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Autore: Lizzy Dreamy 93    17/04/2010    0 recensioni
Ciao, se leggete vuol dire che avete fegato questa storia parte da molto tempo dopo Breaking Dawn e parla attraverso gli occhi di un nuovo personaggio: Leila, una ragazza bellissima, dalle capacità particolari molto ambite dai volturi che si ribella alla sua natura, cercando di appartenere a uno dei mondi tra cui è in bilico, non è umana, non è un lupo e neppure un vampiro. Chi è? La storia di una ragazza semplice eppure così complessa in un intreccio di mondi, sentimenti e giohchi di potere. Vi prego di recensire ma siate clementi è la mia prima fan fiction...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare voglio rigraziare coloro che mi hanno messa tra i seguiti e voglio specificare che ho modificato il primo capitolo della storia dividendolo in due capitoli. Vi prego di essere clementi poiché è la mia prima fan fiction e di lasciare recensioni per favore. Buona lettura e ricordate le recensioni…

Volterra

Faceva un freddo della malora! Come se quei tre giorni non fossero ancora abbastanza complicati; di solito non avvertivo il freddo, per natura ero immune alle temperature, ma ora percepivo tutte le sensazioni troppo accentuate. Forse dipendeva dal pericolo che incombeva sempre più vicino, del resto ero circondava da vampiri assetati di sangue, e il mio sangue gli faceva più gola di qualsiasi altro tipo.

Era strano ma la mia povera nonna-lupo mi aveva spiegato che gli altri della nostra specie (sempre se dopo circa cento anni ce n’erano ancora ) avevano un odore che disgustava i vampiri e gli “avvertiva” del pericolo, secondo lei io avevo evoluto alcune doti in più (come il mio profumo o il mio scudo mentale e fisico) per catturare ed eliminare più facilmente i miei nemici.

Ora questo dono mi dava veramente fastidio, tutti i Volturi mi guardavano come se fossi un piatto di lasagne appena sfornato… IRRITANTE!!! Non potevo attaccarli tutti, erano tantissimi, troppi per un solo lupo, per questo motivo avevo deciso di aspettare affidandomi alle mie facoltà extra: i mie scudi. Lo scudo che proteggeva la mia mente era più facile da gestire, era naturale, non mi rendevo neppure conto che fosse attivo. Lo scudo che mi rendeva immune a qualsiasi attacco fisico, invece, era un grosso problema: a volte si attivava in maniera del tutto autonoma ad uno spostamento d’aria brusco (una volta avevo polverizzato un pallone tirato per sbaglio nella mia direzione. . .), la maggior parte delle volte era una fatica tenerlo attivo, richiedeva molta energia e una grande concentrazione; dopo tre giorni di perenne veglia era quasi impossibile sostenere quella fatica, anche perché ero a digiuno non mi fidavo di quei mostri che si fingevano gentili portandomi del cibo. Decisi di liberarmene per qualche momento per concedermi un po’ di riposo, infondo per Aro ero una cavia preziosa e in quel momento nella stanza c’era un po’ di serenità, ero sorvegliata solo da pochi vampiri. Chiusi gli occhi per un attimo e ne ebbi un immediato sollievo, mi accasciai accanto ad una poltrona, poggiai la testa sulla soffice imbottitura del bracciolo e cercai di rilassarmi.

«Guarda che puoi anche sederti sulla poltrona, non ti mangia nessuno»

Aprii gli occhi per vedere chi avesse parlato, era stato Felix che ora mi sorrideva debolmente « Certo avete già mangiato almeno un pullman di turisti più mia nonna che altro potreste volere!» risposi acida al ricordo delle urla che avevo sentito il giorno prima e al ricordo più doloroso della mia cattura…

«Non possiamo bere il vostro sangue è un vero e proprio veleno per noi, forse il più doloroso» rispose lui avvicinandosi sino ad arrivare a pochi metri da me.

«L’unica cosa che mi rende possibile resistere ora è che qualche stupida sanguisuga è morta dopo aver bevuto il suo sangue. E l’unica cosa che mi rende addirittura felice di avere questo stupido odore è che se non mi lascerete andare uno di voi schifosi mostri prima o poi perderà il controllo e almeno qualcuno di voi finirà male! » ora mi trovavo a pochi passi dal vampiro che mi aveva parlato e non mi ero neanche resa conto di essermi alzata e di aver camminato.

Mi girai, mi diressi alla poltrona e mi posizionai proprio a terra accanto ad essa come poco prima , chiusi gli occhi e senza rendermene conto sprofondai in un sonno profondo.

Inizialmente era tutto nero, ma dopo poco iniziai a sognare; vidi un prato bellissimo, non un tipico prato all’inglese ma un campo pieno di fiori selvatici, dei miei fiori selvatici preferiti, l’aria era frizzante leggera e fresca, si sentiva un profumo dolce e gradevole, il cielo era di un azzurro intenso e limpido senza nuvole e con un sole splendido. Mi guardai attorno e non c’era nient’altro che splendidi fiori, guardai meglio e vidi che in lontananza c’era la casa in cui io e la mia famiglia passavamo le vacanze, riconobbi il campo e vidi che era proprio quello in cui andavo sempre a pensare al mio fantastico futuro che avevo progettato prima di scoprire che non potevo avere un futuro «Tesoro vieni qui! Dai nipotina non vuoi aiutare tua madre e la tua vecchia nonna?» «Leila vieni!» riconobbi immediatamente le due voci che mi chiamavano a gran voce e mi diressi verso di loro correndo. Corsi per tanto tempo ma per quanto corressi non riuscivo ad avvicinarmi abbastanza, quando finalmente la figura della mia famiglia era più vicina il cielo divenne scuro, quasi nero coperto da fitte nubi e tra i miei amati e me si frapposero i Volturi al completo. Alcuni di loro ridevano facendo scintillare i denti affilati, altri invece non gli vedevo, tentai di passare ma mi bloccarono il cammino. C’era un immane silenzio e poi all’improvviso delle urla fortissime.

Mi svegliai di soprassalto raddrizzandomi e mi resi conto che qualcuno doveva avermi spostata sulla grande poltrona rossa.

Era solo un sogno, ma le ultime parole che avevo udito tra le urla erano chiare e rimbombavano nella mia mente come per l’effetto di un’eco, le ultime parole che avevo udito erano state non perdere la speranza unito a ce la farai a scappare e ad altre frasi sconnesse di cui non afferrai il significato.

Purtroppo le urla ora erano dovute al pasto dei volturi. Nella stanza c’erano solo due guardie e una di esse era Felix, guardia potenzialmente pericolosa in grado di uccidere un vampiro in pochi secondi (non riuscivo a immaginare neppure come sarebbe stato facile per lui eliminarmi mentre dormivo se solo avessero voluto).

Guardai verso le alte e strette feritoie da cui non entrava alcuna luce, neppure un debole raggio che potesse aiutarmi a capire quanto avessi dormito; quando avevo chiuso gli occhi nella stanza vi erano deboli raggi di sole e ora vi era solo un buio totale e inquietane spezzato solo dalla luce di qualche candela che ad umano non avrebbe certo permesso la vista completa della stanza.

Dovevo sapere quanto avevo dormito per cui valutai di rivolgermi ad uno dei pochi vampiri a cui avevo rivolto la parola da quando ero arrivata in quello stupido posto con la voglia di vendicarmi… Mi stava guardando con aria un’ perplessa quasi non si aspettasse il mio risveglio, prima che potessi parlare mi sorrise dicendo:“Ehi buon risveglio eri talmente addormentata che stavo per chiamare qualcuno sembravi morta”.

“Ci speravete eh? Comunque Scusa se te lo chiedo ma da quanto tempo sto dormendo?”

“Beh è un po’ strano che tu sia riuscita a dormire così tanto ma sono 4 giorni che non fai altro che dormire”

Stano potevo aver dormito così tanto in mezzo a tutto quel macello? C’erano un sacco di mostri assetati di sangue nelle vicinanze ed io ero riuscita a dormire per quattro interi giorni senza rendermi davvero conto del pericolo che correvo. Forse era stato il mio strano sogno a farmi perdere completamente conoscenza, no, era impossibile che quel sogno fosse durato così tanto doveva esserci qualcos’altro magari il sogno era durato più tempo e io non riuscivo a ricordarmene o forse era iniziato solo quando il mio cervello aveva avuto abbastanza forza da ritornare al crudele mondo reale in cui io non avevo più un posto dove andare e ancora peggio forse sarei diventata il pasto di un’immortale.

Era inutile stare a pensare troppo al perché avevo dormito così tanto, del resto ne avevo proprio bisogno. Dopo tante ore di riposo mi sentivo più forte: avevo le idee più o meno chiare, la fame mi aveva abbandonata, la mia mente era pronta a sostenere lo scudo, i miei muscoli erano tesi e pronti a sferrare un attacco senza trasformazione, i miei sensi erano più ricettivi la vista e l’udito più acuti, cercai di non concentrarmi troppo sull’odore perché non era piacevole l’odore di vampiri misto a quello di sangue fresco.

Guardai bene la stanza dovevo trovare un modo per fuggire da quel posto spettrale, ma non avevo molte vie di scampo, anzi a dirla tutta non ne avevo nessuna visto che c’erano Volturi ovunque, e l’unica via d’uscita era sorvegliata.

Vagliai le possibilità che avevo: allearmi con i miei nemici e essere il loro cane da guardia era da escludere a priori, non mi sarei mai alleata con degli assassini anche se significava soccombere; l’assenza di libertà era una situazione del tutto temporanea visto che ero certa che non avrebbero resistito a lungo al mio sangue anche se velenoso, quindi l’unica via di fuga era da cercare nei miei rari spostamenti per andare in bagno, nella settimana di prigionia erano stati gli unici momenti in cui ero rimasta sola; dovevo trovare il modo di scappare, una via d’uscita doveva esserci dovevo solo trovarla.

Tentai di elaborare il mio piano me non ricordavo se nel bagno vi erano o meno finestre per cui dovevo improvvisare “Posso andare in bagno?” chiesi usando un tono di voce basso.

“Certo” fu la risposta una delle due guardie rimase mentre l’altra andò a chiamare la mia scorta.

E già avevo una scorta che mi portava praticamente davanti alla porta del bagno e poi aspettava lì.

Mi accompagnarono in un lungo e stretto corridoio e la mia scorta composta da 6 vampiri rimase ad aspettarmi fuori dalla porta, la chiusi a chiave anche se era del tutto inutile e stupido.

C’era molta luce ed era un ambiente molto grande, enorme che occupava circa 100 mq al centro della stanza c’era un enorme vasca da bagno con rubinetti color oro, tutti i servizi erano bordati in oro e fatti di granito lucente con piccole sfaccettature, la stanza era arredata con drappi e arazzi di un rosso sangue acceso, più in là vi era un divanetto dello stesso colore e sopra vi erano dei vestiti normali accanto ad un pezzo di stoffa ben piegatolo lo sollevai e vidi che era un enorme mantello rosso.

Guardai anche i vestiti con attenzione, c’erano un paio di jeans scuri e un maglione di lana a collo alto azzurro abbastanza grande da poter entrare ad una persona molto più alta di me, gli annusai per accertarmi che non fossero di qualche loro pasto precedente ma erano nuovi, c’era tutto quello che mi serviva oltre ad un altro vestito rosso che non guardai neppure.

Forse indossare mantello e vestito rosso per loro era come accettare di diventare un’assassina anche io per cui non vi prestai molta attenzione e scelsi i vestiti comodi più consoni alla fuga.

Mi lavai e mi vestii con quei vestiti, per mio malgrado non avevo altre possibilità e i miei vestiti cominciavano a non odorare di buono, sapevano di vampiro mentre questi mi sembravano semplicemente nuovi senza l’odore di sanguisuga tipico di quel posto.

Avevo ancora un po’ di tempo e decisi che era il momento giusto per scappare, mi diressi verso la fonte di luce e scostai la leggera tenda rossa, quasi trasparente. Cavolo! La finestra era sbarrata da spesse sbarre di ferro larghe circa 5 cm, non avevo molta fortuna.

Aprii la finestra e nella stanza entrò una brezza fresca e dolcissima, il panorama era fantastico, vi era una distesa di colline verdi interrotte di tanto in tanto da qualche bosco più o meno grande, il cielo era stellato e di un magnifico blu, il tutto illuminato da una grande luna piena.

Mi poggiai al davanzale della finestra e vidi che l’altezza non era da ignorare anche se probabilmente non mi sarebbe successo nulla, purtroppo era una delle torri più alte e la stanza si affacciava proprio nel paese per cui non sarei scappata del tutto ma era un primo passo. Tesi le braccia verso le sbarre della finestra e provai ad allargarle, senza ottenere il risultato sperato provai ad aumentare la forza sulle sbarre e dopo molti minuti in cui provavo ad allargarle abbastanza si piegarono leggermente, in maniera appena percettibile.

Ero esausta, chiusi le finestre e rimisi la tenda come l’avevo trovata, per quel giorno non sarei scappata o avrei provato in un’altra maniera. Mi lasciai cadere sul divanetto rosso e proprio in quel momento bussarono alla porta, era comprensibile ero stata parecchio tempo a tentare di scappare. “Si sto uscendo” dissi, mi rimisi in piedi e legai i capelli ancora bagnati in una coda improvvisata che si sciolse quasi subito.

Magnifico allora non mi riusciva proprio nulla quel giorno,aprii la porta e mi ritrovai davanti la mia scorta che mi aspettava spazientita, proprio davanti alla porta ritrovai Felix con un mezzo sorriso dipinto sul volto, si giro verso gli altri vampiri e gli disse: “Ora potete andare me ne assumo le piene responsabilità”

“No è nostro preciso ordine sorvegliarla durante il tragitto” disse un vampiro dalla statura piccola, Felix assunse un’aria feroce che non ammetteva repliche e disse “Ho detto che potete andare me ne assumo le piene responsabilità. Ora sparite!” se ne andarono tutti.

  
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