Salve!!
Eccoci giunti con il penultimo capitolo. Ebbene sì! Per vostra
fortuna il prossimo sarà l'epilogo di questa storia che spero
via sia piaciuta, ma purtroppo per voi ho pronta un'altra storia su
Vampire Knight che aspetta di essere finita e poi pubblicata! Quindi mi
dispiace che mi dovrete sopportare ancora^^ Detto questo, vi avviso che
la prima parte è lemon, quindi chi non fosse interessato deve
saltare una buona parte di racconto fino al primo spazio. Per gli
altri, godetevi la scena, sperando che sia gradita ben fatta^^
*buona lettura*
Don't Bite Me
Capitolo 12
Il leggero movimento delle
mani sul suo corpo, quella lingua serpentina che gli accarezzava dolce e
vogliosa il capezzolo, il Vampiro fermo sul suo bacino, lasciandosi andare a
piccoli movimenti con i fianchi di tanto in tanto…no, non sapeva da quanto
tempo quella tortura stava andando avanti; l’unica cosa che il Silver-head
sembrava intendere era come la situazione si fosse protratta anche più del
dovuto! Era eccitato (difficile non ammetterlo con la persona che più ami sul
bacino e tutte le sue attenzioni rivolte a te solo), la propria erezione era
stretta e fastidiosa nei pantaloni scuri della divisa della Day Class, i propri
gemiti ormai difficili da trattene.
-Kaname…-provò a dire, ma
un ulteriore movimento di bacino, che andò a stimolare più del dovuto l’eccitazione
di Zero, gli spezzò violentemente le parole in bocca.
-Mmm, Zero…- sussurrò
lascivo e sensuale il Pureblood, gli occhi che osservavano eccitati quelli
ametista serrarsi; il proprio naso che sfiorava lento il collo scoperto
dell’altro. Voleva andare avanti, così come sapeva anche Zero, ma per un gioco
sadico (degno di lui) aspettava paziente che l’altro lo pregasse, o che per lo
meno facesse qualcosa.
Rimase deluso?
-Kaname!- ringhiò l’altro,
sentendo per l’ennesima volta quelle mani e quella lingua tormentarlo.
D’accordo che lo amava,
d’accordo che lo stava portando su un altro piano, ma così lo faceva solamente
impazzire! E dannazione! Chiuse gli
occhi di scatto, posando le mani sulle spalle del Pureblood, per darsi la
spinta, e con un colpo di reni riuscì a ribaltare le loro posizioni.
Guardandolo dal basso, Kaname non poté fare a meno di ammirare quei fili di
raggi lunari sfiorare leggermente il proprio viso; gli occhi ametista
illuminati di una luce tra l’eccitato e lo strafottente; le sottili mani
dell’altro ancora sulla propria pelle, bruciandola su ogni lembo che sfioravano;
le gambe, che ancora indossavano quei ridicoli pantaloni inutili, intrecciate
tra di loro sulle lenzuola ormai completamente disfatte. Di fuori, la luce
della Luna non riusciva a passare i pesanti tendaggi porpora, ma entrambi
potevano avvertire la sua luminosità farsi intensa mano mano che le ore della
notte prendevano il sopravvento su quelle del giorno.
Le labbra sottili
dell’Halfblood cercarono di nuovo quelle di Kaname, lasciandosi andare ad un
tocco puro e casto, che tanto si opponeva alla brama che i due avevano l’uno
per l’altro: il semplice scoprire ogni linea sottile, ogni neo, ogni cicatrice,
ogni punto debole…scoprire ogni più piccolo particolare dell’altro era, per i
due, molto più di quanto avessero mai potuto immaginare. Entrambi erano
desiderosi di assaggiare ogni lembo di pelle nivea dell’altro…riuscire a
percepire che in quel piccolo scrigno che era la stanza, in quelle poche ore
che potevano passare insieme senza fingere di essere indifferenti l’uno
all’altro, potevano assaggiarsi senza paura…finalmente potevano assaporare
quella felicità che entrambi avevano agognato da troppo tempo.
Una delle mani di Zero si
andò a spostare sulla camicia nera che l’altro ancora teneva, sbottonandola
velocemente, in modo da osservare la pelle, di poco più scura della sua, che
cercava inutilmente di nascondere alla sua vista. Incantato, le proprie dita
scivolarono sul petto, muovendosi di volontà propria, senza che il Silver-head
si rendesse conto di quello che stava facendo. Kaname, a parte sua, guardava
curioso l’altro, vedendo quelle polle lilla non staccarsi nemmeno per un
secondo dalle dita che tracciavano disegni immaginari sulla propria pelle.
Socchiuse leggermente gli occhi, scosso da una fremito, mentre quelle stesse
dita gentili (e fredde) andavano a toccare tremanti i capezzoli; scesero lente,
come seta, fino all’ombelico con il quale giocarono per un po’. Un altro
fremito scosse il Pureblood, cercò di trattenere un gemito, ma un piccolo
spiffero uscì ugualmente dalle sue labbra; sentendo quel
non-ben-definito-gemito, il Silver-head si svegliò dalla trance nella quale era
caduto: i suoi occhi guizzarono colpevoli in quelli amaranto di Kaname, che non
aveva distolto per un attimo lo sguardo. Vedendo quelle polle così concentrate
su di lui, Zero sentì le guance pizzicare, e fu sicuro che erano diventate di
un irrimediabile colore rosso. Un piccolo ghigno si formò sulle labbra del
Vampiro, mentre con la mano andava ad accarezzare una delle guance; un tocco
dolce, leggero, effimero, ma al quale il Silver-head si lasciò andare chiudendo
gli occhi.
Scostandosi da quella
sensazione di calore, Zero si sedette leggermente sul bacino dell’altro, con
l’intenzione di andare poi a slacciare i pantaloni del Pureblood, ma i brividi
che lo attraversarono furono talmente intensi da lasciarlo senza fiato, gli
occhi sgranati, un grido muto sulla bocca, la testa rivolta verso l’alto e la
schiena inarcata; sotto di lui, Kaname non si diede tanto peso nel cercare di
trattenere quel gemito che da tanto premeva di uscire, ma lo lasciò andare a
briglia sciolte mentre la schiena di arcuava di scatto: il solo sentire Zero
posarsi sulla sua eccitazione, così ingenuamente, quel piccolo sfregarsi lo
aveva mandato in visibilio, la sua mente si era assentata per un attimo
mandandogli in panne il cervello. Se un tocco leggero così gli aveva provocato
quell’ondata di sangue che si gettava impetuosa nelle proprie vene, non osava
neanche immaginare cosa volesse dire essere dentro il Silver-head; anche il
solo pensarci gli faceva venire voglia di strappare all’altro quell’inutile
indumento che nulla poteva contro di lui, e gettarsi in quell’antro caldo senza
soffermarsi a prepararlo.
Zero era ancora scosso da
quella scarica di brividi; il sangue che rombava dentro di lui, salendogli alle
orecchie senza fargli sentire niente; la mente che per un attimo era diventata
una spianata di nebbia bianca; gli occhi che a stento riuscivano a mettere a
fuoco il soffitto; il respiro diventato di colpo affannoso. Voleva Kaname: lo
voleva sentire dentro di sé, voleva le sue mani su ogni parte del suo corpo;
desiderava il sangue dell’altro che gli annebbiava il cervello; sperava
addirittura che l’altro bevesse il proprio in modo da essere
completamente legati l’uno all’altro. Abbassò con fatica gli occhi sul
Pureblood, notando compiaciuto che neanche lui era resistito a quello fregare;
si tirò più indietro con il bacino, andando a finire sulle ginocchia dell’altro
che lo guardava attento, seguendo ogni suo movimento. Slacciò lento i pantaloni
bianchi del Vampiro, facendoli scivolare, insieme ai boxer che il moro portava,
lungo le gambe snelle e morbide; ad ogni lembo di pelle che veniva scoperto il
Silver-head vi lasciava un bacio. E quei baci, Kaname li sentiva bruciare;
sentiva il sangue ruggire di prendere l’altro, assaggiarlo, ed in fine
assaporarne il sangue dolce. Ogni singolo, rovente bacio, era per lui un
fremito in più, un “ti amo” sussurrato, una promessa, una richiesta. Aveva
desiderato che il Silver-head fosse solamente suo, ed un qualche Dio aveva
risposto alla sua richiesta, accordandogliela; adesso sperava che quella non
venisse mai più reclamata indietro.
Tolti i pantaloni, Zero si
concentrò su quell’asta che, volontariamente, prima aveva ignorato. Non sapeva
come comportarsi, non sapeva come andare avanti, non aveva alcuna idea di
quello che adesso doveva fare… Gettò un’occhiata al Vampiro, sperando magari in
un suo aiuto, ma quello dovette pensare che aveva fatto anche troppo, visto che
si premurò di ribaltare di nuovo le posizioni, senza avere la decenza di
avvertirlo. Con un piccolo tonfo, Zero si ritrovò con le spalle al materasso,
mentre Kaname si adoperava ad eseguire i gesti che poco prima egli stesso aveva
compiuto. Il Pureblood gli tolse i pantaloni scuri, premurandosi tuttavia di
lasciargli indosso l’intimo; con uno sguardo che il Silver-head giudicò come
poco rassicurante, il moro si abbassò sui boxer, facendo scivolare fuori la
lingua e passandola leggera sul membro dell’altro.
-AH!- esclamò sorpreso
Zero.
Compiaciuto da quella
reazione, il Vampiro continuò quella piccola tortura, sentendo ogni volta
l’eccitazione dell’altro vibrare sotto la propria lingua.
-Ka…Kaname!- provò a dire
Zero, quando l’altro fece scivolare di poco l’intimo, rivelando solo la punta
del membro turgido.
Le sensazioni che il moro
stava dando al Silver-head erano indescrivibili; tanta era l’eccitazione che a
stento riusciva ad aprire gli occhi. La mano andava continuamente sulla bocca,
onde evitare che gemiti e singhiozzi imbarazzanti potessero uscire dalla
propria bocca.
Kaname sfilò completamente
l’intimo al ragazzo, osservando eccitato e “affamato” quella figura
indicibilmente erotica sdraiata sul proprio letto. Sorrise, andando a levare la
mano dalla bocca di Zero; baciò quello stesso arto, e poi saggiò leggero le
labbra secche. Con una mano prese il membro del Silver-head, facendo scivolare
su e giù le dita con movimento leggero e fluido. Il gemito strappato all’altro,
fu prontamente soffocato dal Vampiro, che lo baciò passionale e profondo,
facendo intrecciare le lingue.
-Non trattenere i gemiti,
Zero- soffiò sulle labbra dell’altro, quando entrambi dovettero riprendere
fiato. -Voglio sentire il tuo piacere carezzare le mie orecchie; non voglio che
ti trattieni-
La mano del Pureblood
continuò a seguire l’eccitazione dell’altro, andando a giocare ogni tanto anche
più giù con i testicoli. Il Silver-head era in balia di quella mano, l’altra
che con tutta nonchalance tracciava vaghi cerchi sul petto, fermandosi di tanto
in tanto sui capezzoli, stimolandoli. Senza evitare di trattenere l’ennesimo
gemito, Zero puntò i propri occhi in quelli amaranto fuso di Kaname; erano
concentrati l’uno sull’altro: il moro che continuava a carezzare l’erezione
dell’altro, l’Halfblood che allungò una mano, sfiorando “accidentalmente” il membro
dell’altro. Kaname sussultò, preso alla sprovvista da quel gesto; non aveva mai
pensato che il Silver-head potesse essere così “partecipe”; invece lo stava stupendo,
e la cosa gli piaceva parecchio. Socchiuse gli occhi, quando sentì quelle dita
affusolate risalire interamente la lunghezza del suo sesso, fino a toccare la
punta leggermente umida. Continuarono a scambiarsi carezze così, fino a quando
Kaname, vedendo l’altro ormai al limite (il respiro affannoso, gli occhi che a
stento rimanevano aperti, la mano sulla sua eccitazione che tremava
leggermente), spostò la mano che ancora si trovava sul petto dell’altro, sulle
sue labbra, che a fatica si spalancarono per lasciarle passare; Zero le leccò,
le morse leggermente, le ricoprì di saliva. Poi lentamente, il Pureblood spostò
quelle falangi giù, sempre più giù, fino ad incontrare quel muscolo teso che le
dita andarono a stuzzicare, cercando di farlo cedere sotto quella leggera
pressione.
Il Silver-head singhiozzò
quando sentì una di quelle dita farsi largo dentro di sé e, senza riuscire a
trattenere più i gemiti, chiuse di scatto gli occhi, la mano che si serrò sul
membro di Kaname, e l’Halfblood che si lasciò andare all’orgasmo che lo aveva
preso con tenaglie invisibili. La mente si annebbiò per qualche momento, la
mano libera che si era stretta alla spalla dell’altro per trovare appoggio, gli
occhi ancora serrati…
Kaname non si era lasciato
sfuggire l’opportunità; mentre era ancora scombussolato dall’afflusso di
emozioni, Zero aveva lasciato la presa sul membro dell’altro, così che questi
si sistemò meglio fra le gambe dell’altro e con una leggera spinta fece
scivolare la punta dell’erezione dentro l’altro. Il Silver-head mugugnò
infastidito da quell’intrusione, ma non sembrò farci molto caso. Quando diede
una piccola spinta per affondare poco di più nell’altro, Kaname sentì un calore
mai provato avvolgerlo; Zero era stretto, su quello non c’erano dubbi, ma era una
sensazione che gli dava completezza, che lo faceva sentire parte di qualcosa.
Così come il Silver-head non poté fare a meno di lasciarsi andare ad un
sorriso, quando sentì il moro completamente dentro di sé: finalmente insieme;
finalmente una cosa sola; finalmente con, forse, la possibilità di essere
finalmente felice.
Diede un piccolo cenno
d’assenso affinché il Vampiro si muovesse lentamente in lui; ogni affondo era
un “ti amo” sussurrato sulla pelle dell’altro. Zero circondò con le braccia le
spalle dell’altro, in modo che Kaname riuscisse a scivolare meglio dentro di
lui, senza avere troppi ostacoli. Inizialmente aveva provato una fitta di
dolore, quando il Pureblood si era fatto spazio in lui, ma niente era più
doloroso di quelle lunghe astinenze dal bere sangue a cui si era dovuto
sottoporre; inoltre sentiva un rivolo di liquido scivolare lungo le gambe, per
arrivare a macchiare sicuramente le lenzuola del letto.
Kaname quasi non riusciva
più a tenere gli occhi aperti, per quanto fosse splendido essere dentro di Zero:
una sensazione indescrivibile. Lo amava, non c’erano dubbi; e quanto più lo
amava, tanto più glielo voleva far capire riuscendo ad entrare sempre di più in
lui. Quando sentì gridare il Silver-head sotto di lui, seppe che quel punto era
stato finalmente trovato, per cui mantenne quell’angolazione, in modo da dare
tutto il piacere possibile all’altro. Con una mano andò anche stimolare
l’erezione dell’Halfblood; quelle grida a stento trattenute, si trasformarono
di nuovo in gemiti, Zero si strinse maggiormente all’altro (come a non volerlo
lasciar andare) mentre con l’ultimo affondo raggiungeva nuovamente l’orgasmo,
seguito subito dopo anche da Kaname, che si svuotò in lui. Era una sensazione
stranissima essere cosciente del fatto che i piaceri del moro erano dentro di
lui, mentre i propri erano schizzati un po’ sulla mano, un po’ sul petto del
Pureblood. Osservando attento gli occhi di ametista liquida di Zero, Kaname si
portò sensuale le dita alla bocca, per assaggiare il liquido biancastro che vi
era rimasto sopra; il Silver-head spalancò le proprie polle, incredulo del
gesto. Cercò di fermarlo, ma inutilmente, visto che il Vampiro
assaporò voglioso quelle falangi, senza dargli il tempo di fare niente.
Poi si stese di fianco all’altro, cingendogli dolcemente la vita, e facendo in
modo che i loro volti fossero a poco più di un centimetro l’uno dall’altro. Su
entrambi i volti, un piccolo sorriso soddisfatto.
-Ti amo- sussurrò Kaname,
gli occhi che brillavano come mai prima.
-Anche io- rispose Zero,
andando a strusciare il proprio naso sulla guancia dell’altro.
-Mi piacciono le fusa…-
scherzò dolce il Pureblood, accarezzandogli i capelli morbidi e leggermente umidi.
Il Silver-head si limitò a
sorridere, stringendosi di più al suo corpo; le gambe che si andarono ad
intrecciare per stare maggiorente vicini.
Tecnicamente, Kaname
sarebbe dovuto andare a lezione, mentre Zero si sarebbe dovuto preoccupare
della ronda intorno al perimetro dell’edificio…inutile dire che entrambi si
addormentarono come se nulla fosse, senza pensare che forse qualcuno avrebbe
potuto notare la loro assenza.
La mattina dopo, Kaname non
poteva credere a quello che i propri occhi gli suggerivano: la figura di zero
addormentata placidamente al suo fianco, le gambe ancora intrecciate, mentre
una mano avvolgeva placidamente la sua vita. Quella visione gli suscitò una
forte voglia di baciare l’atro, di poter toccare il sogno che gli si stagliava
davanti. Il respiro regolare, il petto che si alzava e abbassava ritmicamente,
gli occhi chiusi nel sonno, le labbra sottili leggermente dischiuse per far
passare il fiato… Vi poggiò dolcemente sopra le sue, stando attento che l’altro
non si svegliasse, in modo da avere ancora una scusa per guardarlo dormire.
Se solo poco tempo fa’ gli
avessero detto che quello che provava per il Silver-head altro non era che
semplice amore, non gli avrebbe mai creduto; lui che amava un Halfblood così
chiuso in sé stesso, cinico e astioso nei confronti del mondo? E perché mai
avrebbe dovuto provare un sentimento del genere per una persona così? Eppure
non aveva mancato di notare, in qualche sua parte dell’inconscio, come gli
occhi lilla dell’altro raramente lasciavano la sua figura, quando lo incontrava
che magari doveva parlare con Yuuki…che poi, perché innamorarsi di un tipo del
genere, quando la dolce Yuuki poteva essere completamente sua? Era lei che in
realtà pensava di amare, non certo una persona cupa come Zero Kiryu! Ed invece,
quando Gabriel era entrato nelle loro vite qualcosa dentro di lui aveva
iniziato a smuoversi, come se il suo stesso corpo gli stesso urlando contro
“Svegliati! Lo stai perdendo!”. Quella consapevolezza lo aveva lasciato di
sasso: sapere che quella persona potesse scatenare in lui così tanti sentimenti
contrastanti e tutti insieme, lo aveva profondamente scosso. Aveva deciso di
fare di tutto per “conquistarlo”, e magari i suoi modi erano stati anche
bruschi all’inizio, ma poi aveva capito che l’unica cosa che il Silver-head
voleva era qualcuno che fosse disposto a concedergli un po’ di amore; e come
non accettare quella richiesta così dolce e piena di aspettative? Lo amava, si limitò a dirsi mentalmente;
le dita che scivolavano calme e rassicuranti sulla guancia dell’altro. Il
leggero miagolio che sfuggì all’altro lo fece sorridere dolcemente.
Zero aprì lentamente gli
occhi, fermo, pensando un secondo a dove si trovava; le immagini della notte
appena trascorsa iniziarono scorrergli nella mente, frenetiche e veloci,
rammentandogli in un lampo che si trovava nella stanza di Kaname, con lui poco
lontano. Arrossì, spostando veloce lo sguardo a cercare l’altro; incontrò due
polle amaranto che lo osservavano attentamente con un piccolo sorriso a
sfiorargli le labbra: arrossì maggiormente, spalancando poco di più gli occhi,
incantato dallo sguardo penetrante con cui il Pureblood lo ammirava.
-Buongiorno- sussurrò
l’Hunter, distolse lo sguardo, una mano che giaceva distratta alla base del
collo.
-Buongiorno- salutò Kaname,
intrappolando subito l’altro sotto di sé, assaggiando immediatamente quelle
labbra peccaminose. Aveva sognato di morderle, assaporarle, di giocarci…adesso
che aveva provato ogni cosa, si era ritrovato imprigionato in quelle spire
invisibili che (per fortuna) non lo
lasciavano andare.
Il sorriso che si dipinse
sulle labbra di Zero valeva più di mille parole, per il moro: un sorriso
luminoso, che si allargava anche a quegli occhi di una tonalità più chiara; la
mano appoggiata sul suo polso tremava leggermente, e se non fosse stato un
vampiro non se ne sarebbe di certo accorto, ma anche quello era un segno delle
emozione che l’altro stava provando. Strofinò il naso nell’incavo del collo del
Silver-head, come oramai era solito fare, ispirando a fondo il dolce profumo di
sangue che scorreva nell’altro; avrebbe dato qualunque cosa per essere
finalmente un vero “tutt’uno” e poter assaggiare quel liquido cremisi, ma
immaginava che ancora non era tempo.
-Devo andare a svolgere i
miei compiti- disse Zero.
Non desiderava in alcun
modo lasciare il Pureblood da solo nella stanza, preferiva di gran lunga
passare il resto della giornata con lui! Ma Yuuki era tornata solamente il
giorno prima a compiere i suoi doveri, e non voleva che pensasse non si
facesse vedere per colpa sua; voleva parlare con Miko, che ultimamente era
stato un po’ fra le nuvole e non avevano più avuto modo di stare un po’
insieme; e poi doveva sempre affrontare l’argomento “Gabriel”: non poteva
lasciare quell’uomo così, senza fare niente, anche se era stato proprio egli
stesso ad allontanarlo, in qualche modo. Con quel suo “Non voglio che mi ringrazi” aveva preso le distanze tra di loro…ma
non gli sembrava giusto lasciare le cose così come stavano.
-Sicuro che non vuoi
rimanere qui? Il giorno è lungo…-
Era un’offerta troppo
allettante per essere rifiutata, soprattutto se chi gliela proponeva aveva
occhi sensuali e maliziosi coronati da ciglia lunghe.
-Sarebbe una proposta
troppo invitante per essere rifiutata, ma non posso proprio- e baciò dolcemente
l’altro, prima di alzarsi e rifugiarsi in bagno per farsi una doccia.
Quando ne uscì, trovò
Kaname nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato; gli sorrise, vestendosi
di corsa per raggiungere in fretta l’amica.
-Ci vediamo più tardi-
salutò Zero, ma l’altro lo prese per un polso e lo attirò a sé: si baciarono
profondamente, aspirando l’uno l’essenza dell’altro.
-Torna da me questa sera-
gli sussurrò Kaname nell’orecchio, prima di leccarlo sinuoso.
Il Silver-head, rosso in
viso, si limitò ad annuire, prima di uscire dalla stanza.
-Yuuki!- la chiamò Zero,
vedendola che si dirigeva verso il portone da dove sarebbero passati i ragazzi
della Night Class.
-Ehi!- sorrise la ragazza.
-È ancora presto, ma le
ragazze sono già tutte qui- commentò, osservando le ragazze della Day Class che
si ammassavano per vedere meglio i propri idoli.
Il Silver-head sbirciò
dietro la folla di ragazze, per vedere se magari c’era traccia del Professore,
ma non fu così fortunato da incontrare gli occhi turchesi dell’altro; in
compenso individuò Miko appoggiata al tronco di un albero che guardava con
pietà alle compagne ammassati lì. La salutò, ammiccandole e facendole un
piccolo sorriso al quale lei rispose con un bel sorriso da orecchio ad
orecchio.
-Dove ti eri cacciato
questa notte, Zero?- gli chiese d’improvviso la mora, guardandolo con fare
accusatorio.
-Beh…- e adesso che le doveva rispondere? S’impose di non arrossire,
pensando al modo piacevole in cui aveva passato la serata, insieme a Kaname
Kuran; ma di certo non poteva andare dall’amica e dirle: sai, ho passato una notte di fuoco con Kaname…non te lo aveva detto che
mi sono innamorato di lui? Non l’avrebbe presa bene, Yuuki.
-Non mi sono sentito bene-
buttò lì, facendo il vago. -Ho pensato che era meglio rimanere in camera-
-Sono passata, ma non mi
hai risposto- replicò l’altra, guardandolo come se la stesse prendendo in giro.
-Ho preso un sonnifero, che
non riuscivo a dormire bene…-
-Sempre per il sangue? È
per quello che sei stato male?- questa volta la domanda fu più tranquilla e
posta con un filo di apprensione.
Veramente, da quando aveva
bevuto il sangue di Kaname, Zero non aveva più sentito il bisogno di nutrirsi,
o che il proprio sangue ribollisse dalla fame. C’era da dire che comunque il
sangue di Kaname Kuran era uno dei più potenti, quindi era possibile che non corresse
più pericoli di quel genere…inoltre aveva
una fonte di sangue sempre accanto a sé, pensò malizioso, cercando di
rievocare il sapore dell’altro nella sua mente.
-Sì, ma penso che d’ora in
poi dovrebbe andare meglio-
Yuuki non fece in tempo a
rispondere, che le porte del cortile si aprirono, lasciando sfilare i bei
Vampiri della Night Class, con Kaname miracolosamente in testa; anche lui doveva aver pensato che fosse
meglio farsi trovare, almeno all’uscita, pensò divertito il Silver-head,
lanciando un’occhiata sarcastica al Pureblood.
-Zero!- esclamò da dietro
Miko, una volta che gli Immortali della Night Class si furono rinchiusi nel
loro dormitorio, e quelli della Day Class si furono dispersi.
-Ciao Miko- la salutò
caloroso il Silver-head; gli era proprio mancato stare un po’ con l’amica senza
troppi pensieri per la testa.
-Vedo che stai bene oggi-
disse la ragazza, salutando Yuuki che nel frattempo si era affiancata a Sayori
per andare insieme a lezione.
-Sì…- rispose tranquillo il
ragazzo.
-Come vanno le cose tra te
e Kaname Kuran?- chiese ingenuamente la bionda, un piccolo sorriso sulle
labbra.
Se aveva visto bene e
decifrato altrettanto bene i segnali, quei due avevano finalmente risolto
qualcosa ed erano arrivati ad una felice conclusione, o per lo meno lo sperava
per il suo povero mal di testa!
-Non so di cosa tu stia
parlando Miko- rispose Zero, un sorriso di plastica sulle labbra. Come cavolo
faceva la ragazza a sapere sempre ogni cosa? Che cavolo, lo seguiva forse?
-O suvvia, Zero! Non puoi
tenermi segrete queste cose; non dopo che ho cercato in ogni modo di farlo
ingelosire…!- si tappò al volo la bocca, guardando gli occhi dell’altro
spalancarsi dalla sorpresa.
-Beh…- iniziò a spiegare la
bionda. Se lasciavo fare tutto a lui, non saremmo mai arrivati ad una
conclusione; e lo stesso vale per te!- si stava solo riscaldando.
-Possibile che voi uomini
non sapete mai cosa sia la cosa più giusta da fare per mettere la preda nel
sacco? Insomma, era palese che Kaname era geloso di ogni singola persona,
animale, oggetto, pulviscolo di polvere che si avvicinava a te; idem per te:
non lo potevi vedere vicino a Yuuki. Fortuna che un po’ lo hai smosso con la
scusa di Gabriel…-
-Gabriel non è stata mai
una scusa, Miko- rivelò triste l’Hunter. -Per un attimo aveva preso in seria
considerazione quella di rinunciare a Kaname per stare con lui…mi faceva
sentire bene e protetto. Alla fine il mio sentimento per Kaname ha avuto
semplicemente la meglio-
-Adesso devi solo parlarne
con il Professore…se non ho capito male?-
L’altro si limitò ad
annuire, gli occhi tristi che guardavano il terreno.
-Beh, guarda la cosa
positiva: adesso sei felice!-
L’ingenuità con la quale
Miko pronunciò quelle tre parole, gli occhi smeraldini accesi di contentezza,
il sorriso a trentadue denti sulle labbra rosee dell’altra, fecero capire a
Zero che era vero: adesso era felice.
Sorrise a sua volta, Miko lo prese per mano dirigendosi insieme verso l’aula.
Per tutta la mattina,
l’Hunter si accorse che Gabriel aveva qualcosa che non andava: non aveva
sorriso neanche una volta (cosa assai strana per la sua indole gentile e
dolce); non lo aveva mai degnato di un’occhiata, neanche di sfuggita, il che
però ci poteva stare benissimo visto come si era comportato; e la sua lezione
si era svolta in un silenzio glaciale, visto che nessuno sapeva come
comportarsi. Miko gli lanciava ogni tanto uno sguardo, come per cercare di
capire a cosa era dovuto il cambiamento, ma il Silver-head si limitava a fare
spallucce e tornare a guardare l’uomo che aveva di fronte. Si rese conto che la
voce dell’altro era bassa, ma dura e fredda, mentre gli occhi erano spenti ed i
movimenti rigidi. Si chiese se quel comportamento strano non fosse tutta colpa
sua e di come lo aveva trattato. Quando il pomeriggio andò a cercarlo in ogni
parte del collegio, incontrò il Direttore Kaien che gironzolava allegramente
per il cortile, con Tohga poco distante da lui; si fermò sperando che almeno
loro lo avessero visto.
-È stato poco fa nel mio
ufficio- asserì il Direttore, guardando curioso l’Halfblood. Ha chiesto di
lasciare la scuola e tornare al suo lavoro di prima…penso che adesso sia nella
sua stanza- spiegò il biondo,osservando attentamente Zero. Quello corse via, in
direzione della camera del Professore.
Quando vi si trovò di
fronte, non seppe di preciso cosa fare; sapeva giusto che in un modo o
nell’altro doveva parlare con Gabriel e chiarire qualsiasi cosa tra di loro,
perché l’uomo che aveva visto quella mattina non gli era piaciuto per niente.
Bussò leggermente, senza
sentire dall’altra parte il permesso di entrare. Non ci pensò due volte e fece
irruzione nella stanza comunque: sapeva che l’altro era all’interno, ne aveva
percepito la presenza.
-Gabriel- pronunciò
solamente, vedendo l’altro sdraiato placidamente sul letto.
-Non mi sembra di averti
dato il permesso di entrare, Kiryu-
Un brivido si propagò lungo
la spina dorsale del Silver-head, al sentire quella voce fredda e profonda
provenire dall’altro.
-Ho saputo che te ne vai-
Il coraggio di parlare con
lui si era dileguato nell’esatto momento in cui l’altro aveva aperto bocca. In
quel momento non sapeva cosa dire.
-Non è questo il mio posto.
Questo è il tuo- spiegò secco il Professore.
-Ed il tuo quale sarebbe,
quel locale dove ti ho conosciuto?- fece risentito Zero.
-Quel posto è quanto di più
caro mi sia rimasto. In quel locale posso essere chi voglio, posso conoscere
persone sempre diverse, mi posso innamorare di chi poi mi getterà via come
carta straccia- sibilò, scattando in piedi; gli occhi accesi di una furia
cieca.
-Io non ti ho gettato via
come carta straccia!- protestò vivamente il ragazzo, le mani strette a pugno.
-Io non ho parlato di te.
Hai la coda di paglia per caso?- un sorriso malevolo si dipinse su quelle
labbra di solito gentili e morbide.
L’Halfblood sussultò, nel
vedere quell’espressione; subito, il Professore si rilassò sul posto, lasciando
che gli occhi tornassero ad essere una distesa di ghiaccio.
-Esci dalla stanza Zero.
Dopo oggi non ci vedremo più- disse apatico l’uomo.
-No! Io sono venuto qui per
parlare con te! Non voglio che te ne vada in queste condizioni, non sembri
nemmeno tu!- esclamò il Silver-head, avvicinandosi all’altro, in modo da
poterlo vedere bene negli occhi.
-Esci di qui, Zero.
Adesso!- sibilò minaccioso il Professore, gli occhi di nuovo accesi dalla
rabbia.
-Voglio il vecchio Gabriel-
sussurrò, carezzando dolcemente una guancia dell’altro.
-Non sei nella posizione di
volermi in qualche modo: hai fatto la scelta, ed il tuo dito si è posato su uno
sporco Vampiro che ti farà soffrire-
-Non è stato il mio dito a
posarsi su di lui…è stato il mio cuore. Non lo puoi capire?- il tono triste che
uscì dalle labbra del Silver-head fece chiudere gli occhi di Gabriel,
assaporando quell’ultimo momento insieme.
-Rivoglio il vecchio
Gabriel; non mi piace quello che hai mostrato oggi- un altro sussurro.
-Non hai più alcun diritto
su di me, Zero- rispose l’altro, osservandolo di nuovo furioso. -Ti incontrato
per caso, ti ho imparato a conoscere, mi sono innamorato di te e tu ti sei
lasciato andare alle mie cure! Sei venuto da me chiedendo amore ed io te l’ho
dato; sei tornato dicendomi che il tuo cuore non mi poteva contraccambiare! E
allora sai che ti dico, Zero: me ne sbatto del tuo cuore!-
La violenza con cui il
Professore lo prese per le braccia e lo fece ruzzolare sul letto, presero Zero
di sprovvista, facendogli chiudere gli occhi nel momento in cui rimbalzo sulle
molle del talamo. Quando li riaprì, vide Gabriel calare freddo su di lui,
feroce come una belva liberata dopo tanta prigionia.
-Gabriel! Fermati Gabriel!-
provò ad urlare, ma niente, fu come se l’altro neanche lo sentisse.
Provò a respingerlo in ogni
modo: con le mani, con le gambi, con morsi che non andavano a segno…ma niente
sembrava in grado di allontanare l’altro dalla propria figura; ed intanto la
paura lo attanagliava, gli occhi che si chiudevano e si riaprivano per evitare
di vedere, ma anche perché più di una volta andò a sbattere contro il muro a
cui era addossato esso. Quando poi le mani furono imprigionato da una del
Professore, il panico crebbe dentro di lui, capendo dove l’altro voleva andare
a parare.
Dentro la testa di Gabriel
solo una parola vorticava frenetica, contrastando con la calma dei suoi gesti:
mio; Zero doveva essere solo suo, doveva riuscire ad averlo almeno una volta,
così che la sua fame sarebbe potuta passare, così che non avrebbe più reclamato
quel ragazzo, così che il suo sentimento potesse andare a morire dentro di sé.
Spogliò veloce il corpo che
aveva tra le gambe, stando attento a tenerlo ben fermo, sebbene il Silver-head
continuasse ad agitarsi. Lui si slacciò giusto i pantaloni, e li abbassò
insieme ai boxer, senza avere la voglia di togliere altro; al momento prima di
penetrare quel corpo, vide gli occhi di Zero spalancarsi dall’orrore, prima di
serrarsi forte.
Lo penetrò, tappando con
l’altra mano la bocca dell’Halfblood, in modo che nessuno potesse sentire altre
urla disumane: nessuno poteva interromperli. Spingendo dentro quel corpo caldo
e stretto, andò a stuzzicare i capezzoli con la bocca, mordendoli e torturandoli,
tanto che un filo di sangue scivolò via da uno dei due: il segno del morso ben
visibile sulla pelle chiara di Zero. Era il Paradiso poter entrare ed uscire da
quel corpo che per tanto tempo aveva sognato di possedere; adesso ne stava
avendo un assaggio, che sarebbe stato anche l’ultimo.
Nella mente del Silver-head
si andò disegnando il volto di Kaname, sorridente come lo aveva visto quella
stessa mattina, prima che lasciasse la stanza. Lo invocava, lo implorava di
andarlo a salvare perché lui non aveva la forza; si era ritrovato stranamente
più debole di Gabriel, come se la propria forza fosse venuta meno tutta di un
colpo. Ed in quel caso, come impedire che l’altro lo violentasse? E mentre
Gabriel lo marchiava col proprio seme, Zero invocala clemente l’oblio,
qualsiasi cosa potesse farlo cessare di soffrire così tanto e così in
profondità.
Non
mi ammazzate, per favore!! Com'è giusto che sia, in una storia
ci vuole equilibrio, quindi visto che la prima parte è stata
abbastanza smielosa, nella seconda un po' di sofferenza non guasta;
l'unica cosa mi dispiace che ci vada sempre di mezzo Zero xD Ma che ci
vogliamo fare se tutti si innamorano di lui??
Secondo voi, cosa succederà nel prossimo capitolo??
Ringrazione le 21 persone che hanno messo la storia tra i Preferiti, e
i 23 che l'hanno messa tra le Seguite. Ringrazio chi ha letto ed
è volato via senza lasciare segno^^ e naturalmente ringrazio chi
ha recensito (notando che qualcuno si è dato, ma penso di
meritarmelo per quanto vi ho fatto penare con questa storia =P)
versus11:
ciao Claudia!! xD Come vedi i piani malefici non c sono, anche se
l'intento era quello. Alla fine il capitolo mi è uscito
così, ma la violenza ci doveva stare comunque, perchè
è morboso l'attaccamento che Gabriel prova verso Zero. Spero che
comunque anche questo capitolo ti sia piciuto, nonostante tutto^^ un
BACIONE!!
Avly:
tecnicamente non si doveva arrendere, ma tipo prendere lo di sorpresa e
violentarlo...solo che non mi è riuscito bene e sembra che la
cosa sia casuale, ma l'intento era comunque quello. Scusa per gli
errori, ma è raro che ricontrollo il capitolo, a meno che non
devo rivedere delle cose, comunque quando avrò postato tutto
rileggerò e correggerò, perchè mi piace
com'è venuta la storia e sarebbe un peccato. Grazie per i
complimenti e sono straconenta che la storia ti piaccia^^ Baciuzzoli
anche a te!!
Skadi:
oh mia piccola! Che ti avevo detto che avrei aggiornato oggi? Per una
volta sono di parola xD Non fa niente che l'altro capitolo lo hai letto
a singhiozzo, capita a volte anche a me^^ Conconrdo sul fatto che Zero
innamorato è stupendo, ma anche Kaname anche se si trattiene
poco poco^.- Yuuki ce la siamo levata di torno e sono felice che Miko
piaccia come nuovo personaggio, anche io l'amo!! Su Gabriel...beh penso
che la possessività abbia avuto la meglio su di lui (almeno il
mio kaname non si sarebbe mai comportato così...-.-) quindi
direi Kaname 4ever!! xD Ti abbracciolo piccola e a presto!!
Hime__:
sui ritmi di EFP non ti posso dare torto, purtroppo, anche se ci sono
persona che aggiornano con regolarità. Tecnicamente ci riuscivo
anche io ad aggiornare almeno una volta a settimana, ma poi tra una
cosa e la mancanza d'ispirazione la regolarità è andata a
farsi benedire xD Strafelice che i due capitoli ti siano piaciuti e non
rimanere dispiaciuta perchè non hai visto l'aggiornamento, pensa
che ti sei goduta di più la storia!! xD BACI!!
Al prossimo capitolo
*baci*