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Autore: Lanaea    24/04/2010    4 recensioni
Traduzione da parte di Romennim.
K/S che si evolve lentamente, ambientato nell'universo di Star Trek XI.
Un incidente riporta l'Enterprise vicino alla Terra per un po' e questo dà la possibilità a Kirk e Spock di conoscersi meglio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non posseggo nessun diritto su Star Trek, Kirk, Spock o il lavoro di Lanaea (http://www.fanfiction.net/u/189171/Lanaea).. solo la mia modesta traduzione.
Se volete in qualche modo usare la storia o la traduzione, per favore chiedete prima il permesso all'autore o a me.



Sua madre insistette che provassero un posto nuovo che aveva aperto un po' di tempo dopo che lui era partito per la Flotta Stellare, anche se nessuno di loro aveva una buona idea su cosa aspettarsi. Jim quasi rise quando entrarono nel ristorante e la prima cosa che vide fu un muro dipinto di nero coperto di stelle luccicanti e pacchiane e di modellini penzolanti di navi. L'intero 'tema' del ristorante appariva essere una ripresa giocosamente economica dell'esplorazione spaziale, completo di accenni d'arredamento in colori della Flotta Stellare e una finestra in stile 'schermo'.

"Winny!" una donna all'incirca dell'età di sua madre - e pure vagamente familiare - strillò da dietro il bancone dorato del bar. Poi si precipitò in avanti, e Jim dovette fare un passo indietro per evitare che i suoi timpani scoppiassero mentre sua madre provava che, in effetti, un eccitamento vocale acuto non era limitato alle adolescenti. Guardò Spock, il quale stava esaminando il ristorante con un certo, quieto divertimento, e si sentì brevemente impressionato da quel controllo oh-così-vulcaniano. Perché era piuttosto sicuro che le sue orecchie stessero fischiando.

"Oh buon dio, è Jimmy?!" dichiarò la donna ancora senza nome, e prima che potesse reagire fu allontanato da Spock e preso in un abbraccio stritolante. "Non ti vedevo da quando Stanley ha tentato di sbatterti in prigione! Quanti anni avevi? Undici?" chiese, e lui rimase colpito quando si rese conto di chi stesse guardando - la sorella molto più simpatica di uno dei suoi assai detestati patrigni. Carol, pensava fosse il suo nome, o forse Catherine. Si chiese perché fosse così felice di vederlo, tutto considerato. Ma quando alla fine si staccò, tenendo le sue spalle in una presa quasi di ferro, stava sorridendo da orecchio a orecchio.

"Avresti dovuto vedere l'espressione sulla faccia di Stan quando hanno mostrato al notiziario il servizio sul brillante e giovane facente funzioni di capitano che aveva salvato la Terra, con la tua foto e tutto!"

Beh, qualunque fosse il suo nome, aveva una di quelle voci naturalmente potenti che riempivano appunto una stanza senza metterci un grande sforzo. Così dopo un secondo Jim realizzò che l'intero ristorante era diventato stranamente quieto, e che parecchie facce si erano voltate per osservare lo scambio con aperta curiosità. Un mormorio nacque.

"Jimmy? Intende Jim Kirk?"

"È lui?"

"Oh, è lui! Lo riconosco dal notiziario. Ricordi che avevano quella grossa foto di lui all'accademia-?"

"Pensavo fosse più alto..."

"James Kirk! Wow!"

"E quello con lui è Spock! No?"

Sbatté le palpebre, spostandosi un po' indietro mentre alcune persone lo fissavano apertamente, e un paio di ragazzini lo scrutavano da dietro i loro posti, sussurrando. Jim era abituato a ricevere attenzione, ma era generalmente di un tipo più negativo o accusatorio. Questa idea di entrare semplicemente in un edificio e creare un improvviso brusio di eccitazione era totalmente nuova. Tradizionalmente, quando tutti gli occhi erano su di lui, assumeva un'aria presuntuosa - ma quello era un meccanismo difensivo. Qualcosa che veniva fuori in reazione alle minacce o alla disapprovazione.

A essere onesti, non aveva la più pallida idea di come reagire.

Fortunatamente, comunque, non ebbe bisogno di prendere tempo per decidere, perché la loro cameriera - quale diavolo era il suo nome? - sembrò notare l'atmosfera strana che si era creata attorno a loro, e li spinse in fretta in un tavolo. Era ancora tutta sorrisi e chiacchiere, comunque. "Naturalmente, abbiamo sempre saputo che avresti fatto qualcosa di spettacolare una volta che ti fossi deciso!"

"Mmhmm" acconsentì sua madre, dandogli un colpetto affettuoso sulla spalla. "Eccetto che praticamente tutti erano sicuri che sarebbe stato illegale."

Avvicinandosi a un terreno più familiare, e sistemandosi nel suo posto in modo che almeno lui non potesse vedere le persone che lo guardavano, Jim sorrise. "È stato quasi illegale" acconsentì allegramente. Ammutinamento, dopo tutto, era un crimine di una certa importanza per i regolamenti della Flotta Stellare. Si spostò sulla panca facendo cenno a Spock di sedersi accanto a lui, e finalmente il mezzo-Vulcaniano sembrò attirare l'attenzione dell'amica di sua madre. Era uno strano ritardo. Dopo tutto, Jim pensò, Spock attirava davvero l'attenzione, ed aveva contribuito a salvare la Terra quanto lui.

"Così lei sarebbe il Comandante Spock, allora?" disse, guardandolo dalla testa ai piedi. "Non mentono quando dicono che i Vulcaniani sono tipi tranquilli, vero?"

"Oh, non sarei così sicura, Caroline" sua madre disse prima che uno di loro due potesse commentare. "Penso che tu debba solo portarlo sul giusto argomento e potrebbe parlarti fino alla morte."

Più tardi, Jim avrebbe avuto difficoltà a dire come aveva potuto capire che il modo di dire aveva confuso Spock. Ma prima che il suo primo ufficiale potesse commentare, si piegò verso di lui e gli disse quietamente: "Ricordi quando Bones stava discutendo con te sui 'colorati giri di parole'?" chiese. Occhi scuri scintillarono verso di lui in comprensione, e Spock replicò con un piccolo cenno di comprensione e di ringraziamento.

Una voce proveniente dalla porta mezza aperta dietro al bancone chiamò Caroline. Sorridendo loro un'altra volta, promise di mandare una cameriera, e si allontanò. Jim incrociò le braccia sul tavolo e appoggiò la testa su di esse. "Non posso credere che abbiano fatto vedere la mia foto al notiziario" disse. Neanche una buona foto, a quanto pareva, ma quella bruttina che aveva fatto quando si era iscritto.

"Sarebbe coerente con i modelli di comportamento stabiliti dalla storia dei media della Terra" fece notare Spock in tono ragionevole, mentre il suo sguardo esaminava con un certo interesse il turbine di rosso e giallo che decorava la superficie del tavolo.

"Quindi in altre parole, avrei dovuto aspettarmelo?"

"Esatto."

Jim inclinò la testa e fece un sorriso sardonico a Spock. "Beh, almeno non sono in questa barca da solo. Apparentemente sei famoso anche tu."

Il suo commento si guadagnò un sopracciglio alzato.

Spock aprì la bocca, chiaramente deciso a rispondere in qualche modo, ma le sue parole si bloccarono prima che fossero formate e invece girò la testa di lato con curiosità. Jim seguì la nuova direzione del suo sguardo per scoprire che i bambini che li avevano scrutati appena qualche minuto fa, quando erano stati all'ingresso del ristorante, si erano avvicinati al loro tavolo. Non potevano avere più di sette o otto anni, suppose, anche se non aveva molta familiarità coi bambini.

"Sei tu il Capitano Kirk?" chiese la bambina. Jim sbatté le palpebre. Dio, quanto era contento che Bones non fosse lì a vedere, oppure non sarebbe sopravvissuto.

Muovendosi un po' a disagio nel suo posto, adottò un sorriso in qualche modo imbarazzato, e annuì. I bambini guardarono tra lui e Spock con aperta e ingenua curiosità.

"Fantastico" dichiarò il bambino. "Hai davvero fatto tutte quelle cose che dicono tu abbia fatto?"

A Jim ci volle un minuto per capire che i bambini si stavano probabilmente riferendo alle sue avventure più eroiche. Ma ancora, quella era la sua città natale. Non era come se potessero dimenticare il terrore che era stato quando era più piccolo solo perché era riuscito a evitare di essere un completo idiota dopo che se ne era andato. Giusto?

Beh, comunque fosse, la risposta era sempre la stessa. "Certo" disse. Quando i bambini continuarono a guardarlo come se aspettassero qualcosa, si mosse un po', e poi lanciò un'occhiata imbarazzata a Spock. Il suo primo ufficiale stava guardando lo scambio con il suo solito distacco. "Uh, ma anche Spock ha fatto parecchio. Le buone cose, intendo" aggiunse in fretta. Beh, e anche alcune cose non-così-buone, ma se tutto va bene quelle non le hanno incluse nel notiziario.

I bambini guardarono Spock. Che fosse il suo aspetto alieno (improbabile, visto che avevano la loro discreta quantità di visitatori alieni anche a Riverside in quel periodo) o il suo atteggiamento (probabilmente quello), sembravano incerti di lui. Dopo che parecchi momenti imbarazzanti furono passati, Jim decise di vedere se non poteva mandarli al loro tavolo.

"Uh, beh, è stato un piacere conoscervi, ragazzi. Er... continuate a studiare" li istruì, in un tono che tentava di dire 'ecco la vostra lezione, ora andate'. Ci fu un altro momento di imbarazzato silenzio. Poi il bambino alzò gli occhi al cielo, ma almeno sembrò funzionare, perché capirono il sottinteso e si diressero verso il tavolo dei loro genitori. Ho appena detto quella roba lì? si chiese Jim un po' senza speranza, prima di guardare dall'altra parte del tavolo sua madre che stava tentando, senza riuscirci molto bene, di soffocare le risate.

"Non una parola" le ordinò di proposito mentre lei si chiudeva la bocca con le mani e tremava leggermente dal divertimento.

"Affascinante" notò Spock, mentre i suoi occhi seguivano i bambini finché non ebbero smesso di correre fino all'altra parte del ristorante. "Un incontro così infruttuoso sembra illogico."

"Oh, probabilmente volevano solo essere in grado di dire ai loro amici che vi hanno parlato" ragionò sua madre, ridendo un po' mentre parlava.

Spock si volse verso di lei. "Eppure, non hanno fatto sostanziali domande o tentativi di iniziare anche una conversazione elementare."

"Probabilmente non sapevano cosa chiedere" lei ragionò.

"Quindi a quale fine servirebbe raccontare l'avvenimento? Anche uno sbrigativo esame degli eventi rivelerebbe che niente di degno di nota è stato realizzato. Non soffriranno umiliazione se faranno finta di aver conosciuto Jim e me quando i loro compagni inevitabilmente dedurranno la vera portata del nostro contatto?"

Sua madre guardò Spock in modo assente. Jim decise di intervenire. "Sono solo bambini, Spock" disse. "Non puoi prenderli troppo sul serio."

Per un momento sembrò come se il suo primo ufficiale volesse continuare con la sua linea di domande. Ma, guardando tra i suoi due compagni umani, sembrò decidere di no. Jim sospirò, chiedendosi come qualcuno che generalmente non comunicava emozioni potesse fare un così buon lavoro nell'esternarle comunque. Guardò di nuovo verso i ragazzini per vedere che, come la maggior parte dei bambini, non erano stati capaci di stare seduti a lungo. Il paio si era invece messo su un lato del ristorante che aveva uno schermo video non sintonizzato, e uno di quei vecchi giochi con un artiglio computerizzato e un po' di giocattoli accatastati sotto di esso. Mentre guardava, si mossero verso di esso, guardando dentro e indicandosi l'un l'altro i vari giocattoli colorati.

La cameriera si avvicinò. Jim la guardò - una ragazza carina con un eyeliner luccicante e un sorriso leggermente nervoso, un'aderente maglietta scollata che sembrava più appropriata per un locale notturno che per un ristorante per famiglie. Cominciò a fare un elenco dei piatti speciali, non incontrando quasi lo sguardo di nessuno e arrossendo di una piacevole sfumatura rosa.

Jim guardò Spock, che era, come al solito, ancora espressivo come una statua, e poi di nuovo i bambini. Sospirò per la seconda volta, prima di parlare a sua madre. "Prendimi qualcosa" le disse, e poi prima che potesse cambiare idea, saltò con cura oltre lo schienale della panca e camminò verso il gioco con l'artiglio. Cercò di far finta di non essere consapevole degli occhi su di lui mentre si avvicinava ai bambini, che guardarono in alto al suo avvicinarsi.

"Quale vi piace?" chiese, facendo un cenno verso il gioco. I due si guardarono l'un l'altro, e dopo un breve, sussurrato scambio, la bambina rispose.

"L'astronave" disse, indicando un pupazzo a forma di una delle migliori della Federazione. Assomigliava abbastanza all'Enterprise, in verità. Con un sorriso, Jim schiacciò il bottone d'attivazione del gioco, e poi sperò di non aver ancora perso il tocco per quel tipo di cose. Essere al comando di una nave sembrava comportare più lavoro d'ufficio che in realtà usare qualunque delle considerevoli tecnologie del suo vascello. Era, nella sua opinione, uno degli svantaggi. Eppure. Con i bambini che guardavano ogni sua mossa - e chi sa chi altro nel ristorante che faceva lo stesso - c'era un po' di pressione.

Jim prosperava sotto pressione.

L'artiglio fece clic e cominciò a ronzare, lanciando inutili bagliori mentre il voluminoso e scoordinato sistema di controllo lo combatteva a ogni passo. Quelle cose avevano intenzionalmente una presa schifosa. Il trucco era cercare di prendere qualcosa sul gioco che si impigliasse nell'artiglio, o puntare a qualcosa vicino al punto di rilascio. Sfortunatamente, i bambini avevano scelto un gioco senza nessuna parte allentata e pendente, e che era chiaramente dall'altra parte da dove era il punto di rilascio. Ma poteva farcela - doveva solo fare in modo che l'uncino andasse intorno alle gondole di curvatura... così! Ha! Sorrise mentre l'artiglio si chiudeva in modo maldestro attorno alla nave giocattolo, ma ingarbugliandosi tra il corpo della nave e le gondole che sporgevano. Muovendolo verso lo scivolo, si ritrasse, e la nave cadde nell'apertura. Jim lo recuperò velocemente e poi lo porse ai bambini, che stavano entrambi sorridendo.

"Grazie!" disse immediatamente la bambina. Dopo un secondo, diede una gomitata al bambino.

"Grazie!" fece eco lui prima di lanciarle un'occhiata irritata.

"Ehm, prego" replicò Jim, abbassando un po' la testa in un gesto istintivo contro gli sguardi fissi che stavano ancora ricevendo, e poi si sbrigò a tornare al tavolo. Scivolò di nuovo nella panca, grato di essere di nuovo fuori dalla linea immediata di inquietante attenzione mentre si sedeva di fianco a Spock. La cameriera sembrava essersene andata.

Spock gli diede un'occhiata indagatrice. Scrollò le spalle.

"Hey, ora avranno qualcosa di 'sostanziale', giusto?" fece notare.

Il suo primo ufficiale lo guardò, e poi inclinò la testa, brevemente, in accettazione. Dopo un momento, Jim cominciò a sentirsi un po' a disagio a tentare di decifrare il sottile cambiamento nell'espressione di Spock, e così invece si voltò verso sua madre. Che stava sorridendo verso di lui. Come una maniaca. Sbatté le palpebre, perplesso mentre il viso sorridente di lei si spostava da lui, a Spock, e di nuovo verso di lui.

"Cosa?" domandò, scontento nel vedere il ritorno del suo sorriso 'misterioso'.

"Niente" disse, in un tono che naturalmente implicava che c'era qualcosa, che era divertentissimo, e che lei non aveva alcuna intenzione di dirglielo. Prima che potesse interrogarla oltre, lei cambiò bruscamente argomento. "Ti ho ordinato un'insalata."

Jim resistette al desiderio di accasciarsi in disappunto. "Mamma, sai che a Spock non importa se noi mangiamo carne, vero?" O almeno non sembrava. Lo aveva visto mangiare con Uhura un sacco di volte nella mensa della nave, e l'ufficiale delle comunicazioni non era certamente una vegetariana.

"Beh, l'insalata ti fa bene" replicò sua madre con disinvoltura.

Jim scosse solo la testa, domandandosi della sua fortuna. La prima volta in secoli che aveva la possibilità di mangiare cibo non replicato ed era insalata. Che aveva già mangiato la sera prima, poteva aggiungere. Non che ci fosse qualcosa che non andasse particolarmente nel cibo replicato, era solo che... beh, c'era un motivo per cui le persone andavano ancora nei ristoranti. Niente arrivava proprio agli stessi livelli del cibo fatto nel modo tradizionale. Almeno avevano ancora parecchi giorni di permesso, così quella non sarebbe probabilmente stata la sua ultima opportunità.

"Ho trovato nella mia esperienza sotto il tuo comando, Jim, che istruzioni vaghe spesso minano le tue capacità di leadership" aggiunse Spock inutilmente.

Almeno non ha aggiunto 'proprio come sono' questa volta, pensò Jim, ricordando l'ultima volta che il suo primo ufficiale aveva messo in discussione le sue abilità a dare ordini. Pensò che aveva ragione - non che glielo avrebbe detto - ma davvero, era così strano il solo pensare di potersi fidare che le persone conoscessero le cose che conoscevano?

Irritato adesso, Jim passò i momenti successivi a fissare con uno sguardo imbronciato l'arredamento, ignorando i tentativi di sua madre di coinvolgerlo di nuovo nella conversazione. Naturalmente, era stupido tentare di comandare dicendo a tutti ogni più piccola cosa. Non era un pilota bravo quanto Sulu, ad esempio, così non aveva mai presunto di dire al ragazzo come far volare la nave. Ma... dall'altro lato, Spock aveva inteso il suo commento più nel senso di fare in modo di dirgli in quale direzione pilotare la nave. Ci stava volendo un po' ad abituarsi all'intera questione dell'essere una figura d'autorità, quando non era solo parte di una simulazione. Dopo tutto, Jim aveva sempre mal sopportato in un certo senso le figure d'autorità nella sua vita. Era un po' inquietante, quindi, andare e diventarne una.

"Penso stia rimuginando" sentì sua madre sussurrare a Spock in modo confidenziale. Jim le lanciò un'occhiataccia.

"La tua valutazione sembrerebbe essere accurata" acconsentì Spock.

Era sul punto di lanciarsi nel processo di brontolare sul fatto che il suo stesso primo ufficiale non sembrava neanche poter stare dalla sua parte quando la loro cameriera ritornò, portando un vassoio pieno del loro pranzo. Quando vide Jim arrossì un po' di più e distolse lo sguardo velocemente, concentrandosi invece nell'abbassare lentamente i loro piatti e i loro bicchieri. Beh, guarda un po', pensò, notando alla fine che il comportamento nervoso di lei era un risultato della sua presenza. Ma poi si diede una scrollata di spalle interna. Era perché pensava che fosse carino (che lo era, grazie tante) o perché era 'James T. Kirk, quel Ragazzo Che Ci Ha Fermato Dal Saltare In Aria'?

Okay, essere famosi in un certo senso fa davvero molto più schifo di quel che pensassi, decise, non sapendo se quella ragazza carina stava mostrando che era attratta da lui o che era colpita dalla celebrità. Il che probabilmente spiegava perché si sentisse più vagamente imbarazzato per lei che interessato alla risposta.

"Posso portarvi qualcos'altro?" chiese, prendendo abbastanza coraggio per guardare direttamente Jim mentre parlava.

"No" rispose Spock bruscamente. La ragazza fece un piccolo salto di sorpresa, chiaramente non aspettandosi che lui parlasse.

"Siamo a posto" la rassicurò Jim in maniera più amichevole, sentendosi un po' male. Dopo tutto, era uscito con molte ragazze come lei anche nei suoi giorni all'accademia, e la bruschezza del suo primo ufficiale probabilmente dava un'impressione sbagliata.

Gli lanciò un grato, mezzo sorriso seducente, e poi con un'ultima occhiata nervosa a Spock se ne andò.

Jim guardò in basso verso la sua insalata, che era abbellita con cose come mirtilli rossi essiccati, noci, e scorza d'arancia. Sentendo un'altra breve ondata di delusione cominciò a mangiare, e poi notò con la coda dell'orecchio che Spock stava esaminando il suo pasto curiosamente. Non penso che i mirtilli rossi siano programmati nei replicatori dell'Enterprise, realizzò quando il suo primo ufficiale riuscì a trafiggerne con destrezza uno con la sua forchetta e lo esaminò. Dopo un momento, Spock lo mise in bocca, e Jim guardò i suoi occhi mentre esaminava i sapori alieni.

"Affascinante" disse il suo primo ufficiale dopo un momento. "Sono mirtilli rossi disidratati."

Jim sbatté le palpebre in sorpresa. "Già" acconsentì. "Come fai a saperlo?"

Spock stava ancora considerando il suo piatto quando rispose. "Quando ero più piccolo mia madre una volta preparò per noi un pasto tradizionale della Terra mentre i doveri di mio padre come ambasciatore lo avevano chiamato lontano per un periodo esteso di tempo. Sebbene si lamentasse della sua incapacità di ottenere parecchi ingredienti, incluso un prodotto di carne basato su del pollame, uno dei piatti che preparò conteneva queste bacche. In quel caso erano state modificate in una forma gelatinosa. Comunque, il sapore è abbastanza simile da essere riconoscibile" spiegò.

Jim e sua madre si scambiarono un'occhiata.

"Ti piace la gelatina di mirtilli rossi, Spock?" chiese sua madre, proprio mentre lui cominciava a divorare metodicamente la sua insalata.

"I Vulcaniani non esprimono preferenze dietetiche oltre a interessi nutrizionali e dietetici" rispose automaticamente. Jim si chiese quale di quelle due categorie stava spingendo il suo primo ufficiale a individuare e mangiare prima tutti i mirtilli rossi. Nota a se stessi - far aggiornare i replicatori prima di lasciare il porto spaziale, pensò. Dopo tutto, lo poteva ammettere, non erano male. Non c'era davvero nessun motivo per cui non dovessero averli.

Mentre sua madre tempestava Spock con domande su come il cibo era davvero su Vulcano, Jim si trovò a tirarsi fuori dal suo umore imbronciato, e smise di lamentarsi interiormente del suo pasto. Era più o meno a metà del suo piatto quando un'ombra cadde sulle sue spalle, e sua madre smise di parlare. Un'espressione molto apprensiva si formò sul suo volto. Jim alzò lo sguardo.

"Non potevo crederci quando Caroline mi ha detto che eri qui" brontolò una voce che sarebbe stato veramente felice di non sentire di nuovo nella sua sua vita. "Ma credo che tu abbia pensato che potevi semplicemente farti vedere ora che tutti sembrano pensare che tu sia un qualche tipo d'eroe."

"Stanley!" la voce di Caroline risuonò duramente da qualche parte dietro di loro. Jim non si volse a guardare - stava tenendo il suo sguardo incollato all'uomo rude, simile a un armadio, che al momento si appoggiava alla parte alta della loro panca. "Ti ho detto di non farlo - su, vieni" insistette la cameriera, e la sua mano si chiuse attorno all'avambraccio del fratello. Lui la scrollò via immediatamente.

"Beh?" insistette Stanley, e Jim sentì un familiare, oscuro attorcigliarsi nella sua pancia - avversione. Huh. Era parecchio che non la sentiva. Non da Nero.

"Togliti dalle palle, Stan" replicò, la sua bocca lavorando più velocemente del suo cervello. Non si stava esattamente aspettando il pugno che gli arrivò. Stanley non l'aveva mai colpito prima, ma ancora, Jim era ancora un bambino l'ultima volta che le loro strade si erano incrociate. Un bambino insolente, ribelle, irritante al massimo, ma pur sempre un bambino. Quindi anche se c'erano state più volte in cui era sicuro che l'uomo volesse attaccarlo e spaccargli la faccia, si era sempre trattenuto.

Apparentemente, avere una versione parlante adulta di Jim era un bersaglio davvero troppo invitante.

Il colpo fu goffo, forzato dalla natura delle loro posizioni a piegarsi ad un angolo strano e venendo giù più su un lato del suo collo che in qualunque altro posto. Il pugno di Stan si strinse nel tessuto della sua maglietta. Dall'altra parte del tavolo sua madre protestò acutamente, sbattendo le mani sul tavolo. Jim, vacillando, si spostò più lontano che poté da lui, preparandosi a reagire - ma fu Spock che afferrò il braccio dell'uomo.

Il pugno di Stan era ancora serrato nel colletto di Jim, e il suo intento era chiaramente quello di strattonarlo fino a farlo uscire dalla panca così da poterlo colpire meglio. La stessa presa forte di Spock era chiusa attorno al polso di Stan, comunque, e giudicando dal lento cambiamento di colore della mano di Stan, lo stava tenendo in modo piuttosto stretto.

"L'aggressione di un capitano della Federazione non è un reato marginale. La linea d'azione più intelligente sarebbe quella di desistere da quest'impresa" lo informò il mezzo-Vulcaniano freddamente.

"Lascialo stare, Stanley. Non ha fatto nulla" aggiunse sua madre, chiaramente piuttosto arrabbiata.

"Già, Stan" Jim non poté resistere dall'aggiungere, il suo tono solo un po' odioso. "Levati. Dalle. Palle."

Sembrò che l'uomo non volesse fare nient'altro che colpirlo di nuovo. Ma Spock stava ancora bloccando la circolazione nel suo polso, e l'intero ristorante era diventato teso e quieto. Caroline sembrava mortificata. Così, dopo pochi secondi, le sue dita lasciarono la loro presa sul colletto di Jim. Spock lo lasciò andare e Stan tirò via la sua mano, frizionandola in chiara agitazione.

"Così adesso sei un capitano importante. Mi devi ancora una dannata macchina, piccolo pezzo di merda" sputò. "Tutti gli altri potranno essersi dimenticati che rompicoglioni fossi veramente-"

"Oh, dannazione, Stanley, chiudi quella bocca!" intervenne Caroline all'improvviso, mentre la sua mano schizzava in avanti e colpiva la nuca dell'instabile uomo. Lui sembrò vagamente sbalordito. "Abbiamo tutti pensato che fosse dannatamente divertente quando ha fatto andare la tua stupida macchina giù da quello strapiombo. Ora mettiti il cuore in pace!" Detto questo, fece di nuovo presa sul braccio dell'uomo, e cominciò a trascinarlo via di peso dal loro tavolo.

Per un momento sembrò come se Stan avesse intenzione di scrollarla via di nuovo. Ma fu così sbalordito - per la seconda volta quando, nel ristorante attorno a loro, scoppiò un breve applauso - che obbedì. Jim guardò gli altri clienti, tutti che sembravano disapprovare largamente di Stan. Malgrado la sua mancanza di familiarità con questo tipo di attenzioni, e la difficoltà che ancora veniva con essa, era una cosa... buona. Massaggiò il collo livido e fece a Spock un sorriso che era egualmente imbarazzato e contento. Ma il suo primo ufficiale era ancora concentrato nel guardare Caroline e Stanley.

"Dannazione, Caroline-" sentì la voce di Stan affievolirsi mentre l'uomo spariva in una stanza sul retro, e i suoi commenti venivano interrotti da un altro colpo sulla nuca. Questo si guadagnò una corrente sommessa di risate dal resto della sala mentre la porta si chiudeva dietro ai due.

"Stronzo!" urlò qualcuno dopo, provocando ancora qualche risata. Dopo un minuto o due, però, quando sembrò che lo spettacolo fosse finito, il ristorante si calmò di nuovo.

"Un uomo assai arrabbiato" osservò Spock, voltandosi verso Jim di nuovo.

"Non so cosa ci abbia mai visto in lui" acconsentì sua madre, prima che si voltasse per fissarlo con un'occhiata. "Ma comunque, Jimmy, non avresti dovuto provocarlo in quel modo. Insomma, ci sono bambini nel ristorante, e sai benissimo che ha sempre voluto menarti." Sembrava agitata, dandosi, stranamente, anche un po' di colpa, mentre lo rimproverava.

"Qualunque individuo che richieda una provocazione così scarsa per commettere atti violenti troverebbe probabilmente giustificazioni per essi, indipendentemente dal fatto che siano o meno fornite liberamente" fece notare Spock. Jim lo guardò, mentre le sensazioni positive che aveva avuto dal supporto del ristorante aumentavano mille volte a quel sottile, piccolo segno di supporto. "Non posso evitare di professare curiosità, comunque, per la fonte della sua rabbia. Uno strapiombo?" chiese.

Oh, merda, pensò Jim. Generalmente preferiva tenere la storia sotto silenzio. Non era, considerò, il suo miglior momento, anche quando uno non sapeva tutti i crudi dettagli. E solo Jim li capiva davvero.

"Solo qualcosa di stupido che ho fatto da bambino" ripose velocemente, interrompendo qualunque risposta sua madre potesse dare e cercando di mettere quanto più 'non dire una parola' possibile nel suo tono. Spock sembrò, se possibile, ancora più curioso alla sua risposta - ma fortunatamente si trattenne.

Il resto del pranzo passò in un silenzio in qualche modo difficile. Jim mangiò velocemente, stancandosi ancora una volta degli sguardi degli altri clienti. Alcuni degli adulti sembrarono dibattere se avvicinarsi in quel momento. Voleva andarsene prima che succedesse - non sapeva cosa avrebbe detto loro, o quali tipi di domande potessero fare. Sfortunatamente, proprio mentre erano sul punto di andarsene, un uomo di mezza età si fece coraggio e si avvicinò.

"Guardi" disse, e Jim si mosse un po', a disagio. "Credo di parlare a nome di tutti quando dico che siamo davvero grati per ciò che ha fatto per tutti. E siamo dannatamente orgogliosi che il capitano che ha salvato la Terra venga dalla nostra città."

Ci fu un breve mormorio di consenso da quelli seduti abbastanza vicini da sentire. Tutti gli occhi erano su di lui, aspettando una risposta. Il cervello di Jim ne mandò parecchie da valutare. Alcune, come 'beh, è ironico, perché ho sempre odiato questo posto' solo non sembravano terribilmente appropriate, anche se aveva una voglia matta di lasciarsele sfuggire e basta.

"...Grazie" decise invece dopo un minuto. Poteva essere la sua immaginazione, ma pensò che l'uomo - e gli altri clienti - sembrassero delusi. Andò subito sulla difensiva. Beh, cosa si aspettavano? Un discorso? Poteva farlo, ma probabilmente sarebbe sembrato solo un idiota insincero mentre lo faceva. Per qualche motivo una certa qualità di sarcasmo si infilava sempre nel suo atteggiamento quando fingeva sicurezza. La vera sicurezza era un'altra cosa, ma non ne avrebbe trovata neanche un po' lì.

Così invece diede solo una scrollata di spalle interna, e su quella nota di partenza non particolarmente epica, si affrettò a uscire dal ristorante. Spock, per suo quieto sollievo, camminò direttamente accanto a lui finché non furono fuori all'aria aperta del parcheggio. Sua madre disse qualcosa che non capì bene all'uomo che li aveva avvicinati prima che anche lei li seguisse fuori.

"Beh, quello è stato imbarazzante" disse, muovendosi di qualche passo dall'edificio, come se si aspettasse che qualcuno della moltitudine di disagi filtrasse fuori dalla porta.

"Solitamente non sei stato agitato da esposizioni pubbliche nel passato" fece notare Spock. Il modo in cui parlò la fece suonare come una domanda. Jim scrollò le spalle.

"Credo dipenda dall'esposizione" ragionò.

Ma anche se tentò di ristabilire l'atmosfera più leggera che si era stabilita tra di loro prima dell'apparizione di Stan, sembrò che fosse morta. Sua madre era seccata dall'intera questione, la sua espressione agitata quando emerse dal ristorante, e quello a sua volta mise Jim estremamente a disagio. Prima, dopo che avevano finito di verniciare la staccionata, aveva pensato che lei avrebbe tentato di parlargli per farlo rimanere almeno un'altra notte. Ma ora sembrava aver deciso il contrario. Così, invece, tornarono alla casa brevemente per recuperare le loro borse, e poi lei li accompagnò in macchina - come promesso - alla stazione dei trasporti.

"È stato bello vederti, Jimmy" gli disse, avvolgendolo in un sorriso teso e un abbraccio non rilassato.

"Già. È stato bello anche per me, Mamma" replicò, e in molti modi, lo era stato. Qualche volta era facile dimenticare che poteva divertirsi e godere della sua compagnia. Facile perdere di vista gli aspetti che gli piacevano quando si concentrava su quelli che non gli piacevano. Tuttavia, era sollevato in un certo senso che le ore di visita fossero ormai finite.

"Spock" disse sua madre con un tono di quasi finta-formalità, guardando verso il suo primo ufficiale. "Ti chiederei di tenerlo fuori dai guai, ma so che è impossibile. Così invece dirò solo che la prossima volta che visita voglio vederti di nuovo."

Spock sembrò un po' sorpreso. Però, quando rispose, la sua voce aveva i suoi soliti toni neutri. "Farò il possibile per onorare la tua richiesta" replicò cortesemente.

"Saresti il primo 'ospite' che Jimmy abbia mai portato a casa due volte se verrai" lo informò.

"Interessante."

"Sì, sì, okay" disse Jim, interrompendo prima che sua madre e il suo primo ufficiale iniziassero a valutare il suo comportamento sociale mentre lui era proprio lì davanti a loro. "Voi due vi siete parlati abbastanza. Abbiamo uno shuttle da prendere." Dimenticandosi di sé stesso per un momento, afferrò l'avambraccio di Spock e gli diede una gentile spinta nella direzione della stazione. Realizzando il suo errore solo un secondo troppo tardi, lo lasciò quindi andare velocemente.

"Scrivimi due righe domani, Jimmy" gli ordinò sua madre.

Ancora imbarazzato per il suo passo falso, Jim annuì solamente e le fece un saluto con la mano prima che lui e Spock si allontanassero. Non vide mai l'occhiata speculativa che il suo primo ufficiale diede al suo braccio, dove il materiale della giacca era stato stropicciato dal contatto.

Inoltre non ebbe assolutamente nessuna possibilità di vedere sua madre incrociare le dita dietro la schiena.

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Nota dell'autore: dite tutti addio a Mamma Kirk, visto che questa è la fine del suo contributo sostanziale alla storia!

Grazie a tutti per le recensioni. I suggerimenti sono stati molto divertenti, e parecchi di essi mi hanno veramente spinto a riscrivere alcune scene in questo capitolo di cui non ero soddisfatta. Quindi avete tutti la mia riconoscenza!


Nota del traduttore: questo capitolo mi ha creato qualche problema e non credo sia venuto molto scorrevole... Però non volevo farvi aspettare troppo tempo e neanche impazzire chiedendomi se e come potevo migliorarlo, quindi questo è il risultato! Spero lo apprezziate lo stesso :)
Adorerei sapere che ne pensate

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