Ayumi se non sbaglio tu conosci l’intervistatrice, vero?”

“Già, siamo amiche di infanzia. Perché volete saperlo?”

“Beh sai… abbiamo saputo delle storie…. A quanto pare si vocifera che fra Kogure senpai e Akagi ci sia stato qualcosa in passato e che, per questo motivo, Akagi stia sempre attorno a Kogure senpai…”

Questa mi giunge nuova…

“Ah! Ma che storia romantica!”

Storia romantica un corno! Ma guarda tu!

“Non so che dirvi” risponde Ayumi: “Fatto sta che… beh la mia amica mi ha detto che quei due sono praticamente inseparabili e che, mille e una volta, ha provato ad intervistare Kogure senpai da solo, ma Akagi era sempre nei paragi…. Certo sono solo impressioni, ma chissà? Magari si tratta di un amore non corrisposto…”

E questi gridolini corali che sono?

“Questo è ancora più romantico! Comunque Kogure senpai è sprecato con Akagi.”

“Già! È vero!”

Per una volta sono d’accordo con voi.

“Starebbe molto meglio con Kinoshita, il capitano della squadra di kendo… o con me naturalmente!”

Seeee…. Sognatelo! Piuttosto lo rapisco e me lo porto su un’isola deserta!

Però non posso fare a meno di pensare alle parole di Ayumi…. In effetti Akagi e Kogure sono sempre assieme: lezioni, pranzo, allenamenti, post allenamenti…. Incomincio a non sopportare Akagi, l’ho già detto?

“Ehi Mitsui mi senti?”

“Eh?”

“E’ un’ora che ti chiamo!”

Ayumi ho altro a cui pensare adesso!

“Che vuoi?”

“Volevo sapere tu che ne pensi! Conosci entrambi da anni… secondo te è vero che Akagi è innamorato di Kogure?”

Eeeeeeeeeeeeeehhhhhhhhhhhhhhhhh???????????????????????

Ma dico io: siamo impazziti? E questa domanda la vieni a fare proprio a me? E ora che le rispondo?

“Allora?”

Come se fosse semplice rispondere! È inutile che tu e le tue amiche mi guardiate così!

“Che sciocchezze! Quelli sono solo amici! Me ne vado! Ho sentito abbastanza stupidaggini per oggi!”

Il corridoio è semi deserto per fortuna. Se solo non piovesse!

Mi appoggio al davanzale della finestra. La pioggia ha un suo fascino particolare e su di me ha sempre avuto il potere di calmare le mie emozioni, placare la mia anima tormentata, portare pace…. Che diavolo ci fanno quei due qui? Uhm… ho già detto che inizio a non sopportare Akagi?

Parlano fra di loro, a bassa voce. Perché i super poteri ce li hanno solo i personaggi dei fumetti? Se possedessi il super udito potrei sentire quel che si dicono…. Aspettate un attimo! Che cavolo gli ha detto Akagi? Kogure è sbiancato…. Gli avrà fatto qualche proposta indecente? Magari lo sta ricattando…. Magari sta….

 

Pov Kogure

 

Bene! Quel che ci voleva! Lo sapevo che quella ragazza avrebbe portato solo guai! Ma perché ho ascoltato Akagi? Avrei dovuto bloccare il servizio, ecco che avrei dovuto fare! Ma perché tutte a me? Adesso mi guardano come fossi il risultato di un esperimento.

E quelle immagini da dove provengono?

“Signor Kogure possiamo farle qualche domanda?”

“A me?”

Risposta più intelligente non potevo darla, vero? Quanti Kogure ci sono in questa scuola?

“… ma la domanda che le nostre e i nostri fedelissimi si pongono è: esiste già la persona importante per Kiminobu Kogure?”

Esiste? Questo mi riporta sempre lì, anche se non vorrei. Esiste la persona per me importante? Forse… o forse è solo una mia fantasia.

“Beh… preferirei non parlarne.”

E bravo Kimi! Ecco il modo migliore per ammazzare la curiosità di un giornalista -.-. Sono davvero troppo ingenuo, ha ragione Ayako!

“Beh ci sono state molte richieste maschili…”

E su quest’affermazione metterei un punto interrogativo di proporzioni mostruose. Che già qualcuno abbia richiesto un servizio su di me mi lascia perplesso, ma che fra le richieste ce ne siano “molte” maschili mi sconvolge.

“Lasciateci in pace. Qui ci stiamo allenando seriamente. Vieni Kimi!”

Il caro e vecchio Akagi, mio amico dalle medie. Se non ci fosse stato lui sarei morto dall’imbarazzo, anche se, ad essere sinceri, la mia mente non fa che ricordarmi che LUI sapeva e non mi ha detto nulla, LUI ha anche rilasciato un’intervista su di ME!

Non hanno intervistato Hisashi… chissà che avrebbe risposto.

“Purtroppo per noi questo è tutto ciò che siamo riuscite a scoprire, ma abbiate fiducia. Questa porta socchiusa prima o poi la spalancheremo!”

Quanto manca alla fine dell’anno?

Meno male che questo servizio si è concluso. È stato davvero imbarazzante vedermi sul video e sentire tutte quelle cose su di me. Non ho neppure il coraggio di voltare lo sguardo, anche perché sento su di me quello di tutta la classe.

Mi viene in soccorso Takenori. Mi appoggia la mano sulla spalla e mi fa segno di seguirlo. Da solo credo che non mi sarei alzato neppure dalla sedia.

Percorriamo il corridoio fino alle scale e saliamo al piano superiore.

“Chissà se anche lui l’avrà visto.”

“Certo che l’avrà visto! Dove vuoi che vada con questa pioggia?” poi continuo dopo un attimo di silenzio: “Ci sei tu dietro tutta questa storia?”

Lui mi guarda per un attimo, poi torna a fissare un punto delle scale: “Mi hanno chiesto se potevano riprendere gli allenamenti, tutto qui. Poi… siccome mi hanno detto che volevano fare uno speciale su di te, ho consigliato loro di nascondere le telecamere e di non intervistarlo.”

Cos’ha fatto lui?

Perché ho come l’impressione che mi verrà un infarto entro la fine della giornata?

“Su su! Non fare quella faccia! In un modo o nell’altro credo che la situazione subirà una svolta clamorosa…. Stiamo proprio andando a verificare cosa lui ne pensi…”

Solo adesso mi accorgo d’essere vicino alla sua classe, ma non faccio in tempo a rispondergli o a scappare, che un furioso Mitsui mi afferra con gran poca delicatezza e mi dice: “Dobbiamo parlare.” prima di trascinarmi, per lo stesso braccio, lungo tutto il corridoio, le scale e il pianterreno. Non posso fare a meno di notare come vi sia quasi tutta la scuola nei corridoi. Mi guardano, lo so, e questo mi terrorizza. Sono troppo sconvolto persino per reagire e mi lascio così trascinare fino alla palestra. L’unico pensiero che attraversa la mia mente ad intermittenza è: non sta succedendo a me.

“Allora è vero.”

Mi riscuoto dal mio torpore. Hisashi è appoggiato con le spalle alla porta e guarda in basso.

“Vero cosa?”

“Quel che ha sottinteso l’intervistatrice… il fatto che tu e Akagi… sì… insomma… hai capito.”

“No. Non ho capito. Cosa avrebbe sottinteso?”

“Che voi due state assieme.”

Ho capito! È uno scherzo! Non c’è altra spiegazione! Questa situazione è troppo assurda per essere reale! Sicuramente c’è lo zampino di Takenori dietro tutto questo! Forse se inizio a cercare, qualche telecamera nascosta la trovo. Dove potrebbe essere?

“Allora? Non mi hai ancora risposto”

Questa situazione inizia a darmi sui nervi. Con quale diritto viene qui a farmi l’interrogatorio? Proprio lui, proprio lui che mi ha evitato per tutto questo tempo?

“E se anche fosse? Che cosa t’interessa?”

Faccio per uscire, ma mi blocca per un braccio e mi sbatte contro la porta. Questo sì che fa male.

“Si può sapere che ti prende?”

“Che prende a te! Come puoi stare con lui, dopo quello che c’è stato fra di noi?”

“E che cosa ci sarebbe stato, di grazia?”

“Non fare così, Kogure.” e la presa sulle mie braccia si intensifica: “Ci siamo baciati, l’hai dimenticato?”

“E allora? Un bacio è solo un bacio. Cosa vuoi che sia in confronto…”

Che succede? Hisashi ha abbassato il volto e l’ha appoggiato alla mia spalla, come quel giorno.

“Perché Kimi?” gli sento sussurrare: “Perché lui e non io?”

Forse ha ragione Takenori, quando dice che la situazione così non può andare avanti e che se voglio che cambi devo prima farlo io. Devo agire e puntare il tutto per tutto.

“Perché tu e non lui?”

“Perché io ti amo!”

“Spostati Hisashi. Devo tornare in classe.”

“No! Prima devi dirmi che cosa provi per me, io….”

“Io! Io! Io! Sento solo io, Hisashi! Non c’è nessun tu e nessun noi! Tu mi hai baciato, razza di stupido! Ti sei portato via il mio primo bacio così, quasi per scherzo, e poi che hai fatto? Ti sei messo a ridere!”

“Ma tu…”

“Non ho ancora finito!”

Ti ho stupito, vero Hisashi? Sì. Lo vedo dal tuo sguardo confuso.

“Poi hai deciso di far finta di nulla, ancora una volta l’hai deciso da solo. Mi eviti. Non mi guardi più negli occhi. E ora mi vieni a fare questa scenata? Con quale diritto? Cosa vuoi da me Hisashi? Perché continui a torturarmi così?”

Mi guarda negli occhi e m’incatena. Sono sempre stati così profondi e densi? Sì, lo sono stati, per questo ho sempre evitato di guardarti negli occhi, per non perdermi. Se mi fossi perduto tu avresti capito e io allora…

“Io ho cercato di far finta di nulla? Tu hai inventato quella scusa stupida del cane!”

“Ho portato davvero il mio cane dal veterinario. Avevo ricevuto una telefonata dalla mia sorellina in lacrime. Asuka, la nostra cagnolina, era stata investita.”

“Io non lo sapevo…”

“E non hai neppure pensato di chiedere, vero? No! L’hai considerata una scusa e hai deciso di approfittarne. Kogure è buono, vero? Kogure è tanto un bravo ragazzo. Sicuramente dimenticherà e non ti porterà rancore e io potrò farmi un’altra vita, dimenticare l’errore. È questo che hai pensato, vero Hisashi?”

“Mi farai impazzire, Kiminobu Kogure. E secondo te io ti venivo a fare una scenata se avessi minimamente pensato di liberarmi di te? Ma hai sentito quel che ti ho detto prima? Io ti amo! E non sai quel che ho passato in questi giorni! Pensavo che volessi solo dimenticare. Credevo di averti disgustato e quando mi hai detto del cane… beh l’ho considerata una scusa e siccome non volevo che mi odiassi ancora di più, ho pensato di assecondarti, almeno per un po’…”

“Sei uno stupido Hisashi!”

“Lo so.”

“Un idiota.”

“So anche questo.”

“E pensi troppo.”

“Già.” ridacchia contento.

“E che significa quel poi?”

“Che ti avrei dato il tempo di smaltire la rabbia e poi sarei tornato alla carica. Hisashi Mitsui lotta sempre per ciò che ama.” e come uno stupido si batte con orgoglio il torace.

“Stupido!”

“Kimi-kun…”

“Ma nonostante tutto questo… io ti amo.”

Lo vedo allargare gli occhi e sorridermi. Non ho mai visto in vita mia un sorriso più bello.

“Davvero?”

“Davvero.”

“Allora fra te e Akagi…”

“Non c’è nulla. Anzi… pensa che faceva pure il tifo per te.”

“Pensa un po’…” mi dice sorridendo, poi il suo sguardo si rifà serio.

“Allora io e te… pensi che noi potremo…”

“Non lo so, Hisashi.”

“Ma prima hai detto…”

“Lo so che ho detto, ma mi chiedo se posso stare con qualcuno che non si fida di me.”

“Ma io ti amo! Io… lo so, ho un casino di difetti, ma posso cambiare. Io… non ho mai avuto una storia importante, Kimi, non so che cosa si provi a stare con una persona che si ama, quindi… so che sbaglierò, ma magari potremo crescere insieme, no? Dammi solo una possibilità.”

Ripete il mio nome stringendosi a me. Mi abbraccia e mi stringe forte. Non posso fare a meno di abbracciarlo a mia volta.

“Non mentirmi Hisashi e se un giorno dovessimo litigare, promettimi che faremo pace prima di dividerci. Niente dovrà separarci, neppure le parole non dette.”

“Te lo prometto Kimi. Mi credi?”

Gli credo? Sì.

“Ti credo.”

Appoggia un bacio sulla mia fronte, poi uno sulla guancia.

Mi sento leggero, quasi incorporeo. Sento crescere dentro di me una felicità che prima non potevo neppure immaginare. Voglio raggiungerla! Voglio che sia mia, mia soltanto!

“E ora… voglio nuovamente assaggiare il gusto delle tue labbra.”

“Il mio primo bacio con il nuovo Hisashi, il mio Hisashi”.

 

Un mese dopo.

 

Pov Hisashi

 

Adoro studiare! Come dite? Che cavolo significa: da quando? Naturalmente da quando ho ripreso a studiare con Kimi-kun!

“Hisashi! Ma mi stai ascoltando?”

Uhm… questa scena mi ricorda qualcosa…

“Cosa?”

“Non dirmi cosa! Devi ascoltarmi!”

Chissà se anche lui se n’è accorto.

Siamo in un parco a studiare. Di chiudermi dentro quattro mura non mi andava per niente e quindi l’ho convinto ad andare a studiare all’aperto. Certo ho dovuto faticare non poco, ma volete mettere? Studiare con la testa appoggiata alle gambe del tuo koibito è molto più comodo che stare seduto su una sedia per chissà quante ore.

“Ma siamo sicuri che così riesci a studiare meglio?”

“Ma certo! Lo sai che sei comodissimo Kimi?”

“Lo sapevo! Sei un farabutto Hisashi! Altro che studiare!”

“Eh eh! Prenditela con te koi! Sei tu che mi tenti.”

“Sei uno stupido Hisashi” mi dici e porti il libro a nasconderti il viso in fiamme.

Come faccio a resistere? Infatti non lo faccio! Mi guardo attorno… non c’è nessuno. Allungo un braccio verso di lui e lo tiro giù. È un bacio dolce e lento quello che ci lega. Siamo soli e niente può disturbarci. Solo io e lui, tutto il resto non esiste.

 

Pov Kiminobu

 

Sapevo che non dovevo fidarmi! Hisashi riesce sempre a giocarmi, lo faceva prima, quando fra noi non c’era ancora nulla, e lo fa adesso, con molta più facilità. Mi vergogno un po’ di me stesso per la mia mancanza di carattere quando di mezzo c’è Hisashi. È solo che, ogni volta che lo guardo negli occhi, ogni mio convincimento svanisce, così come la rabbia.

E ora ci ritroviamo in un parco, in una zona desertica, a studiare, almeno sulla carta. Io spiego e lui, il furbetto, se ne sta sdraiato, con la testa appoggiata sulle mie gambe e un libro aperto, sempre alla stessa pagina.

“Hisashi! Ma mi stai ascoltando?”

“Cosa?”

Come volevasi dimostrare.

“Non dirmi cosa! Devi ascoltarmi!”

Uhm… questo mi ricorda qualcosa… mi ricorda quel famoso giorno e credo che anche lui se ne sia ricordato, perché mi guarda con quel suo sorriso da teppistello che, lo sa e per questo lo mostra, mi fa impazzire. Le labbra piegate verso destra, quello sguardo di chi sa, sono i miei punti deboli. E lui ne approfitta, anche adesso. Allunga un braccio per passarmelo dietro il collo e mi trascina giù.

Il mio teppista.

Sono totalmente rapito da lui. Travolto da una continua ed eterna spirale. Sospeso fra la terra e il cielo. Lui mi fa sentire speciale, amato, come mai in vita mia.

“Ahia Kimi! Mi hai morso!” piagnucola mostrando un’espressione fintamente affranta.

“Così impari ad imbrogliarmi e a baciarmi in pubblico.”

Dall’espressione compiaciuta dipinta sul volto di Hisashi, qualcosa mi dice che mi sono messo nei guai. Lui prende i libri e si rimette in piedi. Mi porge una mano.

“Allora che ne dici di continuare il discorso a casa? Inizia a fare freddo…”

“Ma se siamo in piena primavera!”

“Allora sei tu che mi metti i brividi.”

Allungo una mano per afferrare la sua e lui mi tira su. Fa caldo oggi, ma la casa di Hisa è molto fresca… no?

“Ti ho già detto che i miei genitori ritornano domani?”

“Allora chiederò ai miei il permesso di restare.”

Credo che anche oggi gli studi dovranno aspettare.

“Però studiamo….”

“Kimi-kun….”

“Magari dopo….”

 

Se adesso la giornalista della scuola mi chiedesse:

“Signor Kiminobu Kogure, ha già trovato la sua persona speciale?”

Io, con tutto il mio cuore, risponderei senza esitazioni:

“Sì. Ed è qui vicino a me, sempre.”

Il resto? Il resto non conta nulla. Ho già tutto ciò che mi fa stare bene. È questa la felicità.

 

OWARI

 

Note finali: ancora mille auguri alla nostra webmom, sperando che mi scusi per il clamoroso ritardo ;_____________;. Per ringraziarti di tutto ciò che fai per noi, ho scritto questa Mitko, anche se non è all’altezza di tutte quelle già postate ^^. Spero che sia stata una lettura piacevole!

  
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