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Autore: hacky95    26/04/2010    3 recensioni
Trè Cool, batterista incredibile di fama internazionale, incontra una sua vecchia conoscenza: Gloria Madison. Questo fatto riporterà un bel po' di caos nella sua vita, e ritroverà qualcosa perduto da quasi diciassette anni. Ma se tutto questo tornasse completamente a mancargli, e questa volta per sempre?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1990. 2007. Non avrei mai pensato di poterla riconoscere dopo tutto questo tempo. La solita aria annoiata, ma le iridi verdi erano vivide e attente. Lei. Gloria. Dimostrava appena venticinque anni, ma all'incirca ne avrà avuti almeno dieci in più. Ancora al 924 di Gilman Street, come me, Billie Joe , Mike e Jason, fra l'altro. Gli altri ridevano, facevano cazzate, e stranamente la gente non badava a noi. La guardavo così tanto dietro a quelle fottutissime lenti scure, che avrei finito molto probabilmente per sciuparla.  Ok, a questo punto era impossibile che non mi avesse riconosciuto. Solo lei, in quel locale, avrebbe capito chi si celava dietro sciarpa, cappuccio e occhiali da sole. La continuai a fissare, mentre si avvicinava lentamente al divanetto, con le mani nelle tasche del giubbotto di pelle da quattro soldi oramai consunto. Sollevò il sopracciglio destro, mentre io stavo per impazzire. Non capivo se Lei avesse intenzione di tirarmi un calcio nei mandarini, o che altro.
- So chi sei, stronzo.- Ok, mi aveva riconosciuto. Mi alzai a malavoglia, imprecando contro il signore con la barba lassù. Ero nella merda. Di sicuro mi avrebbe smascherato davanti a tutti, mettendomi in difficoltà. Una piccola vendetta, le era più che dovuta. Ma con mia grande sorpresa, fece un cenno con la testa verso l'uscita . Forse c'erano fuori dei suoi amici molto grossi e possenti, che non vedevano l'ora di ammaccare un batterista coglione. La seguii, anche io con le mani in tasca, anche se il mio giubbotto di pelle costava almeno cento volte il suo. Sentii dietro di me Billie chiedere spiegazioni, ma lo lasciai stare. Schivai un cretino indemoniato con il suo fottutissimo tentativo di Mosh. Pochi secondi ed eravamo già fuori. L'aria gelida di quell'ottobre mi punse il viso, come centinaia di pezzi di ghiaccio, rabbrividì un po', mentre lei restava impassibile a guardarmi negli occhi. Quelle maledette iridi, che sapevano leggermi meglio di chiunque altro, meglio anche di mia figlia Ramona.
-Trè.- Il nome in cui pronunciò il mio nome, con distacco e indifferenza, ferì più di un coltello in petto. Non sapevo che risponderle, chiesi aiuto a Chi è Lassù, anche se mi mandò emeritamente a cagare, visto quello che avevo detto prima. Sospirai, e lasciai parlare lei.
-Da quanto tempo. Vedo che hai realizzato il tuo sogno. Questo album, American Idiot,... più di 14 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Congratulazioni.- Il modo in cui lo disse, quasi con disprezzo, stava per uccidermi. E dire che fino a pochi minuti fa cazzeggiavo con quel demente di Dirnt.
-Gloria. Vedo che sei ancora in vita. Allora con la coca hai smesso, o no?- Sì, lo so bene,devo sempre fare lo stronzo, è uno dei miei principi. Quella volta mi beccai un sonoro ceffone, ma no mi fece certo più male di quel “Trè”.
-Bastardo! - Questa parola urlata squarciò le tenebre, fece voltare i pochi presenti nella nostra direzione. Tolsi gli occhiali, attiravano troppo l'attenzione in un contesto del genere.
-Mi hai chiamato fuori dal locale per chiedermi della mia carriera o per insultarmi? C'è sempre internet.- Tentai di usare un tono idifferente, ma la mia voce tremava appena. Di sicuro Lei lo notò.
-Volevo solo vedere in faccia la persona che mi ha fatto buttare la mia vita nel cesso. E quella cazzo di sberla te la sei meritata, eccome! Vuoi sapere che cosa è successo dopo quella merdosa sera di diciassette anni fa, proprio qui?-Era incredibile. Si comportava proprio come una ventenne, anche se teoricamente era una donna, era sempre “The Last of the American Girls”. Se non fosse che mi avesse appena rinfacciato l'errore più grande di tutta la mia esistenza, avrei quasi sorriso. Non le risposi, mi limitai a fissarla negli occhi. Cercavo di ucciderla di nuovo, usando lo sguardo. Sapevo benissimo che quello che Gloria stava per raccontarmi non mi sarebbe piaciuto, in più avrebbe riaperto una ferita profonda. I suoi capelli corvini, non lunghissimi, si muovevano grazie al vento, piuttosto forte, quella sera del venticinque ottobre del 2007
Che situazione stupida. Un fottutissimo cazzaro come me, pronto ad ascoltare il pietoso racconto di una ragazza scaricata sull'orlo della strada diciassette anni fa.
Lei sospirò con rabbia, e dopo avermi dato un altra sberla, cominciò. Ora non potevo più fermarla.

*Questa è un capitolo breve, prima di tutto per vedere se è il caso di continuare la fanfiction... Devo dire che non ho mai scritto nulla, a parte i temi di italiano... ^_^° Spero che vi sia  piaciuta, mi attirava la cosa di vedere Trè un po' diverso da quel Dio indemoniato qual'è sul palco...*

  
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