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Autore: Nerween    24/04/2010    1 recensioni
- Questo è per farmi perdonare per lo scherzo di ieri - disse indicando il pacchetto. Lei gli sorrise: forse, in fin dei conti, non era tanto cattivo. Lo scartò e vi trovò una piccola ampolla. Dentro c’era un brutto ragno nero… ma questa volta vero. Victoire lasciò cadere il regalo e corse piangendo a nascondersi dietro le gambe del padre, mentre Teddy era piegato in due dalle risate. Da quel momento Victoire giurò a se stessa che avrebbe odiato i ragni e Ted Remus Lupin.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti odio perché…



Era la Vigilia di Natale e Villa Conchiglia non era mai stata così bella. La neve scendeva candida a fiocchi e incorniciava quello spettacolo mozzafiato: anche se in pieno inverno, il mare era calmo e la luna splendeva alta nel cielo senza nuvole. Si presumeva che l’indomani sarebbe stato un Natale sereno, senza piogge ne bufere.
Così nella piccola villa i Potter e i Weasley festeggiavano allegri una serata che stava trascorrendo tra chiacchiere e risate. Le donne erano impegnate in un’animata discussione mentre cucinavano ai fornelli, i loro mariti erano seduti a tavola e chiacchieravano di Quidditch e di lavoro e i bambini giocavano allegri tra di loro. Per i piccoli il Natale era certamente il più divertente periodo dell’anno: c’erano i regali ed era bello stare in compagnia degli amati cuginetti. Persino il piccolo Hugo, di appena due anni, si divertiva un mondo a guardare Teddy Lupin cambiare il colore dei capelli.
In realtà, Teddy Lupin era sempre il centro dell’attenzione. Era estremamente divertente e veniva amato da tutti. Si poteva considerare parte della famiglia ormai.
Ma solo una persona non la vedeva in questo modo: una bambina dai lunghi capelli argentei, che non doveva avere più di nove o dieci anni, stava seduta col broncio in un angolino.
Non aveva mai sopportato il piccolo Ted, lo trovava estremamente irritante. E il fatto che avesse i capelli azzurri non migliorava la situazione.
Victoire Weasley era la cugina più grande che Teddy avesse ed era quindi naturale che preferisse giocare con qualcuno di circa la stessa età. Ma alla ragazzina non piacevano queste attenzioni eccessive perché Ted non faceva altro che prenderla in giro con scherzi poco divertenti.
- Su, bambini - disse la bella Fleur col suo immancabile accento francese - Andate a dormire !-.
Così Villa Conchiglia si svuotò e le luci si spensero; ma la mattina seguente sarebbe tornata a ripopolarsi.
In camera sua Victoire non riusciva a prendere sonno a causa del suo stupido cuscino. Aveva qualcosa che non andava… Anche se sapeva di non aver messo niente lì sotto, lo alzò e con orrore vi trovò un grosso, peloso ragno di pezza. La ragazzina urlò spaventata prima di rendersi conto che quello era un ragno finto.
- Victoire! - esclamò la sorellina Dominique - Che succede?- .
Succedeva che Victoire avrebbe passato la notte in bianco sognando enormi ragni mannari.

Il mattino successivo fu il pensiero dei regali a far spuntare un sorriso a Victoire, anche se non aveva di certo dimenticato lo scherzetto fattole da Teddy. Gliel’avrebbe fatta pagare.
Uscì di corsa dalla sua stanza: gli zii e i cugini erano già in casa e si scambiavano allegri i regali di Natale.
- Victoire! - la chiamarono lo zio Ron ed Hermione - Ecco il nostro regalo per te -.
Il pacchetto era piccolo e sottile ma la ragazzina lo aprì con entusiasmo: dentro c’era…
- Questo è un iPod - spiegò Hermione - Ci metti tutta la musica che vuoi, dato che a te piace tanto! -.
- Grazie mille! - disse Victoire eccitata. In effetti, la piccola aveva un certo talento per il canto. Che il suo istinto di Veela stesse venendo a galla?
Quello fu per Victoire il regalo più bello di Natale. Ma dopo un po’ Teddy le si avvicinò con il suo solito sorriso malizioso e le porse un pacchetto. Victoire lo guardò accigliata.
- Questo è per farmi perdonare per lo scherzo di ieri - disse indicando il pacchetto.
Lei gli sorrise: forse, in fin dei conti, non era tanto cattivo. Lo scartò e vi trovò una piccola ampolla. Dentro c’era un brutto ragno nero… ma questa volta vero.
Victoire lasciò cadere il regalo e corse piangendo a nascondersi dietro le gambe del padre, mentre Teddy era piegato in due dalle risate.
Da quel momento Victoire giurò a se stessa che avrebbe odiato i ragni e Ted Remus Lupin.

                                     ***

Tutto quello era meraviglioso. L’Espresso per Hogwarts, il Binario 9 ¾, i maghetti che come lei iniziavano il primo anno, persino il suo nuovo gufo, che sbatteva le ali irritato dalla ragazzina che portava il suo carrello. Infatti Victoire, che spruzzava felicità da tutti i pori, aveva preso un’eccessiva rincorsa per attraversare la barriera del Binario e a finale era andata a sbattere contro un altro carrello. 
- Ohi ohi…- si lamentò Victoire alzandosi da terra. Osservò per bene chi aveva investito: dietro il suo carrello, c’era un’altra ragazzina dai capelli nero corvino e gli occhi azzurri come i suoi.
- Scusami! - di affrettò a dire Victoire aiutando la ragazza.
- Oh, non fa niente! - le disse quest’ultima - Anche a me è successo prima. Anche tu prima volta ad Hogwarts? -.
- Si! - annuì Victoire - Sono eccitatissima -.
- A chi lo dici! - disse lei porgendole la mano - Io sono Claire McKanzie. Amiche? -.
- Certo! - disse Victoire - Mi chiamo Victoire, Victoire Weasley! -.

Quando il treno cominciò a fumare Victoire era appollaiata ad uno dei finestrini dell’Espresso, ascoltando le raccomandazioni dei genitori. Quando partì vide che Fleur ancora le urlava cosa non fare, ma ormai non l’ascoltava più.
- Cerchiamo uno scompartimento? -.
Dopo un po’ di “caccia al posto” le due ragazzine riuscirono a trovare uno scompartimento vuoto. Si sedettero una di fronte all’altra e cominciarono a chiacchierare instancabilmente.
- Tu in che casa speri di essere smistata? - chiese Claire - Io Grifondoro! -.
- Anche io! - esclamò Victoire.
- Qualcuno che conosco ha detto “Grifondoro”? -
Victoire e Claire si voltarono entrambe verso il nuovo entrato: Teddy Lupin sorrideva felice all’entrata dello scompartimento e subito dopo corse accanto a Victoire, baciandola sulla guancia.
- Ted! - ruggì Victoire tirando schiaffi sul braccio di Teddy.
- E’ il tuo fidanzato? - chiese incuriosita Claire, che guardava con interesse i capelli azzurri di Ted.
- Certo che no! -.
- Si invece - scherzò Teddy scompigliando i capelli della cugina - Dunque, Victoire, hai forse detto che speri di finire a Grifondoro? -.
- Si - rispose la biondina con tono di sfida. Ted si limitò a ridacchiare.
- Invece no, io credo proprio tu sia una Tassorosso come me. Ci scommetto! - dichiarò il ragazzo - Ci vediamo allo Smistamento! -.
E detto ciò uscì dallo scompartimento lasciando le due ragazze sinceramente confuse.

                                     ***

Victoire fremeva di impazienza. Salterellava sul posto in attesa che la Professoressa McGranitt chiamasse il suo nome. Claire era già stata smistata, e dal tavolo dei Grifondoro le sorrideva incoraggiante. Ma non era l’unica della sala che la fissava. Teddy teneva le dita incrociate, sperando vivamente che la sua quasi cugina fosse una Tassorosso.
- Weasley, Victoire! -.
Victoire deglutì e si avviò tremando sullo sgabello. Si mise il Cappello in testa e aspettò con occhi chiusi. Una vocina fastidiosa le sussurrò all’orecchio - Ah! La nostra nuova, prima Weasley! Che fare con te? -.
Victoire aveva la bocca secca e non riusciva a spicciare parola. Era giusto, per ora, lasciare da parte il suo caratteraccio e far decidere al Cappello. In fondo, era il suo lavoro e chi poteva farlo meglio?
- Ottimo ragionamento - commentò il Cappello Parlante - Davvero molto cavalleresco. Ora non ho dubbi…-
Victoire strinse ancora di più gli occhi e si morse un labbro.
- Grifondoro! - annunciò il Cappello.
Un grande applauso si levò dal tavolo dei Grifoni e Victoire saltò giù dallo sgabello. Ma prima che corresse dalla sua amica, lanciò uno sguardo trionfante a Teddy, che dal tavolo dei Tassorosso la guardava sbuffando per aver perso la scommessa.

                                       ***

Quegli ultimi raggio autunnali filtravano deboli attraverso le foglie di una grande quercia mentre il parco della scuola si svuotava sempre di più.
Victoire Weasley, libro e pergamena in mano, si maledisse mentalmente per aver solo alzato gli occhi sull’individuo dai capelli turchini che, più in là, rideva e scherzava con suo gruppetto di amici. Ted, a malincuore di Victoire, intercettò subito il suo sguardo e si diresse senza idugiare verso di lei, la quale cercava disperatamente di finire il tema sulle Pozioni Restringenti, senza però trarre grandi risultati.
- Ehilà! - la salutò Ted con un sorriso a trentadue denti. Victoire si chiese se poteva anche farli diventare viola. Scosse la testa a quell’assurdità e salutò con un cenno del capo l’amico.
Victoire teneva la penna tra i denti e aveva le sopracciglia aggrottate per lo sforzo. Proprio non riusciva a capire cosa mancasse al suo pessimo tema. 
- Cos’è che ti impegna così tanto? - chiese Teddy sbirciando sul tema di Victoire.
- Pozione Restringente - disse lei sfogliando il libro. 
Ted scoppiò in una risata divertita - E trovi difficoltà in una lezione così? - la schernì - Merlino, è la cosa più facile del programma del terzo anno! -. Scosse la testa, pensando che l’amica era sinceramente perduta - Cos’è che non sai fare? -.
Victoire, per tutta risposta, portò indietro una ciocca di capelli biondi con un movimento del capo che di solito utilizzava la madre.
- Per tua informazione - disse - non trovo difficoltà in nulla -.
Ted alzò un sopracciglio e rubò il foglio dalla mano di Victoire - Allora non ti dispiacerà se gli do un’occhiata -.
Victoire si morse il labbro: sapeva di aver fatto centinaia di errori e Ted era l’ultima persona a cui voleva dimostrare quanto era scarsa. Persino sua sorella Dominique, di due anni più piccola, si dimostrò molto più soddisfacente di Victoire per quanto riguardava i voti scolastici. Non a caso era una Corvonero.
Dopo un po’ Teddy iniziò a ridacchiare.
- Allora - cominciò - Hai saltato il Grinzafico, e quella è la milza di gatto, non di ghepardo! -.
- Potevo benissimo farlo da sola, grazie - disse acida Victoire riprendendosi il foglio. Ma in fondo, molto in fondo, sapeva che se avesse preso un voto decente sarebbe stato grazie a Ted. Cosa inammissibile per una Victoire Weasley che si rispetti.

                                       ***

Claire dovette sforzarsi di alzare gli occhi al cielo per non togliere quegli auricolari dalle orecchie dell’amica. La tentazione era talmente forte che si morse la lingua per non imprecare ad alta voce, così si limitò a finire la sua colazione. Victoire ormai passava la maggior parte del tempo con quell’aggeggio babbano nelle orecchie, canticchiando a bassa voce parole incomprensibili. Non che fosse spiacevole, ma ormai la ragazza stava sulla stessa canzone da mezz’ora. Non poteva sopportarla più. 
Aveva deciso, stava per prendere l’iPod quando Teddy Lupin, arrivato dritto dritto dal tavolo dei Tassorosso, la anticipò cogliendo di sorpresa Victoire. Quest’ultima si guardò intorno come a dire “Ma che ci faccio qui?”.
- Bensvegliata - le disse acida Claire.
Intanto Teddy stava ascoltando con una smorfia di disgusto le canzoni di Victoire, la quale lo fissava con gli occhi assottigliati. E quando faceva così non era mai un buon segno.
- Tu ascolti questa…roba? - chiese Teddy lasciando subito l’auricolare - E’ uno schifo! -.
Victoire a quel punto scattò in piedi e il suo caratteraccio ebbe la meglio: Ted aveva mostrato la solita delicatezza, ma questa volta aveva passato il limite.
- Questa è musica lirica! - urlò Victoire - E non mi stupisco che tu non sappia cosa sia, dato le porcherie che chiami canzoni! -.
Ted, divertito, si alzò a sua volta e si avvicinò minaccioso all’amica. Il suo viso era tremendamente vicino a quello di Victoire, la quale aveva gli occhi chiusi a fessura e il naso alla francese sparso di qualche lentiggine alzato al cielo. Teddy scoppiò in una risata che attirò alcuni sguardi della Sala Grande e dichiarò con malizia - Sai, sei più carina quando ti arrabbi -.
Victoire affilò lo sguardo. - Ti odio - sibilò a denti stretti.
- E’ ricambiato - disse Ted sorridendo e scrollando le spalle. Victoire, disgustata da tanta superficialità, prese le sue cose e uscì dalla sala, lasciando per l’ennesima volta Claire con gli occhi alzati al cielo.

                                      ***

Victoire era seduta sull’orlo della sedia con la lingua tra i denti e gli occhi assottigliati per lo sforzo. Le sue dita tamburellavano sul tavolo impazienti nel disperato tentativo di riuscire a capire qualcosa, ma proprio non le andava a genio il gioco degli scacchi. E non aiutava affatto giocare con una sorella secchiona, per di più di due anni più piccola.
- Scacco matto - disse Dominique per la terza volta in mezz’ora - E dire che ho giocato facile. Vado un po’ in camera -. Così si alzò e sparì dall’affollato salotto della Tana. Erano lì per le vacanze natalizie e con grande dispiacere di Victoire c’erano proprio tutti.
Incrociò le braccia e mise il broncio come una bambina di quattro anni, benché ne avesse dieci di più.
- Malinconica? -. Davanti a lei si parò la slanciata figura di Teddy. Lei distolse lo sguardo: non l’aveva ancora perdonato e di certo il ragazzo non faceva niente per rimediare. Se ne stava sempre lì con il suo sorriso stampato in faccia.
- Avevo una cosa da chiederti - cominciò Ted - Cos’è esattamente che odi di me? -.
Victoire lo fissò e senza batter ciglio disse - Sei presuntuoso, arrogante, irritante, buffone… e odio i tuoi capelli -.
Ted sorrise ancora di più. - Be’, grazie. Io ti odio… mmm, prima di tutto, perché sei bionda. Odio le bionde. E poi perché sei sempre così scorbutica. E ascolti quella roba -.
Victoire aggrottò di nuovo le sopracciglia e girò lo sguardo, mostrandosi molto interessata alla cucina di nonna Molly.
- Andiamo, non fare la bambina - le disse Ted - Vuoi giocare? -.
- ”Vuoi giocare” è da bambini, o sbaglio? - disse Victoire. Ted, per tutta risposta, ridacchiò, contagiando in un certo modo anche Victoire, che però fece di tutto per nascondere un sorriso. Ma dato che non ci riusciva, fece cadere appositamente una pedina a terra con la scusa di doversi abbassare per prenderla. Ma la pedina rotolò fino sotto al centro esatto del tavolo, così si dovette abbassare di più. L’aveva quasi presa quando un’altra mano sfiorò la sua. Victoire alzò gli occhi e si ritrovò il viso a pochi centimetri da quello di Teddy. Riusciva persino a sentire il suo respiro sul volto. Ma la cosa che la scombussolò di più, oltre ai suoi capelli (per l’occasione rossi con le punte bianche), furono i suoi occhi. Sapeva che poteva cambiarli, ma non aveva mai visto quanto erano belli. Quel giorno erano di un intenso castano dorato. Rimase chi sa quanto tempo lì sotto a fissarli, incapace di distogliere lo sguardo. E solo quando capì che cosa stava facendo si alzò di scatto, andando a sbattere la testa contro il tavolo. A quel punto fu difficile anche per lei trattenere le risate e i due si sedettero lì, sotto il tavolo, proprio come due vecchi amici che giocavano agli indiani nelle tende. Cominciarono a ricordarsi a vicenda i giochi che facevano da piccoli e gli scherzi di Teddy. Victoire si chiese come aveva fatto a giudicarlo un cattivo ragazzo.
- Teddy - gli disse dopo un po’ - Sei proprio un buon amico -.
Lui la fissò, ma il suo sorriso divenne più triste, come se quell’affermazione non gli bastasse. - Già - commentò - Un buon amico… -.

                                       ***

Tre ragazzi stavano sdraiati sull’erba all’ombra di una quercia, godendosi quella fresca aria primaverile. I raggi del sole si riflettevano sui loro visi passando attraverso le foglie.
- La prossima settimana ci sarà il ballo - disse Teddy - Che scocciatura -.
Infatti, per festeggiare i ragazzi che quell’anno avrebbero preso i M.A.G.O. (tra cui proprio Ted), era stato organizzato un grande ballo a cui avrebbe partecipato tutta la scuola.
- Chi inviterai? - chiese Victoire cercando di apparire disinvolta.
- Emily Hill, di Serpeverde - rispose Ted sorridendo.
Il sorriso di Victoire sparì dal suo volto, lasciando spazio ad un’espressione di tristezza. Claire, sdraiata accanto a lei, se ne accorse. La sua amica era gravemente malata.

                                       ***

- Vicky -
Nessuna risposta.
- Victoire! -
- Eh? Che c’è? - chiese la bionda confusa, guardando l’amica all’altro lato del dormitorio.
Claire sospirò e si avvicinò a lei - Io so cosa hai. So perché passi tutte le giornate a guardare fuori da quella finestra, perché di notte piangi, perché non mangi…-
- Davvero? - disse scettica Victoire. In realtà, Claire aveva proprio ragione: era pallida e molto dimagrita.
- Sei innamorata, Vic - le rispose Claire con dolcezza.
- Ma che dici! - strillò Victoire - Io non sono innamorata di Ted Lupin! -
Claire ridacchiò - Ma io non ho nominato Teddy -.
Victoire rimase a bocca aperta davanti alla verità che si faceva chiara nella sua mante: era innamorata di Teddy, era innamorata di Teddy…
- Si nota così tanto? - chiese arrossendo. 
L’amica scosse il capo - No, ma io ti conosco bene. Ho visto come vorresti incenerire con lo sguardo quella Hill ogni volta che la vedi passare -.
Victoire sospirò - Che posso fare? -.
Claire le passò una mano tra i capelli. - Niente, tesoro. Hai avuto il tuo tempo. Teddy era sempre stato innamorato di te, ti è venuto sempre dietro, ma non te ne sei mai accorta. Adesso è logico che voglia farsi una nuova vita -.
Victoire abbracciò l’amica per non far vedere quella stupida lacrima che ora le rigava il volto. L’aveva trattenuta per troppo tempo, e al momento della verità non poteva più resistere. Si considerò una sciocca per non essersene accorta, troppo ceca per guardare al di là del suo orgoglio. E adesso che i ruoli si erano invertiti, Victoire capì quanto avesse sofferto Ted sentendosi chiamare solo “un buon amico”.

                                       ***

Correva. Non sapeva neanche dove o perché, ma sentiva il bisogno di correre via. Allontanarsi il più possibile da quella sala, da quelle persone, da lui. Arrivò fino al parco, ma non si fermò. 
- Victoire! -. Lei corse ancora più veloce, nonostante sapesse che l’avrebbe raggiunta in poco tempo. - Ferma - le disse ansimando, bloccandole i polsi con le mani - Allora? Che ti prende? -.
- Niente! - ruggì la bionda cercando di divincolarsi - Lasciami stare! -.
Ma Ted strinse più forte la presa e a quel punto Victoire mollò: scoppiò in lacrime, girando il volto. Non voleva, non voleva farsi vedere così.
- Ti odio! - sussurrò tra i singhiozzi.
Ma questa volta Ted non sorrise. Lasciò cadere i polsi della ragazza e restò immobile. - Cosa ho fatto questa volta? -
Lei, senza premeditarlo, senza pensare a ciò che stava facendo, gli sussurrò - Ti odio perché… perché ti amo -.
Abbassò lo sguardo, in attesa di qualcosa. Ma dato che Ted rimaneva in silenzio continuò - Da quando mi hai detto che avevi invitato la Hill al ballo ho cominciato ad ingelosirmi. Claire mi ha detto che io ti sono sempre piaciuta, e adesso che hai rinunciato…-.
- Shh, zitta -. Victoire fu bloccata dal dito di Teddy, posato dolcemente sulle sue labbra. - Io no ho mairinunciato a te -.
E con un’ultima lacrima di gioia, Victoire si fece trascinare da Teddy tra le sue calde e grandi braccia.

                                     ***

Il denso fumo dell’Espresso di Hogwarts copriva il dorato cielo autunnale di settembre. Quell’anno forse era arrivato presto. Troppo presto, pensò una Victoire Weasley agitata. Tornare a scuola senza Teddy per la seconda volta era una tragedia, dopo aver passato un’estate indimenticabile. La ragazza aveva il messo il solito broncio. Non aveva mai odiato Hogwarts come in quel momento.
- Insomma, Victoire - disse Dominique esasperata - Non vorrai fare i capricci come una bambina! -.
Victoire alzò il naso all’insù e cominciò a sbattere i piedi per terra, i pugni serrati lungo i fianchi - Io non ci voglio andare! -.
La sorella scosse la testa, adesso seriamente preoccupata per la salute mentale della sorella: l’amore le faceva fare strane cose.
Le due sorelle trascinarono i carrelli vicino al treno e si voltarono verso i genitori per le solite raccomandazioni. Ma Victoire non li ascoltava: tamburellava le dita sulle sue braccia, scocciata di dover affrontare un altro anno.
- Victoire - la chiamò il padre - Mi stai ascoltando? -.
- No - rispose lei sfacciatamente. Bill sospirò e affilò lo sguardo: indicava col dito un punto oltre le spalle della figlia. - Credo che quello ti tirerà su - disse poi con una smorfia.
Victoire si girò di scatto e la meraviglia si dipinse sul suo volto: la figura dai capelli turchesi stava più in là e le sorrideva a trentadue denti.
- Teddy! - strillò Victoire. Corse verso di lui e gli saltò al collo. Lui la trascinò in un angolo più appartato. 
- Allora - disse Ted - Contenta di vedermi? -.
- Per niente - rispose lei alzando il naso in aria. 
Lui, come anni prima, le si avvicinò al viso e sibilò - Sai, ti odio -.
Victoire si alzò in punta di piedi e lo baciò: fu un dolce e veloce sfioramento di labbra, poiché qualcuno alle loro spalle li interruppe. Il dodicenne James li fissava a bocca spalancata. Sbatté le palpebre prima di esclamare - Che cosa state facendo? -.
- Secondo te? - disse Victoire innervosita - Sparisci! -.
James sorrise e corse verso gli altri urlando a tutti - Teddy e Vicky sono fidanzati! -. 
Victoire scosse la testa: certe volte era proprio uguale a Ted. Intanto gli studenti avevano cominciato a salire sul treno. 
- Quindi adesso ti piacciono le bionde? - chiese Victoire. Lo guardò maliziosa e scostò una ciocca dal viso.
- Certo che no - disse Ted avvicinandosi di nuovo al suo viso - Mi piaci tu -.
- Victoire, sbrigati! - la chiamò Claire dal treno. La bionda alzò gli occhi al cielo: evidentemente era destino che fossero sempre interrotti; diede un ultimo veloce bacio a Ted e salì sull’Espresso per Hogwarts.
- Eccomi - ansimò, arrivando da Claire.
Le due si affacciarono ad un finestrino del treno, quando questo cominciò a prendere velocità.
- So che ti mancherò! - urlò Teddy per farsi sentire.
Victoire scoppiò a ridere e disse ad alta voce - Ti odio! -.
- E’ ricambiato! -, furono le ultime parole di lui, prima di sparire alla curva.
Victoire sospirò: l’avrebbe rivisto a Natale, era vero, ma le sarebbe comunque mancato.
Intanto il piccolo James spiegava ad Albus e Rose cosa aveva visto.
- Ve lo giuro, si stavano baciando! - disse implorante, poiché evidentemente i due non gli credevano - E adesso si sono detti che si odiano! Non capisco, devo sapere se posso lasciare la stanza a Teddy oppure no… -.
- Non ti conviene, piccolo James - disse Victoire avvicinandosi ai cugini con un sorriso che le andava da un orecchio all’altro, - Sai, Teddy ha il brutto vizio di lasciare ragni in giro! -.




Salve a tutti! 
Vi propongo la lettura di questa one-short che ha come paring quello Teddy/Victoire. 
L'ho presentata ad un concorso per FF sulla nuova generazione e ho conquistato il quarto posto ^^
E' solo un insieme di momenti tra questa coppietta, purtroppo dovevo contenermi perchè avevo un limite di lunghezza da rispettare.
Spero sia stata di vostro gradimento ;)

   
 
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