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Autore: crystalemi    16/04/2010    1 recensioni
La Fine. Prima, prima che quel giorno arrivasse, prima non vi aveva mai pensato.
[Slash quasi inesistente || probabile OOC, dato che sono secoli che non scrivo su Harry e Draco!]
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Love is the Most Contagious Disease We've Ever Known





Harry si lasciò cadere a peso morto sul letto, svuotato di tutto.
Doveva essere felice,avrebbe dovuto esserlo per primo, avrebbe dovuto esserlo più degli altri.
La Fine.
Prima, prima che quel giorno arrivasse, prima non vi aveva mai pensato. Prima c’era solo la necessità, nemmeno il desiderio, di sconfiggere Voldemort; prima c’era un obbiettivo fisso, un punto di partenza, un punto di arrivo.
Ora aveva tagliato il traguardo, aveva vinto.
Sentiva i festeggiamenti di sotto, ma non riusciva ad esserne davvero felice.
Non che non fosse felice che fosse tornata la pace, che finalmente le persone non avrebbero più dovuto temere di pronunciare un nome, quasi se l’atto in sé l’avrebbe fatto apparire nella stanza. Era felice, per questo, ma in realtà non sapeva cosa fare.
Era uno strano senso di sconforto, di perdita, di paura.
Ora aveva un futuro, e semplicemente non sapeva che farsene di quel futuro.
Non aveva più una guerra da combattere, non aveva più un Mago Oscuro da ostacolare, non aveva nemmeno più qualcuno che gli desse un motivo per camminare avanti a sé.
Avrebbe semplicemente scendere al primo piano di Grimmauld Place numero 12 e godersi i festeggiamenti, le sue prime ore da ragazzo qualunque, ma non c’era realmente nessuno che in quel momento gli sarebbe piaciuto vedere, nessuno che avrebbe saputo capirlo.
Non era un pensiero nato da quel sentimento di solitudine che lo attanagliava a quindici anni, e non era nemmeno nato dalla paranoia fondata che lo aveva affetto durante il suo ultimo anno ad Hogwarts. Questo era forse uno dei pochi pensieri adulti che avesse mai formulato da solo: era solo in questa rinascita.
Hermione, Ron, Ginny... nessuno di loro poteva guidarlo, erano tutti giustamente occupati a piangere di gioia nel loro cuore.
Loro avevano un motivo o un qualcuno per il quale ricominciare a vivere, finalmente.
Lui non ne era poi così certo, non sapeva se Ginny fosse la donna giusta per lui.
Forse in lei aveva disperatamente cercato Lily, una figura materna, sua madre. Ma lui non era James e Ginny non era Lily, dubitava che fra di loro sarebbe in qualche modo funzionata, una possibile nuova storia. E non voleva fermare Ginny nel tempo, non voleva costringerla a tirarlo fuori da quella bolla di terrore che si era creato attorno, da solo. Non se non era sicuro di amarla, poi.
Era stanco di promettere, era stanco di far aspettare, era stanco di essere aspettato.

La porta si aprì cigolando ed Harry si spaventò, prima di vedere una donna alta e mora entrare silenziosamente, portando un bambino in braccio. Harry aveva supposto che Andromeda fosse bella perché quasi tutti i Black erano di bell’aspetto, ma non l’aveva mai immaginata così simile a Bellatrix, ma con quello sguardo acceso di Sirius. Ma quella non poteva che essere Andromeda Black, dato che portava in braccio il piccolo Teddy.
Le fece posto sul letto, chiedendosi se lei riuscisse a vedere quel senso di vuoto che lo circondava da dentro: Sirius era certo che l’avrebbe capito.
«Non conoscevo bene i tuoi genitori,» cominciò la donna con voce lieve, per non svegliare il piccolo «ma conoscevo molto bene Sirius, e abbastanza Remus»
La frase rimase stazionaria nella camera, portando alla mente di Harry i volti delle persone che più aveva amato, le quattro figure che erano stati i suoi genitori.
Gli occhi verdi del ragazzo cercarono nella donna un significato nascosto, ma Andromeda sembrava assorta nei suoi pensieri mentre puliva un po’ di bava dalla bocca del bambino, utilizzando il bavaglino che quello portava al collo.
«Quando Sirius scomparve dietro il velo, Remus mi disse una cosa particolare,» mormorò Andromeda, rincorrendo un proprio filo logico, cosa che ad Harry ricordò subito di Sirius. «Mi disse che presto sarebbe arrivata la sua ora. Credo abbia amato Dora più di quanto immaginasse, eppure l’amore che provava per Sirius non è morto con lui. Non è morto con loro, l’amore che entrambi ti hanno voluto, Harry»
Andromeda gli porse un sorriso tenero, simile a quelli che dedicava a Teddy, ed Harry si sentì arrossire come quando a quattordici anni non riusciva a parlare alla ragazza dei suoi sogni.
«Ormai dovresti averlo capito che l’amore è qualcosa che non si cancella, che non finisce. Molte persone, da ciò che ho saputo, si sono sacrificate per te, molti ti hanno amato al punto di morire pur di vederti felice. Ma credo che tu stia sbagliando direzione, al momento,» Andromeda aveva ora puntato i suoi occhi accesi di quella passione non ancora sopita nonostante gli anni della maturità e del dolore che aveva affrontato. Ed Harry era quasi sicuro che lei capisse come si sentisse perduto e spaventato, in tutta quella confusione.
«Forse non devi andare avanti, non ancora. Forse non puoi, c’è qualcosa che non hai fatto in questi anni, Harry?»
Il neo Salvatore del Mondo Magico e Non osservò la donna uscire dalla stanza, assieme al suo figlioccio e Harry pensò che non c’era nulla che volesse riprendere dal suo passato.
Poi un flash di grigio ghiaccio gli balenò in mente, e seppe che forse qualcosa doveva ancora salvarla, qualcosa attendeva di essere costruita da sette lunghissimi anni di incomprensioni e pregiudizi.
Così, senza dire nulla a nessuno, si smaterializzò davanti ad un maniero conosciuto.

Non ebbe nemmeno il tempo di orientarsi che una testa bionda spuntò all’orizzonte.
Draco Malfoy aveva le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni della veste, guardava in basso, fissava la terra sotto i suoi piedi, forse chiedendosi il da fare, così come se lo era chiesto Harry poco prima.
Poi sollevò la testa quando ormai erano a pochi metri di distanza.
V’era tempesta nei suoi occhi grigi, ma Harry si ritrovò stranamente a casa, come se davanti a lui stesse l’unica persona che nonostante tutto potesse comprenderlo.
Non parlarono e si allontanarono in silenzio dal maniero, Harry seguiva confuso la sua nemesi, ma nemmeno una volta si chiese se era giusto essere andato a cercarlo. Lo era, era la cosa più giusta che potesse fare.
E glielo disse, quando Malfoy si voltò verso di lui e i loro occhi si incontrarono ancora.
Nei cieli tempestosi e freddi di Draco qualcosa si calmò, ed Harry accennò un timido sorriso di fronte a tanta spudorata bellezza. E non si riferiva ai capelli biondi o al volto fine, e nemmeno al portamento elegante.
Draco aveva vissuto la guerra, era solo ora, non aveva idea di come dirigere la propria vita, eppure in quella tempesta che andava lentamente scemando restava accesa la speranza, quella che Harry credeva di aver perso, una volta sconfitto Voldemort.
Draco ghignò nel tipico modo dei Malfoy, innervosendo quasi come un riflesso condizionato Harry, e gli tese una mano, e attese con la testa inclinata su un lato.
E nonostante Draco fosse irritante, ossessionante, infantile, egoista, egocentrico, vanitoso, codardo e crudele, nonostante Harry ora sapesse che lo era e non soltanto lo supponeva a pelle, nonostante ancora gli saliva la voglia di picchiarlo per quel suo ghigno, e nonostante fosse Draco Malfoy di per sé, questa volta Harry non esitò a stringerla con vigore e una punta di speranza nel cuore.






Note dell'autrice Premettiamo pure che non prendevo in mano Harry e Draco da eoni, aggiungiamo che non sono mai riuscita a gestire nessuno dei due, continuiamo sulla linea che Andromeda non è esattamente un personaggio di cui so molto, e finiamo per accennare al fatto che ancora non riesco a digerire la relazione fra Tonks e Remus.
Come avrete inteso, questa fic non ha un senso. Stavo ascoltando "Coming Down" degli Skillet e ho capito male il testo che dice:
I will drink from the well of the One who gives me life
I will eat of the bread of the One sacrifice
I will breathe of the breath of the body of God
I will dive to the depths and raise a new man

Io ho compreso "Ones" e questo non si sarebbe riferito quindi a Cristo ma a tutti coloro che si sono sacrificati per Harry e Draco, per permettere loro di vivere.
Se vogliamo essere sinceri, l'unico hint slash è su Sirius e Remus, e il momento fra Draco ed Harry si può intendere benissimo in senso amichevole. Il titolo è fatto per discostare da questa idea, ma non lo impongo a nessuno.
Questa è in ogni caso, la mia personalissima fine dei sette libri, né più, né meno.
E, se vi va, commentate (o per lo meno ascoltatevi la canzone - da cui è tratto anche il titolo).
   
 
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