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Autore: Ryta Holmes    27/04/2010    4 recensioni
"In una sola notte il suo passato nella grande città dei Pendragon era stato cancellato. Quel passato fatto di impegno e dedizione, fatto di grandi imprese troppo spesso tenute nascoste. Un passato in cui aveva protetto l’erede al trono a rischio della propria vita.Una sola notte che aveva cambiato tutto. La sua reputazione, i suoi sentimenti e soprattutto la stima nei confronti di colui che considerava un amico, quasi un fratello nonostante il divario dato dal loro status. Una differenza  però, che il principe Artù aveva ben chiarito con ciò che aveva fatto quella notte. E che aveva costretto Merlino ad usare la magia."
Genere: Drammatico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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Desclaimers: personaggi, storie e luoghi non appartengono a me. Se lo fossero sarei ricca e sarei probabilmente una sceneggiatrice, ma questi sono solo vaneggiamenti! Ad ogni modo scrivo senza nessuno scopo di lucro, tranne quello di divertirmi!


SO COSA HAI FATTO

.3.


“Artù mi fate male! Perché ve la prendete con me, se sono gli altri a ferirvi?”
“Fa’ silenzio! Non hai nessun diritto… nessuno di dirmi queste cose!”
“Invece sì, se inveite contro di me!”

Ricordi confusi si mischiavano a sogni turbolenti. Merlino aprì gli occhi di scatto un po’ per gli incubi, un po’ perché qualcosa lo infastidiva. Mise a fuoco la vista aiutato dai fievoli raggi del sole che sorgeva e illuminava le pareti della caverna. Strinse subito i denti, mentre un poco di acqua gelida gli cadde sulla guancia già inumidita da altre gocce dispettose, cadute dal soffitto di roccia.
Si mise a sedere, passandosi una mano sulla guancia per asciugarsi, poi le dita scivolarono su tutto il viso e lo stropicciò perché il sonno lo abbandonasse del tutto. Visto che ormai era sveglio, tanto valeva alzarsi dal giaciglio anche perché presto sapeva avrebbe ricevuto visite…
Uscì dalla caverna e si accostò al ruscello che percorreva il bosco, aggirava la roccia e si perdeva poi tra gli alberi, per andare a sfociare in chissà quale altro corso d’acqua. A Merlino non interessava, gli bastava sapere di avere la disponibilità dell’acqua senza grandi fatiche, anche perché già per procurarsi da mangiare aveva dovuto far ricorso alla magia, visto che come cacciatore si era sempre dimostrato parecchio incapace.
Sfilò la maglia di cotone grezzo gettandola sul terreno e abbandonò anche le scarpe, per poter entrare in acqua a sciacquarsi. Era gelida ma anche ottima per risvegliare le membra, ormai quel bagno mattutino era diventato un rito che gli dava vigore per tutta la giornata. Uscì rabbrividendo e andando ad infilare immediatamente la camiciola per asciugarsi, non era mai stato granché muscoloso ma quel freddo avrebbe messo in difficoltà anche il più valoroso guerriero. Si stava  appena godendo il calore della maglia con un sospiro, quando qualcosa di molto pesante e ingombrante planò senza delicatezza nel bosco e i grossi zamponi di un drago centrarono il ruscello, sollevando una buona quantità di acqua. Inutile dire che l’onda centrò in pieno il giovane mago, inzuppandolo completamente.
“Buongiorno Merlino!” salutò l’ultimo Grande Drago, allegramente. In bocca aveva qualcosa che lasciò andare per terra, sollevando ancora il ruscello.
Merlino balzò all’indietro per evitare il secondo spruzzo anche se ormai era bagnato dalla testa ai piedi. Fissò con disappunto il Drago, agitando poi le braccia per smettere di gocciolare da tutte le parti. Gesto inutile, considerato che non appena ricordò di essere un mago, bastarono due semplici parole dell’antica religione e un guizzo di magia, per tornare asciutto.
Nel frattempo la creatura aveva iniziato a cibarsi di quello che si era portato dietro, che Merlino scoprì essere la carcassa di chissà quale animale.
“Vuoi unirti a me per la colazione, giovane mago?” chiese il Drago, un attimo prima di affondare le fauci nella carne.
Merlino represse a stento una smorfia di disgusto. “No, grazie. Preferisco tenermi leggero al mattino…” replicò tornando verso la grotta e procurandosi dei frutti da un cesto che teneva su un grezzo tavolo di legno.
Lasciò che la bestia riducesse la preda ad un cumulo di ossa e consumò la sua colazione in silenzio, godendosi i rumori del bosco di primo mattino. Negli ultimi tempi gli era capitato spesso di fermarsi ad ascoltare, era un gesto che spesso lo tranquillizzava e lo concentrava al tempo stesso.
Quando era a Camelot fermarsi era qualcosa di inconcepibile, troppo preso dai compiti quotidiani, dalle ramanzine di Gaius, dai problemi dei suoi amici e soprattutto dai grattacapi che il suo padrone gli procurava. Già il suo padrone. Gli veniva naturale ormai rivolgersi a lui solo in quel modo. Non lo aveva mai chiamato Sire, mio signore o usato qualsiasi altro appellativo che tutti gli altri gli rivolgevano. Per lui era sempre stato Artù, con il dovuto rispetto non aveva mai dimenticato il plurale maiestatis, certo, ma se doveva richiamarlo, ammonirlo o semplicemente ringraziarlo, solo il nome bastava. Eppure il principe non era stato in grado di apprezzare quella confidenza e per questo il giudizio di Merlino era cambiato… così Artù era semplicemente diventato “il padrone”.
“Quando tornerai a Camelot?” il Drago aveva interrotto quel silenzio e il filo dei suoi pensieri. Merlino avrebbe preferito non lo facesse con una domanda così stupida. Gettò il torsolo di una mela nel ruscello e lo osservò scivolare via seguendo il corso dell’acqua.
“La mia presenza non è gradita a Camelot, dovresti saperlo.”
“Ma tu hai un destino da seguire, l’hai forse scordato?” replicò il Drago con un’altra domanda.
L’espressione del giovane si fece seccata e fissò gli occhi azzurri sulla creatura. “Se non te ne sei accorto, il principe ha cambiato quel destino.”
“Ne sei certo?” il Drago non sembrava minimamente toccato dalla reticenza del ragazzo. “O forse sei tu che credi sia diverso?”
Lo sguardo di Merlino si assottigliò. “Parli sempre per indovinelli, perché non sei più chiaro una buona volta?” il tono di voce era sempre astioso quando il Drago toccava l’argomento.
Era trascorso più un mese dalla sua fuga e da quando quella creatura lo aveva trovato – o era stato lui a trovarlo, ancora non aveva capito – iniziando a fargli compagnia. O a perseguitarlo per essere più precisi, perché ogni tanto se ne usciva con quella domanda inopportuna e finiva per spazientire il giovane che cercava solo tranquillità.
“Merlino…” riprese l’altro, spingendo lontano col muso quello che restava del suo pasto. “Il futuro di cui ti ho parlato è sempre possibile… a patto che tutti e due facciate quel che è giusto.”
“Appunto! Ti sto dicendo che il padrone non ha fatto la scelta giusta e io non ho nessuna intenzione di venirgli incontro e di umiliarmi più di quanto non abbia già fatto!”
“Ma lo hai ferito.” Ribatté serafico il Drago.
“A buon diritto! E poi c’è Gaius con lui, lo rimetterà in sesto e lui tornerà a fare lo spocchioso che è dimenticandosi di tutto! Non avrà bisogno di me.”
La creatura magica cacciò uno sbuffo caldo dal naso e fece per sollevarsi in volo. “Questo è quello che tu credi. Ma dovrai ricrederti, giovane mago!”
Merlino a sua volta, si alzò dallo spuntone di roccia su cui si era seduto e fissò un’ultima volta il suo interlocutore, ormai totalmente infuriato. “E perché, di grazia?”
“Il perché te lo dirà la tua magia!” esclamò infine, prima di librarsi in aria e di volare via. “Tornerò più tardi!” aggiunse con un tono che a Merlino sembrò quasi di ammonimento.
Il ragazzo lo fissò finché non svanì dietro le punte degli alberi, sicuramente in cerca di qualche altra preda per il pranzo. Sbuffò sonoramente, stringendo con forza i pugni per la rabbia: quella sottospecie di lucertola era sempre in grado di fargli perdere le staffe!
Cosa voleva dire con quelle parole sibilline? Cosa c’entrava la sua magia con il riacquistare fiducia in un cretino che lo considerava alla stregua di un oggetto?
Lui non sarebbe tornato a Camelot, per nessun motivo. Tanto più che aveva completamente perso la voglia di rischiare ancora la vita per una persona del genere. Il Drago poteva chiamarlo ottuso, testardo o stupido quanto volesse ma ormai la decisione era stata presa.
Rientrò nella caverna e si sedette al tavolo, afferrando un libro che vi era posato sopra. Lo sfogliò dapprima con foga, ancora ripensando alla discussione con la creatura, poi quando rischiò di strappare una pagina, si fermò. Prese un grosso respiro socchiudendo gli occhi per un istante, cercando di calmarsi e lisciò la pagina che quasi aveva rovinato. Quel libro era una delle poche cose che suo padre gli aveva involontariamente lasciato.
Quando era giunto alla caverna, aveva trovato tutto come il genitore aveva abbandonato, prima di intraprendere quel viaggio che poi lo aveva condotto alla morte. Lì, assieme ad alcuni medicamenti con cui si era curato l’influenza e ai suppellettili che gli erano serviti per rifocillarsi e sopravvivere, aveva trovato anche un piccolo tesoro: tomi di magia, incantesimi e alcuni libri sui draghi. Materiale che non aveva mai visto a causa della Purga indetta da Re Uther, che aveva distrutto ogni traccia di magia in tutto il regno. A parte il libro che Gaius gli aveva regalato, a rischio della vita, non aveva mai trovato altro che avesse potuto aiutarlo in tutte le avventure che aveva vissuto da quando si era trasferito a Camelot. Da quando era lì invece, si era dedicato completamente ad assimilare tutta quella conoscenza, senza la paura di sperimentare, senza doversi continuamente guardare le spalle perché qualcuno avrebbe potuto vederlo mentre infrangeva la legge. E soprattutto con il tempo e la concentrazione necessari per imparare bene.
Non sapeva se tutta quella cultura in fatto di magia gli sarebbe mai servita, certamente non sarebbe rimasto tutta la vita nascosto come suo padre in quella radura ma almeno per il momento si godeva quel poco di tranquillità.
Poi il destino, qualunque esso sia stato, gli avrebbe indicato la strada da percorrere.

*

Per la prima volta da giorni, Artù non riusciva a trattenere il sollievo. Gaius era chino su di lui, intento a controllare le sue ferite ormai quasi del tutto guarite. Il principe fremeva per scendere da quel letto, sapeva che ormai poteva considerarsi fuori pericolo, da quando la pelle aveva ripreso a ricrescere e il rischio che le ustioni suppurassero era svanito. Aveva pazientato, si era morso la lingua per giorni sopportando prima il dolore e poi le costrizioni causategli dalla degenza prolungata ma dopo un mese finalmente, Gaius aveva cambiato le bende e gli aveva dato quella notizia confortante che lui attendeva da tempo.
“Siete fortunato, sire. La degenza è durata meno del previsto e le ustioni si sono rimarginate meglio di come mi aspettassi…” il medico sembrava veramente sorpreso nel visitarlo.
“Parli sul serio?” gli sfuggì, corrugando la fronte. Il volto dell’uomo gli appariva così incupito che solo una spiegazione poteva chiarire quell’inaspettata fortuna.
“Sapete che non vi mentirei, su una cosa del genere. Sono sincero.”
“Può darsi che dipenda dal fatto che queste sono ferite…”abbassò il tono di voce, guardandosi intorno – inutilmente visto che erano soli nella stanza – “…ferite provocate dalla magia?”
Gaius incrociò gli occhi chiari del principe, il suo solito sopracciglio sollevato come quando studiava le persone quasi a volerle leggere dentro.
“Non, ‘può darsi’, Artù. Sono sicurissimo che sia per questo.”
Il giovane annuì pensieroso, mentre il medico arrotolava le bende ormai del tutto inutili. C’era tranquillità tra di loro, uniche persone in tutta Camelot a godere di un poco di serenità, ormai da più di un mese e mezzo.
Fuori da quella stanza la rabbia di Uther si scagliava su chiunque, cavalieri, popolani, sugli stallieri che gli governavano le cavalcature, sui contadini che si recavano a vendere il proprio raccolto in città; contro i servi in particolare, si era accanito a tal punto da interrogarli tutti e alcuni persino da torturarli per estorcergli false confessioni. Era impossibile fermarlo e a niente erano valse le parole di Artù, durante le brevi e ansiose visite che gli concedeva.
Il giovane principe soffriva in quel letto non trovando altra soluzione al problema. Solo Gaius gli infondeva un poco di speranza, perché il medico credeva in lui e nelle sua lungimiranza. Non solo, erano entrambi consapevoli della verità: gli unici in tutta Camelot, anche se per motivi differenti, a sapere che Merlino in realtà non era cattivo e diabolico come era stato dipinto. Il principe sapeva cosa era accaduto quella notte maledetta e il medico conosceva Merlino più di chiunque altro.
Un giorno si erano ritrovati a parlare di lui e da allora era nato un tacito sodalizio che aveva permesso ad entrambi di sopravvivere in quella situazione così difficile e che li vedeva entrambi in una sorta di isolamento.
Artù tuttavia, aveva beneficiato di quella presenza, pur sapendo di non meritarla, perché troppo spesso aveva visto sospirare il vecchio e si era accorto di quando quello sguardo vagava lontano, verso colui che considerava un figlio e ritornava poi alla dura realtà più cupo che mai.
 “Artù, adesso viene il difficile. Affrontare vostro padre non sarà uno scherzo.”
“Lo so ma sono convinto che vedermi in salute sarà già un bel passo in avanti! Dovrò affrontarlo prima o poi e fargli capire fin dove la sua paura lo sta portando…”
Gaius annuì, pur mantenendo un’espressione preoccupata. “Confido in voi.” Inchinò il capo, ma fu costretto a rialzarlo, quando Artù gli posò una mano sulla spalla e gli rivolse un sorriso sincero.
“Quando questa brutta storia finirà, avrò modo di ringraziarti. Ho fatto degli errori molto gravi e non posso fuggirli per sempre. Devo combatterli adesso.”
Mentre Artù ripensava all’ultima persona che gli aveva detto quelle parole, Gaius osservò profondamente colpito il suo principe. C’era qualcosa di nuovo in quello sguardo, una maturità che non aveva mai visto, come se quel seme di grandezza che serbava nel cuore e che un giorno lo avrebbe reso un giusto sovrano, fosse appena germogliato. Una gemma piccola ancora, ma che presto si sarebbe fatta strada verso il destino.
Il medico ricambiò quel sorriso e intuì esattamente come Artù si sarebbe sdebitato con lui: trovandogli Merlino. Perché sapevano entrambi che era ancora vivo e che si nascondeva da qualche parte, ferito nell’orgoglio come immaginava Artù, ma per lo meno in salute.
“Bene! Andiamo da mio padre adesso!” il principe esclamò pieno di entusiasmo e prese la strada verso la porta.
Gaius lasciò che lo precedesse e lo osservò dargli la schiena… per poi fermarsi.
Vide le spalle del giovane incurvarsi improvvisamente e lo sentì gemere di dolore, dapprima lievemente, poi sempre più forte man mano che si accasciava al suolo e si contorceva su se stesso.
Allarmato gli venne incontro e lo prese per le braccia. “Artù! Artù cosa vi sentite?” nel mentre cercava di sciogliere quel nodo di membra in cui, per il dolore, il ragazzo si era appallottolato. E fu con orrore che si accorse di cosa era accaduto.
“Il petto… Gaius, brucia da morire! E le mani!”
Di colpo le ustioni che lo avevano tanto torturato durante quelle ultime settimane e che sembravano miracolosamente guarite, erano ricomparse con altrettanta facilità. La carne pulsava e sanguinava come fosse appena stata colpita e i presentimenti del vecchio medico trovarono fondamento: quelle ferite erano veramente stregate.

Continua…

Ta-daaaaan! Qui c'è puzza di bruciato! (e nel vero senso della parola XD)
Merlino è in vacanza-studio mentre il povero Artù arde di dolore u_u sono spietata me ne rendo conto... Ovviamente il bello deve ancora arrivare! Questi capitoli sono di transito e servono a spiegare cosa accade in un arco di tempo che cambierà molte cose ;-) ma prometto che presto ci sarà posto anche per l'azione! Perchè insomma, si deve sbloccare questa situazione, no?
Voglio ringraziare tantissimo per le recensioni: mindyxx (contentissima che la storia ti intrighi! ^^ come avrai notato Artù sembra rimettersi ma poi c'è la sorpresa... sì lo so, sono bastarda u_u cmq il signor Giles lo odio anch'io! Ma avrà parti importanti nella storia perciò ce lo dobbiamo godere ancora XD); Cassandra (uhm... no. non posso dire niente ancora, però Artù non andrà a ripescare Merlino... anche perchè è ancora bruciacchiato ^^' grazie comunqueeeee!!); _Valux_ (come sempre grazie!!!! ^_^)
Un ringraziamento anche a tutti coloro che hanno inserito questa storia tra i preferiti, tra le ricordate e non ultimo tra le seguite! Spero di non deludervi! ;-)
Come sempre vi rinnovo l'invito a scrivermi qualche commentooooooooo! Perchè mi fate felice e poi perchè come avrete notato, sono buona e vi do anche qualche indizio! =D
Anzi e siccome oggi mi sento più allegra perchè ho avuto delle belle notizie, vi lascio anche una piccola anticipazione u_u


"La gioia nel rivedere il medico di corte, si tramutò in preoccupazione, quando si accorse dell’espressione del suo viso. [...] Deglutì a vuoto, rendendosi conto di ciò che stava accadendo…"


Alla prossimaaaaaaaaaaa
Baci
Ry


   
 
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