CAPITOLO
II
Le lacrime delle nuvole
- Per tre per tre per treee... dai Tenchan, canta anche tuu!!!! Ho tante noci di cocco spleendideee...
– Dirigendoci verso il palazzo di Kanzeon, io e Tenpou avevamo improvvisato una
simpatica canzone !!!
-..gr-graandi, groossee.. ….. an-n-che più grandi di teee..! …c-così
va bene??? – Chiese lui , un po’ imbarazzato.
- Waaahhhh visto che l'hai imparata???
Bravissimo Ten-Ten !!!!-
Canticchiando questa bellissima canzoncina, eravamo finalmente arrivati davanti
all'edificio a forma di ferro di cavallo che ospitava tra l'altro anche la
casetta della zia e di Jiroshin...
Uhuh, bene, stavamo appena varcando la soglia
della casetta di Kanzeon dicevo ,
Tenpou si guardava intorno, in imbarazzo.
-Non so se possiamo entrare
qui dentro, Rika-chan... Kanzeon Bosatsu è una divinità molto importante, avrà molto lavoro da fare, e poi..-
Io mi misi a ridere :- Ma daaaaai ! Si vede che tu
non conosci bene la zietta !!!
Seppure sia
- WAAAAAAAHHHHHHHH!!!! LASCIATEMI, LASCIATEMI VI DICO!!!!!! IO SONO INNOCENTE!!!!- .
Qualcuno gridava… Io e Tenpou, sentito urlare così,
ci voltammo entrambi verso la fonte del suono, la porta dell'ufficio della zietta. La porta era chiusa, mi chiesi cosa
stesse succedendo lì dentro...
- Ecco, proprio quel che dicevo..- indietreggiò Tenpou.
- Non sta bene che un'estraneo
entri in casa d'altri senza permesso, specialmente quando si sta svolgendo
qualcosa di importante. Tolgo il
disturbo! Ciaaaao ciao Rika-chan!! –
Non ebbi neanche il tempo di rispondere, che Tenpou
era già sparito dietro la porta d'ingresso, chiudendola alle spalle del suo
camice bianco .
Per un po' mi sentii
combattuta, non sapendo se seguirlo oppure restare...
oppure, ancora.. entrare da quella porticina, dalla quale continuavano a filtrare voci (e
urlatine) e non solo quella che avevo
sentito prima, ma anche quella di un altro uomo... Jiroshin,
forse??
Oh , no…. la
tentazione di aprire quella porta si faceva sempre + forteee!!!
...M -ma no, non dovevo! Mi sarei soltanto messa nei guai un'altra
volta, io ero lì proprio per rimettere a posto le cose dopo l'ultimo che avevo
combinato, mica x farne 1 altro!! Ma
che fare????? CONFUSIONEEE!!
...mentre stavo così a riflettere sul
da farsi, tuttavia.. ..nel silenzio...
cominciai a sentire un po' meglio le voci provenienti dall'interno della
stanza... ...
-LASCIATEMI ANDARE, LASCIATEMI ANDARE!!- continuava a gridare la prima voce che
avevo sentito ...
-MI AVEVATE PROMESSO CHE MI AVRESTE DATO DA MANGIARE!! SIETE DEGLI IMBROGLIONI!!-.
Era una
voce molto giovane, forse di un bambino... chissà che cosa aveva combinato per
essere stato portato con la forza fin nell'ufficio della zietta.. che fosse un criminale??? Possibile???
-KANZEON BOSATSU, non si lasci intenerire!!! -
intervenne di nuovo la voce di Jiroshin -...anche se
non sembra, è un essere eretico dotato di grande potere!! Non possiamo lasciare
che vaghi in libertà sulla terra!!! Causerebbe
disastri e morte !!! –
Essere..
eretico? ...era una cosa sconcia?? Non capivo cosa intendesse dire Jiroshin…
Accostai pian pianino l'orecchio alla porta, per sentire meglio...
-Tzk! Intenerire?! Io? ...neanche
per idea...- rispose la voce altezzosa di Bosatsu.
Aveva un tono un po' diverso, rispetto a quando
parlava con me o con Konzen. -Ciò nonostante, non ho
la minima idea di tenerlo qui –.
-M-ma signora...!!!- .
Tintinnio di catene.
-EHI, TU..!! LA..LASCIAMI!!- La voce del
bambino risuonò ancora, più arrabbiata di prima. Altro piccolo tintinnio in sottofondo.
Mi chiesi se il bambino fosse stato incatenato...forse Jiroshin
lo aveva sollevato??
-Questa creatura... Non è una cosa qualunque! Guardi
bene, i suoi occh--! –
-Adesso basta, JIROSHIN!! - La voce
della zietta lo interruppe, e per un attimo ci fu un
silenzio tombale. Era davvero arrabbiata.
Mi chiesi se fosse il caso di ascoltare, forse avrei fatto
meglio ad andare via... però, era come se il mio
orecchio si rifiutasse di staccarsi da quella porta!! E se per caso... avessero
fatto del male al bambino?? No, dovevo assolutamente
ascoltare!! Se fosse sucesso qualcosa del genere, avrei dovuto impedirlo…
-Forse non mi sono spiegata...- riprese la voce di Bosatsu
-Non m'importa che cosa sia, in ogni caso non possiamo di certo tenerlo qui!-
L'aria era sempre più tesa.
-M-ma..- balbettava Jiroshin.
-...Questo posto... è il Tenkai...-...il tono di voce
di Kanzeon Bosatsu si fece
sempre più basso e amaro. -Non un orfanotrofio. Rigettalo dove l'hai trovato -
-S...sì, signora... –
... rimasi lì, immobile, dietro quella porta. Rumore di catene, di passi...
mormorii... tuttavia, adesso non li ascoltavo quasi più. Il mio cuore era teso,
come una corda di violino... quella frase... quella parola...
Orfanotrofio.
Mi ricordo bene, la prima
volta che la sentii... ero piccola, molto piccola... però, nonostante i miei
ricordi legati a quel periodo siano molto vaghi e annebbiati,
quel momento... mi è rimasto impresso a fuoco nella mente. Orfanotrofio,
sì...
Era scritto sulla pagina di quel libro illustrato per bambini,
preso dalla terra... Era un ideogramma molto contorto,
ai miei occhi all'epoca appariva nè più nè meno di una cacchetta nera di
mosca. Non sapendo leggerlo, ero rimasta a fissarlo molto a lungo, lì, sul
pavimento della mia stanza, ma alla fine, non essendo riuscita a cavarne un
ragno dal buco, andai da Konzen
con quel libro e glielo misi davanti.
-Onee-chan...- lo chiamai...
-C-che cignifica
quetto? - avevo chiesto.
Lui, dopo averlo fissato un attimo, richiuse il libro, con un'espressione che
all'epoca non seppi ben identificare...
-Significa... 'orfanotrofio'....-.
- Che parola strana… è un bel potto??-.
- No. E' un posto... molto brutto. Lì vanno gli orfani...
quando non hanno nessun'altro posto dove
andare-.
- G-gli orfani? °o° Ciono dei pesci? ( No,
quelli sono SCORFANI!!! nd.Konzen)
-E allola... cocia ciono?-
Konzen si era voltato dall'altra parte.
-Ehiii!! KOOONCIEEEN!! PALLO CON TEEE!!! Allola,
mi rippondi?? Mi vuoi dile cocia ciono quetti
offani? -. Aggiunsi, un po’ arrabbiata.
Konzen si voltò di nuovo verso di me.
L'espressione che aveva fu talmente seria e buia da farmi venire i brividi
sulla schiena.
-Sono.. i bambini... senza mamma e papà-
Io lo guardai.
Lui chinò il capo, e il suo viso venne nascosto da una
cascata di capelli biondi.
Rimasi in silenzio per un po'.
- A...allola........anche io...? -
Konzen annuì, o così mi parve.
Guardai con più attenzione le pagine del piccolo libro..
eccolo, l'orfanotrofio... c'era una
grande illustrazione nella pagina accanto...
Era un edificio grande, tutto grigio... e il protagonista, Shuei-chan, vi veniva portato
dentro da due grandi signori, brutti e cattivi...
Shuei piangeva, ma sembrava che non importasse a
nessuno.
Inoltre, al contrario
delle altre, in quella illustrazione non c'era il
sole, bensì una coltre fittissima di nuvoloni grigio
scuro e una cascata di piogga argentata, che cadeva
giù da esse.
Io, che non avevo mai visto la pioggia, pensai che anche le
nuvole stessero piangendo insieme a lui...
-...K-konzen...- ..balbettò la mia voce..
Lui si voltò..
-T-tu........ non mi lascelai
in un offanotrofio, velo? I-io...
poccio ttale qui con te,
velo?-
Stavo piangendo. Grosse lacrime cadevano dai miei occhi, fino a macchiare il
piccolo libro, proprio nella pagina in cui le nuvole e Shuei piangevano, intorno a quel posto orribile. Quella...
...fu l'unica volta in cui Konzen
mi abbracciò.
- No... tu non andrai in un orfanotrofio...-.
-Velamente? P-poccio
lettale pel ciemple qui con
te, Oee-chan? –
-...Finchè avrai ancora bisogno di me …-
Quel ricordo...
Quindi, quel bambino... era come me? ...
Anche lui, se non fosse rimasto nel Tenkai...
...Sarebbe finito in un 'orfanotrofio', come Shuei?
No...
...non l'avrei permesso...
...per quanto potesse essere malvagio , anche se fosse
stato un criminale, o perfino una creatura eretica o qualche altra cosa
pervertita.....
...mai, mai e poi mai... avrebbe meritato di stare in un posto come quello!
Nessuno, nessuno.... per quanto grave possa essere la
sua colpa... merita di non avere delle
persone che gli vogliano bene!!
- Me ne occuperò io…- ...annunciai, entando nella
sala.