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Autore: Nikki Potter    28/04/2010    4 recensioni
MISSING MOMENT HBP: è il giorno del compleanno di Ron e Hermione viene a sapere del suo avvelenamento. Cosa prova? Come fanno pace lei e Ron? “Sapevo che giorno era, anche se facevo di tutto per non pensarci. Era il diciassettesimo compleanno di Ron e la cosa sbagliata era che non l'avrei festeggiato con lui. Non ci parlavamo più da quando si era messo con Lavanda-la-piovra-umana. E io non potevo sopportarlo, non riuscivo a vederli insieme, a vedere lui sorriderle e accarezzarle il volto, semplicemente il mio cuore non ce la faceva a reggere quella visione”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ecco un altro missing moment di HBP sulla mia coppia preferita, Ron/Hermione.

Spero vi piaccia, buona lettura!



Ci sono persone che ti calpestano i piedi e ti chiedono scusa...

altre che ti calpestano il cuore e non se ne accorgono neanche...


Sapevo che giorno era, anche se facevo di tutto per non pensarci. Era il diciassettesimo compleanno di Ron e la cosa sbagliata era che non l'avrei festeggiato con lui. Non ci parlavamo più da quando si era messo con Lavanda-la-piovra-umana.

E io non potevo sopportarlo, non riuscivo a vederli insieme, a vedere lui sorriderle e accarezzarle il volto, semplicemente il mio cuore non ce la faceva a reggere quella visione. Se solo mi capitava di incrociarli per i corridoi cambiavo subito strada e scappavo in bagno a piangere.

Assurdo il fatto che la persona per cui ho pianto di più , per cui ho sofferto di più alla fine è stata l'unica capace di rubarmi il cuore.

Questo silenzio tra noi mi uccideva ma non ce la facevo a tornare da lui e fare finta di niente, fare finta che non mi avesse rifiutato. Perchè aveva rifiutato me. Probabilmente doveva fargli schifo la sola idea di uscire con me alla festa di Lumacorno, anzi probabilmente gli facevo schifo io.

Il mio fisico non poteva di certo essere paragonato a quello prorompente di Lavanda. Io ero solo intelligente, nulla di più.

Non c'era niente in me che potesse piacere a uno come Ron. Niente.

Ero seduta al tavolo di Grifondoro in teoria per fare colazione, ma non avevo appetito. Il mio sguardo cadde sull'intera tavolata, alla ricerca della sua testa rossa inconfondibile, accompagnata da un po' di tempo da una bionda. Lav-Lav era con Calì e confabulavano raccontandosi gli ultimi gossip. Di Ron nessuna traccia, nemmeno Harry. Strano. Probabilmente ci stavano mettendo tanto perchè Ron doveva scartare i regali. Feci una smorfia. Anche io avevo comprato un regalo per Ron, ma l'avevo nella borsa e dubitavo che glielo avrei dato. Del resto non ci guardavamo neanche più in faccia. Però non potevo non comperargli niente, era pur sempre Ron...

Mi alzai prima di poterlo vedere entrare al fianco di Harry felice e andare a baciare quella ventosa umana. Semplicemente non riuscivo a vederlo felice senza di me nella sua vita. Perchè io senza di lui non lo ero, ero a pezzi, distrutta.

Infilai la borsa a tracolla e puntai sicura alla biblioteca. Avrei occupato la mattina a fare un tema di Aritmanzia, tutto pur di non pensare a lui.

Presi il libro dalla borsa e incominciai a leggere un punto particolarmente difficile che dovevo ancora mettere ben a fuoco. Camminavo e leggevo, gli altri per non venirmi addosso si scansavano, io nemmeno alzavo gli occhi per guardarli. Ormai dopo sei anni quella strada la conoscevo a memoria, avrei potuto farla ad occhi chiusi.

Ero quasi arrivata alla mia meta quando fui fermata da Neville e Luna.

“Hermione!”

Non so cosa, ma qualcosa nella voce di Neville mi portò a staccare gli occhi dal libro e a fissarlo.

Dovevano aver corso, erano arrossati e avevano lo sguardo affannoso. E avevano un'espressione preoccupata.

“È successo qualcosa?”

Avevo paura della risposta.

“Sì...come te lo dico...” iniziò a farfugliare Neville impacciato.

“Ron è in infermeria” disse Luna uscendo dal suo mondo incantato.

Il mio cuore si fermò un attimo.

“Cosa...come...” ero terrorizzata.

“Pare che sia stato avvelenato, Harry e Ginny ci hanno mandati a chiamarti” spiegò Neville.

Ma io non li stavo più ascoltando, il libro mi era scivolato dalle mani cadendo a terra con un tonfo.

Avvelenato...Ron stava rischiando di morire...

“Hermione ti senti bene?” chiese Luna.

Con uno scatto mi chinai a raccogliere il libro e poi iniziai a correre. Corsi come non mai in vita mia, andai anche addosso a un paio di studenti, ma non mi importava. Io dovevo essere da lui, era quello il mio posto. Sentivo che lui aveva bisogno di me, lo sentivo.

Scesi scale, attraversai corridoi fino a quando svoltai nel corridoio dell'infermeria.

Lì Harry e Ginny confabulavano su quello che era successo.

Ginny alzò lo sguardo e mi vide. “Hermione!”

Anche Harry si voltò verso di me. Erano tutti e due preoccupati.

Non risposi, il respiro affannoso mi impediva di parlare. Ma non era solo quello che mi fermava, era anche il terrore concreto di poterlo perdere. Avevo paura di quello che avrebbero potuto dirmi.

Con fatica mossi dei passi verso di loro.

“Sei pallidissima” commentò Harry preoccupato.

Non risposi nemmeno a quelle parole.

Ginny mi fece un mezzo sorriso. “Starà bene, dovrà solo restare in infermeria per un po'. E tu dovrai passargli tutti i compiti e gli appunti”.

A quelle parole tornai a respirare e riuscii a fare un debole sorriso.

Poi crollai sulla sedia e rimasi lì. Non presi parte alla conversazione tra loro due su quello che era successo, rimasi solo lì ad ascoltare quello che era successo.

Il pensiero sempre a lui.

Salutai di striscio Fred e George quando arrivarono.

Quando Madama Chips ci lasciò entrare fu un vero sollievo. Vederlo vivo con i miei occhi mi tranquillizzò definitivamente.

Dormiva profondamente e borbottava nel sonno. A un certo punto Ron mormorò “Er-mo-ne”.

Tacquero tutti, preoccupati. Nessuno si accorse che arrossii. Ron aveva detto il mio nome, ne ero sicura. Grazie al cielo in quel momento entrò Hagrid e l'attenzione di tutti si concentrò su di lui.

All'arrivo dei signori Weasley io, Harry e Hagrid lasciammo Ron con la sua famiglia.

Quella notte dormii poco e male. A un certo punto, facendo più silenzio possibile, scostai le coperte e mi alzai. Non ce la facevo a stare a letto un minuto di più.

La sveglia segnava le 2,37. Presi la bacchetta e poi scesi in Sala Comune, ovviamente deserta. Sgusciai fuori e, senza fare rumore, raggiunsi l'infermeria. Aprii piano la porta ed entrai, non volava una mosca. Il letto di Ron era l'unico occupato. Dovevo stare attenta a non svegliare Madama Chips, o sarebbero stati guai.

Mi sedetti di fianco al letto di Ron e lo fissai. Dormiva serenamente. Erano mesi che non lo vedevo così da vicino...era ancora più bello di come lo ricordavo, più uomo. Con un sorriso gli scostai un ciuffo di capelli rossi dalle palpebre chiuse.

“Hermione...”

Il mio cuore batté ancora più veloce all'udire quel borbottio inconscio. Ron mi stava sognando?

Esitando gli accarezzai la mano. Lui subito la strinse forte e intrecciò le dita con le mie. Anche quel semplice contatto mi scaldò il cuore come ormai non accadeva da mesi.

Non so bene quando ma a un certo punto mi addormentai, la testa appoggiata alla gamba di Ron.

Fu una strana sensazione, la sensazione di essere osservata a svegliarmi. Apri gli occhi sbattendo le palpebre e poi guardai Ron. Fu con un colpo al cuore che lo vidi sveglio. I suoi occhi azzurri mi fissavano, sul volto uno strano sorriso.

E adesso?

“Ciao” mormorai imbarazzata.

Ecco, ero veramente patetica, una completa idiota.

“Ciao Mione” mi rispose con dolcezza.

Quel nomignolo mi fece sciogliere. Solo lui mi chiamava in quel modo. Avevo rischiato di non sentire più la sua voce...i miei occhi si fecero improvvisamente lucidi e sentii una lacrima bagnarmi il volto.

Sentii Ron stringermi più forte la mano. Non mi ero neanche accorta che fossero ancora intrecciate.

“Non piangere, lo so che sono un idiota...” mormorò lui a bassa voce.

“Sì, sei un idiota...ma sei Ron e tu...tu oggi potevi morire e io...io non ho fatto altro che evitarti per tutti questi mesi e...”

Parlavo a raffica. Ormai non sapevo più nemmeno cosa stavo dicendo.

“Shh! Non aggiungere nient'altro, io sono ancora qui, no?” mi rispose lui con un sorriso.

“Mi hai spaventata a morte...” replicai seria.

“Scusa” Ron era davvero dispiaciuto.

Gli rivolsi un sorriso, era troppo tenero quando faceva quella faccia.

“Auguri in ritardo” dissi.

“Grazie...di certo questo compleanno sarà indimenticabile” commentò Ron.

“Io ti ho preso un regalo”.

Le parole mi erano uscite da sole prima che potessi fermarle.

Lui mi rivolse uno sguardo sorpreso. “Davvero?”

annuii. Con la bacchetta evocai un pacco rosso con un enorme fiocco arancione e glielo porsi.

Ron lo prese in mano, lo tastò e cominciò a scuoterlo.

“Cos'è? Sembra duro ma anche molle...”

Sorrisi. “Aprilo”.

Non se lo fece ripetere due volte. Strappò la carta e poi...

“Wow Hermione!”

“Shh! Abbassa la voce o Madama Chips ci sentirà!” sussurrai.

“Scusa, ma non potevi farmi un regalo più bello di questo” disse lui ammirando guantoni da Portiere e la maglietta dei Cannoni di Chudley.

Poi alzò lo sguardo e mi fissò. Sentii un brivido lungo la schiena tanto era profondo il suo sguardo su di me.

“Beh veramente ci sarebbe un regalo più bello di questo che potresti farmi...”

Inarcai un sopracciglio. “E sarebbe?”

Lo vidi sospirare. “Lo so che sono uno stronzo, un insensibile e che non lo merito ma...possiamo tornare amici? Non parlarti e fare finta che tu non esista mi sta distruggendo...”

Il mio cuore iniziò a battere di felicità. Allora anche lui ci stava male per la situazione che si era creata tra di noi, ci teneva a me in qualche modo...

“Allora?” mi chiese ansioso.

Per la prima volta vidi nei suoi occhi una paura immensa, paura che rispondessi di no. Mi prese una mano e la strinse, come se avesse bisogno di sentirmi vicina.

Abbassai lo sguardo. “Credevo che di me non ti importasse niente...”

La stretta si fece più forte. Mi prese il mento con l'altra mano e mi guardò negli occhi.

“Non pensare mai più una cosa del genere” Ron non era mai stato più serio in tutta la sua vita.

Annuii e poi feci un mezzo sorriso. “Tu mi perdoni per i canarini?”

“Ma certo” rispose Ron sollevato.

Ron strinse di più la mia mano e poi fece qualcosa di assolutamente inaspettato. Mi spinse verso di lui e mi abbracciò forte.

Per un attimo mi si mozzò il respiro, poi anch'io lo strinsi forte. Il suo profumo di muschio mi inondò e narici e mi sentii come in paradiso, finalmente mi sentivo bene. Sentivo il suo cuore battere vicino al mio, andavano allo stesso ritmo forsennato, quasi rincorrendosi. Restammo così per un po', fino a quando il mio sguardo non cadde sulla sveglia. Erano le 5,48.

Di malavoglia mi staccai da lui e gli sorrisi.

“È tardi, devo tornare a letto”.

Lui annuì. Mi alzai e raggiunsi la porta.

“Hermione?”

Mi voltai verso di lui.

“Verrai a trovarmi?” mi chiese.

Gli rivolsi un sorriso. “Vengo dopo colazione”.

Ora che avevamo fatto pace non volevo stargli lontana per troppo tempo.

“Allora ci vediamo tra due ore” Ron era decisamente più allegro.

“Già. A dopo Weasley, e rimettiti subito a dormire” dissi divertita fingendo un tono autoritario.

“Agli ordini Granger” rispose lui stando al gioco.

Con un sorriso uscii e raggiunsi in silenzio il mio letto. Finalmente dopo tanto tempo riuscii a fare un sonno sereno, con Ron al centro dei miei sogni.


ANGOLO AUTRICE:

Peccato che la Rowling non abbia scritto questo passaggio, mi sono sempre chiesta come fanno a fare pace...

Fatemi sapere con un commento se vi è piaciuta.

Ciao a tutti

Nikki Potter


  
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