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Autore: Hayley Lecter    17/04/2010    2 recensioni
Durante il viaggio in macchina, nessuno dei due si azzardò ad aprir bocca. Erano troppo occupati a studiarsi reciprocamente, il silenzio incombeva, ma a loro bastava. Bastava seguire i movimenti, le mosse dell'altro per accorgersi che non occorrevano parole per esprimere cosa significasse ritrovarsi seduti l'uno accanto all'altro. Jessica si concentrò su Bill per un pò. Il suo sguardo deciso fisso sulla strada, una mano sul volante e l'altra sulle marce, la determinazione che aveva anche mentre dirigeva la sua auto. Ad intervalli regolari, i suoi occhi si riducevano a fessure, ogni volta che la luce del sole gli sfiorava il viso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Reden.

 

 

Note: Bene, eccomi qui di ritorno. Volevo solo darvi un piccolo suggerimento, prima di augurarvi una buona lettura ^^ Occorre che andiate a spulciare tra le mie fanfiction e trovare "Black", sebbene essa sia composta da solo due capitoli, saranno proprio quest'ultimi ad avere un ruolo essenziale, perciò di conseguenza riuscirete a comprendere la storia che qui di seguito ho postato, diciamo che questa è la continuazione in una qualche maniera.

 

Wir wollten nur reden,
Und jetzt liegst du hier
Und ich lieg daneben, Reden, Reden

 


 

- Dai lascia, ci penso io. -
Con fare servizievole e sbrigativo,
Jessica strappò dalle mani di Bill i piatti con cui avevano appena pranzato.
Viaggiò fino al lavandino e li lasciò ballonzolare nell'acqua saponata,
finchè tutta la tavola fu sparecchiata, e piatti e stoviglie vennero riposti con cura nella credenza vetrata.
- Posso accendere un momento la tv? -
Chiese Bill, che appoggiato sul cornicione della porta aveva seguito con attenzione ogni suo movimento.
Le era mancata la sua fretta nello sbrigare i lavori domestici,
le era mancato il modo in cui anche una piccola macchia su un bicchiere la faceva infuriare
e di come si impegnava nel rimuoverla.
Tutto di lei, era stato così dolorosamente rimosso, ogni piccolo dettaglio acquistò terreno nella sua mente.
Jessica annuì tranquillamente, asciugandosi le mani sullo strofinaccio. Poi lo seguì in salotto, sedendosi sul divano.
- Trasmettono un film in particolare? -
Domandò, abbandonandosi con la testa sullo schienale e sbadigliando sonoramente.
<< No, nessun film. Ho solo voglia di vedere, che genere di bufala si inventeranno di nuovo sul conto di mio fratello, tutto qui. >>
Gli confidò lui, aggrottando la fronte. Fece zapping per diversi minuti, finchè non trovò il canale che gli interessava, rimanendo in ascolto.
- Perchè, cos'è successo? -
- Stalking. -
- Non ci posso credere.. -
- Credici. -
Bill diventò d'un tratto molto serio, i suoi lineamenti si indurirono, come se una notte non ancora sopraggiunta fosse scesa sul suo volto.
Jessica gli passò una mano sulla spalla. Sapeva che qualunque cosa fosse stato doloroso per Tom, lo sarebbe stato anche per lui.
- Ecco, adesso dovrebbero trasmettere il servizio su di lui. -
Jessica lasciò che il dito esercitasse una certa pressione sul pulsante del volume, poi si sporse per sentire meglio.
" E adesso, passiamo al mondo spettacolo. Tutti conoscono la famosa teenie-band dei Tokio Hotel che ha fatto impazzire milioni di teenagers in tutto il mondo. Tom Kaulitz, il famigerato chitarrista del gruppo, accusato ancora una volta di violenza su una fan. Si tratta di un nuovo tentativo di stalking? Quello che più preme il pubblico tedesco, è di come i fatti si siano svolti realmente, la polizia sta indagando più a fondo. Al momento, sembra che il caro vecchio Tom abbia preteso determinati "servizi" da una fan, che non sembrava assolutamente approvare ciò che il bel musicista ventitreenne aveva esplicitamente richiesto, dopodiche si sarebbe avventato sulla ragazza, provocandogli una frattura al naso. Stando a questo, siamo in attesa di nuovi aggiornamenti sul caso Kaulitz."
Non appena il giornalista tacque, Bill spense la tv, furente.
Jessica avvertì subito in lui, la rabbia, già nel momento in cui le aveva detto il motivo per cui avrebbe acceso il televisore, vide le sue mani stringere con forza il telecomando, tremanti. Scorse sul suo viso la stessa espressione di quando lei le aveva confidato che l'aveva tradito.
- Andrà tutto bene. -
Cercò di rassicurarlo. La sua mano, dalla spalla, passò alla testa. Gli accarezzò i capelli, scompigliandoglieli un pò, sentì sotto le dita il gel che si era seccato.
Lui la guardò, le rughe attorno agli occhi si erano dissolte e adesso quell'abisso castano, nel quale risplendeva un sole momentaneamente smorto, sembrò riprendere vita. Annuì, le afferrò la mano che aveva affondato nei suoi capelli e se la portò al petto.
- Ti va di venire da me? Sono solo a casa, Tom è andato a fare compagnia alla mamma, per questo fine settimana. Credo sia meglio anche per lui, viste le circostanze.. -
Jessica allargò la bocca in un sorriso.
- D'accordo. -
- Perfetto. Metti qualcosa in borsa, io ti aspetto in macchina. -
Detto ciò, Bill si alzò dal divano, infilò con il suo inconfondibile modo di fare il giubotto di pelle e uscì, sbattendosi la porta alle spalle, avviandosi per il vialetto ed entrando in macchina.
Jessica volò da una camera all'altra ad una velocità sorpredente.
Riversò lo stretto necessario in un borsone, diede un colpo di telefono alla vicina, per star sicura che qualcuno avrebbe avuto cura dei suoi cani almeno per quella sera, magari l'indomani avrebbe fatto un salto per controllare se avevano bisogno di qualcosa. Poi diede due mandate alla serratura e lasciò le doppie chiavi sotto il tappeto d'entrata della villetta accanto alla sua.
Durante il viaggio in macchina, nessuno dei due si azzardò ad aprir bocca. Erano troppo occupati a studiarsi reciprocamente, il silenzio incombeva, ma a loro bastava. Bastava seguire i movimenti, le mosse dell'altro per accorgersi che non occorrevano parole per esprimere cosa significasse ritrovarsi seduti l'uno accanto all'altro. Jessica si concentrò su Bill per un pò. Il suo sguardo deciso fisso sulla strada, una mano sul volante e l'altra sulle marce, la determinazione che aveva anche mentre dirigeva la sua auto. Ad intervalli regolari, i suoi occhi si riducevano a fessure, ogni volta che la luce del sole gli sfiorava il viso.
- Bill?! -
Jessica richiamò su di sè la sua attenzione.
- Mmh? -
Lui distaccò lo sguardo per un attimo dalla strada e lo posò su di lei.
- Sei bellissimo anche mentre guidi, lo sai? -
Le labbra di Bill si schiusero in un furbo sorrisetto.
- Aaah, se lo so! -
- Stupido. -
E risero insieme.
Jessica posò la sua mano su quella di lui, che al momento era poggiata sulle marce. Sospirò sonoramente e ammirò tutto ciò che riusciva a scorgere al di fuori del finestrino.
Decisamente, il mondo aveva ripreso colore, sembrava essere passato chissà quanto tempo, invece in una giornata era accaduto ciò per cui Jessica non aveva mai perso la speranza, che anche se esistente, cercava di nascondere. Sbalorditivo, pensare a come in poche ore, la sua vita fosse cambiata radicalmente.
  
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