4- “What
if…”
OneShot. G. OT3.
Ambientata fine stagione 5 inisio stagione 6. Spoiler
prima parte stagione 6
Prima mia OneShot dedicata al mio OT3 preferito! E’ breve anche eprchè sto lavorando ad altre due fanfictions, che mi prendono più tempo.
Il rumore di una sedia che si spostava di qualche centimetro riempì la stanza. Un rumore troppo stridulo perché lui non lo potesse sentire. Cercò di portarsi le mani alle orecchie per impedire che quel suono rimbombasse ancora, aumentando quel senso di pressione nella sua testa. Ma le sua braccia erano troppo deboli per poter effettuare uno sforzo del genere.
Aprì gli occhi per la
prima volta e ciò che vide era fermo,
immobile sotto la luce naturale del sole che entrava dalla finestra
semiaperta.
Qualcuno era seduto nella stanza con lui. Era una donna. Quella donna
che
avrebbe potuto riconoscere tra mille altre. Era seduta su quella sedia
scomoda
che aveva appena trascinato nell’angolo opposto, lontano
dalla luce del sole
che creava una strana atmosfera nella stanza.
Cuddy era immersa nei suoi pensieri, persa tra quelle pratiche che richiedevano il suo consenso o la sua negazione. Ma nonostante tutto quel lavoro da svolgere, lei era lì con lui. Con lui. Perché lui era lì, in quella stanza, in quell’ospedale in cui lavorava da anni? Questa volta non era lì nelle vesti di medico arrogante, quale lui era.
La donna alzò lo sguardo e
vide gli occhi del diagnosta che
la fissavano curiosi. Lo fissò per quelli che sembrarono
minuti interi. Sorrise
e si alzò di scatto. In pochi passi era in parte a lui e
stringeva la sua mano
con forza.
“Riesci a
sentirmi?”
Annuì.
“Non sai quanto mi hai
fatto preoccupare”
“Cosa è
successo?”
La sua voce era roca, sembrava quasi un sussurro.
“Shh, non parlare. Non ti
ricordi niente, vero?”
Scosse la testa.
“Ti sei autoindotto una
crisi e quando Wilson ti ha trovato
eri già in coma”
Una lacrima leggera le rigava la guancia magra.
“Mi dispiace”
Cuddy si asciugò quella singola lacrima dalla guancia. Sorrise, mentre si avvicinava di più a lui e le sue labbra toccarono quelle di lui per pochi secondi.
“Perché mi hai
baciato?”
La sua voce sembrava essere tornata normale, non era più un
sussurro. I suoi
occhi vagavano in quelli della donna in cerca di una risposta a quella
sua
confusione.
“Mi sei mancato”
“Ma tu hai Lucas
adesso...”
Cuddy lo osservò confusa, cercando a sua volta la cura per quella confusione.
“Lucas?”
“Sì, tu hai
creato una nuova vita con lui. Hai una figlia
ora, non dovresti pensare a me”
“House, non riesco a capire
quello che stai dicendo. Rachel
sta benissimo e Lucas non lo vedo da quando lo hai licenziato”
House chiuse di nuovo gli occhi e rimase immobile nel suo letto scomodo.
“No. Non può essere stata solo la mia immaginazione”
“House, ti senti
bene?”
House riaprì gli occhi, cercando lo sguardo di lei.
“Era tutto inventato.
Sembrava tutto così vero…”
“Tutto cosa?”
“Prima Mayfield, poi tu e
Lucas….”
“Non sei stato in un
ospedale psichiatrico e io non sono
stata con Lucas”
House sorrise.
“Da quanto tempo sono
qui?”
“Circa un anno”
House chiuse gli occhi di nuovo.
“Sei stata qui tutto il
tempo?”
“No…”
“E invece
sì…”
Wilson entrò in quel momento. Sorrideva, finalmente felice dopo tanto tempo.
“Jimmyboy”
“Bentornato House. Lisa è stata qui la maggior parte del tempo”
Cuddy sorrise, arrossendo.
“Grazie”
House strinse la mano di lei con più forza.
“Wilson, per caso hai sentito la tua prima ex moglie in questo periodo?”
-fine-