Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Claa    25/04/2010    6 recensioni
Roy Mustang aveva davvero ben poco per cui sorridere, quell'ultimo periodo. Eppure, quella sera, scalpitante davanti l'entrata di un alto edificio, le sue labbra erano maliziosamente incurvate verso l'alto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Here by me




Passò ancora un'altra ora prima che Roy e Claire si ritrovassero davanti all'appartamento di lei.
La donna era euforica, e non fingeva di non sapere cosa succedeva di solito a quel punto della serata. Le vie erano desolate, data l'ora e il brutto tempo, quindi Claire - ancora prima di aver raggiunto le scale del suo pianerottolo - iniziò a sbottonare la camicia bianca del suo affascinante colonnello. Lui però, inaspettatamente, le bloccò la mano e, evitando baci improvvisi, continuò ad avanzare così da arrivare fino alla soglia.
Claire lo scrutò confusa. "Cosa c'è, Roy?".
L'uomo abbassò lo sguardo e, con delicatezza, allontanò la mano della ragazza dai bottoni. Prese un respiro profondo, poi parlò: "Mi dispiace, Claire, ma stasera credo di non poter rimanere", disse, velatamente rammaricato.
Claire aggrottò le sopracciglia, sempre più spaesata; non era mai successo che Roy piantasse in asso una delle sue donne, men che meno lei. Perché, sì, era al corrente delle sue numerose amanti ma credeva di essere speciale, come tutte, probabilmente.
"Perché?", si limitò quindi a chiedere.
Lui sospirò pesantamente e ciò bastò a farle capire di cosa si trattava. D'altronde, se non era una cosa, era l'altra.
La ragazza infine sorrise, tentando di comprendere anche solo in parte il tormento dell'uomo. "Ho capito".
Roy la guardò negli occhi e si lasciò baciare la guancia umida. Sorrise mentre la salutava con un cenno della mano e la vedeva sparire all'interno dell'abitazione.
Stette in piedi fermo per qualche minuto, forse per fare il punto della situazione, forse solo per riprendersi. Piovigginava e lui era totalmente fradicio, ma quello era l'ultimo dei suoi problemi.
Appena pronto, girò sui tacchi e si incamminò verso casa.

Era mezzanotte passata e una pioggiolina leggera cadeva ancora sui tetti della città addormentata. Tutti riposavano, ma lui no. Lui che, malgrado tutto, aveva ancora qualcosa per cui lottare, qualcuno per cui tornare.
Un passo dopo l'altro la raggiunse senza farsi vedere né sentire; non avrebbe dovuto nemmeno essere lì.
Lei sussultò quando una giacca calda le si posò sulle spalle e qualcosa di nero ed ampio fece smettere le gocce. La donna si voltò e non seppe cosa dire quando lo vide sorridere dietro di sé.
"Non è carino far aspettare così tanto una donna".
Lei gli lanciò un'occhiata ambigua, tra il sorpreso ed il furibondo, vedendolo posizionarsi al suo fianco.
"E non guardarmi così", continuò Roy, reggendo l'ombrello, quasi confortato nel ritrovarla determinata come il suo solito. Dopotutto, non era cambiato nulla. "Lo sai che non avrei potuto lasciarti qui in questo stato".
"Ciò che succede alla sottoscritta non la riguarda più, signore", ribatté subito Riza. "Non sono più sotto la sua supervisione. Poteva liberamente continuare il suo appuntamento".
Roy la guardò di sbiego, per poi sorridere tra sé e sé. "No che non potevo".
"Sì, invece".
"Riza", l'ammonì, con tono leggermente seccato.
Lei tacque, continuando a fissare un punto dritto davanti a sé.
Proprio di fronte a loro, infatti, si stagliava un alto palazzo. Quest'ultimo non risaltava eccessivamentre tra gli altri, ma era sicuramente il più alto ed il più imponente della zona.
"Da quanto tempo è che lo aspetti?", le domandò poi.
Riza non rispose.
Roy le lanciò un'altra occhiataccia, pur sapendo che così facendo non avrebbe comunque ottenuto le informazioni che gli interessavano. "E quanto tempo dovrò aspettare io prima di ricevere una risposta?".
E finalmente sulle labbra della donna si vide l'ombra di un raro, ma bellissimo sorriso, solo per un istante.
Istante che bastò a riempire il vuoto di quell'anima ormai dilaniata dalla sofferenza. Roy sorrise a sua volta e, mentre uno strana sensazione si impossessava di lui, gli parve di vedere i suoi occhi brillare in quelli di Riza.
"Quanto ha intenzione di rimanere, Colonnello?".
"Tutto il tempo che servirà, Tenente".



Perché, se Roy Mustang rinunciava ad una serata di divertimento, solo uno era il motivo più probabile.
D'altronde, se non era una cosa, era l'altra.



  
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