Ti
odio perché…
Era
la Vigilia di Natale e Villa
Conchiglia non era mai stata così bella. La neve scendeva
candida a fiocchi e
incorniciava quello spettacolo mozzafiato: anche se in pieno inverno,
il mare
era calmo e la luna splendeva alta nel cielo senza nuvole. Si presumeva
che
l’indomani sarebbe stato un Natale sereno, senza piogge ne
bufere.
Così nella piccola villa i Potter e i Weasley festeggiavano
allegri una serata
che stava trascorrendo tra chiacchiere e risate. Le donne erano
impegnate in
un’animata discussione mentre cucinavano ai fornelli, i loro
mariti erano
seduti a tavola e chiacchieravano di Quidditch e di lavoro e i bambini
giocavano allegri tra di loro. Per i piccoli il Natale era certamente
il più
divertente periodo dell’anno: c’erano i regali ed
era bello stare in compagnia
degli amati cuginetti. Persino il piccolo Hugo, di appena due anni, si
divertiva un mondo a guardare Teddy Lupin cambiare il colore dei
capelli.
In realtà, Teddy Lupin era sempre il centro
dell’attenzione. Era estremamente
divertente e veniva amato da tutti. Si poteva considerare parte della
famiglia
ormai.
Ma solo una persona non la vedeva in questo modo: una bambina dai
lunghi
capelli argentei, che non doveva avere più di nove o dieci
anni, stava seduta
col broncio in un angolino.
Non aveva mai sopportato il piccolo Ted, lo trovava estremamente
irritante. E
il fatto che avesse i capelli azzurri non migliorava la situazione.
Victoire Weasley era la cugina più grande che Teddy avesse
ed era quindi
naturale che preferisse giocare con qualcuno di circa la stessa
età. Ma alla
ragazzina non piacevano queste attenzioni eccessive perché
Ted non faceva altro
che prenderla in giro con scherzi poco divertenti.
- Su, bambini - disse la bella Fleur col suo immancabile accento
francese -
Andate a dormire !-.
Così Villa Conchiglia si svuotò e le luci si
spensero; ma la mattina seguente
sarebbe tornata a ripopolarsi.
In camera sua Victoire non riusciva a prendere sonno a causa del suo
stupido
cuscino. Aveva qualcosa che non andava… Anche se sapeva di
non aver messo
niente lì sotto, lo alzò e con orrore vi
trovò un grosso, peloso ragno di
pezza. La ragazzina urlò spaventata prima di rendersi conto
che quello era un
ragno finto.
- Victoire! - esclamò la sorellina Dominique - Che succede?-
.
Succedeva che Victoire avrebbe passato la notte in bianco sognando
enormi ragni
mannari.
Il mattino successivo fu il pensiero dei regali a far spuntare un
sorriso a
Victoire, anche se non aveva di certo dimenticato lo scherzetto fattole
da
Teddy. Gliel’avrebbe fatta pagare.
Uscì di corsa dalla sua stanza: gli zii e i cugini erano
già in casa e si
scambiavano allegri i regali di Natale.
- Victoire! - la chiamarono lo zio Ron ed Hermione - Ecco il nostro
regalo per
te -.
Il pacchetto era piccolo e sottile ma la ragazzina lo aprì
con entusiasmo:
dentro c’era…
- Questo è un iPod - spiegò Hermione - Ci metti
tutta la musica che vuoi, dato
che a te piace tanto! -.
- Grazie mille! - disse Victoire eccitata. In effetti, la
piccola aveva un
certo talento per il canto. Che il suo istinto di Veela stesse venendo
a galla?
Quello fu per Victoire il regalo più bello di Natale. Ma
dopo un po’ Teddy le
si avvicinò con il suo solito sorriso malizioso e le porse
un pacchetto.
Victoire lo guardò accigliata.
- Questo è per farmi perdonare per lo scherzo di ieri -
disse indicando il
pacchetto.
Lei gli sorrise: forse, in fin dei conti, non era tanto cattivo. Lo
scartò e vi
trovò una piccola ampolla. Dentro c’era un brutto
ragno nero… ma questa volta
vero.
Victoire lasciò cadere il regalo e corse piangendo a
nascondersi dietro le
gambe del padre, mentre Teddy era piegato in due dalle risate.
Da quel momento Victoire giurò a se stessa che avrebbe
odiato i ragni e Ted
Remus Lupin.
***
Tutto quello era
meraviglioso. L’Espresso
per Hogwarts, il Binario 9 ¾, i maghetti che come lei
iniziavano il primo anno,
persino il suo nuovo gufo, che sbatteva le ali irritato dalla ragazzina
che
portava il suo carrello. Infatti Victoire, che spruzzava
felicità da tutti i
pori, aveva preso un’eccessiva rincorsa per attraversare la
barriera del
Binario e a finale era andata a sbattere contro un altro
carrello.
- Ohi ohi…- si lamentò Victoire alzandosi da
terra. Osservò per bene chi aveva
investito: dietro il suo carrello, c’era un’altra
ragazzina dai capelli nero
corvino e gli occhi azzurri come i suoi.
- Scusami! - di affrettò a dire Victoire aiutando la ragazza.
- Oh, non fa niente! - le disse quest’ultima - Anche a me
è successo prima.
Anche tu prima volta ad Hogwarts? -.
- Si! - annuì Victoire - Sono eccitatissima -.
- A chi lo dici! - disse lei porgendole la mano - Io sono Claire
McKanzie.
Amiche? -.
- Certo! - disse Victoire - Mi chiamo Victoire, Victoire Weasley! -.
Quando il treno cominciò a fumare Victoire era appollaiata
ad uno dei
finestrini dell’Espresso, ascoltando le raccomandazioni dei
genitori. Quando
partì vide che Fleur ancora le urlava cosa non fare, ma
ormai non l’ascoltava
più.
- Cerchiamo uno scompartimento? -.
Dopo un po’ di “caccia al posto” le due
ragazzine riuscirono a trovare uno
scompartimento vuoto. Si sedettero una di fronte all’altra e
cominciarono a
chiacchierare instancabilmente.
- Tu in che casa speri di essere smistata? - chiese Claire - Io
Grifondoro! -.
- Anche io! - esclamò Victoire.
- Qualcuno che conosco ha detto “Grifondoro”? -
Victoire e Claire si voltarono entrambe verso il nuovo entrato: Teddy
Lupin
sorrideva felice all’entrata dello scompartimento e subito
dopo corse accanto a
Victoire, baciandola sulla guancia.
- Ted! - ruggì Victoire tirando schiaffi sul braccio di
Teddy.
- E’ il tuo fidanzato? - chiese incuriosita Claire, che
guardava con interesse
i capelli azzurri di Ted.
- Certo che no! -.
- Si invece - scherzò Teddy scompigliando i capelli della
cugina - Dunque,
Victoire, hai forse detto che speri di finire a Grifondoro? -.
- Si - rispose la biondina con tono di sfida. Ted si limitò
a ridacchiare.
- Invece no, io credo proprio tu sia una Tassorosso come me. Ci
scommetto! -
dichiarò il ragazzo - Ci vediamo allo Smistamento! -.
E detto ciò uscì dallo scompartimento lasciando
le due ragazze sinceramente
confuse.
***
Victoire fremeva di
impazienza.
Salterellava sul posto in attesa che la Professoressa McGranitt
chiamasse il
suo nome. Claire era già stata smistata, e dal tavolo dei
Grifondoro le
sorrideva incoraggiante. Ma non era l’unica della sala che la
fissava. Teddy
teneva le dita incrociate, sperando vivamente che la sua quasi cugina
fosse una
Tassorosso.
- Weasley, Victoire! -.
Victoire deglutì e si avviò tremando sullo
sgabello. Si mise il Cappello in
testa e aspettò con occhi chiusi. Una vocina fastidiosa le
sussurrò
all’orecchio - Ah! La nostra nuova, prima Weasley! Che fare
con te? -.
Victoire aveva la bocca secca e non riusciva a spicciare parola. Era
giusto,
per ora, lasciare da parte il suo caratteraccio e far decidere al
Cappello. In
fondo, era il suo lavoro e chi poteva farlo meglio?
- Ottimo ragionamento - commentò il Cappello Parlante -
Davvero molto
cavalleresco. Ora non ho dubbi…-
Victoire strinse ancora di più gli occhi e si morse un
labbro.
- Grifondoro! - annunciò il Cappello.
Un grande applauso si levò dal tavolo dei Grifoni e Victoire
saltò giù dallo
sgabello. Ma prima che corresse dalla sua amica, lanciò uno
sguardo trionfante
a Teddy, che dal tavolo dei Tassorosso la guardava sbuffando per aver
perso la
scommessa.
***
Quegli ultimi raggio
autunnali filtravano
deboli attraverso le foglie di una grande quercia mentre il parco della
scuola
si svuotava sempre di più.
Victoire Weasley, libro e pergamena in mano, si maledisse mentalmente
per aver
solo alzato gli occhi sull’individuo dai capelli turchini
che, più in là,
rideva e scherzava con suo gruppetto di amici. Ted, a malincuore di
Victoire,
intercettò subito il suo sguardo e si diresse senza idugiare
verso di lei, la
quale cercava disperatamente di finire il tema sulle Pozioni
Restringenti,
senza però trarre grandi risultati.
- Ehilà! - la salutò Ted con un sorriso a
trentadue denti. Victoire si chiese
se poteva anche farli diventare viola. Scosse la testa a
quell’assurdità e
salutò con un cenno del capo l’amico.
Victoire teneva la penna tra i denti e aveva le sopracciglia aggrottate
per lo
sforzo. Proprio non riusciva a capire cosa mancasse al suo pessimo
tema.
- Cos’è che ti impegna così tanto? -
chiese Teddy sbirciando sul tema di
Victoire.
- Pozione Restringente - disse lei sfogliando il libro.
Ted scoppiò in una risata divertita - E trovi
difficoltà in una lezione così? -
la schernì - Merlino, è la cosa più
facile del programma del terzo anno! -.
Scosse la testa, pensando che l’amica era sinceramente
perduta - Cos’è che non
sai fare? -.
Victoire, per tutta risposta, portò indietro una ciocca di
capelli biondi con
un movimento del capo che di solito utilizzava la madre.
- Per tua informazione - disse - non trovo difficoltà in
nulla -.
Ted alzò un sopracciglio e rubò il foglio dalla
mano di Victoire - Allora non
ti dispiacerà se gli do un’occhiata -.
Victoire si morse il labbro: sapeva di aver fatto centinaia di errori e
Ted era
l’ultima persona a cui voleva dimostrare quanto era scarsa.
Persino sua sorella
Dominique, di due anni più piccola, si dimostrò
molto più soddisfacente di
Victoire per quanto riguardava i voti scolastici. Non a caso era una
Corvonero.
Dopo un po’ Teddy iniziò a ridacchiare.
- Allora - cominciò - Hai saltato il Grinzafico, e quella
è la milza di gatto,
non di ghepardo! -.
- Potevo benissimo farlo da sola, grazie - disse acida Victoire
riprendendosi
il foglio. Ma in fondo, molto in fondo, sapeva che se avesse preso un
voto
decente sarebbe stato grazie a Ted. Cosa inammissibile per una Victoire
Weasley
che si rispetti.
***
Claire dovette
sforzarsi di alzare gli
occhi al cielo per non togliere quegli auricolari dalle orecchie
dell’amica. La
tentazione era talmente forte che si morse la lingua per non imprecare
ad alta
voce, così si limitò a finire la sua colazione.
Victoire ormai passava la
maggior parte del tempo con quell’aggeggio babbano nelle
orecchie,
canticchiando a bassa voce parole incomprensibili. Non che fosse
spiacevole, ma
ormai la ragazza stava sulla stessa canzone da mezz’ora. Non
poteva sopportarla
più.
Aveva deciso, stava per prendere l’iPod quando Teddy Lupin,
arrivato dritto
dritto dal tavolo dei Tassorosso, la anticipò cogliendo di
sorpresa Victoire.
Quest’ultima si guardò intorno come a dire
“Ma che ci faccio qui?”.
- Bensvegliata - le disse acida Claire.
Intanto Teddy stava ascoltando con una smorfia di disgusto le canzoni
di
Victoire, la quale lo fissava con gli occhi assottigliati. E quando
faceva così
non era mai un buon segno.
- Tu ascolti questa…roba? - chiese Teddy
lasciando subito l’auricolare -
E’ uno schifo! -.
Victoire a quel punto scattò in piedi e il suo caratteraccio
ebbe la meglio:
Ted aveva mostrato la solita delicatezza, ma questa volta aveva passato
il
limite.
- Questa è musica lirica! - urlò Victoire - E non
mi stupisco che tu non sappia
cosa sia, dato le porcherie che chiami canzoni! -.
Ted, divertito, si alzò a sua volta e si avvicinò
minaccioso all’amica. Il suo
viso era tremendamente vicino a quello di Victoire, la quale aveva gli
occhi
chiusi a fessura e il naso alla francese sparso di qualche lentiggine
alzato al
cielo. Teddy scoppiò in una risata che attirò
alcuni sguardi della Sala Grande
e dichiarò con malizia - Sai, sei più carina
quando ti arrabbi -.
Victoire affilò lo sguardo. - Ti odio -
sibilò a denti
stretti.
- E’ ricambiato - disse Ted sorridendo e scrollando le
spalle. Victoire,
disgustata da tanta superficialità, prese le sue cose e
uscì dalla sala,
lasciando per l’ennesima volta Claire con gli occhi alzati al
cielo.
***
Victoire era seduta
sull’orlo della sedia
con la lingua tra i denti e gli occhi assottigliati per lo sforzo. Le
sue dita
tamburellavano sul tavolo impazienti nel disperato tentativo di
riuscire a
capire qualcosa, ma proprio non le andava a genio il gioco degli
scacchi. E non
aiutava affatto giocare con una sorella secchiona, per di
più di due anni più
piccola.
- Scacco matto - disse Dominique per la terza volta in
mezz’ora - E dire che ho
giocato facile. Vado un po’ in camera -. Così si
alzò e sparì dall’affollato
salotto della Tana. Erano lì per le vacanze natalizie e con
grande dispiacere
di Victoire c’erano proprio tutti.
Incrociò le braccia e mise il broncio come una bambina di
quattro anni, benché
ne avesse dieci di più.
- Malinconica? -. Davanti a lei si parò la slanciata figura
di Teddy. Lei
distolse lo sguardo: non l’aveva ancora perdonato e di certo
il ragazzo non
faceva niente per rimediare. Se ne stava sempre lì con il
suo sorriso stampato
in faccia.
- Avevo una cosa da chiederti - cominciò Ted -
Cos’è esattamente che odi di me?
-.
Victoire lo fissò e senza batter ciglio disse - Sei
presuntuoso, arrogante,
irritante, buffone… e odio i tuoi capelli -.
Ted sorrise ancora di più. - Be’, grazie. Io ti
odio… mmm, prima di tutto,
perché sei bionda. Odio le bionde. E poi perché
sei sempre così scorbutica. E
ascolti quella roba -.
Victoire aggrottò di nuovo le sopracciglia e girò
lo sguardo, mostrandosi molto
interessata alla cucina di nonna Molly.
- Andiamo, non fare la bambina - le disse Ted - Vuoi giocare? -.
- ”Vuoi giocare” è da bambini, o
sbaglio? - disse Victoire. Ted, per tutta
risposta, ridacchiò, contagiando in un certo modo anche
Victoire, che però fece
di tutto per nascondere un sorriso. Ma dato che non ci riusciva, fece
cadere
appositamente una pedina a terra con la scusa di doversi abbassare per
prenderla. Ma la pedina rotolò fino sotto al centro esatto
del tavolo, così si
dovette abbassare di più. L’aveva quasi presa
quando un’altra mano sfiorò la
sua. Victoire alzò gli occhi e si ritrovò il viso
a pochi centimetri da quello
di Teddy. Riusciva persino a sentire il suo respiro sul volto. Ma la
cosa che
la scombussolò di più, oltre ai suoi capelli (per
l’occasione rossi con le
punte bianche), furono i suoi occhi. Sapeva che poteva cambiarli, ma
non aveva
mai visto quanto erano belli. Quel giorno erano di un intenso castano
dorato.
Rimase chi sa quanto tempo lì sotto a fissarli, incapace di
distogliere lo
sguardo. E solo quando capì che cosa stava facendo si
alzò di scatto, andando a
sbattere la testa contro il tavolo. A quel punto fu difficile anche per
lei
trattenere le risate e i due si sedettero lì, sotto il
tavolo, proprio come due
vecchi amici che giocavano agli indiani nelle tende. Cominciarono a
ricordarsi
a vicenda i giochi che facevano da piccoli e gli scherzi di Teddy.
Victoire si
chiese come aveva fatto a giudicarlo un cattivo ragazzo.
- Teddy - gli disse dopo un po’ - Sei proprio un buon amico -.
Lui la fissò, ma il suo sorriso divenne più
triste, come se quell’affermazione
non gli bastasse. - Già - commentò - Un buon
amico… -.
***
Tre ragazzi stavano
sdraiati sull’erba
all’ombra di una quercia, godendosi quella fresca aria
primaverile. I raggi del
sole si riflettevano sui loro visi passando attraverso le foglie.
- La prossima settimana ci sarà il ballo - disse Teddy - Che
scocciatura -.
Infatti, per festeggiare i ragazzi che quell’anno avrebbero
preso i M.A.G.O.
(tra cui proprio Ted), era stato organizzato un grande ballo a cui
avrebbe
partecipato tutta la scuola.
- Chi inviterai? - chiese Victoire cercando di apparire disinvolta.
- Emily Hill, di Serpeverde - rispose Ted sorridendo.
Il sorriso di Victoire sparì dal suo volto, lasciando spazio
ad un’espressione
di tristezza. Claire, sdraiata accanto a lei, se ne accorse. La sua
amica era
gravemente malata.
***
- Vicky -
Nessuna risposta.
- Victoire! -
- Eh? Che c’è? - chiese la bionda confusa,
guardando l’amica all’altro lato del
dormitorio.
Claire sospirò e si avvicinò a lei - Io so cosa
hai. So perché passi tutte le
giornate a guardare fuori da quella finestra, perché di
notte piangi, perché
non mangi…-
- Davvero? - disse scettica Victoire. In realtà, Claire
aveva proprio ragione:
era pallida e molto dimagrita.
- Sei innamorata, Vic - le rispose Claire con dolcezza.
- Ma che dici! - strillò Victoire - Io non sono innamorata
di Ted Lupin! -
Claire ridacchiò - Ma io non ho nominato Teddy -.
Victoire rimase a bocca aperta davanti alla verità che si
faceva chiara nella
sua mante: era innamorata di Teddy, era innamorata di
Teddy…
- Si nota così tanto? - chiese arrossendo.
L’amica scosse il capo - No, ma io ti conosco bene. Ho visto
come vorresti
incenerire con lo sguardo quella Hill ogni volta che la vedi passare -.
Victoire sospirò - Che posso fare? -.
Claire le passò una mano tra i capelli. - Niente, tesoro.
Hai avuto il tuo
tempo. Teddy era sempre stato innamorato di te, ti è venuto
sempre dietro, ma
non te ne sei mai accorta. Adesso è logico che voglia farsi
una nuova vita -.
Victoire abbracciò l’amica per non far vedere
quella stupida lacrima che ora le
rigava il volto. L’aveva trattenuta per troppo tempo, e al
momento della verità
non poteva più resistere. Si considerò una
sciocca per non essersene accorta,
troppo ceca per guardare al di là del suo orgoglio. E adesso
che i ruoli si
erano invertiti, Victoire capì quanto avesse sofferto Ted
sentendosi chiamare
solo “un buon amico”.
***
Correva. Non sapeva
neanche dove o perché,
ma sentiva il bisogno di correre via. Allontanarsi il più
possibile da quella
sala, da quelle persone, da lui.
Arrivò fino al parco, ma non si
fermò.
- Victoire! -. Lei corse ancora più veloce, nonostante
sapesse che l’avrebbe
raggiunta in poco tempo. - Ferma - le disse ansimando, bloccandole i
polsi con
le mani - Allora? Che ti prende? -.
- Niente! - ruggì la bionda cercando di divincolarsi -
Lasciami stare! -.
Ma Ted strinse più forte la presa e a quel punto Victoire
mollò: scoppiò in
lacrime, girando il volto. Non voleva, non voleva farsi vedere
così.
- Ti odio! - sussurrò tra i singhiozzi.
Ma questa volta Ted non sorrise. Lasciò cadere i polsi della
ragazza e restò
immobile. - Cosa ho fatto questa volta? -
Lei, senza premeditarlo, senza pensare a ciò che stava
facendo, gli sussurrò -
Ti odio perché… perché ti amo -.
Abbassò lo sguardo, in attesa di qualcosa. Ma dato che Ted
rimaneva in silenzio
continuò - Da quando mi hai detto che avevi invitato la Hill
al ballo ho
cominciato ad ingelosirmi. Claire mi ha detto che io ti sono sempre
piaciuta, e
adesso che hai rinunciato…-.
- Shh, zitta -. Victoire fu bloccata dal dito di Teddy, posato
dolcemente sulle
sue labbra. - Io no ho mairinunciato a te -.
E con un’ultima lacrima di gioia, Victoire si fece trascinare
da Teddy tra le
sue calde e grandi braccia.
***
Il
denso fumo dell’Espresso di Hogwarts
copriva il dorato cielo autunnale di settembre. Quell’anno
forse era arrivato
presto. Troppo presto, pensò una Victoire Weasley agitata.
Tornare a scuola
senza Teddy per la seconda volta era una tragedia, dopo aver passato
un’estate
indimenticabile. La ragazza aveva il messo il solito broncio. Non aveva
mai
odiato Hogwarts come in quel momento.
- Insomma, Victoire - disse Dominique esasperata - Non vorrai fare i
capricci
come una bambina! -.
Victoire alzò il naso all’insù e
cominciò a sbattere i piedi per terra, i pugni
serrati lungo i fianchi - Io non ci voglio andare! -.
La sorella scosse la testa, adesso seriamente preoccupata per la salute
mentale
della sorella: l’amore le faceva fare strane cose.
Le due sorelle trascinarono i carrelli vicino al treno e si voltarono
verso i genitori
per le solite raccomandazioni. Ma Victoire non li ascoltava:
tamburellava le
dita sulle sue braccia, scocciata di dover affrontare un altro anno.
- Victoire - la chiamò il padre - Mi stai ascoltando? -.
- No - rispose lei sfacciatamente. Bill sospirò e
affilò lo sguardo: indicava
col dito un punto oltre le spalle della figlia. - Credo che quello ti
tirerà su
- disse poi con una smorfia.
Victoire si girò di scatto e la meraviglia si dipinse sul
suo volto: la figura
dai capelli turchesi stava più in là e le
sorrideva a trentadue denti.
- Teddy! - strillò Victoire. Corse verso di lui e gli
saltò al collo. Lui la
trascinò in un angolo più appartato.
- Allora - disse Ted - Contenta di vedermi? -.
- Per niente - rispose lei alzando il naso in aria.
Lui, come anni prima, le si avvicinò al viso e
sibilò - Sai, ti odio -.
Victoire si alzò in punta di piedi e lo baciò: fu
un dolce e veloce sfioramento
di labbra, poiché qualcuno alle loro spalle li interruppe.
Il dodicenne James
li fissava a bocca spalancata. Sbatté le palpebre prima di
esclamare - Che cosa
state facendo? -.
- Secondo te? - disse Victoire innervosita - Sparisci! -.
James sorrise e corse verso gli altri urlando a tutti - Teddy e Vicky
sono
fidanzati! -.
Victoire scosse la testa: certe volte era proprio uguale a Ted. Intanto
gli
studenti avevano cominciato a salire sul treno.
- Quindi adesso ti piacciono le bionde? - chiese Victoire. Lo
guardò maliziosa
e scostò una ciocca dal viso.
- Certo che no - disse Ted avvicinandosi di nuovo al suo viso - Mi
piaci tu -.
- Victoire, sbrigati! - la chiamò Claire dal treno. La
bionda alzò gli occhi al
cielo: evidentemente era destino che fossero sempre interrotti; diede
un ultimo
veloce bacio a Ted e salì sull’Espresso per
Hogwarts.
- Eccomi - ansimò, arrivando da Claire.
Le due si affacciarono ad un finestrino del treno, quando questo
cominciò a
prendere velocità.
- So che ti mancherò! - urlò Teddy per farsi
sentire.
Victoire scoppiò a ridere e disse ad alta voce - Ti odio! -.
- E’ ricambiato! -, furono le ultime parole di lui, prima di
sparire alla
curva.
Victoire sospirò: l’avrebbe rivisto a Natale, era
vero, ma le sarebbe comunque
mancato.
Intanto il piccolo James spiegava ad Albus e Rose cosa aveva visto.
- Ve lo giuro, si stavano baciando! - disse implorante,
poiché evidentemente i
due non gli credevano - E adesso si sono detti che si odiano! Non
capisco, devo
sapere se posso lasciare la stanza a Teddy oppure no… -.
- Non ti conviene, piccolo James - disse Victoire avvicinandosi ai
cugini con
un sorriso che le andava da un orecchio all’altro, - Sai,
Teddy ha il brutto
vizio di lasciare ragni in giro! -.
Salve
a tutti!
Vi propongo la lettura di questa one-short che ha come paring quello
Teddy/Victoire.
L'ho presentata ad un concorso per FF sulla nuova generazione e ho
conquistato
il quarto posto ^^
E' solo un insieme di momenti tra questa coppietta, purtroppo dovevo
contenermi
perchè avevo un limite di lunghezza da rispettare.
Spero sia stata di vostro gradimento ;)