Quella sensazione, come le avevano detto quegli uomini non era altro che una suggestione, dicevano, ed a loro rispondeva con superiorità, con sicurezza -non è da chi genererò che mi dovrò riguardare- e loro pur facendo finta di non capire...sapevano cosa stava dicendo.
Ma a lei non importa, è già morta una volta e vivere o morire, non le fa nessuna differenza...se è qui è perchè deve fare un ultima cosa, una cosa piccola, ma importante..una cosa che le è stato ordinato.
Proprio mentre è al culmine dei suoi pensieri, sentirebbe un dolore improvviso, e qualcosa di viscido che le scenderebbe lungo le gambe...-il parto è imminente- fù l'ultima cosa che disse, prima che le porte si aprissero di scatto dando sull'esterno.
I ricordi si fecero confusi, il parto fu difficile, complicato ulteriormente,da una folla di persone che la starebbe a guardare senza emozioni, quasi le palpebre non si muovevano ed per alcuni attimi ha pensato che fossero solo statue, ma purtroppo si dovette ricredere quando una di queste si mosse e mormorò qualcosa all' uomo che teneva in mano qualcosa che urlava e scalciava . Dopo un cenno di acconsenso dell'uomo "la statua" si mosse rapida verso la donna sguainando un coltellaccio da caccia. La donna osservò il coltello senza nessuna sorpresa, lo sapeva ed era pronta da tempo. Così fece lei qualcosa che invece sorprese i presenti. Si fiondò sulla lama rubandola al uomo che intanto esitava a darle il colpo di grazia, l'avvicinò alla sua fronte e si specchio gli occhi. Occhi che parevano aver visto tutto il corso del creato, neri come l'abisso,calmi e saggi .... e crudeli, che istillavano nella mente di chi li guarda un senso di paura e di debolezza, come se questi avessero ruggito qualcosa... e poi fu il vuoto....ed il rumore del proprio respiro che si faceva più forte.
Una ragazzino sedeva sopra un giaciglio di stracci sudato e malconcio con la testa poggiata alle ginocchia, il silenzio attorno a lui...a parte il russare di di qualcosa raggomitolato dentro delle coperte poco lontano. Il pugnale tenuto sotto il cuscino, scoperto brandendolo nella mano destra, la faccia scioccata e gli occhi azzurri che mostrerebbero palpebre gonfie di sonno...sono giorni che va avanti così, deve finirla questa storia.
- Darin..... - armato si girerebbe verso la voce pronto a qualsiasi cosa, trovandosi davanti una ragazzina giovanissima dai capelli ramati, bassa, minuta e molto terrorizzata, tenendo in mano una candela quasi finita....davvero la minaccia fatta a persona.
Abbassando il pugnale con un sospiro teso lo riporterebbe sotto il cuscino poggiando la mano destra sugli occhi a stropicciarseli - Arianna...non dovresti essere qui - affermò nervoso Darin verso la ragazzina che intanto si era gia messa a sedere accanto a lui, poggiando la candela poco lontano - abbiamo deciso insieme che è ora che tu dorma da sola, non vorrai sempre dipendere da noi vero? -
- si lo sò...ci ho provato...stavo quasi per addormentarmi - esclamerebbe questa vittoriosa mentre Darin portandosi l'indice della mano sinistra alla bocca le chiedeva di fare più piano
- oh scusa, però...ecco...dovevo fare pipì e non sono riuscita più ad addormentarmi ecco - direbbe in modo aperto e sorridente la ragazzina senza cercare di essere meno esplicita, ma infondo cosa ci si può aspettare da una bambina di 6 anni? - così Rogher mi ha detto di venire da voi ed allora eccomi qua -
Darin parrebbe confuso dalla risposta della giovane, ed intontito le risponderebbe con voce strascicante - da quando in quà il mostro sotto il letto ti darebbe degli amorevoli consigli? - Rogher infatti era il mostro che spaventava i bambini delle storie attorno al fuoco..anche Pyke ha detto di averlo visto quando aveva l'età di Arianna all'incirca, ma che lo ha cacciato con la sua personale "formula magica" - si ma ha detto che vuole prendersi un giorno di pausa e che non si sente bene..dai non posso dormire con voi? ti preeeego - ed a quel punto la bimba farebbe gli occhi dolci e grandi, tanto per fargli venire i sensi di colpa se l'avesse cacciata nel suo letto. Darin sospira poggiando la testa sul cuscino - Pyke non vuole - afferma questo retorico mentre poteva già sentire la bambina che mugolerebbe triste ormai costretta verso la propria stanza - ma, visto che stà russando come un trombone non vedo il problema - e lesta lesta la bambina si infilerebbe sotto le coperte ed si attaccherebbe a Darin arpionandolo nella sua presa incredibilmente forte per la sua età, così il giovane chiuse gli occhi, sperando di non fare altri brutti sogni. - Darin.... -
- humm.....?? - mugolerebbe seccato questa volta dalla bambina che non lo lascerebbe dormire
- hai fatto un altro incubo? - chiede questa con gli occhi vispi come un furetto
- hum hum.... - risposta del giovane monosillabicamente che capirebbe si è no quello che la bimba gli starebbe chiedendo
- c'erano delle persone? - domanda - HUm..hum - risposta
- tante? - domanda - hum - risposta
-è la madre?- questa domanda lo lascerebbe interdetto: ormai quel nome che avevano dato alla sconosciuta dei suoi sogni, l'assillava ogni sera, come se chiedesse da lui, da loro qualcosa, ma cosa?
la mancata risposta da parte di Darin, fece capire in qualche modo ad Arianna che il tempo delle domande è finito, così chiuse la bocca, poggiò la testa sul petto di questo e finalmente si mise a dormire,silenziosa, concedendosi un sorriso mettendo a confronto il respiro leggero di Darin ed il russare di Pyke nel cuore della notte.