Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: blackpearl_    27/04/2010    7 recensioni
Ottava classificata al contest "Songs&Oneshot" indetto da vogue91 sul forum di EFP.
"La sua fronte si aggrottò, il suo sguardo si velò di preoccupazione mentre tutte le paure, tutte le constatazioni, tutte le scuse uscivano nuovamente dal suo vaso di Pandora e lo assalivano, avvelenandogli il momento. E, proprio mentre l’uomo fuori dalla porta indietreggiava ritornando a confondersi con l’ombra, il primo fascio di luce penetrò violentemente nella stanza, inondando la ragazza e illuminandola d’oro. Ninfadora Tonks rise di cuore, alzando le mani come a voler sfiorare quella cascata di sole e alzandosi in piedi per lasciarsi completamente avvolgere."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Respiri piano per non far rumore, ti addormenti di sera, ti risvegli con il sole.
Sei chiara come un'alba, sei fresca come l'aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quando sei assorta nei tuoi problemi, nei tuoi pensieri.

L’uomo camminava lentamente, cercando di rendere ovattati i suoi passi per non rompere quell’improvviso silenzio che aveva avvolto la casa da ormai qualche ora. Non era solo il Grimmauld Place numero 12 a galleggiare in quello stato di vuoto assoluto, come osservò curioso l’uomo, ma sembrava che l’intera Londra avesse trattenuto il respiro per osservare quei piccoli, soffici, fiocchi di neve che scendevano in lente spirali per ammantare tutto di bianco.
Le luci, dovunque, erano spente, le mogli dormivano beate nell’abbraccio dei mariti e nessuno che potesse essere testimone di quell’alba meravigliosa. Stranamente, ben oltre il suo orario mattutino, l’uomo vagava per casa Black senza riuscire a fermarsi, nutrendosi di quell’immobilità che donava finalmente pace alla sua anima. Passeggiava per i corridoi osservando curioso i dipinti, dormienti, appesi alle pareti, i candelabri elaborati e gli armadi pregiati. Come guidato da un’antica magia, arrivò fino in fondo al corridoio dell’ultimo piano, e sarebbe passato oltre se non avesse visto una porta che, a differenza delle altre, non era chiusa, bensì socchiusa. Temendo di essere inopportuno, e considerando che in quella stanza dovesse dormire una delle due persone che vivevano con lui, si limitò ad una sbirciatina fugace. A differenza delle sue previsioni, il letto posto in fondo alla stanza era vuoto, con le lenzuola stropicciate e il cuscino giacente sul freddo legno del pavimento. La sua proprietaria era seduta tranquilla sul davanzale della finestra, intenta a disegnare con l’indice buffe sagome senza senso sul vetro appannato. Il suo sguardo, però, non era concentrato su queste, né sulla neve che si posava leggera sulla città, bensì sul sole che lentamente stava dando il buongiorno al mondo.
L’uomo osservò affascinato il suo viso giovane, liscio e quasi del tutto privo di imperfezioni, illuminarsi di meraviglia nel vedere che il cielo all’orizzonte non era più scuro come qualche minuto fa, ma stava tingendosi sempre più velocemente di rosa. Rosa.
Rosa come i suoi capelli che, scompigliati dal sonno, le ricadevano flosci sulle spalle magre ma che le donavano una freschezza singolare. I suoi occhi, ancora leggermente appannati, vagavano senza meta sulla quasi infinita distesa di edifici che si estendevano sotto di lei.

Ti vesti svogliatamente, non metti mai niente che possa attirare attenzione. Un particolare solo per farti guardare. E con la faccia pulita cammini per strada, mangiando una mela coi libri di scuola.
Ti piace studiare, non te ne devi vergognare.

L’uomo passò lo sguardo sul bizzarro pigiama azzurro disseminato di tante paperelle, sulle candide braccia che si muovevano nell’aria come due bacchette dei direttori d’orchestra, ancora intente a disegnare sul vetro della finestra, e sulle gambe affusolate che la ragazza aveva accavallato per poter godere di una maggiore comodità. L’uomo sentì qualcosa di caldo avviluppargli il cuore, stretto, quasi soffocante, ma in un certo senso benefico. Lo purificava.
Contro ogni logica (e tutti sapevano quanto fosse attaccato ad essa), rimase lì, in piedi, solo per poter osservare quali giochi di luce il sole sorgente avrebbe fatto sul viso di lei, la ragazza dai capelli rosa che fissava con aria sognante l’orizzonte. Gli sarebbe piaciuto entrare senza timore nella stanza, abbracciarla da dietro sussurrandole parole dolci all’orecchio, sentire il suo sorriso muto e guardare insieme l’esempio che il ciclo della vita si ripete sempre e sempre, senza fermarsi. Gli sarebbe piaciuto molto, si, ma non l’avrebbe fatto. La sua fronte si aggrottò, il suo sguardo si velò di preoccupazione mentre tutte le paure, tutte le constatazioni, tutte le scuse uscivano nuovamente dal suo vaso di Pandora e lo assalivano, avvelenandogli il momento. E, proprio mentre l’uomo fuori dalla porta indietreggiava ritornando a confondersi con l’ombra, il primo fascio di luce penetrò violentemente nella stanza, inondando la ragazza e illuminandola d’oro.
Ninfadora Tonks rise di cuore, alzando le mani come a voler sfiorare quella cascata di sole e alzandosi in piedi per lasciarsi completamente avvolgere. E l’uomo si sentì fuori posto, una creatura della notte, un mostro, un essere inadatto a vivere nella luce. Un essere che non aveva il diritto di fissare quegli occhi limpidi, sinceri, e quel sorriso smagliante.

E quando guardi con quegli occhi grandi, forse un po' troppo sinceri, sinceri, si vede quello che pensi, quello che sogni..
Qualche volta fai pensieri strani, con una mano, una mano, ti sfiori.

L’uomo fece per andarsene, con le spalle incurvate da un peso invisibile, ma la ragazza sembrò accorgersi improvvisamente della sua presenza e gli fece cenno di venire da lei, di entrare nella stanza. L’uomo esitò perchè, seppur volesse ammirare ancora più da vicino quel volto splendido, non osava avvicinarsi alla luce per paura di esserne allontanato. Ma Ninfadora scosse la testa con decisione davanti a quell’insicurezza, correndo verso di lui ed entrando nell’ombra per poterlo finalmente tirare fuori, salvarlo. L’uomo rimase sbigottito dal gesto della ragazza, tanto che per un attimo credette che le lingue d’ombra potessero stringerli a sé per non lasciarli più, ma, come ho detto, fu solo l’indecisione di un fugace istante.
Un attimo dopo erano nella luce.

Tu sola dentro la stanza e tutto il mondo fuori.




___________________________________________________________________________

Questa fiction partecipa al contest "Songs&OneShot" indetto da vogue91, indetto sul Forum del sito. Di seguito, il giudizio. Posizione: ottava

8°Classificata: (thislove)
“Luce”

-Grammatica e Sintassi: Grammatica (4); Sintassi (5)
La grammatica è abbastanza accurata, ho trovato solo un “si” scritto senza accento e un “perchè” scritto con l’accento sbagliato (è “perché”). Oltre questo, nient’altro. La sintassi è invece apprezzabile, in quanto utilizzi un lessico assai appropriato alla situazione descritta, riuscendo a ricalcare la tenerezza e al contempo l’inquietudine che la tua storia trasmette con la terminologia adatta.

-Stile: 9/10
Lo stile è complessivamente buono. Sebbene io prediliga (personalmente) frasi più brevi ed incisive, hai il sacrosantissimo dono di scrivere dei periodi abbastanza lunghi senza perdere mai il filo del discorso, e non appesantendo di molto la lettura. Unico appunto, non mi è piaciuto quel “come ho detto” finale, che rovina un po’ l’atmosfera della storia, come un brusco balzo alla realtà.

-Originalità: 8/10
Non è precisamente originalissima. Le Remus/Tonks, del resto, hanno sempre alla base i dubbi di lui, sempre la stessa solfa “troppo povero, troppo vecchio, troppo lupo mannaro”, contrapposti invece alla convinzione di Ninfadora. Ha sicuramente aiutato l’introspezione, che ha dato un taglio se non altro parzialmente innovativo, e sicuramente piacevole, alla storia.

-IC: 9/10
Ho trovato Remus abbastanza IC. L’unico dettaglio che mi ha impedito di darti il massimo in questa voce, è che, a parer mio, gli manca la sua consueta dolcezza, quel modo di fare blando che alla fine lo porta a farsi piegare dall’esuberanza di Tonks. Ossia, c’è troppa amarezza, che sicuramente gli appartiene, ma che non è stemperata da nulla.

-Attinenza alla citazione: 12/15
Allora... avrei sicuramente preferito che tu facessi riferimento esclusivamente alla parte di canzone da me indicata. E avrei anche potuto accettare l’inserimento del resto di “Albachiara”, se esso non ti avesse penalizzata sin dal principio. Non per un preconcetto, ma perché soffermandoti su tutta la canzone, la citazione scelta viene relegata alla fine, pare messa lì a caso (sebbene i successivi riferimenti ad essa non manchino) e perde di valore in mezzo a tutto il resto.

-Giudizio personale: 4.5/5
L’ho trovata una storia davvero molto dolce. Mi piace la descrizione di ciò che Remus prova nel guardare Tonks, e i gesti di lei, che sembrano appartenere ad un mondo tutto suo. Inoltre, il tuo modo di scrivere mi ha quasi rapita. Non sembra una fanfiction, sembra una favola, dai toni delicati e vagamente tristi. In sintesi, direi che mi è decisamente piaciuta!
Totale: 51.5/60
   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: blackpearl_