Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Onlyna    27/04/2010    2 recensioni
Tratto dal capitolo 1: L'incontro
Un’inaspettata visita a casa di Hermione; una vecchia conoscenza tornerà dal passato per chiederle aiuto. La donna glielo concederà?
Niente Ron x Hermione (ultimamente non lo reggo), e di conseguenza niente Rose e Hugo; ho mantenuto gli altri pairing originali, in particolare quelli che ho sfruttato di più sono Harry x Ginny e Draco x Astoria, con il relativo seguito di bambini.
Questa storia ha partecipato al contest "Sons&One shot", classificandosi settima e aggiudicandosi il premio originalità ^O^
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da Epilogo alternativo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick: Only_Me;
Titolo: ~ L’incontro
Citazione Scelta: 12) Forse alla fine di questa triste storia qualcuno troverà il coraggio per affrontare i sensi di colpa e cancellarli da questo viaggio per vivere davvero ogni momento.
Personaggi principali: Hermione Granger;
Personaggi secondari: Draco Malfoy, Scorpius Malfoy, Albus Silente, Harry Potter;
Pairing: (secondari) Draco x Astoria, Harry x Ginny;
Genere: introspettivo, sentimentale;
Rating: verde;
Avvertimenti: What if?
Trama: un’inaspettata visita a casa di Hermione; una vecchia conoscenza tornerà dal passato per chiederle aiuto. La donna glielo concederà?
Niente Ron x Hermione (ultimamente non lo reggo), e di conseguenza niente Rose e Hugo; ho mantenuto gli altri pairing originali, in particolare quelli che ho sfruttato di più sono Harry x Ginny e Draco x Astoria, con il relativo seguito di bambini.

~ L’incontro
«Ci vediamo presto Hermione» sussurrò il moro sulla porta, chinandosi a sfiorarle la guancia con un bacio.
Erano passati tredici anni, ormai, dalla sconfitta di Voldemort; il famoso Harry Potter aveva smesso di convivere con i suoi incubi, e si era felicemente sposato con la sorella minore del suo migliore amico, Ginny Weasley, dalla quale aveva avuto due figli e una figlia.
«Certo Harry» sorrise la giovane donna, accarezzando la guancia dell‘amico con la punta delle dita «Saluta Ginny da parte mia, mi raccomando; e anche James, Albus e Lily, ovviamente» continuò facendogli l’occhiolino, per poi aggiungere, con malizia «Certo che vi siete proprio dati da fare, in questi anni…».
«Herm!» esclamò lui, ridacchiando.
Diede un buffetto sulla spalla dell‘amica, prima di salutarla nuovamente con un cenno del capo e Smaterializzarsi.
Ridacchiando a sua volta, la donna chiuse la porta alle sue spalle, dirigendosi verso il salotto; appellò un grosso tomo dalla sua fornita biblioteca, sdraiandosi sul divanetto di pelle color caffelatte e cominciando a leggere.
Non era la prima volta che divorava quel libro; le piaceva molto. Ripensò con un sorriso ai pomeriggi in Biblioteca o nella Sala Comune passati sulle pergamene, svolgendo i compiti per la settimana dopo, studiando alacremente tutte le lezioni alla perfezione.
Scosse il capo, agitando i boccoli castani, indomabili come allora, e posò gli occhi sulle rune della prima pagina, isolandosi dal resto del mondo.
Quando il campanello suonò, era già passata più di un’ora; come sempre, non si era resa conto del passare del tempo, troppo concentrata sulla lettura.
Piegò l‘angolo superiore della pagina a cui era arrivata, chiudendo il tomo e riponendolo con cura sul tavolino di cristallo davanti al divano, prima di alzarsi ed andare alla porta.
«Chi è?» chiese non appena fu arrivata, ravvivandosi la chioma; non ricevendo risposta, si alzò in punta di piedi per osservare dallo spioncino, e ciò che vide la lasciò per un attimo senza parole.
Corti capelli biondo cenere, occhi di un colore indefinibile tra azzurro ghiaccio e grigio polvere, mento appuntito e naso dalla linea aristocratica; fuori dalla sua porta stava niente di meno che Draco Malfoy.
Aprì con un certo timore la porta, mentre la mano sinistra correva alla tasca posteriore dei jeans che indossava, stringendo con sollievo l’impugnatura della sua bacchetta.
«Malfoy?» chiese, scrutando l‘uomo con i suoi occhi nocciola; non riusciva a capire il possibile motivo di una tale visita.
«Granger» salutò lui, senza alcun cambio percettibile di espressione; accennò all‘ingresso «Posso?».
La riccia annuì, spostandosi per lasciarlo entrare; con eleganza, l’uomo oltrepassò la soglia, fermandosi poi pochi passi dopo ad attendere la sua ospite.
Hermione, non sapendo cosa dire, lo fece accomodare nel salotto, indicandogli il divano e le poltrone.
«Prego, siediti pure» mormorò educatamente.
«Mezzosangue non c‘è bisogno che mi guardi come se fossi un alieno» ghignò il biondo, prendendo posto su una poltrona; era evidente che si stesse divertendo.
«Dici?» ribatté la donna, riacquistando all‘istante tutta la sua combattività di ex Grifondoro «Sai, è strano che un nobile Purosangue, come te, bussi alla porta di una sudicia Nata Babbana, come la sottoscritta, senza manie omicide».
«Per una volta hai ragione, Granger» rispose l‘altro alcuni secondi dopo, prendendola in contropiede; tutto si sarebbe aspettata tranne una frase del genere, da parte sua.
Hermione strinse più forte l‘impugnatura della bacchetta; le parole dell’uomo non l’avevano di certo tranquillizzata sulle sue intenzioni, anzi: se possibile l’avevano fatta innervosire di più.
Non sapeva nulla di Draco Malfoy, da quando avevano concluso gli studi a Hogwarts, solamente che si era sposato pochi anni dopo con una certa Astoria Greengrass, e che aveva un figlio dell‘età di Albus, il secondogenito di Harry e Ginny; Scorpius, se non ricordava male. Era dalla fine della guerra che non aveva contatti con lui, e questo non le aveva creato nessun fastidio, visti i loro rapporti durante gli anni di scuola.
«Allora, Malfoy» cominciò la giovane donna dopo qualche attimo di riflessione «Cosa vuoi da me?».
Chiederlo le fece uno strano effetto; o forse fu l‘espressione maliziosa che si disegnò sul volto dell‘ex Serpeverde che le fece salire un brivido lungo la schiena? Non seppe darsi una risposta.
Non arrossì, ma sostenne lo sguardo del biondo finché quello non aprì bocca.
«Ho saputo che sei diventata una Medimaga» cominciò, senza staccare gli occhi da quelli della ex Grifondoro, che annuì; sul suo volto pallido si disegnò una smorfia nel pronunciare le cinque, successive parole «Ho bisogno del tuo aiuto».
Tutta la compostezza di Hermione evaporò, come un bicchiere d‘acqua in un calda giornata d‘agosto; spalancò le labbra, gli occhi sbarrati e un‘espressione più che stupita in volto; Draco Malfoy le stava chiedendo aiuto? Impossibile!
«C-come?» riuscì a balbettare, in preda allo sconcerto; il biondo fece una smorfia.
«Non pretenderai che mi ripeta, vero?» chiese in tono burbero, fulminandola con lo sguardo; la riccia si tranquillizzò un poco, riacquistando un po’ di lucidità; chiuse le labbra, per poi esibirsi in un sorriso.
«Non posso aiutarti in nessun modo, se non mi dici di cosa hai bisogno» ribatté.
Fu la volta dell‘algido Purosangue di rimanere senza parole: non si aspettava minimamente che la donna accettasse così in fretta di aiutarlo; pensava di dover penare molto, prima di strapparle un consenso.
“Grifondoro fino alla fine, sempre disposta ad aiutare gli altri: ecco cos’è Hermione Granger” si ritrovò a pensare, mentre un leggero sorriso si disegnava anche sulle sue labbra.
«Allora?» insistette la donna curiosa, studiando ogni espressione del biondo con un sopracciglio inarcato: chissà cos’aveva potuto spingere il suo nemico numero uno a chiederle aiuto?
Draco si riscosse dai suoi pensieri alla domanda della riccia.
«È per mio figlio» cominciò e i suoi occhi, solitamente così gelidi ed impassibili, si rabbuiarono, addolorati «È strano, da qualche mese: non sorride mai, è sempre triste, ha freddo e paura ogni giorno; Astoria ed io non riusciamo a capire cos‘abbia. Non è normale che un bambino di cinque anni sia così; non lo ero nemmeno io».
La sua espressione addolorata s’incupì ulteriormente, prima di farsi pensierosa; infine, tornò impassibile. Puntò i propri occhi in quelli della donna che, intanto, aveva cominciato a pensare velocemente a ciò che il giovane rampollo della casata dei Malfoy potesse avere: nulla di quello che le veniva in mente poteva essere compatibile.
Poi, l’idea, fulminea, geniale, che più che un’idea completa pareva appena un sentore: Scorpius era un bambino.
Ricambiò lo sguardo dell’ex Serpeverde con la sua solita determinazione e un sorriso soddisfatto sul volto.
«So cos‘ha tuo figlio» annunciò con sicurezza; Draco sobbalzò leggermente alla dichiarazione, continuando però a fissare la donna con malcelata impazienza.
Vedendo che quella non parlava, alzò un sopracciglio.
«Allora?» domandò, irritato.
«Allora lo dovrai portare qui, in questa casa, ogni giorno, a partire da domani» rispose lei, senza scomporsi minimamente: aveva visto reazioni ben più spropositate ed aggressive, al San Mungo, per motivi ben più futili; poi continuò, vedendo che l’uomo non accennava a parlare «Lo porterai qui alle dieci del mattino, poi verrai a riprenderlo verso le nove e mezza di sera; le prime due volte è meglio che ci siate anche tu o tua moglie, perché per lui sono un‘estranea e non sarebbe semplice interagire se ha paura di me».
L‘ex Serpeverde annuì: che senso aveva discuterne? Era lei la Medimaga, l’unica cosa da fare era fidarsi; dopotutto sapeva che la Mezzosangue era una persona seria e coscienziosa, l’aveva provato sulla propria pelle quando ancora era nello schieramento sbagliato, e di certo non era quel tipo di donna che architettava infime vendette. Il suo bambino sarebbe stato al sicuro con lei; ne era certo.
«Va bene, Granger» disse, alzandosi; doveva tornare al più presto in ufficio «Domani mattina porterò qui Scorpius e rimarrò con voi».
«Perfetto» sorrise la donna, alzandosi a sua volta ed accompagnandolo alla porta.
Si sentiva molto più tranquilla a stargli vicino, dopo averci parlato per quel quarto d‘ora scarso; aveva compreso che Draco Malfoy, il ragazzo che aveva sempre detestato, era diventato una persona diversa, forse migliore; certo era che, per aiutare suo figlio, era disposto anche a calpestare il suo smisurato orgoglio Purosangue.
«Oh, quasi dimenticavo!» esclamò, quando erano ormai nell‘ingresso «Per venire qui, utilizzate mezzi di trasporto Babbani, come automobili o autobus. Volare potrebbe indebolirlo e scombussolarlo, così come la Materializzazione Congiunta, ed è meglio che non succeda».
L‘uomo annuì, con un‘espressione leggermente schifata.
«Dillo anche a tua moglie» continuò la Mezzosangue «E ricordate che io non tollero essere giudicata o infastidita da chi mi circonda mentre faccio il mio lavoro: ho i miei metodi e quelli uso, se non vi stanno bene arrivederci».
L‘ex Serpeverde annuì nuovamente, stavolta sogghignando divertito.
«Riferirò» disse, uscendo sul pianerottolo con la stessa espressione «A domani, Granger».
«A domani, Malfoy» salutò con un sorriso, aspettando che si Smaterializzasse per chiudere la porta.
Non appena lo fece, si lasciò andare a una risatina liberatoria, leggermente isterica.
Calmatasi, si ritirò in cucina, e mise sul fuoco un pentolino con dell’acqua. Aveva bisogno di una bella tazza di tè caldo, sia per tranquillizzarsi del tutto, sia per poter programmare a mente rilassata le sedute che avrebbe dovuto affrontare con il piccolo Scorpius. Si appoggiò al tavolo con lo sguardo perso; avrebbe dovuto chiedere un grosso favore a Harry.
L’acqua cominciò a bollire; con la mente altrove, ma con la sicurezza dell’abitudine, si affrettò a versarla nella scodella di ceramica verde chiara e poi ad immergervi una bustina di tè nero, che lasciò in infusione per alcuni minuti.
Non appena ebbe finito di sorseggiare la bevanda, mise nel lavandino la tazza, per poi tornare nel salotto e ricominciare a leggere il libro che aveva abbandonato.
Lo aprì alla prima pagina, e la sua attenzione fu catturata da una frase, la solita frase, scritta con la sottile grafia sghemba di Albus Silente, il tanto amato preside che aveva accompagnato lei, Harry e Ron durante la loro avventura scolastica, e il suo inseparabile inchiostro smeraldino:
“Forse, alla fine di questa triste storia,
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa,
e cancellarli da questo viaggio,
per vivere davvero ogni momento.”
Sorrise un poco, accarezzando la scritta con la punta della dita, delicatamente, come se fosse la cosa più preziosa che possedeva; in un certo senso lo era.
Il libro era un lascito di Silente stesso, gliel’aveva donato dopo la sua morte tramite testamento per poter aiutare Harry a sconfiggere Voldemort, essendo l’unica del trio in grado di leggere le Rune.
Hermione lo sapeva, ma sapeva anche il vero motivo: quelle favole per bambini maghi, avevano tantissimo in comune con quelle per i Babbani; Silente sapeva che Riddle avrebbe scatenato un massacro ai danni dei Mezzosangue e dei non-maghi, e sapeva altrettanto bene che la giovane Grifondoro avrebbe avuto dei dubbi sul suo compito e sul suo valore in quella Guerra.
L’anziano preside le aveva lasciato l’antico tomo per renderla consapevole di quante cose avessero in comune i maghi e i Babbani, per renderla consapevole che il valore di ognuno non era proporzionale alla quantità di sangue magico che si possedeva, per renderla consapevole di quanto fosse indispensabile la sua forza d’animo in quella Guerra, di quanto avrebbe sofferto e quanto avrebbe gioito.
Silente sapeva, per questo le aveva scritto quelle poche righe come dedica.
“Forse, alla fine di questa triste storia,
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa,
e cancellarli da questo viaggio,
per vivere davvero ogni momento.”
Silente sapeva di quanto il giovane Malfoy fosse succube della pazzia dei suoi genitori, sapeva che non considerava sua quella Guerra, sapeva che se avesse potuto avrebbe cambiato schieramento o sarebbe scappato lontano, sapeva che se non avesse sempre cercato di compiacere suo padre non avrebbe rischiato di diventare un assassino, sapeva che, nonostante il Marchio Nero tatuato sul braccio, Draco aveva un animo puro.
«Forse, alla fine di questa triste storia, qualcuno troverà il coraggio per affrontare i sensi di colpa, e cancellarli da questo viaggio, per vivere davvero ogni momento» lesse ad alta voce la donna, con un sorriso commosso, quasi per poter apprendere sul serio ciò che quella manciata di parole poteva insegnarle.
Uno di quei “qualcuno” era Draco Malfoy, che era riuscito a redimersi dei suoi peccati e a costruirsi una nuova vita sulle macerie di quella passata, affrontando i propri errori e cercando di riparare a ciò che aveva fatto in passato; e, soprattutto, assicurando una quantomeno felice infanzia al suo bambino; felicità che, a lui, era stata negata.
Hermione voltò pagina, fino a trovare quella con l’angolo piegato, e ricominciò a leggere, un’espressione serena sul volto.
Non aveva mai dubitato di Silente, ma in quel momento si rese davvero conto di quale fosse la sua grandezza: non tanto l’intelligenza e l’inventiva, entrambe sue doti ragguardevoli, quanto la sua capacità di leggere con una chiarezza disarmante nell’animo delle persone; raramente commetteva errori di valutazione.

E non aveva sbagliato nemmeno questa volta.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Onlyna