00. Pilot - Ritorno a Overcity
New York…una metropoli come tante,una città piena di caos e di gente che corre all’impazzata soprattutto in questo periodo dell’anno…sembra che tutti perdano la testa durante le feste nella grande mela…il Natale per i newyorkesi è qualcosa di frenetico…gente che corre di qua e di la…mille cose da fare e poco tempo per farle prima della vigilia…ed è proprio in questa fredda mattina del 23 dicembre che l’agente Ramirez sta caricando la sua macchina di valigie per ritornare alla sua città d’origine…
L’agente
Tomàs Ramirez era arrivato a New York circa un anno e mezzo prima per rifarsi
una vita e dimenticare il passato…ma in quella città aveva trovato poca
solidarietà e tanti ostacoli da parte dei suoi colleghi che non riuscivano ad accettare
un provinciale come lui…e dopo aver sudato le fatidiche sette camicie per farsi
accettare,un errore di percorso l’aveva fatto tornare al punto di partenza…e
così adesso gli toccava tornare a Overcity con la coda tra le gambe…dopo aver
caricato le valigie in macchina,il ragazzo era tornato dentro alla pensione in
cui alloggiava per salutare i proprietari…stava giusto salendo in macchina
quando la voce di una donna alle sue spalle lo fece voltare…
“Aspetta
Tomàs!”;
“Mary-Ann…ma
che ci fai qui alle sette del mattino?”;
“Sono
venuta a salutarti…”,disse la ragazza ansimando;
“Non
ce ne’era bisogno Mary-Ann…ci siamo già salutati ieri…”;
“Tomàs
non dire così…lo so che ci siamo già salutati ma davanti agli altri non potevo
darti questo…”,disse ancora la ragazza porgendogli un pacchetto;
“E’
per me?”;
“Si…è
il mio regalo di Natale…”;
“Mary-Ann
non dovevi…non ce n’era bisogno…”,le disse il ragazzo;
“Ma
non è niente Tomàs…è solo una sciocchezza…giusto qualcosa per farti ricordare
di me una volta che sarai di nuovo a Overcity…”;
“Va
beh…se la metti così…”,disse il ragazzo facendo per scartare il pacco;
“No
ti prego,non farlo ora…aprilo domani…”;
“Ok…come
vuoi…allora ciao Mary-Ann…”;
“Senti
Tomàs…”,sibilò la ragazza avvicinandosi, “…posso chiederti una cosa?”;
“Dimmi…”;
“Una
volta che sarai tornato a casa la cercherai?”;
“No…”;
“E
se v’incontrerete…che farai?”;
“Non
lo so…non farmi questa domanda….per adesso non saprei che risponderti…però tu
conosci i miei sentimenti…”;
“Si
lo so…ma non credi Tomàs che potremo provare a stare ancora insieme io e te?”;
“No
Mary-Ann non ricominciare…sarebbe inutile…lo sai che io ti voglio bene ma non
ti amo…sei solo un’amica per me…”;
“Si
però comunque per un periodo ci sei stato insieme a me…”;
“Si…lo
so…è per questo che ti dico che adesso sei solo un’amica…ci abbiamo provato ma
è andata male…io non sono innamorato di te…e non voglio farti di nuovo del
male…fattene una ragione Mary-Ann…ormai sono passati tanti mesi da quando ci
siamo lasciati…”;
“Lo
so ma infondo io e te siamo stati solo un paio di mesi insieme…in effetti è
poco per innamorarsi…”;
“Mary-Ann
è inutile continuare questo discorso…non ha funzionato quando eravamo nella
stessa città…figurati a distanza quando a dividerci ci saranno miglia e
miglia…”;
…quelle
parole ferirono molto la ragazza che però si sforzò di non piangere…Tomàs se ne
rese conto ma non poté farci niente…allora abbracciò la ragazza per
salutarla,salì in macchina,poi mise in moto e partì.
Overcity…una
cittadina di provincia distante chilometri e chilometri da New York,la città di
origine dell’agente Ramirez dove quest’ultimo arrivò nel tardo pomeriggio dopo
ore di macchina…il ragazzo si diresse subito a casa,una villetta situata in una
zona non molto distante dalla città…
Una
volta arrivato lì Tomàs scaricò le valigie fuori dalla porta,mise la macchina
in garage e poi entrò in casa…appena entrato aprì tutte le finestre della casa
che era a due piani…tolse le lenzuola dai mobili…poi salì in camera sua e
iniziò a sistemare quello che aveva tolto dalle valigie…
Un
paio d’ore dopo,avendo ormai finito di rimettere tutto a posto e resosi conto
che si era fatta sera,si ordinò una pizza…il ragazzo si era ripromesso di
passare al più presto al dipartimento per portare al capitano i documenti del
suo ritrasferimento e salutare i suoi amici ma vista l’ora tarda e preso dalla
stanchezza decise di rimandare tutto al giorno dopo.
Prima
di andare a letto però,Tomàs prese il telefono,compose un numero e quando
all’altro capo sentì la voce di una ragazza che continuava intanto a
ripetere:“Pronto…pronto?”,il ragazzo riattaccò dicendo fra e se : “Tomàs…sei
un’idiota!”.
Quella
notte Tomàs non riuscì quasi a chiudere occhio dal nervosismo…si addormentò
verso le tre del mattino per alzarsi alle sette…si fece una doccia,si
vestì,prese i documenti da consegnare al capo e uscì…prima di andare in
centrale si fermò in un bar a fare colazione…poi si recò al distretto dove la
prima persona che incontrò fu un suo vecchio amico d’infanzia,l’agente Gregory
McKay detto Greg…
L’agente
Gregory McKay era un ragazzo di ventidue anni,alto circa un metro e
settantacinque,capelli castani,occhi nocciola,di bella presenza…di carattere
allegro,espansivo ma anche un tipo astuto e intelligente…praticamente l’opposto
dell’agente Ramirez,irruente e istintivo…i due si conoscevano fin dall’asilo ed
erano grandi amici…
“Tomàs…razza
di filibustiere…finalmente sei tornato!Lo sapevo che ti avrebbero cacciato
anche da lì!”,gli disse Greg dandogli una pacca sulla spalla ma vedendo che
quella frase aveva un po’ irritato l’amico cambiò discorso…
“E
dimmi quanti cuori hai infranto nella grande mela?”;
“Greg
hai voglia di essere preso a pugni?Così accogli il tuo migliore amico che non
vedevi da quasi un anno e mezzo?”;
“Si
che ti accolgo così…per sdrammatizzare la situazione meglio che ti abbia
accolto così,credimi…”;
“Lascia
perdere Greg…il capo è in ufficio?”;
“No…non
c’è ancora…dai vieni dentro che anche gli altri saranno felici di
rivederti…”,gli disse Greg tirandoselo;
“E
dai Greg lasciami…mi stai trattando come un bambino!”;
“Ma
è quello che sei…”;
“Perchè
tu di solito ti comporti da adulto?”;
“No…non
proprio…però sicuramente più di te mio caro Tomàs…dai vieni…”,e così il ragazzo
portò l’amico nello spogliatoio dove c’era Angel,un altro caro amico di
Tomàs,che subito gli corse incontro abbracciandolo…
“Ehilà
Tomàs finalmente ti si rivede…mi sei mancato amico…guardate ragazzi…guardate
chi è tornato!”,esclamò Angel con entusiasmo;
L’agente
Angel Carson era un ragazzo di ventitré anni,alto un metro e ottantatrè,fisico
atletico,capelli biondi ed occhi azzurri,una bellezza quasi eterea…a detta
delle sue ragazze un adone…apparentemente superficiale ma in realtà molto
profondo,spontaneo,sfacciato,irriverente…e sempre a corto di soldi…una persona
estremamente alla mano insomma…
Una
volta che Angel e Tomàs finirono di salutarsi,anche l’agente Danny Smith poté
andare incontro all’amico…
“Ehilà
Tomàs…come mai sei tornato?Pensavo di non rivederti più da queste parti…”;
“E
che vuoi farci…la nostalgia di casa era troppo forte quindi mi dispiace per te
caro Danny ma dovrai abituarti a riavermi qui…”,disse il ragazzo scherzando;
“Ma
per me sarà un piacere…”,ribatté Danny ironicamente;
L’agente
Daniel Smith detto Danny era un ragazzo di ventiquattro anni,alto un metro e
settantadue,capelli neri,occhi scuri…di carattere alquanto pignolo e preciso,un
tipo sempre sulle sue e mai pronto a sbilanciarsi più del dovuto,tanto che gli
altri non sapevano se potevano contare su di lui o meno…aveva conosciuto Tomàs
e i suoi amici all’Accademia di polizia…con loro non era in buonissimi rapporti
ma nemmeno cattivi…tutto sommato si rispettavano a vicenda…
Dopo
aver salutato amici e colleghi,Tomàs si stava giusto recando al bar con Greg ed
Angel quando gli si avvicinò un ragazzo…
“Sei
tu l’agente Ramirez?”;
“Si…”;
“Beh
il capo è arrivato…puoi raggiungerlo nel suo ufficio…”,gli disse il ragazzo;
“Ok…”,rispose
Tomàs e poi agli amici: “ehi ragazzi voi avviatevi pure…vi raggiungo subito…”;
“Ok…beh
allora a dopo…ciao Tomàs…ciao Robert…”,disse Greg rivolgendosi ai due ragazzi
che si allontanavano;
“Tu
ti chiami Robert?”;
“Si…sono
l’agente Robert Blake…”;
“Piacere…io
sono l’agente Tomàs Ramirez…”;
“Si
lo so…ho sentito molto parlare di te…”;
“Spero
bene…”;
“Si…più
o meno…”,rispose Robert;
Robert
Blake era un ragazzo di ventiquattro anni,alto un metro e settantotto,capelli
castani,occhi marroni…una persona estremamente seria e precisa,di indole mite e
pacata…non era originario di Overcity ma veniva da Los Angeles…trasferitosi ad
Overcity per motivi di studio era da poco entrato nella polizia locale dove
fungeva da segretario al capitano del dipartimento essendo un tipo più esperto
d’informatica che un poliziotto attivo…aveva instaurato un buon rapporto
d’amicizia con l’agente McKay mentre non andava molto d’accordo con l’agente
Carson visto che spesso avevano dei piccoli diverbi…
Una
volta arrivati fuori all’ufficio del loro superiore,Robert entrò e annunciò
Tomàs che fu dentro da lì a pochi minuti trovando il capitano vicino
all’archivio intento a leggere un fascicolo…
“Permesso
capo…”;
“Ah
buongiorno Ramirez…venga,venga…”;
“Come
sta capitano?”;
“Bene,bene…si
sieda agente…e allora che ci fa qui oggi?Se non sbaglio lei doveva tornare in
servizio la settimana prossima…”;
“Si
ma sono venuto a portarle i documenti del mio ritrasferimento…”;
“Capisco…bene
me li dia…”,e così l’uomo lesse velocemente il fascicolo che il ragazzo gli
aveva consegnato…
“Bene
tutto a posto…ci vediamo la settimana prossima…”;
“Tutto
qui capo?Non ha niente da dirmi?”;
“Dipende
in che veste vuoi che ti parli…se in quella di tuo superiore o in quella di
amico di tuo padre…”;
“Decida
lei…per me è lo stesso…”;
“Bene
allora ti parlerò da amico…Tomàs sei un idiota…ti rendi conto di quello che hai
fatto?”;
“Si…solo
il mio dovere e nel migliore dei modi…”;
“Il
tuo dovere?Beh tu hai una strana concezione del dovere…”;
“Perché
mi dice questo?”;
“Perché
solo un incosciente avrebbe trasgredito agli ordini di un suo superiore come
hai fatto tu…”;
“Se
l’ho fatto avevo i miei motivi…l’archiviazione di quel caso era assurda…in quel
dipartimento facevano le indagini come meglio gli aggradava…senza rendersi
conto che magari nelle piccolezze…in una minuzia…ci può essere una traccia per
arrivare a un’eventuale soluzione…invece lì no…si doveva fare come dicevano
loro…praticamente comportarsi come dei burattini…”;
“Agente
Ramirez ma chi ti credi di essere…Sherlock Holmes?”;
“Capo
ma perché mi parla in questo modo?”;
“Agente
lei non fa mai lavoro di squadra…non ha rispettato i suoi colleghi…ha
scavalcato ogni gerarchia e perché…perché l’archiviazione di un caso che lei
riteneva non fosse risolto non le andava a genio!”,esclamò il capo infuriato;
“Come
al solito noi due non ci capiamo…”,sospirò Tomàs, “bene se non ha più niente da
dirmi io andrei…”;
“Vai,vai…ah
Ramirez…Buon Natale…”;
“Anche
a lei capitano…”,disse il ragazzo richiudendo la porta.
Rimasto
solo il capitano si sedette,si mise le mani fra i capelli e disse fra se e se…
“Ah
Tomàs…Tomàs…se non fossi così indisciplinato saresti il numero uno dei
poliziotti…”.
Intanto
Tomàs stava andando al bar dagli amici i quali stavano parlando animatamente…
“Insomma
Greg che ti costa prestarmi quei soldi?”;
“Insomma
Angel il tuo è un chiodo fisso…anche la vigilia di Natale poi!”;
“Uffa
ma che ti costa…tu in questo periodo non stai con nessuno…io ho cinque ragazze
a cui fare il regalo…”;
“Ma
perchè ti fai tante fidanzate…perché non ne scegli una come tutte le persone
normali?”;
“Ma
perché sarebbe noioso…è più bello avere Sarah il venerdì…Lisa il sabato…Marta
la domenica…”;
“E
Mary il lunedì…e poi dici che stai senza soldi…”;
“In
effetti ora che mi ci fai pensare manca una Mary nelle mia agendina…”;
“Vabbè
lascia perdere Angel…come non detto…tieni prendi questi cinquanta dollari…”;
“Ma
cinquanta dollari sono pochi…che vuoi che ci compri…sei un taccagno Greg…”,
“Io?Ma
questa è bella…”,stava dicendo Greg quando entrò Tomàs…
“Ragazzi
ma la volete smettere?Il povero Patrick è sconvolto…”,disse loro Thomas
riferendosi al barista;
“Ah
non farci caso Tomàs tanto ci è abituato…ah proposito amico non è che hai
qualche dollaro da prestarmi?”,gli disse Angel;
“Sempre
lo stesso,eh Angel…sempre a corto di soldi…”;
“E
che ci vuoi fare…tra la moto e le ragazze mi sto dissanguando…”;
“Ancora
quella moto…ma perché non la butti?”;
“Sacrilegio!Quella
è una Harley Davison…un pezzo preziosissimo e raro!”;
“Si
e che ti riduce a secco…”;
“Dai
Tomàs siediti…e non dar retta a questo buffone…tanto se non fa così non è
lui…”,disse Greg;
“Ah,ah…molto
spiritoso!”,esclamò Angel;
“Allora
Tomàs…parliamo di cose più importanti…si può sapere il vero motivo del tuo
ritorno a Overcity?Che hai combinato là di così grave che ti hanno
ritrasferito?”,gli chiesero a un certo punto i due;
“No
ragazzi lasciamo perdere…non mi va di parlarne di nuovo…ho già avuto una
ramanzina dal capo pochi minuti fa…e non sono in vena di ricordi…”;
“Bene…vorrà
dire che quando ne avrai voglia ce ne parlerai tu…”,dissero i due amici;
“E
dimmi Tomàs…sono carine le newyorkesi?”,gli domandò Angel;
“Abbastanza…”;
“Che
cosa vuol dire abbastanza?”;
“Beh
non è che avessi molto tempo libero per me…lì le ore di servizio sono lunghe ed
estenuanti…quindi la sera mi andava solo di andare a casa e mettermi a letto…”;
“Da
solo?E non ti annoiavi?”,disse ancora Angel;
“Questa
domanda era degna di te Angel…”,sospirò Greg;
…ma
proprio in quell’istante Scott,il partner di Angel venne a chiamarlo…
“Ehi
Carson muoviti…dobbiamo uscire…c’è stata una chiamata urgente…”;
“Ok…”,disse
Angel alzandosi, “ehi Tomàs ci vediamo…più tardi…domani…non te ne andare
comunque…”;
“Non
mi muovo da qui…”;
“Bene…ci
si vede allora!”,concluse Angel allontanandosi;
“Mi
mancava l’allegria di Angel…”,sospirò Tomàs una volta rimasto solo con Greg;
“Certo
che sei strano…tra tutto ti mancava proprio l’assurdità di Angel…”;
“Angel
è fatto così…che vuoi farci…infondo anche lui ha avuto i suoi problemi…magari
il suo è un modo come un altro per sdrammatizzare…e dimmi Greg come va la vita
da queste parti?”;
“Beh
sempre uguale…che vuoi che succeda…infondo la nostra è una piccola città…non è
paragonabile a New York…semmai adesso per te che sei tornato sarà noioso stare
qua…”;
“No
anzi…mi mancava la tranquillità della nostra città…”;
“Dimmi
Tomàs…hai intenzione di cercarla?”;
“Ti
riferisci a lei?”;
“E
a chi se no?”;
“No…non
credo…anche se ammetto che quando ieri sono tornato la prima cosa che ho fatto
è stata quella di alzare la cornetta e fare il suo numero…però poi ho
riagganciato…”;
“Capisco…e
se vi capita d’incontrarvi…potrebbe capitare...che farai?”;
“Non
lo so…non chiedermelo…non saprei che risponderti…”;
“Posso
dirle che sei tornato?Oh anche questo non è permesso?”;
…a
quella domanda il ragazzo fece un lieve sorriso…
“Dimmi
una cosa Greg…se ti dicessi di non farlo tu non lo faresti lo stesso?”;
“Forse…”;
“Beh
e allora fa come credi…”;
“Senti
Tomàs…perché stasera non vieni a casa mia?I miei sono a New York da mia
sorella…sai com’è ha problemi col marito e cercano di farli far pace…quindi
sarò da solo…dai,vengono anche Angel e Robert…”;
“Ah
per Robert intendi Blake…quello che mi ha accompagnato prima dal capo…”;
“Si
proprio lui…sai è un bravo ragazzo…forse un po’ secchione però è a posto…”;
“Quindi
voi tre siete amici…”;
“Beh
io e Robert si ma non direi che lui e Angel lo siano…sai com’è…Robert
serio…Angel sempre allegro…quindi non è che i due caratteri si sposino bene…”;
“Mhm
capisco…comunque ok,ci vengo…”;
“Sono
contento…beh allora a stasera…ora ti lascio che si è fatto tardi Thomas…”,disse
Greg facendo per andarsene;
“Ok
a stasera allora…”,lo salutò Tomàs;
Tomàs
Ramirez era un ragazzo di ventitré anni,alto un metro e ottantacinque,capelli
neri,occhi verdi,di carnagione ambrata essendo di origine spagnola…fisico
atletico vista la sua passione per le arti marziali e assiduo frequentatore di
palestra…molto attraente,affascinante e misterioso,capace di colpire una ragazza
al primo incontro solo con l’intensità del suo sguardo…un tipo
ribelle,irruente,testardo e passionale…una persona che darebbe la vita per gli
amici…leale e onesto…grande amico di Greg e Angel essendo loro tre amici sin
dall’infanzia.
Una
volta rimasto solo Tomàs chiamò Patrick chiedendogli il conto ma questi gli
disse che offriva la casa…allora il ragazzo lo ringraziò ma Patrick ribatté che
non ce ne’era bisogno e che gli faceva piacere che lui era di nuovo a Overcity…poi gli chiese che
avrebbe fatto di bello quel pomeriggio e Tomàs rispose che sarebbe andato un
po’ in giro…poi salutò il curioso barista e andò via…messosi in macchina
cominciò a girare per la città…andò a vedere il vecchio quartiere dove di
solito lui e Greg prestavano servizio prima che lui partisse…poi fece un salto
alla palestra dove aveva dato lezioni di difesa personale per molto tempo…lì fu
accolto con calore e affetto…tutti erano contenti di rivederlo e gli chiesero
se si sarebbe fermato…il proprietario gli chiese anche se gli avesse fatto
piacere riprendere a dare lezioni…e Tomàs rispose che ci avrebbe pensato e che
gli avrebbe fatto sapere…poi stava per tornare a casa quando trovando tutto
bloccato gli sembrò per un attimo di stare a New York…
“Il
traffico di questa città mi ricorda quasi il caos di New York…mah…sarà
l’orario…”,
…a
quel punto il ragazzo decise di fare una strada secondaria parallela al
dipartimento…una volta fatto quel percorso però frenò bruscamente fermandosi
vicino a un locale…
“Cosa?Caffetteria
“Liberty Girl”…ma allora l’ ha venduto davvero…già ma di che mi meraviglio…dopo
tutto quello che è successo la posso capire se l’ha fatto…che stupido…e io che
pensavo che era rimasto tutto uguale…”,e così Tomàs rimise in moto
malinconicamente e sfrecciò via.
Più
tardi il ragazzo tornò a casa,mise un po’ in ordine pensando nel frattempo che
quella casa era così grande e così vuota… lì per lì si sentì solo…ma uno
squillo di telefono lo riportò alla realtà…erano i suoi genitori che lo
chiamavano per sapere se era tutto a posto…poi si fecero gli auguri a vicenda e
il ragazzo disse loro che si sarebbero risentiti in quei giorni…poi uscì di
nuovo e andò a comprare dei dolci da portare quella sera dagli amici…e infine
tornò a casa a prepararsi…
Greg
e Angel quella sera prima di andare a casa si diressero invece in una
caffetteria poco distante dalla centrale a salutare e dare gli auguri a una
loro cara amica…
“Ciao
Lucky…”;
“Ciao
ragazzi…vedo che avete smontato un’ora prima…”;
“Eh
grandi novità…non puoi nemmeno immaginare chi ci sarà stasera a casa di
Greg…”,disse a gran voce Angel praticamente ancora sulla porta;
“Qualcuno
che conosciamo?”,domandò una donna che si stava avvicinando al banco con in
mano un vassoio;
“Ehi
Maggie ma che ci fai qui?Non sei impegnata con l’orfanotrofio?Oggi è Vigilia…”;
“Beh
sono venuta nel pomeriggio a dare una mano a Lucky…sapete passerà le feste con
me e i ragazzi e ha promesso di farci i dolci di Natale…e io la sto aiutando…e
poi infondo è da quando Lucky ha deciso di riaprire il locale che appena ho un
po’ di tempo libero vengo a darle una mano…”,precisò Margaret;
“E’
solo che essendo Vigilia pensavo non saresti venuta…”,ribatté Angel;
“Ma
se è proprio questo il periodo in cui si lavora di più…”,sospirò Lucky e poi a
Margaret: “Senti Maggie resta qua…io porto un attimo questo vassoio al tavolo
quattro…”;
“Dai
a me ci penso io…tu sta pure coi tuoi amici…”,disse la donna allontanandosi col
vassoio;
“Ritornando
al discorso di prima…qual è la novità eh ragazzi?”,domandò loro Lucky;
“Sai
è venuto un nuovo ragazzo al dipartimento…si chiama Robert…e stasera viene
anche lui da me…il fatto è che sarebbe stato da solo e mi è parso brutto non
invitarlo…”,disse prontamente Greg;
“Ah…e
queste erano le grandi novità?!”,esclamò Lucky guardando Angel;
“Beh
si…”,balbettò Angel e poi sottovoce a Greg: “Perché hai mentito?”;
“Perché
tu non tieni mai la bocca chiusa…”;
“Ma
perché dobbiamo tenere tutti questi stupidi segreti…?”;
“Perché
lui vuole così…”;
“Ehi
ragazzi ma che stare farfugliando?”;
“Beh
niente…piuttosto Lucky c’è una cosa che vorrei farti vedere…”,disse Angel
tirando fuori una rivista, “guarda…questa non sei tu…?”;
“Si…è
la pubblicità di quando ho rinnovato la caffetteria…non lo sai che in questa
città ogni cosa diventa un evento?”;
“Si
questo lo so…lo capisco…ma mi spieghi cos’è tutto questo articolo di
fondo…?”,disse ancora il ragazzo prendendo a leggere:“La ragazza nella foto è
Lucky Martinelli,22 anni,proprietaria del suddetto locale…come si può vedere
una delle ragazze più belle della città…alta un metro e settantacinque,capelli
lunghi e ricci di un bel castano,occhi di un azzurro intenso,fisico da
modella…insomma la donna ideale…”;
“Ma
hai visto chi l’ha scritto?Quel novellino di Martin…ehi Lucky…e tu non dici
niente?”,le disse Greg;
“Ragazzi
che devo dirvi…quello è nuovo del settore…io avevo chiesto una semplice
pubblicità del locale e invece…poi non vi dico…da quando è uscito
quell’articolo la caffetteria è sempre piena…e a me tocca tenere a bada non so
quanti ragazzi…”;
“Ringrazia
che hai folla…”,disse divertito Greg;
“Ma
che folla e folla…la maggior parte di loro non vuole niente…solo un appuntamento con me…”,sospirò la ragazza;
“Allora
ringrazia il cielo…sarebbe ora che ti trovassi un uomo…”,le disse Angel;
“Questi
non sono affari che ti riguardano…”,lo freddò la ragazza diventando
improvvisamente seria, “…io sto bene così…”;
“Beh
io sono sempre a disposizione ma non sono il tuo tipo…”,le disse allora Angel
cercando di sdrammatizzare;
“E
smettila…non vedi che la stai innervosendo?”gli disse Greg di nuovo sottovoce;
“Ma
che ho detto…stavo solo scherzando…possibile che state sempre tutti sulla
difensiva?”;
“Ehi
Lucky piuttosto…hai preparato la torta che ti ho chiesto?”,le disse Greg;
“Si…”;
“Quanto
ti dobbiamo?”;
“22
dollari…”;
“Dai
Angel…tira fuori la tua parte…”;
“Che
parte?Hai detto che pagavi tu…e poi la festa è a casa tua,no?”;
“Il
solito scroccone…”,concluse Greg tirando fuori i soldi, “Beh Lucky noi adesso
andiamo…ci si vede…”;
“Arrivederci
ragazzi…e Buon Natale…”,li salutò la ragazza;
“Buon
Natale…e anche a te Margaret…”,dissero i due uscendo.
Quando
i due se ne furono andati Margaret disse…
“Ma
fanno sempre questo quei due?”;
“Più
o meno… a volte anche di peggio…”;
“E
tu li sopporti…?”;
“Si
infondo sono due bravi ragazzi…e poi lo fanno per distrarmi…”;
“Senti
Lucky…hai più avuto più notizie di Tomàs?”;
…a
quelle parole la ragazza chiuse la cassa con un colpo secco e rispose…
“No…non
ho saputo più niente di lui…e comunque Maggie posso chiederti un favore…?vorrei
pregarti di non nominarlo più…per me è un argomento chiuso…”;
“D’accordo…come
vuoi…però un giorno dovrai affrontare questa situazione…la vita va avanti
Lucky…il mondo non finisce perché una storia si chiude…”;
“Dai
Maggie finiamo di sistemare che poi dobbiamo andare via…dai che i ragazzi ci
aspettano…”,disse Lucky facendo per cambiare discorso;
“Ok…”,sospirò
Margaret;
Margaret
Steavens detta Maggie era una donna di trentadue anni alta un metro
sessantacinque,un po’ robusta di costituzione,capelli biondi a carrè con la
frangia,occhi marroni...molto graziosa…sicuramente un tipo pratico…conoscente
della famiglia di Lucky da anni,le due sembrano avere un dramma che le
accomuna…
Mentre
Lucky e Margaret si preparavano ad andare via,Angel e Greg erano arrivati a
casa di quest’ultimo dove,una volta toltasi la giacca,si erano subito messi al
lavoro…di lì a poco infatti sarebbero arrivati Thomas e Robert…fu così che
mentre Angel si occupava della tavola,Greg si diede da fare con la cena anche
se in realtà aveva solo da scaldare le squisite pietanze che la madre aveva
provveduto a cucinare quella mattina prima di partire per New York…
“Ehi
Greg a che punto sei?”;
“Beh
ho quasi finito di riscaldare tutto…ma questi non arrivano più?”;
…ma
proprio in quel mentre suonò il campanello…
“Angel
puoi aprire tu?”,gli disse allora Greg;
“Ok…vado…”,rispose
Angel recandosi alla porta;
“Ciao
Carson…”,lo salutò Robert;
“Blake…che
piacere vederti…”,ribatté ironicamente Angel;
“Ehilà
Robert…”,gli disse Greg entrando, “…tutto a posto?”;
“Si,si…tutto
bene…ah auguri ragazzi…”;
“Auguri
anche a te…”,rispose prontamente Greg e poi aggiunse: “ehi Robert come mai hai
fatto tardi?”;
“Beh…ho
avuto un po’ di problemi al lavoro…c’erano da archiviare parecchi rapporti e
alcuni scritti alquanto male non è che mi abbiano aiutato molto…”,rispose
Robert buttando l’occhio su Angel;
“Ehi
amico e perché guardi me?”;
“Beh
perché molti erano proprio i tuoi…”;
“Che
vorresti dire che non sono in grado di compilare un rapporto?”,gli disse Angel
alterandosi un po’;
“Non
volevo dire questo…ma solo che scrivi in modo illeggibile…e inoltre
arronzato…”,precisò Robert;
“E
già ha parlato il professore universitario…”;
…ma
a quel punto,vedendo che la discussione stava diventando piuttosto
animata,intervenne Greg…
“Ehi
ragazzi dai…è la Vigilia di Natale…non vorrete beccarvi per delle
stupidaggini…dai che tra poco si cena…”;
“Già…se
solo Tomàs si sbrigasse ad arrivare…”,sospirò Angel;
…qualche
istante dopo il suono del campanello annunciò proprio l’arrivo di Tomàs…
“Ehi
Tomàs finalmente!”,esclamò Greg andandogli incontro;
“Credevamo
ci avessi ripensato…”,gli disse Angel;
“E
saltare il primo dei tanti natali che trascorrerò nuovamente a Overcity?Ma
no…”,ribatté Tomàs entrando mentre faceva gli auguri agli amici;
“Ciao
Ramirez…”,gli disse Robert una volta che il ragazzo fu entrato;
“Ciao
Blake…ci si rivede!Auguri!”;
“Auguri
anche a te!”;
“Ehi
Thomas che c’è in quel pacco che hai in mano?”,gli chiese Greg;
“Beh
dei dolci tradizionali di Natale…proprio i preferiti tuoi e di Angel…”,rispose
il ragazzo;
“Oh
che bello Tomàs…ci servivano proprio…vanno benissimo con il vino che ha portato
Robert!”,esclamò Greg;
…e
così,mentre Tomàs e Robert facevano due chiacchiere conoscendosi meglio,Greg e
Angel portarono in tavola la cena…e durante quest’ultima i ragazzi parlarono
del più e del meno…poi Greg e Angel illustrarono a Tomàs qualche novità
riguardo la centrale,mentre Robert confessò che nonostante il lavoro fosse
abbastanza faticoso si trovava piuttosto bene lì…finito di mangiare i quattro
uscirono fuori ammirando la gran distesa di neve che c’era in giardino…poi come
d’istinto e tornando per un attimo a quando erano più ragazzini Greg fece una
palla di neve e la scagliò in faccia ad Angel che naturalmente rispose per poi
“attaccare” a sua volta Tomàs che non facendoselo ripetere due volte partecipò
a quella “guerra”…Robert che intanto li osservava pensò che erano proprio dei
ragazzi simpatici e che sicuramente sarebbero diventati grandi amici…proprio in
quell’istante ricominciò a nevicare…
Nel
frattempo anche Lucky e Margaret avevano finito di cenare e,una volta messi a
letto i ragazzi,si erano recate nella stanza della donna a chiacchierare un
po’…poi Lucky si era messa accanto alla finestra dove non ci volle molto perché
la nostalgia la travolgesse…la ragazza infatti osservando la neve che intanto
aveva preso a cadere,cominciò a tornare con la mente al passato,rispolverando
vecchi ricordi…
“Che
bella la neve,vero Maggie?Anche quel giorno c’era al neve…fu un Capodanno
bellissimo…ah se ci penso mi sembra ieri…eppure sono passati anni…”;
“Dai
Lucky lascia stare…e non stare sempre a pensare a ciò che è stato…pensa
piuttosto al nuovo anno…al tuo futuro…a qualcosa di bello insomma…”,le disse
l’amica cercando di distrarla;
“Ma
si hai ragione…”,sospirò Lucky tornando a sedersi accanto all’amica…
Intanto
in un’altra parte della città anche per qualcun altro il Natale non sembrava
aver portato poi chissà quale allegria…
“E
dai Holly vuoi deciderti ad aprire?Sono tre ore che sto dietro a questa
porta…coraggio vieni fuori e vediamo di risolverla da persone civili e
mature…”;
“No
Mary non ci penso nemmeno…ti ho già detto che non ho nessuna intenzione di
lasciare questa città…sono stufa di cambiare casa…abitudini…e modo di vivere
solo per i vostri capricci…”;
“I
nostri capricci?A me sembra che l’unica che qui fa i capricci sia tu Holly…”;
“Pensala
come ti pare ma io non verrò via con te…voglio restare qui!”,continuava a
ripetere la ragazza;
“Ah
si…e a me non ci pensi?Non vedi come soffro?Io e te siamo qui mentre mio marito
è bloccato alla stazione di New York che non può raggiungerci…ti sembra
normale?Io non ci sto più bene così,con lui che lavora fuori ed io che sono qui
ad aspettarlo…purtroppo non si poteva continuare in questo modo…ecco perché
abbiamo pensato che la cosa migliore da fare fosse quella di trasferirsi
definitivamente a New York…ti sembra bello che io sia costretta a passare il
Natale lontano dalla persona che amo?”;
“Senti
Mary fa come vuoi…a me non interessano tutte le tue storie…so solo che a me non
va di cambiare di nuovo…qui ci sto benissimo…e poi infondo ci sono nata…”;
“Ah
si?E cosa pretendi…che io lasci una ragazzina come te immatura,irresponsabile e
oltretutto minorenne a vivere tutta sola?Mi sa che non è proprio il caso…e poi
come…già come…come faresti a mantenerti,eh Holly?”;
“Beh
vorrà dire che mi cercherò un lavoro…e magari anche un altro posto dove
stare…chiederò il permesso a papà…e tu ti regolerai di conseguenza…”;
“Ma
Holly…accidenti certo che a volte sei proprio impossibile…ma come devo fare con
te?”,sospirò Mary mentre Holly finalmente si decideva ad aprire la porta…
Holly
Harper era una ragazzina di sedici anni alquanto esuberante e a volte un po’
infantile,cosa tipica di quell’età…alta un metro e sessantasette,non proprio
magra col pallino della dieta anche se “non capace”di portarla a
termine,capelli rossi lunghi e lisci legati in un mezzo codino,occhi
marroni….estremamente carina…molto volenterosa nel fare le cose ma anche molto
pasticciona e inoltre capricciosa e indisponente…
“Dai
entra…”,disse Holly rivolta alla sorella e poi correndo a buttarsi sul letto e
a mettersi un cuscino in testa…
“Avanti
Holly smettila di fare la bambina e ascolta quello che ho da dirti…”;
“No
che non ti ascolto…ti ho già detto che chiederò il permesso a papà…e tu devi
accettarlo…”;
“Ok…come
vuoi…”,disse Mary sospirando, “facciamo così…se tu riuscirai a convincere papà
a darti il permesso di restare io ti concederò un mese di tempo per trovarti
sia un posto dove stare che un lavoro part-time che ti consenta anche di
studiare…in questo caso io ti lascerei qua…e magari convincerei papà a spedirti
una quota mensile in modo che tra questo fantomatico lavoro e quello che ti
darà papà potresti mantenerti senza problemi…”;
“Dici
sul serio?Evviva lo sapevo che ti avrei convinta!”,esclamò Holly scendendo dal
letto e saltellando per tutta al stanza, “Dai ora vieni Mary che dobbiamo
andare a messa…su…su!”;
“Ecco
lo sapevo…sono stata di nuovo presa in giro da una ragazzina!Uffa… ma è mai
possibile che riesca sempre a spuntarla?”,disse Mary uscendo dalla stanza,spegnendo
la luce e chiudendo la porta.
E
così,mentre le sorelle Harper si accingevano ad andare in chiesa,nel dormitorio
dell’università cittadina ormai svuotatosi quasi del tutto per le vacanze di
Natale,qualcun altro stava vivendo una vigilia piuttosto movimentata…
“Non
disturbare…cosa…di
nuovo?Non è possibile…Abby apri questa porta…non me ne frega se sei con un
ragazzo…questa è anche camera mia!Ti ricordo che non stai in albergo che fai i
tuoi comodi!”,continuava a sbraitare una ragazza;
…alla
fine quelle urla fecero effetto…e l’altra ragazza venne ad aprire la porta…
“Joan
smettila di urlare così…”,disse sottovoce la ragazza aprendo la porta appena;
“Fammi
entrare…”;
“No…il
mio ragazzo sta dormendo…”;
“E
chi se ne frega!Ti ho già detto che questa è anche camera mia!”;
“Ti
prego Joan…ti prego…almeno per stasera lasciala a me…”;
“Ah
si e io dove vado a dormire?”;
“Beh
puoi dormire nella stanza accanto…lo sai che è vuota…”;
“Ma
sei pazza…lì non ci sono né coperte né niente…”;
“Aspetta
te li do io…”;
“Ma
io non voglio dormire in una stanza fredda e vuota!”;
“E
dai Joan ti prego…solo per questa volta…il mio ragazzo è venuto apposta da Los
Angeles per stare con me…ti prometto che domani ci andremo a dormire noi
lì…così tu avrai la stanza tutta per te…dai ti prego amica mia fammi questo
favore…”;
“Quando
mai siamo state amiche io e te…se ci salutiamo appena…”;
“E
dai…fammi lo stesso questo favore…”,ripeté la ragazza quasi facendo per
richiudere la porta;
“Aspetta…lasciami
almeno prendere delle cose…”;
“No
dai ci penso io…il fatto è che se Jim si sveglia saranno guai…gli avevo
assicurato che saremmo stati soli…e che nessuno ci avrebbe disturbato…”;
“E
va bene…ho capito…ma che questa sia l’ultima volta…”,e così Joan disse a Abby
delle cose di cui aveva bisogno…e l’altra gliele portò poco dopo…si fece dare
delle coperte e qualche libro…almeno si sarebbe messa un po’ a studiare…poi le
due si salutarono freddamente e Joan se ne andò nell’altra stanza…chiuse la
porta a chiave,buttò le coperte sul letto,i libri sulla scrivania e andò vicino
alla finestra dove,mentre guardava la neve scendere,pensò…
“Che
schifo di Vigilia…più brutta di così non potrebbe esserci…e io che mi ero fatta
il piano di passare la notte vicino alla tv a sgranocchiare dolcetti al tepore
di una calda stufetta…sarebbe stato meglio di niente…e invece mi ritrovo in
questa stanza vuota e spoglia dove l’unica cosa bella che c’è è il
silenzio…ahimé…quando incontrerò l’uomo dei miei sogni…dai Joan non ci
pensare…meglio lasciar perdere…”,sospirò la ragazza tra se e se;
Joan
Edler era una ragazza di ventun’anni,alta un metro e settanta,capelli biondo
scuro leggermente mossi e di media lunghezza,occhi azzurri,di costituzione
esile…una ragazza molto affascinante…di carattere puntigliosa,irascibile un po’
permalosa e terribilmente impicciona e attaccabrighe…che non la dava mai vinta
a nessuno…o quasi…
E
così anche nella piccola cittadina di Overcity si era arrivati alla
mezzanotte…che segnava la fine della Vigilia e l’inizio del Natale…quella notte
era stata fredda e nevosa…”,conclusero
i cittadini di Overcity.
La
mattina dopo a casa di Greg erano tutti ancora addormentati…chi sul divano…chi
sulla poltrona…chi nella stanza degli ospiti…solo Greg si era alzato di
buon’ora abituato com’era a svegliarsi
abbastanza presto…
“Accidenti
che mal di testa…mi sa che ieri abbiamo alzato un po’ troppo il gomito…sarà il
caso che vada a farmi un caffè…”,e così dicendo il ragazzo si era a fatica
recato in cucina sempre tenendosi la mano sulla fronte…
Il
rumore fatto da Greg e l’odore del caffè appena pronto avevano svegliato anche
Tomàs che subito aveva raggiunto Greg…
“Ehilà
Greg buongiorno…”;
“Ben
alzato Tomàs…come va?”;
“Più
o meno…non è che mi senta in formissima…”;
“Tieni…mi
sa che ce ne vuole uno anche a te…”,gli disse Greg piazzandogli davanti una
tazza di caffè bollente;
“Si…hai
ragione…spero che sia forte…”;
“Fortissimo…altrimenti
come farebbe a svegliarci?”;
“E
già…e Angel e Robert dormono ancora?”,disse Tomàs sempre rivolto all’amico;
“Adesso
mi sa di no…”
…gli
altri due amici infatti stavano proprio allora entrando in cucina mentre
continuavano a stropicciarsi gli occhi…
“Buongiorno
ragazzi…”,li salutò Greg dando anche a loro il solito caffè;
“Si
come no…proprio un buongiorno…ma come mi è venuto di fare tutti quegli scambi
di turno?Alla fine mi sono ritrovato a dovere lavorare a
Natale…assurdo!”,borbottò Angel;
“Dai
Angel che vuoi che sia…e poi anche a me tocca lavorare…”,gli disse Robert;
“Sul
serio?”;
“Si…e
visto che ho la macchina dal meccanico e che ieri sera mi sono fatto dare un
passaggio da uno del dipartimento adesso mi toccherà pure prendere un
taxi…”,sbuffò Robert;
“Che?Ma
no…se vuoi posso dartelo io il passaggio…sempre se ti va di provare la mia
mitica moto…”,gli disse Angel;
“Beh
non vorrei disturbare…”;
“E
dai quattr’occhi accetta…guarda che è raro che io ci faccia salire un uomo…lo
faccio solo perché è Natale!”,esclamò Angel con convinzione;
“Ok…”,asserì
infine Robert;
…e
mentre lui e Angel andavano a prepararsi,Greg e Tomàs se ne stavano a
sorseggiare beatamente il loro caffè senza alcuna fretta…dopo un po’ i due
uscirono e così,rimasti soli,Greg e Tomàs ne approfittarono per fare un’altra
bella chiacchierata,rievocando anche un po’ il passato…
“Accidenti
quest’anno e mezzo è proprio volato…e pensare che sembra ieri che ho lasciato
Overcity…”;
“Già…e
invece non è così…il tempo passa e le cose cambiano…”,sospirò Greg prendendo
poi a parlare all’amico di una certa persona e di quello che aveva fatto in
quel lungo periodo…
“E
così il caffè ha cambiato nome…ora capisco…ecco perché quando ci sono passato
l’insegna era diversa…infatti non diceva “Caffè Martinelli”…bensì “Liberty
Girl” se non sbaglio…”,disse Tomàs;
“Infatti
adesso la caffetteria si chiama proprio così…ed è completamente rinnovata…ora è
un vero e proprio locale…con tanto di bancone più grande e molti più
tavolini…”;
“Capisco…e
io che pensavo che l’avesse venduta…certo che devono esserne successe di
cose…”,disse ancora Tomàs;
“Guarda
qua…”,disse poi Greg mostrandogli il giornale che gli aveva lasciato Angel
prima di uscire;
“Ehi
ma è Lucky…”;
“Mhm,mhm…quando
per l’appunto ha rinnovato la caffetteria…lei voleva una semplice pubblicità
del locale ma questo stupido di un giornalista diciamo che più che al locale
l’ha fatta a lei!”,esclamò Greg divertito e poi aggiunse: “E allora come la
vedi adesso?”;
“Bella…certo
bella lo è sempre stata…ma adesso ancora di più…già…adesso da togliere il
fiato…la mia Lucky…”,sospirò Tomàs malinconicamente;
“La
tua Lucky?”,ripeté Greg;
“Si…perlomeno
nel mio cuore ancora…”,e così il ragazzo si alzò e andò vicino alla finestra;
“In
che senso ancora?”,gli chiese Greg;
“Guarda
Greg…ha ripreso a nevicare…”,gli disse Tomàs facendo per parlare d’altro;
“Tomàs
non cambiare discorso…e rispondi alla mia domanda…”;
…e
così Tomàs si voltò di nuovo verso l’amico…
“Rispondimi
Tomàs…sei ancora innamorato di lei…?”;
“Ancora?Io
credo di non aver mai smesso di amarla…anzi forse adesso la amo più di
prima…”,gli confessò Tomàs;
“Beh
sono contento Tomàs…mi fa piacere…quindi hai intenzione di rimetterti con
lei?”;
“Beh
Greg…mi sa che adesso chiedi troppo…sarà il destino a decidere…”,concluse il
ragazzo voltandosi di nuovo verso la finestra;
“A
volte il destino ha bisogno di una mano Tomàs…e se vuoi io sono pronto a
dartela…pur di rivedervi insieme sarei disposto a fare di tutto…”,gli disse
Greg mentre Tomàs continuava a guardare fuori…
Intanto
al dormitorio dell’università cittadina in una stanza che non era stata certo
accogliente,qualcuno si stava svegliando…
“Mhm…ehi
ma…che ore sono?Uff è ancora presto…quasi quasi me ne resto un altro po’ a
letto…infondo oggi non ho niente da fare…”,pensò Joan rigirandosi dall’altro
lato, “ah…forse è meglio che mi alzi va…tanto ormai sono sveglia…”,cambiò poi
idea la ragazza scostando le coperte,venendo fuori dal letto e facendo per
andare a farsi una doccia ma trovandola ahimé rotta…
“Porca
miseria ma guarda come mi sono ridotta…ho dormito in una stanza fredda anzi
gelida,che non è la mia e dove per giunta anche la doccia è rotta…Abby mi
pagherà anche questa…”,disse tra se e se Joan rivestendosi in fretta e
lavandosi alla bene e meglio sotto al lavandino con dell’acqua praticamente
gelata…
Una
volta vestitasi Joan scese poi di sotto e andò al bar di fronte la facoltà dove
ordinò una ciambella al cioccolato e un cappuccino e li portò via…tornata al
dormitorio vide un ragazzo che stava sul portone e che andava avanti e
indietro…
“Scusa
stai cercando qualcuno?”,gli chiese Joan;
“Beh
veramente vorrei entrare…sto cercando la mia ragazza…”,rispose quello
sconosciuto;
“Ah
e in che stanza alloggia?Te lo chiedo perché oggi non c’è quasi nessuno…siamo
solo io e un’altra ragazza sul nostro piano…”;
“La
mia ragazza sta nella 305…si chiama Abby Logan…”;
“Stanza
305?Ma è la stessa Abby che divide la stanza con me…”,disse a quel punto Joan;
“Bene
quindi la conosci…”;
“Certo…ma
prego entra…che qui fuori fa freddo…”,gli disse la ragazza cominciando a
pensare che c’era qualcosa che non andava;
“Si
in effetto stavo gelando…”,disse il ragazzo infilandosi subito dentro;
…così
Joan lo fece accomodare nel salottino del dormitorio…gli offrì un po’ della sua
colazione ma il ragazzo rifiutò…poi mentre lei prese a sorseggiare il suo caffè
il ragazzo le spiegò brevemente ciò che era successo…
“Il
fatto è che sono venuto apposta da Los Angeles per stare con Abby…o meglio
sarei dovuto venire…nel senso che lei mi aspettava per ieri ma la bufera di
neve che c’è stata ha bloccato tutto e così l’ho chiamata per dirle che non mi
era più possibile raggiungerla…ma lei si è arrabbiata molto e abbiamo finito
col litigare…poi le cose si sono aggiustate ed eccomi qua…ho provato a
rintracciarla ma non ci sono riuscito…allora ho preso il primo volo per farle
una sorpresa…”,continuava a straparlare il ragazzo ma era già da un po’ che
Joan non lo stava ascoltando più…la ragazza infatti non c’aveva poi messo molto
a fare due più due e ad arrivare alla conclusione che quello che era in
compagnia di Abby la sera prima in quella che era anche la sua stanza non era
il ragazzo dell’amica…ma chissà chi altro…così la ragazza si alzò in piedi di
scatto dicendo a quel tipo di aspettare lì che sarebbe andata a chiamare
l’amica…lui le disse che sarebbe potuto andarci lui ma Joan rispose che era
proibito agli estranei di entrare negli alloggi…
Arrivata
al suo piano la ragazza andò subito a bussare a quella che era anche la sua
porta…
“Abby…ehi
Abby…apri subito questa maledetta porta!Abby mi hai sentita?Abby apri…e
sbrigati!”,continuava a dire la ragazza urlando e prendendo a pugni la porta;
“Joan…ma
sei impazzita?”,disse la ragazza aprendo, “Hai intenzione di svegliare
tutti?Guarda che non è mica mezzogiorno…c’è chi sta ancora dormendo…è la
mattina di Natale…o te lo sei dimenticato?Vedo che nemmeno una giornata di
festa riesce ad addolcirti…”;
“Hai
finito?Mi sa che neanche per te sarà una gran festa oggi…”,le disse di rimando
Joan e poi aggiunse: “Il tuo ragazzo sta ancora con te o è andato già via?”;
“No…veramente
Jim è sotto la doccia…”;
“Ah
davvero…pensa che strano…ero convinta che stesse giù…all’ingresso…ma chissà
forse ha il dono dello sdoppiamento…oppure ha un fratello gemello…”;
“Che
cosa stai farneticando Joan?Non riesco a seguirti…”;
“Ho
capito…tu sei di quelle persone che per capire una cosa bisogna che gliela
imbocchino…come ai bambini…bene,vorrà dire che adesso te lo spiegherò io come
stanno le cose…vediamo…Jim che sta di sotto mi ha detto che ieri doveva venire
ma che l’aereo non è partito per colpa della bufera…e che poi dopo che la
bufera è passata è riuscito a decollare…ma evidentemente non è riuscito a
rintracciarti per avvertirti…si vede che avevi il cellulare spento…chissà forse
eri troppo impegnata a fare altro…e magari se guardi in segreteria trovi il suo
messaggio in cui ti dice che alla fine è riuscito a decollare…adesso se il tuo
ragazzo è di sotto mi spieghi chi cazzo è quello che sta di là in camera
nostra?”;
“Aspetta…aspetta
Joan…Jim è qui?Mica gli hai detto che poteva salire,vero?Ti prego….ti prego
Joan non farlo salire!”,la supplico quasi Abby;
“Perché
lo vedi…io non lo vedo…non ti preoccupare gli ho detto che era proibito agli
estranei di entrare dove dormiamo…”;
“Grazie…”;
“Abby…”,disse
la ragazza prendendo l’amica per un braccio, “non mi hai ancora detto chi è il
tipo che sta in camera nostra…”;
“Ok…ok
te lo dico…si chiama Steave Lawrance…è un ragazzo molto carino…e gentile…ci
siamo incontrati all’aeroporto dopo che il mio ragazzo mi aveva detto che non
sarebbe più venuto…io ero talmente furiosa e arrabbiata che se non fosse stato
per Steave che a quanto pare aveva lo stesso problema…nel senso che non riusciva
a partire…non so come avrei fatto a calmarmi…Steave mi ha chiesto di fargli un
po’ di compagnia…poi ci siamo messi a parlare…abbiamo bevuto qualcosa
insieme…poi ha voluto che gli mostrassi l’università…così io l’ho portato
qui…poi abbiamo bevuto ancora…e alla fine sai com’è…una parola porta l’altra e
beh…non so come ci siamo trovati a letto insieme…”,le confessò la ragazza;
“Basta
così…basta così Abby!Ti sei fatta rimorchiare da uno che nemmeno conosci e
oltretutto te lo sei portato pure a letto costringendo me a stare fuori dalla
mia stanza con la scusa dell’arrivo del tuo amato da lontano…che ipocrita!Sei
proprio una stronza…e io me la sono pure bevuta!Ma che stupida…ormai dovrei
averlo capito da un pezzo com’è che sei fatta…”;
“E
dai Joan…ora non esagerare…”;
“No
che non esagero!Ora tu prendi quell’idiota che è con te e ve ne andate subito
fuori di qui…vi do cinque minuti per sparire prima che faccia salire il tuo
ragazzo…ma sia chiaro questa è l’ultima che mi fai Abby…appena riapre
l’università dopo le vacanze mi faccio cambiare stanza…questo è poco ma
sicuro!”,e così Joan se ne andò arrabbiatissima entrando nell’altra stanza e
sbattendo la porta…l’amica dal canto suo si vestì in un attimo,fece uscire quel
tipo che era con lei per la scala antincendio e poi si recò dal suo ragazzo…
“Assurdo…cielo
che Natale da incubo…è sicuro che non lo dimenticherò mai…”,continuava intanto
a pensare Joan tra se e se.
Mentre
sulla città la neve continuava a cadere e la gente ben incappottata si recava a
messa anche in casa Harper era ora di svegliarsi…
“Su
Holly svegliati…è tardi…sono le nove passate…dai che la colazione è
pronta…”,continuava a urlare Mary mentre la ragazza si girava dall’altro lato;
“Holly
insomma…ti vuoi alzare?”,disse ancora la ragazza recandosi di sopra e
togliendole le coperte di dosso…
“No…no
fa freddo…basta Mary è presto…non ho voglia di alzarmi…è mai possibile che con
te non si può poltrire un po’ nemmeno il giorno di Natale?”,le disse Holly
continuando a tenere gli occhi chiusi;
“Ti
devi alzare,capito?Dai che dobbiamo andare a prendere Peter all’aeroporto…”;
“Vacci
da sola…io ho troppo sonno…”;
“Ma
non esiste proprio…dai alzati che devo sistemare la stanza…non vorrai che mio
marito trovi tutto sottosopra…”;
“Uffa
lo sapevo…l’ordine…sempre l’ordine…”,sbuffò la ragazza scendendo dal letto,
“…in questa casa non si può mai dormire…”;
“Questa
poi è proprio bella…ma se non fai altro…appena uscita da scuola mangi,ti chiudi
in camera tua e ti butti sul letto…e per farti studiare si sudano sette
camicie…e hai anche il coraggio di dire che qui non si riesce a dormire…ma se
non fai altro…e poi cosa credi che se andrai a vivere da sola potrai poltrire
fino a quest’ora?Non sai che dovrai alzarti all’alba,riordinare la
stanza,andare a scuola…e una volta tornata prepararti un rapido pranzo,fare i
compiti in fretta e furia e andare al part-time…voglio proprio vedere se
resisterai…allora si che non dormirai mai…”,le disse Mary uscendo e chiudendo
la porta senza dimenticare di aggiungere qualcosa:“Holly…pensa a quello che ti
ho detto…”,le disse infatti la ragazza mentre Holly non faceva che ripetere
ridicolizzandolo quello che aveva detto la sorella…poi dopo essersi fatta una
doccia si vestì e scese a fare colazione…
“Ma
questo latte è freddo…”,si lamentava la ragazza;
“Ah
si?Eppure quando te l’ho preparato un’ora fa era caldo…”,le disse ironicamente
Mary;
“Beh
perché non me lo puoi scaldare di nuovo?”;
“Ma
neanche per sogno…io ho altro da fare piuttosto che la baby-sitter a te…”;
“Tu
hai altro da fare…ovviamente…”,disse Holly sbuffando e andandosi a riscaldare
il latte da sola… “…vorrei sapere poi cosa visto che la casa l’abbiamo pulita
ieri da cima a fondo…”;
“Ti
ho detto che dobbiamo andare a prendere Peter all’aeroporto…”;
“Ma
Peter arriva all’una…sono appena le dieci e un quarto…”;
“Si
ma se usciamo troppo tardi finiremo col trovare traffico…”;
“Si
sai che traffico da queste parti…piuttosto cerca di non correre avanti e
indietro che aspetti un bambino…e sei quasi al quinto mese…”;
“E
tu cerca di non farmi arrabbiare…”;
“E
come al solito è colpa mia…”,sospirò Holly ma proprio in quell’istante si
accorse di essersi dimenticata il bollitore sul fuoco…
“Holly…ma
che hai combinato?Lo vedi che fai solo danni…”,le disse la sorella urlando,
“…guarda qua hai sporcato tutto il fornello…”;
“Non
ti preoccupare ci penso io…”,disse la ragazza dimenticando di prendere una
presina,toccando il bollitore con le mani,finendo quasi con lo scottarsi e
facendo cadere tutto a terra…
“Ecco
ci risiamo…lo sapevo che sarebbe finita così…”,si disperava la sorella mentre
Holly continuava a lamentarsi mentre metteva le mani sotto l’acqua fredda;
“E
dai Holly che non ti sei fatta niente…guarda piuttosto che hai combinato…”;
“Uffa…a
te non frega niente di me…ti preoccupi solo del pavimento…”,sbottò Holly…poi
però vedendo che la sorella si stava abbassando per pulire le disse:“…dai Mary
lascia stare…ci penso io…”,rendendosi evidentemente conto di avere forse
esagerato;
Dopo
aver rimesso in ordine poi Holly chiese scusa a Mary promettendole che sarebbe
cambiata…e che cose come quelle non sarebbero più accadute…
“Speriamo…”,aveva
sospirato allora Mary;
…poi
le due si andarono a preparare e verso le undici e mezza uscirono…
Intanto
Lucky e Margaret e le altre ragazze dell’orfanotrofio,dopo aver portato i ragazzi
in chiesa e poi a fare un giro nel parco cittadino,erano tornate
all’istituto…avevano messo i bambina vedere un film di Natale in cassetta e poi
Margaret aveva chiesto a Lucky di raggiungerla nel suo ufficio per
chiacchierare un pò e prendere una tazza di caffè insieme…
“Che
c’è Maggie…mi hai detto che volevi parlarmi…ma di cosa?”;
“Ma
di niente…volevo solo sapere che intenzioni hai col locale…e se prenderai in
considerazione la mia idea di assumere qualcuno per darti una mano…lo sai no
Lucky che io tra poco non potrò più venire tanto spesso…come ti accennai
l’altra volta una delle nostre insegnanti sta per sposarsi e a quanto pare
presto si trasferirà quindi con meno personale avrò meno tempo libero…e tu non
puoi farcela da sola…”;
“Si
è vero…hai ragione ma il fatto è che non posso permettermi di assumere
qualcuno…lo sai,ho troppe spese…e prendere qualcuno oggigiorno costa troppo…”;
“Ma
tu non puoi permetterti di stare da sola là…quella zona è diventata troppo
pericolosa…e poi hanno già tentato di rapinarti…”;
“Si
ma erano ragazzini…appena mi hanno visto prendere una mazza sono scappati…poi
si sono resi conto che lì attorno girano sempre poliziotti e non ci hanno più
provato…”;
“Lucky…Lucky…tu
stai giocando col fuoco…”;
“Ma
dai che io ci sono nata in quella zona…lì mi conoscono tutti…mi sa che sei tu
che sei troppo apprensiva Maggie…mio padre e mia madre hanno gestito il locale
per così tanti anni…e da quando sono morti e me ne occupo io non è mai successo
chissà cosa…e ora per colpa di un paio di teppistelli che fanno una bravata mi
dovrei spaventare…ma per favore…e poi lo sai che comunque so badare a me
stessa…”;
“Sarà
come dici tu ma sei pur sempre una ragazza e io non sono tranquilla…”;
“Con
ciò che vorresti dire…?”;
“Lascia
stare Lucky…con te a volte non si può parlare…e poi dicevi che Tomàs era
testardo…mi sa che tu non sei da meno…”;
…quelle
parole fecero molto innervosire Lucky che di scatto posò la tazza sul tavolo
andando poi vicino alla finestra…
“Ti
prego Maggie ti avevo già detto ieri di non nominarmi più quella persona…”;
“Perché
Lucky…perchè non posso parlarti di lui…?”,le chiese a quel punto Margaret;
“Perché
è andato via…ora lui vive a New York e sicuramente si sarà già rifatto una
vita…e figurati se si ricorda di me…spiegami allora perché io dovrei stare qua
a pensare a lui…”;
“Lucky
se fossi in te non sottovaluterei l’ascendente che avevi su Tomàs…”;
“Cosa
hai detto?”;
“Niente…lascia
stare…a volte dico cose senza senso…dai torniamo dai ragazzi…andiamo a vederci
il film…tanto lo so che piace anche a te…”,le disse l’amica facendo per
cambiare discorso…e così le due tornarono di là.
Una
volta tornate dai ragazzi e dopo aver visto il film,Margaret e Lucky fecero dei
giochi con loro…poi più tardi cenarono e mentre le altre insegnanti li mettevano
a letto,Lucky si preparava per andarsene…le avrebbe dato un passaggio Margaret
visto che erano venute con la macchina dell’amica.
Anche
Tomàs dal canto suo dopo aver passato l’intera giornata col suo vecchio amico
Greg era tornato a casa sua…stava giusto rientrando quando squillò il
telefono…così il ragazzo fece una corsa per rispondere…
“Pronto?”,disse
mentre si sfilava i guanti e il giubbino mantenendo la cornetta con la
testa,“Mary-Ann…grazie degli auguri…Buon Natale anche a te…si certo sto bene…e
tu?…ah si capisco…no non ho incontrato nessuno di particolare…solo i miei
soliti vecchi amici…Greg e Angel sai…il Natale?...no…non ti preoccupare non
l’ho passato da solo…sono stato da Greg…si,si è andata bene…abbiamo passato una
bella giornata…c’erano anche Angel e un ragazzo nuovo…che faccio ora?Beh credo
che mi metterò a leggere un libro o a guardare un po’ la Tv…e poi me ne andrò a
dormire…sai com’è sono un po’ stanco…cosa?Vorresti venire domani?No domani vado
fuori con Greg…sai lui ha il giorno libero così andiamo un po’ fuori
città…dispiace anche a me…beh sarà per la prossima volta…non mancherà…ok…si ci
si sente…mi farò sentire…a presto…”,disse il ragazzo riagganciando e poi tra se
e se: “Uffa…che palle…com’è appiccicosa…non sono nemmeno due giorni che sono
andato via e già telefona per dirmi che vuole venire a trovarmi…eppure lei sa
benissimo le cose come stanno…io le ho parlato chiaramente…però lei niente…deve
insistere…ah…”,sospirò il ragazzo mentre finiva di spogliarsi…poi si prese una
birra e delle patatine dal mobile e si andò a sedere in salotto…accese la tv e
prese a fare zapping col telecomando…ma sembrava non esserci nessun programma
che lo interessasse…così spense il televisore,prese il cell che aveva a portata
di mano e compose un numero…
Intanto
Lucky e Margaret che erano da poco tornate al locale erano in cucina a
prepararsi una cioccolata calda quando squillò il telefono…
“Margaret
puoi andare tu?”,le disse Lucky che stava versando la cioccolata;
“Si
certo…”,rispose Margaret andando a rispondere;
“Pronto?”,disse
la ragazza alzando il telefono;
“Mi scusi…credo di aver
sbagliato numero…”;
“Prego…non
c’è problema…”,disse Margaret riattaccando;
“Chi
era Margaret…?”,le chiese Lucky;
“Beh…qualcuno
che ha sbagliato…mah mi sarò impressionata…eppure sembrava la voce di qualcuno
che conosco…”;
“Ah
si?Qualcuno dei ragazzi dell’istituto forse?”;
“Ah
si forse uno di loro…”;
“Ci
avranno fatto uno scherzo…”;
“Sarà…”,sospirò
Margaret e poi tra se se: “Eppure a me
è sembrata la voce di Tomàs…mio dio abbiamo parlato così tanto di lui che adesso
sento pure la sua voce…”;
Nel
frattempo Tomàs che aveva appena riagganciato stava pensando…
“Che
ci faceva Margaret al locale di Lucky?Che stupido…perchè ho parlato?Mi avrà
riconosciuto…chissà…va beh…ormai è fatta…meglio andare a dormire va…questa
città mi fa fare strane cose…”,disse il ragazzo alzandosi dal divano,spegnendo la
luce e salendo di sopra.
Quella
notte Tomàs dormì profondamente per poi svegliarsi alle prime luci dell’alba,visto
che aveva preso appuntamento con Greg per andare a passare quell’ultimo giorno
di festa fuori città alla sua baita di montagna di cui bisognava anche
verificare lo stato poiché che era parecchio che non ci andava nessuno…Angel
invece passò una giornata alquanto movimentata avendo ben tre appuntamenti con
tre ragazze diverse lungo l’arco della giornata…fece infatti non poco fatica
per rispettare l’orario dell’uno e dell’altro…e infine Robert era ancora di
servizio…
Nel
frattempo al “Liberty Girl” che era stato aperto tutto il giorno,Lucky aveva
lavorato sodo…aveva dovuto infatti farsi in quattro per badare a tutto…la notte
prima poi l’aveva quasi passata in bianco a preparare dolci…fu proprio in
quell’occasione che la ragazza si rese conto che forse l’idea della sua amica
Maggie era da prendere in considerazione…non avrebbe potuto continuare così…non
avrebbe potuto farcela da sola…perché anche il suo fisico ne stava risentendo…e
inoltre anche il suo rendimento universitario sarebbe calato…e lei non sarebbe
mai riuscita a laurearsi…
Il
lunedì seguente Tomàs riprese servizio con l’amico Greg…i due dopo aver fatto
un giro in macchina iniziarono il loro giro di ronda a piedi…
“Che
bello Tomàs…fortuna che sei tornato…non ce la facevo più…non puoi immaginare
che inferno quest’anno e mezzo passato con Scott o Smith…un vero incubo devi
credermi…”,gli confessò Greg;
“E
dai non dirmi che veramente ti fa piacere essere di nuovo in coppia con
me…”,sopirò Tomàs;
“E
secondo te…e dall’asilo che io te siamo sempre insieme…io la mente e tu il
braccio…”;
“Ah
si?Sicuro che non era il contrario?”;
“Dici?Beh
punti di vista…punti di vista Tomàs…”;
“Lascia
perdere Greg…piuttosto sai una cosa…non credevo che il capitano ci avrebbe
rimessi insieme...”;
“Perché?”;
“Pensavo
chissà con chi mi avrebbe affibbiato…e invece…”;
“E
con chi altri?Per te ci vuole un segugio…uno che ti controlli…e chi può farlo
meglio di me?E poi io sono l’unico che ti sopporta…”,ribatté Greg prendendolo
in giro;
“Ah,ah,ah…molto
spiritoso…”,disse Tomàs ridendo;
“Ehi…Tomàs
che ride…poveri noi…ho paura che stia arrivando la fine del mondo!”,esclamò
Greg continuando a guardarsi intorno;
“Dai
Greg andiamo…che dobbiamo finire il giro…”;
E
così i due ragazzi passarono accanto all’ingresso di una libreria mentre ne
usciva un uomo e dietro Lucky…la ragazza vide così di sfuggita i due amici
passare ma loro non videro lei…
“Che
strano…se non sbaglio quello era Greg…e quello accanto mi sembrava Tomàs…ma
no…non è possibile…mi sarò sicuramente sbagliata…sarà stato Smith…le parole di
Maggie devono avermi forviato…e adesso ho anche le allucinazioni…ah…andiamo
va…”,sospirò la ragazza stringendo il libro che aveva appena comprato.
E
così la ragazza continuò a camminare e nel frattempo a ripensare a quello che
le sembrava di aver visto…e pertanto non si dava pace…certo se fosse stato proprio
Tomàs sarebbe stato bello che fosse tornato…ma non era possibile…ormai lui
viveva a New York…e così con quella “convinzione”nel cuore,Lucky se ne tornò al
locale mentre Tomàs e Greg continuavano il loro giro ignari dell’incontro che
avrebbero potuto fare se non fosse stato per una frazione di secondo…ma forse il
destino non voleva che il tutto succedesse allora…evidentemente aveva altri
progetti per loro…perché adesso che Tomàs era tornato a Overcity sicuramente il
destino avrebbe trovato il modo di far incrociare nuovamente le loro strade.
Siete pregati di leggere e
darci un giudizio…speriamo non del tutto negativo! ^_^
In fede,Liberti Antonietta e
Avino Fabiana