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Autore: Ulissae    19/04/2010    6 recensioni
Fanfiction partecipante all'iniziativa 2010: a year togheter indetta dal C.o.S.
[one shot su una tra le prime cacce dei Volturi]
«Un ottimo pranzo»
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Volturi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ideale utopistico'
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Sproloqui: ho immaginato che durante i primi tempi i Volturi andassero d'amore e d'accordo; o che, per lo meno, Caius fosse più facilmente allegro XD  Essendo prima della trasformazione di Didyme Marcus è rappresentato come il classico vampiro elegante/pazzoide (non venitemi a dire che era buono, eh!).
La storia è stata scritta per il 2010: a year togheter indetta dal FanFiction Contest; con il prompt 18. Un pranzo Luculliano.
Luculliano
sta a significare un pranzo abbondante, che sazia oltre il limite e prende nome da Lucio Licinio Lucullo, un generale romano famoso per i suoi banchetti.
Il titolo Lucullianum Peccatum sta per Peccato Luculliano, quindi peccato assaporato al massimo.
Buona lettura.


Lucullianum Peccatum

La sala sembrava scoppiare di odori: l'incenso che bruciava agli angoli, in delicati piattini d'argento dorato; l'acqua alle rose nella quale le dita grassocce venivano lavate; la fragranza del pane; l'odore forte della selvaggina; il delicato aroma dei frutti esotici.
Aro, in quell'apoteosi dell'olfatto, aveva quasi dimenticato il lezzo di quei corpi, unti di oli, che si appiccicavano alla pelle sudata, producendo uno sgradevole effetto.
Con gli occhi che poco a poco si scurivano, scrutava la sala e ne carpiva i particolari. Sembrava berne l'essenza più pura, lasciarla scivolare nella mente come il suo vicino di triclino lasciava defluire il vino sul palato.
Eppure, qualcosa sembrava eroderlo da dentro.
La gola gli ardeva e il labbro inferiore era ormai lacerato dalle zanne, sempre più frementi, pronte a prendere vita.
Chissà di chi.
Avvertì la risata suadente di Marcus, intento ad intrattenere una signora dalle fattezze piene; quella sguaiata di Caius, troppo intento a versarsi vino su vino nel calice.
Ma a lui quello non serviva. Era il primo banchetto al quale partecipava e l'umanità ancora gli scorreva nelle vene; era eccitato, estasiato da tutta quella diversità.
Ogni cosa era e non era.
Sapeva che quelli accanto a lui erano esseri umani, allo stesso tempo, però, non riusciva a riconoscerli; gli sembravano strane creature, che ciarlavano, sghignazzavano, si agitavano.
E mettevano appetito.
Quasi non vide il gesto esperto con il quale Marcus avvicinò a sé la prima preda, il modo con la quale la cinse, in un abbraccio di eleganza e bestialità; lo scricchiolio delle dita della vittima di Caius.
Nessuno si accorse di nulla. La gente cadeva, si lasciava -o veniva lasciata- inerte sui triclini color porpora.
E Aro si decise. Si avventò con brutalità contro una donna; la strinse con tanta forza che avvertì le ossa rompersi.
Ma non importava, non importava! Era estasi ed era pura ebrezza.
Beveva assetato, lasciava che la bocca venisse inondata dal calore dell'esistenza mortale. E l'assorbiva tutta.
Nella sala ancora echeggiavano le risate, le chiacchiere. Ma, poco a poco, si spegnevano.
Uno dopo l'altro gli invitati finivano le loro storie i loro aneddoti nelle fauci dei tre vampiri.
Quando anche dall'ultimo fu estirpata la vita i tre si guardarono: ansanti, gli occhi socchiusi e le labbra sporche.
Il primo a sogghignare fu Caius, pieno e ubriaco si alzò barcollando.
Marcus, con più grazia, lasciò cadere il corpo che giaceva su di lui.
Aro ancora annaspava, come se il sangue in circolo lo avesse paralizzato, intrappolato.
Ora non c'era più la fragranza dell'incenso, né il profumo delle rose, ma solo quell'invitante e infernale odore acre del sangue.
«Un ottimo pranzo» scherzò Caius, mentre usciva dalla sala tranquillamente, spezzando il collo all'ultimo servo che provava a portare soccorso.
La domus arse e loro la videro collassare, lì, fuori e divertiti, in un modo grottesco.
Marcus si aprì in una risata sagace: «Quasi luculliano, direi»



Angolo autrice:
-w- macabra, che sono diventata -w- Ma mi piace -w-


Notizia inutile: *___________* adoVo la Rice
   
 
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