Caius's secret

Aro beveva. Marcus beveva. Caius no. Caius se ne stava in disparte, osservando i suoi fratelli nutrirsi col bottino anonimo e profumato di Heidi. Si allontanò, uscì per le vie di Volterra. La notte lo avvolgeva.  Un uomo camminava solitario; Caius lo fermò, iniziò  a parlargli. Davanti al suo volto bello come il sole, l’uomo si sentì tranquillo. Iniziò a raccontare la sua vita.

- voi sapete che tutto deve finire – disse poi Caius. Non era una domanda. L’uomo guardò nuovamente il volto di Caius, ora mostrato nella sua vera essenza. Sempre bello, bellissimo, ora aveva la bellezza malvagia della notte.

- tu… tu sei… il demonio! – urlò l’ uomo.

- no – sorrise Caius. Sentiva la paura dell’umano davanti a lui, la sentiva salire. – io sono la paura. – Si avvicinò alla vittima, sorridendo ancora. Il passante indietreggiò, senza mai voltargli le spalle.  Ormai il vampiro gli era addosso. Sentiva la sua pelle fredda a contatto con la propria, calda. Sentiva il suo respiro sul suo collo.  E Caius sentiva la paura scorrergli nelle vene e ne godeva. Soffocava il suo profondo segreto.

Gli si avvicinò ancora, si chinò sul suo collo. I suoi canini laceravano la giugulare del passante. Beveva paura.

Beveva privatamente. Non voleva essere visto, non voleva che nessuno sapesse il suo segreto. Caius, lo spietato trucidatore, sempre assetato di morte, aveva paura.