Another Story
«Am I... pregnant?»
A tutti voi.
Se avete letto la storia o la aprite per la prima volta,
se l’avete messa tra le preferite,
le seguite,
o tra quelle da ricordare,
se siete talmente dolci da lasciarmi una traccia del vostro passaggio,
o se perdete parte del vostro tempo a leggere solamente.
Un grazie enorme dal cuore,
Melissa <3
Dopo tanto, forse troppo tempo,
ho deciso di rinnovare questa storia,
rendendola più leggibile,
cambiandole font e decidendo di non farla essere più una Big Damn Table.
Cento capitoli sono troppi e non avrei la minima idea di cosa scriverci.
Spero che asseconderete la mia scelta e che continuerete a seguirmi,
fino alla fine! <3
Prologue
Perché
a me? Perché? E' successo tutto così in fretta che non mi sembra vero. Com'è
successo? Com'è potuto succedere? Beh... questo lo so. So com'è successo tutto,
anche se forse - anzi, sicuramente - sarebbe meglio che non fosse
successo niente, e invece ora mi ritrovo in questa posizione scomoda, senza una
soluzione. Perché l'ho fatto? Perché? Beh... Ted. Perché sono innamorata di
lui, ecco perché. Come diavolo faccio ora? Come faccio? Non pensavo di
essere... beh, si, insomma... di essere... mi viene male solo a pensarci. Non
so assolutamente come fare, non vedo nessuna soluzione e mi sa che non ne troverò
neanche una. Mi sa che dovrò vuotare il sacco prima che tutto sia evidente, è
l'unica cosa che posso fare: dire la verità a tutti, soprattutto a Ted. Dire la
verità a Ted? No, non posso. Rovinerei definitivamente la sua relazione con
Victoire - cosa che provo da fare da anni, ma questa motivazione non mi sembra
quella migliore - e ho paura della sua reazione. Come posso fare? E cosa gli
dico? Ted, io sono... no, riproviamo... Ted, ti ricordi la cosa successa circa
un mese fa? Beh, io... no, non va bene... Ted, io aspetto... se continuo di
questo passo non vado da nessuna parte. Soprattutto perché devo farmi coraggio
e dire quella maledetta parola. Il vero problema non è dirlo solo a Ted, ma
anche a tutto il resto della famiglia. A mamma e papà, a James e Al, agli zii,
ai nonni... ho fatto la stupidaggine più grande di tutta la mia vita ed ora ne
pago le conseguenze. Se mi ritrovo in questa situazione è solo colpa mia e
della mia stupida infatuazione per Ted. Fantastico!
Alzo
lo sguardo al soffitto bianco del bagno di casa mia. Sono chiusa qui dentro da
una mezz'oretta buona, fortuna che i miei e James e Al sono fuori. Ci manca
solo che scoprano tutto e poi sono apposto. Abbasso lo sguardo sul test che si
trova tra le mie mani, smaltate di un rosso acceso. Positivo. E' positivo e la
mia vita è finita, è positivo e la mia ricompensa è la condanna a morte. Sento
una lacrima bagnarmi la guancia. Non ho la forza di fermare il suo cammino
sulla mia faccia, come non ho la forza di impedire alle altre di seguirla. La
mia vita è diventata un inferno e da ora in poi sarà sempre peggio. Sono...
sono incinta. Avrò un bambino, il mio bambino, il bambino mio e di Ted, nato da
un errore, da uno stupidissimo errore. Lascio cadere il test a terra accanto a
me e mi metto le mani sulla pancia ancora piatta.
"Non
è colpa tua..." sussurro più a me che alla vita che si sta sviluppando
dentro di me, "... non è colpa tua se è successo tutto questo. E' colpa
solo della tua mamma, che è irresponsabile..." ripenso alla parola 'mamma'
e mi vengono i brividi. Sarò mamma a diciassette anni, avrò un figlio a
diciassette anni, dovrò crescere un figlio a diciassette anni. Lascio le mani
sul mio ventre. Le lacrime continuano a rigarmi il viso e inizio a
singhiozzare. Incrocio le braccia sotto il petto, a contatto con la maglia
rossa, che nasconde, anche se ancora non visibile, la mia gravidanza. Come farò
a dirlo a mia madre? A mio padre? A Ted?
"Eh,
piccolo? O piccola, naturalmente. Come faccio a dirlo ai nonni, eh? Hai qualche
idea?" continuo a sussurrare alla mia pancia, rendendomi conto di quanto
la mia situazione mi abbia dato alla testa, "cosa sto facendo?" mi
chiedo, scuotendo la testa, portando le mani alla faccia ed asciugandomela. Mi
alzo in piedi e distruggo il test con un incantesimo, fermando a specchiarmi
nello specchio. I capelli fuoco sono scompigliati e ribelli, i miei soliti occhioni
verdi sono spenti e arrossati e non allegri come sempre. Osservo la maglia
rossa bagnata da alcune lacrime cadute su essa, lo stesso per la minigonna di
jeans. Scuoto la testa e distolgo lo sguardo, spostandolo sulla porta di legno.
Inizio a camminare verso di essa. Ogni passo mi fa crescere sempre di più la
paura della reazione dei miei parenti quando sapranno della gravidanza. Arrivo,
dopo lunghi ed interminabili secondi parsi un'eternità, alla porta. Metto una
mano su essa e rimango ferma e immobile, riflettendo su cosa dovrei fare.
Un'altra lacrima cade, rigandomi la guancia. Apro la porta e corro in camera
mia, nascondendomi sotto le coperte del mio letto e iniziando a piangere a
dirotto, fino a quando Morfeo mi accoglie tra le sue braccia.
Quando
mi sveglio, guardo la sveglia sul comodino accanto al mio letto, capendo di
aver dormito un paio d'ore. Mi alzo svogliatamente dal letto fino a mettermi a
sedere, ricordando la mia situazione. Mi lascio cadere sul morbido materasso
che attutisce la mia 'caduta' e mi passo una mano sugli occhi. Decido
definitivamente di alzarmi e di andare a cena. Sicuramente i miei saranno
tornati e anche se non ho fame mi conviene andare a cena, giusto per non farli
sospettare di me. Mi alzo dal letto e mi avvicino allo specchio, osservando
attentamente i miei poveri e arrossati occhi. Prendo il set di trucchi
regalatami da Vic per il mio scorso compleanno e mi trucco, anche se non è la
cosa che amo di più al mondo, fino a quando i miei occhi gonfi sono meno visibili
possibile. Mi stiro la minigonna di jeans e mi accomodo la maglia, preparandomi
ad uscire da camera.
"Ted?
Ci sei, Ted? Sei in casa?" chiedo, entrando in casa di Vic e Ted, i quali
hanno iniziato a convivere da un anno circa. Ho trovato la porta aperta e sono
entrata per assicurarmi che Ted stia bene. Mi trovo qui perché voglio parlare
un po' con il mio Teddy Bear, anche mio migliore amico e confidente, a parte
Rose, naturalmente. Mi dirigo verso il salotto e lo vedo sdraiato sul divano,
dormiente, con una bottiglia di alcolici in mano. Perché, Ted? Perché ti sei
ubriacato? Decido di andare via e di lasciarlo lì, ma lui si sveglia e mi
scruta attentamente, cercando di capire come sono entrata.
"La
porta era aperta" rispondo alla sua domanda indiretta, "sono passata
di qui perché volevo parlarti e vedere come stavi, ma... perché ti sei ridotto
così?".
"Victoire"
mi risponde, alzandosi dal divano e passandosi una mano sul volto. Rimango
immobile, osservandolo direttamente negli occhi, "abbiamo litigato e se
n'è andata. Penso che questa volta non tornerà più" mi dice, facendosi
cadere una lacrima sul volto, commuovendomi. Non posso sopportare di vederlo
piangere, è troppo per me, per il mio povero cuore, "aiutami, Lils...
aiutami a dimenticarla, ti prego" mi supplica, avvicinandosi a me e
guardandomi con il suo solito sguardo implorante.
"In
che modo, Ted? Poi sei ubriaco. Senti, dormici sopra, io devo andare, ci
sentiamo, ciao" mi congedo, cercando di uscire da casa sua. Mi blocca,
prendendomi per un polso e facendomi voltare verso di lui. Il mio cuore inizia
a battere all'impazzata sia per la paura che per l'adrenalina. Sinceramente in
questo momento ho paura di Ted, cosa che non ho mai provato. La stretta che
tiene sul mio polso mi fa leggermente male, "lasciami. Devo andare, Ted,
non posso aiutarti e poi in quale mo...?" vengo interrotta dalle sue
labbra che si posano sulle mie. In questo momento non capisco più niente. Il
mio cuore batte a una velocità pazzesca, quasi penso che mi uscirà dal petto e
le mie labbra vogliono fare di tutto per rispondere a quel bacio appassionato,
ma il mio cervello e la mia parte di mente sana non glielo consente, creando in
me una confusione interna. Cerco di resistere, di non lasciarmi andare. Non
posso farlo... non con Ted che sta con Vic, perlomeno. Il mio cervello cede e
le mie labbra rispondono al bacio, facendomi stringere a lui e facendo aderire
il mio corpo con il suo.
Ripenso
a quella maledetta sera e il continuo è scontato, vista la situazione in cui mi
trovo ora. Ted non si ricorda niente di quella sera, soprattutto perché dopo
che è successo tutto, me ne sono andata prima che lui si svegliasse e la
sbronza deve avergli offuscato la memoria. La situazione va di bene in meglio!
Apro la porta e mi dirigo in cucina a passo di bradipo e quando arrivo davanti
alla stanza intravedo, seduto accanto a papà, l'ultima persona che vorrei
vedere sulla faccia della Terra: Ted. Potrei battere in ritirata e tornare in
camera, ma mamma mi ha vista e mi fa cenno di entrare per la cena. Ubbidisco, raccimolando tutta la dignità possibile e facendo un
sorriso falso e sforzato. Mi siedo al mio posto che si trova tra James e Ted,
purtroppo.
"Ciao,
Ted..." lo saluto a malapena, senza incontrare i suoi occhi. So che potrei
scoppiare a piangergli davanti e poi mi toccherebbe spiegare il perché, quindi
è meglio evitare i suoi occhi. Sento alla mia sinistra James e Al che parlano
di Quiddich e vedo papà intento a leggere la gazzetta del profeta, mentre mamma
è impegnata a cucinare.
"Beh...
come va, Lils?" mi chiede, Ted, facendomi abbassare lo sguardo sulle mie
unghie, la cosa più interessante di questo momento. Come va? Bene, va tutto
bene, tutto alla grande! Mi hai messa incinta e aspetto un figlio a diciassette
anni, non ti sembra che meglio di così non può andare?! Le parole mi muoiono in
gola, facendomi venire in mente la risposta automatica.
"Bene...
tu, invece?" gli chiedo, lasciando lo sguardo sullo smalto rosso. Ho
sempre odiato lo smalto, ma ho deciso di cambiare. Tanto ora nella mia vita
cambieranno parecchie cose, quindi...
"Benissimo...
io e Vic stiamo pensando di sposarci e forse anche di avere un figlio" mi
dice, sottovoce e dandomi un grandissimo colpo al cuore, frantumandomelo in
miliardi di pezzettini. Io aspetto un figlio da te, non ti basta?! A parte il
fatto che tu non lo sai e che non so quando lo verrai a sapere.
"Sono...
felice per voi" mi sforzo, senza sorridere e mantenendo lo sguardo basso.
"C'è
qualcosa che non va, Lils?" mi chiede, notando il mio comportamento
strano. Le mie bugie non funzionano con lui, è inutile.
"No,
niente" dico alzando lo sguardo fino a incrociare i suoi occhi, distolgo subito
lo sguardo, spostandolo su mio padre, "papà, come è andata oggi?"
chiedo, cercando di sembrare la più normale possibile.
"Bene,
tranne il fatto che ho scoperto che tua cugina è incinta" mi dice, alzando
lo sguardo smeraldino su di me.
"Chi?
Rose?" gli chiedo, allarmandomi immediatamente e ricordandomi che anche io
sono nella stessa situazione.
"No,
Roxanne... ed ha solo quindici anni. Come si fa a
rimanere incinta a quindici anni?" chiede più a se stesso che a me.
"Sai
come si fa, Harry" dice mamma, servendo la cena. Ha fatto il pollo
arrosto, piatto che io amo da morire, ma stasera il mio stomaco è piuttosto in
subbuglio e non ho molta fame.
"Sai
quello che intendevo... il fatto è che ho visto George oggi, e l'ho visto
davvero sconvolto" dice, prendendo un pezzo di pollo e mettendoselo nel
piatto. Mamma si siede tra lui e Ted, di fronte ad Al.
"Papà,
vorrei vedere la tua reazione se scoprissi che Lily è incinta" dice James,
facendomi gelare il sangue nelle vene. Prendo anche io un pezzo di pollo e lo metto
nel piatto, iniziando a stuzzicarlo e cercando di rimanere impassibile
all'affermazione.
"Non
diciamo scempiaggini, sono sicura che Lily ha la testa sulle spalle, quindi non
si ritroverà nella stessa situazione di Roxy" si
intromette mamma, iniziando a mangiare il suo pezzo di pollo e guardando in
malo modo James, "non è così Lilian?" mi chiede conferma. Rimango in
silenzio due secondi, poi decido di rispondere.
"C-Certo,
mamma" rispondo, continuando a giocherellare con il pollo. Alzo leggermente
lo sguardo e vedo Ted guardarmi in modo strano. Ho paura che abbia capito
tutto. Lui sa che quando balbetto sto mentendo. Le mie bugie non funzionano con
lui. Con lui non serve mentire.
"Poi
io non sarei ancora pronta per diventare nonna" aggiunge mamma,
sorridendo. Mi dispiace mamma di deluderti.
"Anche
io, sinceramente non sono pronto per diventare nonno, anche se James e Al
potrebbero già iniziare a mettere su famiglia" dice papà, ridendo e
mangiando.
Il
resto della cena passa in modo abbastanza piacevole. Certo, per tutti tranne
che per me. Non voglio vedere la reazione di mamma e papà quando scopriranno tutto. Non faccio tanto caso a quello che
dicono e mi sforzo di mangiare la mia poca porzione di pollo.
"Beh,
allora io vado..." dice Ted, alzandosi, " grazie per la cena".
"Ciao
Ted" dicono all'unisono mamma, papà, James e Al.
"Lily
accompagnalo alla porta" mi dice mamma, indicandomi Ted con la testa. Io
annuisco senza protestare e ci incamminiamo nel corridoio arrivando davanti
alla porta d'ingresso.
"Ciao,
Ted, ci vediamo" gli dico, aprendogli la porta per farlo uscire.
"Ciao,
Lils... posso chiederti una cosa?" mi chiede, facendomi venire male. Ho
paura che possa chiedermi la cosa che temo. Annuisco, "non è che sei
incinta o qualcosa del genere?" il mio cuore perde un battito. Ha capito
tutto ed io ora devo mentire, non lo può venire a sapere così e soprattutto
ora. Ancora non sono pronta a dirgli niente, la sua curiosità dovrà aspettare.
"Cosa?!
Chi?! Io? Avanti, non essere ridicolo" mento come una brava attrice. Piano
piano sto imparando a mentire sempre meglio e in
questo caso mi serviranno le mie bugie migliori. Forse riuscirò anche ad
ingannare Ted se uso il mio talento di attrice.
"D'accordo.
Beh, ricorda: se hai bisogno di qualcuno con cui parlare, io ci sono. Ti voglio
bene, Lils" mi dice, uscendo dalla porta e rimanendo sulla soglia. Non lo
vedo molto convinto della mia risposta, e nascondo la verità con un falso
sorriso.
"Oh,
anche io ti voglio bene, Ted" gli dico, soffocando il mio 'ti amo' e abbracciandolo forte. Sento che presto dovrò
dirglielo, possibilmente prima che si sposi con Vic e che lei rimanga incinta.
Lo stringo forte, pensando che lui sarà il padre di mio figlio, di nostro
figlio - o figlia, naturalmente -. Io e lui, mamma e papà, Lily e Ted. Quando
l'abbraccio si rompe, mi avvicino un altro po' tanto da baciargli la guancia,
ma un suo movimento fa finire le mie labbra sulle sue. Mi allontano
immediatamente, vedendo la sua faccia sorpresa. Lo vedo arrossire leggermente,
prima di farmi un cenno con la mano in segno di saluto ed andarsene, mentre io
chiudo la porta e sospiro, pensando a quello che è appena successo e a quello
che succederà.