Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: StillAnotherBrokenDream    30/04/2010    5 recensioni
Emily sta per sposarsi con l'uomo dei suoi sogni. Kevin è sposato da anni con la donna che credeva fosse quella dei suoi sogni. Entrambi scopriranno che le favole non esistono, ed è facile restare delusi, e molto doloroso....
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Bittersweet Love'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

XIV





Quando arrivarono in quel piccolo appartamento al pianterreno, erano passate le tre di notte. Non solo c’era silenzio nel modesto palazzo e in quelle tre stanze da single. C’era un profondo silenzio anche tra Kevin ed Emily, un silenzio carico però di eloquenza.

Non avevano scambiato neanche una parola, chiusi in un mutismo del quale entrambi conoscevano la ragione.

Lei era sconvolta nel vedere come un uomo forte in tutti i sensi come Kevin, si fosse fatto piegare da una donna come quella a tal punto da desiderare, probabilmente, di morire.

Lui era furioso con sé stesso per quello che aveva fatto, rischiare di farsi ammazzare in un bar come un delinquente, e per aver trascinato Emily in quella storia indecorosa. Si era comportato da irresponsabile, perché lui non voleva morire. Non davvero, almeno.

Ma quando si era sentito totalmente solo, privo di sostegno e volontà di andare avanti, aveva desiderato di non vivere più. E non era neanche ubriaco, aveva bevuto un po’ più del solito, ma era lucidissimo.

Come lo era ora, l’unico fastidio che sentiva era il mal di testa e un lieve dolore alla schiena. E poi tanta amarezza, ovviamente.

Come ti senti?” gli domandò Emily posando la propria borsa su una sedia.

Kevin la guardò di sfuggita. “Sono stato meglio, ma non posso neanche lamentarmi. La medicina che mi ha dato la dottoressa è  miracolosa..”

Lei annuì seria, fissandolo senza essere ricambiata. “Bene..” mormorò.

Emily… non c’è nessun bisogno che tu stia qui… io sto bene adesso, sul serio..” le assicurò, quando era abbastanza evidente che non stava affatto bene. Non fisicamente, perché in effetti non sembrava stesse particolarmente male, ma di certo stava male emotivamente.

Non ce n’è bisogno, ma io voglio stare qui” obiettò la donna “se per te non è un problema, ovviamente…”

Il tono della sua voce era strano, quasi… arrabbiato. In effetti era un po’ arrabbiata, ma più che altro era triste.

Okay” sospirò lui “ti ringrazio… era solo per… non costringerti a stare con me…” le disse togliendosi la giacca.

Io vorrei stare con te. .sei tu che tenti di escludermi, pensò Emily con tristezza.

Scusami …” disse l’uomo dirigendosi verso il bagno.

Aprì il rubinetto e si sciacquò il viso, lavando via le tracce di sangue che ancora gli macchiavano la pelle. Poi si tolse il maglione, avvertendo una fitta alla schiena nell’alzare le braccia. Scosse il capo nel vedere che razza di guaio aveva causato a sé stesso, il sangue era colato lungo il collo fino petto, formando delle striature cremisi, avrebbe volentieri fatto una doccia ma pensò che probabilmente la schiena non sarebbe stata d’accordo. E neanche quella testaccia dura che si era fatto rompere di proposito.

Sospirò e prese una spugna.

Sentì un leggero bussare alla porta del bagno. “Kevin?” lo chiamò Emily.

Sì… va tutto bene…” rispose mentre bagnava la spugna.

La giovane aprì lentamente la porta e lo trovò di fronte alla specchio, a petto nudo, che tentava di lavarsi via il sangue di dosso.

Si guardarono nello specchio e di nuovo fu Kevin ad abbassare lo sguardo per primo. Non ce la faceva a guardarla, l’imbarazzo era troppo.

Emily si avvicinò andandogli di fianco, costringendolo a guardarla. “Continui ad evitare i miei occhi” gli disse quasi sottovoce “perché?”

L’uomo scosse lentamente il capo, guardando nel lavandino striato di rivoli rosso pallido.

Non ce la faccio a guardarti.” confessò.

Perché?” ripeté lei posandogli una mano sul braccio.

Perché mi vergogno di me stesso…” mormorò infine, a testa bassa, stringendo nelle mani quella spugna.

Lei allora gliela prese dalle mani e lo fece girare verso di sé. “Lascia che ti aiuti…”

Bagnò la spugna e la strizzò, per poi iniziare a passarla sul petto di Kevin, delicatamente, quasi come una carezza. Lui la lasciò fare, guardandola in silenzio. Emozioni contrastanti lo confondevano.

C’era ancora l’avvilimento, la vergogna, la rabbia. Ma sentiva anche la tenerezza di quella cura che Emily aveva per lui, quel suo tentare dolcemente di farsi dire cos’era successo senza fargli domande insistenti.

Pensò amaramente che quella sarebbe stata la donna giusta per lui, amorevole, sensibile, dolce. Una donna che avrebbe saputo prendersi cura di lui, anche lavando via il sangue delle ferite che si era fatto infliggere di proposito, se necessario.

Lentamente, senza accorgersene, si abbracciarono.

Emily posò la guancia contro il suo petto, mentre lui la strinse forte fin quasi a farle male.

Che cosa hai fatto, Kevin? Cosa avevi intenzione di fare?” gli domandò stretta a lui.

Kevin deglutì, ma non aveva il coraggio di rispondere. Sciolse quell’abbraccio e tornò in camera, sedendosi sul letto e nascondendo il viso tra le mani. Lei lo raggiunse.

Ti sei fatto picchiare, vero? Non è possibile che ti abbiano sopraffatto così… lo hai fatto di proposito…”

L’uomo alzò lo sguardo su di lei ed annuì. “Per un attimo…. ho pensato di farmi uccidere…” svelò finalmente, liberandosi di un peso.

Emily lo aveva sospettato, ma sentirglielo dire l’atterrì. Iniziò a piangere e avvicinandosi, gli tirò uno schiaffo in faccia, incurante del fatto che aveva appena subito una sutura.

Sei impazzito? Morire per quella donna? Non merita niente, e sicuramente non la tua vita!” gli urlò in faccia.

Sto male Emily.. sto davvero male…” si giustificò lui scuotendo mestamente il capo “e allora io…”

Io cosa?” lo interruppe la donna “ti fai spaccare la testa e tanti saluti? Sai che avrebbero potuto ammazzarti sul serio? Tu sei un irresponsabile, un idiota irresponsabile!”

La rabbia che lei provava era mista a dolore, non poteva sopportare di vedere un uomo distrutto da una donna come Jennifer, non sopportava di vedere Kevin distrutto da quella donna. Perché vederlo in quello stato di abbandono, non faceva che aumentare quei sentimenti assurdi che nutriva per lui.

Io non ho più niente Emily! Non mi è rimasto niente!” recriminò lui.

Hai la tua vita! Santo Dio Kevin!” gemette passandosi le mani nei capelli “Morire per quella donna? Gettare la tua vita per lei? Io non capisco.. io...” si coprì gli occhi con una mano e pianse più forte.

Mi dispiace piccola” sentì dire all’uomo con la voce rotta dal pianto “Non volevo farti vedere questo spettacolo vergognoso…”

Emily lo guardò e vide che stava piangendo, col capo chino in avanti e una mano sulla fronte. La testa gli scoppiava e desiderava solo che… lei lo confortasse.

Mi vergogno come un ladro” ammise senza guardarla “sto piangendo come un ragazzino ma… non posso farne a meno. So di aver fatto una sciocchezza, io non volevo morire sul serio… ma.. a volte può capitare di cadere tanto in basso da desiderare di non rialzarsi più…”

La giovane gli prese il viso tra le mani. “Ma non puoi farlo! Non per lei! Non merita il tuo amore né tanto meno il tuo dolore! Neanche le tue lacrime…” gli disse accarezzandogli le guance.

Kevin la guardò con occhi tristi. “Io non piango per lei… ma per me…” le rispose “non ho niente, nessuno. Ho quasi quarant’anni e non ho una famiglia, una vera casa o un lavoro… sono dannatamente solo… lo sono sempre stato ma adesso.. fa più male…”

Oh Kevin!” e lo abbracciò, lasciando che lui posasse il viso sul suo seno, stringendola forte.

Io volevo solo essere amato, sai? Volevo solo… una famiglia. Una moglie che mi amava e. .dei figli.” fece una pausa e sospirò. “Io volevo un figlio, ma lei non era d’accordo. Io ho accettato tutte le sue condizioni, tutte. Ho sopportato la sua prepotenza e me ne pento da morire…” si sfogò.

Lei lo ascoltava in silenzio, versando lacrime di tristezza per quell’uomo che in pratica neanche conosceva, ma che, lo capì in quel preciso momento, aveva iniziato ad amare.

Non sei solo Kevin” gli sussurrò “anche se non è un granché, ci sono io….”

La strinse più forte tra le braccia e sospirò. “Non avrei dovuto perderti di vista, dopo averti tirato fuori dall’acqua” le disse d’impulso “avrei dovuto aspettare che tu crescessi… che diventassi adulta, e poi avrei dovuto sposarti. Tu mi avresti amato davvero….lo sento da come mi abbracci e mi parli… se fossi stata la mia donna, ora saremmo felici insieme….”

Emily restò senza parole, nessuno le aveva mai detto una cosa così dolce, nessuno l’aveva fatta sentire così importante. Ma che significava? Che anche lui provava ciò che provava lei?

Ma adesso sono qui….” gli disse facendogli sollevare il viso “non sei da solo…”

La guardò intensamente negli occhi, alzò una mano e le accarezzo il viso. “Perdonami per tutto questo… ti ho trascinato nel baratro con me.”

Lei scosse il capo. “Smettila Kevin. Non devo perdonarti nulla e non mi hai trascinata da nessuna parte” obiettò convinta “io piango solo perché mi addolora vederti soffrire così, e mi fa.. orrore pensare a cosa voleva fare. E anzi devi giurarmi, giurarmi veramente, che non lascerai più che quella donna e tutto quello che la riguarda, ti buttino giù così.” gli disse più seria che mai.

Io ti capisco” continuò con dolcezza “ti senti.. vuoto, impotente. Come se ti avessero… tolto tutto quello che avevi. E ti senti sprofondare…”

Ma è così, mi ha tolto tutto. Ma non adesso” ribatté Kevin “fin dal primo giorno con lei, è stato così. E io gliel’ho lasciato fare…”

E’ questo che ti stare così male?” gli domandò posandogli le mani sulle spalle “pensare che gliel’hai lasciato fare?”

Lui annuì accennando un sorriso amaro. “Sì, soprattutto questo” ammise “io ero consapevole di chi avevo di fronte, ma non ho combattuto. E ora mi ritrovo così, a piagnucolare scaricando su di te i miei problemi.”

La giovane donna gli prese il mento tra le dita. “Sfogarsi non significa piagnucolare, e non è chiedendo conforto che si scaricano i propri problemi sugli altri. Ti sto solo abbracciando e ascoltando, niente di più.” gli disse.

E’ più di quanto lei abbia mai fatto in sedici anni” le confessò “non immaginavo neanche che una donna potesse… regalarmi tutta questa dolcezza. È vero, cercavo conforto…” fece una pausa e si schiarì la voce “e tu me lo stai dando, più di quanto tu creda.”

Anche se ti ho tirato uno schiaffo?” gli domandò con un sorriso.

Lui annuì. “Me lo meritavo tutto, e anche di più. Perché hai ragione, mi sono fatto sopraffare da ciò che mi è piombato addosso senza reagire neanche un po’, semplicemente ignorandolo. E così facendo, mi ha schiacciato. Ma questa storia finisce stanotte, ora basta” affermò serio “io non posso andare avanti così, io devo rialzarmi. Te lo giuro Emily, non mi vedrai più così.”

Emily fece un grande sorriso e annuì. “Bene. Farai meglio a mantenere il tuo giuramento, perché altrimenti ti prenderò di nuovo a schiaffi.”

Beh… a dire il vero mi è sembrata più una carezza che uno schiaffo, prima. Ma farò finta di essere spaventato..” scherzò, finalmente.

Dovresti metterti qualcosa addosso” gli disse Emily, sentendosi improvvisamente in imbarazzo “fa un po’ freddo.”

Kevin annuì e fece per alzarsi, ma una fitta alla schiena glielo impedì, facendolo gemere.

La schiena eh? Mi sembrava strano che non ti desse fastidio.” disse lei avvicinandosi alla cassettiera.

Dove tieni, maglie, maglioni e quant’altro?” domandò.

Proprio lì” rispose l’uomo indicando la cassettiera al suo fianco. Emily aprì il primo cassetto e trovo una felpa grigia, la prese e tornò da Kevin. L’aiutò ad indossarla e poi lo fece stendere sul letto.

Come stai? Fisicamente, intendo…” gli chiese.

Lui gesticolò in aria. “Mal di testa e di schiena… un po’ di nausea. Ma tutto questo passerà, non è certo la prima volta che le prendo….”

Anche se l’ultima volta avevo undici anni, pensò. Ma lo tenne per sé.

Prova a dormire Kevin, domani ti sentirai molto meglio vedrai. In tutti i sensi.”

So che ti sembrerà una proposta indecente pur non essendolo” le disse tra l’ironico e l’imbarazzato “ma ti va di dormire accanto a me?”

Lei ci rifletté su per un attimo, ma poi annuì. “Almeno che io non voglia dormire su una sedia, credo di non avere scelta.”

Si distese accanto a lui e coprì entrambi con una coperta. Kevin l’attirò a sé abbracciandola. “Giuro che farò il bravo…”

Emily ridacchiò. “Stupido.”

Grazie, per tutto quanto..” le disse sospirando.

Di nulla.” rispose posando la testa sul suo torace.

Ascoltò a lungo i battiti del suo cuore, forti e piuttosto rapidi. Le piaceva stare lì, accanto a lui, abbracciata a lui. Quella che aveva iniziato a provare per Kevin, era amore.

E ciò la spaventava da morire, soprattutto perché lui era ancora preso, probabilmente innamorato, della moglie. Sospirò e si addormentò, convinta che avrebbe dovuto farsi passare quel sentimento nato inaspettatamente.

Kevin si addormentò molto tempo dopo, forse un’ora o anche più. Era stanco ma lo stress era troppo per riuscire a dormire tranquillamente.

Inoltre, averla tra le braccia lo inquietava. Stava male, era ferito in tutti i sensi, ma stringerla gli faceva battere più forte il cuore.



 

a/n: scusatemiiiiiiiiii so che ho fatto passare tantissimi giorni... ma è un periodo particolare per me! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto almeno un po', o che almeno non vi abbia fatto schifo! Come sempre, ringrazio tutti quelli che leggono (42) e le deliziose ragazze che recensiscono e che mi hanno votato! Siete magnifiche, grazie! <3

 

 

 

 

 


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: StillAnotherBrokenDream