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Autore: Cicci 12    19/04/2010    2 recensioni
Elettra Bertani, una ragazza italiana, da poco trasferitasi a Los Angeles, ma con tanta voglia di fare nuove esperienze e di conoscere gente nuova. Ed è proprio quello che le accadrà, anche se nel suo piano non era previsto un certo attore famoso dagli occhi cristallini che tante volte l’ha fatta sognare. Si incontrano per caso, sotto il sole californiano; come si dice, quando il destino ci mette lo zampino....
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- Scusami, non volevo. Tutto bene?- chiese una voce roca e profonda. Sollevai gli occhi per guardarlo in viso e il cuore mi si fermò per quelli che mi sembrarono almeno 5 secondi. Due occhi azzurri e profondi mi osservavano con un misto di preoccupazione e fastidio. Ma quello che mi fece rischiare l’infarto fu il fatto che io conoscevo quegli occhi, anche se li avevo sempre e solo visti in fotografie, film e programmi TV. Quegli stessi occhi azzurri che spesso tormentavano i miei sogni da ormai 2 anni, da quando li avevo incrociati nel film cult dell’anno precedente, “Twilight”. Quelli erano gli occhi di Robert Pattinson, il mio sogno proibito ed impossibile. (Capitolo 2)
Salve a tutti!! Bè, negli ultimi tempi le ff su Robert si sprecano,
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.29 Una giornata movimentata

Titolo: What do you live for? I live for you
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale
Autrice: Cicci12
Capitolo: Una giornata movimentata
Personaggi: Robert Pattinson e Altro Personaggio inventato da me

 

 

What do you live for? I live for you

…Una giornata movimentata…

Cap. 29 Una giornata movimentata

 

 

Quando mi svegliai, quella mattina, mi resi conto che un sorriso radioso m’incurvava le labbra, e non mi ci volle molto per ricordarmi quel era il motivo.

Quel giorno, Robert e gli altri, avevano una giornata libera dai loro impegni, per poi passare ad un nuovo servizio fotografico il giorno seguente.

Quando Rob, a cena, mi aveva proposto di passare un po’ di tempo insieme, tutti gli altri avevano improvvisamente trovato impegni “importantissimi e che non si potevano rimandare”, come aveva sottolineato Nikki; il che era parso parecchio strano, dal momento che si trovavano in un paese completamente sconosciuto.

Ma sia io che l’attore dagli occhi azzurri avevamo sorvolato sulla cosa: in fondo non mi dispiaceva passare un po’ di tempo da sola con lui.

Guardai la radiosveglia posata sul mio comodino e mi resi conto che erano quasi le 10, così mi alzai con molta calma, iniziando a prepararmi.

Mi aveva fatto bene parlare con Robert, il giorno prima: ero riuscita a schiarirmi un po’ le idee e anche la paura di una sua reazione negativa era subito morta, quando mi aveva posato quel bacio sulla fronte.

Era stato difficile per me raccontargli quegli eventi, un po’ perché era doloroso ricordarli, un po’ perché non sapevo come avrebbe reagito l’attore a quelle rivelazioni.

Dopo una doccia rapida, indossai un paio di jeans chiari, accompagnati da una canottiera rosso fuoco e un paio di scarpe da ginnastica bianche.

Chiusi la porta della mia camera con un sospiro: ero sicura che mio padre fosse già al lavoro da parecchie ore, quindi non rischiavo d’incontrarlo, ma speravo con tutti il cuore che mia madre non portasse avanti la sua battaglia.

Mi affacciai in cucina, mentre mia madre lavava i piatti e le tazzine usate per la colazione.

- Mamma, io esco.- l’avvisai.

- Tesoro, posso parlarti un secondo?- mi domandò lei, voltandosi a guardarmi.

Come previsto!

- Mamma, ti prego, non ti ci mettere anche tu. Mi bastano le sfuriate di papà.- le risposi, alzando gli occhi al cielo, ma entrando nella piccola cucina.

- Non voglio farti una ramanzina.- mi rassicurò lei, asciugandosi le mani in uno straccio.

- Non posso nasconderti che da un lato tuo padre ha ragione, ma sbaglia a trattarti come una bambina. Sei grande ormai, devi decidere tu cosa fare della tua vita. Però mi raccomando, stai attenta.- mi disse lei, mentre leggevo sul suo volto una reale preoccupazione.

- Grazie, mamma. E non preoccuparti, so quello che faccio. Ora vado, ci vediamo più tardi.- le risposi, dandole un bacio sulla guancia e uscendo di casa dopo averla salutata.

Avevo appuntamento con Robert da lì a mezz’ora, così rimasi ad aspettare il tram che mi avrebbe portato in centro alla fermata poco lontana da casa mia.

Ero persa nei miei pensieri, quando sentii quella voce che speravo di non dover più udire fino al mio ritorno in America.

- Elettra?-

Mi voltai verso la ragazza bionda che era in piedi davanti a me, immobile, senza sapere bene cosa fare o cosa dire.

- Ah. Ciao Giorgia.- la salutai, distogliendo subito lo sguardo da lei e riportandolo sulla strada, sperando che il tram arrivasse in fretta.

- Posso… posso parlarti un secondo?- mi chiese lei titubante.

- Non abbiamo niente da dirci io e te.- le risposi, mettendo in evidenza la rabbia che mi ribolliva dentro.

- Ele, mi dispiace, per tutto quello che è successo, per quello che ti ho fatto…- aggiunse lei, cercando d’ignorare il mio tono, ma senza guardarmi in faccia.

- E tu pensi davvero che con queste tue scuse, le cose possano tornare come prima? Dopo quasi un anno e dopo tutto quello che mi hai detto? Non me ne faccio niente.-

- Mi manchi, Ele…- sussurrò piano, quasi come se non volesse farsi sentire.

- Mi dispiace, Gio, è un po’ troppo tardi.-

Proprio in quell’istante giunse il tram, che si fermò davanti a me, aprendo le porte.

Salii senza più degnare di uno sguardo la ragazza, che rimase ferma sul marciapiede, lo sguardo sempre rivolto a terra.

Mi voltai a guardarla per un po’, fino a quando il tram non svoltò l’angolo e Giorgia scomparve alla mia vista.

 

* * *

 

Il telefono della mia stanza continuò a squillare incessantemente, fino a quando non sollevai il ricevitore per rispondere.

- Pronto?- dissi, con la voce ancora impastata dal sonno.

- Signor Pattinson, la sua sveglia.- mi avvertì la voce della receptionist, dall’altro capo.

Guardai l’orologio al mio polso e notai che in effetti erano quasi le 10: la sera prima, appena rientrati in albergo, avevo gentilmente chiesto la sveglia in camera, sicuro che il mio sonno arretrato mi avrebbe impedito di svegliarmi ad un orario decente.

- Grazie mille.-

- Grazie a lei. E buona giornata.- rispose cordiale la ragazza, e riattaccò.

Mi misi a sedere sul materasso, sfregandomi gli occhi per cercare di aprirli del tutto, quando mi ricordai che quel giorno avrei trascorso il mio tempo in compagnia di Elettra e all’improvviso mi sentii sveglissimo.

Aprii le tende, riempiendo la mia camera di luce; il sole che splendeva in cielo contribuì senza ombra di dubbio a migliorare ancora di più il mio umore.

Mi gettai sotto l’acqua fresca, lavando via lo stress accumulato in quei giorni, tra il servizio fotografico e la vicinanza di Elettra.

Ero contento del fatto che la ragazza si fosse confidata con me, a proposito del suo passato, anche se le sue rivelazioni mi avevano fatto male.

Uscii dalla doccia, legandomi un asciugamano in vita: tornai in camera con i capelli sgocciolanti, accendendo il cellulare che avevo lasciato nella tasca dei jeans la sera precedente.

Dopo pochi secondi sentii l’avviso del messaggio e lo aprii in fretta, pensando che potesse trattarsi di Elettra; era invece quel rompiscatole di Kellan.

Ehi, dormiglione, ti vuoi dare una mossa? Ti aspettiamo per la colazione.

Sbuffai spazientito, gettando il telefonino sul letto, poi inizia a vestirmi, indossando un paio di jeans scuri e una maglietta bianca a mezze maniche.

Cercai di asciugarmi il capelli alla bel e meglio, lasciandoli tuttavia un po’ umidi, afferrai il portafoglio e il cellulare infilandoli in tasca e mi diressi verso l’ascensore.

Quando le porte si aprirono, mi avviai verso la sala per la prima colazione, attraversando la hall, cercando d’ignorare gli sguardi civettuoli delle due ragazze alla reception che mi seguivano.

Appena entrai nella stanza individuai subito i miei colleghi, così li raggiunsi e mi sedetti nell’unico posto libero.

- Oh, era ora. Pensavamo di doverti aspettare fino all’ora di pranzo.- mi accolse Kellan, addentando un pezzo del suo croissant.

- Bè, vedo che comunque non mi avete aspettato molto.- osservai, guardandolo con un sopracciglio alzato, notando che la sua brioche era ormai a metà.

- Avevo fame.- mi rispose il biondo, alzando la spalle e sorseggiando un po’ del suo caffè.

- A proposito, voi non eravate quelli che avevano degli impegni importantissimi, che non potevate rimandare?- chiesi divertito, notando che erano ancora tutti seduti a tavola.

- Ovvio che si, ma più tardi. Più o meno alle…- iniziò Nikki, guardando il suo orologio, ma senza avere il tempo di concludere la frase.

- …11.30, quando ho appuntamento con Elettra?- intervenni io, guardandola tuttavia divertito.

- Si, esatto.- mi rispose la mia collega, con un sorriso di sfida sulle labbra.

- Sei diabolica, lo sai?- la presi in giro, prendendo un sorso del mio caffè.

- Lo so, quando mi ci metto sono piuttosto brava.- mi rispose lei, concentrandosi sulle sue unghie appena smaltate.

- Piuttosto, cerca di darti da fare.- aggiunse Kellan, sostenendo la nostra amica.

- Vi siete messi d’accordo per rendere la mia vita impossibile, voi due?- chiesi loro, passando lo sguardo da uno all’altra.

- L’idea era quella in effetti.- mi rispose Luzt, facendo l’occhiolino a Nikki. – Almeno fino a

quando non ti darai una mossa.- aggiunse poi, senza specificare a cosa si riferisse.

Alzai gli occhi al cielo, lasciando così cadere la discussione e dedicandomi interamente alla mia colazione.

Dopo circa un quarto d’ora si alzarono tutti quanti per dedicarsi ai loro impegni “importantissimi”, lasciandomi solo al tavolo, mentre finivo di bere il mio caffè.

Alle 11.30 in punto, mi diressi verso l’uscita, salutando le ragazze alla reception, che mi regalarono un sorriso a 32 denti, e sperando che non ci fossero giornalisti e paparazzi appostati davanti all’albergo, pronti a rovinare la mia giornata con Elettra.

Quando uscii nell’aria afosa della città, tirai un sospiro di sollievo notando che le mie preghiere erano state esaudite.

Come attratto da una forza soprannaturale, voltai lo sguardo nella direzione in cui ero sicuro si trovasse Elettra; ed infatti eccola lì, seduta su una panchina poco lontana dall’hotel, intenta ad osservare le persone che passavano, mentre chissà quali pensieri le affollavano la mente.

- È tanto che aspetti?- le chiesi quando mi fui avvicinato, facendola sobbalzare.

- Rob! No, tranquillo, sono appena arrivata.- mi rispose poi, dopo un primo momento di sbalordimento.

- Vogliamo andare allora?- aggiunsi poi, sorridendole.

- Certo.- rispose lei, scattando in piedi.

Entrambi indossavamo gli occhiali da sole, per evitare qualsiasi imprevisto, anche se ero sicuro che non sarebbero stati certo quelli ad ostacolare i paparazzi, se ci avessero avvistati, ma non avevo assolutamente voglia di imbacuccarmi dalla testa ai piedi con quel caldo.

Così avevamo optato per un semplice paio di occhiali scuri, sperando nella nostra buona stella di passare una giornata tranquilla senza interferenze.

Passammo le ore seguenti vagando per le strade di Firenze, mentre Elettra mi mostrava i luoghi che erano stati più significativi nella sua infanzia, le bellezze della città italiana e tutto ciò che era in grado di manifestare qualche emozione in lei.

Verso le 13 decidemmo di fermarci a mangiare da qualche parte, così optammo per una piccola tavola calda in centro, posto frequentato assiduamente dalla ragazza ai tempi della sua adolescenza.

- Non è un ristorante di lusso, ma è un posto tranquillo. Ci sono anche meno possibilità d’incontrare qualche ragazzina impazzita.- mi disse lei, ridendo.

- Andrà benissimo.- le risposi io, sorridendole.

Per me l’importante è stare con te, avrei voluto aggiungere, ma mi trattenni dal farlo.

Entrammo, sedendoci in uno dei tavolini più isolati, evitando così possibili occhi indiscreti, dal momento che l’ampia vetrata dava proprio sulla strada principale.

Iniziammo a sfogliare i menù, aspettando che un cameriere venisse a chiederci le ordinazioni.

Nessuno di noi due poteva immaginare che la nostra giornata tranquilla sarebbe stata rovinata da una semplice voce.

- Elettra!- esclamò essa, evidentemente stupita.

Ci voltammo entrambi, trovandoci davanti un Claudio con gli occhi spalancati e un blocco per le ordinazioni in mano.

 

* * *

 

Quando sentii la sua voce pregai fino all’ultimo che fosse stato solo frutto della mia fervida immaginazione, ma quando incrociai i suoi occhi chiari, mi resi conto che purtroppo non mi ero sbagliata.

- Elettra. Cosa ci fai qui?- mi domandò il ragazzo, avvicinandosi.

- Mi sembra ovvio: mangiamo.- gli risposi stizzita, sottolineando il fatto che non ero da sola.

Il suo sguardo si posò su Robert, seduto davanti a me.

- Tu piuttosto cosa ci fai.- aggiunsi veloce, cercando di allontanare la sua attenzione dall’attore.

- Lavoro qui da qualche mese. Dovrò pur pagarmi l’università in qualche modo.- mi rispose, facendomi l’occhiolino, come se tra noi non fosse mai successo niente.

Lo guardai con un sopracciglio alzato e un’evidente rabbia negli occhi, ma non commentai: non mi andava di fare un’altra scenata davanti a Robert.

- Allora, cosa vi porto?- ci domandò in italiano: era eloquente che avrebbe fatto di tutto per mettere in difficoltà il ragazzo seduto davanti a me.

Ordinammo il più velocemente possibile, così che Claudio potesse allontanarsi da noi, permettendomi così di calmarmi almeno un po’.

Quando il giovane fu scomparso in cucina a portare le nostre ordinazioni, rivolsi il mio sguardo mortificato a Robert.

- Rob, mi dispiace. Non avevo idea che lavorasse qui.-

- Ehi, non ti preoccupare, non fa niente. L’importante è che non dia fastidio a te.- mi rispose, regalandomi un bellissimo sorriso.

- No, io… cercherò d’ignorarlo. Ma oggi sto meglio, parlare con te mi ha fatto bene.- gli confessai, rispondendo al sorriso.

Ma non avrei mai immaginato che Claudio non mi avrebbe ignorata per niente.

Dopo circa 10 minuti che eravamo seduti, vidi Robert alzare lo sguardo verso la mia sinistra, diventando improvvisamente serio.

Mi voltai a mia volta, notando il mio ex ragazzo in piedi accanto a me.

- Elettra, dobbiamo parlare.- mi disse semplicemente, e di certo non era una domanda.

- Non mi sembra proprio il caso.- risposi, guardando Rob con la coda dell’occhio. – E comunque non so di cosa potremmo parlare noi due. Non abbiamo niente da dirci. O almeno non più.- aggiunsi, riportando lo sguardo su di lui.

- Invece sì. Per favore.- insistette lui, trattenendosi dall’afferrarmi un gomito per farmi alzare.

Lo fissai per alcuni secondi, decidendo cosa fare, poi mi rivolsi a Robert.

- Rob, mi puoi scusare un secondo? Faccio presto, promesso.-

- Certo, non preoccuparti.- mi rispose lui, sorridendomi incoraggiante.

Lo guardai negli occhi per un attimo, trovando il coraggio di seguire il mio ex lontano da lui.

- Una cosa breve, Cla, non ho per niente voglia di restare qui con te.- mi rivolsi a lui, senza guardalo negli occhi.

- Sei ancora arrabbiata con me?-

Lo guardai come se provenisse da un altro pianeta, chiedendomi se si fosse fatto di qualche sostanza stupefacente prima di pretendere la mia attenzione.

- Davvero hai il coraggio di chiedermi una cosa del genere? Tu mi stai chiedendo se sono ancora arrabbiata con te? Hai idea di quello che mi hai fatto o ti hanno fatto il lavaggio del cervello e non ti ricordi niente?-

- Certo che mi ricordo, ma speravo che l’anno passato in America…- disse, lasciando la frase in sospeso.

- Cosa? Credevi che me ne fossi dimenticata? Che avessi scordato tutto il male che mi hai fatto? Io ti amavo, Claudio, eri la persona più importante per me e tu mi hai ferita. Sei andato a letto con la mia migliore amica.- lo attaccai, cercando di non alzare troppo il volume della voce, ma calcando sulle parole “migliore amica”.

- Io ti amo ancora.- disse lui, guardandomi negli occhi.

- No, tu non puoi farmi questo. Non puoi volermi così male da dirmi una cosa del genere.-

- Ti sto dicendo la verità.-

- No, Cla, questa non è la verità, questi sono i tuoi sensi di colpa.-

- Forse, può essere. Ma sta di fatto che ho rotto con Giorgia pochi giorni dopo che te ne sei andata e mi sono reso conto dell’enorme errore che avevo fatto. Ti ho cercata più di una volta, ma tu non mi hai mai risposto.-

- Perché ho cambiato vita, Cla. Me ne sono andata dall’Italia per cancellare te e tutti quegli ipocriti che credevo miei amici. Ho cominciato una vita nuova, in California, e tu di certo non ne fai parte.-

- A quanto pare ne fa parte lui.- continuò il giovane, con tono sprezzante, indicando Robert con un cenno del capo.

- Non ti azzardare a mettere in mezzo lui.- quasi urlai, in preda ad una furia cieca.

- State insieme?-

- Anche se fosse, a te cos’importa?-

- Non va bene per te. Lui è famoso, non centra niente con il tuo mondo.-

- Questi. Non. Sono. Affari. Tuoi.- scandii, cercando di tenere a bada la rabbia.

- Non deve interessarti chi frequento io e nemmeno se Robert è il mio ragazzo oppure no.-

- E invece m’interessa.- obiettò lui, afferrandomi un braccio.

Fissai la sua mano su di me come se fosse un animale orrendo, per poi riportare lo sguardo sul ragazzo.

- Non mi toccare.- sibilai, e con uno strattone mi liberai dalla sua presa, dirigendomi poi veloce verso il mio tavolo e attirando l’attenzione di molti clienti.

- Robert, andiamocene.- lo avvertii, afferrando la mia borsa, e notando il mio tono alterato si alzò in piedi senza obiettare.

Eravamo quasi davanti alla porta quando Claudio ci raggiunse, afferrandomi per il polso e obbligandomi a voltarmi.

- Dove credi di andare?- mi ringhiò contro.

- Non hai sentito cosa ti ha detto. Non azzardarti a toccarla.- intervenne Rob, stringendo a sua volta in una morsa il braccio del ragazzo.

Guardai l’attore negli occhi e vidi la furia che si era impadronita di lui, quando Claudio mi aveva strattonata.

Probabilmente se ne accorse anche il mio ex, perché mi lasciò andare senza distogliere lo sguardo dall’altro.

- Vieni.- disse poi Robert, prendendomi per mano e trascinandomi fuori dal locale.

Non mi voltai indietro per vedere la reazione di Claudio, ma non ce ne fu bisogno: sentivo il suo sguardo carico d’odio perforarmi la schiena.

 

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Ed eccomi qui!!!!!!

Mie care lettrici, lo so che vi sono mancata!! v.v

Ok, dopo questo improvviso attacco di modestia, passiamo a cose più serie.

Il “pericoloso ex” è tornato alla carica… ma x fortuna c’è il nostro Rob a tenere Elettra ben ancorata a terra.

E nel prox cap… finalmente quello ke state aspettando tt daaaa…bè, dall’inizio, mi sa! XD

Ma non voglio anticiparvi troppo, altrimenti non c’è gusto. v.v

Uffff… nn vedo l’ora che arrivi l’estate…

Certo, se penso che in mezzo ci sono 2 mesi di esami mi viene male!!! @_@

Voglio Luglio, il caldo, il mare, la spiaggia, le feste, il cazzeggio purooooooooooo!!!! XDXD

Credo che lo studio cominci proprio a farmi male… e pensare che non sono neanche all’inizio. ç_ç

Ma che amarezza!!!!! (della alla Cesare Cesaroni).

Cris91: ma carissima, quanti complimenti.. così mi fai arrossire!! ^///^ però ti ringrazio tanto… mi fa sempre piacere leggere recensioni come le tue. ^^ Eheheheh, qui Rob ha preso le sembianze di paladino della giustizia. E nel prox cap, il momento tanto atteso… *.* un bacioneeeee

Lyla_: tesorooooooooooooo!!! Hai fatto proprio bene ad aggiungermi su fb, così i hai dato la possibilità di conoscere una persona fantastica come te!! *.* eeeh, lo so che bisognava vederlo con le amiche, ma non ho trovato nessuna, quindi mi sono dovuta trascinare l’amico… XDXD Giàààààà, degli uomini non ci si può mai fidare… genere inutile!! -.- (o quasi! XDXD).  E come puoi notare in questo cap è ancora peggio… -.- ma nel prossimoooooooo… Rob si che si dimostrerà un uomo!! Incontrarne di uomini così!! *.* (con tutto il pacchetto completo, ovviamente! XDXD) ti adorooooooooo una bacione enormeeeeee!! :*

Elly4ever: ehi, ci ritroviamo anche qui. Sei la stessa del sito di Rob, vero??? ^^ sono super contenta che la mia ff ti piaccia… continua a seguirmi. Un bacio ^^

Zizzicullen: Ciaooooooo!!! Una nuova lettrice!!!! ^^ Non far caso ai miei attacchi di pazzia, mi raccomando, sono sempre seria nel mio “lavoro” di scrittrice. v.v sono contenta che la ff ti piaccia… è vero, la sto scrivendo proprio xkè anche io posso immedesimarmi in Elettra (in effetti, a parte l’aspetto fisico che vorrei fosse più simile al mio, mi assomiglia anche un po’! ^^ come tutte le ff con personaggi inventati) un bacione grande. J

  
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