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Autore: corallina87    22/04/2010    5 recensioni
Arthur e Merlin non sono due semplici ragazzi che si amano. Il primo è il principe erditario di Camelot, il secondo il servo di quest'ultimo. Il principe è ha conoscenza del segreto del suo servo,lo ha accettato per quello che è: un Mago! Merlin libera il Grande Drago che riversa la sua vendetta contro Uther, attaccando il regno. Il giovane mago lo affronta e vince. Però tutta Camelot viene a conoscenza del suo piccolo segreto e secondo la legge di Uther viene condannato a morte. Quindi Merlin si sacrifica per la salvezza di ciò che considera "casa". La storia riprende un anno dopo i fatti narrati: Arthur ha perso la sua voglia di vivere. Ma la sua strada si intreccia con quella di un lupo dal folte pelo nero, con gli occhi così simili a quelli del suo mago! Inoltre Merlin riesce a mettersi in contatto con il suo principe attraverso i sogni. Una storia piena di enigmi, misteri. Vecchi e nuovi personaggi affiancheranno il giovane Arthur, chi come amico, chi come nemico. La domanda che vi accompagnerà in tutta la ff è: Riusciranno le due facce della stessa medaglia a riunirsi? Merlin riuscirà a ritornare dal suo principe? Bè spero di avervi incuriosito e spinto a leggere! Volevo informarvi che siccome la beta mi ha affiancato sl a ff iniziata, sta revisionando i primi cap in cui non c'è il suo zampino. Vi assicuro che adesso vanno molto meglio. Quindi se avete tempo, ridategli un'occhiata. Per adesso solo il primo cap. La storia è un paring Merlin/ Arthur.
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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sacr 12 -3



Pov Arthur.
( vorrei dedicare questo cap alla mia beta: yuukimi! grazie tesoro!)


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Dopo che Lucius se ne andò per la sua strada, io e Blake rimanemmo sotto la volta celeste. Le stelle quella sera erano luminose, e splendevano di una luce tale da far impallidire la luna stessa.
Il pensiero corse, contro il mio stesso volere, allo scontro che mi aspettava l'indomani.
Ero preoccupato per l'esito che poteva avere. Non era la prima volta, certo, che sfidavo una bestia creata dalla magia, ma questa volta non avevo i miei uomini a guardarmi le spalle e soprattutto non avevo lui al mio fianco.
Non temevo per la mia vita, perchè avevo passato la mia intera esistenza con la consapevolezza che in ogni battaglia che affrontavo incorrevo il rischio di perderla,
ma per gli uomini del villaggio, che anche se animati dalla volontà di proteggere le proprie famiglie e la propria casa, erano  semplici contadini, che sapevano sì lavorare la terra, ma non maneggiare una spada. Certo, al mio fianco c'era Lucius, un abile spadaccino, ma le probabilità che fosse una carneficina erano molto alte. Troppo, per i mei gusti.
Queste funeste riflessioni mi accompagnarono nel solito sonno agitato, in cui non avevo tregua alcuna.  
 
 
 
Stavo di nuovo sognando?
Mi trovavo nel cerchio di abitazioni che era Ealdor, era ancora notte, e non c'era nessuno in giro.  
A  quell'ora tarda, tutti stavano dormendo nei propri giacigli.
C'ero solo io, che girovagavo come un'anima in pena. Ero ansioso di trovarlo... Ma cosa? O meglio, chi? Non ricordavo perché fossi lì, però sapevo che mi aspettava. La mia anima lo riconosceva e attendeva con impazienza, nonostante la mia mente non riuscisse a dargli un nome.
C'era un silenzio innaturale, che pareva aver terrorizzato anche le bestie dei contadini, visto che non si udiva un solo fruscio, simbolo della loro presenza.
Dove diavolo era? Già tra troppo tempo eravamo separati, non credeva fosse il caso di darsi una mossa? Con questi borbottii, fatti tra me e me, mi avviai da qualche parte.
Arrivai all'uscita del villaggio che portava per la foresta, che lo costeggiva a sud, senza trovare nessun segno della sua presenza. Mi ci inoltrai senza nessuna esitazione, come se fossi consapevole che nulla mi avrebbe fatto del male. Sapevo che qualunque cosa - o chiunque, mi suggerì una vocina nella mia testa -  mi stesse attendendo, io ero più che felice di incontrarla.
Mi fermai, a dir poco attonito, in una piccola radura circolare, attraversata da un limpido ruscelletto.
No! Era impossibile! Come ero arrivato lì?
Era la stessa di quella giornata d'estate: il mio sguardo cadde immediatamente nel medaglione. Un bagliore di luce azzurrina proveniva da esso, e proiettava un raggio davanti a me.
All'improvviso una figura si materializzò, senza destare in me né stupore né inquietudine.
Il mio cuore, sapendo già di chi si trattasse, scalpitava emozionato.
Finalmente la mia ricerca era finita; ora riuscivo a dare un nome a colui che tanto avevo agognato.
Merlin.
 
- Ce ne hai messo di tempo, Arthur! -  Esclamò con un sorriso gioviale sulle labbra. -  Sei riuscito a trovarmi. -
- Che sta succedendo? Non dirmi che questo è il solito sogno in cui tu mi appari come uno spirito evanescente e poi te ne vai, lasciandomi la testa piena di enigmi! - Pronunciai arrogantemente, facendomi beffe di lui, come mio solito.
Almeno in quei momenti, volevo godere della sua compagnia, tirargli le solite fercciatine a cui lui spesso rispondeva a tono, illudendomi di rornare a una vita passata, che non c'era più e che mai sarebbe ritornata.
- Non ti smentisci mai! - Rispose sorridendo.  - Anche nei sogni, ti piace torturarmi, non è vero? -
- Torturarti? Questa è bella! -  Ghignai. - Sei tu che piombi nei miei sogni, disturbando il mio regale sonno, tra l'altro, parlando per enigmi, salvandomi continuamente la vita per poi andartene, come se nulla fosse!  Sai quanto mi irriti non dormire bene! -
- Oh scusa, se provo a salvarti la pelle! Visto che da solo non sei capace.- Ribattè, piccato. - Pensavo che quando sarebbe stata la mia ora, avrei avuto finalmente il tanto agognato riposo, e non mi sarei più dovuto preoccupare di proteggerti. No! Invece, mi tocca scomodare ancora di più il mio affascinante deretano, quello che tu insegui e molesti da anni! -
- Lo sai quanto mi eccita! - Sogghignai con malizia, ripensando alle nostre notti.
-Arthur! Ti prego, almeno qui risparmiami le tue idiozie! Anche ora non puoi fare a meno di pensarci... Sei... sei... non riesco a trovare le parole! -
- Ma, scusa! Un anno d'astinenza... Non ti rendi conto della gravità del problema! Lo sai che per me è di vitale importanza... - Mi giustificai sorridendo, ben comprendendo che le sue rimostranze erano solo scherzose; come se non avesse goduto delle mie 'molestie', in tutto il tempo in cui siamo stati insieme...!
- Sfortunatamente me ne rendo conto. - Replicò imbronciato. - Quindi, fammi capire: non sei distrutto dal dolore perchè non siamo più insieme ma perchè non possiamo fare sesso? - Chiese, un po' perplesso.
- Esattamente. -
- Mi sei mancato, lo sai questo? - La dolcezza insita nelle sue parole sciolse il freddo che si era creato alla sua morte, e senza nemmeno volerlo gli risposi allo stesso modo.
 - Anche tu, Merlin. -
- Beh, visto che ci siamo riuniti, che ne dici di festeggiare come si deve? C'è tanto spazio, l'erba è soffice e... - Ripresi, riacquistando l'umore giocoso.
Non potevo farmi prendere dalla nostalgia e dal dolore e sprecare questo poco tempo che ci era concesso.
Se poi potevamo sfruttarlo a modo mio, meglio ancora...
- Arthur! -
- Che ho detto? - Feci innocentemente - Non dirmi che non ne hai voglia, perchè non ci credo! -
-Oh, santo cielo! E tu dovresti diventare il Re di Camelot? - Gemette, esasperato. - Dovresti essere eletto Sovrano degli Asini, quella sì che sarebbe una carica adatta a te! -
- Uffa, ci risiamo con questa storia! Cosa ho detto di tanto sconsiderato? - Incrociai le braccia, fingendomi irritato.
All'istante Merlin fu dinnanzi a me; aveva forse acquisito anche la supervelocità? Approfittando del mio sconcerto poggiò le labbra sulle mie. Spinsi le dita a stringere i suoi spettinati capelli corvini, per avvicinarlo di più a me... Erano morbidi e setosi come ricordavo, se non di più.
L'odore di muschio - così Merlin da sconvolgermi - mi invase le narici; sapeva di boschi e giochi fatti di nascosto, una fragranza che amavo e che avrei riconosciuto fra mille.
Le sue esili braccia circondarono i miei fianchi da combattente, e non mi stupii quando i nostri corpi combaciarono alla perfezione, diventando quasi quello di un unico essere.
Il bacio da tenero e dolce mutò, divenendo pieno di desiderio mal represso e fame dell'altro. Prima che le mie mani potessero scendere a sfiorare il petto, per poi vagare più in basso, lui si scostò, mi parve a malincuore.
- Non è rimasto abbastanza tempo. - Sussurrò dispiaciuto, posando la fronte sulla mia. - Per comunicare con te in questo modo, devo attingere a molte energie, di cui al momento sono sprovvisto. Le forze mi stanno abbandonando. -
-Perchè diavolo non mi spieghi come fai a entrare nei sogni? E cosa vuol dire che stai perdendo vigore? Adesso sei... - non riuscivo a dire quella parola.
- Non dovresti avere più questo problema. - Andai avanti come se nulla fosse, stranito dalle sue parole.
- Arthur, mi dispiace... Ma ora non puoi e non devi sapere. E' troppo presto. - Frenò le mie proteste accarezzandomi teneramente una guancia. - Sono venuto a dirti come sconfiggere l'Idra. Però riesci sempre a distrarmi dall' adempiere ai miei compiti, Asino che non sei altro. - Mi baciò con un sospiro.
- A quanto vedo non smetti mai di farmi dei complimenti. - Replicai, falsamente indignato.
Dovevo pur fingere di rimetterlo al suo posto, no?
- Stammi bene a sentire: come saprai, se tenti di tagliare quelle orribili teste, ne ricrescono sempre di nuove, aumentando di numero. Hai conosciuto Lucius, prima di addormentarti, non è così? -
-  Sì. Ma tu come fai a saperlo? Lo conosci? - La mia curiosità si destò al minimo accenno del misterioso uomo conosciuto poco prima.
- Cosa pensi che faccia tutto il tempo? Mi adopero per proteggere quel bel fondoschiena che ti ritrovi! Sarebbe un peccato sprecarlo.  - Ridacchiò. - Giuro! Che quando tutto sarà finito se non avrò le mie agognate vacanze, ti prometto che mi vendicherò a modo mio... Perseguiterò il tuo regale sonno! Ti converrà non dormire, se non vorrai incorrere nella mia furia. - Mi minacciò divertito.
- Non dirai sul serio, vero? - Mi spaventai.
Potete togliermi tutto, ma non il sonno! Divento matto, davvero.
- Oh, sì! Questo lavoro, caro mio, è tutto straordinario! Quindi dovrai ripagarmelo ben benino. -
- Maledetto fu il giorno in cui sei venuto a Camelot! - Borbottai corrucciato.
- Se non fossi venuto, non avresti avuto nulla di cui lamentarti, da morto. - Mi ricordò.
- Hai ragione. - Dissi serio. - Se non fosse stato per me, tu saresti stato ancora vivo. -
- Smettila, Arthur! Come fai a non capire che mi ferisci? Sono orgoglio di quello che ho fatto, mi sono assunto le mie responsabilità ed ero consapevole... -
- Basta! Non continuare a ripetermi che sapevi a cosa andavi incontro, ti prego, se ci tieni alla mia sanità mentale. - Lo interruppi bruscamente, mettendogli le mani sulle spalle.
Sentivo il bisogno di accertarmi che è qui, dinnanzi a me.
Si riavvicinò nuovamente, sfiorandomi la guancia con i polpastrelli, per poi passarli dolcemente sugli occhi e sulle labbra.
- Ti amo - Bisbigliò con un fil di voce. - Adesso sono agli sgoccioli. Devo sbrigarmi. Solo tu riesci sempre a distrarmi. -
- Non te ne andare, la notte è ancora lunga! - Lo pregai, dimenticando l'orgoglio.
- Anche se potessi restare, oramai è quasi l'alba. Aspettano tutti te, grande eroe.  - Sorrise malinconicamente.  - Con l'aiuto di Lucius date fuoco al bosco che costeggia il villaggio. L'Idra è di dimensioni enormi, quindi gli alberi fungeranno da tizzoni. Fatela avvicinare al sottobosco, così i carboni ardenti brucieranno i monconi che reciderai dalle teste del mostro. Riconoscerete la testa immortale dal segno magico che l'ha creata. Seppellitela sotto un 'enorme roccia e squartate il corpo della bestia. - Mi istruì, ed io annuii, memorizzando i passaggi.
Il raggio proveniente dal medaglione cominciò a scemare visibilmente.
- Adesso devo andare! Ricorda Arthur, non sei solo... Sarò con te, sempre! - Cominciò a svanire velocemente.
- Ci rivedremo ancora, non è vero? - Chiesi.
- Riuscirai a metterti in contatto nuovamente? -
Sparì prima di riuscire a rispondermi... O forse non volle semplicemente farlo.
Mi risvegliai di colpo, invocando il suo nome.
- Non te ne andare... - Sussurrai dolorosamente al vuoto.
Questi sogni erano un balsamo per la mia anima, ma mi lasciavano un sapore amaro in bocca. Volevo credere che fossero veri... In fondo già una volta mi avevano salvato la vita.
 
 
Angolo Autore

Scusate l'immensamento ritardo. Ma sn all'ultimo anno di università e sn stata impegnata con gli esami.
Cmq la ff cercherò di mandarla avanti senza farvi aspettare troppo tra un cap e l'altro.
Spero che chi abbai apprezzato questa ff, continuerà a seguire!
Questo cap mi è piaciuto particolarmente scrivere!
vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la ff tra preferiti,. ricordare e seguiti e
uno speciale a chi ha recensito lo scorso cap.Senza però dimenticare tutti ilettori silenziosi.
A presto.( almeno spero... ihih)
 
Ringrazio la mia beta :yuukimi!
 
  
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