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Autore: Ailis_    01/05/2010    2 recensioni
Erano due anime che non avrebbero mai potuto unirsi; due destini inconciliabili. Ma la consapevolezza dell'impossibilità del loro amore non leniva certo il dolore che la divorava; quella sensazione di vuoto che le lambiva l'anima non se ne sarebbe andata solo perchè era la decisione giusta da prendere quella di separarsi.[...] [II° classificata parimerito al Contest sull'Abbandono di Mokochan]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Abbandono

 

 

 

 

 

II° Classificata al "Contest sull'Abbandono" indetto da Mokochan

 

Un particolare ringraziamento a chi mi ha ispirato questa fic
che dedico alla giudice Moko ringraziandola per l'immenso impegno, per i giudizi e per i bellissimi banner.
Grazie.

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Irreconcilable[Contrary Destiny]



Quello sarebbe stato un gran giorno, a Roma: non era certo usuale che venisse incoronato un nuovo imperatore.
Il Campo Marzio era gremito di gente; la parte settentrionale della piana era stata allestita per l'occasione con il massimo sfarzo: un palco alto, di legno, rivestito di stoffe scarlatte spiccava contro il cielo fosco e il biancore del marmo delle costruzioni adiacenti.
I membri del senato sedevano sull'impalcatura, solenni e austeri, lontani dalla plebe che si era riversata nella piazza fin dalle prime ore del mattino.
Il cielo plumbeo che preannunciava pioggia e l'aria fredda di Settembre erano saturi del vociare della folla, superato qualche volta dalle grida dei venditori.
Hinata si guardava intorno, osservando le persone ridere e parlare intorno a sé, non sentendosi mai, nemmeno per un attimo, parte di loro.
Tutti aspettavano Naruto, il futuro imperatore. Il suo Naruto, quello che l'aveva abbandonata appena un mese addietro.
Non lo odiava, per quello.
Lo capiva, anzi: lei era una serva, anche se figlia illegittima di uno dei più grandi senatori dell'impero, e lui l'erede designato per farsi carico del destino di uno degli imperi più grandi della storia.
Erano due anime che non avrebbero mai potuto unirsi; due destini inconciliabili.
Ma la consapevolezza dell'impossibilità del loro amore non leniva certo il dolore che la divorava; quella sensazione di vuoto che le lambiva l'anima non se ne sarebbe andata solo perchè quella di separarsi era la decisione giusta da prendere.
La moltitudine era felice e Hinata chiuse gli occhi, per ripararsi da tanta gioia che le procurava una sussulto profondo, un dolore quasi fisico; mentre le loro bocche si incurvavano verso l'alto, in un gesto spontaneo di felicità, il suo cuore piangeva.
Serrati gli occhi, allontanò il mondo, smarrendosi nei propri pensieri.
I giorni erano passati, senza smettere di susseguirsi, eppure lei continuava a chiedersi perchè: per quale ragione il loro amore non poteva essere felice; per quale motivo loro dovevano per forza vivere divisi, ingiustamente separati dal loro status sociale.
Tanti dubbi, enormi domande che non avrebbero mai trovato una risposta.
Si immerse nei ricordi di quei tanti momenti che erano stati solo loro: le risate, i sorrisi, il semplice fatto che lui la facesse sentire felice, in ogni istante della sua vita...tutti quei piccoli elementi, di per sé di poco conto, ma che rendevano più soleggiata ogni sua giornata.
Riaprì gli occhi al rumore di cavalli in movimento.
Naruto aveva fatto la sua comparsa, finalmente, e il popolo stava esultando, acclamando con calore il suo futuro imperatore.
Attraversò la folla con passo regalo, un accenno di sorriso dipinto sul volto abbronzato, la falcata lunga a e sicura, degna di un governante.
E, in un attimo, la verità colpì Hinata, come fosse un vigoroso schiaffo: lui non sarebbe mai più stato suo.
Lo vide avvicinarsi al palco e salire quei pochi gradini che lo separavano dal suo destino con risoluzione, senza la minima traccia di esitazione o ripensamento.
Sembrava felice; per un attimo, solo per un breve battito di ciglia, si voltò ad osservare il suo popolo e incontrò gli occhi candidi di Hinata, che lo fissavano ottenebrati dalle lacrime.
Fu solo un fremito di ali, il tempo in cui i loro occhi si persero nello sguardo dell'altro, ma Hinata era quasi sicura di avervi scorto dentro qualcosa di simile ad un barlume di afflizione.
Ma quella sensazione non la fece sentire meglio: la sua tristezza unita a quella di Naruto, il dolore, la disperazione erano le emozioni che si mischiavano dentro di lei, distruggendo in tanti piccoli pezzi il suo fragile cuore.
Sentì gli occhi pizzicare, senza però riuscire a piangere.
In quel momento, una goccia cadde dal cielo; e poi un'altra e un'altra ancora.
Pioveva.
Hinata pensò che il cielo, in quel momento, stesse condividendo con lei la sua sofferenza, piangendo con lei, per lei, che di lacrime non ne aveva più.
Inconsciamente, strinse tra le mani il ciondolo che, in un giorno di sole, Naruto le aveva donato: una piccola mela d'oro; un gioiello semplice, discreto, perfetto per Hinata.
Era, e sarebbe sempre stato, il simbolo del loro amore: non a caso, si erano conosciuti grazie a una mela, rotolata giù da un grosso cesto colmo di frutta che, in un giorno come tanti, la ragazza portava tra le braccia e che Naruto aveva raccolto.
Non posso dirti che sarai il mio cuore per sempre, ma posso dirti che sarai la mia anima in eterno. Qualunque cosa succeda, ricordati di noi, Hinata.” le aveva detto, nel momento in cui le aveva porto la scatolina che celava al suo interno l'oggetto.
Se le ricordava bene quelle parole che l'avevano così commossa. E quel regalo...l'aveva sempre visto come il segno tangibile che il loro amore non era solo un sogno.
Se lo rigirò tra le mani, ammirando le sfaccettature dorate: le gocce di pioggia si posavano sull'oggetto, scivolando sulla superficie piana, danzando e scintillando come tanti piccoli diamanti lucenti.
Rimase incantata a fissare quel gioco d'acqua per un tempo che non avrebbe potuto definire; si riscosse solo quando la moltitudine iniziò a trattenere il fiato, mentre la corona si posava delicatamente sulla chioma dorata dal giovane principe.
Scosse la testa e riportò la propria attenzione sulla scena principale, quella per cui tutti loro erano lì, sotto la pioggia che ora aveva preso a cadere con insistenza.
Naruto ora si era alzato, cingendo tra le mani un lungo scettro; sul suo capo ora riposava un diadema di stoffa pregiata, ornato di pietre preziose.
Sollevò lo scettro, lo sguardo serio e l'espressione solenne.
Hinata sentì il proprio cuore battere più forte, rimbombando nella cassa toracica; alzare quello scettro sarebbe stato l'ultimo passo: dopo quello, Naruto sarebbe stato definitivamente imperatore.
Un battito, due, tre... sembrava che quel piccolo organo volesse uscirle dal petto.
Chiuse gli occhi, d'istinto: non voleva vedere l'ultimo atto della commedia che le avrebbe portato via la persona che più amava.
D'un tratto, si rese conto che quella mancanza di coraggio era tremendamente sciocca: Naruto non l'avrebbe approvata, mai.
Aprì gli occhi, puntandoli sul ragazzo, decisa a renderlo fiero di sé, almeno per una volta e anche se lui non poteva vederla.
Lui era lì, il viso somigliante a quello di una statua greca; e, in quel momento, si rese conto che non poteva lasciarsi abbattere dal dolore.
Certo, non sarebbe stato facile, ma doveva trovare un modo per andare avanti: Naruto era stato importante, come anche il loro amore, ma c'era una vita ad aspettarla e non era giusto che lei se la lasciasse sfuggire dalle dita come fosse sabbia.
Per quanto male avrebbe fatto, avrebbe trovato il modo migliore per risorgere.
E nel momento esatto in cui quella consapevolezza prese possesso di lei, sommergendola come un'onda luminosa e calda e lenendo un po' il dolore che sembrava divorarle l'anima, un boato si sollevò dalla folla che la circondava.
Viva il nuovo imperatore! Viva l'imperatore Naruto!”
Benché le lacrime scendessero dal suo viso, non poté fare a meno di sentirsi fiera di quel ragazzo.
E si trovò anche a lei ad urlare, la voce incrinata dall'emozione.
Viva l'imperatore Naruto!”





Sono passati tanti anni, oramai, da quel giorno di Settembre.
Eppure, nonostante il tempo sia scivolato via prima che potessi fermarlo, ancora oggi mi chiedo il perchè. Lui mi aveva fatta sorridere e stare bene, come mai prima di allora.
Ora mi rendo conto che il tempo ha solo coperto come un velo i miei sentimenti, ma che non posso controllare questa cosa chiamata amore che provo ancora per quel ragazzo dal viso abbronzato che, in quel giorno di Settembre, salì al trono di Roma.




Fine

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice.
Non credo di dover aggiungere molto dato che penso che la storia parli un po' da sé.
Sono molto soddisfatta di come è andato questo contest perchè sento di aver messo un parte importante di me all'interno di queste righe. E sapere che giunge al lettore l'emozione che sentivo mentre scrivevo è qualcosa di assolutamente meraviglioso.

Detto ciò, vi lascio con il giudizio di Mokochan.


Grammatica e Stile: 9,5/10
Originalità: 8,5/10
IC: 9,5/10
Miglior coppia estratta: 9/10
Momento dell’abbandono: 9/10
Lato introspettivo: 9,5/10
Attinenza al Tema: 9,5/10
Giudizio personale: 9,5/10

Tot: 74/80

Giudizio: Partiamo dalla grammatica. Ci sono due errori di battitura, sicuramente di distrazione: hai scritto “moltudine” invece di “moltitudine” e “regalo” al posto di “regale”. Hai un buon lessico e uno stile stupendo, che rende piacevole la lettura; ci sono, però, due o tre frasi che andrebbero riviste e ti consiglierei di rileggere con molta attenzione. Per il resto non ho nulla da dire, è tutto perfetto^^ I personaggi sono IC, il dolore di Hinata è comprensibile, così come la fierezza di Naruto, tipica di un romano e, soprattutto, d’un imperatore! Quindi non sei caduta nell’OOC, stai tranquilla. Hai gestito molto bene questi due personaggi, e il punto di vista di Hinata è senz’altro molto realistico. Mi sono piaciuti i suoi pensieri, la sua nostalgia, il dolore e l’addio contenuti in lei. Perché non potrà mai stare con Naruto, appartengono a due mondi differenti e questo, entrambi, lo sanno. L’abbandono, un gioco di sguardi e sentimenti, è perfetto. Mi è piaciuto il fatto che la mela sia stata la causa del loro incontro, così come ho amato il regalo di Naruto, così dolce e tenero. La peculiarità di questa coppia - anche nel dolore - è la dolcezza, quella tenera passione che li contraddistingue dagli altri e che li rende unici nella loro semplicità. L’una appartiene all’altro, per sempre, nel bene e nel male. Sei stata più che attinente al tema, non c’è dubbio. Passiamo al mio giudizio personale: ho adorato letteralmente questa storia, ma l’ho proprio amata, non c’è altro da dire - e il mondo sa che sono una NaruHina convinta e che sono pure abbastanza esigente su questa coppia, quindi meriti davvero i miei complimenti** Brava, Bimba_Chic_Aiko! ^^

 

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