Unstoppable passion
Piccoli ricordi.
Non ero mai uscito dal palazzo se non
per girare nei d'introni del paese sotto l'ordine di Aro, c'era
proibito oltrepassare Volterra ed uscire dal palazzo senza un motivo
della quale Aro ne era a conoscenza ma quel giorno avevo voglia di
allontanarmi e di cercare qualcosa di nuovo non so bene che cosa mi
aspettassi però mi incamminai; girai parecchi paesi ma uno
mi attirò
completamente l'attenzione forse più che il posto era quella
ragazza
col suo modo di fare, camminava per andare chissà dove ma si
notava
chiaramente che la sua mente era in tutt'altro posto sembrava che
sognasse mentre camminava ed era buffo ogni tanto prendeva e
canticchiava qualcosa di melodico che forse non aveva nemmeno le
parole ma nessuno sembrava sentirla nonostante il silenzio assoluto
che regnava, era come un piccolo fantasma che vaga senza meta e senza
essere visto per il paese. La osservai fino a quando non
entrò in un
negozietto poi decisi di girare il paese ed osservarlo meglio, dalla
piazza mi ritrovai poi in un chiosco di gelati ed era pieno di
bambini, piccole gole che correvano qua e là rincorrendo un
pallone
all'insaputa del pericolo, proseguii per non pensare troppo al sangue
e alla sete che pian piano saliva, arrivai ad un parco pieno di
ragazzi che avranno avuto la stessa età di quella ragazza o
almeno
così sembrava a me; mentre passavo tutte le ragazze non
facevano
altro che fissarmi dalla testa ai piedi e tra loro non smettevano di
ripetere “com'è carino,chi è quel tipo?
non è di qua, ma è
davvero carino” e non evitai di sorridere per poi andare a
sedermi
sotto un albero lontano dagli occhi di quelle ragazze che stavano
iniziando ad irritare siccome commentavano ogni minimo particolare
di me senza sapere che io potevo sentirle ma tentai di concentrarmi
su altri suoni e mi calmai chiudendo gli occhi.
Quando li riaprii trovai quattro
ragazze che mi osservavano, mi ero concentrato sul canto di un
passerotto e non le avevo sentite arrivare
"tu devi essere nuovo di qui..." mi
disse una ragazza dai capelli biondi tinti
"come ti chiami?" stavo per rispondere quando mi sovrappose un'altra ragazza
"anni?" le fissai per un momento e sembravano dei rapaci che attaccavano la carcassa di un morto dopo una lunga attesa
"mi chiamo Alex e ho 17 anni" le ragazze sembravano affascinate da ciò che avevo detto ma penso che fosse perché erano curiose della mia voce, l'essere umano è strano da capire
"e da dove vieni?" mi chiese di nuovo la ragazza bionda
"sei fidanzato? Ne cerchi una?" parlarono altre due ragazze assieme, mi sentivo in imbarazzo con quella domanda non ero abituato ad un assalto simile; dopo un lieve sospiro decisi di rispondere “abito piuttosto lontano, sono qua solo in visita. E non sono fidanzato e sinceramente non è nel mio interesse” sembravano sconcertate per ciò che avevo detto
"ora se volete scusarmi
devo tornare
a casa...." e mi incamminai fino a quando non arrivai dietro al
muro che corsi, case, abitanti e macchine nel loro complesso stavano
bene e davano un senso di grande famiglia unita che quasi mi faceva
sentire a disagio.
Tutto mi scorreva davanti, era meglio
tornare a palazzo prima che Aro si rendesse conto che mancavo
all'appello e prima che io combinassi un guaio ma qualcosa mi
invitò
a rallentare, era la ragazza che vidi entrare nel negozietto ma
adesso si trovava seduta su una panchina in un parco piuttosto
deserto ad osservare una bambina che si dondolava sull'altalena, i
suoi occhi sembravano tristi ricordavano molto quelli di mia sorella
quando ancora eravamo umani ed abitavamo in quel lurido orfanotrofio
ormai da tempo, il solo pensarci mi stava rendendo nervoso, avevo
rimosso quel ricordo da anni ormai ed adesso per via di una semplice
umana me ne stavo ricordando ma non ero arrabbiato con lei; giocava
con la bambina e ogni volta che gli volgeva lo sguardo gli mostrava
un sorriso ma i suoi occhi continuavano ad essere spenti, non capivo
se quella bambina fosse sua figlia o meno ma dai suoi atteggiamenti
nei suoi confronti pareva di si, premurosa, gentile e tranquilla poi
d'un tratto la prese per mano e iniziarono ad allontanarsi dal parco,
pensavo che m'avrebbe visto lì immobile di fronte a lei ad
osservarla, ogni suo movimento, ogni suo gesto non faceva altro che
ricordarmi le notti, i pomeriggi in cui io e mia sorella stavamo
abbracciati assieme cercando di sostenerci l'un l'altro per riuscire
ad andare avanti, molto spesso mi sentivo inutile, incapace di fare
da fratello,
"Jane... non son capace di proteggerti... faccio schifo come fratello..." gli dissi in lacrime, il dolore per non riuscire a proteggere l'unica cosa a cui tenevo era enorme
"sono un pessimo fratello....." quella volta che gli dissi ciò ricordo che mi diede uno schiaffo
"non dire stupidaggini.... sei il miglior fratello che abbia mai visto. Se fossi pessimo non saresti qui di nascosto.... ti voglio bene" mi abbracciò come se fossi stato il suo peluche, ricambiai subito ma sentivo che anche lei piangeva, dopotutto eravamo stanchi di quelle giornate passate separatamente, nel doverci vedere di nascosto pur di stare assieme, ma poi un giorno arrivò Aro
"non preoccupatevi.... tra pochi anni vi porterò via con me e potrete vivere felici per l'eternità vendicandovi anche di quel che vi hanno fatto"
quelle parole ci diedero la speranza di trovare una luce in fondo a quel tunnel oscuro.....Pensare a ciò mi stava facendo male, se ero ancora umano avrei pianto senza sosta, dovevo ammazzare qualcuno, dovevo torturarlo fino a quando non avrebbe implorato pietà ma non potevo farlo o Aro avrebbe scoperto tutto, così tornai più velocemente possibile a palazzo giusto in tempo per lo spuntino che portò Heidi
"fratello! Dove sei stato?" mi disse una voce dalle spalle
"sorella! Non preoccuparti,
ero in
giro sui tetti... sai come sono fatto" e non riuscii a non
abbracciarla il ricordo di quel che avevamo passato mi stava ancora
tormentando, non appena vennero fatte entrare le persone e fu stato
chiuso il portone divenni una belva, l'odio e il dolore del ricordo
lo riversai su quelle persone, li torturavo togliendogli i sensi
dell'udito per sentirli urlare perché non sentivano
più nulla poi
glielo facevo tornare, gli toglievo il senso del tatto per vederli
cascare come sacchi di patate e nuovamente glielo facevo tornare fino
a quando non mi stufai che li uccisi in breve tempo.
Quella notte non so come mai ma
ripensai a quella ragazza, ai suoi occhi e al suo modo di fare,
l'avevo già vista da qualche parte o forse era la mia mente
che
mi stava ingannando? Decisi che sarei tornato anche l'indomani pur di
capire se l'avevo già conosciuta o meno e poi iniziava ad
incuriosirmi, cambiava umore in poco tempo sembrava di vedere un
licantropo inprigionato nel corpo di un'umana; quasi ogni giorno andavo
in quel paesino per osservarla e capire meglio i suoi comportamenti e i
suoi pensieri ma la cosa si rendeva sempre più difficile
specialmente perché Aro sembrava si fosse reso conto che
alcuni
giorni mi allontanavo dal suo palazzo senza permesso e le prime volte
ero anche tornato piuttosto teso, mia sorella a stento si avvicinava a
me ed io ne sentivo la mancanza così decisi di parlargli
"sorella.... mi spiace di essere sempre così nervoso ultimamente, ma stanno riaffiorando vecchie ferite.... perdonami..." e la strinsi a me, avevo bisogno di un contatto con lei, era da tanto che non l'abbracciavo ero sempre fuori o troppo occupato per starle accanto come mio solito e lei ricambiò l'abbraccio senza esitare, cosa che mi tranquilizzò subito
"non preoccuparti.... se vuoi parlare sono sempre qua, lo sai" mi disse volgendomi un sorriso alla quale non potei far altro che ricambiare e prenderla per mano
"oggi passerò tutto il tempo con te, mi sento in dovere di farlo se non ti spiace" le dissi portandola nella sua stanza per poi chiudere la porta e farla sedere sul suo letto, scoppiò in una risata divertita sembrava più piccola di me quando rideva ma anche per molte altre cose "ti voglio bene.... grazie per prima"
"ti voglio bene anch'io. che ne dici di aiutarmi a scegliere il vestito per la festa di sta sera?" disse girando su sè stessa, rimasi a guardarla perplesso, mi ero completamente dimenticato della festa che aveva organizzato Aro
"te n'eri dimenticato vero?" sapevo che se ne sarebbe accorta, chi altri meglio di lei mi conosceva?
"se devo essere sincero.... si, mi si è proprio cancellato dal cervello" e feci un sorriso un po' goffo per l'enorme sbadataggine che avevo commesso
"dai, sei ancora in tempo. Comunque mi aiuteresti?" e si mise appoggiata al mio petto addolcendo gli occhi, sembrava di vedere uno di quei peluche che teneva sul suo letto o nel suo armadio per non farli trovare da Felix
"si, ti aiuto volentieri" e così l'aiutai riuscendo anche a prepararmi io stesso e la festa passò piuttosto in fretta, non avevo nulla a cui pensare ma pensai che sarebbe stato meglio parlare con quella ragazza piuttosto che osservarla.