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Autore: Kobato    29/04/2010    14 recensioni
Storia ambientata ai giorni nostri: Rin, una diciassettenne vispa, dolce e solare, vive felicemente con sua sorella maggiore Kagome a casa del ragazzo di quest'ultima: Inuyasha. Tuttavia poichè Kagome ed Inuyasha devono andare a studiare all'estero, negli USA, la ragazza sarà costretta a trasferirsi (costretta dai due) per andare a vivere a casa del fratellastro di Inuyasha... Purtroppo, però, la convivenza con il glaciale ma altrettanto affascinante Sesshomaru non sarà affatto facile! (Spero possa piacervi! ^-^ Vi auguro buona lettura!)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate il ritardo ^-^” Ormai non faccio che dirvelo: è diventata una costante XD Ad ogni modo… Dato che spesso mi sto trovando ad usare internet a casa di mia zia (a casa mia non funziona e non capisco perché) posso stare solo pochi minuti, quindi anche stavolta non potrò rispondervi una ad una… Ma vi ringrazio tanto per le recensioni e sappiate che grazie a queste riesco ad andare avanti e la mia storia continua a prendermi. È merito vostro se ho la certezza che questa mia piccola creazione possa davvero piacere a qualcuno… Ne sono davvero felice ^-^ Ecco perché dedico questo capitolo alle mie constanti recensioniste (so che non esiste come termine XD)! E’ dedicato, quindi a:
Crisan, marrion, Marie16, mikamey, lirinuccia, Mew_Paddy, VaMpIrA89, Onechan Kitzune , Samirina , celina, _Sara95_.

Grazie del vostro appoggio! Vi adoro ^-^ Spero di continuare a meritare la vostra fiducia! ArigatouGozaimasu! ^-^

E ora vi auguro buona lettura! ^-^

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“Ahhhhhhhhh!!!!!! Dannazione!!!!!!!!!!!!!!” , esclamo, correndo da una parte all’altra della mia stanza cambiandomi d’abbigliamento: dalla modalità “pigiama” a quella “scolaresca”.
“Accidentaccio!!! Farò tardi, farò tardi, farò tardi!!!” . La mia voce sembra un trombone, ma che posso farci? E’ il mio allarme per spingermi a darmi una mossa invece che stare a poltrire e fare tutto con calma, implicando, quindi, non solo uno stratosferico ritardo, ma anche il richiamo immancabile di Kikyo-sensei, o (nei peggiori dei casi) di Amano-sensei! Brrrrr… Com’è che ogni volta che pronuncio quel nome l’ambiente intorno a me si fa come freddo e cupo?
Bah… Mistero della fede…
Scendo a gran velocità le scale, rischiando più di una volta d’inciampare e fare una brutta fine, ma per non so quale miracolo voluto da Santa Luminosa, mi sono sempre ripresa in tempo, prima di sbucciarmi un ginocchio, o (ancora una volta, nei peggiori dei casi), rompermi la mascella.
Una volta raggiunto il piano terra, prendo in fretta e furia la mia cartella, poggiata sul divano del salotto, e un piatto, invece poggiato sul tavolino, sopra il quale vi è una fetta di con sopra spalmata un’abbondante quantità di nutella. Previdente ed ingegnoso, eh? Ho iniziato a prendere quest’abitudine (quella di prepararmi già dalla sera precedente quella fetta di pane alla nutella), da quando è ricominciata la scuola, dopo le vacanze natalizie. Così non dovrò rinunciare alla mia colazione, anche se sono in ritardo per andare a scuola. Sono proprio un genio!
“Che guaio, che guaio, che guaio!!! Farò tardi!!! E’ un guaio tremendo!!!”
Mi precipito verso l’ingresso dove Sesshomaru-san si sta sistemando i mocassini neri per uscire ed andare a lavoro.
So che non dovrei, ma la mia attenzione ricade interamente su di lui e mi fermo un attimo a squadrarlo da capo a piedi: impeccabile, come sempre d’altronde. Indossa una giacca e dei pantaloni sul color grigio, tendente all’azzurrino; la camicia, che intravedo sotto la giacca, è di un candido puro, mentre la cravatta rimane costantemente nera.
Non importa quante volte lo guardi, o me lo ripeta nel corso della giornata. Ogni volta che i miei occhi ricadono su di lui non posso far a meno di pensare che è veramente divino.
“Quanto sei chiassosa” , mi riprende lui, riportandomi alla realtà e allontanandomi dai miei pensieri. “Sei fastidiosa”
Sono in momenti come questi, tuttavia, che desidererei tanto che fosse un muto, incapace di aprir bocca. Sembra tanto uno di quei ninja che appena aprono la bocca fanno uscire da quest’ultima tantissimi coltellini affilatissimi che ti colpiscono a raffica, senza darti tregua.
Penso che prima o poi lo iscriverò per fare un provino per un ruolo da interpretare in “Naruto” . Chissà… Magari avrà successo sui grandi schermi, interpretando qualche nemico ultra-fortissimo di Naruto & Co.
“Io… Io… Sono in ritardo!!!” , ribatto, con aria visibilmente offesa, cercando di giustificarmi.
“L’hai già ripetuto almeno un centinaio di volte. Vedi di rinnovare il tuo vocabolario” .
D’accordo… Lasciamo stare… Ormai ci sei abituata, Rin, no? Ignoralo…
Mi volto verso la console dove di solito poggio le chiavi, ma noto con molto dispiacere che non ci sono. Alquanto in panico e frettolosamente mi giro dalla parte di Sesshomaru-san.
“Sesshomaru-sama, sapete per caso dove sono il mazzo di chiavi che uso io?”
Lui, sempre senza degnarmi di uno sguardo, mi risponde, mentre fa per lisciarsi la cravatta: “Perché dovrei saperlo?”
“Beh, qui non ci sono… E di solito, quando torno a casa, le poggio sulla console”
“Se non ci sono, vuol dire che non le hai poggiate là. E, idiota come sei, non mi sorprenderebbe se le avessi perse”
“Coooooosa?” . Va bene... Ignorando, come al solito, la sua finezza nel rivolgersi a me, come sarebbe a dire che le ho perse? Le avevo messe proprio lì!
Cerco un po’ qua e un po’ là, ma delle chiavi nessuna traccia. “Oh no!!! E adesso? Se le avessi perse sul serio? Come faccio?” . Mi volto con aria supplicante verso Sesshomaru-san. Beh… Forse… Se glielo chiedo con gentilezza, potrebbe…
“Che sia chiaro: non ho nessuna intenzione di darti il mio mazzo” , mi anticipa, quasi avesse capito cosa stavo per chiedergli.
“Ma… Ma… Ma!!! Come faccio, io?!”
“E’ un tuo problema. Se non le trovi, vorrà dire che aspetterai fuori, in giardino, finché non torno da lavoro”
Che coooooooooosaaaaaa?!? Starà scherzando, spero! Aspettarlo da lavoro? Ma è impossibile! Ci sono volte in cui rincasa anche verso le 10.00 o le 11.00! Come posso aspettarlo dalle cinque di pomeriggio ad un orario così tardo?
No, non è fattibile! Non è assolutamente fattibile! Non è assolutissimamente fattibile… nei più remoti casi!
“Ma… Non posso! Insomma! Devo entrare in casa! Devo studiare, devo dare da mangiare a Toka-chan, devo bere il mio succo di frutta delle 18:47. In poche parole: devo fare un sacco di cose!”
“Vorrà dire che non le farai” , mi risponde secco, senza mezzi termini, né senza girarci troppo intorno.
Sto quasi per rassegnarmi ad una vita di sacrifici con questo tipo… Lo amo, lo amo da morire… Ma quando fa così mi viene voglia di strangolarlo. Anche se credo che, se anche solo ci provassi, ci rimarrei secca io…
Sospiro. “E va bene…” . Sconsolata faccio per dirigermi verso la porta dell’ingresso, quando sento il mio cellulare squillare ed emettere vibrazioni che fanno sobbalzare la mia cartella. Affrettatamente la apro e, senza richiuderla dopo aver estratto il mio cellulare dal suo interno, mi porto quest’ultimo all’orecchio.
“Sì, pronto?”
“SI PUO’ SAPERE COSA DIAMINE STAI FACENDO?!?” , mi urla nell’orecchio una voce squillante ed alterata, che riconosco essere quella di…
“Shiori-chan?”
“NON PRONUNCIARE IL MIO NOME COME SE NIENTE FOSSE, IDIOTA!”
“Ma si può sapere che hai? Perché sei così arrabbiata?” , le chiedo, chiudendo un occhio per le troppe grida proveniente dall’altra parte del telefono.
“Perché sono arrabbiata? Perché sono arrabbiata, mi chiedi?!? Forse ti sei scordata che dopo le vacanze di Natale, ormai passo a prenderti ogni giorni da casa per andare a scuola insieme e che è dalle sette di stamani che ti sto aspettando fuori dal tuo dannatissimo cancello, CERVELLO DI GALLINA?!?!?”
“Oddio!” , esclamo avvicinandomi alla finestra e scostando la tenda da essa, scorgendo la figura di Shiori-chan al telefono, che guarda in questa direzione alterata e con uno sguardo omicida (molto probabilmente, anzi, sicuramente rivolto a me).
“E’ vero!” , strillo agitando la cartella, facendo così cadere tutto ciò che vi era all’interno, dato che era rimasta aperta.
Vedo Sesshomaru-san guardarmi male e io perdere il controllo per tutto il casino successo.
Che disastro…
“E’ vero?!? E’ vero?!? Come puoi dire “è vero”, come se niente fosse? Te ne sei scordata dopo quasi un mese che lo facciamo, baka! Per colpa della tua dimenticanza mi stai facendo fare tardi!”
“Guarda che sono in ritardo pure io, Shiori-chan! E poi, perché diavolo non mi hai citofonato dato che eri qui davanti?”
“Lo sai perché! E’ che se mi rispondesse Taisho-san non saprei come rivolgermi a lui! Lo sai che mi pietrifico ogni volta che lo vedo!”
“E’ meglio che non gridi troppo forte… E’ qui vicino a me, e penso anche che ti abbia sentita, dato il suo fine udito”
“Che coooosa?”
“Calmati, calmati. Sto uscendo. Aspetta un altro minuto e sono da te” .  Detto ciò, chiudo la chiamata e mi piego sulle ginocchia per raccogliere tutti i libri, i quaderni e le penne che sono cadute dalla mia cartella, che si sono uniti in un’accozzaglia terribile sul marmoreo e pulitissimo pavimento di Sesshomaru-san.
Un giorno di questi mi ammazza di sicuro… Ne sono più che convinta.
Quasi portato a termine il mio lavoro, mi sento chiamare da lui: “Rin” . Indi alzo il mio sguardo verso di lui che sta in piedi, imponente davanti a me, mentre io sono piegata sulle ginocchia. Da questa posizione, Sesshomaru-san sembra ancora più alto ed imponente.
Così il mio bellissimo tutore con volto inespressivo ed indifferente come al solito mi sventola davanti un mazzo di chiavi che riconosco essere il mio, dato il pupazzetto a forma di mucca che ci ho attaccato vicino.
“Le chiavi!!!” , strillo, rimettendomi subito in piedi con un salto degno di un felino, e prendendo le chiavi in mano. “Ma dov’erano finite?!? Allora, alla fin fine ce l’avevate voi!”
“Le ho trovate per terra. Sono uscite dalla cartella insieme al tuo materiale scolastico, quando ti sei agitata tanto”
“Cooooosa?! Quindi erano… nella mia cartella?” . Ora che mi ricordo… Ieri ero stanca e non mi sono neppure ricordata che le avevo mese lì dentro proprio per non dimenticarle sulla console com’era successo il giorno precedente… Che smemorata…
“Ops…” , mi lascio sfuggire con un’espressione sul volto, tipica di chi ha commesso un errore e ha scatenato un putiferio, pur essendo lei stessa causa di quel putiferio e rendendosene conto solo all’ultimo momento.
“Idiota” , commenta lui, piegandosi per prendere la sua 24ore e aprendo la porta per recarsi, finalmente, a lavoro.
Io lo seguo e mi affianco a lui sorridendogli compiaciuta. Un po’ per ringraziarlo del fatto che ha ritrovato le chiavi, un po’ per il fatto…
Il mio sguardo cade sul suo viso, per poi scendere fino ad incontrare l’immagine della sua 24ore.
Il mio sorriso si fa ancora più grande e radioso.
Beh… Come potrei non essere così felice del fatto che Sesshomaru-san stia usando quella famosa 24ore che gli ho regalato per Natale e che mi è costata tanti sacrifici?
E lui, naturalmente, si accorge che lo sto fissando con aria super contenta. “Che hai da fissarmi, sorridendo come un’ebete?”
Ignorando l’ultimo periodo della sua frase, deciso di non arrabbiarmi più di tanto. “Niente, niente. Non fateci caso” . Non riuscirai a farmi arrabbiare, mio carissimo Sesshomaru-san. O almeno, non puoi riuscirci ora come ora, che stai tenendo in mano un oggetto che ti ho regalato con tutto il mio cuore e che tu, con mia grande sorpresa, alla fin fine hai accettato di tua spontanea volontà.
Fianco a fianco, così, ci dirigiamo verso il cancelletto, dove ci sta aspettando Shiori-chan.
Non appena la raggiungiamo, Shiori-chan  si irrigidisce nel vedere la figura di Sesshomaru-san e con aria sottomessa s’inchina per salutarlo. “Buongiorno, Taisho-san. Spero possiate passare una buona giornata” .
Lui, di tutta risposta, la fissa per un po’, dopodiché, senza proferire parola, la sorpassa, ignorandola, e fa per dirigersi dalla parte opposta della strada che percorriamo noi per andare a scuola.
Io, allora, mi affianco a Shiori-chan e muovendo con veemenza il braccio lo saluto: “Itterashai!” , gli grido con tutta la forza che ho nei polmoni, cercando di farmi sentire.
Sesshomaru-san, invece, non mi degna neanche di un cenno della mano per farmi capire che aveva sentito. Tuttavia sono lo stesso contenta: anche se non l’ho sentito, so che appena gli ho gridato “itterashai” , avrà risposto del canto suo “Ittekimasu”, a bassa voce. Ormai lo fa anche quando non posso sentirlo. Si è come…abituato, in un certo senso a rispondere in questo modo.
Certo, non mi ha mai augurato lui “itterashai” , ma… una cosa alla volta. Un passo alla volta, pian piano, scaleremo la montagna! Ne sono sicura!
Beh… Se prima non inciampo e mi rompo l’osso del collo… Allora sì che la montagna sarà davvero impossibile da scalare…
“Molto loquace come sempre Taisho-san, eh? Non so come fai a viverci sotto lo stesso tetto” , commenta, non trattenendo un sospiro, Shiori-chan, mentre c’incamminiamo a passo svelto per raggiungere il liceo.
“Tutta questione di abitudine”, spiego io.
“Certo… è divino, pari ad un dio, ma dopo un po’ che se ne sta sempre per i fatti suoi e silenzioso, diventa noioso… E poi a che pro, vivere sotto lo stesso tetto di un Dio che non puoi avere?”
“E chi l’ha detto che non posso averlo?”
“Decisamente… Ti fai troppi film, Rin-Rin” .
Mi scappa una risata mentre noto una velata aria di malinconia sul volto di Shiori-chan, benché anche lei stia sorridendo.
Ma perché, mi chiedo?

Una volta giunte a scuola, Shiori-chan resta al pian terreno, dov’è la sua classe, mentre io salgo al secondo piano, dov’è disposta, invece, la mia.
Mi avvicino di soppiatto all’aula e tendo l’orecchio vicino la porta scorrevole, quindi sento la voce di Kikyo-sensei che sta spiegando.
Okay… Se faccio piano e con attenzione posso illudere la sua sorveglianza e farla franca…
Deglutisco. Speriamo bene…
Tre… Due… Uno… Pronti? Partenza… Via!
Apro la porta scorrevole con cautela e…
“Ki…Ki…Kikyo-sensei!!!” , esclamo, trovandomi davanti la figura di Kikyo-sensei che, con un libro in mano e gli occhiali da vista sul suo nasino a patatina, mi scruta con sguardo innervosito ed adirato.
“Higurashi-san…” , sibila con tono alterato. Il tipico tono che rivolge a chi disturba le sue lezioni.
“Oh… Ehm… Ecco… sensei, non potete sapere cosa mi è capitato! Quando mi sono svegliata pensavo di ritrovarmi nel mio letto invece con mia grande sorpresa ho scoperto che ero su uno di quei lettini da dottore in una… pensate un pò… NAVE SPAZIALE! Ero stata rapita dagli alieni. Infatti poco dopo sono arrivati degli esseri con una testa enorme, verdognoli e con tre dita, che parlavano come E.T! Io parlavo, ma loro non mi capivano, così mi hanno portata dal loro capo che aveva un copricapo simile a quelli degli indiani e parlava facendo “augh, augh” . E io, piangendo ed usando qualche stratagemma, mi sono fatta rilasciare.
Però quando mi hanno resa libera mi hanno scaricato nell’Oceano Atlantico dove c’erano degli squali che mi volevano mangiare. Quindi ho dovuto nuotare e con tutta la forza che avevo tra le braccia mi sono fatta strada fino alle coste del Giappone.
Un camionista però mi ha vista e mi ha accompagnata sino a casa dato che doveva andare a consegnare i kinder pinguì nel supermarket vicino la scuola e così… eccomi qui!” , concludo con un sorriso raggiante.
Un minuti di assoluto silenzio, dopodiché sento un’ondata di risate proveniente dalla mia classe.
Tutti, ma veramente tutti i miei compagni di classe si stanno sbellicando dalle risate. Alcuni li vedo addirittura stesi sul banco a battere le mani su quest’ultimo… Che esagerazione!
Kikyo-sensei, allora, mi prende con forza dal braccio e mi trascina all’interno della classe, facendomi sedere al mio posto e piazzandosi davanti al mio banco.
“Dunque…” , esordisce lei. “Sei stata rapita dagli alieni perché volevano esaminarti, ma sei riuscita a scappare parlando col loro capo che era una sottospecie di ToroSeduto mutante. Poi sei finita nell’Oceano Atlantico, che è quasi dall’altra parte del Mondo, e te lo sei fatto tutto a nuoto, rincorsa, per giunta, da degli squali che volevano mangiarti, fino a toccare le coste del Giappone. Lì, per caso, si trovava un camionista che doveva consegnare dei Kinder Pinguì al supermarket vicino la scuola ed infine sei arrivata qui. E tutto questo solo in una nottata, giusto ?”
“Wow…”, esclamo sbalordita. “Neanche io mi ricordo tutto quello che avevo detto… Lei è proprio un genio, sensei…”
A questa mia risposta, un’altra ondata di risate investe nuovamente tutta la classe, che si ammutolisce dopo aver sentito il sonoro SBAM delle mani della sensei sul mio povero, piccolo, ed infondo, innocente banco.
“Higurashi! Ti avverto che se stai cercando di farmi perdere le staffe… Beh, le ho già perse da un bel po’!”
“Ops…” . Avverto che sono in pericolo… In un tremendo pericolo…
“Credi davvero che possa credere a questa menzogna bella e buona?!”
“Ma… Non è una…” , voglio proseguire, ma lo sguardo inferocito di Kikyo-sensei mi blocca.
“Provaci solo a dire che non è una menzogna e ti faccio sospendere per un mese!”
Allora abbasso la testa, per subirmi l’incessante rimprovero.
“Te la saresti potuta cavare con un semplice rimprovero se avessi detto semplicemente di aver fatto tardi per un tuo errore, mentre, adesso, dopo esserti presa gioco di me ed avermi fatto perdere mezz’ora con le tue stupidaggini, rimarrai in classe a fare le pulizie”
“Coooosa? Ma il mio turno è stato l’altra settimana! Ora tocca a…”
“Non m’interessa a chi tocca oggi. Chiunque sia, verrà rimpiazzato da te”
“Ma… Ma…”
“E non voglio sentire lamentele. Se proprio vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con te stessa e con la tua stupida voglia di comportarti da sciocca e da incosciente”
 “Ma, sensei…”
“Questa è la punizione che meriti” , si limita a rispondermi, dandomi le spalle e tornando nei pressi della sua cattedra. “Vediamo se con le cattive maniere, riusciamo a raddrizzarti un po’ e a farti capire che devi portare rispetto ai tuoi insegnanti”
Abbasso la testa, con aria mortificata, mentre lei, prosegue: “Bene, vediamo di andare avanti. Per quanto riguarda te, Higurashi-san, prendi il testo, aprilo a pagina 134 e vedi di prestare attenzione, per favore”
“Sì, sensei” . Detto ciò, faccio come mi ha ordinato e vedo di prestare attenzione, per una volta, a ciò che dice.
Wow… E’ la prima volta che vedo Kikyo-sensei così adirata… Di solito, anche se severa, lei è una delle più comprensive insegnanti. Non pensavo che potesse arrivare a punirmi per qualche sciocchezza detta per non farla arrabbiare. Tuttavia, credo di aver riscosso l’effetto contrario. Invece di evitare di farla innervosire, l’ho fatta infuriare. Mi sa che, infondo, non ho capito davvero com’è Kikyo-sensei.
Bah… Che dobbiamo farci? Se non ci si adatta, nella vita non si va avanti, quindi… Go, go, go! Non facciamoci spiazzare! Dobbiamo farci trovare sempre in calcio d’angolo!
“Rin-chan…” , mi chiama con un filo di voce Kohaku-kun, punzecchiandomi la spalla con la penna. “Tutto a posto?”
“Sì, sì, non preoccuparti, Kohaku-kun, non è niente di grave. Poi ti spiego” . Sono secca e cerco di distrarmi il meno possibile, temendo che Kikyo-sensei possa tornare a prestarmi attenzione e punire anche Kohaku-kun, oltre che riprendermi nuovamente.
Mi volto nuovamente in avanti, facendo finta di ascoltare la lezione, quando invece non faccio che crogiolarmi tra i miei pensieri.
Siamo già al 13 di Febbraio. Come passa veloce il tempo… Sembra ieri che sono finite le vacanze di Natale e invece sono quasi passati due mesi.
Dopo essermi ripresa dalla malattia, abbiamo passato un piacevolissimo capodanno per poi ritornare a scuola.
I rapporti con Sesshomaru-san e con gli altri continuano ad andare avanti… Ultimamente ho la strana sensazione che le relazioni con le persone che mi circondano stiano cambiando pian piano, quasi senza che me ne accorga.
Sesshomaru-san ed io siamo un po’ più… come dire… confidenziali? Beh, non è proprio così, ma… ho notato che ultimamente parla di più con me e che spesso prende a rivolgermi lui per primo la parola, mentre prima se non ero io che aprivo bocca eravamo capaci di stare in silenzio per più di mezza giornata… E in più: sta usando l’adorata 24 ore, costata la bellezza di 9 giorni di astinenza dal bentou di Kohaku-kun! È dal primo giorno di lavoro che la porta con sé e poi… di sua spontanea volontà! Non so se sia un miracolo, ma, se lo è, Santa Luminosa verrà ricompensata!
Toka-chan vive spensierato in camera mia, nella libertà più assoluta: peccato che abbia una leggera fobia per Sesshomaru-san. Appena lo vede, rimane rigido e immobile.
Da parte sua, invece, Sesshomaru-san continua a vederlo come riserva di cibo che cammina… Ai suoi occhi Toka-chan deve parere come un pacco di “Oro ciok” che cammina, ai miei.
Con Shiori-chan e Kohaku-kun le cose erano rimaste un po’ vaghe… Ora che ci penso, abbiamo parecchie incomprensioni in sospeso.
Pensavo che, una volta tornati a scuola, nei primi di gennaio, ne avremmo discusso, mentre li ritrovai come sempre sorridenti e… normali… Stranamente normali. Anche troppo.
Shiori-chan ha incominciato a venire a prendermi a casa per poi fare la strada insieme all’andata, e quando c’incontriamo alla fine delle lezioni, facciamo il tragitto del ritorno anche con Kohaku-kun, finché lui non devia all’incrocio per andare a casa sua.
Forse stiamo addirittura più insieme di prima e ciò mi rincuora molto, ma… Ho notato che ogni volta che parlo di Sesshomaru-san o con uno, o con l’altro, i loro visi cambiano espressione, anche se cercando di non darlo a vedere…
Non capisco davvero perché… Me lo sono chiesta un sacco di volte e tentavo di darmi risposta in questi due mesi, ma nessuna delle mie ipotesi sembrava fondata. O forse sono solo io che sono una ritardata mentale a non capirne la ragione…
Sto cominciando seriamente a sospettarlo…
Chissà…
Ho sentito anche la scorsa settimana Kagome-onee-chan e Inuyasha; a quanto pare i loro studi proseguono senza difficoltà, o perlomeno, quelli di mia sorella, perché Inuyasha ha… un piccolo, piccolissimo problema: ogni volta che da un esame, quando un insegnante lo riprende e lo corregge, dicendo che sbaglia qualcosa, lui si altera affermando che è lui che non capisce niente e cerca di prenderlo a botte. È stato bocciato per non so quante volte a causa di questo suo caratteraccio. Spero proprio che si corregga, altrimenti non si laureerà né ora, né mai!
Che Santa Luminosa li assista e ci assista!

Terminate le lezioni e una volta che tutti se ne sono andati, mi preparo psicologicamente alla punizione che mi aspetta e incomincio a dirigermi verso la cattedra a cui è appoggiato il manico della scopa.
Sospiro e prendendo l’oggetto in mano incomincio il mio dannatissimo lavoro.
Dovrebbe andar bene… Ho inviato un messaggio a Shiori-chan in cui le chiedevo di tornare a casa solo con Kohau-kun e le ho raccontato, anche se sinteticamente, in che modo ho meritato la punizione da Kikyo-sensei.
Sospiro un’altra volta. Se solo ci penso… Che rabbia! Domani è il giorno di San Valentino; mi ero data appuntamento con Andou-san per preparare assieme a lui una cioccolata speciale per Sesshomaru-san. Onestamente non so se la gradirà, o meno, visto che non so se i demoni maggiori come lui mangiano, oppure no, però… Ciò che conta è il pensiero! D’altronde ha funzionato così con la 24ore, no?
Insomma, dovrei essere alla pasticceria “Florentia” adesso! E invece mi ritrovo a fare le pulizie a scuola! Che sfortuna!
Fortuna che, quando ho chiamato Andou-san per scusarmi e dirgli che sarei uscita da scuola più tardi e che quindi ero incerta sul venire, o meno, lui mi ha rassicurata affermando che potevo andare alla pasticceria anche alle 10.00 di sera, perché voleva assolutamente sdebitarsi con me, per tutto il lavoro svolto a Natale.
Quindi farò così: una volta finite le pulizie, andrò da Andou-san e cucinerò la cioccolata con lui! Con la sua guida e la sua cucina ultraprofessionale sono certa che ne verrà fuori una delizia da leccarsi i baffi!
“Ehm… Rin…Rin-chan?” , sento chiamarmi all’improvviso da una voce familiare.
Riconoscendo quel timbro di voce, mi volto verso la porta dell’aula e realizzo con mia grande sorpresa che sulla soglia vi è Kohaku-kun intento a fissarmi con sguardo preoccupato, ma comunque col sorriso sulle labbra.
“Kohaku-kun?” , mi rivolgo a lui, con aria perplessa. “Che ci fai ancora qui? A quest’ora dovresti essere sulla strada di casa con Shiori-chan”
Lui, allora, si chiude la porta dell’aula alle spalle e poggiando la sua cartella su uno dei tanti banchi mi si avvicina con aria alquanto imbarazzata. “Ecco, vedi… Ho detto a Shiori di tornare a casa da sola per stavolta…”
“Cosa? E perché?”
“Beh, ecco… Ho pensato di aiutarti con le pulizie. Infondo, questa punizione proprio non te la meritavi”
“Cosa?!? Ma no, no, non importa! Posso farlo anche da sola! Non è meglio per te andare con Shiori-chan? Infondo di tardo pomeriggio la strada che fa lei è un po’ pericolosa…”
“Non c’è da preoccuparsi. Anche se andassi con Shiori e incontrassimo per caso un malintenzionato, penso che sarebbe Shiori con il suo harisen nuovo di zecca a salvarmi e non certamente il contrario”
Questo pure è vero… Shiori-chan è fortissima con il suo harisen… Non esagero a dire che dopo Sesshomaru-san, lei è quella che temo di più in assoluto… Ah, no, è la terza! Al secondo posto c’è Amano-sensei… Brrrr… Che freddo!!!
“Ti ringrazio, Kohaku-kun, però, io…”
“Oh… Perdonami, forse non gradisci la mia compagnia, quando non c’è Shiori…” , ipotizza con aria un po’ triste.
“Ma no, che dici?! Non è questo. Nella maniera più assoluta” , cerco di tranquillizzarlo io. Dopodiché gli sorrido: “E’ che non voglio approfittare della tua infinita gentilezza, Kohaku-kun. Sei sempre così gentile e disponibile con me...”
Lo vedo arrossire e abbassare, d’improvviso, la testa. “Beh, se sono così è perché voglio esserlo, no? Non lo farei mai di controvoglia”
“Beh, allora ti ringrazio molto” .
Mi sento così strana… Quando Kohaku-kun è così gentile con me, il cuore incomincia a battermi davvero forte. Forse è perché non ho mai trovato un ragazzo che fosse così carino nei miei confronti.
Sesshomaru-san è un cubetto di ghiaccio e l’unica volta in cui si è dimostrato un pochiiiiino più comprensivo è stato quando stavo male; Inuyasha, poi, mi tratta sempre da mocciosa e da sciocca e poi io lo considero quasi come un fratello.
Kohaku-kun è il primo ragazzo che considero tale e che è così ben disposto nei miei confronti. Ecco come potrei spiegare, forse, questa strana sensazione che sento…
Però… Uno dei motivi per cui mi sento anche così strana è perché… Sì, so che è assurdo, però… Penso quasi che possa incominciare a preferire me a Shiori-chan. Non voglio che il loro bellissimo rapporto si rovini a causa di qualche fraintendimento…
La gentilezza di Kohaku-kun a volte potrebbe essere scambiata quasi per qualcos’altro e non ho intenzione di creare simili malintesi.
“Stamattina l’hai davvero fatta infuriare” , mi riporta alla realtà il commento di Kohaku-kun, intento a scopare per terra e raccogliere la polvere con la paletta. “Intendo Kikyo-sensei”
“Oh, beh… Veramente le mie intenzioni erano tutt’altre: volevo evitare che si arrabbiasse, cercando di sdrammatizzare, ma lei l’ha intesa come se volessi prenderla in giro”
“Non per mettere il dito nella piaga, ma, fossi stato un insegnante, l’avrei creduto anch’io” , rise sotto i baffi, lui.
“Eheh, già. Incomincio a rendermene conto anche io”
“Alieni, squali, camionisti dei Kinder pinguì… Giuro… Non ho mai sentito niente di più assurdo!”, esclamò appoggiando alla parete la scopa e incominciando a ridere, senza pudore.
“Ehi! Non è carino ridere così delle fantasie altrui!”
“Gomen, Gomen, Rin-chan, però… è troppo assurdo!”
Con finta aria offesa, incrocio le braccia al petto e giro la testa dall’altra parte gonfiando le guance, arrossate dall’imbarazzo. “Scusa se sono tanto assurda!”
Lui non mi rispose, troppo occupato a mantenersi lo stomaco, per le troppe risate.
“Lo sai, vero, che stai deridendo un  mio sogno? Certo, non mi è capitato davvero come ho affermato davanti a Kikyo-san, ma quelle avventure le ho passate davvero tutte in un mio sogno”
“I tuoi sogni devono essere uno spasso, Rin-chan!” , continua a prendermi in giro lui, piegato in due dalle risate. “La prossima volta che ne fai uno così, avvisami. Pago il biglietto, se vuoi, ma voglio davvero vederlo!”
“Ah ah ah… Molto divertente…” , affermo io, sempre con finto tono offeso. “Adesso te lo do io il biglietto!” . E così, senza preavviso piombo su di lui, cercando di fargli una sottospecie di mossa di wrestling con lo scopo di tirargli le braccia.
“Avanti, ridi, adesso, se ne hai la forza e la capacità!” , affermo, tutta contenta.
“Eheh… E’ inutile, Rin-chan, non mi fai male” , mi spiega lui, con tono calmo, ma contento.
“Lo dici tu!”
“Beh, se non lo dico io, chi altro può dirtelo?”
“Oh… Forse hai ragione tu” , affermo io, mollando la presa e prendendo le distanze da lui.
“Sei proprio fortissima, Rin-chan”
“Lo ammetto sono forte, ma non abbastanza da farti male. Ora che ci penso, mentre ti ero vicina ho constatato una cosa!” , esclamo con aria da sapientona, riducendo la nostra distanza a pochi centimetri.
“C-cosa?”
“Che hai un corpo davvero resistente e abbastanza muscoloso per avere neanche diciotto anni”
Noto che il volto di Kohaku-kun nel giro di pochi secondi si tinge di rosso e, abbassando la testa e muovendosi con aria imbarazzata e alquanto goffa, riprende la scopa in mano. “Forse dovremmo… dovremmo… Sì, dovremmo sbrigarci, ecco…” , mi fa notare lui.
E’ vero: sono passate le sei. Dobbiamo darci una mossa.
“Hai ragione!” , ribatto. E insieme al mio carissimo amico Kohaku-kun, ci diamo da fare per finire le pulizie extra-scolastiche.

Dopo una mezz’ora eravamo finalmente liberi e stavamo dirigendoci io verso la pasticceria “Florentia”, mentre lui presumibilmente a casa sua.
Avevamo deciso, tanto per passare qualche minuto in più assieme, di allungare la strada attraverso il parco, godendoci così, anche un po’ il panorama.
Il parco della città è stato costruito intorno ad un laghetto artificiale su cui si poteva salire su una barca normale o a forma di cigno. Tutte sparse intorno vi erano panchine, giardini, fontanelle… Robe da parchi, insomma!
Passeggiamo fianco a fianco proprio per la via principale del parco, io e Kohaku-kun, intenti a parlare del più e del meno e a ridere tra di noi.
Ormai sono le sei e mezza e il sole è quasi del tutto tramontato, donandoci un cielo color d’arancio, con qualche leggera sfumatura sul rossastro, che tinge il laghetto artificiale della stessa, splendida tonalità: uno spettacolo meraviglioso.
“Davvero ha fatto questo? No, non posso crederci!” , esclamo, non trattenendo una risata.
“Ti giuro. Miroku-san non smetteva di palparla, anche davanti al professore, e quindi Sango-onee-chan gli ha tirato una sberla che l’ha fatto volare dall’altra parte della cattedra”
“Incredibile! Tua sorella è fantastica!”
“Lo credo anch’io!”
Ci scambiammo un’occhiata complice e ridemmo ancora una volta, insieme.
Dopo essermi ripresa dalla marea di risate, mi stiracchio un po’ e incomincio a camminare di spalle, voltando la mia attenzione interamente a Kohaku-kun.
“Ah! Quanto vorrei che la giornata finisse qui, ma, purtroppo, oggi non se ne parla proprio”
“Mh? Hai qualcos’altro da fare adesso, Rin-chan?” , mi chiede lui, col sorriso sulle labbra e contemporaneamente con aria perplessa.
Sospiro. “Eh, già. Non sto andando a casa, ora, bensì alla pasticceria “Florentia””.
“Eh? Alla pasticceria? Devi lavorare? A quest’ora?”
“No, no, nulla del genere” , nego io, scotendo la testa. “Ho chiesto ad Andou-san una mano”
“Una mano?”
Annuisco. “Sai che giorno è domani, vero?”
“Domani?” . Kohaku-kun fece per pensarci. “Mmm… Domani è 14, no?”
“Esatto! Sai che cos’è il 14 febbraio, no?”
“Se non sbaglio dovrebbe essere…”
“SAN VALENTINO!!!” , esclamo, tutta contenta. “Indovina un po’: Andou-san si è offerto di aiutarmi a preparare la mia cioccolata!”
E’ un istante, un breve istante, ma ho la netta sensazione di vedere una scintilla di stupore misto a dello shock sul suo volto. Purtroppo non ne riesco ad avere la certezza, dato che Kohaku-kun torna a sorridere immediatamente.
“Giusto… Avevo dimenticato l’usanza della cioccolata… E così…la cucinerai stasera, eh?”
Annuisco nuovamente, decidendo di ignorare la sua precedente espressione e di ricambiare con un sorriso. “Onestamente non so se Sesshomaru-san mangia la cioccolata, ma, anche se non dovesse essere così, almeno gli faccio vedere che tengo a lui!”
“E…”
“Mh?”
“E se… la rifiutasse?” , mi chiede lui, con capo chino e con voce un po’ tremante.
“Oh, beh, credo non ci si possa far nulla, alla fin fine” , ribatto io, scrollando le spalle. “Sono abituata al suo caratteraccio. Anche se dovesse buttarla, non mi toccherebbe più di tanto. Certo… Mi dispiacerebbe un po’, perché infondo ci sto mettendo impegno e amore, ma se la rifiuta, la rifiuta, no? Cosa potrei fare, infond…”
“Io non la butterei mai” , afferma lui, con un filo di voce, interrompendomi.
Mi volto verso di lui e realizzo che Kohaku-kun ha il viso completamente chinato verso il basso e sta… tremando.
Mi avvicino a lui con aria preoccupata, sfiorandogli la spalla. “Kohaku-kun, cosa c’è? Non stai bene? Ti senti male?”
Lui non mi risponde, non mi rassicura come avrebbe sempre fatto. Da lì, incomincio ad avvertire che c’è qualcosa di diverso in lui.
“Kohaku-kun, stai tremando… Forse dovremmo andare all’ospedale…”
“Io non la butterei mai…” , ripete lui, una seconda volta. “Io… Non la mangerei neanche. La terrei conservata, molto probabilmente. La conserverei gelosamente come una cosa preziosa… preziosissima…” . Fa una pausa, per poi riprendere: “Forse… la più preziosa che posseggo”
“Kohaku-kun…? Ma di che stai parland…” . Non riesco neanche a finire la frase: Kohaku-kun mi prende per il polso della mano che gli ho poggiato sulla spalla e mi attira tra le sue braccia, con veemenza, per poi stringermi a lui con altrettanta forza.
“Gomen, Rin-chan… Gomen…” , si scusa, affondando il volto tra i miei capelli d’ebano.
“Kohaku-kun… Perché ti stai scusando? Che cos’hai? Sei strano… quest’oggi sei… così strano…”
Alle mie parole, sento le braccia di Kohaku-kun stringermi ancora di più.
“Strano… Strano, dici? Perché? Perché mi consideri strano?” .
Rimango in silenzio, stupita dal suo comportamento, mentre lui prosegue: “E’ così strano… voler stare accanto alla persona che si ama? È così strano… per una volta… farle capire che ci tieni a lei? E’ davvero… così strano?”
“Kohaku-kun, io… non riesco a capire… di cosa diavolo stai parlando…”
“Smettila!” , mi riprende con tono austero.
Questo tono… questo tono… questo è davvero… Kohaku-kun?
“Non fare finta di non capire… Te ne prego…”
Fare finta? Fare finta di non capire? Capire che cosa? Insomma… quello che ho capito io è…
E’ un equivoco, giusto? Ciò che credo, che ho inteso… è sbagliato! Perché… perché non è possibile che lui…
“Kohaku-kun… Per favore… Lasciami andare…” , gli dico con voce tremante, cercando di divincolarmi dal suo abbraccio, dolcemente. “Lasciami andare… Kohaku-kun…”
Ma alle mie parole, nuovamente, invece di lasciarmi andare, mi strinse ancora di più a sé. “No… Questa volta non lo farò… Questa volta… Solo per stavolta… Sì, una volta per tutte, voglio essere chiaro, in modo che tu possa capire, sino infondo. In modo che tu non possa dirmi: “Non riesco a capire di che parli””.
“Kohaku-kun…”
“Tu…”
“No…” , sibilo.
“Rin-chan… Tu…”
“Non farlo…” , continuo a ripetere, sotto voce.
“Rin-chan, tu mi piac…”
“Non dirlo!!!!!” , strillo con tutta la forza che ho nei polmoni.
All’istante, Kohaku-kun mi scostò da sé, per la mia reazione evidentemente inaspettata. Il suo sguardo era un misto tra lo spavento, lo shock e lo stupore più assoluti.
“Per favore…” , singhiozzo io, con le lacrime agli occhi. “Per favore… Non dirlo… Non dire… queste cose…”
“Ma… Perché?” , mi chiede con aria sconvolta. “Perché no?!”
“Perché sì, invece?!?” , ribatto io, agguerrita e addolorata. “Perché vuoi tradirla? Shiori-chan non merita questo… Non puoi fare questo a Shiori-chan…”
“A Shiori? Cosa c’entra Shiori, adesso?”
“Kohaku-kun, smettila! Lo so! Lo so che tu e Shiori-chan state assieme! Ormai lo so da tempo! Va bene che faccio la stupida e che mi comporto come tale… ma non lo sono veramente!”
“Ma… che stai dicendo? Tu… hai frainteso, Rin-chan!”
“Perché fingi che non sia così? Perché, Kohaku-kun?”
“Semplicemente perché davvero non è così! Tra me e Shiori non c’è assolutamente niente! Niente di niente, se non amicizia!”
“Bugiardo!!!” , gli rinfaccio, scotendo la testa.
“Non sto mentendo! E’ la verità, Rin-chan! È la verità, te lo giuro!”
“Io… Io… Pensavo che tu fossi diverso… Diverso da tutti gli altri ragazzi. Sei sempre stato così gentile, disponibile… Ti presentavi davanti ai miei occhi sempre con il sorriso sulle labbra. Era così bello stare con te… Mi sono sempre detta “Che fortuna, Shiori-chan… ha un ragazzo meraviglioso. Magari potessi averne uno così anch’io!” . Sei sempre stato generoso e dolce… così tante volte e in così tante occasioni che ho sempre sospettato potesse esserci qualcosa dietro… Mi sono sempre domandata se ciò che provavi per Shiori-chan stesse cambiando, ma poi mi sono detta: “Non è possibile che la voglia tradire… Kohaku-kun non è come tutti gli altri” . Io… Io… ne ero convinta! Convintissima! Io… pensavo che ti comportassi in questo modo con me… perché era davvero il tuo carattere… perché eri mio amico… e perché tu, con gli amici, sei buono, sincero, gentile e disponibile… Io… Io non pensavo che il tuo scopo fosse un altro…”
“Rin-chan… tu… stai equivocando tutto! Permettimi di spiegarti…”
“No, no, no! Non voglio che Shiori-chan mi odi… Non voglio che il nostro bellissimo rapporto di amicizia vada in frantumi… Non voglio questo! Non voglio questo!”
“Rin-chan!” , esclama lui, prendendomi nuovamente tra le sue braccia e stringendomi a sé. “Per me non c’è mai stata nessuno al di fuori di te. Da quando ti ho conosciuta… sei stata l’unica… Davvero!”
“Kohaku-kun…”
“E se non credi a me… Credi almeno a Shiori! Fidati di lei! Chiamala, chiedile conferma… fai quello che vuoi, per convincertene, ma, ti prego… non credere che farei una cosa simile, se davvero stessi con lei. Non ho mai avuto secondi fini. Sono sempre stato gentile con te perché mi sei sempre piaciuta. Volevo starti accanto e…”
“Com’è possibile?” , sibilo io, bagnando la sua camicia con le mie lacrime. “Com’è possibile che tu non stia con Shiori-chan? Le vostre famiglie si sono conosciute da pochissimo e hanno passato già la Vigilia di Natale insieme! E poi… tu e lei siete sempre così vicini… Insomma… mentre con me tu sei sempre rimasto un po’ sulle tue, t’imbarazzavi facilmente, arrossivi come niente, ti comportavi in maniera sempre più formale… con lei sei sempre stato più intimo, più confidenziale… Vi siete sempre presi in giro e avete addirittura bisticciato… E poi… parlavate sempre tra voi di qualcosa che non sono mai riuscita a capire, come se fosse un segreto solo per voi due…
Col tempo ho iniziato a capire che c’era qualcosa che vi legava, senza includere me nel cerchio… Che in quel cerchio c’eravate solo tu e lei… Cos’altro potevo pensare se non al fatto che stavate insieme? Dimmelo, Kohaku-kun… Cosa dovrei pensare?”
“Rin-chan… L’argomento che ci legava indissolubilmente… Ciò che ci ha sempre tenuti uniti sei stata tu… Il mio amore per te…”
“Eh?”
“Da quando ti ho conosciuta, mi sei subito piaciuta. Nei primi tempi cercavo di nasconderlo, sia a te, che a Shiori, però… Non so come lei abbia fatto: ha scoperto tutto. Tutto quello che provavo e… ha incominciato ad incoraggiarmi. Poco alla volta io e Shiori abbiamo incominciato a passare del tempo insieme per permettermi di avere una chance con te… Shiori è sempre stata ben disposta a darmi una mano per dichiararmi a te, sin dall’inizio. Ha coltivato il mio amore per te insieme a me. Lo abbiamo fatto assieme. Shiori… Shiori è stata importantissima… Shiori ha sofferto quando ho sofferto io, ha gioito quando ho gioito io… è stata più unica, che rara… Forse non riuscirò mai a trovare un’amica come lei, però… Per quanto importante possa essere Shiori, la più importante per me sei tu, Rin-chan” . Detto ciò, mi strinse di più a sé, affondando il suo volto tra i miei capelli.
“Gomen… Gomen… Rin-chan”
“Perché… ti stai scusando?”
“Lo so che ti sto infliggendo un colpo durissimo… Lo so che sei innamorata di Sesshomaru-sama… Questo lo so… Lo so benissimo, però… Però non riesco a fermarmi!”
A quelle parole sgrano gli occhi e rimango immobile, ferma, tra le sue braccia a sentirlo mentre prosegue: “Pur sapendo di metterti in una situazione svantaggiosa ed imbarazzante, non riesco a fermarmi.
Rin-chan, io… l’ho capito che per te non c’è nessun altro, se non Sesshomaru-sama. Capendolo, quella notte della Vigilia di Natale, avevo deciso di arrendermi e di soffocare il sentimento che provavo nei tuoi confronti, aiutandoti a coltivare il tuo amore per quel demone, ma…
Io ci ho provato, Rin-chan… Ho davvero fatto di tutto per riuscirci, ma ho fallito miseramente… Qualunque cosa facessi o dicessi per ricredermi, non mi convinceva… Anche ora continuo a chiedermi perché… perché proprio di lui? Con tutti gli umani, demoni e mezzi demoni che avevi a disposizione… perché proprio di un demone maggiore così crudele, freddo e spietato dovevi innamorarti? Perché il tuo cuore deve appartenere a lui? Perché il tuo sorriso così radioso deve essere rivolto proprio a lui, che non lo apprezza per il tesoro prezioso che è? Perché proprio lui, che sdegna quel tuo sorriso così prezioso, quando per me… è un tesoro inestimabile? Perché?”
“Kohaku-kun…”
“Ed è per questo… che mi scuso, Rin-chan” , mi interrompe nuovamente. “Perché, in veste d’amico – come tu mi ritieni – io dovrei incoraggiarti, dovrei darti man forte e coraggio nell’andare avanti… Io dovrei essere felice quando tu sei felice… Avrei dovuto gioirne, quando Sesshomaru-sama ha accettato il tuo regalo di Natale… Sarei dovuto essere soddisfatto e appagato, quando ho convinto Sesshomaru-sama a seguirti, la notte della Vigilia… Dovrei ridere con te ogni volta che Sesshomaru-sama è gentile, dolce, o disponibile con te… Sì: dovrei, ma… non ci riesco… Non riesco ad essere felice per te, Rin-chan… Io… proprio non ci riesco…”.
Il suo tono di voce si è fatto tremante e singhiozzante. Kohaku-kun sta… piangendo?
“Ecco perché ti chiedo di perdonarmi. Perdonami per non essere un buon amico… Perdonami per non essere la persona che pensavi che io fossi… Perdonami per essermi… scioccamente, stupidamente, incoscientemente, innamorato di te…”
Co… sa?
“Mi piaci, Rin-chan. Tu… mi piaci davvero tantissimo” , dichiara, stringendomi a sé e costringendomi ad affondare il mio volto nel suo petto. “Mi piaci così tanto da mandarmi in confusione ogni volta che ti rivolgi a me, che mi sorridi, o anche semplicemente che mi stai accanto. Il cervello mi va in fumo e non riesco più a mettere insieme una frase di senso compiuto all’istante. Divento così dannatamente impacciato e ogni volta che mi sfiori, mi sento andare in fiamme. Ma il vero problema è… che non so come fermarlo… Non so come fermare tutto questo…”
Rimaniamo entrambi in silenzio. Sono troppo sconvolta e stupita allo stesso tempo per aprire bocca, per muovermi, o, addirittura, anche solo per respirare.
“Mi piaci… Mi piaci… Mi piaci tantissimo e, allo stesso tempo, non sai… quanto me ne dispiace” .
Rimango ancora in silenzio, ferma, immobile, mentre sento che la stretta di Kohaku-kun si sta facendo meno solida. Con una dolcezza degna di lui, ed eguale lentezza, Kohaku-kun mi stacca da sé e mi fissa con quei suoi bellissimi occhi castani, tendenti al nocciola. Noto un’espressione addolorata sul suo volto e realizzo che si sta trattenendo dal piangere.
Indi lo vedo mettersi in piedi e chinare il capo, dopo aver raccolto la sua cartella da terra. “Mi dispiace” , ripete per l’ultima volta, prima di sorpassarmi ed andare via, a passo svelto e veloce.

Io… piaccio… a Kohaku-kun… Gli piaccio come ragazza, e non come semplice amica…
E’ tutto quello che riesco a pensare durante tutto il tragitto dal parco alla pasticceria.
Gli piaccio… Gli piaccio sul serio…
Quel tragitto, così breve e, infondo, abbastanza vivo… quella sera mi sembrò stranamente cupo, deserto e…infinitamente interminabile…
Io… Gli piaccio…
Bussai alla porta della pasticceria. L’insegna era spenta e solo una fioca luce, quella proveniente dal laboratorio di Andou-san, era accesa.
Piaccio a Kohaku-kun…
Vedo la porta aprirsi davanti a me e sento il tintinnio del campanello, appeso appena sopra la porta. Compare Andou-san, col grembiule e quell’aria comprensiva sulla soglia della porta.
Se veramente gli piaccio… Che cosa dovrei fare?
“Sono… arrivata… Andou-sa…n…” , affermo, singhiozzante e sentendo che le lacrime stanno riaffiorando sui miei occhi.
“Sono arri…va…ta…” . Non riesco a trattenermi: mi butto tra le sue braccia, tra le braccia di quell’anziano così comprensivo e dolce, inumidendo il suo grembiule. Quel grembiule che avrebbe dovuto salvaguardarlo dalla cioccolata che dovevo regalare a Sesshomaru-san… Quella cioccolata che… mi aveva mostrato la realtà…

Cosa dovrei fare? Ora che so che gli piaccio… Ora che finalmente lo so…
Che cosa dovrei fare?

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Grazie a tutti coloro che hanno inserito questa ff tra le loro preferite e tra le loro seguite! Grazie del sostegno, ma soprattutto della fiducia! ^-^ ArigatouGozaimasu!


  
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