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Autore: Samantha _B_    18/04/2010    2 recensioni
Una fanfiction su Death Note. La protagonista è Samantha Bai, agente italiano dell'FBI, spedita in Giappone per il caso Kira.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Parte terza: L

 

Il tempo? Lo sappiamo già: passa. Inesorabilmente.

Il tempo è pieno di belle stagioni, di fiori, di sole, di baci e di sorrisi. Le lacrime, anche quelle,  sono indispensabili al continuare delle cose, anche se certe volte vorremmo che il tempo scorresse senza il rumore di una lacrima che cade.

Samantha amava L, con tutto il suo cuore. Erano passati tanti mesi da quando le loro anime si erano afferrate strette la mano per la prima volta. Anche lui la amava. Trovava in lei quella vitalità senza la quale non si può andare avanti nei momenti bui; trovava in lei la compagnia di cui sentiva incessantemente bisogno, come una calamita.

Il loro rapporto non era appiccicoso; non erano né una Misa, né un Light; lei non aveva bisogno di fare tutte quelle scenate per dimostrare il suo amore verso L e lui non la disprezzava nemmeno un po’ per ignorarla e trattarla come una zecca.

 

- Rem? E chi sarebbe? Con chi sta parlando? –

Disse Light fissando il grande schermo sopra la sua testa.

- C’è forse qualche apparecchio nell’auto?-

- No. non c’è nulla del genere - rispose L con fermezza.

Samantha si mordeva il labbro inferiore e cercava di focalizzare meglio la brutta faccia di Higuchi Takashi, come se potesse leggergli in faccia le risposte che stavano cercando.

 

- Dite che parla da solo?-

Chiese di nuovo Light.

Higuchi pareva che ragionasse da solo, ma era troppo strano: certe volte aspettava prima di parlare, come se si aspettasse che qualcuno di invisibile gli rispondesse.

Dopo un lungo monologo riguardante le sue preoccupazioni se il nome scritto nei documenti della Yoshida fosse realmente quello che cercava lui, disse che per precauzione sarebbe stato meglio uccidere tutte le persone con le quali aveva parlato: Misa e il suo manager.

Misa ebbe un sussulto:

- Ah! Ha detto che vuole uccidermi!-

- No, non devi preoccuparti, Misa … -

Rispose calmo Ryuzaki .

- Ma come fai a dire così? Tanto quella che vuole uccidere sono io! –

Stava urlando.

Samantha si alzò dalla sedia di metallo e raggiunse Misa; le mise un braccio attorno al suo e disse:

- Fidati Misa. Se Ryuzaki ti dice che devi stare tranquilla vuol dire che non c’e davvero da preoccuparsi –

- Parli bene anche tu! se Higuchi avesse detto che voleva uccidere te, Ryuzaki non sarebbe stato così tranquillo!-

- Higuchi ha detto che intende ucciderti dopo che avrà ammazzato Matsusa. Quindi, dato che non ucciderà Matsuda, non ucciderà nemmeno te. Dai ascolto a Samantha, non devi preoccuparti. 

Disse L, continuando a fissare lo schermo.

 

- Non è possibile che stia parlando da solo!-

Disse Light alzandosi.

Effettivamente la cosa si stava facendo troppo strana. Non era più plausibile che stesse parlando ad alta voce solo per ragionare.

Faceva domande, taceva, e diceva “giusto, hai ragione”.

Era troppo strano.

- Se in macchina con lui c’è qualcuno … è uno shinigami

Disse L , strappando la buccia alla banana che aveva in mano.

 

Alla Yoshida l’aspettava un’imboscata; c’erano Mogi e Aiber pronti ad intervenire.

Higuchi viaggiò velocemente verso l’edificio e vi entrò, cercando una precisa scrivania dove avrebbe trovato le schede (false) di Matsui, ovvero Matsuda.

 

Erano state piazzate delle telecamere all’interno della stanza dove Higuchi si stava dirigendo.

Prese a frugare nell’ultimo cassetto della scrivania.

- Avanti –

Sussurrò L.

- Mostrami come uccidi! –

L’uomo trovò la scheda falsa di Matsuda, frugò nella borsa, estrasse un quaderno e vi appuntò sopra il nome.

Dopodiché se ne andò.

 

- Cosa?!-

- Si è soltanto appuntato il nome su un quaderno!-

Higuchi tornò in macchina ed iniziò a fissare il suo orologio da polso.

- Se la prende comoda?-

- Ma non aveva fretta?-

L non capiva, e si massaggiava in labbro inferiore con le dita della mano.

Dopo una manciata di secondi Kira disse:

- Merda, non muore! –

Tutti restarono a bocca aperta.

- Brutto bastardo! Cosa significa questo?!! –

Samantha sbatté un pugno sul tavolino e fece volare qualche foglio.

- Calmati-

Disse L, continuando a fissare lo schermo, ma toccando la mano di lei con la sua, fredda.

Samantha tirò un sospiro.

 

- Rem … facciamo lo scambio –

Disse Higuchi.

- Scambio?-

Si chiesero tutti nel quartier generale.

L’auto con a bordo Kira ripartì all’impazzata, ma colui che la guidava aveva uno strano ghigno in faccia.

Webi gli stava alle costole quando purtroppo l’auto di Kira venne fermata da un poliziotto, che avvertì il conducente di aver superato il limite di velocità.

Higuchi ripartì senza preavviso e poco dopo il poliziotto che lo aveva fermato perse il controllo della moto e si schiantò contro un camion; morì.

- Cosa?! –

Samantha ebbe di nuovo uno scatto d’ira.

- Ma come ha fatto a sapere il nome di quel poliziotto?! Cosa sta succedendo?! –

Si mise a stringere i pugni e i denti, come a sigillare la bocca.

L appoggiò la sua mano fredda sopra quella di Samantha, per calmarla. Di solito bastava che la sfiorasse per placarle l’animo.

- Ascoltate tutti: a questo punto procederemo subito all’arresto in quanto ritengo che sia troppo pericoloso lasciarlo in libertà; tuttavia procederemo supponendo che sia diventato in grado di uccidere conoscendo solo il volto delle persone come il secondo Kira!-

Disse Ryuzaki.

L si mise in contatto con la polizia e chiese che questa non intervenisse nella fase d’arresto; dopodiché disse:

- Non credete che sia il caso che andiamo anche noi, a questo punto?-

- Si! –

Disse Samantha alzando un braccio in segno di assenso.

- Certo –

Rispose Light.

- Mi dispiace Misa ma credo proprio che dovrai restare qui – fece L prendendo una catena e iniziando a bloccare Misa sulla sedia.

- Ryuzaki! Ma che fai? –

Dissero Misa e Samantha insieme.

- Temo qualsiasi cosa che possa fare durante la nostra assenza … -

- Ma … Light! Digli qualcosa!-

- Lo sai com’è fatto, Misa. Pensi che mi darebbe ascolto? –

 

Dopo aver lasciato la povera Misa legata alla sedia, L chiamò Watari e gli chiese di preparare l’elicottero.

“Elicottero?” si chiese Samantha. “Ryuzaki ha un elicottero?”. Sinceramente non ne aveva la più pallida idea, ma a quanto pareva sì.

Discesero nei sotterranei dell’immenso edificio e trovarono un elicottero con il motore già acceso.

Watari indossava una strana tuta e un passamontagna in testa, in più portava una valigetta nera e lunga come se dentro vi fosse una katana, o qualcosa di simile.

- Che hai lì dentro, Watari? –

Chiese Samantha sporgendosi alle spalle di L per vedere.

- C’è un fucile di precisione- rispose L per lui.

Watari aprì a Samantha lo sportello dei posti posteriori, lei salì, stringendosi con le mani il cappello per non farlo volare via. Accanto a lei salì Watari.

Samantha si stupì: chi avrebbe guidato?

Vide posizionarsi ai posti di comando proprio Ryuzaki ed iniziò a sentire una strana allegria dentro le vene:

- Ryuzaki!- Urlò, sopra il rumore del motore.

- Dimmi – Rispose lui con la sua voce sempre calma.

- Sai guidare un elicottero?! –

- Non è difficile –

- Che fico! Non lo sapevo! – continuò a urlare Samantha, sorridendo.

- Un giorno, se vuoi, ti farò sedere dove ora è seduto Light. Vedrai tutto molto più chiaro e sono sicuro che ti piacerà –

- Guarda che ci conto! Ma adesso andiamo a prendere quel bastardo! –

Disse Samantha allacciandosi le cinture di sicurezza.

 

Seguirono il tragitto di Higuchi da un GPS collocato sull’elicottero, poi quando fu il momento più adatto decisero di scendere.

Watari iniziò ad aprire la valigia e a sistemare il fucile.

Samantha lo guardava con ammirazione: come le piacevano le armi! Provò a capire come funzionasse e si domandò se sarebbe stata in grado di caricarlo lei stessa dopo aver osservato i movimenti di Watari.

- Ma cosa … ? –

Disse Light guardando in basso. Samantha si sporse per vedere: una decina di volanti con i vetri oscurati stava bloccando la strada a Kira.

- Ryuzaki! – incalzò Watari: - ma non avevi avvertito la polizia che non doveva intervenire?!-

- Possono essere stati solo … - iniziò L.

- Esatto, Aizawa e Ide – concluse Light.

 

Con l’elicottero cercarono di accostarsi il più vicino possibile all’auto di Kira, che aveva sbandato dato che non poteva proseguire, trovandosi di fronte una pattuglia di auto.

 

- Fermi tutto! O sparo!-

Disse Higuchi puntandosi la pistola alla tempia.

Un colpo e Watari gli tolse l’arma di mano.

- Wow … - commentò Samantha. – Watari, sei un cecchino? –

- Precisamente, Samantha –

Disse Watari senza guardarla e puntando il fucile verso l’auto.

 

Takashi Higuchi, Kira, se ne uscì impotente dall’auto, venne bendato.

- L …  - disse Samantha appoggiando il mento alla poltroncina davanti alla sua, quella del pilota.

Ryuzaki voltò la faccia verso quella di Samantha.

- Si? –

- Adesso gli chiederai come fa ad uccidere! –

- Si . –

- Ce l’hai fatta! Hai risolto il caso! Hai visto che sei ancora vivo?-

Disse lei sorridendo.

- Lo spero tanto, Samantha. Lo spero tantissimo … -

Disse, e con una mano lasciò il comando e accarezzò la fronte della ragazza. Lei chiuse gli occhi e si godette quel tocco magico.

L riportò la sua mano al comando del mezzo e disse, azionando il microfono:

- Higuchi. Dimmi come fai ad uccidere –

L’uomo, bendato e stremato, rispose ansimando:

- Il quaderno –

- Il quaderno?-

- Potrà sembrare incredibile, ma tu scrivi il nome di una persona e questa muore –

 

Il sovrintendente Yagami, che in quel momento stava frugando fra gli effetti personali dell’arrestato, disse estraendo un quaderno dalla borsa:

- .. In effetti qui c’è un ….. AAAH! –

Cadde a terra e continuò ad urlare.

- Sovrintendente! –

Disse Samantha sporge dosi verso il finestrino.

- Non lo vedete?! Un mostro! –

Mogi gli si accostò e prese in mano il quaderno.

Tutto d’un tratto anche lui iniziò ad urlare che vedeva un mostro terribile.

- Portatemi immediatamente il quaderno –

Disse L.

- … voglio vedere lo shinigami

- Shinigami? –

Disse Light.

- Credi veramente che … -

- Chissà … -

Disse Ryuzaki afferrando il quaderno dalle mani di Mogi.

Ryuzaki era immobile.

- Ryu….-

Disse sottovoce Samantha, quando L inizò a sussurrare:

- Non è possibile … quello è uno … shinigami!-

- Ryuzaki! Cosa stai dicendo?-

Disse Light cercando di afferrare il quanderno dalle mani di L.

- Posso?-

Disse Samantha osservando gli occhi esterrefatti del compagno.

L pose il quaderno nelle mani della ragazza, continuando a fissare il vuoto con i suoi grandi occhi spalancati.

Samantha toccò il quaderno e davanti all’auto di Higuchi c’era qualcosa che prima non aveva visto; o meglio, che prima non poteva vedere: era alto, bianco, come scheletrico, ma massiccio. Uno shinigami.

Samantha restò a bocca spalancata e sgranò gli occhi.

- Mio Dio, quello è veramente … -

- Si Samantha – disse L con la sua faccia sempre sbalordita : - è uno shinigami

- Ma insomma! Datemi questo quaderno! –

Disse Light afferrandolo dalle mani di Samantha, che era impegnata a fissare il vuoto.

Il ragazzo toccò il quaderno e dopo un secondo di pausa … iniziò ad urlare.

Non in maniera normale.

Urlava troppo forte, come se gli stessero infliggendo un dolore terribile.

Il grido di Light scosse L e Samantha; il primo disse all’amico:

- Tranquillo Light … tutti si spaventerebbero a vedere un mostro del genere … -

Samantha tornò ad appoggiare la schiena sul sedile posteriore e lasciò andare un sospiro.

Un dio della morte.

Esistevano davvero.

Non avrebbe mai pensato che quella missione in Giappone sarebbe stata l’esperienza più importante della sua vita, adesso non riusciva proprio a crederci.

Non si sarebbe più stupita di nulla, almeno credeva.

Dio, che il fato avesse scritto tutto? Che fosse stato tutto un prodigio di una mano divina?

Non c’era spiegazione: era diventata la compagna di L, colui che aveva sempre sognato di incontrare, il suo mito, la persona nella quale riponeva più stima al mondo; e adesso il destino le aveva pure riservato questo: vedere uno shinigami.

“non sarà un po’ troppo?” Si chiese di istinto la ragazza; “non è che mi sarà chiesto un compenso, in qualche modo?”. Samantha scosse la testa per scacciarsi quei pensieri così strani e fu catturata da un particolare: la posizione di Light.

L stava osservando ancora quell’essere dell’altro mondo, ma Light no.

Che stava facendo?

Teneva il quaderno con una mano e con l’altra armeggiava con l’orologio.

Samantha si chinò lievemente in avanti, essendo sicura che Light non la potesse sentire o vedere.

L’orologio di light fece uno scatto e si aprì un piccolo cassettino nascosto dove dentro c’era … un foglietto?

Samantha non capì subito, ma dopo che vide Light bucarsi un dito con uno spillo e scrivere sul foglio “Takashi Higuchi” col proprio sangue intuì tutto.

Tutto!

Le venne l’impulso di urlare, di gridare a tutti: “Yagami è Kira!” ma si trattenne: L non le aveva certo insegnato ad agire di impulso.

Il suo cervello iniziò a macchinare i mille modi per rivelare a Ryuzaki quanto avesse visto e mentre questo accadeva, Higuchi si accasciò a terra.

Tutti si stupirono e si spaventarono, correndo verso l’ex arrestato che ora giaceva morto sulla strada.

Tutti tranne lei.

Lei sapeva.

“ Tranquillo Yagami, sarai in prigione prima di sera”

Disse Samantha fra sé.

 

Tornarono al quartier generale.

Samantha aspettò che L rimanesse da solo e che Light salisse al piano superiore.

L stava controllando dei dati al computer e non si era accorto che Samantha veniva verso di lui.

Un passo.

Un altro.

Solo pochi metri dalla verità.

Dalla giustizia.

 

“Samantha Bai esce dal quartier generale senza dare informazioni a nessuno sul luogo in cui si sta recando. Si dirige a piedi verso la strada che porta all’aeroporto, poi muore per incidente.”

 

Immobile.

L scrive al computer.

Samantha in piedi;

alle sue spalle.

Immobile.

Il cervello comanda da solo il corpo.

I piedi voltano direzione.

L si allontana.

La verità si allontana.

La giustizia si allontana.

Samantha si dirige verso l’uscita.

Non c’è nessuno.

Fuori fa freddo.

“non fa niente” pensa.

Senza dire addio, senza sentire un’ultima parola, senza dare un ultimo abbraccio, senza vedere un’ultima volta il viso pallido, gli occhi grandi e neri, l’espressione pacifica e misteriosa; così Samantha se ne andò.

L’aeroporto è lontano.

“Non importa” pensa.

Cammina.

Per strada nessuno bada a lei, è una normale passante.

Dopo mezz’ora ecco che ai suoi occhi spunta la struttura gigantesca dell’aeroporto di Tokyo.

Si volta.

Un camion.

“Non importa” pensa.

Lo schianto.

Il sangue.

Il dolore.

Il buio.

 

“No! Ma che ho fatto?!”  Una luce si accende nel cervello della ragazza.

Le urla e le luci attorno sono tutte confuse in un’unica massa rumorosa.

Samantha si rende conto che sta morendo e che non ha tempo.

Tempo per fare nulla.

O forse sì.

Sente le dita umide: sangue?

Che importa…

“Devo far capire a L …. Che è Light Yagami, Kira… Devo farcela, poi posso anche morire! Devo!

Devo!”

Il cervello è troppo affaticato, stanco, danneggiato, per riuscire a pensare di scrivere in giapponese: il primo alfabeto che Samantha riesce a focalizzare è il suo, l’italiano.

Allarga il braccio, faticosamente, più che può.

Con il dito inizia a scrivere per terra, guardando il cielo che si offusca sempre di più.

L….”

Fine.

La parola “Light” resta incompiuta.

Solo la sua iniziale è stata scritta correttamente.

“L”

“Non è servito a nulla. Mi dispiace L. Non sono riuscita a dirtelo. Non ti sono stata di aiuto. Addio.”

La luce si spegne.

Dal cielo.

Dagli occhi della ragazza.

Samantha è morta.

 

 

- Non c’e stato niente da fare. È stato uno schianto mortale … ma ha scritto “L” con il suo sangue prima di morire –

Spiegava l’uomo dell’ambulanza.

- Toglietele quella roba di dosso –

Disse l’interlocutore con voce tremante e fievole, quasi un respiro.

- Mi dispiace, signore, ma non penso che sia … -

Cercò di dire il medico di soccorso.

- Siete pazzo?! Lasciatelo passare! Voi non avete un minimo di cuore!-

Light prese il medico per il camice.

- Si calmi… va bene, entrate pure … si calmi! –

Light spinse L dentro il quadrato formato dalle strisce gialle con su scritto “keep out”.

Ryuzki camminò, scalzo, barcollante, verso un lenzuolo che copriva qualcosa.

Qualcuno.

Si accovacciò a terra seduto sui piedi, nella sua solita, strana, posizione.

Con due dita sollevò un lembo del lenzuolo.

Scoprì il volto della morta.

L restò fermo a guardarlo.

Immobile senza espressione sul volto.

- Ryuzaki-

Light mise una mano sulla spalla a L.

- … Andiamo, torniamo al quartier generale.-

L con estrema delicatezza posò una mano sugli occhi del cadavere e li chiuse, poi ricoprì il volto con il lenzuolo.

I due ragazzi si incamminarono verso un’auto nera, che li aspettava.

Una volta dentro ci fu silenzio.

- Ha scritto L … ti amava davvero tanto. sei stato l’ultimo suo pensiero … -

Disse Light.

- Non voleva scrivere L. –

- Cosa stai dicendo?-

L cercava di mantenere un tono neutro di voce.

- Perché ha preso tutto quello spazio per scrivere? Voleva scrivere una parola più lunga –

- Ryuzaki … - Sospitò Light: - … Non farti troppe congetture. Ti capisco … ma, ti prego. Non esagerare adesso. Ti giuro, ti capisco, ti sono nel cuore! –

- Grazie Light, sei proprio il migliore amico che io abbia mai avuto –

Disse L fissando il nulla, accovacciato con le braccia attorno alle ginocchia.

 

 

Questa storia finisce qua.

B’èh come è andata è molto facile da spiegare: Light aveva notato che Samantha l’aveva visto, sull’elicottero. È stato facile per lui far fuori colei che poteva mandarlo in pochi minuti sulla forca.

Se solo Samantha avesse fatto in tempo, almeno a parlare con L …

Se solo avesse scritto in giapponese …

Ma lo sappiamo… la vita non è fatta di “se”.

Come continua lo sapete già: L e Samantha si ritroveranno presto. Saranno di nuovo insieme in un luogo dove Kira è solo un brutto ricordo lontano.

 

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