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Autore: Amy Dickinson    20/04/2010    2 recensioni
Ciao a tutti ^_^
ecco il primo capitolo della mia fanfiction ispirata a Lamù... non è un granché... ma spero possiate comunque gradirla :) Ho cercato di ricalcare il più possibile il carattere dei personaggi e lo stile di Rumiko Takahashi cercando però, in qualche modo, di reinventarlo a modo mio... ad ogni modo voglio preventivarmi con l'avvertimento OOC, specialmente per i personaggi di Rei e Ran che, al contrario degli altri, sono proprio fuori del loro personaggio originale. Niente di pretenzioso comunque, vi auguro buona lettura ^^
Amy
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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LAMù 9

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 Capitolo 14

Ataru era nella sua stanza, seduto a gambe incrociate sul suo futon con il piccolo diario fra le mani, ad illuminarlo solo la luce di Nimayoho.
*Che faccio? Lo apro o non lo apro?* si tormentava.
Le mani scorrevano da più di un’ora sulla copertina tigrata, ma non accennavano ad aprirla. Alla fine si decise e prese una pagina a caso. Molte delle scritte erano in lingua aliena e Ataru non poteva comprenderle, però dato che altre erano in giapponese (e poiché Lamù aveva una bella grafia) gli fu facile leggerle.

…Oggi volevo fare una sorpresa al mio tesoruccio, però me lo ha impedito. Non ha voluto mangiare il pranzetto che mi ero tanto prodigata nel cucinargli, era di cattivo umore perché Shinobu ha rifiutato di uscire con lui perché impegnata con Inaba…  non ha degnato di uno sguardo il mio lavoro, è uscito subito a caccia di ragazze. Prima mi sono arrabbiata e gli sono corsa dietro riempiendolo di scariche elettriche, poi però mi è scappato… E ora eccomi qui sull’ufo, a piangere…Tesoruccio non mi considera, non apprezza mai il pensiero che ho per lui…ma perché? Eppure io lo amo così tanto…

 …Tesoruccio ha proprio esagerato! Anche oggi la solita storia: non solo si è messo a fare il cascamorto con Sakura, ma ha anche tentato in tutti i modi di spiare Ryunosuke mentre si cambiava per l’ora di ginnastica, che rabbia! Esistono solo le donne per lui! Mentre di me non si accorge neppure…

…Ho deciso: me ne vado! Non ce la faccio più…Ataru non mi ama! Lo dico sempre e non lo faccio mai, stavolta sarebbe ora lo facessi...

Ataru aveva letto solo poche righe, eppure sentiva di non potere andare oltre. Aveva ferito Lamù, ma non immaginava che lei se la fosse sentita ogni volta…ed il brutto era che quelle frasi si riferivano a tre giornate distinte…ed occupavano meno che una pagina del diario…considerando che il diario era stato scritto quasi per intero…
*Devi aver sofferto non poco stando con me…* pensò *Eppure nulla ti ha vietato di dimenticarti di me!*
Chiuse il diario giallo e nero con uno schiocco e lo scaraventò furioso contro la parete.
*Come può dire di amarmi se poi esce col primo che le capita a tiro? Mi ha sempre criticato per il mio fare lascivo…e poi alla prima occasione lei fa la stessa cosa!*
Stava tentando di convincersi che fosse così.
Sapeva che quel che provava era diverso dalla rabbia, si sentiva molto triste, Lamù non aveva tardato a dimenticarlo nonostante le lacrime che fino alla notte prima stava versando per lui.
*Eppure non è passato chissà quanto tempo…solo qualche giorno…possibile che tutto l’amore che diceva di provare per me è scomparso così all’improvviso per un bellimbusto come quello?*
Ma d’altronde come biasimarla? Quell’Alec sì che aveva tutto...attraente, alto, bel fisico, pieno di fascino e di charme, eloquente e chissà quante altre qualità che di sicuro Lamù cercava.
Forse quel ragazzo avrebbe dato a Lamù tutto quello che lui non aveva mai saputo darle.
Andò a raccogliere da terra il diario, lo aprì in un’altra pagina, nella prima metà, e lo lesse.                                             

…Oggi è stata una splendida giornata! Rei è venuto a prendermi nel pomeriggio con la sua moto spaziale e siamo andati a fare una passeggiata su Urano che in questo periodo ha un clima favorevole, ed è stato tutto così romantico! Ci siamo fermati in una distesa arida e abbiamo mangiato godendoci la vista delle piste spaziali dove organizzano le corse clandestine. Poi Rei mi ha proposto di provare e mi sono messa alla guida della sua moto con convinzione e…ho vinto! E non solo una volta! Ho addirittura sfidato i boss locali e li ho battuti! Se solo Benten non fosse stata in un’altra galassia per un torneo spaziale per professionisti l’avrei invitata ed avremmo gareggiato insieme! Poi Rei mi ha riportato a casa verso sera, dopo aver mangiato un altro boccone (col mio Rei si fa per dire!). Domani ha promesso di portarmi in un bel ristorante e poi a fare un giro, magari andiamo a trovare Oyuki, oppure facciamo un giro sulle stelle vicine, vedremo. Sono così felice con Rei, lo amo!
 
Ataru aveva trattenuto il fiato durante la lettura.
Il mio Rei.
Sono così felice con Rei.
Lo amo.
Quelle parole sembravano tagliargli la pelle. L’episodio che aveva letto riportava una datazione in cui né lui né Lamù sapevano ancora dell’esistenza l’un dell’altra, un periodo in cui Ataru stava insieme a Shinobu e Lamù insieme a Rei. E da quanto emergeva Lamù era stata davvero felice con Rei, una felicità che non era mai emersa con lui, perché l’ oni aveva ricambiato i suoi sentimenti apertamente, lui invece no, anzi, l’aveva fatta sempre stare malissimo e ora, nonostante fosse stato lui a lasciarla, stava pagando i suoi errori.
Non ebbe il coraggio di continuare a leggere il diario di Lamù…cuori e scritte sdolcinate occupavano le pagine dedicate al suo periodo d’amore con Rei, di rivedere la parte dedicata a lui non se la sentiva proprio.
Chiuse il diario e lo appoggiò sul tatami, quindi si sdraiò sul futon e, tentando di non pensare, si addormentò reso stanco dalle emozioni della giornata, mentre le parole ‘lo amo’  rimbombavano nella sua testa come pietre che rotolano giù da un dirupo, e facevano male, spinte dalla consapevolezza che non erano rivolte a lui.
Lamù ormai popolava anche i sogni di Ataru. La immaginò ancora, bella e sensuale, nel suo elegantissimo abito, seduta accanto ad Alec, mentre lo guardava trionfante, come a dimostrargli che lei senza di lui ce la faceva benissimo. E la vedeva correre via da lui, raggiungere il suo accompagnatore, ora vestita da sposa, mentre gli diceva addio con un’espressione sprezzante sul viso.
Quando si svegliò era mattina presto. Turbato dal sogno appena terminato, Ataru decise che non era il caso di addormentarsi un’altra volta, quindi, sebbene avesse sonno, si alzò dal letto e si vestì.
Notò il diario di Lamù vicino al suo futon dunque si abbassò a raccoglierlo, lo fissò qualche istante, poi si mise a frugare in un piccolo mobile che c’era nella sua stanza in cerca di una penna e si sentì fortunato quando ne trovò una.
Iniziò dunque a scrivere in una pagina libera verso la fine del diario, lasciò piena libertà ai suoi pensieri e scrisse fino a che non si sentì soddisfatto.
*Quando leggerà queste pagine io sarò già partito per la Terra, spero solo che così capirà le mie motivazioni e che sarà felice* pensò circa una mezz’ora dopo.
Uscì dalla sua stanza, si guardò attorno, furtivo, e dopo essersi assicurato dell’assenza degli abitanti della casa in quell’area dell’abitato allora collocò il diario al suo posto e andò in bagno come se niente fosse.
Mentre si lavava Ataru pensò al da farsi e dopo una breve riflessione si decise.
Terminato in bagno si recò in cucina dove incontrò il padre e la madre di Lamù.
Entrambi lo salutarono con un cordiale: “Buongiorno Ataru”
E lui ricambiò, sforzandosi di essere più gentile possibile, d’altronde loro avrebbero dovuto mostrarsi disturbati dalla sua presenza considerando il male che stava facendo alla loro unica figlia, invece si mostravano gentili e sempre disponibili con lui, quindi gli sembrava giusto ricambiare.
“Vuoi fare colazione?” domandò la madre di Lamù.
“Sì, grazie”
“Ataru” il padre di Lamù attirò la sua attenzione “credo che presto la tua astronave sarà ultimata”
Ataru fu percorso da un fremito. Riuscì a reprimerlo, abbozzò un sorriso ed annuì.
I tre giorni erano passati e Ataru cominciava ad avvertire un senso d’ansia incredibilmente opprimente.
Ormai la sua partenza era imminente, mancavano poche ore.
Meno di un giorno ormai lo separava dalla sua libertà.
Eppure era tutt’altro che felice.
Perché?
“Ecco a te” disse la madre di Lamù posandogli davanti un piatto.
“Grazie signora”
“Ma cos’hai oggi? Ti vedo pallido, sai?”
“Oh, nulla”
“Ma sei sicuro? Scusami se te lo dico ma non hai una bella cera…” s’intromise anche il marito.
“Perché l’ha mai avuta?” la vocetta di Ten echeggiò in sala mentre il piccolino entrava e si precipitava a salutare i suoi zii.
“Davvero, sto bene, penso sia solo una vostra impressione”
Ten si stupì di essere ignorato a quel modo, ma si diede l’aria da superiore e fece altrettanto.
“Zia, posso avere anch’io la colazione, per favore?”
“Certamente caro, vieni pure con me e scegli quello che ti piace di più” fece prendendolo per la manina e andando insieme in cucina.
Il padre di Lamù ne approfittò per sedersi vicino ad Ataru e dirgli:
“Allora giovanotto, sei contento di tornare a casa?”
“Naturale!”
Ataru aveva tutt’altra risposta nella testa, in realtà, eppure non sapeva il perché, o più semplicemente lo sapeva ma non voleva ammetterlo, quindi adottò il solito ‘metodo’.
“In mattinata chiamerà il professore”
“Bene, aspetterò la sua telefonata allora”
Ataru terminò velocemente la sua colazione, dopodiché si alzò e sparecchiò la tavola, portando in cucina i piatti.
“Ci avrei pensato io dopo, grazie Ataru sei stato molto gentile!”
“Si figuri signora, per me è un piacere fare favori a una donna bellissima quale è lei”
Ten e la donna erano pronti a tutto dopo una simile frase, eppure non accadde nulla, insomma Ataru non provò a saltarle addosso né a importunarla. Qualcosa non andava.
“Posso chiederle un favore?”
“Ehm…sì dimmi…” la donna era comunque ancora sbigottita.
“Potrei usare il vostro telefono?”
“Certo, fai pure”
“Grazie, e se ha bisogno di un aiuto non esiti a chiamarmi” ringraziò prima di uscire dalla stanza.
“Ma che gli prende a quello?” pronunciò Ten, sorpreso.
Ataru era andato già fuori dalla sala e si mise alla ricerca della stanza dove era ubicato il telefono. Quando l’ebbe trovato si sedette, indossò le cuffiette e compose il numero dei suoi genitori.
“Qui Moroboshi” rispose sua madre, un po’ assonnata.
“Mamma!”
“Chi parla?
“Ma come?! Sono Ataru, il tuo unico figlio…!”
“Già, certo, ho un figlio!”
“Mamma!” protestò.
“Come stai?”
“Bene, mai stato meglio…e voi come ve la passate?”
“Benissimo, ieri siamo tornati da un fine settimana in un centro termale!”
“Volevo dirvi che sarò presto di ritorno”
“Di già?”
“Sembra che ti dispiaccia…”
“Ahahah…ma cosa vai a pensare!” *Accidenti!*
“Comunque a breve tornerò, magari domani o forse anche in giornata”
“Capisco…vabene”
“Allora ci vediamo mamma, ciao”
“Ciao”
E riattaccò.
*Tsk…scordarsi addirittura di avere un figlio!* pensò indignato mentre cercava il numero di Ran in rubrica.
“Sì?”
“Ciao Ran”
“Ataru?!” Ran era sbigottita nel rivedere la sua faccia attraverso lo schermo.
“Ehm sì…disturbo?”
“Cosa vuoi?” domandò con voce offesa.
“Senti Ran, so di aver sbagliato sia con te che con Rei però…avrei bisogno di parlare con voi”
“Cos’è che ci devi dire? Le tue solite cattiverie su Lamù? Perché se si tratta di questo…”
“No, te lo assicuro…credimi non lo chiederei se non fosse importante…”
“Vabene…ma prima voglio come minimo le tue scuse!”
“Ne hai tutto il diritto Ran, sia tu che Rei…le farò”
A Ran il tono ed il volto del ragazzo parvero sinceri così dopo alcuni istanti di silenzio disse:
“D’accordo”
“Quando possiamo vederci?”
“Oggi andiamo a fare un picnic sulla stella Sirio, da lì Nimayoho si vede benissimo anche durante le ore diurne”
“Potreste venire a prendermi?”
“Okay, facciamo alle dodici?”
“Sì, grazie”
“A più tardi”
“Ciao e grazie” concluse Ataru, sollevato dalla risposta di Ran.
Si tolse le cuffiette e si alzò dalla poltroncina tigrata, fece per tornare in sala quando si trovò davanti Lamù.
“Ciao”
“Ciao un corno” fu la risposta secca della oni.
“Ma ti sembra il modo di salutare?”
“Perché mi hai seguita ieri?”
L’aveva ignorato!
“Chi ti dice che io ti abbia seguita?”
“Lo so e basta, ora dimmi il perchè”
“Non ti ho seguita! Avevo un appuntamento”
“Con Diana?”
“Sì”
“Ma non dire scemenze, Diana non uscirebbe mai con te!”
“Eh? Perché?”
“E’ già impegnata e di sicuro con un ragazzo migliore di te, lo conosco! Si chiama Yuri”
Ataru montò su tutte le furie.
“Come ti permetti? Avevo un appuntamento con lei, ti dico! Se non ci credi ho il suo numero, la chiami e glielo chiedi!”
“No, non mi interessa affatto farlo, sai renderti ridicolo già da solo, non hai bisogno degli altri” disse lei in tono velenoso.
“Senti io ci sono uscito, è così, che tu lo voglia o no!”
“Non mi importa con chi esci, però non osare mai più pedinarmi!”
“Non l’ho fatto, ero al parco solo per avere un po’ di tranquillità con lei!”
“E come spieghi il fatto che eri al mio stesso ristornate, per di più travestito da cameriera?”
Colpito!
“Non rispondi eh?”
E ora?
“Quello che faccio non sono fatti tuoi!” gridò il ragazzo correndo fuori dalla stanza.
“Beh non farlo mai più!” gli gridò dietro la oni.
Ataru andò nella sala da pranzo, nervoso e irrequieto, e si sedette su una delle poltroncine.
“Ehi Ataru!” chiamò il padre di Lamù dal balcone.
“Sì?”
“Vieni!”
Con uno sbuffo sommesso, il ragazzo si alzò e andò accanto all’omone e gli rivolse uno sguardo interrogativo.
Indicò in basso e Ataru si affacciò.
Il professore che aveva conosciuto qualche giorno prima era lì, accanto ad una bella astronave.
Fu preso da una terribile morsa allo stomaco, il respiro divenne difficoltoso per alcuni istanti.
“Buongiorno” sillabò.
“Ciao ragazzo, avrei dovuto chiamare, ma ho preferito venire subito. Ecco qui: il gioiellino è pronto!” sorrise soddisfatto.
“Molto…bella”
“Vero? E pensare che è un capolavoro della tecnologia urusiana!”
“Perché non scendi a darle un’occhiata?” suggerì l’ ex suocero.
Ataru annuì ed entro pochi minuti raggiunse il vecchio oni.
La navicella era nuova di zecca, lucida come uno specchio, color rosso acceso e con dettagli cromati.
“Vuoi entrarci?”
“Bene”
L’oni allora schiacciò un pulsante su un piccolo comando che aveva in  mano e il portellone dell’astronave si aprì permettendo loro di entrare all’interno. Il professore, pieno di orgoglio,  gli mostrò gli interni lussuosi dell’astro-mezzo.
Il ragazzo rimase stupito di come fosse avanzata la tecnologia aliena e, nell’apprendere tutte le sue funzioni ed i suoi comandi, divenne sempre più ansioso di uscire da lì.
“Dunque quando posso partire?” chiese alla fine.
“Lascia che assorba i raggi solari durante questa giornata, appena fa buio potrai partire, se vorrai”
“Perché devo aspettare che faccia buio?”
“Te l’ho detto cinque minuti fa: sfrutta l’energia solare, quindi se vuoi che ti porti fino a casa tua senza problemi devi aspettare che assorba la maggior quantità di raggi possibile”
“Ah d’accordo” fece tentando di nascondere la sua rassicurazione, se non altro aveva un po’ di tempo a disposizione.
“Peccato avrei voluto che te ne andassi subito!” fece Ten.
“Per una volta sono d’accordo con te, microbo!” rispose, facendo finta di essere arrabbiato.
“Allora ragazzo, sei soddisfatto?”
“Certamente professore, grazie!”
Il vecchio oni sorrise e si congedò dal padre e dal cuginetto di Lamù, poi salutò Ataru dicendogli:
“Non la userai molto, però mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio lavoro”
“Beh per forza che la userò poco, sulla Terra non si usano navicelle!”
“Immagino, ma non era a quello che mi riferivo”
“Ah no?”
“No. Dico che non la userai molto perché partire non è ciò che vuoi veramente”
Ataru rimase di sasso.
“Ma…ma certo che voglio partire! Altrimenti perché mai gliel’avrei lasciata costruire?”
“Eheheh…mi raccomando ragazzo, fa’ la scelta giusta” lo salutò dandogli una pacca sulla spalla e strizzandogli l’occhiolino, poi se ne andò via con la sua astronave personale.
*Ha…capito tutto?*
 “Ataru, che fai lì impalato?” chiamò il padre di Lamù.
“Arrivo!”
Appena tornò di sopra notò che la sua ex suocera era al lavoro per il pranzo.
“Posso darle una mano?”
“Non preoccuparti, grazie lo stesso”
“Per favore”
“Ma dai Ataru, posso farcela benissimo da sola!”
“Ci tengo” insistette.
“Vabene… allora potresti lavare i piatti, per cortesia?”
“Certamente” fece, mettendosi all’opera.
“Signora?” chiese poco dopo “Non prepari nulla per me”
“Non mangi con noi neppure oggi?”
“No, vado a salutare Rei e Ran”
“Salutare?”
“Già, parto questa sera”
La donna parve comunque dispiaciuta, ma non si scompose.
“Capisco” rispose “Allora dovremmo salutarci prima che tu esca, stasera io e mio marito non ci saremo”
“Ah”
“Sai dobbiamo accompagnare Ten da Kintaro, poi andremo a vedere un concerto su Saturno” spiegò mentre preparava il pranzo.
“Ah” ripeté il ragazzo, incapace di dire altro.
Svolgendo alcune faccende per la oni il tempo passò e quando si furono fatte le dodici Ataru era pronto per uscire di casa.
“Grazie di tutto” fece salutando velocemente i genitori di Lamù.
Con Ten si limitò molto di più, d’altronde l’antipatia era reciproca.
Scese di sotto, dove attese che l’astronave di Ran venisse a prenderlo.
Gettò uno sguardo alla sua astronave e si sentì infinitamente triste.
Di lì a poche ore avrebbe detto addio a Lamù, e poi l’avrebbe dimenticata.
Il rumore della grande navicella di Ran lo riportò alla realtà.
“Ciao! Sali dal portellone!” gridò la ragazza attraverso un megafono.
Ataru obbedì senza proferire parola, e solo quando fu entrato nell’astronave salutò i ragazzi che erano all’interno.
“Non pensi di doverci dire qualcosa?”
“Certo Ran, devo dirvene qualcuna…prima di tutto vi chiedo scusa per il mio comportamento di ieri pomeriggio…”
“Sei scusato Ataru…poi?” disse anche Rei.
“Beh poi…”
“Non dovevi dirci qualcosa di importante?”
“Sì…io…” fece titubante, abbassando la testa.
“Sì?” lo esortarono all’unisono i due fidanzati.
“Io sono…” deglutì “io sono perduto per sempre!” e detto ciò scoppiò in lacrime.

***************L’angolo di Amy**************
Ciao gente,
vi lascio ancora così…ormai dovreste esserci abituati, no?
Ennesimo scontro tra Ataru e Lamù…tutto è pronto per la partenza ma il nostro terrestre ha ancora qualcosa da dire… vi aspetto per il prossimo capitolo che sarà il penultimo…mi avrete fra i piedi ancora per un po’! Senza contare poi il ‘sequel’…ma per quello c’è ancora tanto tempo, è solo in fase di sviluppo…nella mia testa! XD

Per Andy: Povero Meals, gli faccio passare sempre i guai con le mie vicende! Comunque hai ragione, quel capoccione di un Ataru vuole essere il solo tesoruccio della nostra cara oni^^
Per Achille: Ataru è sempre il solito, ci abbiamo fatto il callo ormai, però devi ammettere che ce la ha messa tutta per togliere Lamù dalle grinfie di Alec, pare che a lei ci tenga, sotto sotto^^

Amy Dickinson

  
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