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Autore: Lanaea    24/04/2010    3 recensioni
Traduzione da parte di Romennim.
K/S che si evolve lentamente, ambientato nell'universo di Star Trek XI.
Un incidente riporta l'Enterprise vicino alla Terra per un po' e questo dà la possibilità a Kirk e Spock di conoscersi meglio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Non posseggo nessun diritto su Star Trek, Kirk, Spock o il lavoro di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea).. solo la mia modesta traduzione.
Se volete in qualche modo usare la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.



Jim si svegliò con un familiare, nebbioso tipo di disorientamento che viene quando hai dormito in un solo posto per un po', e, sfortunatamente, il tuo cervello si aspetta che quel posto sia dove eri al mattino, anche quando non lo è. Fissò il muro per un minuto, aspettando che il suo cervello lo raggiungesse e gli dicesse chi aveva ridipinto la sua cabina, e quindi la memoria gli ritornò e rilasciò un sospiro assonnato. Giusto. Era a casa di sua mamma.

Passandosi una mano sul viso si tirò su e sbirciò con occhi ancora offuscati la sua sveglia. Le cifre 10:05 gli lanciarono indietro uno sguardo truce e accusatore. Huh. Non aveva dormito fino a così tardi da prima che si arruolasse nell'accademia – francamente non era stata un'opzione per lui. Alzarsi all'alba era stata una delle cose più dure a cui abituarsi all'inizio, ma ora che lo stava facendo da un po', dormire fino a tardi lo faceva sentire in imbarazzo e a disagio. Con qualche brontolio scontento sottovoce si sedette sul bordo del letto e cercò di costringersi a svegliarsi. Era un po' lento, quindi gli ci volle quasi un minuto intero prima che si ricordasse.

Spock.

Dannazione. Guardò di nuovo la sveglia. Già, era ancora appena dopo le dieci – e in qualche modo non pensava che il primo ufficiale avesse preso l'opportunità di dormire fino a tardi. Il che significava che probabilmente aveva appena passato le ultime ore da solo con la madre di Jim.

Era imbarazzante? Oh, merda, e se lei avesse iniziato a mostrargli foto imbarazzanti o qualcosa così? Lo aveva fatto in passato. Lei pensava che fosse divertente. Il suo intero album fotografico era pieno di materiale da ricatto a cui non sarebbe stato in grado di sopravvivere.

Porca miseria, devo lavorare con Spock! Pensò freneticamente, muovendosi per rovistare nella sua borsa per le sue cose mentre tentava di non immaginare come sarebbe stato passare i prossimi mesi bloccato nello spazio con un uomo che sapeva che aveva mangiato sapone da bambino. O tentato, in ogni caso. Oh, dio, e c'era la recita scolastica. Con le calzamaglie. Viola.

Jim volò fuori dalla stanza fino al bagno del corridoio. Non fece quasi un tempo record a prepararsi, ma ci andò vicino. Il suo vero record coinvolgeva una ragazza, il fidanzato che lei non si era degnata di menzionare, e un'arma da fuoco che era parecchio illegale secondo le leggi della Federazione. Almeno, era piuttosto sicuro che quello fosse il record – non era stato proprio libero di cronometrarlo, date le circostanze. Ma gli piaceva pensare che la minaccia di avere alcuni dei suoi organi interni ridotti a poltiglia accendesse un fuoco sotto i suoi piedi molto più velocemente dell'idea di essere messo in imbarazzo.

Ma ancora, quello era molto imbarazzo da considerare.

Una volta che fu vestito e non più a rischio di sembrare o odorare in modo orribile, corse giù dalle scale facendo due scalini alla volta. Girando l'angolo controllò il salotto prima, che era vuoto, e poi si diresse verso la cucina. Ma non erano neppure lì.

Fortunatamente, non c'era neanche nessun album fotografico aperto e incriminante, ma a questo punto una mancanza di evidenza spudorata non era molto su cui basarsi. Tuttavia, era un segno incoraggiante. Aggrottò le sopracciglia sconcertato mentre incrociava le braccia e si chiese dove fossero i due. Andati in paese, forse?

Muovendosi in avanti mise la testa fuori dalla finestra per controllare se ci fosse l'auto, ma allora il suono molto distante e molto quieto della voce di sua madre arrivò alle sue orecchie.

Sono fuori, realizzò. Beh, almeno li aveva trovati – più o meno. Facendosi forza si mise le scarpe e poi si diresse fuori oltre la porta d'ingresso, seguendo i vaghi suoni della conversazione finché divennero più chiari, e trovò sua madre e Spock. Sua madre sembrava che stesse dando da mangiare alle galline. Spock era con lei, le sue mani chiuse dietro la schiena nella sua posizione solita, anche se leggermente più rilassata, mentre osservava. Entrambi tirarono su lo sguardo al suono delle sue scarpe che calpestavano il terreno.

Sua madre gli sorrise, e Spock lo graziò di un breve sguardo di riconoscimento, raddrizzando un po' la schiena mentre lui si avvicinava.

“Scusate se ho dormito fino a tardi” disse immediatamente, prima di notare con un po' di divertimento che una delle lisce e lucenti galline nere stava beccando vicino ai piedi di Spock. Faceva il paio coi suoi capelli.

“Non essere sciocco, Jimmy” sua madre lo rassicurò, alzando gli occhi al cielo. “Sei in vacanza. Come puoi dormire fino a tardi quando sei in vacanza?”

“Sono stato informato da tua madre che questa è una impossibilità universale, indipendentemente da fattori medici, sociali o personali che possano indicare altrimenti.” O, in altre parole, 'ti avrei svegliato ma non mi ha lasciato'. Jim sorrise a Spock. Almeno non sembrava che il suo primo ufficiale avesse perso d'un tratto tutto il suo rispetto per lui.

Ma ancora, sarebbe stato probabilmente molto esperto a nasconderlo se lo avesse perso.

“Ok, ho capito” acconsentì, cercando di prendere la via diplomatica e facendo sì che l'argomento venisse fatto cadere. “Quindi cos'avete fatto tutta la mattina?”

Sua madre mosse la mano in maniera vagamente sbrigativa. “Oh, abbiamo solo chiacchierato e badato ad alcuni lavoretti.”

'Chiacchierato' poteva voler dire qualunque cosa. Guardando rapidamente tra i due, Jim decise, e poi si schiarì la gola. “Posso parlarti per un minuto, Mamma?” chiese, sperando di non star facendo sentire Spock intenzionalmente escluso – anche se lo stava intenzionalmente escludendo. Ma Spock non mostrò alcun segno di disagio o di irrigidimento intorno agli occhi, e sua madre si limitò a sorridere allegramente ed ad annuire, dando istruzioni al suo primo ufficiale di continuare a 'badare alle galline' mentre lui la conduceva via.

Una volta che furono fuori dalla portata particolarmente impressionante dell'udito di Spock, Jim andò dritto al punto. “Non gli hai mostrato nessuna foto, vero?” chiese.

Sua madre lo guardò, sbuffò, e poi immediatamente scoppiò a ridere. Il suo umore calò a picco. Oh, no, no, no, no... Spock aveva una memoria perfetta. Non era come quella umana, che diventava tutta sfocata e rovinata col tempo. Beh, sempre che avesse detto la verità quando l'aveva detto, ma tutte le prove fino a quel momento sembravano sostenere l'affermazione. Non sarebbe rimasto sorpreso se la memoria di Spock poteva preservare immagini meglio di quanto le foto facessero veramente.

“Jimmy, tesoro, sei così carino quando sei terrorizzato” sua madre lo informò allegramente, e lui aggrottò le sopracciglia.

“Mamma, Spock è-”

Ma qualunque cosa Spock fosse non ebbe la possibilità di dirlo, perché sua madre lo interruppe. “Lo so, lo so, ti sto solo prendendo in giro. Puoi rilassarti – non ti ho spogliato della tua dignità. Per ora.”

Jim rilasciò un sospiro di sollievo. Un po' della tensione scivolò via dall'inizio dello stomaco e fuori dalle sue spalle, liberandolo dal mal di testa che aveva minacciato di crescere dietro ai suoi occhi. Allungando la mano, sua madre diede una stretta veloce, ma affettuosa al suo polso. Ma quando la guardò in viso, la sua espressione era distante. “ Se il suo ufficiale comandante, dopo tutto” disse quietamente. “Deve rispettarti se deve ascoltarti.”

Anche se i pensieri stessi di Jim si stavano muovendo in qualche modo in quella direzione, si trovò a scostarsi un po' dal commento, e dai toni rassegnati che sua madre aveva adottato. C'era una qualità ritmica nella sua voce che gli diede l'assillante impressione che stesse citando qualcuno, anche se chi o cosa non avrebbe potuto dirlo.

“Il suo lavoro non è solo ascoltarmi” disse senza riflettere, quasi sulla difensiva, cercando di muovere la conversazione fuori da territori pericolosi. “È nei suoi compiti mettere in questione i miei ordini se pensa che siano sbagliati. O se sono compromesso. Fa in modo che io non diventi ossessionato dalle mie cazzate e faccia casino.” Non che direbbe mai una cosa del genere davanti a Spock.

Ma le sue parole non fecero nulla per portare indietro sua madre da dove si era lasciata affondare ora. Invece sembrarono solo peggiorare la situazione, facendo sì che il suo viso si oscurasse un po', e disse semplicemente “Lo so, Jimmy” prima di voltarsi e tornare indietro. Discussione finita, a quanto pareva.

Non sapeva perché si sentiva così irritato. Dopo tutto, aveva ottenuto la notizia che voleva – crisi evitata – e nessuna delle vere cose che sua madre aveva detto erano cattive o sbagliate. Era solo che la notte prima sua madre era stata così allegra, e avevano passato l'intera serata parlando del fatto che lui fosse un capitano della Flotta Stellare, e ora tutto d'un tratto lei era di nuovo lì a chiudersi in se stessa diventando tutta rigida e tesa e distante... odiava quello sguardo sul suo viso quando diventata così.

Beh. Almeno non doveva sopportarlo ancora a lungo. Dopo tutto, aveva piani adesso. Con un brusco, frustato calcio alla polvere, si voltò e seguì i suoi stessi passi fino alle galline, dove Spock stava dando a sua madre una dalle sue occhiate di traverso.

“Su, Spock” disse, marciando dritto oltre di loro e rallentando solo per essere sicuro che il suo primo ufficiale avesse ricevuto il messaggio. “Andiamo a girare. Se ci muoviamo ora riusciamo probabilmente a prendere uno degli shuttle veloci verso il confine”

Sua madre rimase silenziosa mentre lo sguardo di Spock si spostava tra di loro. Esitò solo un momento, e poi si mise a camminare dietro a Jim.

“Secondo il tempo stimato dall'equipaggio per il completamento delle riparazioni del computer, ci sono un minimo di quattro giorni di permesso che ci rimangono. Non è imperativo che partiamo oggi” Spock sottolineò ragionevolmente. Jim lo guardò.

“Certo, ma non è che ci sia rimasto molto altro da fare qui, Spock” controbatté, mentre le sue scarpe risuonavano sugli scalini della veranda.

“Tua madre mi stava esprimendo la sua approvazione alla tua visita questa mattina. Non pensi sia prudente almeno fare qualche attività con lei prima di partire?”

Jim si fermò, la sua mano sospesa sul chiavistello della porta, e fece un respiro.

“Sembrava... estraniata dopo la tua conversazione” aggiunse Spock, con giusto un accenno di disapprovazione nella sua voce.

“Già, ma quello non è colpa mia” disse con rabbia tutto d'un tratto, sentendo la vecchia sferzata di insicurezza e atteggiamento difensivo montare dentro dentro di lui – tutto impacchettato ordinatamente in un piccolo, tenero pacco che sussurrava che magari lo era. Non aveva mai guardato Sam in quel modo, dopo tutto, e Dio solo sapeva perché. Suo fratello maggiore era pure quello chiamato come suo padre. “Non posso farci nulla se qualunque cosa io faccia la fa chiudere così.”

“Non hai espresso il tuo desiderio di partire?” Spock chiese, chiaramente un po' sconcertato.

“No” replicò Jim, forse solo un po' amaramente, e quindi decise semplicemente di continuare e aprire la dannata porta. Perché stava esitando comunque? Il chiavistello scattò sotto il suo pollice e lo spinse, e poi marciò intenzionalmente verso le scale per recuperare la sua borsa. Avevano bisogno di trovare alloggi per viaggiatori mentre erano in giro a esplorare, ma quello non sarebbe dovuto essere un gran problema.

“Quindi non sai cosa ha provocato il suo cambiamento di atteggiamento?” Spock insistette, sorprendendo Jim un po' – solitamente era lui quello che cercava di ficcare il naso nella vita privata del Vulcaniano, e non il contrario. “Inspiegabili alterazioni nell'umore e nel comportamento possono essere spesso segno di malattia...”

“Non è malata” Jim lo interruppe, avvicinandosi e posando una mano sulla ringhiera delle scale. La sua presa fece diventare le sue nocche bianche mentre il suo umore – sempre una qualità orribile e autodistruttiva dentro di lui – montava di nuovo. “So cosa non va in lei. Voglio solo andarmene prima di peggiorare la cosa.”

Per un momento rimase semplicemente lì, resistendo l'impulso di fare qualcosa di stupido. Spock lo guardava. Ma quando parlò di nuovo, la sua voce era benedettamente libera da anche un accenno di accusa. “Chiedo scusa. Non avevo intenzione di superare i miei limiti.”

Jim sospirò, mentre la ritirata calma e placante del suo primo ufficiale sgonfiava la sua rabbia come un ago un palloncino. Francamente era un po' sorpreso che Spock avesse notato che qualcosa non andava, ma non avrebbe dovuto esserlo. L'uomo era un appassionato osservatore, e solo perché sopprimeva le sue stesse emozioni non significava che non intuisse quelle degli altri.

“Non esserlo” disse. “Immagino che sembri confondere in un certo senso se non ne sai molto.” Non che Jim stesso sapesse 'molto' pure lui, in realtà. Ma aveva rinunciato a cercare di capire come la mente di sua madre lavorasse molto tempo fa. O la sua stessa mente, per quello. “Qualche volta è solo... differente. Mi aspettavo davvero che fosse molto peggio ora che sono nella Flotta Stellare, sai, così penso che dovrei solo essere grato del fatto che non sia così. Ma diventa solo peggio una volta che inizia” spiegò, nemmeno certo del perché ne sentisse il bisogno.

“Curioso” disse Spock. “Non è da te ritirarti.”

Il suo viso arrossì leggermente al rimprovero percepito in quelle parole. “Già. Che ne sai?” scoppiò. Spock non reagì al commento, ma tuttavia, Jim se ne pentì immediatamente. Tuttavia, non pensò di essere ancora arrivato al livello di umiltà richiesto per rimangiarselo. Così invece corse sulle scale, cercando di ignorare il pressante cambiamento continuo delle sue emozioni, e il passo misurato del suo primo ufficiale che seguiva dietro di lui quietamente.

Jim si rilassò marginalmente quando Spock entrò nella stanza di Sam per recuperare le sue cose, e dopo che ebbe frettolosamente preparato la sua borsa, appoggiò la testa contro il muro più vicino. Forse stava reagendo in modo eccessivo. Ma se c'era una cosa peggiore che essere tormentato da un fantasma, era essere scambiato per uno. Non ne poteva più. Quando sua madre diventata distante così, era come se lei non sapesse se volesse o meno vedere qualunque cosa fosse di lui che la faceva scivolare e cadere oltre la portata di chiunque. Non sapeva neppure come o perché lo faceva iniziare. E poi l'Ammiraglio Pike, per quanto a Jim piacesse l'uomo – beh, anche con lui c'era una cosa del genere. Anche se almeno con l'ammiraglio sembrava aver approvato di... di qualunque cosa fosse. La volta più strana, però, era stata con l'altro Spock. Jim era abituato a persone che cercavano di vedere qualcun altro quando guardavano lui. Ma era abituato a che questa persona fosse suo padre, e non se stesso da un'altra dimensione, o dal futuro, o da qualunque posto fosse. In entrambi i casi era comunque stufo.

E dannazione, perché doveva sopportarlo? Perché le persone volevano così tanto che lui fosse qualche altro ragazzo morto da tempo?

“Credo siamo pronti a partire” la quieta voce di Spock lo riscosse dai suoi pensieri, e si raddrizzò immediatamente, notando che il suo primo ufficiale era fermo in attesa appena fuori dalla porta aperta.

“Ok... ok, andiamo” Jim acconsentì frettolosamente, prendendo su la borsa e uscendo. Sua madre li stava aspettando sul portico.

“Andate via?” chiese

“Già” acconsentì.

Ci fu un momento di silenzio piuttosto imbarazzato, mentre sua madre sembrava oscillare tra sollievo e frustrazione, e una delle sue mani giocherellava lievemente con il bordo della sua manica. “Non dovete andare via così presto” disse alla fine. “Se state per un po' vi posso portare io alla stazione dei trasporti più tardi.”

Jim si accigliò, momentaneamente dibattendosi nell'incertezza all'espressione quasi supplicante sul suo viso. Questo non era come le cose andavano solitamente. Normalmente quando le cose iniziavano a diventare... tese... tra di loro lei lo lasciava solo andare. Piuttosto spesso sembrava perfino un po' segretamente sollevata, come se non potesse affrontare la situazione molto meglio di lui. Forse stava solo protestando perché Spock era lì, ma neanche quello era molto da lei.

“Mi dispiace, Jim” disse dopo un po', mentre lui cercava una risposta adatta che non fosse 'huh?'

“Non obietterei a una visita più estesa” intervenne Spock, e, scioccando completamente Jim, poi abbassò una mano leggermente contro la sua spalla. Il tocco era insolitamente caldo, poiché la sua fisiologia aliena gli dava una temperatura corporea generale più alta di quella umana. “Ci sono ancora parecchi aspetti della funzione di questa casa di cui sono curioso. Se mi permettessi un'ulteriore esame?” chiese, prima di finire quel breve contatto fisico.

Era la prima volta di cui riusciva a ricordarsi in cui Spock lo aveva toccato per qualunque motivo a parte pura necessità o provocata violenza. “Oh... certo” disse, sbattendo le palpebre un attimo mentre cercava di indovinare perché il suo primo ufficiale avesse avuto un comportamento così insolito, anche se spontaneo.

Sua madre diede a Spock un'occhiata piena di gratitudine. Poi, prima che Jim potesse fermarla, prese gentilmente entrambe le loro borse da loro e le portò intenzionalmente dentro.

“Beh, non so quanto di più vuoi imparare su questo vecchio posto, Spock, ma avevo intenzione di riverniciare la recinzione sul retro da secoli ormai. Non penso che qualcuno l'abbia toccata da quando Sam era all'asilo. Perché tu e Jimmy non mi date una mano?” suggerì, e, sorprendendo Jim, andò al nuovo tavolo da lavoro nell'altra stanza. Non poteva più vederla, ma poteva sentire il suono e lo strascichio distintivo di lei che cercava tra varie cose. “E poi possiamo andare a pranzo. Sei mai stato in un ristorante della Terra?”

“No” replicò Spock, prima di dare un'occhiata a Jim.

Realizzando di stare lì con una sorta di espressione sbalordita sul volto, Jim si schiarì la gola e tentò di recuperare la sua solita, più sicura postura. Che diavolo è appena successo? si chiese, domandandosi come la situazione era cambiata da 'usciamo da qui prima che vada tutto a puttane' a 'riverniciamo la recinzione e pranziamo assieme'. Non credeva di essere mai stato fermato così completamente e in un modo così non violento prima nella sua vita.

“Temo che la mia esperienza con la 'verniciatura' sia estremamente limitata” confessò Spock quando sua madre riemerse con un po' di contenitori molto nuovi e scintillanti di vernice, e qualche pennello molto vecchio e usato.

“Non preoccuparti, Spock, non è ingegneria del nucleo a curvatura” Jim lo rassicurò automaticamente. Il mezzo-Vulcaniano aveva una delle sue espressioni vagamente divertite.

“Chiaramente” acconsentì. “Comunque, data la mia comprensione di ingegneria del nucleo a curvatura, dubito che sarei eccessivamente ostacolato se si provasse esistente qualcosa in comune tra di loro.”

“...Giusto.”

“Ok, ok, abbastanza discorsi da spazio” si intromise sua madre, dando bruscamente a ciascuno di loro un pennello e poi guidandoli verso la parte posteriore della proprietà. Spock esaminò il suo utensile macchiato di vernice con riservato interesse, scrutando la fascia di metallo che teneva le fibre attaccate all'impugnatura di plastica nera.

Stavo per andarmene,pensò Jim, rassegnato ma ancora perplesso mentre seguiva dietro di loro. La borsa era lì nella mia mano, Spock era appena dietro di me...guardò verso il suo primo ufficiale, mentre sospetti di ammutinamento danzavano nella sua mente. Era straordinario cosa delle scuse e un'amichevole pacca sulla spalla potessero ottenere. Astuto bastardo.

“Oh, Jimmy, hai notato il portico?” chiese sua madre, distogliendolo dai suoi pensieri. Sembrava che fosse tornata a un umore più allegro, ma quando la guardò notò che stava intenzionalmente evitando di guardarlo negli occhi. Sta cercando di non farlo vedere, pensò, meravigliandosi di questo nuovo sviluppo – non l'aveva vista fare quel tipo di sforzo sin da quando era piuttosto giovane.

“Sì” ammise, e lei gli fece un sorriso che non si estese proprio sino agli occhi.

“Fatto io” si vantò. La sua sorpresa si mostrò sul suo viso, e lei mosse giocosamente verso di lui il pennello. “Scommetto che non te lo aspettavi, vero?”

“Quando hai cominciato a essere brava in questo tipo di roba?” chiese schiettamente, e poi trasalì e si fermò per un momento per togliere un sassolino dalla sua scarpa. Il cortile intorno alla casa era piuttosto rado, quindi apparentemente la nuova inclinazione di sua madre al riparare non si era estesa alla progettazione di giardini.

“Beh, tesoro, dopo che te ne sei andato all'accademia ho avuto bisogno di trovare qualcosa con cui passare il mio tempo, visto che non dovevo tirarti fuori di prigione” lo informò prendendolo un po' in giro.

“Prigione?” chiese Spock, e Jim mosse nell'aria un braccio in maniera sbrigativa .

“Niente di male” insistette.

“Risse nei bar” sua madre suggerì felicemente. “Jimmy aveva l'abitudine di andare in qualunque posto del luogo che lo lasciasse entrare e pungolare un gruppo o l'altro fino ad azzuffarsi con lui. È bravo in quello” aggiunse quello come se ci avesse pensato dopo.

“Sì, sono al corrente del suo talento” acconsentì Spock, rallentando un po' il suo passo in modo da camminare direttamente di fianco a Jim ora. “Anche se non posso fare altro che speculare sul perché un tale processo interessi.”

“Non vado cercando problemi” Jim ribatté sulla difensiva. “Solo non mi tiro nemmeno indietro quando trovano me.”

Spock sollevò un sopracciglio.

“Ok, va bene, sì, c'è stata quella volta, ma quella era diversa. E tu lo sai!” insistette.

“Sono consapevole delle circostanze mitiganti” Spock acconsentì, in un tono che implicava che era completamente non convinto dal ragionamento di Jim.

Sollevò le mani nell'aria. “Com'è che siamo finiti in questo argomento comunque?”

“Non so, Jimmy” replicò sua madre, e lui la guardò in tralice. Ma lei gli ficcò solo in mano il barattolo della vernice e iniziò a fare il punto della situazione della recinzione posteriore.

La struttura era nella proprietà da quando Jim potesse ricordare, e non era esattamente una costruzione utile o affascinante. Correva solo su un lato, facendo più da barriera che da recinzione, e parecchi dei pali erano caduti giù o si erano rotti negli anni. Se qualcuno lo avesse chiesto a lui, avrebbe detto che era ben al di là della fase della 'mano di vernice' e più in quella del 'buttiamola giù e costruiamone un'altra', ma sua madre insisteva che le piaceva il suo aspetto irregolare.

Quindi, trattenendosi dal discutere, Jim aprì invece il contenitore della vernice che gli era stato dato. “Blu?” chiese, guardando il contenuto in modo scettico. Era blu uovo di pettirosso, chiaro e deciso e indubbiamente il colore sbagliato per una recinzione. O per qualunque struttura di una misura considerevole.

“È divertente” insistette sua madre. Spock lo guardò, ma Jim poté solo scrollare le spalle – cosa poteva dire? C'erano volte in cui gli umani si sconcertavano l'un l'altro tanto quanto sconcertavano i Vulcaniani.

Jim era sul punto di chiedere se dovevano lavare la costruzione per prima cosa prima di buttarci sopra del colore, ma sembrava che sua madre avesse realmente pianificato di farlo a un certo punto – gli spazi tra i pali erano stati puliti e la maggior parte delle assi erano pulite, anche se ruvide e irregolari. Il commento morì prima che lasciasse le sue labbra, e si trovò a guardare dalla coda dell'occhio mentre sua madre mostrava il movimento in su e in giù del pennello a Spock. Chiaramente, questo non sarebbe stato un lavoro professionale. Comunque, era piuttosto sicuro che, tutte le familiarità con la verniciatura di recinzioni a parte, le assi di Spock sarebbero venute molto meglio delle sue. Specialmente se si applicava con la sua solita dedizione – e francamente, non l'aveva mai visto fare nulla di meno per un compito.

Jim andò verso le sue assi con entusiasmo incerto, scegliendo di concentrarsi invece su sua madre mentre bersagliava Spock con un po' di domande. Gli piaceva il suo lavoro? Quali erano i suoi campi scientifici preferiti? Per quanto era stato all'accademia? Aveva un ragazzo?

La mano di Jim scivolò quando sentì quella particolare domanda volare fuori dalla sua bocca, mandando una linea storta di vernice sull'asse. Voltando la testa la guardò a bocca aperta. O dio, pensò. Per favore, per favore dio, fai che mia madre non ci provi con Spock. Quello sarebbe stato molto più che bizzarro. Da rabbrividire, mostruoso... aspetta. Ha chiesto a Spock se aveva un 'ragazzo'. Il che era una strana preferenza di genere da specificare se gli andava dietro lei stessa.

Beh, quello era un sollievo. Era ancora piuttosto fuori dalla norma e strano, però. Spock sembrava come se il motore nel suo cervello si fosse momentaneamente fermato, se il modo in cui la sua mano si era gelata a metà del movimento e la sua espressione era tornata totalmente inscrutabile erano qualcosa di indicativo.

“...Non ce l'ho” il suo primo ufficiale disse alla fine. Il motore ripartì e il suo polso tornò ai suoi precisi movimenti.

“Oh, beh, sono sicura che troverai qualcuno” sua madre lo rassicurò. “E tu, Jimmy? Qualche nuova 'amicizia' di cui dirmi?”

“No” disse allegramente, non sicuro perché ma sentendosi realmente orgoglioso del fatto che era riuscito a stare per alcuni mesi senza buttarsi nelle braccia di qualche avventura causale. Pensò che era probabilmente perché quello sembrava ancora un tornare all'indietro al suo vecchio comportamento, e stava tentando di curarsi. “Sono stato troppo occupato.” Poi, perché stava iniziando a diventare un po' curioso, decise di chiedere: “non hai ancora incontrato nessun uomo nuovo, Mamma?”

“No” replicò sua madre, a sua grande sorpresa. Quando la guardò, lei gli sorrise – e questa volta, finalmente, non sembrava un sorriso teso o forzato. “Dopo che te ne sei andato ho deciso che era carino in un certo senso che le cose rimanessero calme per un po'. Pacifiche. Naturalmente, è anche un po' difficile trovare un nuovo appuntamento quando sei stata fuori con praticamente tutti gli uomini del paese” disse giocosamente.

Spock sollevò le sopracciglia, guardandoli entrambi. “Ero sotto l'impressione che frivolità in relazioni romantiche non fosse considerata un tratto desiderabile negli umani” osservò. Jim si piegò verso di lui in maniera scimmiottescamente cospiratoria.

“Non lo è” disse, e si godette il breve sguardo di costernazione che passò dietro gli occhi traditori del suo primo ufficiale. Sua madre stava guardando la loro interazione con un sguardo inscrutabile sul viso. Poi sorrise, e con piacevole sorpresa di Jim cominciò a fischiettare un vecchio motivo della sua infanzia mentre si muoveva più avanti di fianco alla recinzione.

“Signora Kirk” chiese Spock dopo un momento di verniciatura amichevole. “Che canzone è?”

“Oh, solo una specie di ninnananna che ero solita cantare ai ragazzi” replicò. “ È in realtà la sigla di una vecchia serie 'televisiva' che ero solita guardare in video economici quando ero più giovane. E chiamami Winona, 'Signora Kirk' è riservata per ragazzini sotto i venti.”

Jim guardò Spock giusto in tempo per vedere il mezzo-Vulcaniano guardare verso di lui. Ok, quindi, magari lui e sua madre avevano qualche cosa in comune – l'intera cosa dell''usa il mio nome' e della 'stringa di relazioni senza importanza fallite' e tutto. Ma che si aspettava? Contrariamente a credenza popolare, Jim non era uscito fuori da un padre morto e il nulla.

Si aspettava che Spock potesse indicare questa similarità, o fare qualche altra domanda sulla natura della canzone e le sue origini. Fu piacevolmente sorpreso, quindi, quando invece di commentare, il suo primo ufficiale rimase in silenzio per alcuni attimi – e poi cominciò a fischiettare la sigla insieme a sua madre. Fece quasi cadere il pennello mentre il forte, stabile suono fluiva senza sforzo dalle labbra di Spock, corrispondendo perfettamente il ritmo e la forma della musica che aveva solo appena sentito. Per un minuto ascoltò semplicemente in sorpresa impressionata. Poi, incapace di resistere, anche Jim intervenne, aggiungendo il suo fischiettio alla familiare sigla del duo. Non sapevo che gli piacesse la musica, pensò di Spock. Ma chiaramente all'uomo piaceva, o se no, Vulcaniano o meno, Jim non pensava che sarebbe stato capace di esprimersi così abilmente.

Il loro fischiettio si distese nel cortile mentre il loro lavoro li costringeva ad allargarsi, e la formazione era resa disordinata dall'approccio causale che avevano preso al lavoro. Comunque, con tre persone e una recinzione che non era precisamente enorme, non ci volle molto prima che la prima mano di pittura fosse finita e sua madre buttasse felicemente il suo pennello nel contenitore mezzo-vuoto.

“Ok. Pranzo” dichiarò fermamente, passandosi una mano sulla fronte e lanciando un'occhiata verso il cielo. Il tempo era chiaro e caldo come era stato la giornata precedente.

“Mi suona bene” acconsentì Jim, sentendo la gola un po' secca e affamato per aver dormito a colazione. Ruotò il braccio per cercare di rilassare alcuni muscoli che avevano lavorato nel verniciare prima di lanciare un'occhiata a Spock. “Non la steak-house, però” disse pensando un po'. In qualche modo non pensava che Spock avrebbe preso bene un edificio con teste di animali morti alle pareti – per quanto artificiali potessero essere.

“No” acconsentì sua madre. “Non la steak-house.”

“Assumendo che 'steak-house' si riferisca a un luogo che ha la funzione primaria di servire carne, apprezzo la considerazione” disse Spock.

“Non preoccuparti” lo rassicurò Jim. “Non sono neanche sicura che mi sia permesso ritornare lì.”

“Lo hai” lo informò sua madre. “È la steak-hut quella in cui non puoi andare. Ricordi? Il manager mi ha fatto rimpiazzare tutte le sue torce?”

Il viso di Jim si illuminò al ricordo. “Oh già!” dichiarò, ricordando il disastro con insolito affetto. Naturalmente, aveva solo nove anni all'epoca, ed era piuttosto divertente. Decise di intrattenere Spock con un racconto dell'incidente mentre si spostavano in casa – essendo forzato un po' di volte ad assicurare al suo primo ufficiale che, no, non era un piromane, solo un amante dell'effetto-domino. Non aveva neppure notato le pensierose occhiate di sua madre verso di loro mentre continuava animatamente, o il modo in cui sembrava arrestare l'attenzione di Spock mentre parlavano. Ma guardò verso di lei una volta in tempo per vedere lei che gli sorrideva in un modo strano. Non l'inespressiva, vuota espressione che aveva prima, ma qualcosa egualmente difficile da decifrare.

“Cosa?” chiese, un po' imbarazzato mentre si chiedeva se aveva detto qualcosa di sbagliato o meno.

“Niente” sua madre lo rassicurò. Ma il suo sorriso si allargò un po'.

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Nota dell'autore: grazie a chi ha letto, commentato, messo la storia nei preferiti, negli alerts o fatto qualche combinazione di queste. Siete molto apprezzati! Volevo solo menzionare che anche se ho un'idea generale in testa per questa storia, sono aperto a suggerimenti, quindi finché non sono troppo fuori per la storia sentitevi liberi di suggerire cose che volete veder accadere. Non garantisco che ci saranno visto che devo ancora far funzionare l'intero lavoro, ma cerco sempre ispirazione.

Inoltre, visto che mi è stato chiesto - Sì, sono Canadese, ma non sono mai stato a Toronto (solo Alberta e nord del British Columbia). La mamma di Spock è davvero di lì, comunque, non ho inventato quella parte.

Nota del traduttore: capitolo fatto in tempo quasi record... Non credo riuscirò a tenere questo ritmo, ma ci provo :)
Ah, per la nota dell'autore ho tradotto al maschile tutti gli aggettivi riferiti all'autore, ma io non so effettivamente se è un uomo o una donna... Credo la seconda, però......

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