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Autore: zakurochan    19/08/2005    0 recensioni
Una nuova ragazza arriverà allo Shoyoku. Misteriosa e piena di problemi. Tra amori indecisi, partite all'ultimo sangue, allenementi estenuanti. Riuscirà a diventare se stessa e a realizzarsi?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anata dake mitsumeteru

Anata dake mitsumeteru

(Guardo solo te)

Cap.1:La partenza…

 

La luce filtrava dalla finestra aperta la notte precedente illuminando l’esile figura di una ragazza che dormiva profondamente seduta sul divano-davanzale della sua camera. I lunghi capelli neri le mascheravano il volto come per non far vedere il suo bel viso coperto da una maschera di dolore. Il dolce canto dei passeri risuonava nell’ambiente. In un angolo della stanza, un piccolo oggetto ormai dimenticato ma per fortuna programmato per suonare all’ora impostata segnava le 7.14: tra un minuto sarebbe suonato rompendo il silenzio che circondava la piccola creatura, riportandola alla brutale realtà della sua vita.

Uno…Due…Tre…DRINNNNN!!!!!!!DRINN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La piccola ragazza mosse leggermente il braccio spostandolo verso destra tastando il vuoto e, capendo che non era seduta sul solito letto, iniziò ad aprire lentamente le palpebre rivelando i suoi occhi ancora rossi dal pianto adattandoli alla luce. Per molti questo potrebbe essere un dolce risveglio, per altri il ritorno all’inferno.

Si stiracchiò e si alzò avvicinandosi al rumore che ancora urlava di svegliarsi alla gente che di questo non voleva saperne. La sua mano si avvicinò e, schiacciando un piccolo pulsante sul retro dell’oggetto, la stanza ritorno alla normale quiete che di solito lì regnava. 

Prese la divisa da sopra la sedia e, con questa in mano si avviò verso il bagno sperando di non incontrare nessuna spiacevole conoscenza lungo il corridoio. Per sua sfortuna non successe così, stava già pensando che l’impresa di arrivare alla toilette sana e salva da scontri verbali con sua madre si fosse realizzata quando, la porta di essa si apri e ne uscì Makino Mian in vestaglia.

*Ma perché devo essere così sfigata?Neanche una volta che me ne vada una giusta. Qualunque cosa faccia sta vecchia è sempre in mezzo! Ah, quanto vorrei andare a vivere via da qua!!!!!*

-N’giorno ma’…

-Buon giorno cuccioletta!

Le rispose sua madre tutta pimpante…*Ma che cavolo le sarà successo per essere così alle 7.30 del mattino?Di solito sembra uno zombie peggio di me*

-Posso usare il bagno?

-Ma certo tesoro mio!!! Ho appena finito! Entra pure.

-Grazie

Entrò in bagno chiuse la porta e cominciò a spogliarsi. Finito andò sotto la doccia, che per fortuna era a dimensioni “Padre” e lei ci stava dentro perfettamente con il suo metro e ottanta, per farsi una bella doccia fredda, svegliarsi e assumere un aspetto più presentabile di quello che aveva appena svegliata, cioè quello di uno zombie di almeno cento anni.

Finito, prese la divisa e se la mise addosso: si infilò prima la gonnellina azzurra a quadretti neri, poi la camicia bianca con sopra la giacca nera e, infine si mise le calze nere(nn sono proprio calze nn so cm spiegare, avete mai visto le situazioni di lui e lei? Beh sn tipo qll ke porta Yukino, qll ke arrivano fino a metà coscia) con sopra un paio di scalda muscoli neri. Si affacciò allo specchio per mettersi un po’ di matita nera sugl’occhi color verde smeraldo che aveva: un po’ di trucco non guasta mai.

Aprì la porta del bagno e corse in camera sua per prendere la borsa coi libri e di nuovo giù come un fulmine in soggiorno per andare a scuola.

-Mà io vado…

Disse infilandosi le converse nere ai piedi.

-Di già? non hai manco fatto colazione e poi ti devo dire…

Non la lascio neanche finire che uscì di casa sbattendo la porta.

-…Una cosa.

Concluse sua madre sapendo benissimo che ormai la presenza di sua figlia in casa era sparita.

 

Yuko camminava per le strade di Osaka in cerca del gruppo: non c’erano al campetto e questo era strano, molto strano. Di solito prima di andare a scuola faceva un po’ di tiri liberi con loro, gare di palleggi o di tiri da tre. Ma oggi non c’erano, il che era molto strano, non che gliene importasse di quelle ragazze, erano tutte appassionate di basket  di diverse scuole, si trovavano a quel campetto per farsi una giocata e per tenersi in allenamento visto che non tutte  le scuole superiori della zona avevano la squadra di basket femminile anzi, ce ne era solo una che l’aveva. Se lo sapeva prima ci sarebbe andata all’Osaki ma, ormai era già iscritta al Ryosho da quando frequentava le medie: era decisa a fare quel liceo. Pensava che, visto che il Ryosho aveva la squadra più forte di Osaka, avrebbero avuto di sicuro anche una squadra di Basket femminile più tardi ma, visto che c’erano poche ragazze oltre a lei per formare la squadra, non si formò.

*E’ inutile! Ho cercato per tutta Osaka ma non ci sono! Meglio che vada a scuola sono già le 9.00. Adesso mi preparo la giustificazione falsa…*

Si sedette su una panchina e tirò fuori dalla borsa il diario. Iniziò col scrivere:

 

                                                                                                            Osaka-21-03-2005

Carissima Professoressa Sawasa,

                                                    Le comunico che mia figlia Yuko a ritardato l’entrata per colpa di problemi famigliari molto grandi.

                                                   Gentili Saluti Makino Mian

 

Osservò parecchie volte la giustificazione per la Sawasa: era perfetta.

*Ormai la firma la so fare meglio io di mia madre, questa giustificazione è come se l’avesse fatta lei*

Rilesse un’altra volta si avviò verso la scuola.

 

Intanto nello studio della professoressa Sawasa è in atto un colloquio:

-Allora ci ha pensato Signora Mian?

-Sì io e mio marito abbiamo preso una decisione: ci proveremo e…

-Sono molto felice, vedrà che Yuko si integrerà perfettamente in quella casa, ci sono molti ragazzi come lei,…

-Intende dire con problemi come i suoi?

Chiese incerta la signora Mian: come l’avrebbe presa sua figlia?

-No, in un certo senso sì. Ci sono ragazzi di talento sportivo come sua figlia e poi anche se è aperto da poco tratta anche i casi come quelli di Yuko.

-Ok allora affare fatto. Cosa le dobbiamo?

-Sono 200 yen ogni mese…

Oh mio dio, qui soldi non erano tanti ma neanche pochi! Doveva mettersi a lavorare di nuovo anche lei se no non avrebbero tirato avanti…

-Sua figlia può partire anche domani alle 14.00 quindi, prepari le valige perché domani Yuko partirà per la prefettura di Kanagawa, destinazione precisa liceo Shoyoku.

-Ok domattina non verrà a scuola per preparare le sue cose e per…

Cominciò a dire sua madre ma fu interrotta dalla professoressa.

-ecco le do il tagliando con le informazioni per trovare il posto.

-Oh, grazie.

Disse Makino infilando il volantino in borsa

-Arrivederci.

-Arrivederci signora.

La professoressa sorrise: era sicura che finalmente arrivata lì quella ragazza sarebbe cambiata, sarebbe finalmente diventata un’altra. Infondo quella peste vivente le stava simpatica, era felice di aver fatto qualcosa di utile per lei.

 

La porta della classe 2c(tenendo conto che in giappone la scuola media inizia quando hanno 11 anni e il liceo quando ne anno 15 la protagonista a 16anni. Questo lo dico per le persone che non lo sanno.) si aprì bruscamente: ormai nessuno ci badava, sapevano tutti chi apriva la porta a quel modo.

-Buon Giorno Mian, a cosa dobbiamo la sua visita?

Chiese la professoressa Sawasa senza neanche distogliere lo sguardo dal libro.

-Alla voglia di divertirmi con lei.

Rispose acida Yuko.

-ne sono onorata, adesso vada al suo posto e mi porti la giustificazione.

Yuko si avviò fra le file di banchi fino ad arrivare all’ultimo in fondo vicino alla finestra: era il suo posto preferito. Appoggiò la borsa e prese il diario portandolo alla prof. che lo lesse attentamente.

-Ok Mian può tornare a posto.

Si riprese il diario e si avviò verso il suo banco.

Arrivata si sedette pesantemente sulla sedia mettendosi ad osservare il paesaggio circostante e preparandosi a una lunga e noiosa giornata scolastica.

 

Il walckman pompava a tutto volume la scatenata Avril Lavigne in Happy Eading mentre una ragazza camminava tranquilla per le vie di Osaka, stava ritornando a casa visto che al campetto era sicura di non trovare nessuno, di solito stava là fino alle sette di sera e poi ritornava a casa ma, oggi le ragazze al campetto non c’erano.

*Che rottura di coglioni, la Sawasa sta proprio iniziando a rompere sempre di più. Prima almeno mi mandava al posto con un insufficiente ed era morta là, adesso deve farmi tutta la ramanzina, è quasi peggio di mia madre! A proposito chi sa che cosa dirà la mia vecchia vedendomi arrivare così presto…Non avrà preparato niente di sicuro per me e di sicuro ci sarà anche quel…*

I suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo J-SH010(cellulare di marca giapponese, molto ma molto bello, vi faccio la descrizione:colore bianco, dimensioni=lunghezza:8cm(credo qualcosa del genere)larghezza:1,5cm(Approssimata anche questa), apertura a conchiglia. In Giappone vanno di una moda dal 2003, intendo quelli a conchiglia. Cn fotocamera e credo anche videocamera) che vibrava in silenzioso nella tasca della sua gonna.

*Chissà chi sarà, nessuno mi chiama quasi mai visto che non ho tanti amici, qualche volte Mikami*

Tirò fuori il cellulare dalla tasca e guardo sullo schermino esterno che segnava: chiamata Mamma.

*Oh mio Dio! Mia madre che mi chiama sul cellulare chi sa cosa sarà successo? Magari il mio patrigno è morto? Boh speriamo in bene che sia così*

Mise in “Pause”il walckman ed aprì lo sportello del cellulare mettendoselo vicino all’orecchio e dicendo:

-Pronto?

-Cuccioletta sono io la mamma.

-Questo lo avevo capito mamma.

-Ah davvero e come?

-Mi appare il tuo nome sul display.

-Ah giusto me ne ero dimenticata!

-Sì come al solito. Comunque perché mi hai chiamata?

-Ah perché ti ho chiamata beh per sapere come stavi e per…

-Mamma mi hai vista stamattina…

-Si lo so beh volevo sapere com’è andata a scuola e…

-Bene mam…

-Lasciami finire tesoro, puoi venire a casa per pranzo?

-Si, mamma ma…

-Bene allora ti aspetto con il tuo piatto preferito.

-Ma m…

-Tu-tu, tu-tu

-Cazzo ha attacato. Va beh intanto a casa ci dovevo andare lo stesso.

E, detto questo, si avviò verso casa.

 

 

Arrivata, prese le chiavi dalla borsa ed aprì.

Appena mise piede dentro, al suo naso arrivò un distinto odore di arrosto con patate (lo so, è Giapponese ma lei e sua madre sono due patite di cucina Italiana anche perché il padre era Italo-Giapponese ).

*Wauh!!!La mamma mi deve dire proprio qualcosa di importante con una pranzetto così!!!! Per mia sfortuna però Kado non è morto… -_-*

-Mamma sono ritornata!!!!

Urlò e si avviò verso la porta della cucina. Appena le fu davanti le apparve una situazione che non vedeva da tempo indefinito: sua madre con il grembiule a palloni da basket che le aveva regalato lei stessa, con le padelle in mano, i capelli neri come i suoi legati in una coda a cavallo, il guantone abbinato al grembiule con gli stessi disegni che teneva in mano la pirofila con dentro l’arrosto contornato dalle patate, suo padre seduto con il sorriso davanti al suo posto…Stava quasi per fare un sorriso anche lei quando, si ricordo che, quell’uomo con il sorriso non era suo padre, quell’uomo era Kado il suo “patrigno”. Il sorriso le scomparse: non sarebbe mai stata felice in quella famiglia. Almeno non finche quell’uomo non fosse uscito dalla sua vita e suo padre non ne fosse rientrato e, questo sapeva benissimo era impossibile.

Entrò in cucina.

-Ciao tesoro.

Disse sua madre mettendo la pirofila in tavola.

-Ciao.

Rispose indifferente.

-Ciao Yuko.

Disse Kado.

Non rispose e si sedette a tavola, davanti a lui.

 

Finito di mangiare si stava alzando per andare in camera sua quando sua madre la fermò dicendo:

-Cara resta un po’ qua con noi. E’ da tanto che non parliamo più come una famiglia.

-Forse perché non siamo la “mia” Famiglia.

Disse lei alzandosi di nuovo ma, sua madre si alzò prima di lei fermandola.

-Adesso basta con questa storia!! Paolo non fa più parte della nostra famiglia! Adesso siamo noi la tua famiglia!! Io e Kado!!!

-Papà farà sempre parte della nostra famiglia mamma!!!!

Disse lei con gli occhi lucidi.

-Certo che ne farà parte ma non più come padre!!!! Ne farà parte come presenza ma, tuo padre adesso è Kado!

-NO!!!!!NO che non lo è!!!!!!!!

Si mollò dalla stretta di sua madre e si diresse  verso la porta della cucina per uscirne.

-Comunque visto che non ti piace vivere con noi da domani pomeriggio andrai a vivere a Kanagawa.

Le si fermò il cuore, il sangue non circolava più, la testa si mise in motore e un mare di pensieri facevano a gara per vedere chi entrava per primo dentro ad essere analizzato.

*A Kanagawa????? No, non è possibile è a sei ore da qua!!!!!!!*

Quello che pensò lo trasformò in parole urlate.

-A Kanagawa????????????!!!!!!!!!!!!!! È a sei ore da qui!!!!!!! È vicino a Tokyo!!!! Nel Kanto!!! Sarò lontana da tutto e tutti quelli che conosco e a qui voglio bene!!!!

-Ah, davvero? Non mi sembra che tu abbia molti amici! E non mi risulta neanche che tu sia attaccata a delle cose materiali come questa casa!!!!!

Ormai la sua rabbia traspariva da tutte le parti ma, mai quanto quella della figlia che in quel momento si era scatenata in tutta la rabbia, la frustrazione e  la tristezza accumulata da un anno.

Si girò e uscì dalla cucina sbattendo la porta e gridando con tutta la voce che aveva:

-Ma vai a fan culo!!!!!!!! E fottetevi tutti e due!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Sua madre aprì la porta e gridò:

-Prepara le valige che parti domani pomeriggio alle 2!!!!!!!!!!!!!!

 

Su in camera distesa sul letto:

-Ma perché deve fare così???????????!!!!!!!!!???????? Io non le sto facendo niente! Kanagawa…Da tutt’altra parte di qua, un altro mondo, un altro modo di pensare, un altro modo di parlare(I cittadini di Osaka sono molto attaccati alle loro origini e la loro lingua anke se Giapponese a qualcosa di proprio. Sempre per chi non lo sapesse), di vestire e di fare tutto. È sulla costa orientale mentre noi siamo su quella meridionale, loro sono vicino l’oceano noi siamo dentro una baia, poi è la quinta prefettura più piccola del Giappone!!!!!(ma non era lei che nn studiava?ndLettori Sì ma l’ha studiato in terza media sulla storia del Giapponendme ah OkndLettori)

E si mise a piangere.

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Continua….

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Cosa ne pensate eh??????? EH???????????? VI PREGO RECENSIONI SE NO MI SCORAGGIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 11000 kisses Zakuro

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