Anata
dake mitsumeteru
(Guardo solo te)
Cap.1:La
partenza…
La luce filtrava dalla finestra
aperta la notte precedente illuminando l’esile figura di una ragazza che
dormiva profondamente seduta sul divano-davanzale della sua camera. I lunghi
capelli neri le mascheravano il volto come per non far vedere il suo bel viso
coperto da una maschera di dolore. Il dolce canto dei passeri risuonava
nell’ambiente. In un angolo della stanza, un piccolo oggetto ormai dimenticato
ma per fortuna programmato per suonare all’ora impostata segnava le 7.14: tra
un minuto sarebbe suonato rompendo il silenzio che circondava la piccola
creatura, riportandola alla brutale realtà della sua vita.
Uno…Due…Tre…DRINNNNN!!!!!!!DRINN!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La piccola ragazza mosse leggermente
il braccio spostandolo verso destra tastando il vuoto e, capendo che non era
seduta sul solito letto, iniziò ad aprire lentamente le palpebre rivelando i
suoi occhi ancora rossi dal pianto adattandoli alla luce. Per molti questo
potrebbe essere un dolce risveglio, per altri il ritorno all’inferno.
Si stiracchiò e si alzò avvicinandosi
al rumore che ancora urlava di svegliarsi alla gente che di questo non voleva
saperne. La sua mano si avvicinò e, schiacciando un piccolo pulsante sul retro
dell’oggetto, la stanza ritorno alla normale quiete che di solito lì
regnava.
Prese la divisa da sopra la sedia e,
con questa in mano si avviò verso il bagno sperando di non incontrare nessuna
spiacevole conoscenza lungo il corridoio. Per sua sfortuna non successe così,
stava già pensando che l’impresa di arrivare alla toilette sana e salva da
scontri verbali con sua madre si fosse realizzata quando, la porta di essa si
apri e ne uscì Makino Mian in vestaglia.
*Ma perché devo essere così
sfigata?Neanche una volta che me ne vada una giusta. Qualunque cosa faccia sta
vecchia è sempre in mezzo! Ah, quanto vorrei andare a vivere via da qua!!!!!*
-N’giorno ma’…
-Buon giorno cuccioletta!
Le rispose sua madre tutta
pimpante…*Ma che cavolo le sarà successo per essere così alle 7.30 del
mattino?Di solito sembra uno zombie peggio di me*
-Posso usare il bagno?
-Ma certo tesoro mio!!! Ho appena
finito! Entra pure.
-Grazie
Entrò in bagno chiuse la porta e
cominciò a spogliarsi. Finito andò sotto la doccia, che per fortuna era a
dimensioni “Padre” e lei ci stava dentro perfettamente con il suo metro e
ottanta, per farsi una bella doccia fredda, svegliarsi e assumere un aspetto
più presentabile di quello che aveva appena svegliata, cioè quello di uno
zombie di almeno cento anni.
Finito, prese la divisa e se la mise
addosso: si infilò prima la gonnellina azzurra a quadretti neri, poi la camicia
bianca con sopra la giacca nera e, infine si mise le calze nere(nn sono proprio
calze nn so cm spiegare, avete mai visto le situazioni di lui e lei? Beh sn
tipo qll ke porta Yukino, qll ke arrivano fino a metà coscia) con sopra un paio
di scalda muscoli neri. Si affacciò allo specchio per mettersi un po’ di matita
nera sugl’occhi color verde smeraldo che aveva: un po’ di trucco non guasta
mai.
Aprì la porta del bagno e corse in
camera sua per prendere la borsa coi libri e di nuovo giù come un fulmine in
soggiorno per andare a scuola.
-Mà io vado…
Disse infilandosi le converse nere ai
piedi.
-Di già? non hai manco fatto
colazione e poi ti devo dire…
Non la lascio neanche finire che uscì
di casa sbattendo la porta.
-…Una cosa.
Concluse sua madre sapendo benissimo
che ormai la presenza di sua figlia in casa era sparita.
Yuko camminava per le strade di Osaka
in cerca del gruppo: non c’erano al campetto e questo era strano, molto strano.
Di solito prima di andare a scuola faceva un po’ di tiri liberi con loro, gare
di palleggi o di tiri da tre. Ma oggi non c’erano, il che era molto strano, non
che gliene importasse di quelle ragazze, erano tutte appassionate di basket di diverse scuole, si trovavano a quel
campetto per farsi una giocata e per tenersi in allenamento visto che non tutte le scuole superiori della zona avevano la
squadra di basket femminile anzi, ce ne era solo una che l’aveva. Se lo sapeva
prima ci sarebbe andata all’Osaki ma, ormai era già iscritta al Ryosho da
quando frequentava le medie: era decisa a fare quel liceo. Pensava che, visto
che il Ryosho aveva la squadra più forte di Osaka, avrebbero avuto di sicuro anche
una squadra di Basket femminile più tardi ma, visto che c’erano poche ragazze
oltre a lei per formare la squadra, non si formò.
*E’ inutile! Ho cercato per tutta
Osaka ma non ci sono! Meglio che vada a scuola sono già le 9.00. Adesso mi
preparo la giustificazione falsa…*
Si sedette su una panchina e tirò
fuori dalla borsa il diario. Iniziò col scrivere:
Osaka-21-03-2005
Carissima Professoressa Sawasa,
Le comunico che mia figlia Yuko a ritardato l’entrata per colpa di
problemi famigliari molto grandi.
Gentili Saluti Makino Mian
Osservò parecchie volte la
giustificazione per la Sawasa: era perfetta.
*Ormai la firma la so fare meglio io
di mia madre, questa giustificazione è come se l’avesse fatta lei*
Rilesse un’altra volta si avviò verso
la scuola.
Intanto nello studio della
professoressa Sawasa è in atto un colloquio:
-Allora ci ha pensato Signora Mian?
-Sì io e mio marito abbiamo preso una
decisione: ci proveremo e…
-Sono molto felice, vedrà che Yuko si
integrerà perfettamente in quella casa, ci sono molti ragazzi come lei,…
-Intende dire con problemi come i
suoi?
Chiese incerta la signora Mian: come
l’avrebbe presa sua figlia?
-No, in un certo senso sì. Ci sono
ragazzi di talento sportivo come sua figlia e poi anche se è aperto da poco
tratta anche i casi come quelli di Yuko.
-Ok allora affare fatto. Cosa le
dobbiamo?
-Sono 200 yen ogni mese…
Oh mio dio, qui soldi non erano tanti
ma neanche pochi! Doveva mettersi a lavorare di nuovo anche lei se no non
avrebbero tirato avanti…
-Sua figlia può partire anche domani
alle 14.00 quindi, prepari le valige perché domani Yuko partirà per la
prefettura di Kanagawa, destinazione precisa liceo Shoyoku.
-Ok domattina non verrà a scuola per
preparare le sue cose e per…
Cominciò a dire sua madre ma fu
interrotta dalla professoressa.
-ecco le do il tagliando con le
informazioni per trovare il posto.
-Oh, grazie.
Disse Makino infilando il volantino
in borsa
-Arrivederci.
-Arrivederci signora.
La professoressa sorrise: era sicura
che finalmente arrivata lì quella ragazza sarebbe cambiata, sarebbe finalmente
diventata un’altra. Infondo quella peste vivente le stava simpatica, era felice
di aver fatto qualcosa di utile per lei.
La porta della classe 2c(tenendo
conto che in giappone la scuola media inizia quando hanno 11 anni e il liceo
quando ne anno 15 la protagonista a 16anni. Questo lo dico per le persone che
non lo sanno.) si aprì bruscamente: ormai nessuno ci badava, sapevano tutti chi
apriva la porta a quel modo.
-Buon Giorno Mian, a cosa dobbiamo la
sua visita?
Chiese la professoressa Sawasa senza
neanche distogliere lo sguardo dal libro.
-Alla voglia di divertirmi con lei.
Rispose acida Yuko.
-ne sono onorata, adesso vada al suo
posto e mi porti la giustificazione.
Yuko si avviò fra le file di banchi
fino ad arrivare all’ultimo in fondo vicino alla finestra: era il suo posto
preferito. Appoggiò la borsa e prese il diario portandolo alla prof. che lo
lesse attentamente.
-Ok Mian può tornare a posto.
Si riprese il diario e si avviò verso
il suo banco.
Arrivata si sedette pesantemente
sulla sedia mettendosi ad osservare il paesaggio circostante e preparandosi a
una lunga e noiosa giornata scolastica.
Il walckman pompava a tutto volume la
scatenata Avril Lavigne in Happy Eading mentre una ragazza camminava tranquilla
per le vie di Osaka, stava ritornando a casa visto che al campetto era sicura
di non trovare nessuno, di solito stava là fino alle sette di sera e poi
ritornava a casa ma, oggi le ragazze al campetto non c’erano.
*Che rottura di coglioni, la Sawasa
sta proprio iniziando a rompere sempre di più. Prima almeno mi mandava al posto
con un insufficiente ed era morta là, adesso deve farmi tutta la ramanzina, è
quasi peggio di mia madre! A proposito chi sa che cosa dirà la mia vecchia
vedendomi arrivare così presto…Non avrà preparato niente di sicuro per me e di
sicuro ci sarà anche quel…*
I suoi pensieri furono interrotti dal
suono del suo J-SH010(cellulare di marca giapponese, molto ma molto bello, vi
faccio la descrizione:colore bianco, dimensioni=lunghezza:8cm(credo qualcosa
del genere)larghezza:1,5cm(Approssimata anche questa), apertura a conchiglia.
In Giappone vanno di una moda dal 2003, intendo quelli a conchiglia. Cn
fotocamera e credo anche videocamera) che vibrava in silenzioso nella tasca
della sua gonna.
*Chissà chi sarà, nessuno mi chiama
quasi mai visto che non ho tanti amici, qualche volte Mikami*
Tirò fuori il cellulare dalla tasca e
guardo sullo schermino esterno che segnava: chiamata Mamma.
*Oh mio Dio! Mia madre che mi chiama
sul cellulare chi sa cosa sarà successo? Magari il mio patrigno è morto? Boh speriamo
in bene che sia così*
Mise in “Pause”il walckman ed aprì lo
sportello del cellulare mettendoselo vicino all’orecchio e dicendo:
-Pronto?
-Cuccioletta sono io la mamma.
-Questo lo avevo capito mamma.
-Ah davvero e come?
-Mi appare il tuo nome sul display.
-Ah giusto me ne ero dimenticata!
-Sì come al solito. Comunque perché
mi hai chiamata?
-Ah perché ti ho chiamata beh per
sapere come stavi e per…
-Mamma mi hai vista stamattina…
-Si lo so beh volevo sapere com’è
andata a scuola e…
-Bene mam…
-Lasciami finire tesoro, puoi venire
a casa per pranzo?
-Si, mamma ma…
-Bene allora ti aspetto con il tuo
piatto preferito.
-Ma m…
-Tu-tu, tu-tu
-Cazzo ha attacato. Va beh intanto a
casa ci dovevo andare lo stesso.
E, detto questo, si avviò verso casa.
Arrivata, prese le chiavi dalla borsa
ed aprì.
Appena mise piede dentro, al suo naso
arrivò un distinto odore di arrosto con patate (lo so, è Giapponese ma lei e
sua madre sono due patite di cucina Italiana anche perché il padre era
Italo-Giapponese ).
*Wauh!!!La mamma mi deve dire proprio
qualcosa di importante con una pranzetto così!!!! Per mia sfortuna però Kado
non è morto… -_-*
-Mamma sono ritornata!!!!
Urlò e si avviò verso la porta della
cucina. Appena le fu davanti le apparve una situazione che non vedeva da tempo
indefinito: sua madre con il grembiule a palloni da basket che le aveva regalato
lei stessa, con le padelle in mano, i capelli neri come i suoi legati in una
coda a cavallo, il guantone abbinato al grembiule con gli stessi disegni che
teneva in mano la pirofila con dentro l’arrosto contornato dalle patate, suo
padre seduto con il sorriso davanti al suo posto…Stava quasi per fare un
sorriso anche lei quando, si ricordo che, quell’uomo con il sorriso non era suo
padre, quell’uomo era Kado il suo “patrigno”. Il sorriso le scomparse: non
sarebbe mai stata felice in quella famiglia. Almeno non finche quell’uomo non
fosse uscito dalla sua vita e suo padre non ne fosse rientrato e, questo sapeva
benissimo era impossibile.
Entrò in cucina.
-Ciao tesoro.
Disse sua madre mettendo la pirofila
in tavola.
-Ciao.
Rispose indifferente.
-Ciao Yuko.
Disse Kado.
Non rispose e si sedette a tavola,
davanti a lui.
Finito di mangiare si stava alzando
per andare in camera sua quando sua madre la fermò dicendo:
-Cara resta un po’ qua con noi. E’ da
tanto che non parliamo più come una famiglia.
-Forse perché non siamo la “mia”
Famiglia.
Disse lei alzandosi di nuovo ma, sua
madre si alzò prima di lei fermandola.
-Adesso basta con questa storia!!
Paolo non fa più parte della nostra famiglia! Adesso siamo noi la tua
famiglia!! Io e Kado!!!
-Papà farà sempre parte della nostra
famiglia mamma!!!!
Disse lei con gli occhi lucidi.
-Certo che ne farà parte ma non più
come padre!!!! Ne farà parte come presenza ma, tuo padre adesso è Kado!
-NO!!!!!NO che non lo è!!!!!!!!
Si mollò dalla stretta di sua madre e
si diresse verso la porta della cucina
per uscirne.
-Comunque visto che non ti piace
vivere con noi da domani pomeriggio andrai a vivere a Kanagawa.
Le si fermò il cuore, il sangue non
circolava più, la testa si mise in motore e un mare di pensieri facevano a gara
per vedere chi entrava per primo dentro ad essere analizzato.
*A Kanagawa????? No, non è possibile
è a sei ore da qua!!!!!!!*
Quello che pensò lo trasformò in
parole urlate.
-A Kanagawa????????????!!!!!!!!!!!!!!
È a sei ore da qui!!!!!!! È vicino a Tokyo!!!! Nel Kanto!!! Sarò lontana da
tutto e tutti quelli che conosco e a qui voglio bene!!!!
-Ah, davvero? Non mi sembra che tu
abbia molti amici! E non mi risulta neanche che tu sia attaccata a delle cose
materiali come questa casa!!!!!
Ormai la sua rabbia traspariva da
tutte le parti ma, mai quanto quella della figlia che in quel momento si era
scatenata in tutta la rabbia, la frustrazione e
la tristezza accumulata da un anno.
Si girò e uscì dalla cucina sbattendo
la porta e gridando con tutta la voce che aveva:
-Ma vai a fan culo!!!!!!!! E
fottetevi tutti e due!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sua madre aprì la porta e gridò:
-Prepara le valige che parti domani
pomeriggio alle 2!!!!!!!!!!!!!!
Su in camera distesa sul letto:
-Ma perché deve fare
così???????????!!!!!!!!!???????? Io non le sto facendo niente! Kanagawa…Da
tutt’altra parte di qua, un altro mondo, un altro modo di pensare, un altro
modo di parlare(I cittadini di Osaka sono molto attaccati alle loro origini e
la loro lingua anke se Giapponese a qualcosa di proprio. Sempre per chi non lo
sapesse), di vestire e di fare tutto. È sulla costa orientale mentre noi siamo
su quella meridionale, loro sono vicino l’oceano noi siamo dentro una baia, poi
è la quinta prefettura più piccola del Giappone!!!!!(ma non era lei che nn
studiava?ndLettori Sì ma l’ha studiato in terza media sulla storia del
Giapponendme ah OkndLettori)
E si mise a piangere.
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Continua….
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Cosa ne pensate eh???????
EH???????????? VI PREGO RECENSIONI SE NO MI SCORAGGIO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
11000 kisses Zakuro
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