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Autore: araya    28/04/2010    2 recensioni
Questa FF si è classificata terza al contest "Abbandono" indetto da Mokochan. Una bambina viene catapultata da una realtà rurale come un paesino della Cina può essere, in una delle più grandi metropoli Giapponesi... Finirà per chiudersi in sè stessa, imbrigliata in catene invisibili di colpa, vergogna e solitudine. Forse la felicità che sperava di aver finalmente ritrovato non durerà a lungo...
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sasuke Uchiha, Tenten
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Catene di Ghiaccio

Catene di Ghiaccio


Il sole stava tramontando dietro gli alti palazzi ricoperti di specchi di quella grande metropoli.

Dopo tutti quegli anni, ancora si soffermava sui bagliori e sulle sfumature arancio che il cielo riflesso assumeva in quel momento tanto magico quanto triste, quasi malinconico.

In Cina difficilmente sarebbe riuscita a trovare un grattacielo, in Giappone al contrario non riusciva nemmeno a contarli poiché ne perdeva subito il conto.

I primi giorni di lavoro li aveva passati con il naso all'insù, immaginandosi all'interno di quei palazzi di vetro e acciaio, seduta su una sedia girevole, con la cravatta che le scivolava fuori dalla giacca abbottonata con cura per la troppa velocità di rotazione.

Le piaceva scherzare.

Ma ben presto i giorni divennero settimane, le settimane mesi e i mesi anni. Sembra scontato, ma è così che funzionava.

Quando si è nuovi in quel settore, i potenziali clienti ti scivolano via, senza degnarti di uno sguardo; le prime giornate erano monotone, quasi spensierate, ti lasciavano il tempo necessario per abituarti alla novità. Solo quando smettevi, finalmente, di mantenere lo sguardo verso l'alto, a cercare di vedere oltre il riflesso dei vetri, quando la settimana era passata, allora iniziava il conto degli anni.

Sul piano prettamente economico, il suo era un gran lavoro; vitto e alloggio pagati, una folta compagnia di amiche, la possibilità di visitare posti nuovi ed esclusivi, qualche soldo messo da parte, ferie una volta al mese...

Certo, il disgusto che provava verso se stessa era sempre vivo, bruciante, come una ferita al petto; non osava guardarsi allo specchio da sola, aspettava sempre che il bagno fosse pieno per andare a prepararsi, così almeno poteva confondersi tra tutte le altre, trovare un po' di conforto nel dirsi che non era sola.

Quando arrivò lui, gli anni erano passati.

Non era più una ragazzina, ma non era diventata una donna.

Il sorriso sincero era stato sostituito da una smorfia vermiglia, falsa come e quanto quegli occhi melensi evidenziati da strati di trucco e mascara, la determinazione e la spensieratezza del suo carattere erano appassite, congelate da un soffio di rassegnazione e sfiducia che dopo anni era riuscito a trasformarla.

Non era una donna, era un automa privo di vita, impegnato a soddisfare le esigenze del mestiere, impegnato a seppellire la propria dignità sotto cumuli di vestiti lucidi e tacchi a spillo.

Non era il primo cliente fisso con cui aveva a che fare, anche se ormai spenti, i suoi occhi nocciola erano splendidi anche di notte, anche in un parcheggio aziendale, anche in un parchetto fuori mano, il caffè di quello sguardo chiuso creava assuefazione.

Si era subito resa conto che in lui c'era qualche cosa di diverso, non c'entravano nulla gli abiti firmati o la bellezza del suo viso, per la prima volta da anni si soffermava ad osservare un uomo, la sua anima.

Gli occhi scuri, freddi, le davano la sensazione di un uomo pronto ad uccidere, ma c'era una scintilla, un barlume rosso che ardeva dentro al suo sguardo.

Individui del genere non perdevano tempo con lei, non ne avevano bisogno.

Cominciò ad interessarsi a qualcosa dopo anni di passività, lentamente, notte dopo notte sentiva che la sua personalità si stava risvegliando, voleva liberarsi da quelle catene invisibili che l'avevano tenuta prigioniera per tutto quel tempo.

Ormai aveva un posto fisso, non si sarebbe più spostata da quell'angolo d'asfalto scuro perché sapeva che ogni sera, poco prima del tramonto, lui passava di li.

Non si fermava sempre, un paio di volte al mese, ma a lei bastava; voleva capire, capire quel sentimento diverso da tutto ciò che era riuscita a provare prima di congelarsi, voleva capirlo fino in fondo.

Non ricordava quando l'avesse incontrato per la prima volta, aveva imparato subito a dimenticare il passato, dimenticare la notte e quello che rappresentava nel suo piccolo universo parallelo, ma lui l'aveva conservato. L'aveva portato dentro di sé come un talismano, il ricordo della vita vissuta solo in quel parcheggio, in quelle sere d'autunno, inverno e primavera con il sole arancione a tingergli la pelle d'oro che pian piano sfumava nel pallore lunare.

Ricominciava ad esistere, ricominciava ad assaporare i profumi dei fiori, ricominciava ad apprezzare la musica, ricominciava a ridere e a sperare; tutto solo cercando di penetrare la corazza di ghiaccio che anche lui aveva elevato.

Voleva ricambiare il dono che lui le aveva fatto senza rendersene conto, voleva liberarlo da quella morsa di gelo e far divampare libero il fuoco dentro i suoi occhi cupi.

Quella sera arrivò più tardi del solito, la macchina nera si accostò al marciapiede e lei aprì la portiera; era la prima volta che sentiva la sua radio accesa, il disco inserito sembrava avere un'unica canzone...


And I will never see the sky the same way and
I will learn to say good-bye to yesterday and
I will never cease to fly if held down and
I will always reach too high cause I've seen, cause I've seen, twilight...

I due chignon che aveva acconciato con tanta cura si erano disfatti, lasciando sciolti i suoi capelli castani; mentre lo osservava sistemarsi la camicia bianca non riusciva a levarsi dalla mente il ritornello della canzone, le parole sembravano alludere a qualche cosa che presto sarebbe potuto accadere, volevano distruggere ciò che con tanta fatica stava ritrovando.

L'uomo dai capelli scuri si sporse verso di lei e per la prima volta le aprì la portiera, quasi con premura. Non l'aveva mai fatto, solitamente gli bastava uno sguardo glaciale, un cenno di quegli occhi neri e lei capiva, se ne andava, lo lasciava partire a malincuore e ritornava alla vita in cui la disperazione era sempre in agguato.

Scese dalla macchina, le lunghe gambe fasciate da calze a rete scadenti strusciarono contro la carrozzeria lucida, stava chiudendo la portiera quando udì distintamente una parola, una sola arrivarle dal finestrino abbassato:

"Addio"

Rimase di sale, l'auto uscì dal parcheggio in retromarcia e poi scomparve nella notte buia; non parlava mai, non le aveva mai detto nulla di più che il suo nome in quasi dieci mesi, non sapeva nulla della sua vita, ma conosceva perfettamente la sua indole, la sua anima fredda.

Non sarebbe più tornato, non si sarebbe più fermato, l'avrebbe lasciata su quel marciapiede dall'asfalto scuro, questo era quello che le stava dicendo la voce nella sua testa, una voce terribilmente simile a quella della cantante di poco prima.

Altre braccia l'avrebbero stretta, altri uomini avrebbero lasciato gli stessi graffi sul suo corpo, altri occhi l'avrebbero guardata spogliarsi, tanti e tanti ancora.

Ma non lui.

Quella notte d'inizio estate la brezza le scompigliava i capelli, portava il profumo di fiori e mare, copriva in parte il rumore delle rare automobili che passavano per la strada a quell'ora tarda; il sudore le si ghiacciava sulla pelle e le lacrime salate si mischiavano ad esso, ma era ben altro a farle male in quel momento.

La sera dopo era lì, esattamente dove l'aveva trovata la prima volta che si erano conosciuti; lo stava aspettando, l'avrebbe aspettato per l'eternità se fosse stato necessario.

Andò avanti così per un mese, ogni sera guardava il tramonto, ogni sera osservava le varie gradazioni del rosso e del giallo, sussultava ad ogni auto scura che vedesse; il cuore in fiamme ogni notte, l'anima più disperata ogni alba che scorgeva oltre i palazzi ricoperti di specchi.

Le botte che prese per il calo delle prestazioni non servirono a distoglierla dal suo obbiettivo, ma fu costretta a riprendere il lavoro. I clienti fissi che aveva lasciato alle cure delle sue compagne non esitarono a tornare da lei; altre braccia, altro profumo, altro dolore.

Altri occhi.

Lentamente la morsa di ghiaccio e ribrezzo l'attanagliò nuovamente, ma questa volta c'era un nuovo sentimento a tenerla legata; aveva giurato a sé stessa che avrebbe lottato, che non si sarebbe mai più arresa, che non avrebbe mai più abbandonato la sua vita. Tutto solo per lui.

Per lui aveva lottato, e per lui aveva sofferto.

L'aveva abbandonata, le aveva restituito la libertà ma lei non sapeva che farsene senza un appoggio, senza un aiuto.

La malinconia della felicità che per poco era riuscita ad ottenere le era scivolata via, come acqua dalle dita; il mondo andava avanti e lei rimaneva indietro, ancorata a quei ricordi, ancorata a quel crepuscolo tanto dolce.

Le aveva detto addio, ma lei non ci riusciva. Ogni tocco, ogni bacio, ogni sguardo che riceveva le ricordava lui, riusciva a vedere l'ebano negli zaffiri e ci credeva con tutta se stessa, ma alla fine, sempre, il nuovo arrivato la pagava e se ne andava, ritornando ad essere un semplice sconosciuto. E questa consapevolezza, questo rendersi conto della realtà cominciò a distruggerla dall'interno, dal profondo.

Il dolore divenne tanto insopportabile da costringerla a rinchiudersi nuovamente in quello che per anni era stata: un guscio vuoto senza emozioni, privo di sentimenti autentici.

La portarono via dal suo piccolo universo parallelo, rigettandola nel fumo e nell'oscurità della Casa, dove aveva imparato, ancora ragazzina, quanto l'oblio possa essere confortevole.

Quanto la morte dello spirito possa distruggere una persona, e nel contempo possa liberarla da ogni peso inutile, come la tristezza e l'agonia di un abbandono.

"Addio Sasuke, Tenten ti ha amato... ti ho amato troppo e per questo morirò"

Quel peso che sono le emozioni e che fanno dell'uomo un essere vivo.


Fine.






Allora, per prima cosa complimenti a tutte le altre partecipanti e alle altre podiste in particolare. Ringraziamento speciale alla Giudicia Mokochan perchè ogni volta si impegna tantissimo per postare in fretta i risultati senza tralasciare i giudizi e si inventa sempre qualche premio speciale improvvisato per non deludere nessuno ^.^

Parliamo un po' della fic ( spero che vi sia piaciuta ) : quando la sorte mi ha scagliato contro per l'ennesima volta un Crack avrei voluto ritirarmi, perchè cercavo una sfida semplice, per ricominciare la palestra insomma. Ma così non è stato e mi sono arrangiata con quel che avevo. 

Tenten non mi aveva mai appassionato, la vedevo solo ed esclusivamente un fronzolo al fianco di Neji, a mio parere ben più interessante; eppure grazie a questa AU l'ho riscoperta, approfondita quasi. Quasi perchè non  mi sento di averla appresa in pieno, in futuro vorrei soffermarmici ancora, se Madama Ispirazione volesse...

La coppia non l'avevo mai sentita nominare, la stessa giudice mi ha confermato che di storie simili ne esistono ben poche, e mi sento un po' più orgogliosa di aver contribuito ( per una volta e sperandoci vivamente ) a quell'ala di fandom semisconosciuta, nascosta ai più.

Mi fermo qui, anzi, aggiungo il titolo ella canzone che la sorte mi ha attribuito: "Twilight" di Vanessa; grazie per l'attenzione ( anche se lo so che nessuno di voi ha letto una riga del commento della sottoscritta, ma pazienza! ^o^ ), e vi lascio al giudizio ufficiale!    

Giudizio di Mokochan


Grammatica e Stile: 8,5/10
Originalità: 8,5/10
IC: 9,5/10
Miglior coppia estratta: 9,5/10
Momento dell’abbandono: 9/10
Lato introspettivo: 9,5/10
Attinenza al Tema: 9,5/10
Giudizio personale: 9,5/10

Tot: 73,5/80

Giudizio: Allora, la storia dal punto di vista della grammatica vede qualche virgoletta fuori posto, nulla di grave; tuttavia, ti consiglierei di rivederla in più punti, magari per renderla più scorrevole. Hai un bello stile, pulito e attento, che mi ha trascinata per tutta la storia, trasmettendomi il gelo della protagonista. C’è qualche lieve discordanza verbale, ma per il resto ok^^ Sei stata brava, non ho altro da dire su questo punto. Originale l’idea di rendere Tenten una ragazza “di strada” (per non usare l’altro termine… ^^””), stanca della sua vita, di ciò che fa ed è finita a fare. Ha perso la sua vitalità, ha perso tutto ciò che era col passare degli anni. Ma l’incontro con Sasuke, la cambia, la rende viva. Si innamora, di quel ragazzo freddo che non parla quasi mai, ma che, durante la loro passione, riesce a riscaldarla come mai altri sono riusciti a fare. L’attrae. Non solo fisicamente, ma anche spiritualmente, in qualche modo, creando un legame indissolubile. Li ho trovati molto IC e ho considerato il fatto che la storia è AU, quindi ottima. Mi ha lasciata senza fiato il momento in cui Sasuke, dopo tanto tempo, le dice addio. Si comporta in modo diverso, è più gentile, la freddezza non si fa così viva, lui le fa capire chiaramente che non ci sarà più nulla, che lui non si farà mai più vedere; e lei lo percepisce, si sente nell’aria, nel modo in cui vivono la passione. Dentro Tenten qualcosa si sgretola, quando lui se ne va e la lascia sola. Sono profondi i suoi sentimenti, così tanto che ad un certo punto mi sono sentita mancare l’aria; senza fiato, ho percorso ciò che lei stava provando. E il finale, colmo di quel dolore indescrivibile… Bravissima, non so che dire. Sei stata perfettamente attinente al tema. Perfettamente. Passiamo al mio giudizio personale: brava. Molto, molto brava. Hai scritto una meravigliosa SasuTen, hai affrontato questa sfida senza lasciarti abbattere. Non è una coppia molto usata (anzi, su EFP esiste solo una storia basata su questo Crack Pairing, quindi diciamo che non la usa nessuno XD). Mi hai proprio colpita, davvero: hai sentito la coppia, hai scritto di loro in maniera perfetta; ecco, sono sconvolta u_u sono decisamente sconvolta. Non mi aspettavo una cosa del genere. Proprio no! *O* Hai gestito, poi, il tema dell’abbandono con semplicità, durezza. Hai reso tutto così vero… tesoro, datti al SasuTen! °w° te lo consiglio xD Brava, bravissima!^^



Grazie a chi legge, recensisce o semplicemente passa di qua! XD

   
 
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