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Autore: becky    20/04/2010    7 recensioni
Assolutamente SPOILER. Ace odiava il giorno del suo compleanno. Lo odiava perché faceva sempre freddo, nevicava, non riceveva regali o auguri, e il giorno del suo compleanno era anche il giorno della morte di sua madre.
Scritta per il Birthday’s Contest.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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È SPOILER. Incredibilmente SPOILER, dal cap 550 in avanti.

Lettore avvisato, mezzo salvato.

Scritta per il “Birthday’s contest” di Himechan84.

 

 

Sepolcro Imbiancato

 

“E poi e poi e poi sarà come morire cadere giù non arrivare mai e poi sarà e poi sarà come bruciare nell'inferno che imprigiona ”  *

 

 

Ad Ace non era mai piaciuto il giorno del suo compleanno. Faceva freddo il primo Gennaio, e nevicava sempre.

Lui odiava la neve. Lui, che amava il caldo e il sole proprio non riusciva a sopportare di dover festeggiare il compleanno in un giorno tanto freddo e gelido.

E poi il primo gennaio nessuno gli prestava molta attenzione. I pochi che riuscivano a riprendersi dai bagordi di capodanno gli concedevano auguri smozzicati e frettolosi, prima di correre a casa a finire gli avanzi del giorno prima.

I regali non erano mai molti. La settimana prima era Natale, perciò i regali del 25 dovevano bastare anche per il compleanno, era ovvio. Nemmeno suo nonno si sprecava molto. Una pacca sulle spalle, un incitamento a divenire un marine, e poi spariva velocemente come era arrivato. 

Ma ad Ace tutto questo, in fondo, andava bene. Tanto lui detestava il proprio compleanno e meno ci pensava, meglio era. 

Lo odiava perché faceva sempre freddo, nevicava, il capodanno assorbiva le attenzioni di tutti.

E soprattutto perché il primo Gennaio era anche il giorno in cui era morta sua madre.

 

Suo fratello Rufy non si capacitava del perché Ace fosse sempre triste il giorno del suo compleanno. Lo trascorreva quasi sempre da solo, sul promontorio, sotto la neve. Se ne stava lì ad osservare il mare in tempesta e aveva lo sguardo lontano.

Rufy proprio non riusciva a capire. A casa c’era una torta gigante che lo stava aspettando e lui si ostinava a starsene laggiù da solo. Chissà a far cosa, poi.

Lo raggiunse arrancando sotto la neve e gli regalò un sorriso smisurato. – Buon compleanno, fratellone!- esclamò allargando le gambe e piazzandosi le mani sui fianchi. Ace alzò gli occhi scuri su di lui e sorrise amaramente. – Grazie, Rufy. Non è meglio se vai a casa? Qui si gela- rispose atono il maggiore, tornando a scrutare l’orizzonte grigio. Il piccoletto lo fissò con serietà. Non era l’Ace che conosceva, quello. Suo fratello aveva sempre il sorriso sulle labbra, rideva in maniera rumorosa e mangiava in continuazione. Non era da lui accucciarsi sotto la tormenta di neve come in attesa di qualcosa.

Sembrava quasi volesse farsi seppellire da tutta quella neve.

- Vieni anche tu?- gli domandò speranzoso, ma ottenne solo un cenno di diniego col capo. Rufy sospirò – Ace, perché non…-. – Non mi va di tornare a casa, Rufy. Lasciami stare, per favore-. Il piccoletto storse il naso e si acquattò accanto a lui. – Se non ti va di andare a casa, allora cosa ti andrebbe di fare, fratellone?-. Testardo e ingenuo. Rufy lo era sempre stato, irreparabilmente testardo e profondamente ingenuo. Ace si costrinse a cacciare fuori una mano dalla tasca dei pantaloni lisi e si grattò la zazzera corvina. Cosa gli sarebbe piaciuto fare? Non ci aveva mai pensato seriamente. Sapeva perfettamente cosa non volesse fare. Non aveva alcuna voglia di mangiare torte, non aveva voglia di sentire gli auguri forzati e nervosi dei compaesani, non aveva voglia di pensare a sua madre. Però era la prima volta che si fermava a pensare a cosa avrebbe voluto fare.

- Dai, Ace! Oggi è il tuo compleanno! Come ti piacerebbe festeggiarlo?- lo incoraggiò ancora il fratello punzecchiandogli fastidiosamente una guancia arrossata per il freddo.

 – Un giorno diventerò un pirata- proruppe Ace osservando intensamente il mare – Diventerò un grande pirata. Prenderò il mare e vivrò grandi avventure. E il giorno del mio compleanno lo trascorrerò in un posto caldo, bevendo e festeggiando come i veri pirati. Mi ubriacherò a Rhum e birra assieme ai mie compagni, canteremo canzoni stonate sotto il sole e quando verrà notte accenderemo un grande fuoco. E mangeremo così tanto da scoppiare-. Sorrise al solo pensiero.

– E vedrai, Rufy, nessuno mi dirà che sono un mostro o il figlio del demonio. Sarà una grande festa. La mia festa-.  Sembrava davvero convinto di quelle parole. Così tanto che il minore non poté fare altro che annuire e sorridere. –Allora io verrò con te!- esclamò raggiante. Finalmente gli occhi neri di Ace si posarono sulla sua figura minuta. – No Rufy. Io partirò per conto mio, e ognuno vivrà le proprie avventure-. Il piccolo si sentì inondare gli occhi di lacrime e il labbro inferiore tremò leggermente. Ace sorrise e gli spettinò i corti capelli corvini. – Non essere triste, Rufy! Il mare è grande, ma sono certo che ci rincontreremo. Davvero. Voglio passare tutti i miei compleanni assieme a te, ok? Festeggeremo sempre assieme, va bene?-.

Ace sapeva come consolare il fratello. Lo faceva da tutta una vita e aveva capito che il trucco stava nel fargli promettere qualcosa. Seppure ancora bambini, entrambi conoscevano il valore di una promessa. Una promessa che poteva anche diventare lo scopo di una vita intera.

- Me lo prometti, Rufy?- domandò piano. – Sì, Ace. Te lo prometto. Qualsiasi cosa accada, il primo Gennaio sarò sempre con te!-.

 

 

 

Oggi è il primo Gennaio e la neve cade incessante su questa poca terra spianata.

È il primo Gennaio, e sta iniziando un nuovo anno. E una nuova era.

È il primo Gennaio, e la neve ricopre la tua tomba. La croce bianca con le tre lettere del tuo nome sembra appesantita da tutta questa neve che scende a grandi fiocchi turbinosi.

Oggi è il primo Gennaio e la tua tomba è imbiancata dalla neve. Ma io sono qui, ho mantenuto la promessa, fratellone.  Buon compleanno, Ace. 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Giorgia – “E poi”

  
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