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Autore: Karona    10/11/2003    0 recensioni
"Mi guardo dentro e vedo solo sporcizia e freddo...non te la prendere se non sono riuscito a dimenticare."
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER 2 – Come Into Our Home (Won’t You Stay?)


Il cielo di Okinawa è splendido. Come sempre.
Scendendo dal treno mi intimorisce.
Starò facendo la cosa giusta?



“Starò facendo la cosa giusta, Kojiro?”
Sai che non devi chiederlo a me, eppure lo fai, in questa notte dove il buio è così spesso che nemmeno la luna riesce a tagliarlo. Lo fai con tutta la tua innocente crudeltà di cui sono ormai stordito.
“Qualsiasi cosa deciderai, sarà la scelta giusta” riesco a risponderti in un ultimo lampo di lucidità. Mi sorridi. Ti sto forse sembrando sicuro di me?
Fisso i contorni della tua figura che si stemperano nel nero che ci circonda.
Mi sorridi ancora.
Ho un po’ paura, ma riesco a nasconderlo bene.
Mi dico che non se ne andrà, che non è possibile.
Non ora. Non in questo viaggio.
“In fondo sono solo pochi mesi, no?”
“Già…”


Cerco con tutte le mie forze di non pensare.
La città dell’eterna primavera ora schiude innanzi a me i suoi petali avvizziti.
Mi sta invitando a non esitare?
Pentiti, mi dice una voce in fondo al cuore che ho sempre categoricamente ignorato.
Pentiti, mi tuona minacciosa come fosse un deterrente per i miei futuri perversi crimini.
Pentiti: ma la ignoro anche stavolta.
Cerco Maki fra le decine di persone che affollano la stazione quasi disperatamente.
Voglio raggiungerla prima che i miei pensieri raggiungano me. Prima che decida di non andare.
Sento una manica della maglietta scendere. Odio le maniche delle magliette, ma non posso certo strapparle tutte. Mia madre mi ucciderebbe.
Chiedendomi se sia un segno di cattivo auspicio arrotolo nuovamente la manica sopra la mia spalla.
Mi trascino fino a una panchina dove potere aspettare Maki con calma.
Sono impaziente. Così impaziente che chiedo a un passante una sigaretta per passare il tempo senza dovere sprofondare nella paranoia.
Qualche boccata e sento chiamare il mio nome a gran voce.
Pensavo che la mia mente non memorizzasse particolari così inutili come il timbro di voce di Akamine, ma con mia viva sorpresa mi rendo conto di riconoscere al volo chi mi sta chiamando e così, come un riflesso innato, mi ritrovo ad alzarmi come una molla, gettando a terra la sigaretta.
“Kojiro! Scusami per il ritardo ma ho avuto degli imprev-”
“Non fa niente” la blocco senza permetterle di finire la frase. “Ok…” sorride lei.
A giudicare da com’è vestita deduco che aveva fatto tardi per prepararsi.
“Usciamo di qui?” mi domanda prima che possa chiederglielo io.
La sua voce trasuda dolcezza. Mi da il voltastomaco.
“Certo” le rispondo fingendo entusiasmo.
Comportati bene, Kojiro, o non riuscirai a…
A…?
Mi gira la testa.
Guardo la ragazza che cammina accanto a me tra la folla e mi sento così sporco da stare male.
Che tutti i miei propositi siano già svaniti?
“Un caffè?” le chiedo usciti dalla stazione, come preventivato.
“Perfetto!” la sua eccitazione è fin troppo manifesta.
Sembrava davvero felice.
Lo sarebbe stata anche dopo?
Dopo che io…
Mentre scambiamo le solite frasi sul clima e sul paesaggio meraviglioso di Okinawa entriamo nel primo locale aperto che troviamo sulla strada.
Mi siedo di fronte a lei e la guardo con attenzione mentre legge il menù.
No, decisamente non è il mio tipo.
La cura con cui si è acconciata i capelli e la meticolosità nello stendere un po’ di trucco sul suo viso abbronzato mi mettono a disagio.
“Sono contenta che tu mi abbia chiesto di uscire,” ti fermi un attimo e mi fissi con dolcezza “davvero”
Mi hai colto alla sprovvista, non so cosa rispondere.
Vorresti essere amata dal ragazzo che è venuto fin qui solo per scoparti per non pensare alla sua disperazione.
Non mi conosci davvero eppure mi vuoi affidare le tue speranze di ragazza innamorata.
So che ti farò ancora più male del previsto, ma vederti così disponibile mi fa rammentare i miei deprecabili propositi.
“Anch’io” biascico nell’ennesimo sorriso.
E’ incredibile come riesca ad ingannarti così bene.
Non sei tu quella che voglio, Akamine, vorrei dirti.
Ma mi impongo di tacere.
Prima o poi mi perdonerai.
Prima o poi Shizuka mi perdonerà.
Prima o poi mi perdonerò.
Ho freddo.
  
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