Brothers
Ace
si curvò sul fratellino, accarezzandogli dolcemente la schiena scossa dai
singhiozzi. Rufy era abituato al trattamento autorevole e deciso di suo nonno,
ma a detta di entrambi quella volta aveva davvero esagerato; lasciarlo fuori
casa tutta la notte solo per prolungare il suo ‘speciale allenamento per
diventare un buon marine’ era stata una mossa azzardata e rischiosa. Ace si era
stupito così tanto la mattina seguente, vedendo rientra Rufy a testa bassa, il
corpicino infreddolito e tremante, che non era riuscito a trattenersi dal
correre da suo nonno, lavandolo di insulti.
Ora
si ritrovavano chiusi in camera, in castigo per il resto della giornata.
-Dai
Rufy, sai com’è fatto, ci vuole mettere alla prova.- cercò di confortarlo Ace,
avvicinandosi ulteriormente.
Ma
il piccolo era rannicchiato in un angolo del letto, tentando inutilmente di
darsi un contegno di forse al fratello che tanto ammirava. Rufy era un bambino
forte, nonostante i suoi miseri sei anni, tutti al villaggio lo riconoscevano,
ma questo non significava nulla. I suoi momenti di crollo lì aveva anche lui,
anche se non spesso. E in quei momenti c’era sempre Ace accanto a lui.
-Smetti
di piangere ti verrà solo mal di testa.- sussurrò il più grande, togliendogli
lentamente il lenzuolo che si era messo sopra la testa a mo dì rifugio.
Rufy
tirò rumorosamente su col naso, girando il viso tutto sporco di lacrime verso
di lui -Ace…ho mal di testa.- mugugnò, stringendo le mani attorno ai lembi di
coperta che ancora lo avvolgevano.
-Te
l’avevo detto.- disse Ace con un sospiro rassegnato, tirandolo a forza fuori
dal bozzolo caldo che si era costruito –Dove ti fa male?- aggiunse, certo che a
Rufy facesse male qualcosa. Lui non piangeva mai per nulla.
-Qui…-
confessò Rufy dopo un po’, alzandosi lentamente i pantaloni per scoprire
entrambe le ginocchia sbucciate, un po’ di sangue raggrumato ai lati.
-Stupido,
perché non me l’hai detto subito?- gli chiese, aggrottando le sopracciglia,
mascherando la preoccupazione con l’irritazione –La prossima volta che ti
ferisci da qualche parte dimmelo, ok?-
Rufy
non rispose, ma annuì solamente, poggiando la guancia contro il petto di Ace,
respirando al suo stesso ritmo lento e pacato. Si rilassò lentamente e quasi
gli sembrò assurdo essersi disperato così tanto fino a pochi minuti prima
quando accanto a lui c’era suo fratello, pronto ad ascoltare i suoi lamenti, a
curare le sue ferite e a stringerlo tra le braccia. Come stava facendo ora,
sotto le coperte, dopo avergli medicato le sbucciature.
-Dormi
Rufy, non preoccuparti se ancora fuori c’è il sole.- sussurrò Ace,
depositandogli un bacio sulla fronte, passandogli poi una mano sotto le spalle
per abbracciarlo meglio –Ti sveglierò io per cena.-
Sì,
si disse abbandonandosi al sonno, era davvero assurdo.
Salve
a tutti <3 è la prima volta che scrivo/pubblico qualcosa su One Piece
>_<’’ spero vi piaccia la mia piccola one shot! Dopo i recenti capitoli
riguardarti Ace e Rufy non ho resistito…ogni tipo di commento è ben accetto
<333 Baci, Mirai!