Parte terza: L
Il tempo? Lo sappiamo già: passa.
Inesorabilmente.
Il tempo è pieno di belle stagioni,
di fiori, di sole, di baci e di sorrisi. Le lacrime, anche quelle, sono indispensabili al continuare delle cose,
anche se certe volte vorremmo che il tempo scorresse senza il rumore di una
lacrima che cade.
Samantha amava L, con tutto il suo
cuore. Erano passati tanti mesi da quando le loro anime si erano afferrate
strette la mano per la prima volta. Anche lui la amava. Trovava in lei quella
vitalità senza la quale non si può andare avanti nei momenti bui; trovava in
lei la compagnia di cui sentiva incessantemente bisogno, come una calamita.
Il loro rapporto non era appiccicoso;
non erano né una Misa, né un Light; lei non aveva
bisogno di fare tutte quelle scenate per dimostrare il suo amore verso L e lui
non la disprezzava nemmeno un po’ per ignorarla e trattarla come una zecca.
- Rem? E chi sarebbe? Con chi sta
parlando? –
Disse Light fissando il grande
schermo sopra la sua testa.
- C’è forse qualche apparecchio
nell’auto?-
- No. non c’è nulla del genere -
rispose L con fermezza.
Samantha si mordeva il labbro
inferiore e cercava di focalizzare meglio la brutta faccia di Higuchi Takashi, come se potesse
leggergli in faccia le risposte che stavano cercando.
- Dite che parla da solo?-
Chiese di nuovo Light.
Higuchi pareva che ragionasse da solo, ma
era troppo strano: certe volte aspettava prima di parlare, come se si aspettasse
che qualcuno di invisibile gli rispondesse.
Dopo un lungo monologo riguardante le
sue preoccupazioni se il nome scritto nei documenti della Yoshida
fosse realmente quello che cercava lui, disse che per precauzione sarebbe stato
meglio uccidere tutte le persone con le quali aveva parlato: Misa e il suo manager.
Misa ebbe un sussulto:
- Ah! Ha detto che vuole uccidermi!-
- No, non devi preoccuparti, Misa … -
Rispose calmo Ryuzaki
.
- Ma come fai a dire così? Tanto
quella che vuole uccidere sono io! –
Stava urlando.
Samantha si alzò dalla sedia di
metallo e raggiunse Misa; le mise un braccio attorno
al suo e disse:
- Fidati Misa.
Se Ryuzaki ti dice che devi stare tranquilla vuol
dire che non c’e davvero da preoccuparsi –
- Parli bene anche tu! se Higuchi avesse detto che voleva uccidere te, Ryuzaki non sarebbe stato così tranquillo!-
- Higuchi
ha detto che intende ucciderti dopo che avrà ammazzato Matsusa.
Quindi, dato che non ucciderà Matsuda, non ucciderà
nemmeno te. Dai ascolto a Samantha, non devi preoccuparti. –
Disse L, continuando a fissare lo
schermo.
- Non è possibile che stia parlando
da solo!-
Disse Light alzandosi.
Effettivamente la cosa si stava
facendo troppo strana. Non era più plausibile che stesse parlando ad alta voce
solo per ragionare.
Faceva domande, taceva, e diceva
“giusto, hai ragione”.
Era troppo strano.
- Se in macchina con lui c’è qualcuno
… è uno shinigami –
Disse L , strappando la buccia alla
banana che aveva in mano.
Alla Yoshida
l’aspettava un’imboscata; c’erano Mogi e Aiber pronti
ad intervenire.
Higuchi viaggiò velocemente verso l’edificio
e vi entrò, cercando una precisa scrivania dove avrebbe trovato le schede
(false) di Matsui, ovvero Matsuda.
Erano state piazzate delle telecamere
all’interno della stanza dove Higuchi si stava
dirigendo.
Prese a frugare nell’ultimo cassetto
della scrivania.
- Avanti –
Sussurrò L.
- Mostrami come uccidi! –
L’uomo trovò la scheda falsa di Matsuda, frugò nella borsa, estrasse un quaderno e vi
appuntò sopra il nome.
Dopodiché se ne andò.
- Cosa?!-
- Si è soltanto appuntato il nome su
un quaderno!-
Higuchi tornò in macchina ed iniziò a
fissare il suo orologio da polso.
- Se la prende comoda?-
- Ma non aveva fretta?-
L non capiva, e si massaggiava in
labbro inferiore con le dita della mano.
Dopo una manciata di secondi Kira
disse:
- Merda, non muore! –
Tutti restarono a bocca aperta.
- Brutto bastardo! Cosa significa
questo?!! –
Samantha sbatté un pugno sul tavolino
e fece volare qualche foglio.
- Calmati-
Disse L, continuando a fissare lo
schermo, ma toccando la mano di lei con la sua, fredda.
Samantha tirò un sospiro.
- Rem … facciamo lo scambio –
Disse Higuchi.
- Scambio?-
Si chiesero tutti nel quartier
generale.
L’auto con a bordo Kira ripartì
all’impazzata, ma colui che la guidava aveva uno strano ghigno in faccia.
Webi gli stava alle costole quando
purtroppo l’auto di Kira venne fermata da un poliziotto, che avvertì il
conducente di aver superato il limite di velocità.
Higuchi ripartì senza preavviso e poco dopo
il poliziotto che lo aveva fermato perse il controllo della moto e si schiantò
contro un camion; morì.
- Cosa?! –
Samantha ebbe di nuovo uno scatto
d’ira.
- Ma come ha fatto a sapere il nome
di quel poliziotto?! Cosa sta succedendo?! –
Si mise a stringere i pugni e i
denti, come a sigillare la bocca.
L appoggiò la sua mano fredda sopra
quella di Samantha, per calmarla. Di solito bastava che la sfiorasse per
placarle l’animo.
- Ascoltate tutti: a questo punto
procederemo subito all’arresto in quanto ritengo che sia troppo pericoloso
lasciarlo in libertà; tuttavia procederemo supponendo che sia diventato in
grado di uccidere conoscendo solo il volto delle persone come il secondo Kira!-
Disse Ryuzaki.
L si mise in contatto con la polizia
e chiese che questa non intervenisse nella fase d’arresto; dopodiché disse:
- Non credete che sia il caso che
andiamo anche noi, a questo punto?-
- Si! –
Disse Samantha alzando un braccio in
segno di assenso.
- Certo –
Rispose Light.
- Mi dispiace Misa
ma credo proprio che dovrai restare qui – fece L prendendo una catena e
iniziando a bloccare Misa sulla sedia.
- Ryuzaki!
Ma che fai? –
Dissero Misa
e Samantha insieme.
- Temo qualsiasi cosa che possa fare
durante la nostra assenza … -
- Ma … Light! Digli qualcosa!-
- Lo sai com’è fatto, Misa. Pensi che mi darebbe ascolto? –
Dopo aver lasciato la povera Misa legata alla sedia, L chiamò Watari
e gli chiese di preparare l’elicottero.
“Elicottero?” si chiese Samantha. “Ryuzaki ha un elicottero?”. Sinceramente non ne aveva la
più pallida idea, ma a quanto pareva sì.
Discesero nei sotterranei
dell’immenso edificio e trovarono un elicottero con il motore già acceso.
Watari indossava una strana tuta e un
passamontagna in testa, in più portava una valigetta nera e lunga come se
dentro vi fosse una katana, o qualcosa di simile.
- Che hai lì dentro, Watari? –
Chiese Samantha sporgendosi alle
spalle di L per vedere.
- C’è un fucile di precisione-
rispose L per lui.
Watari aprì a Samantha lo sportello dei
posti posteriori, lei salì, stringendosi con le mani il cappello per non farlo
volare via. Accanto a lei salì Watari.
Samantha si stupì: chi avrebbe
guidato?
Vide posizionarsi ai posti di comando
proprio Ryuzaki ed iniziò a sentire una strana
allegria dentro le vene:
- Ryuzaki!-
Urlò, sopra il rumore del motore.
- Dimmi – Rispose lui con la sua voce
sempre calma.
- Sai guidare un elicottero?! –
- Non è difficile –
- Che fico! Non lo sapevo! – continuò
a urlare Samantha, sorridendo.
- Un giorno, se vuoi, ti farò sedere
dove ora è seduto Light. Vedrai tutto molto più chiaro e sono sicuro che ti
piacerà –
- Guarda che ci conto! Ma adesso
andiamo a prendere quel bastardo! –
Disse Samantha allacciandosi le
cinture di sicurezza.
Seguirono il tragitto di Higuchi da un GPS collocato sull’elicottero, poi quando fu
il momento più adatto decisero di scendere.
Watari iniziò ad aprire la valigia e a
sistemare il fucile.
Samantha lo guardava con ammirazione:
come le piacevano le armi! Provò a capire come funzionasse e si domandò se
sarebbe stata in grado di caricarlo lei stessa dopo aver osservato i movimenti
di Watari.
- Ma cosa … ? –
Disse Light guardando in basso.
Samantha si sporse per vedere: una decina di volanti con i vetri oscurati stava
bloccando la strada a Kira.
- Ryuzaki!
– incalzò Watari: - ma non avevi avvertito la polizia
che non doveva intervenire?!-
- Possono essere stati solo … -
iniziò L.
- Esatto, Aizawa
e Ide – concluse Light.
Con l’elicottero cercarono di
accostarsi il più vicino possibile all’auto di Kira, che aveva sbandato dato
che non poteva proseguire, trovandosi di fronte una pattuglia di auto.
- Fermi tutto! O sparo!-
Disse Higuchi
puntandosi la pistola alla tempia.
Un colpo e Watari
gli tolse l’arma di mano.
- Wow … - commentò Samantha. – Watari, sei un cecchino? –
- Precisamente, Samantha –
Disse Watari
senza guardarla e puntando il fucile verso l’auto.
Takashi Higuchi,
Kira, se ne uscì impotente dall’auto, venne bendato.
- L …
- disse Samantha appoggiando il mento alla poltroncina davanti alla sua,
quella del pilota.
Ryuzaki voltò la faccia verso quella di
Samantha.
- Si? –
- Adesso gli chiederai come fa ad
uccidere! –
- Si . –
- Ce l’hai fatta! Hai risolto il
caso! Hai visto che sei ancora vivo?-
Disse lei sorridendo.
- Lo spero tanto, Samantha. Lo spero
tantissimo … -
Disse, e con una mano lasciò il
comando e accarezzò la fronte della ragazza. Lei chiuse gli occhi e si godette quel
tocco magico.
L riportò la sua mano al comando del
mezzo e disse, azionando il microfono:
- Higuchi. Dimmi come fai ad uccidere –
L’uomo, bendato e stremato, rispose
ansimando:
- Il quaderno –
- Il
quaderno?-
- Potrà sembrare incredibile, ma tu
scrivi il nome di una persona e questa muore –
Il sovrintendente Yagami,
che in quel momento stava frugando fra gli effetti personali dell’arrestato,
disse estraendo un quaderno dalla borsa:
- .. In effetti qui c’è un ….. AAAH!
–
Cadde a terra e continuò ad urlare.
- Sovrintendente! –
Disse Samantha sporge dosi verso il
finestrino.
- Non lo vedete?! Un mostro! –
Mogi gli si accostò e prese in mano
il quaderno.
Tutto d’un tratto anche lui iniziò ad
urlare che vedeva un mostro terribile.
- Portatemi immediatamente il
quaderno –
Disse L.
- … voglio vedere lo shinigami –
- Shinigami?
–
Disse Light.
- Credi veramente che … -
- Chissà … -
Disse Ryuzaki
afferrando il quaderno dalle mani di Mogi.
Ryuzaki era immobile.
- Ryu….-
Disse sottovoce Samantha, quando L inizò a sussurrare:
- Non è possibile … quello è uno … shinigami!-
- Ryuzaki!
Cosa stai dicendo?-
Disse Light cercando di afferrare il quanderno dalle mani di L.
- Posso?-
Disse Samantha osservando gli occhi
esterrefatti del compagno.
L pose il quaderno nelle mani della
ragazza, continuando a fissare il vuoto con i suoi grandi occhi spalancati.
Samantha toccò il quaderno e davanti
all’auto di Higuchi c’era qualcosa che prima non
aveva visto; o meglio, che prima non poteva vedere: era alto, bianco, come
scheletrico, ma massiccio. Uno shinigami.
Samantha restò a bocca spalancata e
sgranò gli occhi.
- Mio Dio, quello è veramente … -
- Si Samantha – disse L con la sua
faccia sempre sbalordita : - è uno shinigami –
- Ma insomma! Datemi questo quaderno!
–
Disse Light afferrandolo dalle mani
di Samantha, che era impegnata a fissare il vuoto.
Il ragazzo toccò il quaderno e dopo
un secondo di pausa … iniziò ad urlare.
Non in maniera normale.
Urlava troppo forte, come se gli
stessero infliggendo un dolore terribile.
Il grido di Light scosse L e
Samantha; il primo disse all’amico:
- Tranquillo Light … tutti si
spaventerebbero a vedere un mostro del genere … -
Samantha tornò ad appoggiare la
schiena sul sedile posteriore e lasciò andare un sospiro.
Un dio della morte.
Esistevano davvero.
Non avrebbe mai pensato che quella
missione in Giappone sarebbe stata l’esperienza più importante della sua vita,
adesso non riusciva proprio a crederci.
Non si sarebbe più stupita di nulla,
almeno credeva.
Dio, che il fato avesse scritto tutto?
Che fosse stato tutto un prodigio di una mano divina?
Non c’era spiegazione: era diventata
la compagna di L, colui che aveva sempre sognato di incontrare, il suo mito, la
persona nella quale riponeva più stima al mondo; e adesso il destino le aveva
pure riservato questo: vedere uno shinigami.
“non sarà un po’ troppo?” Si chiese
di istinto la ragazza; “non è che mi sarà chiesto un compenso, in qualche
modo?”. Samantha scosse la testa per scacciarsi quei pensieri così strani e fu
catturata da un particolare: la posizione di Light.
L stava osservando ancora
quell’essere dell’altro mondo, ma Light no.
Che stava facendo?
Teneva il quaderno con una mano e con
l’altra armeggiava con l’orologio.
Samantha si chinò lievemente in
avanti, essendo sicura che Light non la potesse sentire o vedere.
L’orologio di light fece uno scatto e
si aprì un piccolo cassettino nascosto dove dentro c’era … un foglietto?
Samantha non capì subito, ma dopo che
vide Light bucarsi un dito con uno spillo e scrivere sul foglio “Takashi Higuchi” col proprio
sangue intuì tutto.
Tutto!
Le venne l’impulso di urlare, di
gridare a tutti: “Yagami è Kira!” ma si trattenne: L
non le aveva certo insegnato ad agire di impulso.
Il suo cervello iniziò a macchinare i
mille modi per rivelare a Ryuzaki quanto avesse visto
e mentre questo accadeva, Higuchi si accasciò a
terra.
Tutti si stupirono e si spaventarono,
correndo verso l’ex arrestato che ora giaceva morto sulla strada.
Tutti tranne lei.
Lei sapeva.
“ Tranquillo Yagami,
sarai in prigione prima di sera”
Disse Samantha fra sé.
Tornarono al quartier generale.
Samantha aspettò che L rimanesse da
solo e che Light salisse al piano superiore.
L stava controllando dei dati al
computer e non si era accorto che Samantha veniva verso di lui.
Un passo.
Un altro.
Solo pochi metri dalla verità.
Dalla giustizia.
“Samantha Bai
esce dal quartier generale senza dare informazioni a nessuno sul luogo in cui
si sta recando. Si dirige a piedi verso la strada che porta all’aeroporto, poi
muore per incidente.”
Immobile.
L scrive al computer.
Samantha in piedi;
alle sue spalle.
Immobile.
Il cervello comanda da solo il corpo.
I piedi voltano direzione.
L si allontana.
La verità si allontana.
La giustizia si allontana.
Samantha si dirige verso l’uscita.
Non c’è nessuno.
Fuori fa freddo.
“non fa niente” pensa.
Senza dire addio, senza sentire
un’ultima parola, senza dare un ultimo abbraccio, senza vedere un’ultima volta
il viso pallido, gli occhi grandi e neri, l’espressione pacifica e misteriosa;
così Samantha se ne andò.
L’aeroporto è lontano.
“Non importa” pensa.
Cammina.
Per strada nessuno bada a lei, è una
normale passante.
Dopo mezz’ora ecco che ai suoi occhi
spunta la struttura gigantesca dell’aeroporto di Tokyo.
Si volta.
Un camion.
“Non importa” pensa.
Lo schianto.
Il sangue.
Il dolore.
Il buio.
“No! Ma che ho fatto?!” Una luce si accende nel cervello della
ragazza.
Le urla e le luci attorno sono tutte
confuse in un’unica massa rumorosa.
Samantha si rende conto che sta
morendo e che non ha tempo.
Tempo per fare nulla.
O forse sì.
Sente le dita umide: sangue?
Che importa…
“Devo far capire a L …. Che è Light Yagami, Kira… Devo farcela, poi
posso anche morire! Devo!
Devo!”
Il cervello è troppo affaticato,
stanco, danneggiato, per riuscire a pensare di scrivere in giapponese: il primo
alfabeto che Samantha riesce a focalizzare è il suo, l’italiano.
Allarga il braccio, faticosamente,
più che può.
Con il dito inizia a scrivere per
terra, guardando il cielo che si offusca sempre di più.
“L….”
Fine.
La parola “Light” resta incompiuta.
Solo la sua iniziale è stata scritta
correttamente.
“L”
“Non è servito a nulla. Mi dispiace
L. Non sono riuscita a dirtelo. Non ti sono stata di aiuto. Addio.”
La luce si spegne.
Dal cielo.
Dagli occhi della ragazza.
Samantha è morta.
- Non c’e stato niente da fare. È
stato uno schianto mortale … ma ha scritto “L” con il suo sangue prima di
morire –
Spiegava l’uomo dell’ambulanza.
- Toglietele quella roba di dosso –
Disse l’interlocutore con voce
tremante e fievole, quasi un respiro.
- Mi dispiace, signore, ma non penso
che sia … -
Cercò di dire il medico di soccorso.
- Siete pazzo?! Lasciatelo passare!
Voi non avete un minimo di cuore!-
Light prese il medico per il camice.
- Si calmi…
va bene, entrate pure … si calmi! –
Light spinse L dentro il quadrato
formato dalle strisce gialle con su scritto “keep
out”.
Ryuzki camminò, scalzo, barcollante, verso
un lenzuolo che copriva qualcosa.
Qualcuno.
Si accovacciò a terra seduto sui
piedi, nella sua solita, strana, posizione.
Con due dita sollevò un lembo del
lenzuolo.
Scoprì il volto della morta.
L restò fermo a guardarlo.
Immobile senza espressione sul volto.
- Ryuzaki-
Light mise una mano sulla spalla a L.
- … Andiamo, torniamo al quartier
generale.-
L con estrema delicatezza posò una
mano sugli occhi del cadavere e li chiuse, poi ricoprì il volto con il
lenzuolo.
I due ragazzi si incamminarono verso
un’auto nera, che li aspettava.
Una volta dentro ci fu silenzio.
- Ha scritto L … ti amava davvero
tanto. sei stato l’ultimo suo pensiero … -
Disse Light.
- Non voleva scrivere L. –
- Cosa stai dicendo?-
L cercava di mantenere un tono neutro
di voce.
- Perché ha preso tutto quello spazio
per scrivere? Voleva scrivere una parola più lunga –
- Ryuzaki …
- Sospitò Light: - … Non farti troppe congetture. Ti
capisco … ma, ti prego. Non esagerare adesso. Ti giuro, ti capisco, ti sono nel
cuore! –
- Grazie Light, sei proprio il
migliore amico che io abbia mai avuto –
Disse L fissando il nulla,
accovacciato con le braccia attorno alle ginocchia.
Questa storia finisce qua.
B’èh come è andata è molto facile da
spiegare: Light aveva notato che Samantha l’aveva visto, sull’elicottero. È
stato facile per lui far fuori colei che poteva mandarlo in pochi minuti sulla
forca.
Se solo Samantha avesse fatto in tempo,
almeno a parlare con L …
Se solo avesse scritto in giapponese
…
Ma lo sappiamo…
la vita non è fatta di “se”.
Come continua lo sapete già: L e
Samantha si ritroveranno presto. Saranno di nuovo insieme in un luogo dove Kira
è solo un brutto ricordo lontano.