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Autore: Rinoagirl89    18/04/2010    1 recensioni
Era certo che il loro destino fosse legato.
Ma nessuno di loro poteva sapere che tutto ciò sarebbe stato solo un altro gioco del destino.
Due ragazze ed una sola strega : Artemisia
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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< < Rinoa? > >

 

Pian piano Squall sentì il suo respiro farsi meno frequente, come se un pugno lo avesse colpito in pieno stomaco. Con le mani sudate e gli occhi sgranati continuava a guardare quell’immagine sul monitor.

Vedeva quel corpo minuto [tanto amato] seduto su una misera sedia, con tanti di quei fili addosso che Squall si sarebbe messo a ridere,  se solo il suo cuore avesse smesso di battere così forte a ricordargli che era ancora vivo e che una sua risata in pubblico non era certo nella lista delle cose da fare per quel giorno.

Una mano sulla spalla lo fece tornare alla realtà,  conscio che quell’immagine non era poi così lontana dal reale,  visto la sua precedente chiacchierata con Laguna.

< < Squall tutto bene? > >

“Bene? BENE?”

Senza dir più niente il ragazzo uscì di corsa dalla stanza sbattendo nuovamente la porta,  tanto che Mariko, per il suo repentino cambio d’atteggiamento, si ritrovò a guardare accigliata Laguna che si stava massaggiando la gamba e che quindi doveva saperne molto di più di quel che aveva detto a tutti loro.

 

Scese di corsa le scale che lo portavano nella stanza dove aveva visto Rinoa,  incurante del fatto che forse la ragazza non avrebbe reagito bene alla sua vista.

“Nonmimportanonmimporta!”

Di nuovo quella sensazione opprimente si fece spazio fra i suoi pensieri,  come per tormentarlo per il solo fatto che lui esisteva sulla faccia della terra e quindi,  come tale,  era destinato a soffrire come tutti i comuni mortali.

Un altro passo… una porta!

La spinse senza troppe cerimonie, rimanendo per un attimo folgorato dalla vista che gli si proponeva.

Il golfino azzurro, le ali spiegate, il viso angelico e le solita espressione confusa lo accoglieva a “braccia aperte”, o almeno si fa per dire.

< < TU! > > Disse lei rivolgendogli un dito contro e mimando una faccia arrabbiata,  seppur cercando di nascondere un luccichio negli occhi che non passò inosservato al capo dei Seed.

< < Mi devi spiegare un bel po’ di cose caro Squall…> >

 

< < Allora vorresti spiegarmi cosa sta succedendo qui Laguna? > >

Il tono arrogante e arrabbiato che le rivolgeva la piccola non era un buon segno, per questo Laguna si stava maledicendo per non aver  gettato quel poco di sale sullo specchio rotto da Ellione qualche giorno fa.

 

“Laguna,  sette anni di sfiga!”

“Ma che cosa vuoi che sia Elly,  figurati se uno specchio rotto mi fa paura”

 

“Ecco,  avrei dovuto darle retta,  e poi… oh no,  il dolore alla gamba no!”

Mentre Mariko incrociava le braccia al petto e picchiettava il piede per terra in attesa di una spiegazione,  il povero Laguna cercava una sedia per potersi sedere.

Come sempre il dolore alla gamba si presentava ogni qual volta era teso ed agitato,  e stavolta doveva vedersela con una ragazzina tutto pepe che di certo avrebbe avuto da ridire su un bel po’ di cose.

< < Allora sto aspettando,  Laguna > >

< < Ehm si certo lo so Mari-chan ma vedi qui la situazione è più complicata di quello che ci aspettavamo all’inizio > >

La ragazza allora si fece avanti e prendendo un'altra sedia si accomodò di fronte a lui, sedendosi al lato opposto di dove ci si siede comunemente, le gambe le spuntavano ai lati della sedia e le braccia le poggiava sulla spalliera della sedia.

Mantenendo sempre quell’espressione imbronciata da bambina che voleva sapere perché il papà non le comprava il suo giocattolo preferito, gli disse di spiegarsi meglio e che certe frasi di circostanza con lei non servivano.

< < Allora ascoltami, perché quello che sto per dirti deve rimanere tra te e me > > disse Laguna avvicinandosi alla ragazza, mantenendo però una mano sulla gamba, che Mariko non si lasciò sfuggire.

“Quello che sta per dirmi non mi piacerà affatto”

< < Si ti ascolto > >

< < Bene, vedi come ben sai le notizie relative alla tua possibile associazione con Artemisia ci sono pervenute dal futuro. Devi sapere però che tu non sei l’unica strega del nostro tempo e che il nostro informatore ha detto che andava presa una precauzione anche nei suoi confronti e…  > > ma Laguna non poté continuare perché la ragazza si era alzata talmente in fretta dalla sedia da rovesciarla a terra e lo sguardo che aveva ora era ben lontano dalla sua solita spensieratezza.

< < Laguna, non mi dire che anche lei è qui  > > disse con una voce tremante di rabbia, mentre realizzava quello che aveva appena sentito.

“No, lei no… tutti ma lei NO!”

Laguna si alzò piano dalla sedia e cercò di calmarla un poco, ma lei si allontanava sempre di più man mano che lui si avvicinava fino ad arrivare a poggiare la schiena al muro.

< < Vedi non avevamo altra scelta, come sai il nostro informatore è attendib… > >

Ma anche stavolta la sua frase rimase a metà perché la ragazza aveva urlato interrompendolo. < < Ma chi cavolo è ‘sto qui me lo vuoi dire si o no? Chi ti dice che possiamo fidarci eh? > >

E fu allora che Laguna non poté più tacere.

Almeno non a lei.

< < …glio > > sussurrò piano, ma non abbastanza per farsi sentire da lei che mise una mano a coppa dietro l’orecchio.

< < Non ti ho sentito potresti alzare un po’ la voce? > >

Laguna allora si avvicinò a lei, perché non poteva permettere che quello che aveva custodito fino ad allora tanto gelosamente venisse divulgato.

Inoltre avrebbe stravolto completamente il futuro, perciò andava presa la massima cautela.

 

                     < < Lui - le sussurrò all’orecchio – è il figlio di Squall e Rinoa > >

                            

Il tempo per lei si fermò.

In quell’istante capì che la cotta che si era presa per il comandante dei Seed era destinata ad essere per sempre una cosa a senso unico.

Non solo, il loro stesso figlio era venuto dal futuro per assicurarsi che lei venisse messa al riparo dal mondo, che non fosse un pericolo per gli altri.

Davvero magnifico.

 

 

 

< < Capito Rinoa? > >

La ragazza discuteva oramai da ore con quel cavolo di assistente che le diceva di “svuotare la mente”, ma lei non riusciva a svuotare un bel niente visto che il suo uomo era lì finalmente con lei.

Non era stato facile accettare la scelta che lui aveva fatto per proteggerla, ma in fondo sapeva come era fatto: “Sacrificio per me non è che una parola, non ne ricavo nulla dal non adempiere al mio dovere”. Ecco e alla fine chi ci rimetteva?

Lei.

Avrebbe dovuto prenderlo a calci, come aveva fatto quella volta con Irvine per convincerlo a tornare indietro a salvarli dopo che erano stati arrestati.

Quello si che poteva passare alla storia!

< < Si ho capito ma sono stanca e vorrei riposarmi adesso > > disse lei con il tono più afflitto che poteva, doveva pur guadagnare qualcosa dal suo essere donna, anche con gli occhi di Squall puntati addosso.

Tutto pur di uscire fuori di lì.

< < Capitano Squall, può accompagnare la signorina nelle sue stanza per cortesia? A quanto pare è incline, come l’altra, a stancarsi molto facilmente > > disse il ragazzo in tono molto seccato, che la diceva lunga sulle continue pause di entrambe le streghe.

“Donne bah”

Squall, invece, non poté non trattenere un piccolo sorrisetto, subito nascosto dalla sua faccia di bronzo, mentre si accostava complice a Rinoa che se la rideva perché come sempre alla fine riusciva ad ottenere quello che voleva.

< < Allora dove vuole andare di grazia la signorina? > > disse lui, ma non abbastanza piano da non farsi sentire da Jian, l’assistente addetto alla cura di Rinoa, che prontamente rispose.

 < < In camera Squall, in camera > >

< < Si certo Jian > > gli rispose di rimando Rinoa mentre si liberava degli ultimi residui di cera che le rimanevano sul corpo per via dei fili, senza però dimenticarsi di rivolgergli un bel sorriso nel frattempo  che spingeva Squall fuori dalla stanza. < < Contaci! > >

Appena fuori si richiuse la porta dietro le spalle e rivolse tutta la sua attenzione al ragazzo che la guardava con aria quasi sofferente, sempre riferendosi però agli standard di Squall, il quale ad altri poteva di certo sembrare un volto imperturbabile.

Ma non a lei.

Fu così che senza preavviso gli tirò uno schiaffo.

Aveva premeditato di farlo subito, ma non se la sentiva di mettere a nudo tutta la sua angoscia di fronte a tutte quelle persone, e inoltre, anche se dentro sé aveva capito la sua scelta, voleva che capisse per una volta i suoi di sentimenti.

La paura provata la volta in cui era rimasta sola in quelle quattro mura, era poco in confronto al fatto che poteva non rivedere più la persona che amava.

< < Squall, so che quello che hai fatto l’hai fatto perché pensavi di essere nel giusto > > disse lei guardandole negli occhi, mentre lui non si muoveva di un millimetro, neanche per toccarsi la guancia arrossata.

La guardava di riamando ascoltando quello che lei aveva da dire.

< < Però non voglio che tu lo faccia mai più, non posso sempre sperare che tu ricordi quanto la tua vita ormai non dipende più solo da te. Le conseguenze delle tue azioni non ricadono più solo su di te, ma anche sulle persone che ti sono accanto e che ti vogliono bene. > >

Gli rivolse un sorriso e piano gli si avvicinò, dapprima con la mano sfiorava i contorni del suo viso, soffermandosi sulle labbra e poi la sua mano scese sul suo cuore, che lei sentiva battere all’impazzata[solo per lei]

< < Squall > > soffiò lei piano poggiando la testa sul suo torace < < Io ti amo e non voglio perderti, capito? > > e poi alzò il viso per guardare ancora quegli occhi che l’avevano stregata, quelle pozze azzurre così cristalline che la magnetizzavano.

< < So che potrò sembrare sciocca oppure infantile, ma tutto questo lo supereremo. Io non sono Artemisia, non posso esserlo! Lo capisci Squall? > >

< < Rinoa, lo capisco > > disse Squall attirando maggiormente Rinoa verso di sé

< < Ma non puoi chiedermi di non temere per te, o per il nostro futuro. Io non sono molto bravo ad esprimermi, ma –e qui la sua stretta si accentuò maggiormente – tu mi hai portato verso questa strada e io voglio percorrerla fino in fondo > >

Lei non si trattenne dall’esprimere la sua felicità sorridendo sul torace del ragazzo.

Stettero abbracciati ancora per un po’ a godere del calore dell’altro, tanto da dimenticarsi che Laguna li stava aspettando.

< < Mariko? Hai sentito quello che ho detto? > >

“Si ho sentito forte e chiaro” pensò lei mentre dava le spalle a Laguna e usciva dalla stanza dei monitor.

Sapeva che di certo Squall non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, né che la scusa dello pseudo-ragazzo che si era inventata potesse aver ottenuto chissà quali rimostranze da parte di Squall. Eppure lei lo ammirava sin da quando era una piccola matricola nel Garden, lo guardava ogni giorno allenarsi, lo venerava sempre con tutti i suoi compagni, perché lei di amici non ne aveva.

Passava giorni interi a scrivere quaderni interi con il suo nome.

Nonostante ciò si era sempre tenuta a distanza da lui, si ripeteva “Sono una strega non posso di certo andare da lui e chiedergli di diventare il mio cavaliere. Inoltre qui alle streghe sparano a vista, perciò non ho speranze” quindi un certo senso si era rassegnata.

Fino a quando un giorno non arrivò lei.

Una strega.

Viveva nel garden.

Aveva degli amici che la sostenevano e l’accettavano per quel che era.

E poi aveva lui.

Rinoa Heartilly.

La odiava.

Certo, per lei nascondere una cosa del genere non era poi così difficile, con il carattere gioviale che si trovava poteva mascherare tutto piuttosto bene.

Eppure se la incontrava per i corridoi la scansava bruscamente.

Se la vedeva a mensa, se ne andava a mangiare da un'altra parte.

Se la trovava in biblioteca a rileggere per l’ennesima volta il suo libro preferito tremava di rabbia e scappava, lasciando perdere ogni proposito di studiare.

Tutto questo risentimento era giustificato certo, ma non era da lei.

Per questo si odiava, si sentiva in colpa verso Rinoa che in fondo non aveva certo avuto una vita facile… nemmeno lei. Senza madre e con un padre che incarnava tutto quello contro cui lei lottava.

“E poi il suo sguardo quando Squall le ha detto che era innamorato di lei e che se ne doveva andare. Le è crollato il mondo addosso, ed io non riuscivo neanche a non mostrare un po’ di compassione per lei. Ma ciò non toglie che lei adesso è felice.

Mentre io no”

Ma il destino a volte è ingiusto per questo stavolta le sarebbe toccato stare fianco a fianco con Rinoa, senza che lei potesse fare nulla.

Eppure tutti sapevano chi era destinata ad essere la strega Artemisia, perché ora tutta questa indecisione?

Ma distratta da altri pensieri non vide arrivare proprio la persona che meno avrebbe voluto incontrare, colei che adesso le era di fronte e le sventolava una mano davanti.

< < Ehi ci sei? Tutto bene?  > >

Si ridestò bruscamente dai suoi pensieri realizzando chi in quel momento aveva davanti a lei.

“Tanto prima o poi dovevo incontrarla”

< < Salve Rinoa, sono Mariko piacere di conoscerti > > disse lei con un tono ben lontano dalla cordialità.

< < Ah, piacere mio Mariko > > e tendeva la mano verso di lei con un sorriso gioviale a cui Mariko fece molta fatica a rispondere, ma nonostante ciò le tese tremante la sua mano, che Rinoa strinse senza alcun tipo di rimorso.

Forse neanche se la ricordava.

< < Ma Squall? > > le chiese dopo che finalmente aveva riottenuto la sua mano indietro.

< < Penso sia andato a parlare un momento con Laguna, ma adesso vorrei sapere qualcosa in più di te veramente > >

“No, non ci voglio parlare con te!”

Mariko si fermò bruscamente, tanto che Rinoa si girò verso di lei con un espressione un po’ allarmata, forse aveva sbagliato a chiedere di lei.

< < Non ho voglia di parlare con te che di certo sei qui solo perché volevi rivedere il tuo amato Squall > > le disse lei in tono sprezzante.

< < Cosa? Ma no io… > > ma Mariko le fece segno di tacere con la mano.

< < Sta zitta, cosa pensi che sia io,  un mostro? Tanto lo so cosa pensi di me. LO SO COSA PENSATE TUTTI! > > urlò a squarciagola davanti ad una Rinoa che non sapeva come reagire davanti a tanto astio nei suoi confronti.

< < Ascolta io non penso proprio nulla, poi cosa pensi che la mia vita sia meglio della tua? Ti sbagli Mariko, noi due condividiamo lo stesso destino ma ciò non toglie che tu non sia costretta a frequentarmi > >

La lucidità di Rinoa fece rinsavire Mariko, che si era agitata a tal punto da non riuscire più a reprimere i suoi sentimenti, tanto che sentiva il cuore battere molto forte, tanto che il rimbombo cominciava a darle fastidio, ed aveva il fiatone e sicuramente le guance rosse, che con la sua pelle candida non facevano un bel contrasto.

Voltandosi dalla parte opposta a quella di Rinoa decise di correre nella camera destinata a lei, che per fortuna, almeno lei si diceva, era ben lontana da quella dell’altra strega.

Corse talmente tanto che dei poveri malcapitati vennero scaraventati al muro senza tanta pietà, la distanza tra lei e la porta della sua camera era diventata una missione di vita o di morte.

Nonostante ciò la pace per lei non era ancora arrivata, perché appena dentro la sua stanza, ovviamente senza dimenticare di sbattere ad ante la porta perché se doveva fare la vittima doveva farla bene, trovò un ospite del tutto inatteso.

< < Salve Mariko > > disse il giovane ragazzo seduto sul suo letto < < Ti stavo aspettando > >

E la giovane non poté far altro che domandare < < E tu chi sei? > >

 

 

NOTE AUTRICE: Innanzitutto chiedo perdono per tutto questo ritardo nel pubblicare ma le fan fiction in questo ultimo periodo sono diventate il problema minore.

Davvero chiedo umilmente scusa e ringrazio dal profondo del cuore la mia sensei che ha corretto questo capitolo pure all’una di notte,pieno zeppo di errori e tempi verbali sbagliati.

Ovviamente non dimentico di fare un altare alle persone che mi hanno recensito lo scorso capitolo.

GRAZIE INFINITE *si inchina*

Alla prossima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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