Strano
senso
di consapevolezza
Ero
malata.
Non
c’era molto da aggiungere.
Cancro.
Una
parola tante conseguenza.
Lo
sapevo, ne ero consapevole già da prima
dell’annuncio del
medico. Ero rimasta impassibile quasi il fatto non mi sfiorasse.
Cancro. Era una
brutta parola si, decisamente una brutta parola. Eppure non mi aveva
sconvolto poi
così tanto sapere di essere malata di una cosa
così grave. Avevo ascoltato in
silenzio tutto quello che lo specialista doveva dirmi, raccomandazioni,
ipotetiche cure, possibili progressi rimanendo impassibile sempre.
Nessuno mi
aveva visto in difficoltà nemmeno un attimo. Annuendo decisa
avevo raccolto la
borsa ed ero uscito dallo studio medico seguita da Ron ed Harry alla
fine della
visita. Ero consapevole che dovevano essere preoccupati e dispiaciuti
per me ma
non avevo dato molto peso alle loro azioni. Eravamo tornati a scuola e
tutto
aveva continuato ad andare come sempre. Le lezioni erano sempre le
stesse, io
ero sempre la stessa, solo con un cancro in più. Tutti mi
guardavano con compassione
e io li ignoravo. Stavo bene, sul serio perché tutte queste
scene?
La
mia facciata però era crollata quando avevo iniziato la
terapia. I capelli avevano incominciato a cadere finché un
giorno mentre ero in
Sala Grande me ne era rimasta un ciocca in mano. L’ho
osservata per un momento
stranita e poi..poi era successo, il mondo aveva incominciato ad
offuscarsi e le
lacrime avevano iniziato a scendere senza fermarsi. Tante , tantissime,
tutte
quelle che non avevo versato prima. Non ero riuscita più a
muovermi e non ero
riuscita più a smettere. Tutti mi
aveva guardato sconvolti e preoccupati. Ginny si era avvicinata
cercando di
consolarmi ma io l’avevo scostata bruscamente non sapendo
nemmeno io il perché di
quel mio gesto. Silente era intervenuto facendo sgombrare la Sala
all’interno
della quale erano rimasti solo Harry e Ginny. Avevo continuato
così per quasi
due ore, non riuscendo a fermarle anche provandoci. Avevo urlato di
darmi un
sedativo, di farmi ingerire una pozione ma nessuno mi aveva ascoltato.
Due ore
dopo era entrato Ron in Sala Grande, appena tornato da una gita ad
Hogsmeade, e
mi aveva trovato così. In uno stato di quasi disidratazione
e con la ciocca di
capelli ancora in mano. Mi era corso incontro avvicinandosi
più degli altri che
mi guardavano impotenti stando ad un metro di distanza. Harry
l’aveva fermato
dicendogli che non volevo essere toccata ma lui non l’aveva
ascoltato e senza
pensarci mi aveva abbracciata. Avevo cercato di scostarlo ma lui mi
aveva solo
stretta di più ed io dopo poco avevo incominciato a calmarmi
nascondendo il
viso nella sua maglietta e ascoltando la nenia di parole confortanti
che mi
sussurrava all’orecchio.
Ed ora a distanza di 6 mesi me ne sto tranquilla tra le sue braccia nella sua camera con un fazzoletto legato alla testa per nascondere la mia cute scoperta, e lo stesso senso di consapevolezza che mi aveva avvisato di essere malata ora mi suggerisce che tra qualche anno tutto questo sarà solo un ricordo passato di qualcosa di superato.
Spazio
dell’aspirante autrice
Ad
essere onesti non so per quale motivo io abbia scritto questa
cosa..non credo nemmeno che sia così bella..certo una storia
del genere non può
essere bella però ho voluto buttarla
giù… un pomeriggio sola, tanti pensieri
per la testa e un amicizia appena recuperata mi hanno spinto a farla..
chiedo
scusa se ha qualcuno ha dato fastidio leggerla.. un bacio Saridda…