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Autore: SummerRestlessness    30/04/2010    4 recensioni
Un'intervista a quel "vampirucolo" di Robert Pattinson...
Niente di impegnativo :P Succederà qualcosa di strano tra Robert e la sua intervistatrice?!? Questo "qualcosa" ci metterà più o meno di 30 capitoli per succedere? ;)
Ho messo OOC perchè non so come sia Robert in realtà (ma vah?!?) e quindi qualcuno potrebbe rimanere deluso da come l'ho immaginato io...
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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4. Camicia (di forza)

Passo qualche ora, dopo che sono tornata dalla mia gita fuori porta, nella mia camera d’hotel, indecisa. Indecisa su cosa mettere, su cosa dire, su come comportarmi. Ma soprattutto, su cosa fare: andare a cena con lui o no?
Qualsiasi persona sana di mente non ci avrebbe pensato più di due secondi: la risposta sarebbe stata, ovviamente, sì. Ma io, la sanità mentale, rischiavo di perderla proprio andando a quella cena. Il lento ma inesorabile processo di rimbambimento dei miei neuroni era già iniziato quel pomeriggio, a causa di un’intervista durata nemmeno cinque minuti.
Cosa ne sarebbe rimasto di me dopo un pasto completo con lui?!?
Decido di aprire l’armadio, per vedere se almeno io abbia per caso portato qualcosa che possa andare bene per un’occasione del genere. Nel caso in cui decida di andarci.
Quindi, apro le due ante e do un’occhiata disillusa ai pochi vestiti che ho ritenuto indispensabile mettere in valigia per questo mio piccolo viaggio di lavoro. Quasi subito, il mio sguardo si posa su qualcosa di colorato, bizzarro, per niente elegante, per niente adatto.
E ho deciso.

Senza sapere come né perché, mi ritrovo all’ingresso del ristorante, poco dopo le 8. Per fortuna nella nebbia mentale che mi ha accompagnato nelle ultime ore e poi fin qui, mi sono ricordata di vestirmi e di farlo decentemente. O quasi.
Sopra il mio vestito nero, semplice e non troppo corto, porto una camicia a quadri azzurra e rosa. Non è di flanella, ma l’ho comprata ai saldi e non ho mai avuto il coraggio di metterla; questo perché è imbarazzante quasi come se fosse di flanella.
Devo essere diventata pazza.
Sì, l’ho messa appositamente per vedere un sorriso esplodere sul suo volto quando vedrà che ho seguito le istruzioni del suo messaggio.

Sono proprio diventata pazza.
Mi avvicino al cameriere e mormoro imbarazzata: - Ehm. Il tavolo del signor Pattinson...? -
Lui mi squadra con sufficienza e poi, con tono affettato e monocorde, mi dice solo: - Mi segua, prego. –
Mi conduce a passo veloce verso uno dei tavoli lungo una delle pareti della sala.

Quando mi lascia sola, conto mentalmente: due sedie, due bicchieri, due piatti... zero persone sedute.
Da questo traggo le mie geniali conclusioni: lui non è ancora arrivato. Che figuraccia. Prima faccio la smorfiosa e poi arrivo addirittura in anticipo?!? Sempre se lui ha intenzione di presentarsi. Non lo biasimerei se mi desse buca, per farmela pagare un po’. Forse in questo momento è su un aereo diretto chissà dove e se la ride sorseggiando champagne. Forse è già arrivato a Sidney, o a Parigi, o a Honolulu.
E io sono qui, in piedi come una stupida davanti ad un tavolo ad aspettarlo. Con addosso una camicia a quadri.
Non faccio però in tempo a continuare il mio delirio, né a guardarmi troppo in giro, perché appena mi decido a sedermi la sento.
- Uno, due, tre. -
La sua voce.
Ma è lontana, è strana, è come se fosse...
- ...prova... –
...amplificata.
Istintivamente, volgo lo sguardo verso il pianoforte posto in un angolo della sala e lui è proprio lì, seduto. Incontro il suo sguardo, mi sorride e sempre guardando verso di me, ripete: - Uno, due, tre... prova. –
Poi, si fa silenzio. Lui abbassa gli occhi sui tasti del piano, inspira lentamente ed inizia a suonare una melodia dolce e malinconica; poco dopo, inizia anche a cantare.

Ah.
L’ho già sentito cantare, prima. Ho visto un paio di video su internet, giusto per informarmi in previsione di innamor... di intervistarlo. E in quell’occasione, ricordo di aver pensato: caspita, per essere un vampiro bellissimo e ovviamente immortale si lamenta parecchio.
Ho pensato che fosse una lagna, ebbene sì.
Ma ora...
Ah.


Sentirlo cantare dal vivo è... beh, mi lascia senza parole, letteralmente.
La sua voce è come fumo denso ed evanescente, che percorre la sala per arrivare fino a me e penetra sotto la mia pelle, emanando un calore liquido che si spande e mi provoca brividi...
Non posso fare a meno di pensare che la "voce che frantuma il cielo" sia in realtà la sua.

Spoke with a voice that
Disrupted the sky

Le parole sono strascicate, appena accennate, quasi come strappate dalla sua voce ruvida. Il suo accento è più divino del solito e nonostante tutto questo, sommato alla mia conoscenza basilare dell’inglese, dovrebbe impedirmi anche di distinguere le parole, capisco tutto. Ogni singola frase, ogni significato.

She said walk on over here
to a bit of shade.
I will wrap you in my arms
and always stay…
Let me sign.

E questa non può essere che magia.
Infatti, tutti in sala sono come incantati da lui; un sortilegio invisibile li avvolge e li culla; la sua malinconia li attanaglia e li costringe ad osservarlo in religioso silenzio, stupefatti.
Io, beh. Io sono a bocca aperta.

Perché ho capito.
Non è stata fortuna.
Là fuori non ci sono mille Edward migliori.
Il suo sguardo, il suo sorriso, le sue mani, la sua voce, persino i suoi capelli. Tutto.
Tutte queste cose insieme producono un effetto paragonabile all’attrazione che un vampiro deve esercitare sulle sue vittime, per potersene nutrire.
Lui è magnetico.
Mi ritrovo a chiedermi, quasi in trance, di che cosa si nutra Robert.
E se si possa, per favore, nutrire di me.

Sono destinata a trovare una risposta alla mia prima domanda, tuttavia, quando poco dopo la magia finisce e lui, dopo essersi schernito di fronte ad un breve applauso sorto spontaneo in quel pubblico improvvisato, viene finalmente a sedersi al mio tavolo. Al suo tavolo. ...al nostro tavolo.
- Ho proprio voglia di pasta. – sentenzia subito, sedendosi, senza neanche salutarmi. Ma rivolgendomi un sorriso aperto e spontaneo.
E, a sentire il modo in cui pronuncia la parola “pasta”, mentre sorride felice come un bambino prendendo in mano il menu, penso che stasera, nonostante lui preferisca gli spaghetti al mio sangue, il risultato sarà lo stesso: non sopravviverò.









N.D.Summer
La canzone sapete cos'è, non c'è bisogno di dirlo... =P E quella è praticamente l'impressione che ha fatto a me quando l'ho sentita. Purtroppo non dal vivo, naturalmente, ma... beh.
Un po' corto questo capitolo ma sempre per il solito motivo... Tra l'altro ne ho già scritti altri ma devo rivederli... Mi vengono idee in ogni momento della giornata, nei posti più assurdi e nei momenti più assurdi (tipo durante una lezione di psicologia, vabbè). E soprattutto di notte, prima di dormire...che poi mi devo alzare per appuntarmi le cose o.O E poi la mattina è un dramma alzarmi etc...
Vabbè ma a voi cosa ve ne frega?!? =P
Piuttosto, grazie a tutti e in particolare a whitevelyn, _Miss_, Vichy90 e Satyricon! Alla prossima, presto. Baci
   
 
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