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Autore: marty kaulitz    22/04/2010    0 recensioni
Ricordo che ad un tratto gli occhi si chiusero contro la mia volontà, senza che io glielo avessi ordinato. Ricordo il silenzio assordante, la luce del sole che lentamente abbagliava i miei occhi, benché serrati di loro iniziativa. E poi, il rumore delle onde del mare.
"I feed myself lies with words left unspoken. Gonna be ok Gonna be ok. One day, One day.. That day never came, thay day, never comes. I'm not lettin' go I keep hangin' on. Everybody says that time heals the pain I've been waitin' forever. That day never come" E poi, volsi lo sguardo in platea, sui miliardi di fan che gridavano e piangevano di gioia, cantando a squarciagola. E tra i tanti visi, tra i tanti sorrisi, vidi il suo. Quel giorno era finalmente arrivato.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1










_Basta sono stanco, stufo marcio di tutto, di tutti e di te!_
_Ma che centro io!_
_Hai riso alla sua battuta! Perché la gente fatica a vedermi come un uomo?! Sono un uomo, un u o m o!_
_Stavamo solo scherzando, non prendertela così.._
_Ci hanno scambiato per una coppia in viaggio di nozze, cristo santo, e indovina chi credevano fosse la felice sposina?!_
_Dai non te la prendere con quel pover’uomo, ti ha visto truccato, con gli stivali col tacco, si è sbagliato e, in fondo, quando ha scoperto che eri un ragazzo si è scusato subito._
_Ma quando mi ha visto per la prima volta, dovrebbe aver sentito che ho la voce da uomo, ho le braccia piene di peli; e per la cronaca, non sono arrabbiato tanto con lui, quanto con te! “Vorremmo la camera matrimoniale, con il letto a forma di cuore e petali di rose rosse anche quelle a cuore, sparse tra le lenzuola” oppure “Adesso ti porto in camera in braccio mia amata, ma abbassa la testa mi raccomando, altrimenti rischi di sbatterla sullo stipite!” … Credi di essere simpatico?_
_Sì, volevo sdrammatizzare sul malinteso, ma ovviamente tu sei talmente orgoglioso, antipatico, permaloso e snob da non sorridere nemmeno ad un paio di innocenti battute!_
_Prova tu ad essere preso in giro costantemente, ininterrottamente dalla stampa, dal mondo, sul tuo orientamento sessuale, sul tuo fisico sempre troppo magro per gli altri, sul tuo modo di vestire troppo ambiguo, sul tuo modo di parlare, sul tuo modo di camminare! E adesso ci si mette pure mio fratello gemello! Siamo venuti proprio qua per stare tranquilli, lontano da giornalisti e da pazze che si arrampicano sul cancello di casa o ti tirano uova sul cruscotto dell’auto! Ma se devo essere perseguitato dai pregiudizi anche qui, in un’isola sperduta dell’Atlantico, preferisco tornare in Germania Tom_



Mamma mia che giornata… appena cominciata e già da dimenticare. Avevo appena sbattuto la porta in faccia a Tom, e mi ero chiuso a chiave in camera mia. Alla fine, dopo tutto il trambusto eravamo riusciti a farci dare due camere separate. Volevo stare un po’ da solo. Entrambi eravamo consci che questa vacanza non era iniziata nel modo in cui ci eravamo immaginati. Io e Tom eravamo scappati, letteralmente da Amburgo, preparando in fretta e furia una marea di bagagli, sgommando fuori casa le orde di fan in lacrime che, urlando, saltavano cercando di aggrapparsi o soltanto per toccare la macchina in corsa, nel tentativo disperato di salire sul cofano solo per un autografo. Fortuna che non si è fatto male nessuno, altrimenti ce la saremmo dovuta vedere anche con la legge.
La nostra non era una vita normale, pagavamo caro ogni giorno il prezzo del nostro successo: non potevamo uscire di casa se non bardati da testa a piedi per non farci riconoscere, con almeno cinque guardie del corpo come scorta; dovevamo prenotare la settimana prima, in modo da far sgombrare la sala senza troppa confusione al nostro arrivo. La maggior parte delle volte non riuscivamo ad entrare neanche nei negozi, tanto che eravamo costretti a mandare Toby a fare la spesa. (Sfortunatamente il caro e vecchio Toby non aveva molta dimestichezza con le marche di preservativi di Tom, tanto che una volta, se ne scappò con una confezione alla profumazione di fragola… E tutti sanno quanto Tom sia allergico a quel particolare frutto rosso, oltre che al colorante rosa… Il resto è a libera immaginazione). Perciò io e mio fratello avevamo deciso di prenderci una vacanza in un posto isolato, lontano dai flash, dai fan e dai paparazzi; un posto in cui avremmo avuto finalmente un attimo di tranquillità. Fuggivamo dal caos di Berlino, dallo stress accumulato dopo un anno di estenuante lavoro, che sfortunatamente non aveva dato i propri frutti. L’ultimo album non aveva venduto granché, e durante il tour avevamo addirittura cancellato cinque date, a causa della scarsa vendita dei biglietti.
“I Tokio hotel sono decaduti, hanno perso la loro corona” , “5 Date cancellate, è davvero finita l’era Tokio hotel?”
Leggevamo il nostro nome ovunque, seguito da una serie di commenti negativi sul flop degli ultimi singoli. Sui forum le fan si lamentavano del nostro scarso interesse durante meet e live, ci accusavano di non scrivere più col cuore. Ma la verità era un’altra, loro non riuscivano a capire.
Bill Kaulitz aveva perso il suo carisma. Bill Kaulitz aveva perso la sua ispirazione. A causa mia i Tokio hotel rischiavano seriamente di finire nell’archivio “solita boy band da fenomeno passeggero”.
Da qualche mese a questa parte non riuscivo più a scrivere canzoni; appoggiavo la penna sul foglio e attendevo ore prima di scrivere anche solo una singola parola, ma nulla. Speravo davvero che una vacanza mi avrebbe aiutato. Speravo che l’ispirazione sarebbe arrivata in un lampo, eppure provavo solo rabbia, tristezza. Mi sentivo inutile, mi sentivo incapace di portare il gruppo al massimo del successo. Mi mancavano le lacrime delle fan durante i live, mi mancavano le grida di pazia, una volta finito il concerto. Mi sentivo mancare l’ossigeno, avevo bisogno di tutto ciò che prima consideravo solo una “strana e inaspettata normalità”.







_Bill apri, non fare la primadonna! Dai che la cena sta per essere servita_ Tom era dall’altra parte della porta, e batteva contro questa insistente, sbuffando come una locomotiva. Litigare non piaceva neanche a lui, ma quel giorno se l’era proprio cercata.
_Continui a sfottermi schifoso ninfomaneleccapassere?_
_Bill, ma sei impazzito?! Ma che dici?!_
_Non fare il finto scandalizzato Tom, lo sai anche tu che è vero_
_Ma che cazzo centra adesso! E poi finiscila con questa sceneggiata, apri questa fottuta porta_
_Neanche per idea!_
_Eddai.. Non voglio mangiare da solo_
_Comprati una bambola gonfiabile_
_Bill, ti odio quando fai cosi, devi sempre avere l’ultima! “Ah, mi prendono sempre in giro, tutti ce l’hanno con me, sono solo, nessuno mi aiuta, nessuno mi ascolta, nessuno mi vuole, buuuuh”! E basta, reagisci invece di lagnarti e piangerti addosso. Con te non si può mai scherzare, mai fare un commento ironico che tu scleri, urli e togli il saluto… Sono STUFO delle tue scenate isteriche!_

Stanco ed offeso dalle sue critiche, decisi di andarmene e di lasciarlo lì a parlare con la porta. Avevo troppi pensieri per la testa per stare ad ascoltare le minchiate di mio fratello. Di solito ero ben preparato ed esercitato a difendermi da quell’orda di stronzate, ma quella sera proprio non avevo la forza. Aprii piano la finestrella della mia stanca, attendo a non farmi udire da Tom; scavalcai il davanzale, finendo in ginocchio sul selciato fresco. Mi allontanai, lasciandomi alle spalle il cancello ed il recinto che proteggeva ferramente il mio bungalow. Passeggiando mestamente arrivai sino alla spiaggia, quasi senza accorgermene. Alzavo nervosamente la sabbia con i piedi, mentre gli occhi erano fissi su un punto indefinito che solo io potevo scorgere.
Erano successo troppe cose quell’anno, troppe. Oltre il flop del disco e del tour, il nostro primo insuccesso, avevo chiuso la mia già breve e traballante relazione con Marianne. Durava solo da due anni scarsi, durante il quale ci eravamo visti pochissimo a causa dei miei frenetici impegni lavorativi. Quando capimmo che l’album aveva venduto una miseria, lei mi aggredì e additò come freddo e insensibile. Mi disse che lavoravo inutilmente, che tutto quello stacanovismo era vano, visti i fari buchi nell’acqua. Diceva che ormai il gruppo era finito, che dovevo stare con lei a casa, invece che allo studio di registrazione; voleva che continuassimo, lei voleva parlare di noi, voleva i confronti e le discussioni sul futuro, sul catering del nostro matrimonio, sul nome dei nostri bambini.
Voleva addirittura un’altra band che suonasse al ricevimento alle nostre nozze! Era chiaro che fosse interessata più al mio portafoglio, alla fama e alla popolarità che le dava il semplice apparire su alcuni scatti di famosi paparazzi, su miliardi di giornali di gossip, che a me. E (s)fortunatamente ne ebbi la piena certezza quando la beccai a letto con l’addetto alle luci. Risultato? Lei cacciata di casa assieme ai suoi stracci, lui licenziato seduta stante.
Non nascondo che, levarsela di torno, era stata più una fortuna che altro. Intrecciare una relazione solo perché attratti fisicamente richiedeva necessariamente grande attrazione sessuale, altrimenti diventava autodistruttivo. Ed io l’avevo provato sulla pelle.

Mi fermai di fronte allo spettacolo meraviglioso dell’oceano che, calmo e silenzioso, rifletteva la luna piena, illuminando la piccola spiaggia. Quanto avrei voluto essere come quelle acque, tranquille e solitarie, abbandonate da tutti e da tutto, semplicemente baciate dai raggi lunari, morenti sopra la loro superficie. Avrei guardato il mondo, sarei annegato nella bellezza dei fondali, tra i mille colori dei pesci e dei coralli.
Ad un tratto, perso nei miei pensieri, vidi una figura camminare lenta e leggiadra a largo dell’oceano. Ero quasi sicuro che si trattasse di una donna: potevo scorgere, nonostante la fitta oscurità, i lunghi capelli neri come la notte e la lieve veste del medesimo colore della luna. La vedevo immergersi sempre di più la dove la marea si alzava, scossa dalle onde che le accarezzavano il corpo sottile, coperto solo da quel vestito bianco e puro. Accecato da tanta bellezza, rimasi in silenzio a guardarla, benché in me sorgesse il mesto sospetto che ella avesse tutt’altre intenzioni che un semplice bagno di mezzanotte. Non era come le altre turiste, non era come le altre donne. Piano ed in assoluto silenzio, affondava tra le onde del mare, come divorata da quell’abisso oscuro, illuminato da una flebile luce bianca. Sussultai in preda all’agitazione: era chiaro, voleva uccidersi! Che cosa potevo fare?
_Hei!_ Urlai, ma lei non si voltò, lei non rispose. Sembrava quasi che ogni suono, ogni singolo rumore si annullasse. Nel frattempo, la luna illuminava i lunghi capelli corvini dispersi tra le acque, e la pelle avorio, bianca come quella di un angelo. _Fermati! Hey!!_ Iniziai a correre verso di lei, alzando qualche schizzo, muovendomi a fatica. Mi voltai solo un attimo verso la spiaggia per gridare aiuto, magari qualcuno sarebbe venuto in mio aiuto. Ma quando volsi lo sguardo nel punto esatto in cui ella si trovava, prima, mi accorsi che era sparita nel nulla. Di lei nessuna traccia. Dove era finita?
Era quasi impossibile, ero sicuro di averla vista avanzare tra le onde, bella come la stessa luna che la illuminava con grazia. Eppure non c’era, e persino i suoni che prima erano assenti, adesso erano ben udibili e distinti. Volsi nuovamente lo sguardo a destra e a sinistra, avanti e indietro; ma nulla. Lei non c’era più, lei era sparita. Annegata tra le tenebre di quella notte di luna piena.



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Note delle autrici:  Salve salvinooo! *-* Eccoci con il primo capitolino! Ok, la smettiamo.. comunque v.v Grazie per il commentino alla prefazione, lo abbiamo apprezzato tanto! Speriamo davvero che la storia vi piaccia, è un po' strana e misteriosa pure per noi v.v è un'incognita ma ci stiamo impegnando davvero tanto a renderla anche un po' comica. Insomma i temi che vogliamo trattare non sono dei più leggeri e semplici, per questo cerchiamo di sdrammatizzare. La nostra storia è ambientata in un anno indefinito (che poi dovrebbe essere questo visto che Bill e Tom hanno 20 anni) e non è mai uscito l'album humanoid, più avanti capirete perchè :) Per adesso vi anticipiamo solo che ne vedrete delle belle! Comunque grazie mille per chi recensirà (Vi prego fateci sapere che ne pensate ç_ç a noi fa solo piacere! Sono accette anche le critiche se costruttive v.v') e per chi adderà tra i preferiti v.v (perchè adderete, veeeero? *puntano pistola XD* no apparte gli scherzi.. v.v)! Un bacioneee <3

Maki e Marty
  
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