25/04/2010
2 recensioniFandom: Naruto. Personaggi: Neji Hyuuga, Rock Lee, Tenten (+ Italia Veneziano/Feliciano Vergas, Germania/Ludwig).
Credits: Il tutto appartiene rispettivamente ai maestri Masashi Kishimoto e Hidekaz Himaruya. Non ci guadagno nulla se non divertimento. <3 Conteggio parole: 741 (escluso il titolo).
Generi: Comico (si spera). Avvertimenti: AU, One-shot, idiozia e ben poco senso XD.
Note: 1. Scritta per il One Hundred Prompt con la parola “vendetta”. Ulteriori note: Per prima cosa, pubblicando e scrivendo questa cosa non ho alcuna pretesa e so già quanto possa fare schifo. XD Ne sono consapevole, e a mio rischio e pericolo l’ho pubblicata. Sì, sono un tantino masochista.
Come seconda, questa fiction è un’AU ambientata più o meno in un punto indeterminato (può essere il Giappone, può essere l’Italia) del Pianeta ai giorni d’oggi. …La fiction è assurda ed idiota e non fa ridere, ma esclusa l’ultima parte il resto l’avevo già detto in precedenza, motivo per cui ora smetto di rompere e vi faccio leggere in pace.
Per l’ispirazione, si ringraziano queste due immagini (comparatele e capirete), e quindi si ringrazia indirettamente italia!romano. XD L’idea di “infilare” a questo modo Hetalia in un altro fandom non è mia ma di nacchan. <3 Bon; buona lettura (si fa per dire XD)!
P.S. Amo Naruto, Hetalia, la Ludw/Feliciano e la Neji/Lee. Credetemi quindi se vi dico che non intendevo offendere nessuno. XD
Il Team Gai, Hetalia e i “conti”.
« Ragazzi, ragazzi, date un’occhiata! »
Tenten buttò un volantino estremamente colorato sul banco a tre che condividevano, l’espressione esaltata.
Neji, già abbandonata la prospettiva di leggere in pace, aveva poggiato il giornale davanti a se, sospirando.
« Che c’è? »
« Un festival! Una fiera del fumetto sabato! »
A sentire la parola “fiera” gli occhi di Lee si erano tramutati in stelline, mentre fissavano entusiaste prima il foglio e poi l’amica.
« Ten-chan! Ma è fantastico! »
Ancora prima di sentire su di sé lo sguardo implorante dei due, Neji seppe d’essere ormai perduto.
Erano ore che giravano tra i banconi di quell’enorme e affollato magazzino, e quelli ancora non ne avevano avuto a basta. Neji sospirò sconsolato, quando vide Lee e Tenten adocchiare l’ennesima fumetteria.
« Ehi, ragazzi, guardate qui! È Hetalia! » La ragazza si era fermata proprio davanti ad un enorme poster, che recitava un manifesto sul quale spiccava prepotente la scritta “Axis Powers Hetalia”.
Alla vista di questa, Lee si unì subito all’entusiasmo dell’amica, cercando di esprimere in ogni modo la felicità che provava. « Waah! Non sapevo avessero fatto uno stand anche in questo festival! »
Hyuuga rigirò gli occhi per quella che poteva essere la millesima volta nell’arco di pochi minuti. Hetalia. I suoi compagni gliene avevano parlato, una volta – più che parlarne lo avevano costretto a guardare tutta la prima stagione, a dire la verità.
Era un anime contenente un’improponibile quantità di esaltati che in teoria rappresentavano gli Stati del mondo. E l’unico scopo del cosiddetto mini-manga era lo sfottere fino all’estremo le cosiddette Nazioni. Quale gioia. « Sentite, ragazzi… non potremo andarcene, ora? Sono già le sette. »
Rock Lee si voltò verso di lui, cambiando di poco la posizione china che aveva assunto per guardare meglio il tabellone e il suo stand. « Andiamo, Neji! » disse « Non fare il guastafeste, ci stiamo divertendo! Sei davvero insopportabile. »
A quel punto il suddetto Hyuuga strinse i denti, mentre interpretava il “classico sguardo truce” e il suo sopracciglio destro minacciava seriamente un prossimo attacco di nervi da parte del suo proprietario. Aveva girato per tutto il giorno stando dietro a quei due, ed ora che Lee capitava lì con le sue solite idiozie e il suo solito entusiasmo – il moro era davvero una persona d’oro e Neji lo sapeva bene, ma conosceva anche il suo non riuscire a placare i propri bollenti spiriti e di conseguenza non riuscire a comprendere perché qualcun altro non desiderasse seguire il suo esempio, e la cosa gli aveva dato sui nervi per abbastanza anni, secondo i suoi calcoli – Hyuuga non riusciva a trattenere la stizza. « Parli bene tu, che se fossi un personaggio di quel manga saresti identico ad Italia! » sputò, cercando comunque di mantenere un tono di voce quanto meno dignitoso. « Ugualmente inutile ed irritante! Ma andiamo! »
Le spesse sopracciglia di Lee si corrucciarono assieme al proprietario, la voce ora diventata tesa e le guance ormai coperte da un tenue rossore che testimoniava quanto Neji avesse fatto centro. « Da quale pulpito! E allora tu saresti il clone perfetto di Germania, altrochè! Perennemente serio – Hyuuga notò con disappunto la quantità d’enfasi che aveva impiegato il moro a sottolineare la parola “perennemente” –, scorbutico come non mai ed un gran pezzo di ghiaccio! Di questo passo è decisamente meglio assomigliare ad Italia! »
Nel frattempo Tenten si era alzata, continuando a sospirare. « E va bene, usciamo di qui. Ma, tanto per informazione – e qui gli altri due avrebbero giurato di aver intravisto un ghigno, mentre la loro amica si rimetteva in cammino e dava loro le spalle –, i veri nomi di quei due personaggi sono Feliciano e Ludwig, e parecchie voci dicono che stiano insieme. »
Poi si voltò, mettendosi la borsetta sulla spalla destra, in un ultima espressione diabolicamente neutra a coprire il ghigno di poco prima. « …fate voi i conti. »
Neji e Lee la guardarono allontanarsi basiti, per poi rivolgere uno sguardo l’uno all’altro e rabbrividire. Da allora evitarono di parlare di ogni cosa riguardasse un manga o un libro con contenuti anche parzialmente omosessuali, specie nei momenti in cui erano in compagnia di Tenten.
Le piccole vendette – questa volta era stato per averle interrotto il divertimento con una stupida mini-discussione, un’altra volta sarebbe potuto avvenire per una qualsiasi altra sciocchezza – di questa erano troppo sporche, se si toccavano le cose che le piacevano.