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Autore: secretdiary    29/04/2010    1 recensioni
Era diverso tempo che mi gironzolava nella testolina l'idea di scrivere una FF su Codaliscia..
Peter Minus è un personaggio che sinceramente non mi piace (ci tengo a precisarlo, non vorrei che qualcuno pensasse male xD), ma sotto un certo aspetto, lo trovo comico..
Non aggiungo altro..
Buona lettura, e mi raccomando, recensite in tanti! ^^
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Peter Minus, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Piccola annotazione prima di iniziare:
Cari lettori, innanzitutto vi ringrazio per aver aperto questa storia e per aver scelto di spendere un po' del vostro tempo per leggerla.
Vi rubo solo un paio di righe prima di lasciarvi al racconto: è finalmente uscito il mio primo romanzo.
Ora, finalmente, sono un'autrice pubblicata.
Se amate le storie fantasy, nel campo destinato al mio profilo, trovate tutte le informazioni relative al romanzo.

Grazie per l'attenzione ;)
Buona lettura!!
Bisous *-*

 

Tata Codaliscia

 

Questa è la mia storia, o almeno parte di essa...

comincia da quando lessi sul giornale che Sirius Black era scappato...

"la signora Weasley posò il giornale sul tavolo, volteggiò su sé stessa mentre prendeva le pesanti e sgualcite valigie.

Inciampò sulla coda di un topo e gli cadde rovinosamente addosso.

"Ron caro, stai attento a Crosta!" esclamò prendendo il roditore per la coda e tirandolo via da sotto le sue natiche.

Il topo squittì di dolore maledicendosi per essersi fatto prendere dai Weasley.

Ron lo prese amorevolmente

"povero Crosta, ma vedrai che ti divertirai in Egitto".

 

Nella terra delle piramidi continuavano ad arrivare gufi dall'Inghilterra, portando con sé delle copie della Gazzetta del Profeta.

Da oltre un mese le notizie erano allarmanti per tutto il mondo magico: l'assassino, il braccio destro di Lord Voldemort, Sirius Black era evaso da Azkaban.

Si sa', gli animali sono empatici, e forse fu perché la sua famiglia era in ansia e preoccupata che Crosta cominciò ad essere inquieto, spaventato.

Appena i Weasley tornarono in Inghilterra, il topo fuggì sotto il letto di Percy, e lì vi rimase fino alla fine dell'estate.

Il primo settembre la famiglia dai capelli rossi era affannata e in ritardo; temeva di perdere il treno.

Crosta non si mosse dal nascondiglio che aveva trovato al Paiolo Magico, ma una mano grassoccia apparve sotto il letto.

Il ratto si appiattì contro la parete.

Agitò il naso e i baffi, respirando a bocca aperta per l'agitazione.

Il suo pelo si bagnò di sudore freddo.

La mano ben tornita schiacciò diversi scarafaggi al pavimento di legno, frugò tra i gomitoli di polvere, infine lo raggiunse.

Il dito medio premette contro lo stomaco di Crosta che squittì di dolore.

"ah, ah! -esultò Molly- ecco dove ti eri nascosto!"

Il roditore tentò la fuga alla sua sinistra, ma nuovamente la coda fu la sua condanna.

Le dita si strinsero su quella parte del corpo, liscia e sfuggente, ma non per Molly che strinse con veemenza.

Crosta sentì nella sua testa la marcia funebre, una sorta di requiem mentre ciondolava a testa in giù.

 

La signora Weasley corse per la stazione col topo in mano e lo riconsegnò a Ron

"non lo perdere!" gli raccomandò.

Crosta guardò con i suoi occhietti colmi di odio un gatto fulvo accanto a lui.

Il felino soffiò e lui si ritrasse, accucciandosi tra le mani del suo padrone.

Doveva ammettere che lì era comodo.

Venne colto da un senso di tepore e si addormentò.

Sognò di mangiare un'enorme forma di groviera.

Stava per addentarla quando si svegliò di colpo.

Avvertì i dissennatori salire sul treno.

Corse a nascondersi.

Notò nel vagone la presenza di un uomo che conosceva più che bene.

Era invecchiato parecchio in dodici anni.

Sembrava sciupato, lui invece sì che si era mantenuto in forma.

Sperando che neanche l'uomo lo notasse, si nascose in tasca di Harry Potter.

Dopotutto lui era il ragazzo sopravvissuto.

La sfortuna lo perseguitava, ma aveva anche la buona sorte di superare ogni avversità.

Con lui sarò al sicuro certamente si disse il topo.

Sospirò tranquillo quando avvertì i dissennatori far capolino nel loro vagone.

Sono al sicuro con te, Potter fu il suo ultimo pensiero prima di venire schiacciato dal corpo del ragazzo.

Ma perché diamine si è sdraiato? pensò mentre le zampine si affannavano per uscire dalla tasca; non riusciva a respirare.

Potter era caduto a corpo morto sul suo lato sinistro, dove si era nascosto Crosta.

Non ci sono riusciti in dodici anni, ed ora che mi serve vivo, Potter muore? pensò acido il roditore.

Col respiro affannoso e la piccola linguetta di fuori riuscì a portare il muso fuori dalla tasca.

Finalmen... il suo pensiero restò incompleto, poiché venne sostituito da un grido di dolore.

Aveva fatto in tempo ad uscire per farsi accecare dalla luce del Patronus di Lupin.

Squittì di dolore e il suo verso disperato attirò l'attenzione di Ron che lo prese dolcemente tra le mani.

Tirò, ma Crosta non uscì interamente dai pantaloni di Potter.

La sua coda era rimasta intrappolata dal resto di un chewing gum solidificatosi nella tasca del ragazzo.

Il Weasley si accorse dell'impedimento di Crosta e diede uno spintone ad Harry per allontanarlo dal topo.

Crosta era nuovamente libero.

Leccò riconoscente la mano di Ron, poi si accorse di quello che stava facendo e cessò immediatamente.

Finalmente Potter si stava risvegliando dal riposino di bellezza e Crosta gli morse l'indice, vendicativo.

I mesi successivi furono una tortura per il povero topo: cacciato da Grattastinchi, minacciato da Sirius e come se non bastasse, il piccolo marchio sulla zampetta anteriore sinistra era tornato di un nero vivo, Lui lo stava chiamando.

A causa dello stress perse diversi ciuffi di pelo.

A questo punto avrei sofferto meno se fossi andato ad Azkaban pensò nascondendosi in un'ampolla di Piton.

Di notte non riusciva a dormire, il Marchio Nero continuava a pulsare.

Non ti sento! urlò nella sua mente.

Sono solo un topo, tanto non ti sento! ripeteva con fare infantile.

 

Ron l'aveva trovato e preso in braccio, ma lui era agitato, l'aveva visto.

Gli amici non si terrorizzano a vicenda pensò guardando con odio Felpato.

Il cane attaccò Ron e lo portò alla Stamberga Strillante.

Arrivò anche Lunastorta.

È finita ansimò.

I suoi due amici lo posarono su un pianoforte.

Provò a fuggire, ma venne colpito e tornò alle sue sembianze umane.

"miei cari amici!" esclamò avvicinandosi per abbracciarli, ma inspiegabilmente loro lo respinsero.

"Harry! Sei spiccicato a tuo padre, tranne per gli occhi, hai gli stessi occhi della lurida mezzosangue che era tua madre" disse con dolcezza.

Se solo avessi con me la bacchetta, te la farei pagare per avermi schiacciato sul treno.

Black e Lupin volevano uccidere Peter Minus.

E voi sareste degli amici? pensò inacidito.

Il Marchio vibrò.

Sì, sarebbe tornato dall'Oscuro, lui l'avrebbe fatta pagare a tutti loro!

A Potter per averlo schiacciato, alla Granger perché si era comprata quel gatto, a Weasley perché aveva cercato di farlo diventare giallo, riuscendo solo a bruciargli il naso.

Ancora non riusciva a percepire bene gli odori.

Fortunatamente Harry Potter era un allocco.

"non uccidiamolo! Lasciamolo ai dissennatori!" disse sbattendo le lunghe ciglia.

Peter Minus capì che sarebbe scappato.

Mentre tutti erano occupati a guardare Lupin diventare lupo mannaro, (dovrò ricordarmi di regalare una crostata di mele a Fenrir) Codaliscia riuscì a tornare topo e a scappare.

Come ha fatto a fuggire tre volte all'Oscuro? È un idiota si disse mentre sfrecciava verso chissà dove.

 

I topi avevano paura ad entrare in quella foresta, gliel'avevano detto.

C'era una creatura che assorbiva come una schifosa sanguisuga la loro vita.

Codaliscia rabbrividì mentre si addentrò nel bosco.

Doveva ritrovarlo, così finalmente avrebbe smesso di far pulsare il braccio.

E l'abbiamo capito che sei vivo, non c'è bisogno che continui a chiamarci pensò mentre raccoglieva un fagottino da terra.

Quello che aveva le dimensioni di un bambino, altri non era che il mago Oscuro più potente di tutto il mondo magico, il più temuto di sempre.

Codaliscia lo cinse tra le braccia e gli picchiettò dolcemente la schiena, ondeggiando avanti e indietro, come la mamma per tranquillizzare il neonato.

"ssh, va tutto bene" disse prima di iniziare a cantilenare una ninna nanna.

"idiota! Sono sempre io, non sono un bambino" disse una voce sfiatata.

Minus rabbrividì e istintivamente lasciò la presa.

Lord Voldemort cadde a terra.

Il suo peso non era sufficiente neanche a piegare i fili d'erba.

Il fagottino allungò le braccia, le mani erano aperte

"prendimi e portami via! Andiamo a Little Hangleton... a casa Riddle"

Codaliscia annuì ripetutamente e fece quanto ordinato.

 

"Codaliscia, ho fame, mungi Nagini, ho bisogno del suo veleno per sopravvivere"

L'ex Crosta annuì e si avvicinò al serpente.

Si grattò la testa.

Come si munge un serpente? si chiese cercando di individuare l'apparato mammario

"idiota! -sbottò l'Oscuro (che è un ottimo Legilimens)- il veleno! Mungi il veleno! Mia povera Nagini, cosa voleva farti quel bruto?" domandò accarezzando con un dito la testa triangolare del rettile

"bruto ed ignorante" aggiunse guardando il mangiamorte che cercava di convincere il serpente a collaborare.

Voldemort rise di gusto applaudendo quando vide Minus col volto paonazzo mentre il suo collo veniva stretto con più vigore tra le spire del rettile.

"ora basta Nagini... mi serve" ordinò.

Codaliscia non aveva mai faticato tanto in vita sua.

Sembrava che l'Oscuro avvertisse ogni sorta di esigenza per il gusto di vederlo affannato.

"Codaliscia, avvicinami al fuoco"

"ma... p-padrone, è estate..."

"come osi discutere i miei ordini? Ti ho detto di avvicinarmi al fuoco! E gira la poltrona, Nagini mi dice che qualcuno ci sta osservando"

I piedi di Peter Minus arrancarono sul tappeto sul quale poggiava la poltrona del Signore Oscuro, con un sibilo sordo Voldemort venne girato verso la porta.

Il babbano in un istante fu cibo per serpenti.

Voldemort voleva usare Harry Potter per tornare all'aspetto di un uomo.

Almeno poi cucinerà da solo e avvertirà caldo in estate e freddo in inverno, e non viceversa pensò Minus sgambettando in cucina per preparare la cena.

"Codaliscia!" chiamò il Signore Oscuro.

Trafelato e con il boccone ancora in bocca, l'ex Crosta salì le scale

"mi avete chiamato?"

"certo! Passami quel libro!" comandò Voldemort

"desiderate altro?" chiese Peter dopo aver eseguito quanto richiesto

"no, vai pure".

L'Animago scese le scale e si sedette al tavolo.

Si sistemò il tovagliolo sulle gambe e afferrò tra le mani il suo panino al formaggio, aprì la bocca per addentarlo, quando venne interrotto nuovamente.

"Codaliscia!"

"desiderate?" domandò leggermente infastidito l'uomo

"non ti rivolgere a me con quel tono o quando sarò tornato nel mio corpo te la farò pagare -sibilò il mago Oscuro- volevo solo informarti che per riuscire nel piano, avrò bisogno del tuo aiuto"

"cosa dovrei fare?"

Codaliscia era intimorito; non poteva sapere quello che avrebbe preteso Voldemort.

L'Oscuro Signore rise divertito

"non fare quella faccia preoccupata, Codaliscia, non ti chiederò nulla di impossibile... è un'inezia"

Peter Minus sospirò sollevato e rincuorato.

 

Tagliarmi la mano sarebbe un'inezia? pensò guardando l'esserino che ribolliva nel calderone.

Potrei lasciarlo lì dentro a bollire... si disse, poi si ricordò la minaccia del suo signore e padrone.

"se non fai quanto previsto, Nagini si nutrirà di te"

Rabbrividì.

In che guaio mi sono cacciato solo perché avevo bevuto troppo whisky Incendiario e mi sono lasciato sfuggire il luogo dove sorgeva la dimora dei Potter pensò sconsolato.

Si fece coraggio.

Dopotutto si era tagliato un dito; perdere un arto non poteva essere così diverso...

sbagliava.

Era differente.

 

Mentre Voldemort stava rimproverando gli altri mangiamorte, Codaliscia provò a ricordargli tutte le volte che si era preso cura di lui, tutte le volte che gli aveva tagliato le unghie dei piedi perché lui non ne aveva la forza.

"sei tornato per paura... tu non sei certo leale... tu, che hai tradito i tuoi migliori amici!" gli rispose quell'ingrato di Tom Riddle.

Minus rimase a bocca aperta.

Era sconvolto.

Divertito da quell'espressione tipica di un fumetto, Voldemort gli fece ricrescere l'arto.

 

La mano lo stava strangolando.

Perché, perché non mi sono fatto prendere dai dissennatori? Avrei trascorso qualche anno ad Azkaban e basta."

   
 
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