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Autore: MrEvilside    26/04/2010    2 recensioni
« È la prima volta che venite a farmi visita senza il caro conte, signor maggiordomo: sono molto curioso di sapere in che cosa può essere utile un umile becchino qual sono io ad un servitore impeccabile come voi » commentò. « Immagino non riguardi la commissione d’un feretro per il conte » aggiunse, con un impercettibile cenno di sincero dispiacere.
Ad Aphrodite, ispirata ad una sua recensione.
[Post-puppets' arc]
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Drocell, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ad Aphrodite.
Perché lei domandò, mi diede l'ispirazione e... beh, questo ne uscì. Non so se possa essere decente - l'ho scritto di getto in poco più di due ore -, non so se possa piacerle, ma, come dicono dalle parti dei miei nonni, quest'è: spero almeno di strapparle un ringraziamento per la buona volontà che ci ho messo.

Build it up with [false] kindness and tea

Avvertendo il lugubre cigolare della porta che scivolava sui cardini, il becchino increspò le labbra in un sorriso che stonava sgradevolmente con l’atmosfera cupa della sua dimora. « Benvenu… »
Sebastian sorrise d’un cortese sogghigno beffardo alla sua espressione, d’improvviso mutata in sorpresa. « Vi prego di perdonarmi l’intrusione, signor becchino, ma ho bisogno dei vostri servigi » disse, spingendo con un piede il battente affinché si chiudesse silenziosamente alle sue spalle.
Il sorriso di Undertaker si accentuò sino ad apparire come l’ombra d’un ghigno. « È la prima volta che venite a farmi visita senza il caro conte, signor maggiordomo: sono molto curioso di sapere in che cosa può essere utile un umile becchino qual sono io ad un servitore impeccabile come voi » commentò. « Immagino non riguardi la commissione d’un feretro per il conte » aggiunse, con un impercettibile cenno di sincero dispiacere.
« Non esattamente, ad essere onesto » confermò il demone, sarcasticamente derisorio, avvicinandosi di qualche passo. « Vi dispiacerebbe…? » Ammiccò in direzione del tavolo, occupato da una moltitudine d’oggetti sistemati alla rinfusa.
« Assolutamente no » rispose gentilmente lo Shinigami.
Sebastian caricò il braccio sinistro del peso che sino ad allora aveva sostenuto con entrambi gli arti e con il destro sgombrò il ripiano di legno delle ampolle vuote e traboccanti d’un liquido verdastro nel quale galleggiavano organi umani, di enormi libri polverosi e Cinematic Record presi in prestito dalla Biblioteca degli Dei della Morte e di cosmetici per adornare gli ospiti del cimitero.
« Sono passati diversi anni dall’ultima volta che questa stanza è stata tanto in ordine » osservò il becchino, accostandosi al maggiordomo mentre egli distendeva delicatamente il corpo che aveva portato sulla superficie ruvidamente lignea.
« Potete darmi delle informazioni su di lui per conto del signorino? » chiese il demone.
Undertaker si chinò a studiare intensamente la salma immobile e fredda. Tese un braccio e ne tracciò i lineamenti del volto con l’estremità dell’unghia affilata, strofinandola poi contro le altre dita per saggiare la consistenza della materia con la quale era venuta a contatto. « Dubitavo che mi aveste regalato un falso cadavere senza un motivo divertente, signor maggiordomo » commentò, deliziato, ritraendosi. « Tuttavia, voi lo sapete bene, il mio aiuto vi costerà… »
« Ma certamente » assentì Sebastian, quando lo Shinigami l’interruppe.
« Le mie informazioni per le vostre, questa volta » offrì, allungandogli una mano. « Mi piacerebbe davvero sapere perché il caro conte mi ha portato questo burattino ».
Il demone degnò appena d’un’occhiata il braccio che gli veniva porto per sancire l’accordo – troppo diverse per toccarsi, le mani del demonio e del divino. « Come desiderate » accettò, piegandosi in un aggraziato inchino.
Il becchino sogghignò, divertito, spostando l’indice ad indicare il corpo. « Voi siete molto giovane, signor maggiordomo, e forse non ne siete a conoscenza, tuttavia, un tempo, angeli, demoni e Dei della Morte avevano imparato a riconoscere l’uno l’odore degli altri, quando il Grande Conflitto Celeste tra angeli e demoni era all’apice della violenza » raccontò con il suo singolare tono a metà fra il canzonatorio ed il solenne. « Erano centinaia di anni che non mi accadeva di sentirlo, ma non potrei mai non avvedermi del profumo di angelo che questa marionetta esala ».
« Profumo di angelo… » ripeté Sebastian, assorto, aggrottando la fronte. « Capisco » disse infine, rischiarando con un sorriso l’espressione torbida. « Adesso suppongo che dovrò tener fede alla mia parte del patto: ebbene, ne so ben poco, tuttavia da quel che mi avete detto ho ragione di sospettare che un angelo voglia la morte del mio padrone ».
« Oh, il conte è sempre invischiato in situazioni oltremodo interessanti » commentò Undertaker, accompagnandosi ad una risatina. « Spero che non ne venga soffocato » proseguì, mentre la risata sfumava in un sorriso lugubre. « Sarebbe ingiusto per coloro che tanto ardentemente ne desiderano l’anima, non credete? »
« Sono perfettamente d’accordo, signor becchino » ghignò il maggiordomo, abbottonando il lungo impermeabile nero. « Vi sono molto grato del tempo che mi avete concesso: il signorino trarrà sicuramente beneficio dai vostri cortesi servigi. Sarebbe molto maleducato da parte sua chiedervi l’ultimo favore di tenere con voi il burattino? Fatene quel che desiderate: consideratelo un dono del conte di Phantomhive ».
« Sarà un piacere per me accettare questo generoso regalo » rispose lo Shinigami. « E, ve ne prego, ricordate al conte che l’aspetto per il the ».
« Ovviamente. Perdonatemi ancora l’intrusione, signor becchino, ed arrivederci ». Il demone si esibì in un inchino di congedo prima di sparire oltre la soglia, lasciando dietro di sé soltanto l’aroma del suo sorriso sensualmente irrisorio.
Il becchino prese una teiera dallo scaffale ove Sebastian aveva ordinatamente sistemato le ampolle vuote che fungevano da servizio da the, vi versò dell’acqua e la pose a riscaldare sui fornelli, canticchiando a mezza voce una canzone sulle bare.
« Lo sai, il signor maggiordomo non ha voluto rivelarmi tutto ciò che sapeva poiché tu non sei ancora totalmente morto » esordì allegramente. « Vorresti raccontarmi qualcosa tu? Uno dei due dovrà pur rispettare la sua parte di accordo: sarebbe molto sgarbato altrimenti, non credi? »
« I-il mio… padrone… » rantolò la marionetta, guardando il soffitto con i suoi occhi oramai vuoti ed incapaci di vedere realmente. Paglia e termiti si erano sparse attorno al suo capo spaccato da un lungo taglio obliquo che gli attraversava la fronte ed il ponte del naso e s’interrompeva all’angolo della bocca e le corde vocali artificiali faticavano a modulare i suoni che la mascella si contraeva cigolando a riprodurre come parole intelligibili.
« Dunque anche tu sei un maggiordomo? Molto curioso ». Undertaker curvò le labbra in un sogghigno divertito. « E dimmi, chi è il tuo signore? » Sollevò il coperchio della teiera per gettare alcune foglie da the sulla superficie dell’acqua, aggiungendo con noncuranza: « Posso offrirti del the? »
« Il si-signore… io… i-il conte… » farfugliò il burattino, tentando invano di dare un senso compiuto al suo illogico balbettare. « Non… sarà… contento… L’ospite non ha… gradito la visita… e ha portato via l-la bambola… »
« Immagino che tu non abbia sete » rispose a se stesso lo Shinigami. « Devi essere un’anima che la divisione degli Dei della Morte londinese ha smarrito e che quell’angelo ha imprigionato in questo corpo di legno: purtroppo, in questa condizione penosa non puoi nemmeno entrare a far parte della nostra famigliola ».
« A-angelo… » ripeté la marionetta. « I-il mio padrone… Ash… »
« Oh, credo che il conte troverà questa informazione molto interessante » osservò il becchino, travasando la bevanda contenuta nella teiera in un’ampolla vuota scelta dalla mensola. « Qual è il tuo colore preferito, burattino? »
« Mi… dispiace… molto… Non sono stato u-un buon… servitore… » egli disse, ignorando – forse non potendo udire? – quanto gli veniva domandato. Poi parlò ancora, tuttavia dalla sua bocca si elevò solo lo stridore del legno contro legno, sino a che gli ingranaggi che gli consentivano la parola si fermarono definitivamente.
« Oh, che peccato che tu non abbia potuto trattenerti per il the » commentò Undertaker, sorseggiando dalla sua tazzina improvvisata. « Può darsi che prenderò in prestito il tuo Cinematic Record dalla Biblioteca: non si può mai sapere di quante altre cose divertenti il tuo signor Ash potrebbe averti messo a parte, malgrado fossi soltanto un servo di legno e paglia ». Le sue labbra si aprirono in un cupo ghigno compiaciuto. « Ma prima ti costruirò un bel feretro, viola come i tuoi occhi di vetro: è quel che il signor demone ha richiesto, dopotutto. È esilarante, invero, quanto si stia affezionando alla sua posizione di perfetto maggiordomo, tanto da voler prestare soccorso ai suoi colleghi ».
Potrei quasi ammettere che non mi dispiacete, se non mi aveste sottratto l’anima del conte.
Quello non è stato molto gentile, sapete, signor Sebastian?



Voi non volete sapere che canzone stesse allegramente cantando Undertaker. So che non volete, ma io inserirò ugualmente il testo:
Un cadavere si dondolava sul coperchio della sua bara
e ritenendo la cosa molto lugubre andò a chiamare un altro cadavere.
Due cadaveri si dondolavano [...]
L'ho inventata mentre terminavo la fanfiction, prendendo spunto dagli elefanti sul filo della ragnatela XD.
A parte ciò, io credo sia plausibile che Sebastian "abbia prestato soccorso" a un suo "collega" portandolo da un becchino, perché in fondo prende molto a cuore - se ne avesse uno - il suo lavoro di maggiordomo, inoltre portare Drozell da Undertaker gli avrebbe fruttato maggiori informazioni sul padrone del burattino, perciò...
Il titolo è ispirato a London Bridge is falling down, se non si fosse capito <3, mentre nel titolo del capitoli, dove l'ho tradotto, ho scritto "costruiscila" e non "costruiscilo" perché mi riferivo alle bambole che Drozell creava.
Bon, non è che abbia tanto da dire, solo che è colpa di Aphrodite se è nata questa cosina. Picchiate lei <3.
Chu.
  
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