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Autore: cioccolatoprego    19/04/2010    2 recensioni
Andando nel mondo di Hyperversum, Ian corona il suo amore, e gli unici insoddisfatti sono i genitori di Daniel. Almeno, così sembra. Chi è quel tipo sullo sfondo che osserva torvo lo svolgersi dei fatti??
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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quel tipo sullo sfondo cap 10
CAPITOLO 10 - Scontro fra titani

La porta si aprì.
- Dove diavolo è finito? - esclamò una guardia.
Stud, fece il mio pugno sul suo mento.
- Ma che... - iniziò un altro, dietro al primo.
Stud, fece il mio calcio sul suo ventre.
- Fermo, tu! - urlò il terzo, cercando di estrarre la spada.
Sbam, fece la porta chiudendosi.
Finalmente, ottenni il silenzio, e riaprii la porta. L'aveva colpito in faccia, per fortuna. Tirai un sospiro di sollievo. Chi ha detto che nascondersi dietro la porta è un trucco stupido? Se da piccolo non ero mai riuscito a giocare a nascondino, non voleva dire che non potevo stendere tre guardie medievali.
Uscii dalla stanza con circospezione, badando bene a non fare il minimo rumore: ce n'era stato a sufficienza. Sobbalzai, quando la porta scricchiolò, e la chiusi in fretta. Sarebbe stato un guaio, se qualcuno avesse notato i corpi stesi a terra.
Scivolai nel corridoio troppo silenzioso del monastero. Dove erano finiti tutti? La risposta era abbastanza ovvia, ma mi rifiutai di pensarla. Dubitavo che Rambo potesse essere sorpreso nel sonno.
Stavo per incamminarmi verso il corridoio di destra, quando un urlo spaccatimpani proveniente dalla direzione opposta mi costrinse a fermarmi. Riconoscendo l'ugola d'oro di Isabeau de Montmayeur, mi fiondai per le scale, com in testa una lunga galleria di allegre possibilità.
Al duecentonovantanovesimo gradino - li ho contati - inciampai in qualcosa. Riuscii a reggermi  per un pelo al decrepito corrimano, e guardai il grosso mucchio di stoffa in cui ero inciampato. Stoffa, si, stoffa chiara, bianca. Un occhio si aprì e il mucchio si mosse, rivelando un Vampiro de Ponthieu decisamente incartato. Per puro caso, il mio piede si posò gentilmente sul suo stomaco, e continuai a salire.
Il mio rispetto per Ian Maayrkas era cresciuto in modo significativo.
Arrivato al seicentesimo gradino, rischiai di schiantarmi per una seconda volta, sobbalzando al suono lacerante di un secondo grido. Salii incolume altri venti gradini e mi fermai davanti una porta socchiusa, che incautamente aprii.
- Aaahh!
Sobbalzai nuovamente, colpito in pieno dall'onda sonora. Colsi però di sfuggita Madame de Montmayeur che, a dir poco sconvolta, arieggiava la boccuccia rosata. A qualche metro da lei, Rambo e un tizio sconosciuto si affrontavano in un duello all'ultimo sangue.
Stordito, caracollai in qualche modo verso i litiganti.
- Tranquillo. - stava dicendo il tizio - Dama Isabeau diverrà mia moglie.
- Mai! - urlò Maayrkaks.
L'interessata, ovviamente, urlò.
Mi bloccai, incerto. Ma io, da che parte stavo?
- Monsieur Bond! - esclamò la Montmayeur, accorgendosi infine di me.
- Jim! - le fece eco Maayrkas.
- Vi aspettate aiuto da questo omuncolo? - ghignò il tizio.
Decisi immediatamente da che parte stare. Non che fossi ansioso di menare le mani con un perfetto sconosciuto, ma se quel perfetto sconosciuto mi insultava, non la passava liscia.
Perciò schivai la Mole Maayrkasiana e allungai il braccio verso la sua faccia, pronto a sfasciargliela. Il pugno non lo raggiunse mai, però, perchè qualcosa mi afferrò il braccio e mi spinse da parte. Sbattei le palpebre.
- Ma sei impazzito?! - abbaiai al mio assalitore, che altri non era che il mio amico, il signor Maayrkas. Chi altri poteva essere così stupido?
- A lui ci penso io. - affermò infatti.
Fischiai. - La sento spesso, quest'idiozia. Va sempre di moda, eh?
- Combatterò da cavaliere.
- Wow. L'aggiunta mi mancava.
Un nuovo urlo ci distrasse. Ci voltammo tutti, tizio compreso, verso la porta spalancata, su cui si stagliava la vampiresca figura di Jean de Ponthieu.
- Cavaliere? - rise l'apparizione - Tu non sei nulla. Vieni a vedere come combattono i veri cavalieri.
Detta la frase a effetto, sguainò la spada e la battaglia cominciò.
Rambo si difendeva bene, ma contro Vampire Knight non c'era storia. Quanto allo sconosciuto, di cui afferrai vagamente il nome - Sanmartin o qualcosa di simile - si limitò a buttarsi nella mischia.
Era uno scontro fra titani.
Il sottoscritto, che dai titani era escluso e non gli dispiaceva, era stato arpionato dalla nobile fanciulla, che lo relazionò con un'intricata storia di rancori della famiglia Ponthieu e oltre. Non capii molto, ma credo che Guillaume avesse scoperto l'attitudine succhiasangue "du pétit Jean", per cui lo aveva murato in un convento, ma il fratellino era tornato dall'oltretomba per vendicarsi.
Beh, all'incirca.
- Capite, monsieur, è terribile! Se non ci fosse stato lui... monsieur Maayrkas... dobbiamo aiutarlo... e il mio tutore... monsieur Maayrkas, attento! Dobbiamo aiutarlo...- blaterava la dama, senza però mollare la presa.
Suppongo che accadde molto velocemente. Prima ancora che potessi rendermene conto, il mio timpano fu ancora lacerato, in modo probabilmente irreversibile. Mi girai, e incrociai lo sguardo orripilato di Rambo, accanto a una massa corporea informe vicino la finestra, attorno alla quale si allargava una chiazza scura.
- Bel lavoro. - mi complimentai - Come hai fatto?
Nessuno si prese la briga di rispondermi. Tesi l'orecchio: gli unici rumori che arrivavano erano di soldati, il che mi fece presente il piccolo problema in cui eravamo.
- Sarebbe il caso di andarsene, sapete. - informai il pubblico agghiacciato - Presto arriverà gente.
Bisognava fare qualcosa, o la fase contemplativa sarebbe durata fino al patibolo. Poco, quindi.
Aprii bocca per pronunciare un paterno discorso sull'accaduto, una cosa tremenda, che però andava superata, se volevamo tenere la testa sul collo.
Dama Isabeau, comunque, mi battè sul tempo. Si risvegliò, come per miracolo, dal suo stato catatonico, assunse un'aria tragica che preannunciava una mostruosa sciocchezza e disse: - Uccidetemi.
C'era da immaginarselo. - Veramente, madame...
- Uccidetemi. Meglio morire con onore che per mano degli Ingl
esi.
- Non chiedetemi questo! - supplicò Maayrkas, meno drastico.
- Ve ne prego. E' il mio ultimo desiderio.
La situazione degenerava a vista d'occhio. Urgevano tranquillanti, ma non avendone sottomano, dovevo arrangiarmi con un discorsetto. - Sentite, tutti e due...
- Uccidetemi, messieurs, ve ne prego!
- Io,,, - mormorò Ian. Le preghiere stavano pian piano funzionando, ma era ancora reticente. Avrebbe avuto il coraggio di uccidere l'Angelica? I suoi nervi stavano cedendo, quindi forse si. O forse no. Ma a quel punto, ritenni doveroso intervenire.- Madame...
- Ucc...
- State zitta.
Chiuse la bocca e mi guardò come se stessi per lanciare un salvagente. Mi impietosì, e decisi di addolcire il tono. - Volevo fare un discorsetto, ma il tempo stringe per cui la farò breve. Qualcuno una volta ha detto che uccidersi è l'unica bestialità a cui non c'è rimedio. Concordo. Forse siete troppo sconvolta per rendervi conto del cumulo di  sciocchezze che avete detto, ma erano davvero enormi. Madame, spero che il vostro ultimo desiderio sia davanti a una stella cadente, non a degli uomini armati, e comunque non davanti a me. E che sia sensato, per favore. Continuando a pregarci per uccidervi, finiremo per morire tutti.
- Ma se voi non lo fate... gli Inglesi...
- Eliminiamo il problema alla radice scappando.
- Oh. - la dama era senza parole, non so se per la mia logica o il mio commovente discorso.
- Ho un'idea! - esclamò Maayrkas, che del discorso, ne ero certo, non aveva sentito una parola - Ascoltatemi.
Com'era ovvio, parlò solo a Isabeau, spiegandole brevemente un piano abbastanza ragionevole per uscire dal castello. Poi si coprì con il Manto del Vampiro e aprì la porta. Io indietreggiai.
- Ehi! - sbottai - E io che faccio, il palo?
- Oh, è presto detto. Stendi un soldato e prendigli l'armatura. Poi seguici.
- Bel piano, e se mi riconoscono?
- Hai l'armatura, per cui non dovrebbero. Credo.
- Credi?!
- Credo. Mi spiace, è l'unico modo.
Valutai le ipotesi: c'erano ottime probabilità che mi scoprissero, perchè i soldati di sicuro non erano molti. Una volta smascherato, ci avrei presumibilmente lasciato le penne, o nel migliore dei casi sarei stato catturato. Inoltre, mi sarei ribellato a quel piano assurdo solo per ripicca contro i due egoisti. Avevo sprecato tempo, e fiato, solo per impedire un paio di suicidi.
Indietreggiai ancora e tirai fiato, pronto a dar via ai rimproveri. Inciampai, e colsi due sguardi terrorizzai.
Non fu per ripicca che mi buttai dalla finestra. Ero inciampato.

Fu una fortuna sfacciata, presumo.
Se non ci fosse stato il grosso mucchio di fieno, a quest'ora sarei sepolto in un cimitero medievale. Quel mucchio, che attutì la caduta e il rumore, mi salvò la vita.
In ogni caso, a pensarci mi viene una gran rabbia. Ero inciampato nel corpo di Jean de Ponthieu - che mi aveva tormentato fino alla fine - ed ero caduto da un davanzale decisamente troppo basso. Mi ero svegliato senza spade puntate alla gola, il che era un sollievo, ma essere solo voleva dire che i due se l'erano squagliata.
Ingrati.
Aguzzai le orecchie a un rumore improvviso. Nella mia visuale si materializzò il volto di Ian Maayrkas.
- Grazie al Cielo stai bene... - sospirò.
Mi alzai. - E madamigella?
- Ci sta aspettando. Dai, che aspetti?
- Arrivo. - borbottiai, di malumore.
- Oh, a proposito...
- Mmh?
- Bel discorso, Jim.


Angolo dell'autrice:
Si, lo so, siamo ad aprile. Non vi ricordate più com'è la storia. Avete finalmente capito di che pasta sono fatta. Non volete più avere nulla che fare con me.
Lo so. Mi dispiace.
Ho iniziato una nuova scuola, che è decisamente più impegnativa, e poi, beh, vi ricordate l'ultimo capitolo? Se no, non mi meraviglio. Avvertendo la situazione di pericolo, il buon vecchio Jimmy, che è un gran furbo, ha ben pensato di scappare, e c'è voluto un bel po' per riacchiapparlo.
Comunque, sto scrivendo il secondo capitolo - ho misteriosamente ritrovato l'ispirazione nelle ore di matematica - e prometto di non pubblicare fra otto mesi.
Se intanto continuerete a seguirmi, beh, grazie, grazie, grazie.
Soprattutto, grazie a Maggie_Lullaby, che mi segue sempre e grazie a MonyPurpa. Oh, a proposito, quando Jimmy dice "qualcuno ha detto", si riferisce a "Vent'anni dopo" di Alexandre Dumas.
Alla prossima,
cioccolatoprego
  
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