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Autore: Poeta    18/08/2005    6 recensioni
Commedia romantica a sfondo poliziesco(tre ragazze,Lucky,Joan e Holly,gestiscono un locale,il "liberty girl",e le loro vite si intrecciano con quelle di alcuni poliziotti del distretto locale).
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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00. Pilot - Ritorno a Overcity

 

New York…una metropoli come tante,una città piena di caos e di gente che corre all’impazzata soprattutto in questo periodo dell’anno…sembra che tutti perdano la testa durante le feste nella grande mela…il Natale per i newyorkesi è qualcosa di frenetico…gente che corre di qua e di la…mille cose da fare e poco tempo per farle prima della vigilia…ed è proprio in questa fredda mattina del 23 dicembre che l’agente Ramirez sta caricando la sua macchina di valigie per ritornare alla sua città d’origine…

L’agente Tomàs Ramirez era arrivato a New York circa un anno e mezzo prima per rifarsi una vita e dimenticare il passato…ma in quella città aveva trovato poca solidarietà e tanti ostacoli da parte dei suoi colleghi che non riuscivano ad accettare un provinciale come lui…e dopo aver sudato le fatidiche sette camicie per farsi accettare,un errore di percorso l’aveva fatto tornare al punto di partenza…e così adesso gli toccava tornare a Overcity con la coda tra le gambe…dopo aver caricato le valigie in macchina,il ragazzo era tornato dentro alla pensione in cui alloggiava per salutare i proprietari…stava giusto salendo in macchina quando la voce di una donna alle sue spalle lo fece voltare…

“Aspetta Tomàs!”;

“Mary-Ann…ma che ci fai qui alle sette del mattino?”;

“Sono venuta a salutarti…”,disse la ragazza ansimando;

“Non ce ne’era bisogno Mary-Ann…ci siamo già salutati ieri…”;

“Tomàs non dire così…lo so che ci siamo già salutati ma davanti agli altri non potevo darti questo…”,disse ancora la ragazza porgendogli un pacchetto;

“E’ per me?”;

“Si…è il mio regalo di Natale…”;

“Mary-Ann non dovevi…non ce n’era bisogno…”,le disse il ragazzo;

“Ma non è niente Tomàs…è solo una sciocchezza…giusto qualcosa per farti ricordare di me una volta che sarai di nuovo a Overcity…”;

“Va beh…se la metti così…”,disse il ragazzo facendo per scartare il pacco;

“No ti prego,non farlo ora…aprilo domani…”;

“Ok…come vuoi…allora ciao Mary-Ann…”;

“Senti Tomàs…”,sibilò la ragazza avvicinandosi, “…posso chiederti una cosa?”;

“Dimmi…”;

“Una volta che sarai tornato a casa la cercherai?”;

“No…”;

“E se v’incontrerete…che farai?”;

“Non lo so…non farmi questa domanda….per adesso non saprei che risponderti…però tu conosci i miei sentimenti…”;

“Si lo so…ma non credi Tomàs che potremo provare a stare ancora insieme io e te?”;

“No Mary-Ann non ricominciare…sarebbe inutile…lo sai che io ti voglio bene ma non ti amo…sei solo un’amica per me…”;

“Si però comunque per un periodo ci sei stato insieme a me…”;

“Si…lo so…è per questo che ti dico che adesso sei solo un’amica…ci abbiamo provato ma è andata male…io non sono innamorato di te…e non voglio farti di nuovo del male…fattene una ragione Mary-Ann…ormai sono passati tanti mesi da quando ci siamo lasciati…”;

“Lo so ma infondo io e te siamo stati solo un paio di mesi insieme…in effetti è poco per innamorarsi…”;

“Mary-Ann è inutile continuare questo discorso…non ha funzionato quando eravamo nella stessa città…figurati a distanza quando a dividerci ci saranno miglia e miglia…”;

…quelle parole ferirono molto la ragazza che però si sforzò di non piangere…Tomàs se ne rese conto ma non poté farci niente…allora abbracciò la ragazza per salutarla,salì in macchina,poi mise in moto e partì.

Overcity…una cittadina di provincia distante chilometri e chilometri da New York,la città di origine dell’agente Ramirez dove quest’ultimo arrivò nel tardo pomeriggio dopo ore di macchina…il ragazzo si diresse subito a casa,una villetta situata in una zona non molto distante dalla città…

Una volta arrivato lì Tomàs scaricò le valigie fuori dalla porta,mise la macchina in garage e poi entrò in casa…appena entrato aprì tutte le finestre della casa che era a due piani…tolse le lenzuola dai mobili…poi salì in camera sua e iniziò a sistemare quello che aveva tolto dalle valigie…

Un paio d’ore dopo,avendo ormai finito di rimettere tutto a posto e resosi conto che si era fatta sera,si ordinò una pizza…il ragazzo si era ripromesso di passare al più presto al dipartimento per portare al capitano i documenti del suo ritrasferimento e salutare i suoi amici ma vista l’ora tarda e preso dalla stanchezza decise di rimandare tutto al giorno dopo.

Prima di andare a letto però,Tomàs prese il telefono,compose un numero e quando all’altro capo sentì la voce di una ragazza che continuava intanto a ripetere:“Pronto…pronto?”,il ragazzo riattaccò dicendo fra e se : “Tomàs…sei un’idiota!”.

Quella notte Tomàs non riuscì quasi a chiudere occhio dal nervosismo…si addormentò verso le tre del mattino per alzarsi alle sette…si fece una doccia,si vestì,prese i documenti da consegnare al capo e uscì…prima di andare in centrale si fermò in un bar a fare colazione…poi si recò al distretto dove la prima persona che incontrò fu un suo vecchio amico d’infanzia,l’agente Gregory McKay detto Greg…

L’agente Gregory McKay era un ragazzo di ventidue anni,alto circa un metro e settantacinque,capelli castani,occhi nocciola,di bella presenza…di carattere allegro,espansivo ma anche un tipo astuto e intelligente…praticamente l’opposto dell’agente Ramirez,irruente e istintivo…i due si conoscevano fin dall’asilo ed erano grandi amici…

“Tomàs…razza di filibustiere…finalmente sei tornato!Lo sapevo che ti avrebbero cacciato anche da lì!”,gli disse Greg dandogli una pacca sulla spalla ma vedendo che quella frase aveva un po’ irritato l’amico cambiò discorso…

“E dimmi quanti cuori hai infranto nella grande mela?”;

“Greg hai voglia di essere preso a pugni?Così accogli il tuo migliore amico che non vedevi da quasi un anno e mezzo?”;

“Si che ti accolgo così…per sdrammatizzare la situazione meglio che ti abbia accolto così,credimi…”;

“Lascia perdere Greg…il capo è in ufficio?”;

“No…non c’è ancora…dai vieni dentro che anche gli altri saranno felici di rivederti…”,gli disse Greg tirandoselo;

“E dai Greg lasciami…mi stai trattando come un bambino!”;

“Ma è quello che sei…”;

“Perchè tu di solito ti comporti da adulto?”;

“No…non proprio…però sicuramente più di te mio caro Tomàs…dai vieni…”,e così il ragazzo portò l’amico nello spogliatoio dove c’era Angel,un altro caro amico di Tomàs,che subito gli corse incontro abbracciandolo…

“Ehilà Tomàs finalmente ti si rivede…mi sei mancato amico…guardate ragazzi…guardate chi è tornato!”,esclamò Angel con entusiasmo;

L’agente Angel Carson era un ragazzo di ventitré anni,alto un metro e ottantatrè,fisico atletico,capelli biondi ed occhi azzurri,una bellezza quasi eterea…a detta delle sue ragazze un adone…apparentemente superficiale ma in realtà molto profondo,spontaneo,sfacciato,irriverente…e sempre a corto di soldi…una persona estremamente alla mano insomma…

Una volta che Angel e Tomàs finirono di salutarsi,anche l’agente Danny Smith poté andare incontro all’amico…

“Ehilà Tomàs…come mai sei tornato?Pensavo di non rivederti più da queste parti…”;

“E che vuoi farci…la nostalgia di casa era troppo forte quindi mi dispiace per te caro Danny ma dovrai abituarti a riavermi qui…”,disse il ragazzo scherzando;

“Ma per me sarà un piacere…”,ribatté Danny ironicamente;

L’agente Daniel Smith detto Danny era un ragazzo di ventiquattro anni,alto un metro e settantadue,capelli neri,occhi scuri…di carattere alquanto pignolo e preciso,un tipo sempre sulle sue e mai pronto a sbilanciarsi più del dovuto,tanto che gli altri non sapevano se potevano contare su di lui o meno…aveva conosciuto Tomàs e i suoi amici all’Accademia di polizia…con loro non era in buonissimi rapporti ma nemmeno cattivi…tutto sommato si rispettavano a vicenda…

Dopo aver salutato amici e colleghi,Tomàs si stava giusto recando al bar con Greg ed Angel quando gli si avvicinò un ragazzo…

“Sei tu l’agente Ramirez?”;

“Si…”;

“Beh il capo è arrivato…puoi raggiungerlo nel suo ufficio…”,gli disse il ragazzo;

“Ok…”,rispose Tomàs e poi agli amici: “ehi ragazzi voi avviatevi pure…vi raggiungo subito…”;

“Ok…beh allora a dopo…ciao Tomàs…ciao Robert…”,disse Greg rivolgendosi ai due ragazzi che si allontanavano;

“Tu ti chiami Robert?”;

“Si…sono l’agente Robert Blake…”;

“Piacere…io sono l’agente Tomàs Ramirez…”;

“Si lo so…ho sentito molto parlare di te…”;

“Spero bene…”;

“Si…più o meno…”,rispose Robert;

Robert Blake era un ragazzo di ventiquattro anni,alto un metro e settantotto,capelli castani,occhi marroni…una persona estremamente seria e precisa,di indole mite e pacata…non era originario di Overcity ma veniva da Los Angeles…trasferitosi ad Overcity per motivi di studio era da poco entrato nella polizia locale dove fungeva da segretario al capitano del dipartimento essendo un tipo più esperto d’informatica che un poliziotto attivo…aveva instaurato un buon rapporto d’amicizia con l’agente McKay mentre non andava molto d’accordo con l’agente Carson visto che spesso avevano dei piccoli diverbi…

Una volta arrivati fuori all’ufficio del loro superiore,Robert entrò e annunciò Tomàs che fu dentro da lì a pochi minuti trovando il capitano vicino all’archivio intento a leggere un fascicolo…

“Permesso capo…”;

“Ah buongiorno Ramirez…venga,venga…”;

“Come sta capitano?”;

“Bene,bene…si sieda agente…e allora che ci fa qui oggi?Se non sbaglio lei doveva tornare in servizio la settimana prossima…”;

“Si ma sono venuto a portarle i documenti del mio ritrasferimento…”;

“Capisco…bene me li dia…”,e così l’uomo lesse velocemente il fascicolo che il ragazzo gli aveva consegnato…

“Bene tutto a posto…ci vediamo la settimana prossima…”;

“Tutto qui capo?Non ha niente da dirmi?”;

“Dipende in che veste vuoi che ti parli…se in quella di tuo superiore o in quella di amico di tuo padre…”;

“Decida lei…per me è lo stesso…”;

“Bene allora ti parlerò da amico…Tomàs sei un idiota…ti rendi conto di quello che hai fatto?”;

“Si…solo il mio dovere e nel migliore dei modi…”;

“Il tuo dovere?Beh tu hai una strana concezione del dovere…”;

“Perché mi dice questo?”;

“Perché solo un incosciente avrebbe trasgredito agli ordini di un suo superiore come hai fatto tu…”;

“Se l’ho fatto avevo i miei motivi…l’archiviazione di quel caso era assurda…in quel dipartimento facevano le indagini come meglio gli aggradava…senza rendersi conto che magari nelle piccolezze…in una minuzia…ci può essere una traccia per arrivare a un’eventuale soluzione…invece lì no…si doveva fare come dicevano loro…praticamente comportarsi come dei burattini…”;

“Agente Ramirez ma chi ti credi di essere…Sherlock Holmes?”;

“Capo ma perché mi parla in questo modo?”;

“Agente lei non fa mai lavoro di squadra…non ha rispettato i suoi colleghi…ha scavalcato ogni gerarchia e perché…perché l’archiviazione di un caso che lei riteneva non fosse risolto non le andava a genio!”,esclamò il capo infuriato;

“Come al solito noi due non ci capiamo…”,sospirò Tomàs, “bene se non ha più niente da dirmi io andrei…”;

“Vai,vai…ah Ramirez…Buon Natale…”;

“Anche a lei capitano…”,disse il ragazzo richiudendo la porta.

Rimasto solo il capitano si sedette,si mise le mani fra i capelli e disse fra se e se…

“Ah Tomàs…Tomàs…se non fossi così indisciplinato saresti il numero uno dei poliziotti…”.

Intanto Tomàs stava andando al bar dagli amici i quali stavano parlando animatamente…

“Insomma Greg che ti costa prestarmi quei soldi?”;

“Insomma Angel il tuo è un chiodo fisso…anche la vigilia di Natale poi!”;

“Uffa ma che ti costa…tu in questo periodo non stai con nessuno…io ho cinque ragazze a cui fare il regalo…”;

“Ma perchè ti fai tante fidanzate…perché non ne scegli una come tutte le persone normali?”;

“Ma perché sarebbe noioso…è più bello avere Sarah il venerdì…Lisa il sabato…Marta la domenica…”;

“E Mary il lunedì…e poi dici che stai senza soldi…”;

“In effetti ora che mi ci fai pensare manca una Mary nelle mia agendina…”;

“Vabbè lascia perdere Angel…come non detto…tieni prendi questi cinquanta dollari…”;

“Ma cinquanta dollari sono pochi…che vuoi che ci compri…sei un taccagno Greg…”,

“Io?Ma questa è bella…”,stava dicendo Greg quando entrò Tomàs…

“Ragazzi ma la volete smettere?Il povero Patrick è sconvolto…”,disse loro Thomas riferendosi al barista;

“Ah non farci caso Tomàs tanto ci è abituato…ah proposito amico non è che hai qualche dollaro da prestarmi?”,gli disse Angel;

“Sempre lo stesso,eh Angel…sempre a corto di soldi…”;

“E che ci vuoi fare…tra la moto e le ragazze mi sto dissanguando…”;

“Ancora quella moto…ma perché non la butti?”;

“Sacrilegio!Quella è una Harley Davison…un pezzo preziosissimo e raro!”;

“Si e che ti riduce a secco…”;

“Dai Tomàs siediti…e non dar retta a questo buffone…tanto se non fa così non è lui…”,disse Greg;

“Ah,ah…molto spiritoso!”,esclamò Angel;

“Allora Tomàs…parliamo di cose più importanti…si può sapere il vero motivo del tuo ritorno a Overcity?Che hai combinato là di così grave che ti hanno ritrasferito?”,gli chiesero a un certo punto i due;

“No ragazzi lasciamo perdere…non mi va di parlarne di nuovo…ho già avuto una ramanzina dal capo pochi minuti fa…e non sono in vena di ricordi…”;

“Bene…vorrà dire che quando ne avrai voglia ce ne parlerai tu…”,dissero i due amici;

“E dimmi Tomàs…sono carine le newyorkesi?”,gli domandò Angel;

“Abbastanza…”;

“Che cosa vuol dire abbastanza?”;

“Beh non è che avessi molto tempo libero per me…lì le ore di servizio sono lunghe ed estenuanti…quindi la sera mi andava solo di andare a casa e mettermi a letto…”;

“Da solo?E non ti annoiavi?”,disse ancora Angel;

“Questa domanda era degna di te Angel…”,sospirò Greg;

…ma proprio in quell’istante Scott,il partner di Angel venne a chiamarlo…

“Ehi Carson muoviti…dobbiamo uscire…c’è stata una chiamata urgente…”;

“Ok…”,disse Angel alzandosi, “ehi Tomàs ci vediamo…più tardi…domani…non te ne andare comunque…”;

“Non mi muovo da qui…”;

“Bene…ci si vede allora!”,concluse Angel allontanandosi;

“Mi mancava l’allegria di Angel…”,sospirò Tomàs una volta rimasto solo con Greg;

“Certo che sei strano…tra tutto ti mancava proprio l’assurdità di Angel…”;

“Angel è fatto così…che vuoi farci…infondo anche lui ha avuto i suoi problemi…magari il suo è un modo come un altro per sdrammatizzare…e dimmi Greg come va la vita da queste parti?”;

“Beh sempre uguale…che vuoi che succeda…infondo la nostra è una piccola città…non è paragonabile a New York…semmai adesso per te che sei tornato sarà noioso stare qua…”;

“No anzi…mi mancava la tranquillità della nostra città…”;

“Dimmi Tomàs…hai intenzione di cercarla?”;

“Ti riferisci a lei?”;

“E a chi se no?”;

“No…non credo…anche se ammetto che quando ieri sono tornato la prima cosa che ho fatto è stata quella di alzare la cornetta e fare il suo numero…però poi ho riagganciato…”;

“Capisco…e se vi capita d’incontrarvi…potrebbe capitare...che farai?”;

“Non lo so…non chiedermelo…non saprei che risponderti…”;

“Posso dirle che sei tornato?Oh anche questo non è permesso?”;

…a quella domanda il ragazzo fece un lieve sorriso…

“Dimmi una cosa Greg…se ti dicessi di non farlo tu non lo faresti lo stesso?”;

“Forse…”;

“Beh e allora fa come credi…”;

“Senti Tomàs…perché stasera non vieni a casa mia?I miei sono a New York da mia sorella…sai com’è ha problemi col marito e cercano di farli far pace…quindi sarò da solo…dai,vengono anche Angel e Robert…”;

“Ah per Robert intendi Blake…quello che mi ha accompagnato prima dal capo…”;

“Si proprio lui…sai è un bravo ragazzo…forse un po’ secchione però è a posto…”;

“Quindi voi tre siete amici…”;

“Beh io e Robert si ma non direi che lui e Angel lo siano…sai com’è…Robert serio…Angel sempre allegro…quindi non è che i due caratteri si sposino bene…”;

“Mhm capisco…comunque ok,ci vengo…”;

“Sono contento…beh allora a stasera…ora ti lascio che si è fatto tardi Thomas…”,disse Greg facendo per andarsene;

“Ok a stasera allora…”,lo salutò Tomàs;

Tomàs Ramirez era un ragazzo di ventitré anni,alto un metro e ottantacinque,capelli neri,occhi verdi,di carnagione ambrata essendo di origine spagnola…fisico atletico vista la sua passione per le arti marziali e assiduo frequentatore di palestra…molto attraente,affascinante e misterioso,capace di colpire una ragazza al primo incontro solo con l’intensità del suo sguardo…un tipo ribelle,irruente,testardo e passionale…una persona che darebbe la vita per gli amici…leale e onesto…grande amico di Greg e Angel essendo loro tre amici sin dall’infanzia.

Una volta rimasto solo Tomàs chiamò Patrick chiedendogli il conto ma questi gli disse che offriva la casa…allora il ragazzo lo ringraziò ma Patrick ribatté che non ce ne’era bisogno e che gli faceva piacere che lui  era di nuovo a Overcity…poi gli chiese che avrebbe fatto di bello quel pomeriggio e Tomàs rispose che sarebbe andato un po’ in giro…poi salutò il curioso barista e andò via…messosi in macchina cominciò a girare per la città…andò a vedere il vecchio quartiere dove di solito lui e Greg prestavano servizio prima che lui partisse…poi fece un salto alla palestra dove aveva dato lezioni di difesa personale per molto tempo…lì fu accolto con calore e affetto…tutti erano contenti di rivederlo e gli chiesero se si sarebbe fermato…il proprietario gli chiese anche se gli avesse fatto piacere riprendere a dare lezioni…e Tomàs rispose che ci avrebbe pensato e che gli avrebbe fatto sapere…poi stava per tornare a casa quando trovando tutto bloccato gli sembrò per un attimo di stare a New York…

“Il traffico di questa città mi ricorda quasi il caos di New York…mah…sarà l’orario…”,

…a quel punto il ragazzo decise di fare una strada secondaria parallela al dipartimento…una volta fatto quel percorso però frenò bruscamente fermandosi vicino a un locale…

“Cosa?Caffetteria “Liberty Girl”…ma allora l’ ha venduto davvero…già ma di che mi meraviglio…dopo tutto quello che è successo la posso capire se l’ha fatto…che stupido…e io che pensavo che era rimasto tutto uguale…”,e così Tomàs rimise in moto malinconicamente e sfrecciò via.

Più tardi il ragazzo tornò a casa,mise un po’ in ordine pensando nel frattempo che quella casa era così grande e così vuota… lì per lì si sentì solo…ma uno squillo di telefono lo riportò alla realtà…erano i suoi genitori che lo chiamavano per sapere se era tutto a posto…poi si fecero gli auguri a vicenda e il ragazzo disse loro che si sarebbero risentiti in quei giorni…poi uscì di nuovo e andò a comprare dei dolci da portare quella sera dagli amici…e infine tornò a casa a prepararsi…

Greg e Angel quella sera prima di andare a casa si diressero invece in una caffetteria poco distante dalla centrale a salutare e dare gli auguri a una loro cara amica…

“Ciao Lucky…”;

“Ciao ragazzi…vedo che avete smontato un’ora prima…”;

“Eh grandi novità…non puoi nemmeno immaginare chi ci sarà stasera a casa di Greg…”,disse a gran voce Angel praticamente ancora sulla porta;

“Qualcuno che conosciamo?”,domandò una donna che si stava avvicinando al banco con in mano un vassoio;

“Ehi Maggie ma che ci fai qui?Non sei impegnata con l’orfanotrofio?Oggi è Vigilia…”;

“Beh sono venuta nel pomeriggio a dare una mano a Lucky…sapete passerà le feste con me e i ragazzi e ha promesso di farci i dolci di Natale…e io la sto aiutando…e poi infondo è da quando Lucky ha deciso di riaprire il locale che appena ho un po’ di tempo libero vengo a darle una mano…”,precisò Margaret;

“E’ solo che essendo Vigilia pensavo non saresti venuta…”,ribatté Angel;

“Ma se è proprio questo il periodo in cui si lavora di più…”,sospirò Lucky e poi a Margaret: “Senti Maggie resta qua…io porto un attimo questo vassoio al tavolo quattro…”;

“Dai a me ci penso io…tu sta pure coi tuoi amici…”,disse la donna allontanandosi col vassoio;

“Ritornando al discorso di prima…qual è la novità eh ragazzi?”,domandò loro Lucky;

“Sai è venuto un nuovo ragazzo al dipartimento…si chiama Robert…e stasera viene anche lui da me…il fatto è che sarebbe stato da solo e mi è parso brutto non invitarlo…”,disse prontamente Greg;

“Ah…e queste erano le grandi novità?!”,esclamò Lucky guardando Angel;

“Beh si…”,balbettò Angel e poi sottovoce a Greg: “Perché hai mentito?”;

“Perché tu non tieni mai la bocca chiusa…”;

“Ma perché dobbiamo tenere tutti questi stupidi segreti…?”;

“Perché lui vuole così…”;

“Ehi ragazzi ma che stare farfugliando?”;

“Beh niente…piuttosto Lucky c’è una cosa che vorrei farti vedere…”,disse Angel tirando fuori una rivista, “guarda…questa non sei tu…?”;

“Si…è la pubblicità di quando ho rinnovato la caffetteria…non lo sai che in questa città ogni cosa diventa un evento?”;

“Si questo lo so…lo capisco…ma mi spieghi cos’è tutto questo articolo di fondo…?”,disse ancora il ragazzo prendendo a leggere:“La ragazza nella foto è Lucky Martinelli,22 anni,proprietaria del suddetto locale…come si può vedere una delle ragazze più belle della città…alta un metro e settantacinque,capelli lunghi e ricci di un bel castano,occhi di un azzurro intenso,fisico da modella…insomma la donna ideale…”;

“Ma hai visto chi l’ha scritto?Quel novellino di Martin…ehi Lucky…e tu non dici niente?”,le disse Greg;

“Ragazzi che devo dirvi…quello è nuovo del settore…io avevo chiesto una semplice pubblicità del locale e invece…poi non vi dico…da quando è uscito quell’articolo la caffetteria è sempre piena…e a me tocca tenere a bada non so quanti ragazzi…”;

“Ringrazia che hai folla…”,disse divertito Greg;

“Ma che folla e folla…la maggior parte di loro non vuole  niente…solo un appuntamento con me…”,sospirò la ragazza;

“Allora ringrazia il cielo…sarebbe ora che ti trovassi un uomo…”,le disse Angel;

“Questi non sono affari che ti riguardano…”,lo freddò la ragazza diventando improvvisamente seria, “…io sto bene così…”;

“Beh io sono sempre a disposizione ma non sono il tuo tipo…”,le disse allora Angel cercando di sdrammatizzare;

“E smettila…non vedi che la stai innervosendo?”gli disse Greg di nuovo sottovoce;

“Ma che ho detto…stavo solo scherzando…possibile che state sempre tutti sulla difensiva?”;

“Ehi Lucky piuttosto…hai preparato la torta che ti ho chiesto?”,le disse Greg;

“Si…”;

“Quanto ti dobbiamo?”;

“22 dollari…”;

“Dai Angel…tira fuori la tua parte…”;

“Che parte?Hai detto che pagavi tu…e poi la festa è a casa tua,no?”;

“Il solito scroccone…”,concluse Greg tirando fuori i soldi, “Beh Lucky noi adesso andiamo…ci si vede…”;

“Arrivederci ragazzi…e Buon Natale…”,li salutò la ragazza;

“Buon Natale…e anche a te Margaret…”,dissero i due uscendo.

Quando i due se ne furono andati Margaret disse…

“Ma fanno sempre questo quei due?”;

“Più o meno… a volte anche di peggio…”;

“E tu li sopporti…?”;

“Si infondo sono due bravi ragazzi…e poi lo fanno per distrarmi…”;

“Senti Lucky…hai più avuto più notizie di Tomàs?”;

…a quelle parole la ragazza chiuse la cassa con un colpo secco e rispose…

“No…non ho saputo più niente di lui…e comunque Maggie posso chiederti un favore…?vorrei pregarti di non nominarlo più…per me è un argomento chiuso…”;

“D’accordo…come vuoi…però un giorno dovrai affrontare questa situazione…la vita va avanti Lucky…il mondo non finisce perché una storia si chiude…”;

“Dai Maggie finiamo di sistemare che poi dobbiamo andare via…dai che i ragazzi ci aspettano…”,disse Lucky facendo per cambiare discorso;

“Ok…”,sospirò Margaret;

Margaret Steavens detta Maggie era una donna di trentadue anni alta un metro sessantacinque,un po’ robusta di costituzione,capelli biondi a carrè con la frangia,occhi marroni...molto graziosa…sicuramente un tipo pratico…conoscente della famiglia di Lucky da anni,le due sembrano avere un dramma che le accomuna…

Mentre Lucky e Margaret si preparavano ad andare via,Angel e Greg erano arrivati a casa di quest’ultimo dove,una volta toltasi la giacca,si erano subito messi al lavoro…di lì a poco infatti sarebbero arrivati Thomas e Robert…fu così che mentre Angel si occupava della tavola,Greg si diede da fare con la cena anche se in realtà aveva solo da scaldare le squisite pietanze che la madre aveva provveduto a cucinare quella mattina prima di partire per New York…

“Ehi Greg a che punto sei?”;

“Beh ho quasi finito di riscaldare tutto…ma questi non arrivano più?”;

…ma proprio in quel mentre suonò il campanello…

“Angel puoi aprire tu?”,gli disse allora Greg;

“Ok…vado…”,rispose Angel recandosi alla porta;

“Ciao Carson…”,lo salutò Robert;

“Blake…che piacere vederti…”,ribatté ironicamente Angel;

“Ehilà Robert…”,gli disse Greg entrando, “…tutto a posto?”;

“Si,si…tutto bene…ah auguri ragazzi…”;

“Auguri anche a te…”,rispose prontamente Greg e poi aggiunse: “ehi Robert come mai hai fatto tardi?”;

“Beh…ho avuto un po’ di problemi al lavoro…c’erano da archiviare parecchi rapporti e alcuni scritti alquanto male non è che mi abbiano aiutato molto…”,rispose Robert buttando l’occhio su Angel;

“Ehi amico e perché guardi me?”;

“Beh perché molti erano proprio i tuoi…”;

“Che vorresti dire che non sono in grado di compilare un rapporto?”,gli disse Angel alterandosi un po’;

“Non volevo dire questo…ma solo che scrivi in modo illeggibile…e inoltre arronzato…”,precisò Robert;

“E già ha parlato il professore universitario…”;

…ma a quel punto,vedendo che la discussione stava diventando piuttosto animata,intervenne Greg…

“Ehi ragazzi dai…è la Vigilia di Natale…non vorrete beccarvi per delle stupidaggini…dai che tra poco si cena…”;

“Già…se solo Tomàs si sbrigasse ad arrivare…”,sospirò Angel;

…qualche istante dopo il suono del campanello annunciò proprio l’arrivo di Tomàs…

“Ehi Tomàs finalmente!”,esclamò Greg andandogli incontro;

“Credevamo ci avessi ripensato…”,gli disse Angel;

“E saltare il primo dei tanti natali che trascorrerò nuovamente a Overcity?Ma no…”,ribatté Tomàs entrando mentre faceva gli auguri agli amici;

“Ciao Ramirez…”,gli disse Robert una volta che il ragazzo fu entrato;

“Ciao Blake…ci si rivede!Auguri!”;

“Auguri anche a te!”;

“Ehi Thomas che c’è in quel pacco che hai in mano?”,gli chiese Greg;

“Beh dei dolci tradizionali di Natale…proprio i preferiti tuoi e di Angel…”,rispose il ragazzo;

“Oh che bello Tomàs…ci servivano proprio…vanno benissimo con il vino che ha portato Robert!”,esclamò Greg;

…e così,mentre Tomàs e Robert facevano due chiacchiere conoscendosi meglio,Greg e Angel portarono in tavola la cena…e durante quest’ultima i ragazzi parlarono del più e del meno…poi Greg e Angel illustrarono a Tomàs qualche novità riguardo la centrale,mentre Robert confessò che nonostante il lavoro fosse abbastanza faticoso si trovava piuttosto bene lì…finito di mangiare i quattro uscirono fuori ammirando la gran distesa di neve che c’era in giardino…poi come d’istinto e tornando per un attimo a quando erano più ragazzini Greg fece una palla di neve e la scagliò in faccia ad Angel che naturalmente rispose per poi “attaccare” a sua volta Tomàs che non facendoselo ripetere due volte partecipò a quella “guerra”…Robert che intanto li osservava pensò che erano proprio dei ragazzi simpatici e che sicuramente sarebbero diventati grandi amici…proprio in quell’istante ricominciò a nevicare…

Nel frattempo anche Lucky e Margaret avevano finito di cenare e,una volta messi a letto i ragazzi,si erano recate nella stanza della donna a chiacchierare un po’…poi Lucky si era messa accanto alla finestra dove non ci volle molto perché la nostalgia la travolgesse…la ragazza infatti osservando la neve che intanto aveva preso a cadere,cominciò a tornare con la mente al passato,rispolverando vecchi ricordi…

“Che bella la neve,vero Maggie?Anche quel giorno c’era al neve…fu un Capodanno bellissimo…ah se ci penso mi sembra ieri…eppure sono passati anni…”;

“Dai Lucky lascia stare…e non stare sempre a pensare a ciò che è stato…pensa piuttosto al nuovo anno…al tuo futuro…a qualcosa di bello insomma…”,le disse l’amica cercando di distrarla;

“Ma si hai ragione…”,sospirò Lucky tornando a sedersi accanto all’amica…

Intanto in un’altra parte della città anche per qualcun altro il Natale non sembrava aver portato poi chissà quale allegria…

“E dai Holly vuoi deciderti ad aprire?Sono tre ore che sto dietro a questa porta…coraggio vieni fuori e vediamo di risolverla da persone civili e mature…”;

“No Mary non ci penso nemmeno…ti ho già detto che non ho nessuna intenzione di lasciare questa città…sono stufa di cambiare casa…abitudini…e modo di vivere solo per i vostri capricci…”;

“I nostri capricci?A me sembra che l’unica che qui fa i capricci sia tu Holly…”;

“Pensala come ti pare ma io non verrò via con te…voglio restare qui!”,continuava a ripetere la ragazza;

“Ah si…e a me non ci pensi?Non vedi come soffro?Io e te siamo qui mentre mio marito è bloccato alla stazione di New York che non può raggiungerci…ti sembra normale?Io non ci sto più bene così,con lui che lavora fuori ed io che sono qui ad aspettarlo…purtroppo non si poteva continuare in questo modo…ecco perché abbiamo pensato che la cosa migliore da fare fosse quella di trasferirsi definitivamente a New York…ti sembra bello che io sia costretta a passare il Natale lontano dalla persona che amo?”;

“Senti Mary fa come vuoi…a me non interessano tutte le tue storie…so solo che a me non va di cambiare di nuovo…qui ci sto benissimo…e poi infondo ci sono nata…”;

“Ah si?E cosa pretendi…che io lasci una ragazzina come te immatura,irresponsabile e oltretutto minorenne a vivere tutta sola?Mi sa che non è proprio il caso…e poi come…già come…come faresti a mantenerti,eh Holly?”;

“Beh vorrà dire che mi cercherò un lavoro…e magari anche un altro posto dove stare…chiederò il permesso a papà…e tu ti regolerai di conseguenza…”;

“Ma Holly…accidenti certo che a volte sei proprio impossibile…ma come devo fare con te?”,sospirò Mary mentre Holly finalmente si decideva ad aprire la porta…

Holly Harper era una ragazzina di sedici anni alquanto esuberante e a volte un po’ infantile,cosa tipica di quell’età…alta un metro e sessantasette,non proprio magra col pallino della dieta anche se “non capace”di portarla a termine,capelli rossi lunghi e lisci legati in un mezzo codino,occhi marroni….estremamente carina…molto volenterosa nel fare le cose ma anche molto pasticciona e inoltre capricciosa e indisponente…

“Dai entra…”,disse Holly rivolta alla sorella e poi correndo a buttarsi sul letto e a mettersi un cuscino in testa…

“Avanti Holly smettila di fare la bambina e ascolta quello che ho da dirti…”;

“No che non ti ascolto…ti ho già detto che chiederò il permesso a papà…e tu devi accettarlo…”;

“Ok…come vuoi…”,disse Mary sospirando, “facciamo così…se tu riuscirai a convincere papà a darti il permesso di restare io ti concederò un mese di tempo per trovarti sia un posto dove stare che un lavoro part-time che ti consenta anche di studiare…in questo caso io ti lascerei qua…e magari convincerei papà a spedirti una quota mensile in modo che tra questo fantomatico lavoro e quello che ti darà papà potresti mantenerti senza problemi…”;

“Dici sul serio?Evviva lo sapevo che ti avrei convinta!”,esclamò Holly scendendo dal letto e saltellando per tutta al stanza, “Dai ora vieni Mary che dobbiamo andare a messa…su…su!”;

“Ecco lo sapevo…sono stata di nuovo presa in giro da una ragazzina!Uffa… ma è mai possibile che riesca sempre a spuntarla?”,disse Mary uscendo dalla stanza,spegnendo la luce e chiudendo la porta.

E così,mentre le sorelle Harper si accingevano ad andare in chiesa,nel dormitorio dell’università cittadina ormai svuotatosi quasi del tutto per le vacanze di Natale,qualcun altro stava vivendo una vigilia piuttosto movimentata…

Non disturbare…cosa…di nuovo?Non è possibile…Abby apri questa porta…non me ne frega se sei con un ragazzo…questa è anche camera mia!Ti ricordo che non stai in albergo che fai i tuoi comodi!”,continuava a sbraitare una ragazza;

…alla fine quelle urla fecero effetto…e l’altra ragazza venne ad aprire la porta…

“Joan smettila di urlare così…”,disse sottovoce la ragazza aprendo la porta appena;

“Fammi entrare…”;

“No…il mio ragazzo sta dormendo…”;

“E chi se ne frega!Ti ho già detto che questa è anche camera mia!”;

“Ti prego Joan…ti prego…almeno per stasera lasciala a me…”;

“Ah si e io dove vado a dormire?”;

“Beh puoi dormire nella stanza accanto…lo sai che è vuota…”;

“Ma sei pazza…lì non ci sono né coperte né niente…”;

“Aspetta te li do io…”;

“Ma io non voglio dormire in una stanza fredda e vuota!”;

“E dai Joan ti prego…solo per questa volta…il mio ragazzo è venuto apposta da Los Angeles per stare con me…ti prometto che domani ci andremo a dormire noi lì…così tu avrai la stanza tutta per te…dai ti prego amica mia fammi questo favore…”;

“Quando mai siamo state amiche io e te…se ci salutiamo appena…”;

“E dai…fammi lo stesso questo favore…”,ripeté la ragazza quasi facendo per richiudere la porta;

“Aspetta…lasciami almeno prendere delle cose…”;

“No dai ci penso io…il fatto è che se Jim si sveglia saranno guai…gli avevo assicurato che saremmo stati soli…e che nessuno ci avrebbe disturbato…”;

“E va bene…ho capito…ma che questa sia l’ultima volta…”,e così Joan disse a Abby delle cose di cui aveva bisogno…e l’altra gliele portò poco dopo…si fece dare delle coperte e qualche libro…almeno si sarebbe messa un po’ a studiare…poi le due si salutarono freddamente e Joan se ne andò nell’altra stanza…chiuse la porta a chiave,buttò le coperte sul letto,i libri sulla scrivania e andò vicino alla finestra dove,mentre guardava la neve scendere,pensò…

“Che schifo di Vigilia…più brutta di così non potrebbe esserci…e io che mi ero fatta il piano di passare la notte vicino alla tv a sgranocchiare dolcetti al tepore di una calda stufetta…sarebbe stato meglio di niente…e invece mi ritrovo in questa stanza vuota e spoglia dove l’unica cosa bella che c’è è il silenzio…ahimé…quando incontrerò l’uomo dei miei sogni…dai Joan non ci pensare…meglio lasciar perdere…”,sospirò la ragazza tra se e se;

Joan Edler era una ragazza di ventun’anni,alta un metro e settanta,capelli biondo scuro leggermente mossi e di media lunghezza,occhi azzurri,di costituzione esile…una ragazza molto affascinante…di carattere puntigliosa,irascibile un po’ permalosa e terribilmente impicciona e attaccabrighe…che non la dava mai vinta a nessuno…o quasi…

E così anche nella piccola cittadina di Overcity si era arrivati alla mezzanotte…che segnava la fine della Vigilia e l’inizio del Natale…quella notte era stata fredda  e nevosa…”,conclusero i cittadini di Overcity.

La mattina dopo a casa di Greg erano tutti ancora addormentati…chi sul divano…chi sulla poltrona…chi nella stanza degli ospiti…solo Greg si era alzato di buon’ora  abituato com’era a svegliarsi abbastanza presto…

“Accidenti che mal di testa…mi sa che ieri abbiamo alzato un po’ troppo il gomito…sarà il caso che vada a farmi un caffè…”,e così dicendo il ragazzo si era a fatica recato in cucina sempre tenendosi la mano sulla fronte…

Il rumore fatto da Greg e l’odore del caffè appena pronto avevano svegliato anche Tomàs che subito aveva raggiunto Greg…

“Ehilà Greg buongiorno…”;

“Ben alzato Tomàs…come va?”;

“Più o meno…non è che mi senta in formissima…”;

“Tieni…mi sa che ce ne vuole uno anche a te…”,gli disse Greg piazzandogli davanti una tazza di caffè bollente;

“Si…hai ragione…spero che sia forte…”;

“Fortissimo…altrimenti come farebbe a svegliarci?”;

“E già…e Angel e Robert dormono ancora?”,disse Tomàs sempre rivolto all’amico;

“Adesso mi sa di no…”

…gli altri due amici infatti stavano proprio allora entrando in cucina mentre continuavano a stropicciarsi gli occhi…

“Buongiorno ragazzi…”,li salutò Greg dando anche a loro il solito caffè;

“Si come no…proprio un buongiorno…ma come mi è venuto di fare tutti quegli scambi di turno?Alla fine mi sono ritrovato a dovere lavorare a Natale…assurdo!”,borbottò Angel;

“Dai Angel che vuoi che sia…e poi anche a me tocca lavorare…”,gli disse Robert;

“Sul serio?”;

“Si…e visto che ho la macchina dal meccanico e che ieri sera mi sono fatto dare un passaggio da uno del dipartimento adesso mi toccherà pure prendere un taxi…”,sbuffò Robert;

“Che?Ma no…se vuoi posso dartelo io il passaggio…sempre se ti va di provare la mia mitica moto…”,gli disse Angel;

“Beh non vorrei disturbare…”;

“E dai quattr’occhi accetta…guarda che è raro che io ci faccia salire un uomo…lo faccio solo perché è Natale!”,esclamò Angel con convinzione;

“Ok…”,asserì infine Robert;

…e mentre lui e Angel andavano a prepararsi,Greg e Tomàs se ne stavano a sorseggiare beatamente il loro caffè senza alcuna fretta…dopo un po’ i due uscirono e così,rimasti soli,Greg e Tomàs ne approfittarono per fare un’altra bella chiacchierata,rievocando anche un po’ il passato…

“Accidenti quest’anno e mezzo è proprio volato…e pensare che sembra ieri che ho lasciato Overcity…”;

“Già…e invece non è così…il tempo passa e le cose cambiano…”,sospirò Greg prendendo poi a parlare all’amico di una certa persona e di quello che aveva fatto in quel lungo periodo…

“E così il caffè ha cambiato nome…ora capisco…ecco perché quando ci sono passato l’insegna era diversa…infatti non diceva “Caffè Martinelli”…bensì “Liberty Girl” se non sbaglio…”,disse Tomàs;

“Infatti adesso la caffetteria si chiama proprio così…ed è completamente rinnovata…ora è un vero e proprio locale…con tanto di bancone più grande e molti più tavolini…”;

“Capisco…e io che pensavo che l’avesse venduta…certo che devono esserne successe di cose…”,disse ancora Tomàs;

“Guarda qua…”,disse poi Greg mostrandogli il giornale che gli aveva lasciato Angel prima di uscire;

“Ehi ma è Lucky…”;

“Mhm,mhm…quando per l’appunto ha rinnovato la caffetteria…lei voleva una semplice pubblicità del locale ma questo stupido di un giornalista diciamo che più che al locale l’ha fatta a lei!”,esclamò Greg divertito e poi aggiunse: “E allora come la vedi adesso?”;

“Bella…certo bella lo è sempre stata…ma adesso ancora di più…già…adesso da togliere il fiato…la mia Lucky…”,sospirò Tomàs malinconicamente;

“La tua Lucky?”,ripeté Greg;

“Si…perlomeno nel mio cuore ancora…”,e così il ragazzo si alzò e andò vicino alla finestra;

“In che senso ancora?”,gli chiese Greg;

“Guarda Greg…ha ripreso a nevicare…”,gli disse Tomàs facendo per parlare d’altro;

“Tomàs non cambiare discorso…e rispondi alla mia domanda…”;

…e così Tomàs si voltò di nuovo verso l’amico…

“Rispondimi Tomàs…sei ancora innamorato di lei…?”;

“Ancora?Io credo di non aver mai smesso di amarla…anzi forse adesso la amo più di prima…”,gli confessò Tomàs;

“Beh sono contento Tomàs…mi fa piacere…quindi hai intenzione di rimetterti con lei?”;

“Beh Greg…mi sa che adesso chiedi troppo…sarà il destino a decidere…”,concluse il ragazzo voltandosi di nuovo verso la finestra;

“A volte il destino ha bisogno di una mano Tomàs…e se vuoi io sono pronto a dartela…pur di rivedervi insieme sarei disposto a fare di tutto…”,gli disse Greg mentre Tomàs continuava a guardare fuori…

Intanto al dormitorio dell’università cittadina in una stanza che non era stata certo accogliente,qualcuno si stava svegliando…

“Mhm…ehi ma…che ore sono?Uff è ancora presto…quasi quasi me ne resto un altro po’ a letto…infondo oggi non ho niente da fare…”,pensò Joan rigirandosi dall’altro lato, “ah…forse è meglio che mi alzi va…tanto ormai sono sveglia…”,cambiò poi idea la ragazza scostando le coperte,venendo fuori dal letto e facendo per andare a farsi una doccia ma trovandola ahimé rotta…

“Porca miseria ma guarda come mi sono ridotta…ho dormito in una stanza fredda anzi gelida,che non è la mia e dove per giunta anche la doccia è rotta…Abby mi pagherà anche questa…”,disse tra se e se Joan rivestendosi in fretta e lavandosi alla bene e meglio sotto al lavandino con dell’acqua praticamente gelata…

Una volta vestitasi Joan scese poi di sotto e andò al bar di fronte la facoltà dove ordinò una ciambella al cioccolato e un cappuccino e li portò via…tornata al dormitorio vide un ragazzo che stava sul portone e che andava avanti e indietro…

“Scusa stai cercando qualcuno?”,gli chiese Joan;

“Beh veramente vorrei entrare…sto cercando la mia ragazza…”,rispose quello sconosciuto;

“Ah e in che stanza alloggia?Te lo chiedo perché oggi non c’è quasi nessuno…siamo solo io e un’altra ragazza sul nostro piano…”;

“La mia ragazza sta nella 305…si chiama Abby Logan…”;

“Stanza 305?Ma è la stessa Abby che divide la stanza con me…”,disse a quel punto Joan;

“Bene quindi la conosci…”;

“Certo…ma prego entra…che qui fuori fa freddo…”,gli disse la ragazza cominciando a pensare che c’era qualcosa che non andava;

“Si in effetto stavo gelando…”,disse il ragazzo infilandosi subito dentro;

…così Joan lo fece accomodare nel salottino del dormitorio…gli offrì un po’ della sua colazione ma il ragazzo rifiutò…poi mentre lei prese a sorseggiare il suo caffè il ragazzo le spiegò brevemente ciò che era successo…

“Il fatto è che sono venuto apposta da Los Angeles per stare con Abby…o meglio sarei dovuto venire…nel senso che lei mi aspettava per ieri ma la bufera di neve che c’è stata ha bloccato tutto e così l’ho chiamata per dirle che non mi era più possibile raggiungerla…ma lei si è arrabbiata molto e abbiamo finito col litigare…poi le cose si sono aggiustate ed eccomi qua…ho provato a rintracciarla ma non ci sono riuscito…allora ho preso il primo volo per farle una sorpresa…”,continuava a straparlare il ragazzo ma era già da un po’ che Joan non lo stava ascoltando più…la ragazza infatti non c’aveva poi messo molto a fare due più due e ad arrivare alla conclusione che quello che era in compagnia di Abby la sera prima in quella che era anche la sua stanza non era il ragazzo dell’amica…ma chissà chi altro…così la ragazza si alzò in piedi di scatto dicendo a quel tipo di aspettare lì che sarebbe andata a chiamare l’amica…lui le disse che sarebbe potuto andarci lui ma Joan rispose che era proibito agli estranei di entrare negli alloggi…

Arrivata al suo piano la ragazza andò subito a bussare a quella che era anche la sua porta…

“Abby…ehi Abby…apri subito questa maledetta porta!Abby mi hai sentita?Abby apri…e sbrigati!”,continuava a dire la ragazza urlando e prendendo a pugni la porta;

“Joan…ma sei impazzita?”,disse la ragazza aprendo, “Hai intenzione di svegliare tutti?Guarda che non è mica mezzogiorno…c’è chi sta ancora dormendo…è la mattina di Natale…o te lo sei dimenticato?Vedo che nemmeno una giornata di festa riesce ad addolcirti…”;

“Hai finito?Mi sa che neanche per te sarà una gran festa oggi…”,le disse di rimando Joan e poi aggiunse: “Il tuo ragazzo sta ancora con te o è andato già via?”;

“No…veramente Jim è sotto la doccia…”;

“Ah davvero…pensa che strano…ero convinta che stesse giù…all’ingresso…ma chissà forse ha il dono dello sdoppiamento…oppure ha un fratello gemello…”;

“Che cosa stai farneticando Joan?Non riesco a seguirti…”;

“Ho capito…tu sei di quelle persone che per capire una cosa bisogna che gliela imbocchino…come ai bambini…bene,vorrà dire che adesso te lo spiegherò io come stanno le cose…vediamo…Jim che sta di sotto mi ha detto che ieri doveva venire ma che l’aereo non è partito per colpa della bufera…e che poi dopo che la bufera è passata è riuscito a decollare…ma evidentemente non è riuscito a rintracciarti per avvertirti…si vede che avevi il cellulare spento…chissà forse eri troppo impegnata a fare altro…e magari se guardi in segreteria trovi il suo messaggio in cui ti dice che alla fine è riuscito a decollare…adesso se il tuo ragazzo è di sotto mi spieghi chi cazzo è quello che sta di là in camera nostra?”;

“Aspetta…aspetta Joan…Jim è qui?Mica gli hai detto che poteva salire,vero?Ti prego….ti prego Joan non farlo salire!”,la supplico quasi Abby;

“Perché lo vedi…io non lo vedo…non ti preoccupare gli ho detto che era proibito agli estranei di entrare dove dormiamo…”;

“Grazie…”;

“Abby…”,disse la ragazza prendendo l’amica per un braccio, “non mi hai ancora detto chi è il tipo che sta in camera nostra…”;

“Ok…ok te lo dico…si chiama Steave Lawrance…è un ragazzo molto carino…e gentile…ci siamo incontrati all’aeroporto dopo che il mio ragazzo mi aveva detto che non sarebbe più venuto…io ero talmente furiosa e arrabbiata che se non fosse stato per Steave che a quanto pare aveva lo stesso problema…nel senso che non riusciva a partire…non so come avrei fatto a calmarmi…Steave mi ha chiesto di fargli un po’ di compagnia…poi ci siamo messi a parlare…abbiamo bevuto qualcosa insieme…poi ha voluto che gli mostrassi l’università…così io l’ho portato qui…poi abbiamo bevuto ancora…e alla fine sai com’è…una parola porta l’altra e beh…non so come ci siamo trovati a letto insieme…”,le confessò la ragazza;

“Basta così…basta così Abby!Ti sei fatta rimorchiare da uno che nemmeno conosci e oltretutto te lo sei portato pure a letto costringendo me a stare fuori dalla mia stanza con la scusa dell’arrivo del tuo amato da lontano…che ipocrita!Sei proprio una stronza…e io me la sono pure bevuta!Ma che stupida…ormai dovrei averlo capito da un pezzo com’è che sei fatta…”;

“E dai Joan…ora non esagerare…”;

“No che non esagero!Ora tu prendi quell’idiota che è con te e ve ne andate subito fuori di qui…vi do cinque minuti per sparire prima che faccia salire il tuo ragazzo…ma sia chiaro questa è l’ultima che mi fai Abby…appena riapre l’università dopo le vacanze mi faccio cambiare stanza…questo è poco ma sicuro!”,e così Joan se ne andò arrabbiatissima entrando nell’altra stanza e sbattendo la porta…l’amica dal canto suo si vestì in un attimo,fece uscire quel tipo che era con lei per la scala antincendio e poi si recò dal suo ragazzo…

“Assurdo…cielo che Natale da incubo…è sicuro che non lo dimenticherò mai…”,continuava intanto a pensare Joan tra se e se.

Mentre sulla città la neve continuava a cadere e la gente ben incappottata si recava a messa anche in casa Harper era ora di svegliarsi…

“Su Holly svegliati…è tardi…sono le nove passate…dai che la colazione è pronta…”,continuava a urlare Mary mentre la ragazza si girava dall’altro lato;

“Holly insomma…ti vuoi alzare?”,disse ancora la ragazza recandosi di sopra e togliendole le coperte di dosso…

“No…no fa freddo…basta Mary è presto…non ho voglia di alzarmi…è mai possibile che con te non si può poltrire un po’ nemmeno il giorno di Natale?”,le disse Holly continuando a tenere gli occhi chiusi;

“Ti devi alzare,capito?Dai che dobbiamo andare a prendere Peter all’aeroporto…”;

“Vacci da sola…io ho troppo sonno…”;

“Ma non esiste proprio…dai alzati che devo sistemare la stanza…non vorrai che mio marito trovi tutto sottosopra…”;

“Uffa lo sapevo…l’ordine…sempre l’ordine…”,sbuffò la ragazza scendendo dal letto, “…in questa casa non si può mai dormire…”;

“Questa poi è proprio bella…ma se non fai altro…appena uscita da scuola mangi,ti chiudi in camera tua e ti butti sul letto…e per farti studiare si sudano sette camicie…e hai anche il coraggio di dire che qui non si riesce a dormire…ma se non fai altro…e poi cosa credi che se andrai a vivere da sola potrai poltrire fino a quest’ora?Non sai che dovrai alzarti all’alba,riordinare la stanza,andare a scuola…e una volta tornata prepararti un rapido pranzo,fare i compiti in fretta e furia e andare al part-time…voglio proprio vedere se resisterai…allora si che non dormirai mai…”,le disse Mary uscendo e chiudendo la porta senza dimenticare di aggiungere qualcosa:“Holly…pensa a quello che ti ho detto…”,le disse infatti la ragazza mentre Holly non faceva che ripetere ridicolizzandolo quello che aveva detto la sorella…poi dopo essersi fatta una doccia si vestì e scese a fare colazione…

“Ma questo latte è freddo…”,si lamentava la ragazza;

“Ah si?Eppure quando te l’ho preparato un’ora fa era caldo…”,le disse ironicamente Mary;

“Beh perché non me lo puoi scaldare di nuovo?”;

“Ma neanche per sogno…io ho altro da fare piuttosto che la baby-sitter a te…”;

“Tu hai altro da fare…ovviamente…”,disse Holly sbuffando e andandosi a riscaldare il latte da sola… “…vorrei sapere poi cosa visto che la casa l’abbiamo pulita ieri da cima a fondo…”;

“Ti ho detto che dobbiamo andare a prendere Peter all’aeroporto…”;

“Ma Peter arriva all’una…sono appena le dieci e un quarto…”;

“Si ma se usciamo troppo tardi finiremo col trovare traffico…”;

“Si sai che traffico da queste parti…piuttosto cerca di non correre avanti e indietro che aspetti un bambino…e sei quasi al quinto mese…”;

“E tu cerca di non farmi arrabbiare…”;

“E come al solito è colpa mia…”,sospirò Holly ma proprio in quell’istante si accorse di essersi dimenticata il bollitore sul fuoco…

“Holly…ma che hai combinato?Lo vedi che fai solo danni…”,le disse la sorella urlando, “…guarda qua hai sporcato tutto il fornello…”;

“Non ti preoccupare ci penso io…”,disse la ragazza dimenticando di prendere una presina,toccando il bollitore con le mani,finendo quasi con lo scottarsi e facendo cadere tutto a terra…

“Ecco ci risiamo…lo sapevo che sarebbe finita così…”,si disperava la sorella mentre Holly continuava a lamentarsi mentre metteva le mani sotto l’acqua fredda;

“E dai Holly che non ti sei fatta niente…guarda piuttosto che hai combinato…”;

“Uffa…a te non frega niente di me…ti preoccupi solo del pavimento…”,sbottò Holly…poi però vedendo che la sorella si stava abbassando per pulire le disse:“…dai Mary lascia stare…ci penso io…”,rendendosi evidentemente conto di avere forse esagerato;

Dopo aver rimesso in ordine poi Holly chiese scusa a Mary promettendole che sarebbe cambiata…e che cose come quelle non sarebbero più accadute…

“Speriamo…”,aveva sospirato allora Mary;

…poi le due si andarono a preparare e verso le undici e mezza uscirono…

Intanto Lucky e Margaret e le altre ragazze dell’orfanotrofio,dopo aver portato i ragazzi in chiesa e poi a fare un giro nel parco cittadino,erano tornate all’istituto…avevano messo i bambina vedere un film di Natale in cassetta e poi Margaret aveva chiesto a Lucky di raggiungerla nel suo ufficio per chiacchierare un pò e prendere una tazza di caffè insieme…

“Che c’è Maggie…mi hai detto che volevi parlarmi…ma di cosa?”;

“Ma di niente…volevo solo sapere che intenzioni hai col locale…e se prenderai in considerazione la mia idea di assumere qualcuno per darti una mano…lo sai no Lucky che io tra poco non potrò più venire tanto spesso…come ti accennai l’altra volta una delle nostre insegnanti sta per sposarsi e a quanto pare presto si trasferirà quindi con meno personale avrò meno tempo libero…e tu non puoi farcela da sola…”;

“Si è vero…hai ragione ma il fatto è che non posso permettermi di assumere qualcuno…lo sai,ho troppe spese…e prendere qualcuno oggigiorno costa troppo…”;

“Ma tu non puoi permetterti di stare da sola là…quella zona è diventata troppo pericolosa…e poi hanno già tentato di rapinarti…”;

“Si ma erano ragazzini…appena mi hanno visto prendere una mazza sono scappati…poi si sono resi conto che lì attorno girano sempre poliziotti e non ci hanno più provato…”;

“Lucky…Lucky…tu stai giocando col fuoco…”;

“Ma dai che io ci sono nata in quella zona…lì mi conoscono tutti…mi sa che sei tu che sei troppo apprensiva Maggie…mio padre e mia madre hanno gestito il locale per così tanti anni…e da quando sono morti e me ne occupo io non è mai successo chissà cosa…e ora per colpa di un paio di teppistelli che fanno una bravata mi dovrei spaventare…ma per favore…e poi lo sai che comunque so badare a me stessa…”;

“Sarà come dici tu ma sei pur sempre una ragazza e io non sono tranquilla…”;

“Con ciò che vorresti dire…?”;

“Lascia stare Lucky…con te a volte non si può parlare…e poi dicevi che Tomàs era testardo…mi sa che tu non sei da meno…”;

…quelle parole fecero molto innervosire Lucky che di scatto posò la tazza sul tavolo andando poi vicino alla finestra…

“Ti prego Maggie ti avevo già detto ieri di non nominarmi più quella persona…”;

“Perché Lucky…perchè non posso parlarti di lui…?”,le chiese a quel punto Margaret;

“Perché è andato via…ora lui vive a New York e sicuramente si sarà già rifatto una vita…e figurati se si ricorda di me…spiegami allora perché io dovrei stare qua a pensare a lui…”;

“Lucky se fossi in te non sottovaluterei l’ascendente che avevi su Tomàs…”;

“Cosa hai detto?”;

“Niente…lascia stare…a volte dico cose senza senso…dai torniamo dai ragazzi…andiamo a vederci il film…tanto lo so che piace anche a te…”,le disse l’amica facendo per cambiare discorso…e così le due tornarono di là.

Una volta tornate dai ragazzi e dopo aver visto il film,Margaret e Lucky fecero dei giochi con loro…poi più tardi cenarono e mentre le altre insegnanti li mettevano a letto,Lucky si preparava per andarsene…le avrebbe dato un passaggio Margaret visto che erano venute con la macchina dell’amica.

Anche Tomàs dal canto suo dopo aver passato l’intera giornata col suo vecchio amico Greg era tornato a casa sua…stava giusto rientrando quando squillò il telefono…così il ragazzo fece una corsa per rispondere…

“Pronto?”,disse mentre si sfilava i guanti e il giubbino mantenendo la cornetta con la testa,“Mary-Ann…grazie degli auguri…Buon Natale anche a te…si certo sto bene…e tu?…ah si capisco…no non ho incontrato nessuno di particolare…solo i miei soliti vecchi amici…Greg e Angel sai…il Natale?...no…non ti preoccupare non l’ho passato da solo…sono stato da Greg…si,si è andata bene…abbiamo passato una bella giornata…c’erano anche Angel e un ragazzo nuovo…che faccio ora?Beh credo che mi metterò a leggere un libro o a guardare un po’ la Tv…e poi me ne andrò a dormire…sai com’è sono un po’ stanco…cosa?Vorresti venire domani?No domani vado fuori con Greg…sai lui ha il giorno libero così andiamo un po’ fuori città…dispiace anche a me…beh sarà per la prossima volta…non mancherà…ok…si ci si sente…mi farò sentire…a presto…”,disse il ragazzo riagganciando e poi tra se e se: “Uffa…che palle…com’è appiccicosa…non sono nemmeno due giorni che sono andato via e già telefona per dirmi che vuole venire a trovarmi…eppure lei sa benissimo le cose come stanno…io le ho parlato chiaramente…però lei niente…deve insistere…ah…”,sospirò il ragazzo mentre finiva di spogliarsi…poi si prese una birra e delle patatine dal mobile e si andò a sedere in salotto…accese la tv e prese a fare zapping col telecomando…ma sembrava non esserci nessun programma che lo interessasse…così spense il televisore,prese il cell che aveva a portata di mano e compose un numero…

Intanto Lucky e Margaret che erano da poco tornate al locale erano in cucina a prepararsi una cioccolata calda quando squillò il telefono…

“Margaret puoi andare tu?”,le disse Lucky che stava versando la cioccolata;

“Si certo…”,rispose Margaret andando a rispondere;

“Pronto?”,disse la ragazza alzando il telefono;

“Mi scusi…credo di aver sbagliato numero…”;

“Prego…non c’è problema…”,disse Margaret riattaccando;

“Chi era Margaret…?”,le chiese Lucky;

“Beh…qualcuno che ha sbagliato…mah mi sarò impressionata…eppure sembrava la voce di qualcuno che conosco…”;

“Ah si?Qualcuno dei ragazzi dell’istituto forse?”;

“Ah si forse uno di loro…”;

“Ci avranno fatto uno scherzo…”;

“Sarà…”,sospirò Margaret e poi tra se  se: “Eppure a me è sembrata la voce di Tomàs…mio dio abbiamo parlato così tanto di lui che adesso sento pure la sua voce…”;

Nel frattempo Tomàs che aveva appena riagganciato stava pensando…

“Che ci faceva Margaret al locale di Lucky?Che stupido…perchè ho parlato?Mi avrà riconosciuto…chissà…va beh…ormai è fatta…meglio andare a dormire va…questa città mi fa fare strane cose…”,disse il ragazzo alzandosi dal divano,spegnendo la luce e salendo di sopra.

Quella notte Tomàs dormì profondamente per poi svegliarsi alle prime luci dell’alba,visto che aveva preso appuntamento con Greg per andare a passare quell’ultimo giorno di festa fuori città alla sua baita di montagna di cui bisognava anche verificare lo stato poiché che era parecchio che non ci andava nessuno…Angel invece passò una giornata alquanto movimentata avendo ben tre appuntamenti con tre ragazze diverse lungo l’arco della giornata…fece infatti non poco fatica per rispettare l’orario dell’uno e dell’altro…e infine Robert era ancora di servizio…

Nel frattempo al “Liberty Girl” che era stato aperto tutto il giorno,Lucky aveva lavorato sodo…aveva dovuto infatti farsi in quattro per badare a tutto…la notte prima poi l’aveva quasi passata in bianco a preparare dolci…fu proprio in quell’occasione che la ragazza si rese conto che forse l’idea della sua amica Maggie era da prendere in considerazione…non avrebbe potuto continuare così…non avrebbe potuto farcela da sola…perché anche il suo fisico ne stava risentendo…e inoltre anche il suo rendimento universitario sarebbe calato…e lei non sarebbe mai riuscita a laurearsi…

Il lunedì seguente Tomàs riprese servizio con l’amico Greg…i due dopo aver fatto un giro in macchina iniziarono il loro giro di ronda a piedi…

“Che bello Tomàs…fortuna che sei tornato…non ce la facevo più…non puoi immaginare che inferno quest’anno e mezzo passato con Scott o Smith…un vero incubo devi credermi…”,gli confessò Greg;

“E dai non dirmi che veramente ti fa piacere essere di nuovo in coppia con me…”,sopirò Tomàs;

“E secondo te…e dall’asilo che io te siamo sempre insieme…io la mente e tu il braccio…”;

“Ah si?Sicuro che non era il contrario?”;

“Dici?Beh punti di vista…punti di vista Tomàs…”;

“Lascia perdere Greg…piuttosto sai una cosa…non credevo che il capitano ci avrebbe rimessi insieme...”;

“Perché?”;

“Pensavo chissà con chi mi avrebbe affibbiato…e invece…”;

“E con chi altri?Per te ci vuole un segugio…uno che ti controlli…e chi può farlo meglio di me?E poi io sono l’unico che ti sopporta…”,ribatté Greg prendendolo in giro;

“Ah,ah,ah…molto spiritoso…”,disse Tomàs ridendo;

“Ehi…Tomàs che ride…poveri noi…ho paura che stia arrivando la fine del mondo!”,esclamò Greg continuando a guardarsi intorno;

“Dai Greg andiamo…che dobbiamo finire il giro…”;

E così i due ragazzi passarono accanto all’ingresso di una libreria mentre ne usciva un uomo e dietro Lucky…la ragazza vide così di sfuggita i due amici passare ma loro non videro lei…

“Che strano…se non sbaglio quello era Greg…e quello accanto mi sembrava Tomàs…ma no…non è possibile…mi sarò sicuramente sbagliata…sarà stato Smith…le parole di Maggie devono avermi forviato…e adesso ho anche le allucinazioni…ah…andiamo va…”,sospirò la ragazza stringendo il libro che aveva appena comprato.

E così la ragazza continuò a camminare e nel frattempo a ripensare a quello che le sembrava di aver visto…e pertanto non si dava pace…certo se fosse stato proprio Tomàs sarebbe stato bello che fosse tornato…ma non era possibile…ormai lui viveva a New York…e così con quella “convinzione”nel cuore,Lucky se ne tornò al locale mentre Tomàs e Greg continuavano il loro giro ignari dell’incontro che avrebbero potuto fare se non fosse stato per una frazione di secondo…ma forse il destino non voleva che il tutto succedesse allora…evidentemente aveva altri progetti per loro…perché adesso che Tomàs era tornato a Overcity sicuramente il destino avrebbe trovato il modo di far incrociare nuovamente le loro strade.

 

Siete pregati di leggere e darci un giudizio…speriamo non del tutto negativo! ^_^

In fede,Liberti Antonietta e Avino Fabiana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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