Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: _Solitude    26/04/2010    1 recensioni
La storia è ambientata dopo il Volume 68 del manga. Finalmente un'occasione per svelare tutta la verità, ma a quale prezzo? Un modo di esporre le mie teorie in forma di storia.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aggiornamento parziale :D

Visto che questo si prospetta essere il capitolo più lungo della storia ho deciso di dividerlo per evitare sia di postare un macigno e sia di rischiare di lasciarvi per settimane con nulla da leggere :p





Bourbon era stato davvero convincente. Non c'erano dubbi che quei documenti fossero veri, Scotch ne era sicuro. Ancora non poteva crederci, la notizia appena ricevuta aveva distrutto molte delle sue certezze, rimpiazzandole con un pensiero fisso che non riusciva – e non voleva – togliersi dalla mente: la vendetta verso l'Organizzazione per cui tanto aveva fatto, di cui le due ferite da arma da fuoco erano prova recente. Era meravigliato che Kudo e Okiya fossero riusciti ad abbindolarlo così facilmente, effettivamente la fortuna aveva giocato un ruolo fondamentale, ma non aveva alcuna importanza ormai. La sua mente era completamente focalizzata sulla rabbia e sull'odio. Avrebbe voluto distruggere tutto, avrebbe voluto avere tra le mani il collo di qualunque uomo in nero, ma dovette controllarsi e comportarsi normalmente. Doveva rimanere il più distaccato possibile mentre incrociava quei bastardi nei corridoi della base, benchè ogni volta gli venisse l'impulso di tirare fuori un'arma e crivellarli di colpi sul posto. Si sentì fortunato a non vedere nessuno dei membri importanti, nel qual caso avrebbe potuto veramente perdere la testa. Il database “fisico” di cui parlava Bourbon era un terminale con accesso completo all'archivio, a cose che nemmeno lui con le sue capacità di hacker avrebbe avuto la possibilità di consultare, situato in una stanza con serratura a impronte digitali e scan della retina. Pochissime persone potevano entrare e Scotch era uno di quelle in qualità di programmatore quasi “di punta” dell'Organizzazione. La stanza era completamente spoglia tranne per il terminal su un lato ed era illuminata da vari neon, che si accesero appena mise piede all'interno, installati sulle scure pareti metalliche. Si mise subito al lavoro: voleva passare meno tempo possibile lì dentro, sia perchè non sopportava più l'idea di essere fisicamente lì, sia perchè voleva evitare che qualcuno lo vedesse. Benchè avesse l'autorizzazione, qualche domanda gli sarebbe stata fatta e temeva di tradirsi in qualche modo essendo ancora turbato da quanto avvenuto prima in casa di Kudo. In dieci minuti scarsi aveva raccolto tutti i file richiestigli da Scotch; li scaricò su un disco che si mise in tasca, si voltò e uscì. Il suo battito cardiaco accelerò, sperava che niente andasse storto. A separarlo dalla libertà era solo l'intricato sistema di corridoi sotterranei che costituiva l'unica base fissa degli uomini in nero. Cercò di svuotare la mente, ma il pensiero di sua sorella tornò a tormentarlo. Tentò di non farci caso mentre imbucava un corridoio, e un altro ancora.
«Scotch.» disse una voce femminile.
L'uomo si girò, trovandosi di fronte Vermouth. Non l'aveva notata, era appoggiata alla parete di un corridoio laterale. Fece di tutto per apparire il più normale possibile.
«Vermouth, che fai?»
La donna indossava un vestito nero lungo fino alla caviglia, con un ampio spacco laterale. Indossava delle scarpe con tacco abbastanza alto, anch'esse nere, e aveva un qualche strano aggeggio elettronico a coprirle quasi completamente l'orecchio sinistro.
«Oh, niente di particolare. Devo infiltrarmi a una festa e sto aspettando dell'equipaggiamento dal laboratorio. Ah, Gin ti vuole parlare.»
Gin? Beh, non ha molta importanza. Avrà cercato di chiamarmi, ma ho il telefono spento da tre ore ormai...”
«Ho capito, grazie di avermelo detto.»
Girò i tacchi e cominciò ad allontanarsi. Solo allora, come un flash, capì: Mind Waves Interpreter. MWI. C'era anche lui quando lo rubarono. Non l'aveva mai visto ma il suo intuito gli disse che non stava sbagliando. Troppo tardi. Un suono che conosceva fin troppo bene. Una fitta di dolore. Ancora quel suono. Si portò una mano al petto: sangue, tanto sangue.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: _Solitude