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Autore: Poncissimo    23/08/2005    11 recensioni
Nessuno si ricorderà di me. Beh, meglio così... La mia vita di scrittore comico è ricominciata ed iniziamo in grande con una parodia del 1° libro di HP... Spero di farvi ridere...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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I Dursley erano una tipica famiglia del Mulino Bianco, e grazie tante.
C’era il padre che tornava a casa dopo una spossante giornata di lavoro, la moglie casalinga che lo aspettava a casa e il bambino di due anni, bello paffuto, che urlava a squarciagola “GRAZIE MAMMA” quando si ritrovava le sue dodici scatolette di Simmenthal allineate sul tavolo.
Ma i Dursley avevano un grande segreto, un segreto che nemmeno a “Buona Domenica” erano riusciti a svelare, il che era allettante, visto quando aveva sgobbato Platinette. Il segreto dei Dursley si chiamava Potter. No, non i Potter di Dawson’s Creek, ma non escludo siano lontani parenti. James Potter era il marito della sorella di Petunia Dursley, ed entrambi erano maghi. Avevano anche un figlio, si chiamava Harry.
Il giovedì in cui inizia la nostra storia, Vernon Dursley si svegliò. E’ banale, ma è vero. Scelse la cravatta, se la legò al collo, poi si ricordò che non aveva ancora messo la camicia. Agganciò la cintura alla vita, per poi accorgersi di aver dimenticato i pantaloni. E fu dopo aver calzato le scarpe che si accorse di non avere i calzini.
Con un diavolo per cappello, ovvero nessuno, scese dabbasso. Suo figlio Dudley, appena lo vide, lo salutò con una serie di rutti, mentre la moglie si limitò ad allargare le narici perché il marito aveva trasportato in cucina dei microbi dalla stanza da letto, non avendo utilizzato le comode tutine appena recapitate a Privet Drive numero quattro dalla NASA.
Così, quando lui si sporse per darle un bacio sulla guancia, si tenne a ragguardevole distanza.
Già le prime anomalie si presentarono al signor Dursley fuori da casa. Mentre faceva manovra vide un gatto sul muretto che leggeva il numero civico di casa Dursley, poi si esibì un salto mortale ed iniziò a ballare la break – dance. Si voltò di nuovo e fissò il gatto. Che facesse un salto mortale e che ballasse la break – dance era perfettamente normale, ma non ammetteva che un gatto stesse a guardare un numero di ottone.
Mentre andava al lavoro, nel mezzo dei centoquattordici chilometri di fila dell’autostrada, notò molto movimento. Gente con sulle spalle strani mantelli dai colori più svariati di aggirava furtiva, bisbigliando concitata. Il signor Dursley pensò prima ai Testimoni di Geova, poi ai Verdi ed infine agli inviati de “La vita in Diretta”. Ma nessuna di queste idee parve convincerlo molto.
Meno male che nel suo ufficio desse le spalle alla finestra, sennò avrebbe sicuramente notato i gufi che planavano, gli ippopotami rosa che danzavano leggiadri, gli asini che volavano e le marmotte che confezionavano la cioccolata.
Tornato in strada per comprare una ciambella, passò accanto ad alcune persone che portavano mantelli dal colore acceso ed udì qualche scampolo di conversazione. Quelle persone parlavano di un Harry Potter che ha quanto pare aveva fatto qualcosa di straordinario. Immerso nei suoi pensieri su Potter e domandandosi se si trattasse si suo nipote, si scontrò con un tizio (col mantello, ovvio).
“Scusi”
“Ma no, che cosa! Anche un Babbano come lei dovrebbe essere felice oggi”
“Harry Potter?” chiese il signor Dursley preoccupato.
“No, le Zanzare di Bristol hanno battuto il Puddlemere United. Chi è Harry Potter?”
Fu così che Vernon Dursley tornò a casa afflitto quella sera. Con un ultimo sguardo assassino al gatto (ancora sul muretto) e compatendolo per le emorroidi che la mattina dopo l’avrebbero svegliato tra atroci dolori, si addormentò.
In quel momento lungo la strada comparve un uomo anziano con degli occhiali a mezza luna (dettaglio che ai fan di Harry Potter è passato inosservato). Tirò fuori di tasca un accendino e iniziò a spegnere i lampioni della strada, chiedendosi poi come aveva fatto a comprare un accendino che invece di accendere spegneva.
I dubbi del vecchio crebbero quando vide il gatto sul muretto trasformarsi in persona, cosicché si domandò se la peperonata con i funghi mangiata per cena non stesse sortendo i suoi effetti.
“Buonasera, professor Silente” lo salutò la donna che un attimo prima era un gatto. Aveva i capelli stretti in una crocchia, le labbra sottili (altro dettaglio che i fan non avevano notato) e camminava a gambe larghe per via della giornata passata seduta su un muretto.
“Buonasera, Minerva. Ha per caso della Citrosodina?”
“No, professore. Quante volte le ho detto che mangiare pesante le fa male?”
“Sì, ma un ghiacciolo al limone non è pesante. Ne vuole uno?”
“Ha difficoltà a digerire la cena e mangia ghiaccioli?”
“I Babbani lo fanno”
“Ciò non toglie che lei ha mangiato pesante stasera”
Silente fece finta di non sentirla e mangiò il suo ghiacciolo.
“Senta, è vero quello che dicono in giro?” mormorò preoccupata la McGranitt.
“Sì. Trecentosessanta a Centoventi, che partita!”
“Ma di cosa sta parlando?”
“Beh, le Zanzare di Bristol hanno vinto la Coppa! Gli sta bene, a quelli del Puddlemere!”
“Ma... come fate... il Quidditch... mi riferivo ad Harry Potter!”
“Ah, quello... sì è vero... ha visto la partita?”
“Non me ne importa un accidente del Quidditch! E’ vero... che Lily e James...?”
“Sì, purtroppo”
“E il bambino è sopravvissuto?”
“Sì, purtroppo”
“Come purtroppo?”
“Beh, stamattina sulla Gazzetta del Profeta era l’articolo di prima pagina. Ha offuscato la vittoria delle Zanzare!” “Sì, va bene. Chi lo porterà qui?”
“Hagrid”
“Affida Harry Potter ad Hagrid?”
“Affiderei ad Hagrid il Cercatore delle Zanzare. Che Finta Wrosky che ha fatto ieri!”
In quel momento un rombo assordante risuonò per la via ed un triciclo volante atterrò davanti a loro.
“Hagrid! Come sta il bambino?”
“Benissimo. Si è addormentato sopra Bristol, così ho potuto unirmi ai festeggiamenti. Che vittoria, che vittoria!”
“E’ vero. Accascia il bambino su quello zerbino e andiamo a Bristol!” propose Silente.
“Silente, non è prudente!”
“Chi se ne frega? ABBIAMO VINTO!”

Ora, vi prego, RECENSITE. Pure per dire "Che schifo", ma recensite...
  
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